Polmoniti, è boom di ricoveri…….


E’ ben gradito un’applauso!!! Grazie

Giovedì 27 febbraio 2025

articolo : https://www.leggo.it/schede/polmonite_influenza_sintoni_vaccino_bassetti_oggi_27_2_2025-influenza_e_polmonite_la_relazione-2-8683684.html
Polmoniti, è boom di ricoveri: 150mila in ospedale, 9mila decessi. Bassetti: «Mai visti così tanti». Cosa c'entra l'influenza, i sintomi e il vaccino

Da gennaio a Milano sarà vietato fumare all’aperto 


E’ ben gradito un’applauso!!! Grazie

Giovedì 26 dicembre 2024

articolo: https://www.ilpost.it/2024/12/26/divieto-fumo-aree-pubbliche-milano/

In tilt il sistema informatico della sanità lombarda per ricette e certificati.


articolo: https://milano.repubblica.it/cronaca/2024/06/20/news/siss_ricette_disservizi_sistema_informatico_sanita_lombardia_protesta_medici-423264655/#:~:text=Protestano%20i%20medici%20di%20base%3A%20%E2%80%9CPronti%20a%20scendere%20in%20piazza%E2%80%9D,-(ansa)&text=Troppe%20ricette%20e%20certificati%20che,e%20cittadini%20sono%20al%20limite.

Giovedì, 20 giugno 2024

(ansa)

Guardia medica a Milano: la nuova mappa degli ambulatori e gli orari di apertura al pubblico


articolo: https://milano.corriere.it/notizie/cronaca/23_luglio_06/guardia-medica-a-milano-la-nuova-mappa-degli-ambulatori-e-gli-orari-di-apertura-al-pubblico-b1818e32-d323-4f43-827e-1768af6adxlk.shtml

Gli ambulatori sono aperti al pubblico dalle 20 alle 24 nei giorni feriali e dalle 9 alle 21 nei giorni prefestivi e festivi. Ecco gli indirizzi

Più ambulatori aperti al pubblico, medici del centralino concentrati in un’unica sede, in via Farini. È il piano di riorganizzazione del servizio di continuità assistenziale di Milano (l’ex guardia medica) che risponde al numero 116117. Gli ambulatori di continuità ad accesso libero passeranno da 8 a 13. A quelli di via Rugabella, via Don Orione, via Pecchio, via Monte Palombino, piazzale Bande Nere, via Farini, via Livigno e viale Zara, si aggiungono quelli di via Stromboli (dall’8 luglio), via Masaniellovia Monreale, via Dei Cinquecento (gli ultimi tre dal 17 luglio). Da notare che tutte le Case di comunità ospiteranno un ambulatorio. Un tredicesimo verrà aperto nel Municipio 5 entro settembre, in una sede ancora da scegliere. Gli ambulatori sono aperti al pubblico dalle 20 alle 24 nei giorni feriali e dalle 9 alle 21 nei giorni prefestivi e festivi.

Drasticamente ridotte, invece, le postazioni telefoniche da cui i medici ricevono le chiamate e da cui partono per le visite domiciliari. I camici bianchi verranno concentrati in via Farini da sabato 15 luglio. Saranno contattabili al numero 116.117 dalle 20 alle 8 nei giorni feriali e h24 in quelli prefestivi e festivi. Sono previsti 35 dottori in turno fino all’1.30 di notte e dieci fino alle 8 del mattino.

Gli ambulatori di guardia medica a Milano – La mappa delle sedi aperte al pubblico 20 alle 24 nei giorni feriali e dalle 9 alle 21 nei giorni prefestivi e festivi

Tessere sanitarie a corto di microchip:


Tessere sanitarie a corto di microchip: dall’identità digitale ai rifiuti, servizi più difficili per i cittadini

articolo a cura di Raffaele Ricciardi: https://www.repubblica.it/economia/diritti-e-consumi/diritti-consumatori/2022/08/29/news/tessera_sanitaria_carta_nazionale_dei_servizi-363331023/?ref=RHTP-VS-I330891680-P13-S2-T1

A causa della scarsità di semiconduttori, da giugno le Carte nazionali dei servizi sono stampate anche senza il cuore elettronico che le eleva a identità digitali. E’ possibile fare una proroga di quelle in scadenza, ma non è semplice. E, in ogni caso, per le cure mediche servono entrambi i documenti. Ecco cosa sta succedendo

Milano 29 agosto 2022

Le tessere sanitarie senza microchip fanno capolino tra gli italiani e gettano un po’ di scompiglio sui servizi pubblici cui si può accedere attraverso il documento di plastica. Come ha segnalato il Messaggero, un decreto del Mef ha stabilito che dal 1° giugno le tessere santiarie possono esser stampate e distribuite ai cittadini anche senza microchipIl problema è la mancanza globale di semiconduttori, che da mesi l’industria automobilistca ben conosce e che adesso suggerisce il cambio di formato anche al documento pubblico.

Il microchip è l’elemento che consente alla Tessera Sanitaria (TS) di evolvere in Carta nazionale dei servizi (TS-CNS) e di diventare così uno “strumento di identificazione in rete” che permette di fruire dei servizi della Pa. Senza il microchip, dunque, questa evoluzione salta.

Cosa significa, in soldoni, questo? Il portale di Regione Lombardia sintentizza così, in un avviso agli utenti: “Le nuove Tessere Sanitarie senza microchip avranno valenza di Codice Fiscale e di Tessera Europea Assistenza Malattia (TEAM)“, ovvero consentiranno l’accesso alle cure anche all’estero nella Ue, “ma non le funzionalità della Carta Nazionale dei Servizi (identificazione e autenticazione online e firma elettronica avanzata nei rapporti con le Pubbliche Amministrazioni)“. Ecco dunque che salta l’accesso ai servizi della Pa. continua a leggere su corriere.it

A Milano attacco hacker agli ospedali Fatebenefratelli e Sacco


articolo Redazione ANSA: https://www.ansa.it/lombardia/notizie/2022/05/02/a-milano-attacco-hacker-agli-ospedali-fatebenefratelli-e-sacco_cd518dd9-593b-4cc3-8671-7fcef07332d2.html


(ANSA) – Milano, 02 maggio 2022

Oggi e domani accessi limitati pronto soccorso e punti prelievo

Un attacco hacker ha colpito dalle tre del primo maggio i presidi ospedalieri e territoriali dell’Asst Fatebenefratelli Sacco, ovvero dell’azienda ospedaliera.

Da Regione Lombardia spiegano che data l’entità dell’attacco non si sa quando saranno ripristinati i sistemi.

Di conseguenza oggi e domani i pronto soccorso e i punti prelievo dei presidi ospedalieri dell’Asst Fatebenefratelli Sacco (Fatebenefratelli, Sacco, Buzzi e Melloni) saranno in grado di accettare gli accessi dei pazienti in maniera limitata e solo attraverso modulistica cartacea e potranno esserci disagi per le prestazioni ambulatoriali.
Le visite ambulatoriali prenotate e le attività di pre ricovero sono comunque garantite” assicurano dalla Regione.
L’attacco hacker sui server dei siti Fatebenefratelli e Sacco ha avuto conseguenze su tutte le sedi aziendali (Buzzi, Melloni e 33 sedi territoriali) e su tutti i sistemi aziendali attaccando anche i servizi di base “nonostante l’accrescimento delle misure di sicurezza poste in essere negli ultimi mesi“.
E’ iniziato il lavoro di ripristino che però “non ha al momento tempi definibili“. Sul posto si trovano anche i tecnici dei servizi di sicurezza informatica regionali e la polizia postale. Di certo, spiega la nota dell’Asst, “sarà presentata denuncia formale“.
L’azienda di Emergenza Urgenza è stata informata dei problemi e ha “già provveduto a dirottare tutte le emergenze su altri presidi ospedalieri milanesi“. (ANSA).

Epatite acuta, segnalati in Lombardia due casi: “I bambini non sono in pericolo di vita”


articolo: https://milano.repubblica.it/cronaca/2022/04/22/news/epatite_acuta_bambini_lombardia_casi-346491258/

L’assessorato al Welfare di Regione Lombardia ha inviato la segnalazione di due casi di epatite a eziologia ignota al ministero della Salute. I bambini sono ricoverati in osservazione

La segnalazione di due bambini con epatite a eziologia ignota è stata trasmessa dall’assessorato al Welfare di Regione Lombardia al Ministero della Salute.
Attualmente ricoverati in osservazione, i due bambini non sono in pericolo di vita.

La segnalazione partita dalla Lombardia segue le indicazioni che il ministero ha dato a tutte le Regioni con una circolare informativa inviata il 14 aprile, quando sono arrivate maggiori informazioni dal Regno Unito. L’approfondimento è iniziato. Ma gli esperti della Sigenp, la Società italiana di gastroenterologia, epatologia e nutrizione pediatrica, dicono: “Nessun allarme: il dato è in linea con gli anni passati“.

Ho avuto un contatto con un positivo al Covid, cosa devo fare? Le regole per la quarantena (per vaccinati e non)


articolo di Alice Scaglioni: https://www.corriere.it/cronache/21_dicembre_20/contatto-positivo-covid-quarantena-regole-0413a57a-6174-11ec-b501-5738353be174.shtml?fbclid=IwAR0isAiu_ElsjCE8yKVHQRYcB0GVJcY3wRmSITLwPLb31CK7qY6lGQqvCyM

Dopo un contatto stretto con un positivo al Covid, quali regole bisogna seguire per la quarantena? Quanti giorni devono passare per fare il tampone? E la quarantena è obbligatoria per tutti?

Cosa vuol dire essere il «contatto stretto» di un positivo? E quando invece si è considerati un «contatto a basso rischio»? Con la crescita dei contagi che osserviamo in questi giorni siamo costretti a porci queste due domande sempre più frequentemente. Sappiamo infatti che la procedura da seguire è diversa, così come varia per chi è vaccinato e per chi non lo è.

Partiamo dal concetto base: chi è un contatto di una persona risultata positiva al Covid-19? È chiunque sia stato esposto a un caso probabile o confermato di Covid da 48 ore prima dell’insorgenza dei sintomi fino a 14 giorni dopo o fino al momento della diagnosi e dell’isolamento del positivo. Se la persona positiva al Coronavirus non ha sintomi, il contatto è chi ha visto il contagiato in un lasso di tempo che va da 48 ore prima della scoperta della positività e fino a 14 giorni dopo o fino alla diagnosi e all’isolamento.

Il contatto stretto
E come si distingue invece un contatto stretto? Ci sono ovviamente varie possibilità, a seconda del tipo di rapporto e di esposizione che si ha avuto con il caso di Covid (probabile o confermato):
una persona che vive nella stessa casa di un positivo al Covid;
una persona che ha avuto un contatto fisico diretto con un caso di Covid (può essere anche una stretta di mano, non è necessario che sia un contatto prolungato);
• una persona che ha avuto un contatto diretto e non protetto con le secrezioni di un caso di Covid (per esempio, chi ha toccato il fazzoletto usato di un amico o un conoscente);
• una persona che ha avuto un contatto diretto — rimanendo per esempio faccia a faccia con il contagiato — a una distanza minore di 2 metri e per almeno 15 minuti;
• una persona che si è trovata in un ambiente chiuso, senza i dispositivi di protezione come le mascherine, in compagnia di qualcuno che è stato poi identificato come positivo al Covid;
• un operatore sanitario, un medico o un’altra persona che fornisce assistenza diretta a un caso di Covid-19, ma anche il personale di laboratorio che manipola i campioni di un caso di Covid (come chi lavora sui tamponi molecolari) senza usare le mascherine e i dispositivi di protezione necessari per proteggersi dal contagio;
• una persona che ha fatto un viaggio in treno, aereo o su un qualsiasi altro mezzo di trasporto a due posti di distanza da chi è poi risultato positivo al Covid, ma anche il personale addetto al controllo della sezione dell’aereo, del treno, del mezzo dove il caso di Covid era seduto.

Bisogna poi ricordare che in base a una valutazione che può essere fatta dagli operatori sanitari, alcune persone che non rientrano nella casistica elencata possono essere considerate comunque «contatti a rischio».

Il contatto a basso rischio
Sono invece considerati contatti a basso rischio coloro che:
hanno avuto un contatto diretto (faccia a faccia) con una persona contagiata dal Covid, a una distanza inferiore a 2 metri e per meno di 15 minuti;
• si sono trovati in un ambiente chiuso (anche su un mezzo di trasporto pubblico) con una persona poi risultata positiva al Coronavirus per meno di 15 minuti;
• ricoprendo il ruolo di operatore sanitario o assistente diretto a un caso di Covid-19, ma anche di personale di laboratorio che manipola i campioni di Coronavirus, hanno avuto contatti con un positivo usando le mascherine e i dispositivi di protezione necessari per proteggersi;
• hanno viaggiato (passeggeri e personale) su un volo in cui era imbarcato anche un positivo al Covid-19 (tranne i passeggeri seduti vicino al contagiato e il personale addetto alla sezione in cui è seduto il positivo).

Quarantena, isolamento e sorveglianza attiva: le differenze
La quarantena è quando una persona sana (che viene riconosciuta come contatto stretto di un positivo al Covid) si sottopone alla restrizione dei movimenti e dei contatti con la comunità (quindi non esce dalla propria abitazione) con l’obiettivo di monitorare l’insorgenza di eventuali sintomi e assicurare l’identificazione precoce dei casi, evitando una diffusione ulteriore del virus.

L’isolamento consiste nel separare quanto più possibile le persone che hanno ricevuto una diagnosi di positività al Covid-19 da quelle sane per non far diffondere il Coronavirus.

La sorveglianza attiva prevede che la persona che è sottoposta alla misura sia in contatto quotidiano con l’operatore della sanità pubblica che ha il compito di avere notizie sulle sue condizioni di salute.

Le regole per la quarantena

Come si deve procedere, quindi? Innanzitutto le regole variano a seconda che la persona che ha avuto il contatto con il positivo sia vaccinata o meno, e poi ovviamente l’iter è diverso se si tratta di un contatto stretto o meno. continua a leggere

Moratti: “Gli ospedali San Paolo e San Carlo a Milano non saranno unificati”


articolo: https://milano.repubblica.it/cronaca/2021/06/18/news/milano_gli_ospedali_san_paolo_e_san_carlo_non_saranno_unificati-306663565/

L’assessora al Welfare mette la parola fine al progetto: “Vogliamo mantenere operativi entrambi gli ospedali nelle collocazioni attuali“. Il piano di accorpamento risaliva a cinque anni fa.

articolo del 17 giugno 2021: https://alessandro54.com/2021/06/17/il-comune-di-milano-stop-alla-fusione-tra-ospedali-san-paolo-e-san-carlo-salviamoli-e-recuperiamoli/

Gli ospedali San Carlo e San Paolo a Milano non saranno unificati in un’unica sede. Il progetto di qualche anno fa è stato ufficialmente accantonato. Lo dice l’assessora regionale al Welfare Letizia Moratti, rispondendo ad una lettera dell’assessore all’Urbanistica di Milano Pierfrancesco Maran, che nei giorni scorsi aveva sollecitato il Pirellone a chiarire la situazione: l’incertezza sul progetto di fusione impediva il rilancio dei due ospedali.

E’ nostra ferma volontà – ha scritto a questo proposito ieri Moratti – quella di mantenere operativi entrambi gli ospedali nelle collocazioni attuali al fine di garantire servizi di prossimità ai cittadini milanesi di quell’area. E’ altrettanto nostra ferma volontà riqualificare i due presìdi con dotazioni tecnologiche all’avanguardia e mantenere il pronto soccorso presso il San Paolo“. L’assessora ha annunciato di aver mandato una lettera sull’argomento al sindaco di Milano, Giuseppe Sala.

L’area che il Comune avrebbe individuato come possibile sede per un nuovo ospedale unificato – conclude la vicepresidente – non risponde alle esigenze dimensionali e logistiche, come ad esempio accessibilità stradale e parcheggi, e soprattutto imporrebbe alla Regione oneri di bonifica assolutamente incompatibili con le risorse stanziate“. Il progetto quindi, almeno in base a quanto dichiarato, tramonta definitivamente.

L’idea avanzata in passato era quella di costruire un polo sanitario da 700 e più letti a Ronchetto sul Naviglio, accanto all’ex scalo di San Cristoforo, vicino a dove ci saranno il capolinea della M4 e il deposito dei treni. L’investimento ipotizzato era di circa 400 milioni di euro: i due vecchi ospedali sarebbero stati trasformati in Pot (Presidi ospedalieri territoriali) con servizi per cronici e anziani. Il piano si era incagliato quando era emerso che l’area interessata necessitava di una impegnativa bonifica dei terreni con conseguente aumento dei costi. Già a febbraio l’allora assessore alla Sanità Gallera aveva chiesto al Comune di indicare una nuova area. Ma a quanto pare la scelta è stata di abbandonare il piano di accorpamento.

Il Comune di Milano: “Stop alla fusione tra ospedali San Paolo e San Carlo: salviamoli e recuperiamoli”


articolo: https://milano.repubblica.it/cronaca/2021/06/17/news/stop_alla_fusione_tra_ospedali_san_paolo_e_san_carlo_a_milano-306496726/

L’assessore Maran scrive alla Moratti: “Il progetto ormai non è più attuale e i due presidi sono in un limbo che ne impedisce il rilancio

Ospedali san Carlo e san Paolo: è ora di abbandonare l’idea di chiuderli per fare un nuovo ospedale e di concentrarsi sull’obiettivo di una ristrutturazione profonda delle due strutture“. Lo scrive, nero su bianco, l’assessore all’urbanistica del Comune di Milano, Pierfrancesco Maran, alla vicepresidente della Lombardia, Letizia Moratti, per chiedergli di “sbloccare una situazione, quella dei due presidi sanitari milanesi, che da tempo è ferma in un limbo“.

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La Regione aveva “l’obiettivo di sostituire i due ospedali con una struttura nuova e baricentrica“, ma quest’idea per Maran è da “archiviare“: sia per alcune “criticità tecniche nell’individuazione di un luogo adatto con il rischio di scop una nuova struttura “restano bloccati anche progetti alternativi di ristrutturazione“, denuncia l’assessore. La lettera chiede, quindi, un confronto tra Comune e Regione con questi obiettivi: “Archiviare l’idea di sostituire i due ospedali con uno nuovo; ristrutturare il San Paolo mantenendo lì il fondamentale presidio di pronto soccorso e sviluppare il progetto di ristrutturazione del San Carlo in piena sinergia con l’università degli studi che può recuperarne una parte a campus di medicina“.

Per Palazzo Marino è fondamentale “far sbloccare la situazione“. Le richieste di Maran vengono appoggiate anche dalla consigliera regionale del pd, Carmela Rozza. “La pandemia – afferma – nella sua drammaticità, ha evidenziato la necessità di riqualificare al più presto questi due ospedali per metterli nelle condizioni di garantire ai cittadini della zona sud-ovest del milanese servizi efficienti, anche in caso di nuove emergenze sanitarie“.

La pandemia e i ritardi negli ospedali: la corsa per recuperare il tempo perso


articolo: https://milano.corriere.it/notizie/cronaca/21_giugno_03/pandemia-ritardi-ospedali-corsa-recuperare-tempo-perso-f0cd7490-c42b-11eb-9211-eb63e72b00a2.shtml

Alla complessità della situazione si aggiungerà la necessità di garantire una adeguata presa in carico di tutti i soggetti cosiddetti «Long Covid»

In questi mesi i rallentamenti delle attività sanitarie standard hanno determinato ritardi diagnostici importanti, anche per patologie gravi, e lunghe liste di attesa. In Italia nel 2020 rispetto all’anno precedente si sono registrate 144,5 milioni di prestazioni ambulatoriali in meno. La riduzione maggiore riguarda gli esami di laboratorio (il 67 per cento delle prestazioni), mentre le flessioni per visite e diagnostica rappresentano il 12,5 e il 13 per cento.

Inoltre, si sono effettuati 1,3 milioni meno ricoveri ospedalieri rispetto al 2019 (680 mila con diagnosi mediche e 620 mila con diagnosi chirurgiche), con una riduzione molto marcata degli accessi per malattie cardiovascolari e oncologiche (meno 30 per cento per il tumore della mammella e meno 20 per cento per i tumori di polmone, pancreas e apparato gastrointestinale). Molto significativo è anche il crollo dei ricoveri urgenti e di quelli dei pazienti cronici complessi con pluripatologie.

Nei prossimi mesi bisognerà investire in risorse e strategie per recuperare il tempo perso, sapendo che molto probabilmente alcune attività sanitarie dedicate al Covid dovranno rimanere attive. Alla complessità della situazione si aggiungerà infatti la necessità di garantire una adeguata presa in carico di tutti i soggetti cosiddetti «Long Covid», ovvero di coloro che soffrono dei postumi dell’infezione le cui ricadute a lungo termine non sono peraltro ancora completamente note. Per tutte queste ragioni un potenziamento delle strutture ambulatoriali e ospedaliere di degenza sarà fondamentale. Difficilissimo sarà il reperimento delle risorse di personale medico e infermieristico ormai impegnato su tantissimi fronti.