Ha maturato una lunga esperienza nell’ambito del marketing e della comunicazione nel settore sportivo grazie a più di 15 anni di lavoro presso la Juventus.
Luca Adornato nuovo brand & marketing director
Quest’oggi l’Inter ha comunicato di aver affidato a Luca Adornato il ruolo di Brand & Marketing Director del Club a diretto riporto del Chief Revenue Officer, Giorgio Ricci.
Adornato ha maturato una lunga esperienza nell’ambito del marketing e della comunicazione nel settore sportivo grazie a più di 15 anni di lavoro presso la Juventus, dove ha curato l’evoluzione strategica del brand come Head of Marketing, e nella industry dell’entertainment e degli eventi, in particolare nel suo ultimo ruolo di Marketing e Communication Director del Salone del Mobile di Milano.
Come fa sapere direttamente la società nerazzurra, Adornato avrà l’obiettivo di valorizzare il posizionamento strategico ed innovativo del brand Inter, sviluppando le linee di business associate e ampliando la fanbase nerazzurra attraverso tutti i canali e le piattaforme di comunicazione.
Il veneto imbiancato come se fosse gennaio. La violenta grandinata è un rischio per la viabilità e per le colture.
MIRANO–SPINEA-MAERNE (VE) – Una grandinata improvvisa e intensa ha sorpreso i cittadini del Veneziano nel pomeriggio di oggi, 5 maggio. Mirano, Spinea e Maerne si sono ritrovate imbiancate da chicchi di ghiaccio delle dimensioni di palline da ping pong, trasformando il paesaggio in un’insolita scena invernale, quasi natalizia, nonostante la stagione primaverile.
Strade imbiancate e traffico in tilt – L’evento si è verificato attorno alle ore 15:00 e ha avuto un impatto immediato sulla viabilità. Numerosi automobilisti sono stati costretti a fermare i veicoli in attesa che la tempesta di ghiaccio terminasse.
Le strade completamente coperte di grandine hanno reso la circolazione pericolosa, causando disagi anche nei collegamenti tra i comuni coinvolti.
Sui social network si sono moltiplicate le immagini e i video dei cittadini che documentano l’intensità del fenomeno: tetti imbiancati, marciapiedi trasformati in piste ghiacciate e panorami che ricordano più gennaio che maggio.
Colpite anche le coltivazioni – Oltre ai disagi per la viabilità, a preoccupare è soprattutto il possibile impatto sulle colture agricole. In una zona fortemente vocata all’agricoltura locale, una grandinata di questa portata potrebbe aver compromesso frutteti e orti in fase di piena fioritura o crescita.
La Coldiretti e altri enti di categoria sono già al lavoro per effettuare una prima stima dei danni. In particolare, si teme per la produzione ortofrutticola stagionale, che potrebbe subire gravi perdite a causa della violenza del fenomeno atmosferico.
Allerta dell’ARPAV su nuove celle temporalesche in arrivo – L’evento di lunedì è stato causato da una perturbazione instabile che ha interessato tutto il Nordest, innescando temporali improvvisi e fenomeni di forte intensità. Secondo gli esperti, la causa è il contrasto termico tra masse d’aria umida e calda e correnti più fredde in quota.
Simili episodi, tipici della primavera inoltrata, potrebbero ripresentarsi anche nei prossimi giorni. L’ARPAV (Agenzia Regionale per la Prevenzione e Protezione Ambientale del Veneto) ha già segnalato l’arrivo di nuove celle temporalesche che potrebbero svilupparsi durante le ore centrali della giornata.
Allerta meteo ancora attiva – La Protezione Civile del Veneto ha emesso un avviso di criticità ordinaria (gialla) per rischio temporali, valido fino alle 14 di martedì 6 maggio. In particolare, si raccomanda prudenza in tutte le aree della regione e attenzione a possibili allagamenti, raffiche di vento e nuove grandinate.
Gli enti locali sono stati invitati a monitorare la situazione e ad attivare, se necessario, i piani di emergenza comunali. La popolazione è invitata a seguire gli aggiornamenti sui canali ufficiali e a limitare gli spostamenti non necessari in caso di condizioni meteorologiche avverse.
Il percorso in Champions spinge i nerazzurri in alto nella classifica. Premi UEFA, ma non solo: ecco perché questo piazzamento è importante.
(Foto: Carl Recine/Getty Images)
Il percorso dell’Inter nella prima edizione della UEFA Champions League con il nuovo format si sta rivelando a dir poco straordinario. Dopo il 3-3 della semifinale di andata al Camp Nou, i nerazzurri affronteranno il Barcellona nel ritorno di San Siro, con l’obiettivo di conquistare l’accesso alla finalissima di Monaco di Baviera, in programma il 31 maggio contro PSG o Arsenal.
Il cammino dei nerazzurri di Simone Inzaghi sta avendo effetto sui conti della società di Oaktree – con ricavi per oltre 113 milioni di euro, che potrebbero superare addirittura i 130 milioni –, ma ha consolidato la posizione del club anche nel ranking UEFA. Attualmente l’Inter occupa la sesta posizione in graduatoria (la prima tra le italiane), ma dalla prossima stagione farà un balzo importante in avanti.
Ranking UEFA 2025 2026 – L’Inter vola sul podio – Dalla prossima stagione, uscirà dal conteggio del ranking quinquennale la stagione 2020/21, in cui l’Inter ha conquistato pochi punti. Questo consentirà ai nerazzurri di scalare la classifica e di partire almeno al terzo posto, alle spalle di Real Madrid e Bayern Monaco. In caso di conquista della Champions, in base ai risultati nelle prossime partite i nerazzurri potrebbero partire addirittura dalla seconda piazza nel 2025/26.
Anche qualora si materializzasse il terzo posto, si tratterebbe comunque di un risultato straordinario, dal momento in cui una squadra italiana non occupa la top 3 dalla stagione 2007/08, quando il Milan si posizionò al secondo posto. Di seguito, ecco come sarà la top 10 ai nastri di partenza della prossima stagione:
Real Madrid – 117,500 punti
Bayern Monaco – 108,250 punti
Inter – 103,750 punti
Manchester City – 102,750 punti
Liverpool – 101,500 punti
PSG – 89 punti
Bayer Leverkusen – 85,250 punti
Borussia Dortmund – 84,750 punti
Barcellona – 83,250 punti
Roma – 80,500 punti
Guardando solamente ai club italiani, oltre all’Inter in top 10 si trova anche la Roma, che ha ben figurato nelle coppe europee negli ultimi anni, tra Europa League e Conference League. In top 20 troviamo anche Atalanta e Milan, mentre la Juventus scende al 31° posto a causa dell’assenza dalle coppe europee nel 2023/24. Di seguito, la posizione di tutte le italiane:
3° posto, Inter – 103,750 punti
10° posto, Roma – 80,500 punti
19° posto, Milan – 66 punti
20° posto, Atalanta – 65 punti
21° posto, Fiorentina – 61 punti
25° posto, Lazio – 59 punti
31° posto, Juventus – 53,250 punti
33° posto, Napoli – 51 punti
91° posto, Bologna – 16,076 punti
Ranking UEFA 2025 2026 – Nerazzurri al top nel 2024/25 grazie alla Champions – Come detto, lo straordinario risultato dell’Inter in questa stagione è legato al percorso effettuato nella UEFA Champions League. Tanto è vero che i nerazzurri sono primi per punti conquistati nella stagione 2024/25, inseguiti proprio dal Barcellona. Di seguito, la top 10 della stagione in corso, che potrà ancora subire variazioni con le ultime sfide valide per le coppe europee:
Inter – 36,750 punti
Barcellona – 36,250 punti
Arsenal – 36 punti
Aston Villa – 30,250 punti
Liverpool – 29,500 punti
Manchester United – 29,500 punti
PSG – 28 punti
Borussia Dortmund – 27,750 punti
Bayern Monaco – 27,250 punti
Tottenham – 27,250 punti
Ranking UEFA 2025 2026 – L’importanza del ranking – Ricordiamo che il ranking UEFA è molto importante per un club, ma anche per la Federazione a cui questo appartiene. Guardando solamente alle società, un ranking alto consente di mantenere la prima fascia per i sorteggi delle fasi a girone unico delle tre competizioni per club UEFA: Champions League, Europa League e Conference League.
Inoltre, un piazzamento nella parte alta della classifica si traduce in maggiori ricavi a livello di premi UEFA per quanto riguarda la spartizione della somma legata al nuovo pilastro “value” introdotto dalla Federcalcio europea con il nuovo format delle coppe.
Guardando invece alle Federazioni, un ranking di alto livello consente innanzitutto di lottare per conquistare uno dei due posti extra nella Champions League dell’anno successivo. Inoltre, non va dimenticato che su base quinquennale, il ranking per Federazioni è quello che assegna il numero di posti nelle coppe dal campionato nazionale.
Dopo la sentenza favorevole della Fifa, il club nerazzurro ha ottenuto lo stesso risultato a Losanna nel secondo grado della battaglia legale con il club portoghese
Niente risarcimento da 30 milioni allo Sporting per il caso Joao Mario. Dopo una prima sentenza favorevole alla Fifa quasi due anni fa, l’Inter ieri ha ottenuto lo stesso risultato al Tas di Losanna, nel secondo grado della battaglia legale contro il club portoghese. I biancoverdi di Lisbona volevano rivalersi in nome di una clausola nel contratto di Joao Mario, acquistato dall’Inter nel 2016, che avrebbe obbligato i nerazzurri a versare quella somma allo Sporting in caso di una successiva cessione a un altro club portoghese.
i fatti – Dopo un anno in prestito dall’Inter allo stesso Sporting, Joao Mario nel luglio 2021 aveva firmato un accordo con i nerazzurri per la rescissione consensuale del contratto. Il giorno seguente, il centrocampista portoghese aveva poi firmato con gli odiati concittadini del Benfica. A quel punto, nell’ottobre dello stesso anno, lo Sporting si era rivolto alla Fifa, chiedendo il riconoscimento dei 30 milioni, ma la Federazione internazionale aveva rigettato l’istanza con un pronunciamento datato 10 luglio 2023. Dopo quella bocciatura, nel settembre 2023, lo Sporting aveva presentato appello e così si è arrivato alla tappa di oggi: il team legale dell’Inter, guidato dall’avvocato Angelo Capellini, ha visto riconosciuto le proprie ragioni dal Tribunale arbitrale per lo Sport. Al momento, sono minime le possibilità che la controparte continui nella battaglia legale.
L’inchiesta “Doppa Curva” partita dalla Procura della Repubblica di Milano e che ha annullato i direttivi delle curve di Inter e Milan portando all’arresto di numerosi esponenti si è allargata alla Giustizia Sportiva con il Procuratore Federale Giusppe Chiné che ha preso le prime decisioni sulle sanzioni da comminare ai tesserati e ai club coinvolti. Non c’è quindi solo l’Inter (LEGGI QUI LE SANZIONI INFLITTE A CLUB, INZAGHI E CALHANOGLU) ma anche il Milan e alcuni suoi tesserati fra i soggetti attenzionati dalla giustizia sportiva.
MULTA PER IL MILAN – Come riportato dal Corriere dello Sport la società rossonera ha patteggiato con la giustizia sportiva una multa da€ 30.000,00 per responsabilità oggettiva nei confronti dei suoi tesserati e per tre posizioni. Inoltre è stata comminata una sanzione di 30 giorni di inibizione e 13mila euro per Fabio Pansa SLO del club rossonero.
CALABRIA NON PATTEGGIA – Fra gli indagati per la giustizia sportiva in casa Milan c’è anche Davide Calabria, ex-capitano e da gennaio sotto contratto con il Bologna, che però a differenza di quanto accaduto a Calhanoglu e Inzaghi ha scelto, come riporta la Gazzetta dello Sport, di non intraprendere la via del patteggiamento con la Procura Figc.
COSA RISCHIA CALABRIA – Il difensore italiano dovrà essere ascoltato dal Procuratore Federale Chiné nei prossimi giorni, ma rischia il deferimento e, di conseguenza, una squalifica più lunga rispetto a quella comminata ad Inzaghi e Calhanoglu che, sfruttando l’accordo pre-processuale hanno usufruito del dimezzamento delle sanzioni. Se si arriverà alla squalifica sarà scontata, inevitabilmente, con la maglia del Bologna.
IL COMUNICATO UFFICIALE
Vista la comunicazione della Procura Federale relativa al provvedimento di conclusione delle indagini di cui al procedimento n. 395 adottato nei confronti Hakan CALHANOGLU, Simone INZAGHI, Claudio SALA, Massimiliano SILVA, Javier Adelmar ZANETTI, Fabio PANSA e delle società F.C. INTERNAZIONALE MILANO e A.C. MILAN S.p.A, avente ad oggetto la seguente condotta:
Hakan CALHANOGLU, all’epoca dei fatti calciatore tesserato per la società F.C. Internazionale Milano S.p.A., in violazione dei principi di lealtà, correttezza e probità e dell’obbligo di osservanza delle norme federali di cui all’art. 4, comma 1, del Codice di Giustizia Sportiva, che devono caratterizzare il comportamento dei soggetti di cui all’art. 2 del Codice di Giustizia Sportiva in ogni rapporto comunque riferibile all’attività sportiva, sia in via autonoma che in relazione al precetto di cui all’art. 25, comma 10, del Codice di Giustizia Sportiva, che prevede il divieto di avere rapporti con esponenti di gruppi o gruppi di sostenitori che non facciano parte di associazioni convenzionate con le società, per avere, quantomeno a partire dalla stagione sportiva 2022-23, avuto rapporti con esponenti del gruppo Ultrà denominato “Curva Nord”;
Simone INZAGHI, iscritto nell’albo dei tecnici, all’epoca dei fatti tesserato come allenatore per la società F.C. Internazionale Milano S.p.A., in violazione dei principi di lealtà, correttezza e probità e dell’obbligo di osservanza delle norme federali di cui all’art. 4, comma 1, del Codice di Giustizia Sportiva, che devono caratterizzare il comportamento dei soggetti di cui all’art. 2 del Codice di Giustizia Sportiva in ogni rapporto comunque riferibile all’attività sportiva, sia in via autonoma che in relazione al precetto di cui all’art. 25, comma 10, del Codice di Giustizia Sportiva, che prevede il divieto di avere rapporti con esponenti di gruppi o gruppi di sostenitori che non facciano parte di associazioni convenzionate con le società, per avere avuto, quantomeno a partire dalla stagione sportiva 2022-23, rapporti con esponenti del gruppo Ultrà denominato “Curva Nord”;
Claudio SALA, all’epoca dei fatti procuratore, dotato di poteri di rappresentanza della società F.C. Internazionale Milano S.p.A. e responsabile della sicurezza della prima squadra della medesima società, in violazione dei principi di lealtà, correttezza e probità e dell’obbligo di osservanza delle norme federali di cui all’art. 4, comma 1, del Codice di Giustizia Sportiva, che devono caratterizzare il comportamento dei soggetti di cui all’art. 2 del Codice di Giustizia Sportiva, in ogni rapporto comunque riferibile all’attività sportiva, sia in via autonoma che in relazione al precetto di cui all’art. 25, comma 10, del Codice di Giustizia Sportiva, che prevede il divieto di avere rapporti con esponenti di gruppi o gruppi di sostenitori che non facciano parte di associazioni convenzionate con le società, per avere, quantomeno nel corso delle stagioni sportive 2022-23 e 2023-24 intrattenuto rapporti con esponenti del gruppo Ultrà denominato “Curva Nord”;
Massimiliano SILVA, all’epoca dei fatti Supporter Liaison Office (SLO) tesserato per la società F.C. Internazionale Milano S.p.A., in violazione dei principi di lealtà, correttezza e probità e dell’obbligo di osservanza delle norme federali di cui all’art. 4, comma 1, del Codice di Giustizia Sportiva, che devono caratterizzare il comportamento dei soggetti di cui all’art. 2 del Codice di Giustzia Sportiva in ogni rapporto comunque riferibile all’attività sportiva, sia in via autonoma che in relazione al precetto di cui all’art. 25, comma 10, del Codice di Giustizia Sportiva, che prevede il divieto di avere rapporti con esponenti di gruppi o gruppi di sostenitori che non facciano parte di associazioni convenzionate con le società, per avere, quantomeno nel corso delle stagioni sportive 2022-23 e 2023-24 intrattenuto rapporti con esponenti del gruppo Ultrà denominato “Curva Nord”;
Javier Adelmar ZANETTI, all’epoca dei fatti Vice Presidente della società F.C. Internazionale Milano S.p.A. e in ogni caso soggetto che svolgeva attività rilevante per l’ordinamento federale ai sensi dell’art. 2, comma 2, del Codice di Giustizia Sportiva all’interno e nell’interesse della sopra indicata società, in violazione dei principi di lealtà, correttezza e probità e dell’obbligo di osservanza delle norme federali di cui all’art. 4, comma 1, del Codice di Giustizia Sportiva, che devono caratterizzare il comportamento dei soggetti di cui all’art. 2 del Codice di Giustizia Sportiva in ogni rapporto comunque riferibile all’attività sportiva, sia in via autonoma che in relazione al precetto di cui all’art. 25, comma 10, del Codice di Giustizia Sportiva, che prevede il divieto di avere rapporti con esponenti di gruppi o gruppi di sostenitori che non facciano parte di associazioni convenzionate con le società, per avere avuto, quantomeno a partire dalla stagione sportiva 2022-23, rapporti con esponenti del gruppo Ultrà denominato “Curva Nord”;
Fabio PANSA, all’epoca dei fatti Supporter Liaison Office (SLO) tesserato per la società A.C. Milan S.p.A., in violazione dei principi di lealtà, correttezza e probità e dell’obbligo di osservanza delle norme federali di cui all’art. 4, comma 1, del Codice di Giustizia Sportiva, che devono caratterizzare il comportamento dei soggetti di cui all’art. 2 del Codice di Giustizia Sportiva in ogni rapporto comunque riferibile all’attività sportiva, sia in via autonoma che in relazione al precetto di cui all’art. 25, comma 10, del Codice di Giustizia Sportiva, che prevede il divieto di avere rapporti con esponenti di gruppi o gruppi di sostenitori che non facciano parte di associazioni convenzionate con le società, per avere, quantomeno nel corso della stagione sportiva 2023-24, avuto rapporti con esponenti del gruppo Ultrà denominato “Curva Sud”;
F.C. INTERNAZIONALE MILANO, per responsabilità , del Codice di Giustizia Sportiva, per i comportamenti ascritti ai Sig.ri Massimiliano Silva, Hakan Calhanoglu, Simone Inzaghi, Claudio Sala e Javier Adelmar Zanetti;
A.C. MILAN S.p.A, per responsabilità , del Codice di Giustizia Sportiva, per i comportamenti ascritti ai Sig.ri Davide Calabria e Fabio Pansa;
− vista la richiesta di applicazione della sanzione ex art. 126 del Codice di Giustizia Sportiva, formulata dai seguenti soggetti: ⋅ Hakan CALHANOGLU, ⋅ Simone INZAGHI, ⋅ Claudio SALA, ⋅ Massimiliano SILVA, ⋅ Javier Adelmar ZANETTI, ⋅ Fabio PANSA, ⋅ Società F.C. INTERNAZIONALE MILANO, rappresentata dal legale rappresentante Giuseppe MAROTTA; ⋅ Società A.C. MILAN S.p.A, rappresentata dal legale rappresentante Giorgio Aronne FURLANI;
− vista l’informazione trasmessa alla Procura Generale dello Sport;
− vista la prestazione del consenso da parte della Procura Federale;
− rilevato che il Presidente Federale non ha formulato osservazioni in ordine all’accordo raggiunto dalle parti relativo all’applicazione delle seguenti sanzioni: ⋅ 1 (una) giornata di squalifica da scontarsi nel campionato in corso ed € 30.000 (trentamila/00) di ammenda Hakan CALHANOGLU, ⋅ 1 (una) giornata di squalifica da scontarsi nel campionato in corso ed € 15.000 (quindicimila/00) di ammenda Simone INZAGHI, ⋅ 30 (trenta) giorni di inibizione ed € 14.500 (quattordicimilacinquecento/00) di ammenda Claudio SALA, ⋅ 30 (trenta) giorni di inibizione ed € 14.500 (quattordicimilacinquecento/00) di ammenda Massimiliano SILVA, ⋅ € 14.500 (quattordicimilacinquecento/00) di ammenda Javier Adelmar ZANETTI, ⋅ 30 (trenta) giorni di inibizione ed € 13.000 (tredicimila/00) di ammenda Fabio PANSA, ⋅ € 70.000,00 (settantamila/00) di ammenda per la società F.C. INTERNAZIONALE MILANO, ⋅ € 30.000,00 (trentamila/00) di ammenda per la società A.C. MILAN S.p.A;
Si chiude l’indagine a livello sportivo sui rapporti con gli ultras: tutte le decisioni.
Si chiude con una giornata di squalifica per Hakan Calhanoglu e Simone Inzaghi (che sconteranno con l’Hellas Verona) oltre a multe per l’Inter e il Milan, il caso legato ai rapporti con gli ultras nato dall’inchiesta della Procura di Milano. Lo ha reso noto la FIGC in un comunicato.
IL COMUNICATO UFFICIALE
Vista la comunicazione della Procura Federale relativa al provvedimento di conclusione delle indagini di cui al procedimento n. 395 adottato nei confronti Hakan CALHANOGLU, Simone INZAGHI, Claudio SALA, Massimiliano SILVA, Javier Adelmar ZANETTI, Fabio PANSA e delle società F.C. INTERNAZIONALE MILANO e A.C. MILAN S.p.A, avente ad oggetto la seguente condotta:
Hakan CALHANOGLU, all’epoca dei fatti calciatore tesserato per la società F.C. Internazionale Milano S.p.A., in violazione dei principi di lealtà, correttezza e probità e dell’obbligo di osservanza delle norme federali di cui all’art. 4, comma 1, del Codice di Giustizia Sportiva, che devono caratterizzare il comportamento dei soggetti di cui all’art. 2 del Codice di Giustizia Sportiva in ogni rapporto comunque riferibile all’attività sportiva, sia in via autonoma che in relazione al precetto di cui all’art. 25, comma 10, del Codice di Giustizia Sportiva, che prevede il divieto di avere rapporti con esponenti di gruppi o gruppi di sostenitori che non facciano parte di associazioni convenzionate con le società, per avere, quantomeno a partire dalla stagione sportiva 2022-23, avuto rapporti con esponenti del gruppo Ultrà denominato “Curva Nord”;
Simone INZAGHI, iscritto nell’albo dei tecnici, all’epoca dei fatti tesserato come allenatore per la società F.C. Internazionale Milano S.p.A., in violazione dei principi di lealtà, correttezza e probità e dell’obbligo di osservanza delle norme federali di cui all’art. 4, comma 1, del Codice di Giustizia Sportiva, che devono caratterizzare il comportamento dei soggetti di cui all’art. 2 del Codice di Giustizia Sportiva in ogni rapporto comunque riferibile all’attività sportiva, sia in via autonoma che in relazione al precetto di cui all’art. 25, comma 10, del Codice di Giustizia Sportiva, che prevede il divieto di avere rapporti con esponenti di gruppi o gruppi di sostenitori che non facciano parte di associazioni convenzionate con le società, per avere avuto, quantomeno a partire dalla stagione sportiva 2022-23, rapporti con esponenti del gruppo Ultrà denominato “Curva Nord”;
Claudio SALA, all’epoca dei fatti procuratore, dotato di poteri di rappresentanza della società F.C. Internazionale Milano S.p.A. e responsabile della sicurezza della prima squadra della medesima società, in violazione dei principi di lealtà, correttezza e probità e dell’obbligo di osservanza delle norme federali di cui all’art. 4, comma 1, del Codice di Giustizia Sportiva, che devono caratterizzare il comportamento dei soggetti di cui all’art. 2 del Codice di Giustizia Sportiva, in ogni rapporto comunque riferibile all’attività sportiva, sia in via autonoma che in relazione al precetto di cui all’art. 25, comma 10, del Codice di Giustizia Sportiva, che prevede il divieto di avere rapporti con esponenti di gruppi o gruppi di sostenitori che non facciano parte di associazioni convenzionate con le società, per avere, quantomeno nel corso delle stagioni sportive 2022-23 e 2023-24 intrattenuto rapporti con esponenti del gruppo Ultrà denominato “Curva Nord”;
Massimiliano SILVA, all’epoca dei fatti Supporter Liaison Office (SLO) tesserato per la società F.C. Internazionale Milano S.p.A., in violazione dei principi di lealtà, correttezza e probità e dell’obbligo di osservanza delle norme federali di cui all’art. 4, comma 1, del Codice di Giustizia Sportiva, che devono caratterizzare il comportamento dei soggetti di cui all’art. 2 del Codice di Giustzia Sportiva in ogni rapporto comunque riferibile all’attività sportiva, sia in via autonoma che in relazione al precetto di cui all’art. 25, comma 10, del Codice di Giustizia Sportiva, che prevede il divieto di avere rapporti con esponenti di gruppi o gruppi di sostenitori che non facciano parte di associazioni convenzionate con le società, per avere, quantomeno nel corso delle stagioni sportive 2022-23 e 2023-24 intrattenuto rapporti con esponenti del gruppo Ultrà denominato “Curva Nord”;
Javier Adelmar ZANETTI, all’epoca dei fatti Vice Presidente della società F.C. Internazionale Milano S.p.A. e in ogni caso soggetto che svolgeva attività rilevante per l’ordinamento federale ai sensi dell’art. 2, comma 2, del Codice di Giustizia Sportiva all’interno e nell’interesse della sopra indicata società, in violazione dei principi di lealtà, correttezza e probità e dell’obbligo di osservanza delle norme federali di cui all’art. 4, comma 1, del Codice di Giustizia Sportiva, che devono caratterizzare il comportamento dei soggetti di cui all’art. 2 del Codice di Giustizia Sportiva in ogni rapporto comunque riferibile all’attività sportiva, sia in via autonoma che in relazione al precetto di cui all’art. 25, comma 10, del Codice di Giustizia Sportiva, che prevede il divieto di avere rapporti con esponenti di gruppi o gruppi di sostenitori che non facciano parte di associazioni convenzionate con le società, per avere avuto, quantomeno a partire dalla stagione sportiva 2022-23, rapporti con esponenti del gruppo Ultrà denominato “Curva Nord”;
Fabio PANSA, all’epoca dei fatti Supporter Liaison Office (SLO) tesserato per la società A.C. Milan S.p.A., in violazione dei principi di lealtà, correttezza e probità e dell’obbligo di osservanza delle norme federali di cui all’art. 4, comma 1, del Codice di Giustizia Sportiva, che devono caratterizzare il comportamento dei soggetti di cui all’art. 2 del Codice di Giustizia Sportiva in ogni rapporto comunque riferibile all’attività sportiva, sia in via autonoma che in relazione al precetto di cui all’art. 25, comma 10, del Codice di Giustizia Sportiva, che prevede il divieto di avere rapporti con esponenti di gruppi o gruppi di sostenitori che non facciano parte di associazioni convenzionate con le società, per avere, quantomeno nel corso della stagione sportiva 2023-24, avuto rapporti con esponenti del gruppo Ultrà denominato “Curva Sud”;
F.C. INTERNAZIONALE MILANO, per responsabilità , del Codice di Giustizia Sportiva, per i comportamenti ascritti ai Sig.ri Massimiliano Silva, Hakan Calhanoglu, Simone Inzaghi, Claudio Sala e Javier Adelmar Zanetti;
A.C. MILAN S.p.A, per responsabilità , del Codice di Giustizia Sportiva, per i comportamenti ascritti ai Sig.ri Davide Calabria e Fabio Pansa;
− vista la richiesta di applicazione della sanzione ex art. 126 del Codice di Giustizia Sportiva, formulata dai seguenti soggetti: ⋅ Hakan CALHANOGLU, ⋅ Simone INZAGHI, ⋅ Claudio SALA, ⋅ Massimiliano SILVA, ⋅ Javier Adelmar ZANETTI, ⋅ Fabio PANSA, ⋅ Società F.C. INTERNAZIONALE MILANO, rappresentata dal legale rappresentante Giuseppe MAROTTA; ⋅ Società A.C. MILAN S.p.A, rappresentata dal legale rappresentante Giorgio Aronne FURLANI;
− vista l’informazione trasmessa alla Procura Generale dello Sport;
− vista la prestazione del consenso da parte della Procura Federale;
− rilevato che il Presidente Federale non ha formulato osservazioni in ordine all’accordo raggiunto dalle parti relativo all’applicazione delle seguenti sanzioni: ⋅ 1 (una) giornata di squalifica da scontarsi nel campionato in corso ed € 30.000 (trentamila/00) di ammenda Hakan CALHANOGLU, ⋅ 1 (una) giornata di squalifica da scontarsi nel campionato in corso ed € 15.000 (quindicimila/00) di ammenda Simone INZAGHI, ⋅ 30 (trenta) giorni di inibizione ed € 14.500 (quattordicimilacinquecento/00) di ammenda Claudio SALA, ⋅ 30 (trenta) giorni di inibizione ed € 14.500 (quattordicimilacinquecento/00) di ammenda Massimiliano SILVA, ⋅ € 14.500 (quattordicimilacinquecento/00) di ammenda Javier Adelmar ZANETTI, ⋅ 30 (trenta) giorni di inibizione ed € 13.000 (tredicimila/00) di ammenda Fabio PANSA, ⋅ € 70.000,00 (settantamila/00) di ammenda per la società F.C. INTERNAZIONALE MILANO, ⋅ € 30.000,00 (trentamila/00) di ammenda per la società A.C. MILAN S.p.A;
Gdf sequestra 1,5 milioni. Tra giocatori indagati Sandro Tonali e Nicolò Fagioli, già coinvolti in un’altra indagine: per pm erano “collettori di scommesse“
Da sinistra Weston James Earl McKennie, Alessandro Florenzi e Mattia Perin – (Fotogramma/Ipa)
Calciatori di Serie A indagati per scommesse illegali su altri sport. Da Tonali a Fagioli, da Florenzi a McKennie e Perin, sono una decina i nomi coinvolti nell’inchiesta della procura di Milano.
La Guardia di Finanza di Milano, su delega della procura, ha dato esecuzione a un decreto di sequestro preventivo nei confronti di cinque persone fisiche e una persona giuridica emesso per 1,5 milioni di euro. Contestualmente, sono stati notificati i decreti di fissazione di interrogatorio preventivo emessi dal gip a seguito della richiesta di applicazione, nei confronti dei succitati cinque indagati, della misura cautelare degli arresti domiciliari.
Indagati calciatori serie A, chi sono: i nomi – Per quanto riguarda i calciatori coinvolti – una dozzina tra cui Sandro Tonali e Nicolò Fagioli, già coinvolti in un’indagine della Gdf di Torino – nessuno si è mai “venduto” le partite ma avrebbero giocato per lo più su altre discipline, tra fine 2021 e ottobre 2023.
Oltre a Tonali (oggi al Newcastle) e al viola Fagioli, altri calciatori di serie A avrebbero riversato molti soldi nelle tasche di due gestori di piattaforme illegali di scommesse online, i quali per gli inquirenti si sarebbero fatti aiutare dai tre amministratori di una gioielleria milanese adoperata come ‘banca‘ per regolare in maniera nascosta i conti delle scommesse.
Tra gli altri giocatori che appaiono nell’indagine c’è il centrocampista milanistaAlessandro Florenzi, Nicolò Zaniolo (Fiorentina), il portiere juventino Mattia Perin e il compagno centrocampista americano Weston James Earl McKennie, gli ex juventini Leandro Paredes e Angel Di Maria, il difensore della nazionale Raoul Bellanova, il centrocampista Samuele Ricci, gli attaccanti Cristian Buonaiuto e Matteo Cancellieri, il difensore dominicano Adames Hector Junior Firpo (Leeds United), il tennista Matteo Gigante e un’altra decina di non sportivi.
Il ruolo di Fagioli e Tonali secondo pm – Nicolò Fagioli e Sandro Tonali – entrambi calciatori professionisti – “oltre ad aver effettuato numerose scommesse mediante le piattaforme” al centro dell’inchiesta della procura di Milano “risultano aver ricoperto il ruolo, a loro volta, di collettori di scommettitori, in quanto si sono occupati di diffondere e pubblicizzare tali piattaforme illegali, fare da tramite per l’apertura o il caricamento dei conti di gioco ed effettuare consegne di denaro per conto di altri scommettitori, anche in contanti“, si legge nella richiesta di sequestro preventivo di circa 1,5 milioni di euro nei confronti di persone ritenute organizzatrici del business illecito.
“A fronte di tale attività agevolatrice“, il calciatore oggi al Newcastle e il collega che gioca nella Fiorentina, “risultano essere stati remunerati attraverso il riconoscimento di bonus sui propri conti di gioco o con una decurtazione del loro debito contratto con le scommesse“.
Venerdì 11 aprile 2025
Caso scommesse, gli atti d’indagine saranno trasmessi alla Procura FIGC
Per fare fronte al pagamento dei debiti, Nicolò Fagioli avrebbe chiesto dei prestiti per centinaia di migliaia di euro a 31 calciatori e suoi compagni.
(Foto: TIZIANA FABI/AFP via Getty Images)
La Procura di Milano, diretta da Marcello Viola, trasmetterà gli atti dell’inchiesta sul giro di scommesse illegali su poker on line ed eventi sportivi, ma non partite di calcio, alla Procura federale della FIGC per quanto riguarda i profili sportivied eventuali sanzioni disciplinari.
Da quanto si è saputo, i calciatori che hanno scommesso e sono indagati dal punto di vista penale non rischiano molto e possono uscire dal procedimento pagando un’oblazione (250 euro, la metà rispetto ai 500 euro previsti dalla sanzione). Le verifiche più rilevanti saranno quelle della giustizia sportiva. Mentre l’inchiesta, stralcio di quella torinese trasmessa, si è concentrata sugli organizzatori delle scommesse.
Tra i dettagli emersi dall’indagine, si legge che Nicolò Fagioli per far fronte al pagamento dei debiti di gioco, avrebbe chiesto dei prestiti per centinaia di migliaia di euro a 31 calciatori e suoi compagni nelle varie squadre in cui ha militato. Agli amici Fagioli, non indagati, chiedeva di effettuare, per suo conto, bonifici in favore della gioielleria Elysiuym o versamenti su carte PostePay. Lo stesso calciatore aveva già rivelato questi dettagli ai tempi dell’esplosione del caso.
«I nominativi dei soggetti emersi in tale contesto si identificano in Turati Stefano, Gatti Federico, Di Massimo Alessio, Plizzari Alessandro, Dragusin Radu Matei, Zanandrea Gianmaria, Nardi Filippo, Vitali Matteo, Armini Nicolò, Salerno Pasquale, Luciani Francesco, Oliveira Rosa Lucas, Zisa Flavio, Esposito Alberto, Barbato Daniele, Russo Alessandro, Pompili Cristiano, Valzani Andrea, Okoli Memeh Caleb, Salami Alessandro, Sartori Marco, Maccabruni Lorenzo, Pulino Gaetano, Petrosino Gerardo, Zerbi Emanuele, Ferrari Andrea, Marino Manuele, Boloca Gabriele, Volpatto Andrea, Sarr Mouhamadou Fallou Mbacke e Ragazzi Luca», si legge negli atti di inchiesta.
Venerdì 11 aprile 2025
Serie A, cosa rischiano i calciatori indagati per scommesse illegali e poker online
Ecco le possibili conseguenze per i calciatori coinvolti sul fronte della giustizia sportiva e di quella ordinaria.
Il logo della FIGC (TIZIANA FABI/AFP via Getty Images)
Ci sarebbero 12 calciatori transitati per la Serie A tra il 2021 e il 2023 (alcuni dei quali presenti ancora nel nostro campionato) tra gli indagati nell’ambito di un’inchiesta – che ha portato al sequestro di 1,5 milioni di euro – su due gestori di piattaforme illegali di scommesse online(Tommaso De Giacomo e Patrick Fizzera), i quali per gli inquirenti si sarebbero fatti aiutare dai tre amministratori (Antonio Scinocca, Antonio Parise e Andrea Piccini) di una gioielleria milanese adoperata come “banca” per regolare in maniera occulta i conti delle scommesse.
I nomi dei calciatori, svelati dal Corriere della Sera, sarebbero emersi dall’analisi dei telefoni sequestrati nell’ottobre 2023 dalla Guardia di Finanza di Torino all’ex centrocampista del Milan e della nazionale Sandro Tonali (oggi al Newcastle) e all’ex centrocampista della Juventus Nicolò Fagioli (oggi alla Fiorentina). Oltre ai due giocatori, tra gli indagati in questo nuovo filone ci sarebbero:
Alessandro Florenzi (Milan)
Nicolò Zaniolo (oggi alla Fiorentina, all’epoca dei fatti tra Roma e Galatasaray),
Mattia Perin (Juventus)
Weston McKennie (Juventus, all’epoca dei fatti anche Leeds)
Leandro Paredes (Roma, all’epoca dei fatti anche PSG e Juventus)
Angel Di Maria (oggi al Benfica, all’epoca dei fatti tra PSG e Juventus)
Raoul Bellanova (oggi all’Atalanta, all’epoca dei fatti tra Cagliari, Inter e Torino)
Samuele Ricci (oggi al Torino, all’epoca dei fatti anche Empoli)
Cristian Buonaiuto (oggi al Padova, all’epoca dei fatti alla Cremonese)
Matteo Cancellieri (oggi al Parma, all’epoca dei fatti Verona, Lazio ed Empoli)
Adames Hector Junior Firpo (Leeds United)
il tennista Matteo Gigante
Cosa rischiano calciatori indagati? La giustizia ordinaria – Ma cosa rischiano i calciatori coinvolti? Dal punto di vista penale, anche loro dovranno affrontare un’ipotesi di reato. Tonali e Fagioli, che pure hanno già saldato i propri conti con la giustizia sportiva attraverso squalifiche e multe, risultano comunque indagati per la contravvenzione punita – con l’arresto sino a 3 mesi e una ammenda sino a 500 euro – dai commi 2 e 3 dell’articolo della legge 401 del 1989:
in parte per avere giocato sulle piattaforme illegali di scommesse e poker gestite secondo gli inquirenti da De Giacomo e Fizzera;
in parte per averle pubblicizzate tra altri calciatori anche con l’intermediazione dell’apertura dei conti di gioco e la consegna di soldi per conto di altri scommettitori, in cambio venendo gratificati dai gestori delle scommesse illegali con l’accredito di bonus sui propri conti di gioco o con riduzioni dei propri debiti.
Gli altri giocatori, invece, sono indagati per il comma 3 della medesima legge del 1989, e cioè per l’ipotesi che nello stesso periodo abbiano partecipato sulle piattaforme illegali non a scommesse sul calcio ma a giochi non autorizzati dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, in particolare alle partite di poker su tavoli online all’interno dei quali era possibile per gli organizzatori creare “stanze chiuse” protette da password e decidere i partecipanti al gruppo di gioco.
La contravvenzione non è un problema enorme dal punto di vista penale, perché può essere sanata con una oblazione, pagando la metà del massimo dell’ammenda prevista, quindi in questo caso con 250 euro. Ma cosa può accadere sul fronte della giustizia sportiva?
Cosa rischiano calciatori indagati? L’aspetto sportivo – Da questo punto di vista è difficile avere già ora una risposta definitiva. Tuttavia, qualora fosse accertato l’utilizzo di queste piattaforme per il solo poker online (e non per scommesse sulle partite) è probabile che non vi siano sanzioni in ambito sportivo.
Per fare un esempio, Nicolò Zaniolo – già ascoltato a fine 2023 per il caso scommesse – sottolineò di avere giocato qualche volta «su piattaforme illegali, ma solo a poker e blackjack». Un’ammissione che non gli costò squalifiche in ambito sportivo. Tuttavia, come accaduto in situazioni analoghe, gli atti dell’indagine passeranno comunque verosimilmente al vaglio della Procura FIGC, che dovrà capire se vi siano potenziali aspetti da indagare.
Infine, per quanto riguarda Tonali e Fagioli,già squalificati a seguito di un accordo con la Procura federale della FIGC, la stessa potrà intervenire solo nel caso in cui dagli atti emergessero comportamenti sanzionabili diversi rispetto a quelli per cui sono già stati squalificati.
La Procura federale della FIGC ha ricevutodalla Procura di Roma gli atti dell’inchiesta che hanno portato alla richiesta di rinvio a giudizio del presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, per falso in bilancio nel febbraio scorso. Nel mirino le presunte plusvalenze fittizie nella compravendita dalla Roma del difensore Kostas Manolas nell’estate del 2019 e dell’acquisto dell’attaccante Victor Osimhen nel 2020 dalla squadra francese del Lille.
Oggi ha commentato la notizia ai microfoni di TMW Radio l’avvocato Roberto Afeltra: “E’ una situazione delicata. Il problema serio è che la procura sportiva ha acquisito le carte del procedimento penale. Si deve accertare se lì ci sono altri casi diversi da quelli che hanno portato la giustizia sportiva ad assolvere il club e il presidente in precedenza. Se le dichiarazioni dei calciatori coinvolti non sono state prese in considerazione in precedenza dalla Procura Federale, come io credo che sia avvenuto, c’è il grosso rischio che il Napoli venga penalizzato in questo campionato“.
La Liga ritiene che Dani Olmo e Pau Victor non dovrebbero essere schierati dal club catalano, a causa delle violazioni del FPF interno.
(Foto: Alex Caparros/Getty Images)
La Liga non si arrende sui casi Dani Olmo e Pau Victor, calciatori del Barcellona che hanno recentemente ottenuto il via libera dal Consiglio Superiore dello Sport (CSD) per scendere in campo, nonostante le accuse al club sul superamento dei limiti imposti dal tetto salariale del massimo campionato spagnolo. Secondo quanto riportato in un comunicato, la Liga ha presentato un ricorso e ha richiesto misure cautelari contro la decisione del CSD dello scorso giovedì.
La Liga ritiene che la situazione richieda un intervento giudiziario urgente, «che, attraverso l’adozione delle misure cautelari richieste, garantisca l’equilibrio competitivo e la sostenibilità finanziaria della competizione professionistica». L’organismo presieduto da Javier Tebas ritiene che la decisione del CSD «violi gravemente il quadro normativo in materia di controllo economico e rilascio delle licenze sportive, danneggi l’interesse generale della competizione e comprometta la sua integrità, rompendo il principio di uguaglianza tra club».
Dopo che il CSD ha dato ragione al Barcellona nel caso Olmo, la Liga aveva già annunciato la volontà di impugnare la risoluzione. Ora, inoltre, richiede misure cautelari, temendo che i tempi della decisione sul ricorso si protraggano troppo a lungo. L’obiettivo dell’associazione è che la questione venga risolta il prima possibile, per sanare quella che considera una violazione del principio di parità tra club.
Nel suo comunicato, la Liga ha sottolineato come la decisione del CSD violerebbe le norme sul controllo economico, ovvero quel Fair Play Finanziarioche ha costretto molti club a vendere asset per bilanciare i propri conti e che ora fa percepire una disparità nell’applicazione delle regole.
Sebbene tutto lasci intendere che i club continueranno a rispettare le regole del controllo economico, è evidente che la decisione del CSD apre la strada a un precedente – quello intrapreso dal Barcellona – che la Liga vuole chiudere immediatamente.
La Figc ha spiegato l’accordo raggiunto con il giocatore in un comunicato
Lautaro Martinez – Fotogramma/IPA
“A seguito dell’accordo di patteggiamento raggiunto dalle parti il calciatore dell’Inter Lautaro Martinezè stato sanzionato conun’ammenda di 5.000 euro”. La Figc ha spiegato così, in un comunicato, la sanzione per l’attaccante dell’Inter Lautaro Martinez, per aver bestemmiato dopo Juve-Inter dello scorso 16 febbraio.
L’argentino ha sempre negato la frase blasfema, ma la Procura Federale ha trovato – dopo la richiesta di tutte le immagini disponibili a Dazn – la prova audio dell’accaduto. Da qui il patteggiamento e l’ammenda di 5.000 euro.
Lunedì 07 aprile 2025
Espressioni blasfeme: Lautaro Martinez patteggia una multa di 5mila euro
L’attaccante nerazzurro è stato sanzionato per l’episodio relativo alla partita contro la Juventus che si è giocata lo scorso febbraio.
«A seguito dell’accordo di patteggiamento raggiunto dalle parti (ex art. 126 CGS), il calciatore dell’Inter Lautaro Javier Martinez è stato sanzionato con un’ammenda di 5.000 euro». E’ quanto si legge in un nota ufficiale sul sito della FIGC, a proposito delle espressioni blasfeme pronunciate dal calciatore al termine della sfida contro la Juventus dello scorso 16 febbraio.
A carico del calciatore nerazzurro era stato aperto un procedimento per violazione dell’art. 4, comma 1, e dell’art.37 del Codice di Giustizia Sportiva «per avere, al termine dell’incontro Juventus-Inter disputato lo scorso 16 febbraio e valevole per la 25ª giornata del campionato di Serie A, pronunciato per due volte un’espressione blasfema come risulta evidente dalle immagini televisive, di piena garanzia tecnica e documentale».
Nel mirino i festeggiamenti dei giocatori del Real Madrid dopo la vittoria in Champions nel derby contro l’Atletico
I giocatori del Real festeggiano la vittoria contro l’Atletico – reuters
L’Uefa ha annunciato l’apertura di un’indagine nei confronti di quattro giocatori del Real Madrid, tra cui Kylian Mbappé e Vinicius Junior, per presunta “condotta indecente” in occasione dei festeggiamenti al termine della sfida diChampions League al Metropolitano contro l’Atletico Madridvinta ai rigori dalla squadra di Ancelotti. Il caso coinvolge anche Antonio Rudiger e Dani Ceballos.
Il reclamo presentato dall’Atletico – L’indagine è partita dopo il reclamo presentato la scorsa settimana dall’Atletico Madrid contro l’atteggiamento dei giocatori del Real. Toccherà ad un ispettore disciplinare nominato dall’Uefa studiare le accuse. Neivideo che circolano sui social si vede in particolare Rudiger fare il gesto del taglio della gola verso i tifosi dell’Atletico, Mbappé toccarsi le parti intime,Vinicius provocare i tifosi e Ceballos fare gesti con le mani. In caso di squalifica i giocatori sanzionati salterebbero l’andata dei quarti di Champions contro l’Arsenal in programma il prossimo 8 aprile a Londra.
🚨OFFICIEL ! L’UEFA ouvre une enquête sur les célébrations de Rudiger, Mbappé, Ceballos et Vinicius lors du match des huitièmes de finale retour face à l’Atletico de Madrid. 😯 pic.twitter.com/SMQDJxjKZQ
Lingua originale: francese. Traduzione di Google UFFICIALE! La UEFA ha aperto un’indagine sulle esultanze di Rudiger, Mbappé, Ceballos e Vinicius durante la partita di ritorno degli ottavi di finale contro l’Atletico Madrid.
L’ex giocatore della Juventus e l’ex presidente della Fifa erano già stati scagionati in primo grado
Michel Platini e Sepp Blatter – Ipa/Fotogramma
Michel Platini e Sepp Blatter assolti.Oggi, martedì 25 marzo, l’ex giocatore della Juventus e l’ex presidente della Fifa sono stati nuovamente assolti in appello dai tribunali svizzeri nel caso di frode che li ha riguardati. Proprio come accadutoin primo grado, quando nel 2022 la Corte d’appello straordinaria del Tribunale penale federale non accolse le richieste della Procura, ovvero 20 mesi di pena detentiva con sospensione condizionale per ciascuno degli imputati. Dopo quasi dieci anni di procedura, si è scritto quindi un nuovo capitolo della saga giudiziaria diPlatini e Blatter, che non è detto che sia finita. La Procura potrà infatti presentare un ricorso in Cassazione presso il Tribunale federale svizzero.
Il processo – Per quattro giorni Michel Platini, 69 anni, e Sepp Blatter, 89 anni, sono comparsi nuovamente di fronte ai giudici con l’accusa di aver “ottenuto illegalmente, a danno della Fifa, un pagamento di 2 milioni di franchi svizzeri (circa 1,8 milioni di euro, ndr) a favore di Michel Platini“. Sia l’accusa sia la difesa concordano su un punto: il tre volte vincitore del Pallone d’Oro è stato consulente di Sepp Blatter tra il 1998 e il 2002, durante il primo mandato di quest’ultimo come presidente della Fifa, e i due hanno firmato un contratto nel 1999, concordando una remunerazione annuale di 300.000 franchi svizzeri, interamente pagata dalla Fifa.
Ma nel gennaio 2011 l’ex centrocampista, nel frattempo divenuto presidente della Uefa (2007-2015), “rivendicò una richiesta di risarcimento di 2 milioni di franchi svizzeri“, definita dall’accusa una “fattura falsa“. Blatter e Platini sostengono di aver concordato fin dall’inizio uno stipendio annuo di un milione di franchi svizzeri, tramite un ‘gentlemen agreement‘, orale e senza testimoni, e che le finanze della Fifa non consentivano il pagamento immediato a Platini.
Il club non ha rispettato le norme sulla multiproprietà stabilite dall’organo di governo del calcio mondiale per il torneo di questa estate.
I giocatori del Club Leon – (Photo by Leopoldo Smith/Getty Images)
La FIFA ha ufficialmente escluso i messicani del Club León dal prossimo Mondiale per Club, a causa della violazione delle norme sulle multiproprietà. Lo ha annunciato la stessa Federcalcio internazionale, in una nota.
«A seguito dell’apertura di procedimenti disciplinari nei confronti del CF Pachuca e del Club León, il presidente della Commissione Disciplinare della FIFA ha deciso di deferire il caso direttamente alla Commissione d’Appello della FIFA, in conformità con l’articolo 56, paragrafo 3, del Codice Disciplinare della FIFA – si legge nella nota – Dopo aver valutato tutte le prove disponibili, il presidente della Commissione d’Appello della FIFA ha stabilito che il CF Pachuca e il Club León non hanno rispettato i criteri relativi alla multiproprietà di club, come definiti dall’articolo 10, paragrafo 1, del Regolamento della FIFA per la Coppa del Mondo per Club 2025. In conformità con l’articolo 10, paragrafo 4, dello stesso regolamento, la FIFA ha deciso che il Club León sarà escluso dalla competizione, con il club sostituto che verrà annunciato a tempo debito».
Una decisione che era stata in parte anticipata dal Pachuca, l’altra squadra messicana coinvolta. «Pochi momenti fa siamo stati notificati dalla FIFA che una delle due squadre, Pachuca o León, partecipanti al Mondiale per Club 2025, sarà esclusa dalla competizione. I motivi di questa decisione non ci sono stati comunicati».
La ragione è quindi da ricondurre alla violazione delle norme sulla multiproprietà. Entrambi i club appartengono al Gruppo Pachuca e non hanno evidentemente dimostrato l’indipendenza richiesta dalla FIFA per poter prendere parte alla manifestazione. Nessuna di queste due squadre è presente in uno dei gironi di Inter e Juventus. Il Pachuca avrebbe tuttavia potuto potenzialmente incontrare i bianconeri agli ottavi di finale e i nerazzurri ai quarti, mentre il León sarebbe stato un avversario solamente in caso di semifinale.
«Siamo in disaccordo con questa decisione, che impugneremo fino all’ultima istanza e davanti al più alto tribunale sportivo, poiché tutte le prove e la documentazione che attestano la nostra indipendenza amministrativa e sportiva sono state presentate in modo tempestivo e trasparente», ha sottolineato ancora il Pachuca nella nota.
«Sarà il Segretario Generale dell’organismo a decidere quale di questi due club non parteciperà. Nel nostro caso, difenderemo ciò che è stato conquistato sul campo in modo giusto, professionale e nel pieno rispetto delle regole della competizione», ha concluso il club messicano.
Chi sostituirà il Club León al Mondiale per Club? Cosa dice il regolamento
Con l’esclusione del Club León, è caccia alla squadra che sostituirà i messicani in quota Concacaf per prendere parte alla competizione..
La FIFA ha ufficializzatoquesto pomeriggio l’esclusione dei messicani del Club León dal nuovo Mondiale per Club a 32 squadre. Una decisione che è stata presa a seguito di una violazione delle norme in tema di multiproprietà, come sottolineato dall’organo di governo del calcio mondiale in una nota.
All’interno del comunicato, la FIFA ha sottolineato anche a breve sarà annunciato il club che rimpiazzerà i messicani. L’organo presieduto da Gianni Infantino non ha specificato con quali modalità, anche se è possibile farsi un’idea della procedura tramite il regolamento ufficiale della competizione.
«Se la Commissione Disciplinare della FIFA decide che due o più club non soddisfano i criteri definiti nel paragrafo 1 (dell’articolo 10 sulla multiproprietà, ndr), il segretariato generale della FIFA determinerà quale club potrà essere ammesso alla competizione e come sostituire un club non ammesso, in conformità con i seguenti principi», si legge nell’articolo 10 del documento.
«A tal fine, si terrà conto, in particolare, del rispettivo ranking dei club interessati e della quota applicabile per confederazione e/o associazione membro a cui i club sono affiliati», conclude l’articolo 10.4. Guardando alle quote per ogni Confederazione, è verosimile che il nuovo club arriverà dalla Concacaf,la Confederazione del Centro America.
Nuova squadra Mondiale per Club? Chi potrebbe sostituire il Club León
Questo il ranking attuale (in grassetto le partecipanti come vincitrici della Concacaf Champions League):
CF Monterrey (Messico) – 52 punti
Club León (Messico) – 47 punti
América (Messico) – 44 punti
Philadelphia Union (USA) – 41 punti
Cruz Azul (Messico) – 39 punti
Columbus Crew (USA) – 37 punti
CF Pachuca (Messico) – 34 punti
Tigres UANL (Messico) – 32 punti
Seattle Sounders FC (USA) – 28 punti
Los Angeles (USA) – 25 punti
Pumas UNAM (Messico) – 24 punti
New York City (USA) – 19 punti
New England (USA) – 19 punti
Atlanta United (USA) – 13 punti
Alajuelense (Costa Rica) – 13 punti
Considerando la graduatoria e l’esclusione del Leòn, la prima squadra potenzialmente disponibile a livello di ranking sarebbe l’America. Tuttavia, stante la norma che prevede la partecipazione di massimo due club dello stesso Paese (a meno che tre o più squadre non abbiano conquistato il trofeo continentale), è probabile che tutte le formazioni messicane e quelle statunitensi (oltre ai Seattle Sounders c’è l’Inter Miami, presente come invitata) non vadano conteggiate.
Se così fosse, la prima squadra in graduatoria di un Paese differente sarebbe l’Alajuelense, club del Costa Rica che aveva presentato – tra le altre cose – il ricorso per chiedere la squalifica di una tra Pachuca e Club León, proprio sulla base delle norme legate alla multiproprietà.
In totale sembra che siano coinvolti sei giocatori, tre dei quali sono arrivati a essere convocati nelle varie selezioni inglesi.
(Photo by Catherine Ivill/Getty Images)
Manchester City e Manchester United potrebbero ben presto doversi difendere da un’accusa formale di frode sull’età di alcuni calciatori presenti nelle rispettive Academy. A riportarlo è il quotidiano britannico, The Telegraph.
Si tratta di una questione che è tornata in auge visto il reperimento di nuove prove fotografiche che dimostrerebbe come sei calciatori, la cui identità è stata posta sotto anonimato per tutelare quelli che per il momento sono dei minori, abbiano in realtà un’età superiore a quella dichiarata dai due club. È bene sottolineare come le generalità dei calciatori vengano fornite alle società da parte delle famiglie degli atleti.
Si tratta di un caso di cui erano già a conoscenza sia la Football Association(la Federcalcio inglese) che la Premier League, e anche City e United, ma recentemente sono apparse prove fotografiche che farebbero pensare che i calciatori abbiano una età maggiore rispetto a quella dichiarata. È bene specificare che, al momento, non ci sono prove a sufficienza che indichino che i due club fossero a conoscenza di questa possibile frode.
Inoltre, di questi sei giovani calciatori, tre sono già approdati alle varie selezioni della nazionale inglese e sono sul territorio britannico ormai da diversi anni, tanto da frequentare le scuole britanniche, ovviamente secondo le età dichiarate. Sempre secondo il The Telegraph, nessuno di questi calciatori è stato sottoposto a test scientifici specifici che avrebbero potuto fornire un’indicazione sulla loro età reale o sulla possibilità che siano maggiorenni, come è stato addirittura supposto in queste ultime ore da più parti.
Secondo il Nationality and Borders Act 2022, tali test possono essere eseguiti su coloro che sono «soggetti al controllo dell’immigrazione» al momento dell’ingresso nel Regno Unito. Secondo le linee guida pubblicate dal Ministero dell’Interno a novembre, ciò include coloro i quali «non dispongono di prove sufficienti per dimostrare la loro età e la cui affermazione di essere minorenni è messa in dubbio o coloro che dichiarano di essere adulti ma sono sospettati di essere minorenni». Secondo invece il regolamento FIFA, le società sono quasi completamente bloccate dall’ingaggiare giovani che hanno cambiato Paese, a meno che i loro genitori o tutori legali non si siano trasferiti per motivi non legati al calcio.
Sulla questione lo Unitedha pubblicato un comunicato, che recita: «Siamo impegnati a gestire tutti gli aspetti della nostra academy nel rispetto delle regole e dei regolamenti stabiliti dagli organi di governo, compresi il reclutamento e la registrazione dei giocatori. Prendiamo molto sul serio le nostre responsabilità per il benessere e la tutela dei giocatori. Anzi, siamo orgogliosi della reputazione che ci siamo costruiti nel considerare i partecipanti ai nostri programmi innanzitutto come bambini, piuttosto che come giocatori. Il nostro processo di reclutamento si concentra fermamente sul potenziale futuro piuttosto che sulle prestazioni attuali o sullo sviluppo fisico».
Il City, invece, ha fatto sapere al quotidiano The Telegraph che è fiducioso di aver seguito tutti gli obblighi legali e normativi stabiliti dalle agenzie statutarie. Una fonte ha affermato che non è insolito che i migliori e più grandi giovani giocatori competano diversi anni con ragazzi di età superiore e che non sarebbe accettabile sottoporre a test dell’età i bambini in base alla loro origine geografica, oltre a essere impraticabile testare tutti i giocatori dell’academy.
Nessun commento da FA e Premier League, che però hanno fatto sapere di affidarsi agli approfondimenti in corso da parte del Ministero dell’Internoriguardo all’età di un giocatore dell’accademia quando esaminano le domande di registrazione. Inoltre, la stessa fonte ha fatto sapere che non era appropriato per la FA o la Premier richiedere un’ulteriore valutazione dell’età per i giocatori soggetti a controlli sull’immigrazione, poiché ciò minerebbe il ruolo principale del Ministero dell’Interno. Infatti, quest’ultimo può intraprendere azioni contro chiunque sia sospettato di aver commesso una frode sull’immigrazione in passato.
La decisione rappresenta un punto di svolta nella lotta alle infiltrazioni criminali nel mondo del tifo organizzato.
(Foto: Valerio Pennicino/Getty Images)
La Cassazione ha confermato l’esistenza del reato di associazione a delinquere per gli ultras della Juventus imputati nel processo Last Banner. La decisione è arrivata nella serata di ieri e si tratta della prima volta che questo reato viene riconosciuto per vicende legate alla tifoseria organizzata.
Il processo Last Banner è stato celebrato a Torino dopo un’inchiesta della Digos sulle pressioni esercitate sulla Juventus dalla curva durante la stagione calcistica 2018/19 per non perdere una serie di privilegi. Gli imputati di cui si è occupata la Cassazione sono stati cinque, tra i quali c’erano esponenti dei Drughi.
I giudici hanno respinto i ricorsi delle difese e hanno annullato con rinvio solo una porzione della sentenza della Corte d’appello subalpina: sarà necessario chiarire (anche dal punto di vista giuridico) dei fatti legati alla richiesta di 25 biglietti gratuiti per lo stadio.
Le condanne confermate dalla Suprema Corte riguardano:
Dino Mocciola: 8 anni di carcere
Salvatore Cava: 4 anni e 7 mesi
Sergio Genre: 4 anni e 6 mesi
Umberto Toia: 4 anni e 3 mesi
Giuseppe Franzo: 3 anni e 11 mesi
Gli imputati, esponenti di spicco dei Drughi, erano accusati a vario titolo di associazione a delinquere ed estorsione. La decisione rappresenta un punto di svolta nella lotta alle infiltrazioni criminali nel mondo del tifo organizzato, riconoscendo la natura associativa di comportamenti che vanno ben oltre la semplice passione sportiva.
Con questa sentenza, viene ribadito che gli stadi non possono essere zone franche dove comportamenti estorsivi e criminali vengono tollerati, segnando un importante passo avanti nella lotta per un tifo più sano e rispettoso delle regole.
La maxi-coreografia in Curva Fiesole contro la Juventus costa una multa alla Fiorentina.
E’ questa la decisione del Giudice Sportivo dopo la partita dell’Artemio Franchi, valida per la 29esima giornata della Serie A 2024/25, vinta per 3-0 dalla formazione viola.
Quel “Juve M***a” a caratteri cubitali esposto dai tifosi gigliati ha fatto il giro del web ed è stata riportata anche dai media stranieri, dividendo l’opinione pubblica tra chi l’ha vista come una goliardata e chi invece l’ha condannata per il chiaro insulto.
SCATTA LA MULTA – Il Giudice Sportivo ha valutato e preso una decisione: multa di 50mila eurocon diffida per la Fiorentina, per l’esposizione della coreografia, per cori beceri e per il lancio di tre fumogeni. Nessuna chiusura per il settore incriminato, non viene fatta menzione di eventuali supplementi di indagine.
LA MOTIVAZIONE– Questo il testo del comunicato ufficiale del Giudice Sportivo:
Ammenda di € 50.000,00 con diffida: alla Soc. FIORENTINA per avere suoi sostenitori posizionati nel settore denominato “Curva Ferrovia”, prima dell’inizio della gara, esposto una coreografia contenente un’espressione oltraggiosa nei confronti della squadra avversaria; per avere inoltre sui sostenitori, nel corso della gara, intonato cori beceri nei confronti di calciatori e tifosi della squadra avversaria; per avere, infine, lanciato tre fumogeni nel settore occupato dai sostenitori della squadra avversaria; sanzione attenuata ex art. 29, comma 1 lett. b) CGS.
JUVENTUS INFASTIDITA– In mattinata era emersa attraverso indiscrezioni stampa il fastidio della Juventus, che si sarebbe messa in contatto con FIGC e Lega Serie A per chiarire la vicenda e con la Questura di Firenze per individuare i responsabili affinché potessero essere presi provvedimenti.
La decisione del Tribunale Federale Nazionale dopo le segnalazioni della Covisoc per violazioni amministrative
E alla fine l’esclusione è arrivata. Il Tribunale Federale Nazionale ha sanzionato il Taranto (girone C di Serie C) con l’esclusione dal campionato, con 3 punti di penalizzazione in classifica da scontare nella prima stagione sportiva utile. Il Tfn ha inoltre sanzionato con 6 punti di penalizzazione da scontare nella stagione in corso la Lucchese (girone B di Serie C) e con 4 punti di penalizzazione il Messina (girone C di Serie C) e la Triestina (Girone A di Serie C). Le quattro società, con i rispettivi legali rappresentanti e dirigenti, erano state deferite lo scorso 3 marzo a seguito di segnalazioni della Covisoc per una serie di violazioni di natura amministrativa.
la classifica – Questa la classifica del girone C dopo l‘esclusione del Taranto: Cerignola punti 60; Avellino 55; Monopoli 49; Benevento 46; Potenza 44; Crotone 43; Catania (-1), Trapani, Picerno e Giugliano 38; Sorrento 35; Cavese e Juventus Next Gen 33; Foggia 30; Altamura 29; Latina 27; Casertana 22; Messina (-4) 15; Turris 5 (-11).
venerdì 7 marzo 2025
Violazioni amministrative: Taranto escluso dal campionato, 6 punti di penalizzazione per la Lucchese, 4 per Messina e Triestina
Le quattro società, iscritte al campionato di Serie C, erano state deferite su segnalazione della Co.Vi.So.C.. Il Taranto sanzionato anche con 3 punti di penalizzazione in classifica da scontare nella prima stagione sportiva utile
Il Tribunale Federale Nazionale ha sanzionato il Taranto (Girone C di Serie C) con l’esclusione dall’attuale campionato di competenza nonché con 3 punti di penalizzazione in classifica da scontare nella prima stagione sportiva utile. Il TFN ha inoltre sanzionato con 6 punti di penalizzazione in classifica da scontare nella corrente stagione sportiva la Lucchese (Girone B di Serie C) e con 4 punti di penalizzazione il Messina (Girone C di Serie C) e la Triestina (Girone A di Serie C).
Le quattro società, con i rispettivi legali rappresentanti e dirigenti, erano state deferite lo scorso 3 marzo a seguito di segnalazioni della Co.Vi.So.C. per una serie di violazioni di natura amministrativa.
In seguito a un accertamento da parte dei vigili udinesi si è scoperto che la vettura del portiere era priva di immatricolazione e assicurazione
Maduka Okoye
È stato sorpreso alla guida di un veicolo con targa straniera – una Mercedes – senza essere in possesso in quel momento del titolo di guida. A seguito di ulteriori accertamenti è emerso inoltre che il mezzo non era né immatricolato e nemmeno assicurato, avendo le targhe perso validità nello stato di immatricolazione. Il veicolo è stato così posto sotto sequestro da parte degli agenti della Polizia locale di Udine. È l’ultima disavventura toccata al portiere dell’Udinese, Maduka Okoye, negli ultimi mesi ai box per un infortunio al polso e da qualche giorno di nuovo in gruppo con i compagni, pronto a provare a riprendersi il suo posto tra i pali della formazione di Runjaic.
I problemi dell’ultimo periodo – Non è un periodo fortunato per Okoye. Infortunio a parte (ormai superato), lo scorso mese di ottobre il finestrino della sua auto era stato sfondato dai ladri, che si erano impossessati di un borsello con all’interno 150 euro. Il giocatore aveva denunciato il fatto ai carabinieri. I rapporti con la giustizia non sono però terminati con quell’episodio. Il giocatore risulta indagato dalla Procura della Repubblica cittadina – assieme ad altri soggetti – in relazione a un flusso anomalo di scommesse relativo a Lazio – Udinese, giocata l’11 marzo 2024.
Altro sequestro – Okoye non è il solo a cui è stato sequestrato il veicolo da parte della Polizia locale. La scorsa settimana gli agenti hanno denunciato un cittadino tunisino di 28 anni, residente in Piemonte, per guida senza patente, reiterata nel biennio. Nella circostanza è stato fermato in zona stazione alla guida di un furgone con targa polacca. Il soggetto prima ha sostenuto di aver dimenticato la patente sul posto di lavoro, ma da successivi controlli si è accertato che il documento non era mai stato conseguito. Inoltre, per la stessa violazione era già stato sanzionato alcuni mesi fa. Oltre alla denuncia è scattato quindi il sequestro.
Il bianconero, accusato di aver pronunciato la frase blasfema nella sfida coi nerazzurri dell’andata, non ci sarebbe l’audio e la Procura non aveva ricevuto denunce. Per Martinez, ora prende sempre più corpo l’ipotesi patteggiamento
La notizia dell’apertura di un fascicolo sullabestemmia di Lautaro, con annesso ritrovamento dell’audio, non ha lasciato indifferenti i tifosi nerazzurri, visto pure che di mezzo c’è una rivale storica come la Juventus. Ieri è rimbalzato sui social il caso Cambiaso, relativo non alla sfida dell’Allianz come Lautaro, ma a quella dell’andata. Anche allora il labiale del giocatore rivelava una frase blasfema, ma senza audio – come da regolamento – il Giudice Sportivo non era potuto intervenire squalificandolo per una giornata: mancava infatti la certezza assoluta di quanto detto (il dubbio, tanto per essere chiari, è tra dio e zio). La stessa cosa, giusto per fare capire che non è una questione tra i due club, era accaduta la scorsa stagione a Cristante in Roma-Juve. E la stessa trafila era stata inizialmente seguita per Lautaro: niente audio, niente squalifica.
I fatti – Che cosa è successo allora per far prendere al caso dell’interista una strada diversa? Da quanto ricostruito la Procura federale ha avviato l’indagine dopo una denuncia di terzi (si parla di un’associazione di tifosi juventini), a cui erano allegati dei video con l’audio della tanto discussa bestemmia. In casi come questo la Procura Figc ha l’obbligo di aprire un procedimento, per accertare se i video siano reali e non fake (con i programmi di intelligenza artificiale di oggi, non è un’ipotesi così remota) e dunque se sia stato commesso un illecito. La differenza sostanziale con la vicenda Cambiaso è proprio qui: nel caso dello juventino la Procura non ha ricevuto denunce e, come sempre accaduto, non aveva quindi aperto indagini. Tornando a Lautaro, prende sempre più corpo l’ipotesi patteggiamento. Nel caso in cui ci si accordi prima del deferimento, il Codice di giustizia sportiva prevede una sanzione dimezzata: dato che parliamo di una giornata di squalifica, patteggiare significherebbe essere puniti con una multa. Se invece Lautaro tenesse il punto (“Non ho mai bestemmiato“) comparirà davanti al Tribunale federale nazionale con il rischio – altissimo – di una giornata di stop.
Il comunicato della Uefa dopo il ritorno dei playoff di Champions League contro il Manchester City vinto 3-1 dai Blancos: cosa è successo
La UEFA ha reso noto che ilReal Madrid è stato sanzionato per gli episodi verificatisi durante la partita di ritorno dei playoff di Champions League al Santiago Bernabéu contro il Manchester City: chiusura parziale degli spalti, con sospensione della pena per un periodo di due anni, sempre che non si verifichi un evento analogo. Se ciò accadesse, la chiusura parziale del Bernabéu diventerebbe realtà. Inoltre, la Commissione d’appello della UEFA ha infiltto al Real Madrid una multa di 30.000 euro.
Real Madrid punito ai sensi dell’articolo 14.2 del Regolamento Disciplinare Uefa – Nella lettera della UEFA non viene specificato il motivo della sanzione nei confronti del Real Madrid. Si fa riferimento solo all‘articolo 14.2 del Regolamento Disciplinare UEFA, che recita: “Se uno o più sostenitori di un’associazione o di un club membro adottano il comportamento descritto al punto 1, l’associazione o il club membro responsabile viene sanzionato con almeno la chiusura parziale dello stadio”.
Il punto 1 dell’articolo 14 recita: “Chiunque rientri nel campo di applicazione dell’articolo 3 (che definisce chi è soggetto alle norme disciplinari) e insulti la dignità umana di una persona o di un gruppo di persone per qualsiasi motivo, incluso il colore della pelle, la razza, la religione, l’origine etnica, il genere o l’orientamento sessuale , incorre in una sospensione della durata di almeno dieci partite o per un periodo di tempo specificato, o in qualsiasi altra sanzione appropriata”.
Real Madrid: “Chiusura parziale sospesa per un periodo di prova di due anni dalla presente delibera” – Durante la partita non si sono sentiti cori offensivi, almeno non in massa, a parte quelli dedicati a Pep Guardiolada parte del pubblico del Bernabéu. Tuttavia, la UEFA non specifica nel suo testo il motivo della sanzione, che stabilisce la chiusura parziale come segue: “Ordina la chiusura parziale dello stadio del Real Madrid CF (vale a dire, almeno 500 posti adiacenti) durante la prossima partita che il Real Madrid CF giocherà come club ospitante, a causa del comportamento discriminatorio dei suoi tifosi. La presente chiusura parziale dello stadio è sospesa per un periodo di prova di due anni, a partire dalla data della presente delibera“. Per quanto riguarda la sospensione della pena, la UEFA ha spiegato che “le misure disciplinari durante un periodo di prova non hanno effetto immediato, ma possono essere applicate se ‘un’altra infrazione di natura simile viene commessa durante il periodo di prova’ (articolo 26.3) del Regolamento Disciplinare UEFA)”.
A Chiné non basta il labiale per procedere. I nerazzurri sono sicuri che l’attaccante non abbia proferito espressioni blasfeme nel dopopartita con la Juve
Lautaro Martinez. Getty
Lautaro è ancora nel mirino della Procura della Figc. Dopo la sconfitta contro la Juve all’Allianz, infatti, l’attaccante argentino era finito nel mirino per una presunta bestemmia. Al momento a Via Campania hanno ricevuto solamente il video con il labiale, ma il pm Giuseppe Chinè deve avere la certezza che Lautaro non abbia mai pronunciato una frase simile. Da qui, la ricerca dell’audio. Un eventuale giudizio, comunque, non inciderà sulla sfida scudetto contro il Napoli di sabato prossimo. Questione di tempi: l’inchiesta ordinaria non prevede tempi brevi per questo tipo di cose.
la smentita pubblica – L’Inter si dice tranquilla e serena, tant’è che dopo la vittoria contro il Genoa ne Lautaro ne ha parlato pubblicamente: “Non ho mai bestemmiato, quanto è successo mi ha dato fastidio. Cerco di imparare e trasmettere rispetto anche ai miei figli. Chi mi conosce sa che persona e che padre sono. Mi sento tranquillissimo“.
Sarebbe una retrocessione storica per il Manchester City, il quale rischia una penalizzazione pesantissima.
Sul Manchester City pendono 115 capi d’accusa legati al Fair Play Finanziario, e nelle prossime settimane arriverà il verdetto finale che determinerà il futuro del club. La stagione è già complessa per la squadra di Pep Guardiola, ma la sentenza potrebbe aggravare ulteriormente la situazione.
Secondo alcune indiscrezioni provenienti dall’Inghilterra, il Manchester City rischia una penalizzazione compresa tra 60 e 100 punti in classifica, una sanzione che comporterebbe automaticamente la retrocessione in seconda divisione (la Championship). Con almeno 115 accuse a suo carico, il club attende con trepidazione l’esito del processo, che potrebbe portare a conseguenze significative e terrificanti.
Le possibili sanzioni variano dalla penalizzazione in classifica al blocco del mercato, fino all’espulsione o alla retrocessione dalla Premier League.
A differenza di Everton e Nottingham Forest, penalizzati nella stagione 2023-24 per violazioni delle “Regole sui Profitti e la Sostenibilità” (Profitability and Sustainability Rules, PSR) – un regolamento interno alla Premier League – il caso del Manchester City è più complesso. Se il club venisse ritenuto colpevole di aver infranto le norme del Fair Play Finanziario, regolamento stabilito dalla UEFA, la punizione potrebbe essere ben più severa.
Daniele Rugani, difensore di proprietà della Juventus e ora in prestito all’Ajax, in Olanda, è stato condannato oggi da un giudice di Torino per guida in stato di ebbrezza.
L’episodio risale al 21 luglio 2023, quando il calciatore è stato sottoposto all’alcol test dalla polizia stradale dopo un incidente autonomo, senza conseguenze, su un raccordo alle porte di Torino.
Secondo quanto riferisce l’ANSA, i valori di alcol nel sangue sono risultati superiori al limite consentito.
Il giudice di Torino ha deciso Rugani di aggiungere alla pena di 6 mesi di arresto e alla multa di 2 mila euro con la condizionale anche la revoca della patente e la confisca dell’auto, una Maserati.
L’inchiesta è quella che ha portato la procura a chiedere il rinvio a giudizio di una decina di persone tra le quali anche gli ex vertici della Juve nell’ambito dell’indagine “Prisma”.
Il gup di Roma ha accolto la costituzione di parte civile dei circa 200 azionisti, della Consob, del Codacons, del Fondo Libico e dell’Associazione Consumatori nel procedimento in corso nei confronti degli ex vertici della Juventus, per il caso plusvalenze che ha portato – a livello sportivo – a sanzioni per il club bianconero nella stagione 2022/23.
I giudici hanno contestualmente respinto la costituzione di parte civile contro l’attuale assetto societario della Juventus di tutti coloro che avevano formulato tale richiesta ai sensi della Legge 231. L’inchiesta è quella che ha portato la procura, lo scorso 17 luglio, a chiedere il rinvio a giudizio di una decina di persone tra le quali anche gli ex vertici della Juventus nell’ambito dell’indagine “Prisma” arrivata nella Capitale da Torino.
La trasmissione dell’inchiesta a Roma era arrivata dopo la decisione dello scorso 6 settembre dei giudici della Quinta sezione della Cassazione che hanno dichiarato l’incompetenza territoriale di Torino ordinando la trasmissione degli atti ai pm romani del gruppo, coordinato dal procuratore aggiunto Giuseppe Cascini. A occuparsi dell’indagine i pm Giorgio Orano e Lorenzo Del Giudice.
Nell’inchiesta sono coinvolti, tra gli altri, l’ex presidente Andrea Agnelli, l’ex vice Pavel Nedved, Fabio Paratici e Maurizio Arrivabene. Le accuse, a vario titolo, sono quelle di aggiotaggio, ostacolo alla vigilanza e false fatturazioni. In particolare, secondo l’accusa, si ipotizza o plusvalenze fittizie e manovre sugli stipendi dei calciatori durante la pandemia da Covid-19.
Lunedì 10 febbraio 2025
Processo Juventus, terza udienza a Roma: si decide sulle parti civili
Il gup Anna Maria Gavoni renderà nota la sua decisione sulla richiesta di 200 soggetti di costituirsi parte civile durante il processo.
Maurizio Arrivabene, Pavel Nedved e Andra Agnelli (Foto: Simone Arveda/Getty Images)
E’ prevista per questa mattina, presso il tribunale di Roma, la terza udienza del processo nei confronti della Juventus e alcuni dei suoi ex dirigenti in merito all’inchiesta Prisma. Come ormai noto da tempo, sono in tutto una decina gli indagati, fra cui l’ex presidente Andrea Agnelli, l’ex vice Pavel Nedved (ora direttore sportivo dell’Al Shabab in Arabia Saudita), Fabio Paratici e Maurizio Arrivabene.
Ilgup Anna Maria Gavonirenderà nota la sua decisione sulla richiesta di 200 soggetti di costituirsi parte civile durante il processo nei confronti della vecchia gestione del club bianconero. Si va dalla Consob agli azionisti, passando per associazioni di consumatori e fondi diinvestimento.
Le accuse, a vario titolo, contestate nell’inchiesta Prisma sono quelle di aggiotaggio, ostacolo alla vigilanza e false fatturazioni. La trasmissione degli atti a Roma era stata decisa dalla Corte di Cassazione che aveva dichiarato l’incompetenza territoriale di Torino.
Rocco Commisso durante la presentazione del Viola Park Credit Foto Getty Images
Rocco Commisso, proprietario della Fiorentina, è il grande protagonista del contenzioso fra la NASL, la vecchia seconda divisione del calcio statunitense di cui era presidente, e la coppia formata dalla MLS e dalla Federcalcio statunitense (USSF). Come riporta il sito Front Office Sports, nella giornata di lunedì è andato in scena il giorno numero nove del processo che vede Commisso sul banco degli imputati per aver usato account anonimi su Twitter (il social network ora rinominato X dal nuovo proprietario Elon Musk), ma comunque riconducibili a lui.
Il tutto nasce dalla scelta, avvenuta nel settembre 2017, della US Soccer di non rinnovare la licenza alla NASL come seconda divisione del calcio statunitense. Detto di Commisso che era il presidente di quella lega, lo stesso patron della Fiorentina era, e lo è ancora oggi formalmente, ilnumero uno della franchigia dei New York Cosmos, che dal 2021 però non partecipa a nessun campionato nazionale.
Da allora, attraverso l’account Global Soccer Fan, ecco che Commisso ha attaccato la MLS e la Federcalcio statunitense nella persone di Don Garber, Commissioner del massimo campionato USA, e il presidente del calcio statunitense Sunil Gulati. In più di un tweet i due sono stati paragonati ad Harvey Weinstein, il produttore di Hoolywood pluricondannato per violenza sessuale ai danni di attrici e altre donne dello spettacolo, e al noto truffatore legato allo Schema Ponzi, Bernie Madoff.
Gli inquirenti hanno scoperto che l’account anonimo Global Soccer Fan era riconducibile chiaramente a Commisso, quando quest’ultimo ha avviato una causa contro MLS e la USSF per danni economici dovuti alla decisione di non rinnovare la licenza alla NASL come seconda divisione del calcio USA. Una mossa che ha di fatto portato al fallimento di questa e quindi dei piani di Commisso per il calcio statunitense e dei suoi NY Cosmos. Una causa che il fondatore dell’impero Mediacom ha intentato per vedersi riconoscere170 milioni di dollari di danni.
Durante l’udienza di lunedì, Commisso ha ammesso di aver scritto di suo pugno i tweet contro il commissioner della MLS e il presidente della USSF. E inoltre, è stato aggiunto fra i messaggi pubblicati anche quello contro la dirigente sportiva Kathy Carter.
Commisso, infine, durante la sua testimonianza, ha voluto esprimere il proprio rammarico per le sue azioni: “Non mi sento bene per quello che ho fatto, perché non è da me. Ho smesso di usare l’account Twitter. Non ho fatto nessun tweet negli ultimi cinque o sei anni e sono felice di aver smesso con tutti i social media“.
Il calciatore resta sottoposto a libertà vigilata. Non potrà lasciare il Belgio
Radja Nainggolan – (Foto LaPresse)
Dopo una notte passata in carcereRadja Nainggolan, l’ex calciatore di Cagliari, Roma e Inter, è stato “rilasciato con condizioni“. Questo sta a significare che il fermo non è stato trasformato in arresto.
L’ex nazionale belga però è formalmente indagato per partecipazione ad un’organizzazione criminale dedita al traffico di stupefacenti che importava cocaina dall’America Latina all’Europa, attraverso il porto d’Anversa. Lo ha stabilito il gip di Bruxelles al termine di un lungo interrogatorio.
La linea difensiva – I suoi legali continuano a ribadire che l’ex nazionale belga non è indagato per droga ma che gli sarebbe stato chiesto un semplice chiarimento sulle somme di denaro prestate a conoscenti. “Si tratta di soldi che ha dato a persone che voleva aiutare finanziariamente perché è un uomo gioviale. Dobbiamo ora determinare se queste persone hanno utilizzato questi soldi illegalmente. Forse è stato ingenuo, ma non ha mai avuto intenzione di aiutare persone provenienti da un certo background“.
Il calciatore resta comunque sottoposto a libertà vigilata ma non è ancora chiaro se avrà l’obbligo di firma o se sarà controllato a distanza con un braccialetto elettronico
L’ex calciatore di Roma, Inter e Cagliari è finito in manette in Belgio. È accusato di traffico internazionale di stupefacenti
Radja Nainggolan con la maglia della Roma – (Foto LaPresse)
Grossi guai per Radja Nainggolan. L’ex calciatore di Cagliari, Roma, Inter e Spal è stato arrestato in Belgio con l’accusa di traffico internazionale di stupefacenti. Il giocatore belga, 36 anni, sarebbe attualmente sotto interrogatorio, come riferito dai colleghi di BruxellesToday.
Belgio, arrestato Radja Nainggolan – Nella mattinata sono state effettuate 30 perquisizioni tra Anversa e Bruxelles. Il procuratore Julien Moinil ha spiegato: “L’inchiesta si basa su presunti fatti di importazione di cocaina dall’America del Sud all’Europa via il porto d’Anversa, e la distribuzione in Belgio“. La procura di Bruxelles ha confermato lunedì mattina che l’ex centrocampista della nazionale, attualmente tesserato in un club di Serie B del suo Paese, è stato “privato della libertà” per il suo presunto coinvolgimento in un’indagine per traffico di droga.
“L’arresto di Nainggolan fa parte di un’indagine più ampia sulla criminalità organizzata, incentrata sulla distribuzione di cocaina in Belgio – si legge nel comunicato della procura -. Al momento gli interrogatori sono ancora in corso. Nel rispetto della presunzione di innocenza, non verranno fornite ulteriori informazioni“. Stamattina Nainggolan era atteso agli allenamenti del Lokeren-Temse, suo attuale club, e quando non è stato visto arrivare in molti si sono chiesti cosa stesse succedendo. Poi la notizia dell’arresto ha chiarito ogni dubbio. Non si tratta del primo problema di Nainggolan con le autorità del suo Paese. Nell’agosto del 2021 era stato fermato dalla polizia di Anversa, che gli aveva ritirato la patente per guida in stato d’ebbrezza e alta velocità. Alcuni mesi dopo invece era arrivato l’arresto, sempre ad opera della polizia, che aveva colto il calciatore alla guida senza il documento valido.
La carriera tra Belgio e Serie A – Genio e sregolatezza. Croce e delizia. La personalità di Nainggolan è sempre stata eccentrica, ma le sue doti in campo sono sempre state indiscutibili. Un “gladiatore” con lampi di genio fin dagli esordi nelle giovanili del Beerschot, squadra di Anversa poi fallita nel 2013. Nel 2005 l’arrivo in Italia, dove ha trascorso gran parte della sua carriera, indossando le maglie di Piacenza, Cagliari, Spal, Roma e Inter. Il mediano era poi rientrato in Belgio nel 2021 per militare nell’Anversa, dal quale sarebbe stato espulso due anni dopo per cattiva condotta. “Galeotta” in quel caso una sigarettaelettronica fumata in panchina, l’ennesimo episodio spiacevole che costrinse il club belga a sospendere il centrocampista. Rimasto senza contratto, la scorsa settimana Nainggolan aveva firmato per il Lokeren, squadra che milita nella serie B belga, segnando pure un gol nella sua partita d’esordio.
Cos’è e cosa rischia la società di De Laurentiis per la violazione del codice. L’avvocato Grassani: “Rispettate le norme“
Il Napoli ha presentato e poi ritirato il ricorso contro l’elezione di Ezio Simonelli come presidente della Lega Serie A e per questo motivo, avendo violato la clausola compromissoria, rischia una penalizzazione di tre punti. Non è escluso che questa situazione possa incidere sul voto per completare la governance della Lega, a cominciare dal rinnovo alla carica di ad di Luigi De Siervo.
Che cos’è la clausola compromissoria? – Secondo quanto stabilito dall’articolo 30 dello Statuto della FIGC, intitolato “Efficacia dei provvedimenti federali, vincolo di giustizia e clausola compromissoria“:
I tesserati, le società affiliate e tutti i soggetti e organismiche svolgono attività agonistica, tecnica, organizzativa, decisionale o che hanno comunque un impatto sull’ordinamento federale, sono obbligati a rispettare lo Statuto della FIGCe tutte le altre norme federali e internazionali cui la FIGC è affiliata.
In virtù dell’appartenenza all’ordinamento sportivo federale o dei vincoli assunti con il rapporto associativo, i soggetti sopra indicati accettano l’efficacia vincolante di qualsiasi provvedimento adottato dalla FIGC, dalla FIFA, dalla UEFA e dai loro organi o delegati, in merito a questioni relative all’attività federale, comprese le vertenze tecniche, disciplinari ed economiche.
Le controversie tra i soggetti di cui al primo comma, o tra questi e la FIGC, per le quali non sono previsti o sono stati esauriti i gradi di giustizia federale interni (come indicato dallo Statuto del CONI), devono essere deferite, su richiesta della parte interessata, esclusivamente al Collegio di Garanzia dello Sport presso il CONI. Questo avviene secondo quanto previsto dallo Statuto, dai regolamenti e dagli atti attuativi federali. Tuttavia, non sono ammesse al Collegio di Garanzia dello Sport le controversie decise tramite lodo arbitrale in base alle clausole compromissorie previste da accordi collettivi o di categoria, o da regolamenti federali relativi a rapporti patrimoniali. Inoltre, non sono competenza del Collegio le controversie risolte definitivamente dagli organi di giustizia sportiva federale riguardanti l’omologazione di risultati sportivi o sanzioni pecuniarie inferiori a 10.000 euro, nonché sanzioni come la squalifica o inibizione dei tesserati inferiori a 90 giorni o 12 turni di campionato, la perdita di gara, l’obbligo di disputare partite a porte chiuse o con settori senza spettatori, o la squalifica del campo per meno di 90 giorni o sei partite interne.
Salvo il diritto di ricorrere agli organi giurisdizionali statali per la nullità dei lodi arbitrali, il Consiglio Federale può, per motivi di opportunità, autorizzare il ricorso alla giurisdizione statale, derogando al vincolo di giustizia. Qualsiasi comportamento che violi gli obblighi di cui al presente articolo, o che tenti di eludere il vincolo di giustizia, comporta sanzioni disciplinari secondo le norme federali.
In deroga a quanto disposto nei commi precedenti, è possibile presentare ricorso alla Giunta Nazionale del CONI contro i provvedimenti di revoca o di diniego dell’affiliazione, entro un termine perentorio di 60 giorni dalla notifica del provvedimento.
In ogni caso, è obbligatorio osservare i Principi di Giustizia Sportiva emanati dal CONI, nonché le norme statutarie e regolamentari federali che ne derivano.
Cosa rischia il Napoli? – Il Napoli, presentando e poi ritirando per mezzo del presidente De Laurentiis, il ricorso contro l’elezione di Simonelli avrebbe violato il “vincolo di giustizia” nel Codice di Giustizia Sportiva all’articolo 34.
“I soggetti tenuti all’osservanza del vincolo di giustizia di cui all’art. 30, comma 2 dello Statuto, ove pongano in essere comportamenti comunque diretti alla elusione o alla violazione del predetto obbligo, incorrono nell’applicazione di sanzioni non inferiori: alla penalizzazione di almeno tre punti in classifica per le società; alla inibizione o squalifica non inferiore a sei mesi per i calciatori e per gli allenatori nonché ad un anno per tutte le altre persone fisiche“. A queste sanzioni andrebbe poi aggiunta un’ammenda da 20mila a 50milaeuro.
L’avvocato Grassani: “Rispettate le norme dello sport” – “Il Napoli e il suo presidente, hanno agito con assoluta trasparenza, correttezza e rispetto delle norme dell’ordinamento sportivo. Diverse interpretazioni non meritano commento“. Così l’avvocato Mattia Grassani, legale del Napoli, a radio Crc, sulla questione di un paventato procedimento compreso penalizzazione del Napoli per violazione della clausola compromissoria per un presunto ricorso avanzato contro l’elezione di Ezio Simonelli, come nuovo presidente della Lega Serie A.
Nuovo capitolo nella vicenda giudiziaria che coinvolge il Manchester City e per la quale i campioni in carica della Premier League rischiano anche la retrocessione.
Si è conclusa oggi l’udienza dei Cityzensper le 115 violazioni al Fair Play Finanziario inglese di cui sono accusati da parte della Premier League.
A riferirlo è il Daily Mail. Le argomentazioni conclusive del caso, aperto il 16 settembre scorso presso l’International Dispute Resolution Centre di Londra e portato avanti con il massimo riserbo, sono state presentate venerdì scorso a una commissione indipendente. LE ACCUSE NEL DETTAGLIO– La Premier League ha accusato il Manchester City di multiple violazioni alle regole finanziarie e di non aver collaborato ad una successiva indagine. Nel dettaglio, i Cityzens sono accusati di80 violazioni delle regole finanziarie tra il 2009 e il 2018 e di altre 35 per non aver collaborato a un’indagine della Premier League.
La Premier League ha presentato le accuse nel 2023, ma c’è stata una lunga attesa affinché il caso si svolgesse davanti a una commissione indipendente. Il City è accusato di non aver fornito informazioni finanziarie accurate tra il 2009 e il 2018, comprese le entrate dagli sponsor e i dettagli sugli stipendi di dirigenti e giocatori. Altre accuse, invece riguardano la violazione delle norme sulla sostenibilità finanziaria della UEFA e della Premier League. LA POSIZIONE DEL MANCHESTER CITY – Il City nega fermamente qualunque illecito.
COSA RISCHIA IL MANCHESTER CITY – Qualora tuttavia il City dovesse essere ritenuto colpevole di alcune delle accuse più gravi, riporta il Daily Mail, potrebbe essere colpito con enormi sanzioni pecuniarie. Ma non solo, la squadra allenata da Pep Guardiola rischia anche detrazioni di punti o addirittura la retrocessione in Championship, la seconda divisione inglese.
QUANDO ARRIVA LA SENTENZA – E’ altamente probabile, evidenzia la stampa britannica, che in assenza di un accordo qualunque sia la sentenza una delle due parti ricorrerà in appello. Di conseguenza, la decisione finale potrebbe arrivare anche alla fine del prossimo anno (2025), portando avanti questo dannoso limbo. I PRECEDENTI EVERTON E NOTTINGHAM FOREST– Nel corso della scorsa stagione, l’Everton e il Nottingham Forest hanno subito detrazioni di punti per violazione delle regole di profitto e sostenibilità del campionato.
Diversi direttori di gara italiani sono stati sanzionati dall’Agenzia delle Entrate per mancati versamenti fiscali sui compensi UEFA tra il 2018 e il 2022
La Procura federale della FIGC ha aperto da alcuni giorni un’indagine sull’evasione fiscale degli arbitri. Diversi direttori di gara italiani, tra cui anche Daniele Orsato e Gianluca Rocchi (entrambi ritirati, con il secondo che ora ricopre l’incarico di designatore), sono stati sanzionati dall’Agenzia delle Entrate per mancati versamenti fiscali sui compensi UEFA tra il 2018 e il 2022.
L’impulso – come anticipato da La Repubblica – è arrivato da un esposto diretto al procuratore generale dello Sport, Ugo Taucer. La denuncia contestava appunto le violazioni del Codice di giustizia sportiva e del regolamento dell’Associazione italiani arbitri. Dopo aver analizzato l’esposto, Taucer ha invitato la procura FIGC ad aprire il procedimento, come da sua prerogativa in base allo Statuto del Coni.
La procura dovrà ora analizzare gli atti sui casi di evasione fiscale accertati dalla Guardia di finanza, che riguarderebbero una cinquantina di arbitri. Le contestazioni riguardavano soldi guadagnati all’estero su cui non sono state pagate le tasse. Gli avvisi di accertamento dell’Agenzia delle Entrate, emessi a metà 2024, hanno spinto quasi tutti i coinvolti a sanare la loro posizione tramite il ravvedimento operoso, beneficiando così di sanzioni ridotte.
Una volta chiuse le indagini, che appunto saranno brevi, la Procura FIGC deciderà se far partire i deferimenti. Potrebbero essere contestati l’articolo 4 del Codice di giustizia sportiva, che rimanda ai principi di «lealtà, correttezza e probità», così come l’articolo 42 del regolamento AIA, che agli arbitri richiede un comportamento improntato «ai principi di lealtà, trasparenza, rettitudine e della comune morale, a difesa della credibilità ed immagine dell’AIA». In base alle norme, gli arbitri coinvolti rischiano una sanzione che può andare dalla semplice ammenda fino alla squalifica o inibizione.
Lunedì, 02 dicembre 2024
Gravina, chiuse le indagini sul presidente della Figc: è accusato di appropriazione indebita
La notizia arriva a ridosso della votazione per il rinnovo dei vertici della federazione. Nel mirino dei pm ci sono i diritti della Lega Pro e uno scambio di libri antichi. Il presidente sotto inchiesta anche per autoriciclaggio
Tecnicamente manca ancora la richiesta di rinvio a giudizio e l’udienza preliminare che, se reggeranno le accuse della procura di Roma, potrebbe costare a Gravina un posto riservato nel banco degli imputati. Da un punto di vista elettorale è una corsa contro il tempo. Ma dalle parti di piazzale Clodio la giustizia fa il suo corso a prescindere. Tutto per una compravendita di libri pregiati e antichi, di cui Gravina è cultore e collezionista.
Secondo il procuratore aggiunto Giuseppe Cascini, il numero uno del calcio italiano avrebbe mascherato dietro quell’affare un guadagno illecito.
Nel 2018, quando era ai vertici della Lega Pro, Gravina avrebbe ottenuto una ricompensa personale per aver conferito a un colosso del settore, la Isg, l’incarico di migliorare gli standard qualitativi della piattaforma di distribuzione degli eventi sportivi della Lega Pro e di progettare sistemi contro la pirateria. In giuridichese si parla di “appropriazione indebita in danno della Lega Pro mediante la sottoscrizione di un contratto di consulenza con la società inglese Isg a valori di gran lunga superiori a quello effettivo”.
Per aver affidato quella consulenza avrebbe dunque intascato del denaro, circa 200.000 euro, e poi lo avrebbe cercato di nascondere.
Due reati. Per scoprire il primo, i pm hanno seguito il denaro scoprendo che Gravina, tramite un paio di società che si sono rimpallate l’incarico, ha trovato un acquirente che in fine non ha finalizzato l’affare permettendo al presidente di guadagnare il “prezzo d’opzione”.
Si tratta di un’azienda inglese, la Ginko investment limited, “riconducibile all’imprenditore italiano Giovanni Prandi, leader della Assist group, in rapporti personali e commerciali con Figc/Gabriele Gravina”. La Ginko ha poi concluso l’affare con la Isg.
Il secondo reato ipotizzato riguarda invece il riciclaggio: avrebbe destinato la somma per pagare le rate di un mutuo per un appartamento a Milano. Una ricostruzione contro la quale gli avvocati che assistono Gravina, Leo Mercurioe Fabio Viglione, si sono sempre battuti. Ricordando anche che l’indagine Gravina è nata da un’attività non autorizzata di Pasquale Striano, il finanziere della Dna che accedeva abusivamente alle banche dati dell’Antimafia. Avrebbe iniziato a indagare dopo essersi incontrato con “persone vicine a Claudio Lotito, il quale aveva avuto ragioni di contrasto con il presidente della Figc, Gabriele Gravina”, ricordano gli atti sul finanziere spione.