E’ ben gradito un’applauso!!! Grazie
Giovedì 27 febbraio 2025
| Polmoniti, è boom di ricoveri: 150mila in ospedale, 9mila decessi. Bassetti: «Mai visti così tanti». Cosa c’entra l’influenza, i sintomi e il vaccino |

Quest’anno l’influenza ha colpito 17 milioni di italiani, causando un aumento delle polmoniti, specialmente tra anziani e immunodepressi. Per il fenomeno non esistono dati ufficiali dell’Iss, ma secondo la ricostruzione fornita da La Stampa in Italia si stimano circa 150.000 ricoveri e 9.000 decessi per polmonite e anche il virologo Matteo Bassetti segnala un aumento delle infezioni virali e batteriche: «Così tanti casi in ospedale di persone, giovani e meno giovani, con forme di polmonite influenzale non ne avevo mai viste».

Di seguito il perché di questo aumento, quali sono i sintomi della polmonite e come prevenirla.
Influenza e polmonite, la relazione – Negli ultimi mesi si è registrato un aumento significativo dei casi di polmonite, tanto che molti medici hanno parlato di una situazione inedita negli ospedali italiani. Alla base di questo incremento ci sono diversi fattori, a cominciare dall’ondata influenzale che ha colpito circa 17 milioni di persone. Il picco è arrivato più tardi rispetto agli anni precedenti e ha trovato una popolazione con meno difese immunitarie, specialmente nei confronti del virus H3N2, che aveva circolato poco negli ultimi tempi. Questo ha facilitato l’insorgenza di complicazioni, tra cui la polmonite, sia di origine virale che batterica.
L’aumento dei casi– Un altro aspetto da considerare è l’invecchiamento della popolazione. Gli anziani, in particolare quelli sopra gli 85 anni, sono più esposti alle infezioni respiratorie, soprattutto se soffrono di malattie croniche come diabete o patologie cardio-respiratorie. In questi soggetti, un’influenza può facilmente degenerare in polmonite, con un rischio più alto di ricovero ospedaliero. A questo si aggiunge la bassa copertura vaccinale. Un ulteriore elemento da non sottovalutare è il miglioramento degli strumenti diagnostici. Oggi i medici sono in grado di individuare con maggiore precisione e rapidità le polmoniti, sia virali che batteriche, il che ha portato a un apparente aumento dei casi.
L’assistenza territoriale – Infine, c’è la questione dell’assistenza territoriale, che in Italia presenta ancora molte lacune. Secondo gli esperti, oltre l’80% delle polmoniti potrebbe essere trattato a casa, ma spesso ciò non avviene perché manca un servizio capillare di medici che possano visitare i pazienti a domicilio. Questo porta a un numero di ricoveri ospedalieri più alto del necessario, sovraccaricando le strutture sanitarie.
I sintomi, come riconoscerla – La polmonite è un’infezione polmonare che può iniziare con sintomi simili a quelli di un’influenza, ma poi peggiorare. I segnali più comuni sono febbre alta, brividi, tosse (secca o con catarro), difficoltà respiratoria e dolore al petto. Spesso provoca anche affaticamento, mal di testa e perdita di appetito. Negli anziani può manifestarsi con confusione mentale e sonnolenza, mentre nei bambini con difficoltà nell’alimentazione. La malattia può essere batterica, virale o atipica, e se non trattata può portare a complicazioni gravi. È fondamentale riconoscere i sintomi e rivolgersi al medico in caso di febbre persistente o problemi respiratori. Una diagnosi precoce aiuta a gestire meglio la patologia e a ridurre i rischi.
Il vaccino – I vaccini contro influenza e pneumococco potrebbero prevenire molte forme di polmonite, ma vengono utilizzati ancora troppo poco. La vaccinazione antinfluenzale, ad esempio, copre solo il 18,9% della popolazione, lasciando scoperti molti soggetti a rischio. Questo è un problema non solo per la salute individuale, ma anche per il sistema sanitario, che si trova a dover gestire un alto numero di ricoveri evitabili.






