Torna il bonus elettrodomestici: sconto del 30% fino a 100€, che diventano 200€ con ISEE pari o inferiore a 25.000 euro. Il decreto attuativo è atteso a giorni; il bonus sarà attivo dopo l’apertura della piattaforma, prevista entro fine ottobre. Per ottenere il bonus bisogna rottamare un elettrodomestico equivalente, ma di classe energetica inferiore. Basta registrarsi sulla piattaforma (gestita da PagoPA e Invitalia) e presentare il codice in negozio per ottenere lo sconto diretto. Ammessi: frigoriferi, lavatrici, asciugatrici, lavastoviglie, forni, piani cottura, apparecchi per ventilazione e riscaldamento. Esclusi i piccoli. Gli elettrodomestici devono essere prodotti nell’UE e avere classe energetica elevata (es. classe A per lavatrici e forni). Il bonus promuove il rinnovo di apparecchi vecchi e poco efficienti, riducendo consumi e impatto ambientale. La piattaforma PagoPA assicura rimborsi rapidi ai rivenditori e controlli automatici sull’ISEE tramite l’INPS. Chi non ha dimestichezza con le tecnologie potrà affidarsi ai rivenditori per gestire la procedura.Fondi limitati a 48 milioni di euro: la misura è valida per un solo elettrodomestico per nucleo familiare e durerà finché ci saranno risorse disponibili.
Assocertificatori, volontà di proseguire percorso in sicurezza
Assocertificatori annuncia il rinnovo dell’intesa con l’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID) e il Dipartimento per la Trasformazione Digitale della Presidenza del Consiglio dei Ministri per prolungare la convenzione per la gestione del Sistema Pubblico di Identità Digitale (SPID) per ulteriori cinque anni.
“L‘aggiornamento della convenzione conferma il ruolo strategico di Spid – dichiara Andrea Sassetti, Presidente di Assocertificatori – e testimonia la volontà di proseguire un percorso condiviso verso il futuro dell’identità digitale italiana ed europea, nel segno della sicurezza, dell’innovazione e della sostenibilità“
Il sisma, localizzato a 7 chilometri di profondità e registrato alle 14:29, è stato avvertito in diversi comuni del Foggiano
BARLETTA – Una scossa di terremoto di magnitudo 3.6 è stata registrata oggi, martedì 7 ottobre 2025, al largo della Costa Garganica, in provincia di Foggia. Il sisma è stato rilevato alle 14:29 ora italiana (12:29 UTC) dalla Sala Sismica dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV)di Roma.
Secondo i dati ufficiali, l’evento tellurico è avvenuto auna profondità di 7 chilometri, con epicentro individuato alle coordinate 41.9392 di latitudine e 15.4527 di longitudine. La scossa, di moderata intensità, è stata avvertita in varie località del nord della Puglia, ma non si segnalano danni a persone o cose.
L’epicentro è stato avvertito anche aSan Severo, aManfredonia, aFoggia, a Cerignola e aBarletta.
Numerose segnalazioni sono giunte ai centralini dei Vigili del Fuoco e delle forze dell’ordine da cittadini che hanno percepito un lieve tremore, soprattutto ai piani alti degli edifici. Tuttavia, dai primi sopralluoghi non risultano criticità strutturali né emergenze.
Il fenomeno rientra nell’attività sismica tipica dell’area del Gargano, zona considerata a media sismicità per la sua posizione geologica. Gli esperti dell’INGVcontinueranno a monitorare l’area per verificare l’eventuale presenza di repliche nelle prossime ore.
Quattro morti nell’impatto con un tir: nelle statistiche dell’Inail saranno decessi “in itinere”, ma la loro tragedia racconta le reali condizioni di lavoro in agricoltura
Il più giovane di tutti era Singh Jaskaran, aveva 20 anni. Il più anziano, si fa per dire, si chiamava Kumar Manoj e ne aveva 34. Singh Surjit e Singh Harwinder ne avevano rispettivamente 33 e 31. Indiani, non pakistani come era stato detto in un primo momento. La loro morte verrà catalogata come “incidente in itinere” nelle fredde statistiche dell’Inail riguardo ai morti sul lavoro. Un dato che solitamente racchiude i nomi di coloro che sono vittime di un incidente stradale, ad esempio, mentre ritornano dal luogo sul quale avevano prestato la loro fatica. Alcune volte è il fato, in tanti casi colpa della stanchezza. Resta da chiarire cosa sia invece in questa circostanza, se non l’ennesimo episodio che racconta – ancora una volta – dellasicurezza sul lavoro e delle condizioni di lavoro nelle campagne italiane, cristallizzando a quali braccia e con quale grado di sfruttamento si consegni la raccolta di frutta e verdura che riempiono gli scaffali dei supermercati e poi le tavole delle famiglie.
Perché Kumar e gli altri braccianti agricoli viaggiavano con altri sei connazionali a bordo di una Renault Scenic. Un’auto che ha sette posti, eppure loro erano costretti a viaggiarci in dieci. Una situazione che ha certamente inciso sul bilancio della strage: 4 morti, sei feriti. Un’imprudenza evidentemente “necessaria”, ci si passi il termine, se il gruppo di lavoratori aveva deciso di rischiare così tanto. Si sono schiantati contro un furgone Iveco Eurostar lungo la la strada statale 598 Fondovalle dell’Agri, in territorio di Scanzano Jonico, in provincia di Matera, zona a forte vocazione agricola per l’ortofrutta. Cinque altri connazionali, feriti, sono stati trasferiti all’ospedale di Policoro, l’ultimo occupante della vettura – il più grave tra i sopravvissuti – è al San Carlo di Potenza.
Il triste peana si è alzato immediato. Il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, ha espresso il proprio cordoglio e a nome di tutta la comunità lucana “si stringe intorno alle vittime e ai loro cari”. E poi? Cosa c’è oltre la commozione e le belle parole? Quanti Singh e Kumar, oggi e domani e ancora lunedì e così via, non avranno altra scelta per tornare a lavorare nei campi, spesso sottopagati e senza tutele? La Cisl e la Fai Cisl della Basilicata hanno ricordato che esiste una necessità, di fronte all’ennesima strage sul lavoro, quello più povero e invisibile: “Davanti ad una tragedia di tale portata – hanno dichiarato i segretari generali regionaliVincenzo Cavallo e Raffaele Apetino – non possiamo limitarci al cordoglio e alla solidarietà: serve rilanciare l’impegno di tutti per affrontare con urgenza e maggiore incisività il tema degli infortuni in itinere, troppo spesso dimenticati ma purtroppo sempre più frequenti tra i lavoratori agricoli e stagionali”
Per il sindacato, che ha chiesto un tavolo specifico alle istituzioni, “è necessario e non più rinviabile investire nel rafforzamento del trasporto pubblico locale, garantendo soluzioni sicure e dignitose per le migliaia di braccianti che ogni giorno si spostano per raggiungere i luoghi di lavoro. Non è accettabile – hanno detto – che uomini e donne che quotidianamente danno un contributo fondamentale alla nostra economia debbano rischiare la vita per il lavoro. Serve responsabilità e maggiore cooperazione tra istituzioni, imprese e parti sociali per costruire una rete di sicurezza che metta al centro la vita e la dignità del lavoro, a partire da una riprogrammazione del trasporto pubblico locale”. Alice Meocci, segretaria nazionale della Uila, ha evidenziato come i lavoratori agricoli “tra i molteplici rischi cui sono esposti, affrontano anche quello di dover fare spesso centinaia di chilometri prima di raggiungere all’alba i campi e ritornare la sera a casa percorrendo strade pericolose e spesso non manutenute”. Per questo, la sindacalista ha richiesto “maggiori controlli” e che il tema dei trasporti “sia considerato centrale nelle politiche sulla sicurezza e nel contrasto allo sfruttamento della manodopera”.
La revoca respinta per un solo voto all’Europarlamento
Ilaria Salis è salva. Per un solo voto è stata respinta la richiesta di revoca dell’immunità. La plenaria di Strasburgo ha approvato a scrutinio segreto l’immunità a favore dell’eurodeputata Avs, chiesta dal governo ungherese di Viktor Orban. Confermato dunque il no della commissione affari giuridici (Juri) lo scorso 23 settembre. Il verdetto era appeso a un filo.
“Questo voto è una vittoria per la democrazia, lo stato di diritto e l’antifascismo. Questa decisione dimostra che la resistenza funziona. Dimostra che quando rappresentanti eletti, attivisti e cittadini difendono insieme i valori democratici, le forze autoritarie possono essere affrontate e sconfitte“. Lo scrive in una nota l’eurodeputata che al verdetto è stata abbracciata dai suoi colleghi. Scene di esultanza in tutto il campo del centrosinistra.
Un eurodeputato ungherese si è lamentato del malfunzionamento di una scheda di voto e ha chiesto di ripetere il voto, ma la presidente Roberta Metsola ha respinto la richiesta.
L’attesa del voto – Poco prima del voto, il presidente del gruppo popolare al Parlamento europeo, Manfred Weber aveva spiegato: “Come Ppe siamo favorevoli al rispetto dello stato di diritto e quindi al rispetto regolamento del Parlamento europeo: i nostro consiglieri giuridici ci hanno detto che è giusto revocare l’immunità a Salis perché il suo reato è stato commesso prima del suo mancato. Noi siamo per le regole, non bisogna politicizzare la questione“.
Nell’attesa la protagonista sui social aveva provato a ostentare sicurezza.
Buongiorno da Strasburgo. Oggi sarò in Aula, a testa alta, ad affrontare il verdetto del Parlamento europeo. Grazie per tutti i pensieri di affetto e solidarietà – valgono molto per me❤️
“Buongiorno da Strasburgo, oggi sarò in Aula, a testa alta, ad affrontare il verdetto del Parlamento europeo. Grazie per tutti i pensieri di affetto e solidarietà, valgono molto per me” scrive su X l’eurodeputata di Avs.
L’ira di Salvini e Vannacci: “Vergogna” – “Accusata di lesioni aggravate potenzialmente letali e altre condotte criminose in concorso con altri, all’interno di un’organizzazione criminale. Ma col trucchetto del voto segreto, richiesto dai gruppi di sinistra, anche qualcuno che si dice di ‘centrodestra’ ha votato per salvare la signora Salis dal processo. Vergogna!“. Lo afferma sui social il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini.
“Solo una parola“. Lo scrive sui social l’europarlamentare Roberto Vannacci, che posta anche un’immagine di Ilaria Salis con la scritta ‘vergogna‘.
Decisione del Parlamento Europeo sulla richiesta di revoca dell’immunità di Ilaria Salis
Decisione del Parlamento Europeo sulla richiesta di revoca dell’immunità di Ilaria Salis Data: 7 ottobre 2025 Documento ufficiale: Report on the request for the waiver of the immunity of Ilaria Salis (A10-0183/2025) Considerato che:
Il Tribunale regionale di Budapest ha chiesto al Parlamento europeo di revocare l’immunità dell’onorevole Ilaria Salis, in relazione a procedimenti penali aperti nei suoi confronti.
I fatti oggetto della richiesta riguardano presunti episodi di lesioni aggravate avvenuti a Budapest nel febbraio 2023, prima dell’elezione dell’onorevole Salis al Parlamento europeo.
In base all’articolo 9 del Protocollo n. 7 sui privilegi e immunità dell’Unione europea, i deputati al Parlamento godono dell’immunità nel territorio di ogni Stato membro, salvo in caso di flagranza di reato o se il Parlamento rinuncia espressamente a tale immunità. Il Parlamento osserva che:
Le autorità ungheresi non hanno dimostrato che gli altri partecipanti ai medesimi fatti, compresi individui appartenenti a movimenti di estrema destra, siano stati perseguiti con la stessa severità.
Le condizioni di detenzione e il trattamento riservato a Ilaria Salis durante il procedimento sollevano dubbi sulla proporzionalità e sull’equità dell’azione giudiziaria.
Vi sono elementi che suggeriscono l’esistenza di un fumus persecutionis, ossia che il procedimento possa essere motivato da considerazioni politiche o ideologiche piuttosto che esclusivamente giuridiche.
Il Parlamento non si pronuncia nel merito delle accuse, ma deve assicurare che il suo potere di rinunciare all’immunità non sia usato come strumento di persecuzione politica. Di conseguenza, il Parlamento Europeo:
Decide di non rinunciare all’immunità dell’onorevole Ilaria Salis.
Incarica la Presidente del Parlamento di trasmettere la presente decisione, insieme al rapporto della Commissione per gli Affari Giuridici, al Tribunale regionale di Budapest, al Governo ungherese e all’onorevole Ilaria Salis. Fonte ufficiale: Documento A10-0183/2025 – Parlamento Europeo
SENIGALLIA – Una forte scossa diterremotoè stata distintamente avvertita lungo tutta la costa centro-settentrionale delleMarche. L’epicentro della scossa di Magnitudo 4.2 (inizialmente era stata stimata da Ingv in 4.4, poi è stata declassata di due punti) è stato localizzato, alle 12.13, nel tratto di mare a poco più di 30 km al largo di Pesaro e Fano, ma ha creato un certo allarme anche nella zona costiera della provincia di Ancona. La scossa ha avuto origine a circa 8 km di profondità. Non ci sono notizie di danni consistenti a persone o cose. A Senigallia, in alcunescuole, gli alluni sono stati fatti uscire in anticipo. Evacuata la scuola De Amicis di corso Amendola ad Ancona, dove c’è anche la scuola materna Piaget.
Lo sciame sismico –Poco più tardì, alle 12.22, si è verificata una scossa più piccola (magnitudo 2.5) con il medesimo epicentro a 6 km di profondità. Alle 12.50 la terza replica: epicentro leggermente più a sud di quelle precedenti e magnitudo 1.7, infine alle 14.15 un 1.8 a 10 km di profondità.
La mappa della sismicità – Dalla mappa della sismicità dal 1985 ad oggi – si legge sul sito Ingv – notiamo che l’epicentro di questo terremoto ricade nell’area della sequenza sismica del novembre/dicembre 2022, che ha fatto registrare due importanti terremoti di magnitudo superiore a 5.0, entrambi il 9 novembre del 2022 (Mw 5.5 e Mw 5.2).
In particolare il terremoto di magnitudo Mw 5.5 delle 07:07 del mattino del 9 novembre ha avuto risentimenti molto estesi in un’area molto vasta dell’Italia centro settentrionale, in particolare lungo la costa Adriatica, dal Friuli alla Puglia. Questo evento è stato seguito a distanza di circa un minuto da un secondo terremoto di magnitudo Mw 5.2 alle 7:08 ora italiana. La quasi concomitanza dei due eventi è stata percepita dalla popolazione come un unico evento di lunga durata.
La sequenza sismica fece registrare nei giorni e mesi successivi centinaia di eventi, superando, in alcuni casi, magnitudo 4.0 come per quello del 13 settembre 2023 (Mw 4.0).
L’organo che governa il calcio europeo “conferma la sua opposizione a giocare partite di campionato all’estero”. Poi però “approva due richieste in via eccezionale”. L’altra è Villarreal-Barcellona
Non è ancora ufficiale, ma quasi. Milan-Como si giocheràa Perth. La Uefaha detto sì: la partita della 24a giornata di serie A si giocherà in Australia. A meno di clamorosi colpi di scena dalla Fifa, che dovrà autorizzare, ma che da tempo ha lasciato intendere di essere favorevole.
Milan-Como a Perth, la Uefa dice sì – Il vero scoglio era la Uefa. E infatti, il paradosso di questo via libera, è che nasce come se fosse un no: “La Uefa conferma la sua opposizione alle partite di campionato nazionali disputate all’estero”, dice per prima cosa il comunicato ufficiale. per poi spiegare che, però, “due richieste sono state approvate in via eccezionale a causa delle lacune normative a livello globale”. In pratica, per colpa delle norme Fifa – questo sostiene la Uefa – Milan-Como e Villarreal-Barcellona, sono autorizzate a traslocare all’estero, portando per la prima volta nella storia due partite delle maggiori leghe europee a giocarsi non solo fuori dai confini nazionali, ma addirittura in un altro continente.
Le ragioni della Uefa – La Uefa ha spiegato che la discussione era entrata nel vivo dopo l’esecutivo del mese scorso a Tirana e che le consultazioni successive avevano “confermato la diffusa mancanza di sostegno, già sollevata da tifosi, altre leghe, club, giocatori e istituzioni europee, in merito al concetto di partite di campionato nazionali trasferite all’estero”. ma come in molte storie c’è un ma: “Dato che il quadro normativo Fifa, attualmente in fase di revisione, non è sufficientemente chiaro e dettagliato, il Comitato Esecutivo Uefa ha preso a malincuore la decisione di approvare, in via eccezionale, le due richieste a lui sottoposte. La Uefa contribuirà attivamente al lavoro in corso condotto dalla FIFA per garantire che le future regole rispettino l’integrità delle competizioni nazionali e lo stretto legame tra club, tifosi e comunità locali”.
Le motivazioni e il tavolo di riforma – Ora la palla passerà al tavolo della Fifa. Con lui la Uefa – ma l’Italia avrà parte attiva – dovrà sedersi per scrivere la nuova regolamentazione in materia. Sarà costituito un gruppo di lavoro all’interno della Fifa per integrare “le lacune del regolamento” evidenziate dalla Uefa ma anche analizzare richieste e necessità dei club, ma sempre tenendo in considerazione i principi cardine dell’organizzazione e mantenendo un ruolo di supervisore sulle decisioni delle singole federazioni.
Vestiti di rosso, chiedono al governo di ‘fermare il genocidio’
La terza protesta del movimento Linea Rossa per Gaza è iniziata oggi al Museumplein di Amsterdam, dove decine di migliaia di persone vestite di rosso si sono già radunate.
Chiedono al governo olandese di “fermare il genocidio e porre fine all’occupazione della Palestina“.
Dal palco, dove si sono alternati vari oratori tra cui l’ex ministra e attivista Hedy d’Ancona, è stato dato il via alla manifestazione. Intorno alle 13.40 i primi gruppi sono partiti in corteo attraverso le vie della capitale, ha riferito Anp. Secondo l’organizzazione, sono attese fino a 250.000 persone alla protesta della Linea Rossa, riferisce De Telegraaf. La piazza e la vicina Van Baerlestraat erano completamente gremite, con partecipanti in aumento. Tra bandiere palestinesi e cartelli con scritte come “Cibo, non bombe“, “Fate qualcosa” e “Smettete di uccidere i bambini“, i manifestanti – di tutte le età – hanno scandito slogan come “Palestina libera!” e “Stop al genocidio“. Alla manifestazione, riferisce ancora Anp, hanno aderito anche organizzazioni ebraiche, tra cui Another Jewish Voice, e familiari dei cittadini olandesi che si trovavano a bordo della Gaza Sumud Flotilla, le cui imbarcazioni sono state intercettate da Israele la scorsa settimana. Alcuni partecipanti erano visibilmente commossi; un gruppo vestito di nero, il cosiddetto “blocco del boicottaggio“, ha dichiarato che “il tempo delle sole proteste simboliche è finito“, chiedendo boicottaggio, disinvestimento e sanzioni contro Israele. “Per noi è chiaro – hanno affermato – che tutte le linee rosse sono state già oltrepassate da bombardamenti, blocchi, apartheid, decenni di occupazione coloniale e genocidio“. Ledue precedenti proteste della Linea Rossa all’Aia, avevano attirato rispettivamente 100.000 e 150.000 partecipanti.
ROLEX SHANGHAI MASTERS 2025 – Il n° 2 del mondo si ritira sul punteggio di 6-7 7-5 3-2 per i crampi, dopo aver preso un break sostanzialmente da fermo. Vinto il primo parziale al tie-break e perso il secondo a causa di un passaggio a vuoto al photofinish, l’altoatesino comincia ad avvertire dolori muscolari a metà terzo ed è costretto ad alzare bandiera bianca dopo un game in cui si è trascinato.
Alza bandiera bianca al terzo turno Jannik Sinner, che non difenderà il titolo al Rolex Shanghai Masters 2025. Il n° 2 del mondo si piega ai crampi che lo hanno colpito a metà del terzo set, che lo hanno costretto a servire da fermo fondamentalmente e che hanno fatto sì che per due game si trascinasse in campo a fatica senza nemmeno riuscire a fare due passisenza accovacciarsi a metà. Nullo l’intervento del fisioterapista, dopo il quale Jansi rialza e stringe la mano a Tallon Griekspoor, che si qualifica dunque agli ottavi di finale.
Jannik costretto a ritirarsi per crampi al Masters di Shanghai. Griekspoor passa agli ottavi di finale con il punteggio di 6-7, 7-5, 3-2 ret. pic.twitter.com/Lfrwz69KE9
Quello che va in scena al Rolex Shanghai Masters 2025 tra Jannik Sinnere Tallon Griekspoor è un primo set tutt’altro che emozionante. Da una parte il n° 2 del mondo è ineccepibile al servizio, proponendo prime e seconde con la medesima solidità e vincendo la maggior parte degli scambi prolungati, nei quali il suo avversario o fatica ad entrare o comunque cede il passo troppo presto. Dall’altra l’olandese tiene bene in battuta e così riesce a non concedere nemmeno una palla break. Al tie-break, naturale epilogo di un parziale tanto equilibrato, ha la meglio Jan, che piazza una risposta tra le stringhe e costringe il neerlandese all’errore, per poi amministrare il doppio vantaggio acquisito.
Tallon Griekspoor rientra in campo dopo un lungo toilet break e pronti via si conquista la prima palla break del match, approfittando anche di un brutto errore di dritto di Jannik Sinner. Quest’ultimo, comunque, con un ace, uno smash e uno schiaffo al volo si salva. Nel game succesivo arrivano le prime occasioni anche per il n° 2 del mondo, che se le guadagna con un rovescio lungolinea in allungo e con un passante stretto e basso, ma viene ricacciato indietro dal suo avversario, bravo a chiudere con smorzata e lob. Il set prosegue liscio fino al 4-3, quando l’azzurro si porta sullo 0-40anche grazie a due risposte fulminanti, ma subisce il rientro del neerlandese, che piazza due ace e comunque si aggrappa al servizio. Sul 5-5 c’è un passaggio a vuoto di Jan, che perde il turno di battuta a zero, commettendo 3 non forzati e permette al suo dirimpettaio di riportarsi in parità nel computo dei parziali.
In avvio di terzo set sembra essersi ritrovato Jannik Sinner, che tiene per due volte il proprio turno di servizio a zero, senza soffrire apparentemente nulla. Sul 2-1, con Tallon Griekspoor al servizio, arrivano i crampi a divorarlo e a costringerlo a rispondere da fermo, senza riuscire chiaramente ad incidere. Per l’intervento del fisioterapista, già avvertito, serve però il cambio campo e quindi Jandeve per forza andare a servire. Lo fa, ma non riesce a reggersi in piedi e le prime gli escono di metri. Risultato? Break dell’olandese e finalmente intervento dei sanitari, che lo devono accompagnare alla panchina, perché davvero non può fare nulla sulle proprie gambe. L’intervento è comunque poco proficuo e, dopo essersi rialzato in piedi, il n° 2 si ritira e stringe la mano al suo avversario, che stacca il pass per gli ottavi.
Il coordinatore di Base Italia: “Droni e missili balistici sono arrivati vicino al nostro convoglio, è stato spaventoso”
Attacco con missili a Leopoli – STRINGER / AFP
AGI – “Abbiamo vissuto ore drammatiche”. Marco Bentivogli, coordinatore di Base Italia è ancora scosso dalla notte di paura trascorsa insieme a oltre cento attivisti italiani su un treno che si è trovato sotto un attacco russo a Leopoli. “Droni e missili balistici sono arrivati vicino al nostro convoglio, siamo stati salvati dalla contraerea ucraina“.
Allamissione umanitaria partecipano più di trenta associazioni, tra cui Azione cattolica, Anci, MoVI, Masci, Agesci, Fondazione Gariwo, Piccoli Comuni del Welcome, Reti della carità e Progetto Sud. “Siamo partiti da Kharkiv – racconta ancora Bentivogli all’Agi – adesso abbiamo raggiunto la Polonia e la situazione è più tranquilla ma a Leopoli è stato spaventoso. Ci hanno protetto gli ucraini, un popolo meraviglioso“. L’ambasciata italiana a Kiev si è messa in contatto con gli attivisti e, a quanto si è appreso dalla Farnesina, i 110 volontari stanno tutti bene.
“Quest’ultima missione – dice ancora Bentivogli – è stata costruita nel corso di quest’anno. Abbiamo realizzato decine di incontri online con la società civile ucraina per costruire progetti sulle loro reali necessità. A Kharkiv abbiamoincontrato i vertici dell’Università, che dallo scoppio della guerra è stata chiusa solo 2 settimane nonostante abbia subito 24 attacchi e in parte distrutta. Abbiamo incontrato anche lavoratori e imprese di “Risetogheter”, in molti casi aziende raseal suolo in cui gruppi di lavoratori stanno raccogliendo i fondi per ricostruirle. Abbiamo organizzato gemellaggi tra sindaci italiani e ucraini.Insieme al nunzio apostolico Visvaldas Kulbokas, il vescovo cattolico e greco cattolico e ortodosso ci siamo riuniti in preghiera al cimitero in onore dei caduti per difendere Kharkiv e dei caduti di tutte le guerre“. Conclude Bentivogli: “L’Ucraina difende il mondo da 1319 giorni. Saremo al loro fianco fino a quando sarà necessario“.
Per la prima volta una coppia vince per due anni di fila l’Atp 1000 cinese
Errani e Paolini vincono il China Open 2025 – Greg Baker / AFP
AGI – Sara Errani e Jasmine Paolini hanno vinto il China Open di Pechino battendo in finale lagiapponese Miyu Kato e l’ungherese Fanny Stollar in tre set con il punteggio di 6-7, 6-3, 10-2. Errani e Paolini, al quarto trionfo stagionale e al nono complessivo, sono la prima coppia a riuscire a vincere per due anni di fila l’Atp 1000 cinese. Ora sono seconde nella Race e già matematicamente qualificate per il secondo anno consecutivo per le Wta Finals.
“Ci siamo molto divertite in queste due settimane. Abbiamo giocato un ottimo torneo“, ha commentato Errani. “Sono molto fortunata di avere l’opportunità di giocare con Jas, sappiamo quanto sia difficile impegnarsi in singolare e in doppio nel circuito“, ha aggiunto la 38enne emiliana. “È stata una finale dura“, ha ammesso Paolini, “siamo riuscite a rimontare. Grazie a tutti, al nostro team e a Sara, è sempre bello poter giocare il doppio con lei, mi sta aiutando tanto anche in singolare“.
La finale contro l’inedita coppia Kato-Stollar, approdata all’ultimo atto dopo il forfait in semifinale di Priscilla Hone Karolina Muchova per un problema al piede della ceca, è durata un’ora e 34 minuti ed e’ stata molto equilibrata. Sara e Jas hanno chiuso con 20 vincenti a fronte di 12 errori non procurati: 20 contro 27 il bilancio delle loro avversarie.
La sfida è stata decisa dal match tie-break in cui le azzurre sono partite bene (3-0)con un doppio mini-break e si sono portate sul 4-0.Kato/Stollar si riprendono un mini-break (4-1) fino al 9-2 che ha fruttato ben 7 match-point consecutivi: al primo Errani ci ha messo la volée di diritto e ha chiuso sul 10-2.
A PechinoErrani e Paolini hanno lasciato appena cinque game alla russa Kromacheva e all’indonesiana Sutjiadi, addirittura tre negli ottavi all’ucraina Kichenok e all’australiana Perez prima del successo nei quarti senza nemmeno scendere in campo sulla russa Rakhimova e sulla tedesca Siegemund. Poi un’altra vittoria netta in semifinale sulla taipanese Hsieh e la lettone Ostapenko (n.6).
Alle 23.28 di ieri un evento di lieve intensità è stato registrato a ovest dell’isola che si trova di fronte il capoluogo siciliano. Il presidente dell’Ingv: “Si tratta notoriamente una zona in cui la parte nord della Sicilia sta convergendo con la parte meridionale del Tirreno generando movimenti di tipo compressivo”
L’epicentro del terremoto delle 23.29 di ieri sera al largo di Ustica
La terra continua a tremare lungo la fascia tirrenica tra il Messinese e il Palermitano. Sono 15, l’ultima alle 3 di stanotte, le scosse di terremoto registrate dall’Ingv, istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, dopo quella più intensa di magnitudo 4.8 delle 16.19 di ieri. Un evento, molto lieve, è stato segnalato alle 23.28 di ieri al largo di Ustica, tutti gli altri con epicentro in mare non lontano da Filicudi e Alicudi, le isole delle Eolie più vicine a Palermo.
Il presidente dell’Ingv, Carlo Doglioni ha detto che i terremoti sono dovuti al movimento di convergenza tra la parte settentrionale della Sicilia e la parte meridionale del Tirreno. “La zona colpita si trova in una fascia che corre da est verso ovest, grossomodo dalle Eolie a Ustica, che è notoriamente una zona in cui la parte nord della Sicilia sta convergendo con la parte meridionale del Tirreno generando terremoti di tipo compressivo“, ha affermato Doglioni. “È escluso ogni tipo di legame con i recenti terremoti di Santorini, che invece rientrano in un contesto geodinamico completamente distinto e separato. L’evento rilevato alle Eolie, come osserva il direttore dell’Osservatorio Etneo di Catania Stefano Branca, è stato di media intensità e profondità, in linea con l’attività sismica della zona interessata“, ha aggiunto Doglioni.
“La zona interessata dalla sequenza sismica in corso – si legge in un report dell’Ingv diffuso dopo la forte scossa di ieri pomeriggio – appartiene a una più ampia fascia di deformazione ben nota per la sismicità precedente. Si tratta di una fascia orientata in senso circa est-ovest che corre parallelamente alla costa settentrionale siciliana (30-50 chilometri a nord di essa) che in passato ha avuto terremoti di magnitudo fino a circa 6, tra i quali ricordiamo quello al largo di Palermo nel settembre 2002“.
Dopo la massiccia adesione ai cortei di venerdì in tutta Italia per cui la Cgil ha parlato di “oltre due milioni di persone in 100 piazze”. Tajani: “Grazie alle forze dell’ordine, vicino alle decine di agenti feriti da estremisti”
A Roma ha preso il via la grande manifestazione pro-Pal. “Stiamo bloccando tutto. Siamo oltre 600mila persone”. Lo ha detto Maya Issa, la presidente del movimento degli studenti palestinesi. Durante i controlli predisposti lungo le principali arterie di accesso alla città, le forze dell’ordine hanno intercettato un‘auto e due pullman contenenti materiale considerato pericoloso. All’interno dei mezzi sono stati trovati maschere antigas, tute monouso – solitamente usate per evitare l’identificazione da parte delle autorità – oltre a bastoni in metallo e legno. Tutto l’equipaggiamento è stato sequestrato. Venerdì in tutta Italia si è registrata una massiccia adesione ai vari cortei organizzati per Gaza e per la Flotilla. La Cgil ha parlato di “oltre due milioni di persone in 100 piazze“. Scontri etensionitra manifestanti e forze dell’ordine si sono verificati da Torino a Milano, da Bologna a Ferrara. Le tangenziali sono state bloccate in diverse città, mentre sul fronte dei trasporti non sono mancati i disagi, soprattutto per chi viaggiava in treno, tra ritardi e cancellazioni. A Pisa, i manifestanti hanno invaso la pista dell’aeroporto, portando alla sospensione temporanea dei voli.Tajani: “Grazie alle forze dell’ordine, vicino alle decine di agenti feriti da estremisti“.
16:17 –Corteo pro Pal Roma: “Siamo oltre 600mila” – “Stiamo bloccando tutto. La coda è ancora a Piramide, siamo oltre 600mila persone“. Lo ha detto Maya Issa, la presidente del movimento degli studenti palestinesi dal camion di apertura del corteo nazionale a Roma per Gaza, mentre la testa del corteo stava arrivando a via Merulana.
14:58 – Corteo Roma, sequestrate maschere antigas e mazze su auto e pullman – Durante i controlli predisposti lungo le principali arterie di accesso a Roma in previsione della manifestazione a sostegno della Palestina, le forze dell’ordine hanno intercettato un’auto e due pullman contenenti materiale considerato pericoloso. All’interno dei mezzi sono stati trovati maschere antigas, tute monouso – solitamente usate per evitare l’identificazione da parte delle autorità – oltre a bastoni in metallo e legno. Tutto l’equipaggiamento è stato sequestrato. A bordo dei veicoli vi erano circa 60 persone, che sono state accompagnate negli uffici di polizia per l’identificazione e ulteriori verifiche.
14:54 – Pro-Pal: “Stanno bloccando pullman e macchine verso Roma” – “Compagni in arrivo dalla Toscana ci scrivono per sapere se davvero i pullman sono fermi al casello di Roma Nord, bloccati dalle forze dell’ordine per impedire l’arrivo alla manifestazione“, è la denuncia degli attivisti del coordinamento pro-Pal e Flotilla alla manifestazione nazionale a Roma. “Non solo a nord – aggiunge un altro studente – ci sono controlli serrati anche a sud e a est della città: i mezzi vengono fermati per ispezioni a tappeto“. Dai gruppi pro-Palestina arrivano segnalazioni anche dalle stazioni ferroviarie: “a chi scende dai treni vengono fatte perquisizioni capillari, si vuole scoraggiare la partecipazione.” “A Roma Nord stanno fermando tutti i pullman, controllano uno a uno i passeggeri“, affermano i manifestanti.
14:54 – Partito corteo pro-Pal a Roma, decine di migliaia in piazza . “Stop complicità con Israele contro occupazione e genocidio, con la resistenza Palestinese“. E ancora: “Stop al genocidio, stop accordi con Israele, libertà per Anan, Ali e Mansour –Palestina libera” con questi grandi striscioni in testa, partito il corteo di Roma a sostegno della Flotilla e di Gaza. Dal megafono la richiesta degli organizzatori a non esporre bandiere di partiti o sindacati ma solo la bandiera della Palestina. Già decine di migliaia le persone che hanno invaso piazza di Porta San Paolo e le vie limitrofe. Il corteo è appena partito e arriverà a porta San Giovanni.
14:52 -Lo Russo: Torino non è ostaggio di pochi antagonisti – “Torino non è ostaggio di poche centinaia di antagonisti che la stanno rovinando indebolendo la causa palestinese“. Il sindaco Stefano Lo Russo commenta così le violenze degli ultimi giorni che, precisa, “nulla hanno a che spartire con le decine di migliaia di persone che ieri hanno manifestato pacificamente e, men che meno, con la causa palestinese“. “Sono in corso indagini: auspico che le persone identificate vengano assicurate alla giustizia e i responsabili siano perseguiti per i danni“, aggiunge invitando la politica a condannare le violenze senza strumentalizzarle: “il richiamo alla responsabilità arrivi a tutti”.
13:41 – Comitato ordine pubblico Torino: “Serve una risposta istituzionale decisa” – Dopo gli incidenti della notte nel centro di Torino, al termine del corteo per Gaza, è necessaria “una risposta istituzionale decisa e corale, a tutti i livelli, nei confronti di quanti, così come è già successo in passato, si sono resi protagonisti di comportamenti inaccettabili ai danni delle forze di polizia e della città, speculando con finalità violente qualsiasi movimento di protesta“. È quanto è emerso oggi dal Comitato provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica convocato stamane dal prefetto di Torino Donato Cafagna. Alla riunione ha partecipato anche il sindaco Stefano Lorusso e il rappresentante della procura.
11:46 – Tajani: “In Parlamento cattivi maestri, abbassare i toni” – “Sono settimane che diciamo di abbassare i toni“, “non mi faccio intimidire da chi mi vuole mettere a testa in giù“. Lo ha detto a Firenze il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani tornando sulle manifestazioni di ieri. “Però ci sono cattivi maestri. Quando sento parlamentari dell’opposizione che nei loro interventi in aula dicono che la rabbia popolare può portare a legittime distruzioni di negozi e vetrine mi preoccupo. Perché, come rappresentante delle istituzioni, dovrebbero dire l’esatto contrario, ‘sì alle manifestazioni e no alla violenza“.
07:51 – Oggi nuovo corteo pro-Pal a Roma, percorso e orari: la partenza alle 14:30 da piazzale Ostiense – Dopo la grande adesione ai cortei di venerdì in tutta Italia per cui la Cgil ha parlato di “oltre due milioni di persone in 100 piazze“, a Roma è arrivato il giorno della grande manifestazione per Gaza. In piazza, oltre alle sigle pro-Pal, ci saranno sindacati, collettivi studenteschi e società civile. Il corteo, che dovrebbe partire per le 14:30 da piazzale Ostiense arriverà a piazza di Porta San Giovanni, percorrendo viale della Piramide Cestia, piazza Albania, viale Aventino, piazza di Porta Capena, via di San Gregorio, via Celio Vibenna, piazza del Colosseo, via Labicana e via Merulana.
Il corteo partirà da piazzale Ostiense fino a Porta San Giovanni
AGI – Roma anche oggi scende in piazza per la manifestazione nazionale indetta da associazioni pro-palestinesi, sigle sindacali e collettivi studenteschi a sostegno di Gaza e della Palestina. Migliaia di persone si muoveranno, a partire dalle ore 14.30, da piazzale Ostiense a piazza di Porta San Giovanni.
Come riporta il sito del comune, il corteo passerà per viale della Piramide Cestia, piazza Albania, viale Aventino, piazza di Porta Capena, via di San Gregorio, via Celio Vibenna, piazza del Colosseo, via Labicana e via Merulana. Le strade saranno chiuse al traffico almeno fino alle 19
Già dalla mezzanotte antecedente sono stati predisposti sgomberi e divieti di sosta nelle aree di passaggio e limitrofe. Ci sarà anche lo spostamento delle postazioni taxi di piazza di Porta San Giovanni e piazzale Ostiense, così come saranno deviate le linee bus C3, 3, 16, 23, 30, 51, 75, 77, 81, 83, 85, 87, 96, 117, 118, 160, 280, 360, 590, 628, 714, 715, 716, 719, 769, 775, 780, 792, MC e MC3.
Oltre 100mila persone in marcia al mattino. Nel pomeriggio uno spezzone si è staccato dal corteo e ha occupato per qualche ora la Tangenziale est: lanciati sassi contro la polizia che ha risposto con lacrimogeni e idranti. Bloccate M1 e M3, dalle 19,30 M2 chiusa tra Garibaldi e Cologno Nord/Gessate
Sciopero e manifestazione. In un venerdì di protesta per laFlotilla, Milano è teatro di un grande corteo partito alle 9 e arrivato in piazza Leonardo da Vinci con decine di migliaia di persone a sfilare. Grande adesione poi per lo sciopero generale di tutti i settori pubblici e privati che è in corso già dalle 21 di giovedì sera. «Con questo sciopero generale, strumento di democrazia e di responsabilità collettiva, chiediamo che siano rispettati il diritto internazionale, la dignità dei popoli, la pace, la Costituzione», dice il segretario generale della Camera del Lavoro Metropolitana di Milano, Luca Stanzione.
23:41 – Gli ultimi manifestanti si allontanano da corso Venezia – Anche gli ultimi manifestanti si allontanano. Polizia e carabinieri continuano a presidiare la strada, ma i partecipanti al corteo hanno ormai lasciato corso Venezia.
23:28 – L’uso degli idranti disperde i manifestanti: pochi quelli rimasti a protestare in strada – L’idrante della polizia avanza in corso Venezia. I pochi manifestanti rimasti lanciano bottiglie di vetro contro i poliziotti – continua a leggere
Un gruppo minoritario di persone – coi volti coperti – ha cercato lo scontro con le forze dell’ordine. Gli altri attivisti hanno fatto un cordone per farli desistere
Tangenziale Est di Milano, ore 14.30. Da quasi un’ora una parte del corteo in solidarietà con la Palestina è entrato nella superstrada che costeggia la parte orientale della città. Un gruppo sparuto di manifestanti inizia a nascondere il proprio volto con cappucci, passamontagna, sciarpe e magliette avvolte attorno al viso. Impugnano bottiglie di vetro, pietre, pezzi di ferro e puntano agli agenti delle forze dell’ordine in tenuta antisommossa, che arretrano.
I manifestanti pacifici isolano i violenti – In contemporanea, altri manifestanti, una piccola parte di quella marea pacifica che da tre giorni invade le strade di Milano al coro di “Palestina libera” ma senza mai scadere nel vandalismo o la violenza, cerca di isolare il gruppetto di violenti. Alcuni si mettono proprio fisicamente davanti. E mano nella mano cercano di fare una catena per impedire loro di rovinare tutta la bellezza di una protesta che fino a quel momento è stata impeccabile.
Perché i titoli sulla manifestazione non devono essere per quel gruppetto di violenti, non questa volta dopo quanto accaduto nel primo grande corteo culminato con i tafferugliin Stazione Centrale. E allora eccoli qui, quei coraggiosi che per il bene dell’intera manifestazione hanno sedato e isolato quei pochi esagitati.
E’ deceduto improvvisamente nella sua casa di Monaco
Remo Girone (Fotogramma/Ipa)
E’ morto oggi, venerdì 3 ottobre, a 76 anni Remo Girone. Attore dal carisma magnetico, volto indimenticabile con la sua interpretazione di Tano Cariddi nella serie tv ‘La Piovra’, è morto improvvisamente nella sua casa nel Principato di Monaco, dove viveva da alcuni anni insieme alla moglie, l’attrice argentina Victoria Zinny.
Con lui se ne va una delle figure più iconiche della televisione e del cinema italiano, ma soprattutto un artista che ha saputo unire popolarità e profondità interpretativa. La sua consacrazione definitiva presso il grande pubblico arriva nel 1987, quando presta volto, voce e sguardo glaciale a Gaetano ‘Tano’ Cariddi, il ragioniere corrotto e spietato de “La Piovra“, lo sceneggiato della Rai diretto da Luigi Perelli, simbolo della connivenza tra mafia e finanza. Un personaggio destinato a entrare nella storia della televisione, capace di trasformarlo in un’icona indelebile per generazioni di spettatori.
Chi era Remo Girone – Nato ad Asmara, in Eritrea, il 1º dicembre 1948 da una famiglia di emigrati italiani, Remo Girone sin da piccolo dimostrò una spiccata vocazione per la recitazione. A tredici anni si trasferì a Roma, dove più tardi abbandonò gli studi in economia per diplomarsi all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica ‘Silvio d’Amico‘. Fu il teatro, prima ancora del cinema e della televisione, a dargli le sue prime grandi soddisfazioni. Lavorò con registi del calibro di Luca Ronconi, Orazio Costa e Peter Stein, ricevendo ampi riconoscimenti anche a livello internazionale, come il premio vinto al Festival Teatrale di Edimburgo nel 1996 con lo Zio Vanja di Čechov.
Al cinema, Girone alternò con disinvoltura produzioni italiane e internazionali, collaborando con registi come Marco Bellocchio (Il gabbiano), Ettore Scola (Il viaggio di Capitan Fracassa), Peter Greenaway, Tom Tykwer e Krzysztof Zanussi. Negli ultimi anni aveva trovato nuova linfa in ruoli di respiro globale: è stato Enzo Ferrari in Le Mans ’66 – La grande sfida accanto a Christian Bale e Matt Damon, ed è apparso in The Equalizer 3 di Antoine Fuqua, al fianco di Denzel Washington. Anche la televisione ha continuato a chiamarlo in ruoli di spessore: da Il Grande Torino a Diritto di difesa, fino alle recenti serie Vostro Onore ed Everybody Loves Diamonds.
Uomo riservato e mai sopra le righe, Girone ha sempre vissuto con discrezione il suo successo, condividendo la vita e spesso anche il palcoscenico con sua moglie Victoria Zinny, con cui era sposato dal 1982.
Nel corso della sua carriera, ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui il premio alla carriera ai Premi Flaiano nel 2021. La sua voce profonda è stata prestata anche al doppiaggio, come nel film Disney Pocahontas, dove interpretava (e cantava) il ruolo del capo Powhatan. (di Paolo Martini).
L’attrice De Rossi: “Un attore serio e rigoroso, lascia un grande vuoto” – “Un grande uomo, un attore serio, rigoroso, professionale, nel lavoro e nel privato e soprattutto innamoratissimo della sua moglie Victoria” dice all’Adnkronos Barbara De Rossi, l’attrice ricordando Remo Girone con il quale aveva girato il film ‘Colibrì rosso‘ del regista Zsuzsa Böszörményi. “La sua scomparsa lascia un grande vuoto” aggiunge.
Il regista Giulio Base: “Ciao ti amerò sempre” – “Ciao Remo. Ti amerò sempre“. Con queste parole, sul suo profilo social, il regista Giulio Base, ha salutato l’attore Remo Girone.
Tiboni (Premi Flaiano): “Tra gli attori più importanti del teatro italiano” – “Remo Girone è stato tra gli attori più importanti del teatro italiano. Nonostante il cinema e la televisione, nella fiction ‘La Piovra’, gli avessero dato un successo straordinario, Remo Girone era prevalentemente un attore teatrale, grande interprete di autori italiani e stranieri” ha detto, in una nota, Carla Tiboni, presidente dei Premi Flaiano, ricordando che nel 2021 Girone “venne da Montecarlo per ritirare il Premio Flaiano alla carriera, nonostante fosse già malato“. “Non potevo non essere qui, per onorare uno dei più grandi intellettuali e sceneggiatore italiani“, disse in quell’occasione l’attore.
In alcune città non sono mancati incidenti e scontri con i rappresentanti delle forze dell’ordine: 55 di loro hanno riportato ferite
Foto di Thomas Cardinali – Il corteo a Roma
Da Nord a Sud del Paese decine di migliaia di persone hanno aderito allo sciopero e alle manifestazioni organizzate da Cgil e sindacati autonomi a sostegno di Gaza. Tante le criticità, con diversi snodi del trasporto bloccati, tensioni e scontri con le forze dell’ordine. In molte città, i corteisi sono sdoppiati, da una parte la manifestazione che proseguiva lungo i percorsi concordati con le questure, dall’altra, spesso con una presenza più massiccia di persone, chi cercava un’azione simbolicamente più forte.
Tensioni e scontri nelle principali città – A Milano i manifestanti pro Palestina sono partiti da Porta Venezia e hanno poi occupato la tangenziale Est, con i reparti antisommossa che hanno usato idranti e fumogeni per disperderli, con lancio di sassie petardi da parte dei dimostranti.
Manuela D’Alessandro/AGI – Il corteo a Milano
Blocchi autostradali e disagi in Emilia-Romagna – A Bologna, il corteo partito da piazza Maggiore ha poi bloccato il traffico lungo l’autostrada A14, e si sono registrati nuovi tafferugli, dopo i disordini di ieri sera con 24 agenti feriti e 3 denunciati, e nuove cariche della polizia. La situazione si è sbloccata solo dopo diverse ore.
Una ragazza, colpita al viso da un lacrimogeno sparato dalle forze dell’ordine durante gli scontri di ieri sera in stazione a Bologna, per impedire ai manifestanti di entrare nello scalo, è ricoverata all’ospedale Sant’Orsola e rischia di perdere un occhioa causa dei gravi danni riportati. A quanto si apprende, i sanitari stanno valutando se sottoporla a un intervento chirurgico.
Il Teatro Regio di Parma ha annunciato la cancellazione della prima di Falstaff, prevista questa sera alle 20, a causa dello sciopero. Anche in Romagna tante manifestazioni: a Rimini, Ravenna, Cesena, Forlìe Imolain migliaia hanno partecipato ai cortei, creando qualche disagio alla circolazione stradale eferroviaria. Il sindaco di Cesena ha esposto la bandiera della Palestina sul Comune.
Occupazioni e sospensioni della circolazione ferroviaria – A Trento è stata occupata la tangenziale e poi sono stati invasi i binari della stazione, così come a Perugia; la circolazione ferroviaria sulla linea del Brennero è stata sospesa a fine mattina, con l’intervento delle forze dell’ordine che ha poi permesso una graduale ripresa. È durata circa un quarto d’ora, invece, l’occupazione simbolica dei binari della stazione di Perugia. I manifestanti si sono poi riversati sulla piazza antistante per un comizio.
Tentativo di assalto alla sede della Leonardo a Torino à- Un gruppo di manifestanti, a Torino, si è staccato dal corteo principale e ha cercato di assaltare la sede della Leonardo, lanciando pietre, bottiglie efumogeni. La polizia in tenuta antisommossa ha risposto con i lacrimogeni, che hanno disperso la folla. Momenti di tensione anche a Padova, dove un corteo di circa duemila persone è stato bloccato dalla polizia con l’uso di lacrimogeni e idranti. I manifestantierano diretti all‘Interporto, dove volevano imporre un blocco dei mezzi e delle merci.
Incidenti e blocchi al porto di Napoli e Salerno – A Napoli è stato forzato il cordone delle forze dell’ordine e i manifestanti sono penetrati nel porto, forzando anche i cancelli dell’area container Msc perché una nave di quella compagnia aveva fatto uno scalo commerciale ad Haifa, dirigendosi poi verso la rampa di ingresso dell’autostrada A3 Napoli-Salerno, bloccando per un’ora il traffico. Al porto di Salerno, invece, si sono registrati agenti contusinegli scontri tra forze dell’ordine e contestatori.
Un drone, foto Afp, e l’immagine del fotoreporter francese ucciso dalla sua pagina Instagram
Il fotoreporter francese Antoni Lallican, 38 anni, è stato ucciso questa mattina da un drone mentre stava realizzando un reportage a circa quindici chilometri dalla linea del fronte, a Kurylivska. Lo ha dichiarato l’Unione Nazionale dei Giornalisti, il principale sindacato di categoria in Francia, spiegando che il fotoreporter “documentava le conseguenze della guerra e ha condotto un lungo lavoro a fianco degli abitanti del bacino minerario del Donbass, nell’Ucraina sudorientale“. Hans Lucas, l‘agenzia per cui lavorava Lallican, ha precisato che il fotoreporter ha lavorato in Ucraina diverse volte dall’inizio del conflitto nel febbraio 2022.
“E’ la prima volta che un giornalista viene ucciso da un drone in Ucraina“, ha dichiarato l’Unione Nazionale dei Giornalisti, aggiungendo che “le circostanze dell’incidente sono ancora in fase di accertamento“. Il sindacato ha aggiunto che “un giornalista ucraino, Heorgiy Ivanchenko, è rimasto ferito nello stesso attacco”, definito un “crimine di guerra“. Le vittime indossavano la scritta “Press” sui loro indumenti protettivi, secondo l’Unione nazionale dei giornalisti, secondo cui sono 17 i professionisti dei media uccisi in Ucraina dall’inizio dell’invasione russa.
Come reso noto dalla Farnesina sono già stati liberati il senatore Marco Croatti, l’eurodeputata Annalisa Corrado, il deputato Arturo Scotto e l’eurodeputata Benedetta Scuderi. Per gli altri connazionali, oltre 40, è già partito l’iter per il rimpatrio
Una delle immagini postate su X dal ministero degli Esteri israeliano
Gli attivisti che si trovavano a bordo delle navi della Flotilla sono stati bloccati dall’esercito israeliano, ma per molti di loro la prigionia potrebbe concludersi in tempi molto brevi. Per quanto riguarda i 46 italiani fermati, l’iter dopo lo stop in mare è partito e le procedure potrebbero concludersi con relativa rapidità per chi accetterà l’espulsione dal paese ebraico. Nel frattempo il Servizio penitenziario israeliano (Ips) ha reso noto di aver accolto oltre 200 attivisti della Global Sumud Flotilla diretta a Gaza: “I detenuti – si legge in una nota – sono stati trasferiti al carcere di Ktzi’ot, nel Negev, dove saranno sottoposti a un procedimento legale da parte dell’Autorità per la Popolazione e l’Immigrazione“.
Liberati i quattro parlamentari italiani – I primi a essere liberati dalle autorità israeliane, come confermato dalla Farnesina, sono stati i quattro parlamentari italiani che si facevano parte della Flotilla. Il senatore Marco Croatti, l’eurodeputata Annalisa Corrado, il deputato Arturo Scotto e l’eurodeputata Benedetta Scuderi erano stati fermati mentre si avvicinavano alla costa di Gaza. Il ministro Tajani aveva avuto più contatti con il ministro israeliano Saar chiedendo la liberazione immediata. I parlamentari italiani sono già stati trasferiti all’aeroporto di Tel Aviv e prenderanno un volo di linea assistiti dal personale dell’ambasciata. Partiranno per Roma con il volo IZ 335 delle 10 locali. L’ambasciata inoltre comunica di schierare personale del consolato al porto di Ashdod per effettuare visite consolari e richiedere la liberazione immediata di tutti gli altri italiani detenuti.
Tra gli italiani fermati ci sono anche alcuni giornalisti: Lorenzo D’Agostino del ‘Manifesto‘, Saverio Tommasi di ‘Fanpage’, Barbara Schiavulli di ‘Radio Bullets‘ e Alessandro Mantovani de ‘Il fatto Quotidiano‘.
Hamas-Sumud passengers on their yachts are making their way safely and peacefully to Israel, where their deportation procedures to Europe will begin. The passengers are safe and in good health. pic.twitter.com/pzzitP5jN8
Dal carcere all’espulsione: i vari step – E gli altri? Le attività di trasbordo e sbarco dei membri della Flotilla, dopo gli abbordaggi da parte della Marina israeliana, sono terminate nel giro di alcune ore: secondo la Farnesina tra i 450 membri della spedizione ci sarebbero altri 42 italiani (in tutto erano 46). Espletate le procedure di riconoscimento, lo step successivo è il trasferimento in autobus al centro detentivo di Ketziot, nel sud di Israele, vicino alla città di Ber Sheva.
Per i detenuti niente interrogatorio né particolari procedure giudiziarie, ma sarà unicamente chiesto loro se sono disponibili ad accettare l’espulsione volontaria entro 24-48 ore, oppure se intendono rifiutarla. Per coloro che la rifiuteranno, si aprirà un breve procedimento giudiziario al termine del quale un giudice dovrebbe decretarne l’espulsione coatta. Questa di norma avviene entro le 72 ore dal decreto d’espulsione.
Il rientro con i voli charter – Le autorità diplomatiche e consolari italiane a Tel Aviv visiteranno i connazionali detenuti nella giornata di oggi e domenica (in mezzo c’è lo shabbat) per sincerarsi delle loro condizioni, del trattamento ricevuto e per favorirne i contatti con i familiari. Non è invece ancora chiaro quando inizieranno i rimpatri. Le autorità israeliane stanno anche studiando la possibilità di organizzare dei voli charter per riportare i membri della Flotilla in due capitali europee.
Già da oggi “potrebbero avvenire le prime partenze, soprattutto per chi accetterà di lasciare volontariamente Israele“, ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani. “Per chi rifiuterà l’espulsione immediata, sarà necessario attendere il provvedimento di respingimento dell’autorità giudiziaria israeliana, che potrebbe richiedere 48-72 ore“. Tajani ha contattato il collega israeliano Gideon Sa’ar per chiedergli informazioni e garanzie per tutti gli italiani fermati. Tajani ha confermato al ministro Saar dettagli sullo status e sulla condizione legale di immunità dei quattro parlamentari che fanno parte del gruppo e ha chiesto di accelerare ogni procedura per la liberazione immediata.
Una flotta di undici imbarcazioni con a bordo più di 250 persone tra medici, infermieri e giornalisti si dirige verso Gaza con l’obiettivo di rompere il blocco navale israeliano
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Una seconda flotta di navi è partita nelle ultime settimane dall’Italia per tentare di rompere il blocco navale israeliano sulla Striscia di Gaza, in una missione congiunta della “Freedom Flotilla” e della “Thousand Madleens to Gaza“.
Si tratta di undici imbarcazioni che trasportano circa 250 persone tra medici, infermieri e giornalisti internazionali.
È il secondo tentativo di approdare a Gaza dopo che i commando israeliani hanno abbordato e sequestrato le oltre 40 imbarcazioni della Global Sumud Flotilla, arrestando i gli oltre quattrocento volontari dell’iniziativa.
La nave Conscience trasporta medici e giornalisti verso Gaza
La Freedom Flotilla ha inviato tre imbarcazioni. – La principale è la Conscience, che trasporta medici, infermieri e giornalisti. Si tratta di una nave di 68 metri, partita da Otranto il 30 settembre e che da venerdì naviga al largo di Creta. A bordo ci sono circa cento persone
“Il nostro obiettivo è rompere l’assedio illegale di Israele,fornire ai corrispondenti internazionali la possibilità di fare un reportage diretto da Gaza e fornire assistenza medica urgentemente necessaria ai palestinesi“, ha affermato la Freedom Flotilla in un post su Instagram.
“Spero di arrivare alla costa per aiutare i medici e il personale sanitario della Palestina“, ha affermato Hafiz Sulaiman, medico della Malesia a bordo della Conscience, in un post su Instagram pubblicato venerdì dall’attivista italiano Vincenzo Fullone.
“Conscience procede verso Gaza con una équipe medica pronta a dare il cambio a chi, nei resti degli ospedali, opera da oltre due anni senza tregua e quasi senza strumenti. Fermarla non è sicurezza: è complicità con l’agonia. Lasciatela passare“, ha affermato Fullone.
Insieme alla Conscience ci sono anche altre due imbarcazioni della Freedom Flotilla, le barche a vela Al-Awda e Ghassan Kanafani, che battono rispettivamente bandiera italiana e francese, e attualmente si trovavano anche loro al largo di Creta.
Le navi della Thousand Madleens to Gaza – Altre otto navi sono partite il 25 settembre dal porto di Catania, parte della missione Thousand Madleens to Gaza. A bordo ci sono circa 150 passeggeri, tra giornalisti e professionisti sanitari.
Tra questi anche Francesco Prinetti,medico internista di Torino: “Rimaniamo determinati perché gli intenti sono gli stessi (della Global Sumud Flotilla): rompere un assedio che Israele porta avanti da oltre 17 anni“, ha affermato in un’intervista all’Adnkronos.
Israele ha sequestrato la nave Handala della Freedom Flotilla a luglio – Lo scorso luglio la marina israeliana aveva abbordato e sequestrato la nave Handala della Freedom Flotilla, dopo che questa aveva raggiunto le acque al largo di Gaza. L’equipaggio era stato arrestato e rimpatriato.
Tra loro c’era anche l’attivista svedese Greta Thunberg, che ha poi partecipato anche alla missione della Global Sumud Flotilla.
Anche in quest’ultimo caso, i passeggeri sono stati arrestati e portati dalle autorità israeliane al carcere di Ketziot, nel deserto del Negev.
La vettura travolta da acqua e fango durante l’ondata di maltempo che ha colpito la zona di Ostuni ieri sera. La moglie si è salvata
La vettura travolta da acqua e fango
E’ stato individuato dai vigili del fuoco il corpo di Oronzo Epifani, l’uomo di 63 anni disperso da ieri sera quando la sua Mercedes è stata travolta da un’onda di acqua e fangonelle campagne di Ostuni, in provincia di Brindisi tra le contrade di Gorgognolo e Torre Merlata, durante il violentissimo nubifragio che ha colpito l’area.
La vettura è stata ritrovata la scorsa notte molto danneggiata. La moglie, che si trovava su un’altra automobile poco distante dal marito al momento del nubifragio, è riuscita a salvarsi.
Per il ministro dei Trasporti “chi oggi sciopera sa che va contro la legge e rischia sanzioni sia a livello personale che come organizzazioni sindacali”. La replica del leader della Cgil: “Minacciati cittadini perbene, mai vista cosa così”
Salvini e Landini
“Lo sciopero di oggi è illegittimo, non perché non lo vuole Salvini ma perché la commissione tecnica di garanzia lo ha dichiarato tale non essendo stato dichiarato con 10 giorni di anticipo. Chi oggi sciopera rischia sanzioni personali“, individui e sindacati. “Come Lega lo chiediamo a chi sciopera illegalmente, perché oggi sono lasciati a piedi un milione di italiani che devono potere essere risarciti“. Così il ministro delle Infrastrutture e trasporti Matteo Salvini a Mattino Cinque.
“Inoltre – aggiunge il leader della Lega – non è normale che per garantire un diritto allo sciopero oggi ci siano decine di migliaia di poliziotti pronti a difendere con manganelli i cittadini. Ieri hanno imbrattato piazza Duomo…. chi paga? Conto nella proposta che sto portando avanti di far pagare una sanzione a chi provoca questi danni, la presenterò in Parlamento“. “Le sanzioni – prosegue – devono essere proporzionate al danno fatto, fra 2500 e i 5000 euro. Chi restituisce la giornata di lavoro al milione di italiani che non potranno prendere il treno in uno sciopero dichiarato illegittimo? Lo organizza Landini e paghi Landini“.
“Ho detto ‘la commissione ha dichiarato che non dovete scioperare, confido in voi e nel vostro rispetto’. Vediamo se l’atto di responsabilità e la fiducia saranno raccolte. Altrimenti – conclude – per il futuro sapremo come intervenire”.
Per Salvini “chi lancia sassi e bottiglie in testa ai lavoratori, perché poliziotti e vigili del fuoco sono lavoratori, sono dei teppisti, non c’entra niente Gaza. Cosa guadagnano i bambini palestinesi dall’assalto a Torino. E’ uno scontro politico, non gli frega niente di Gaza. Ce l’hanno con Salvini, la Meloni e il mondo. Io rispetto chi ha un ideale non chi si infila per fare casino“. Che assistenza dobbiamo dare all’equipaggio della Flotilla? “Li abbiamo tutelati fino in fondo, se uno rischia la sua vita in zona di guerra dovrebbe essere responsabile di quello che fa e costa agli italiani. Quanto sta costando al paese Italia la spedizione in barca a vela e quanto avvicina la pace? La allontana“, conclude.
La replica di Landini – “Io nella mia vita non avevo mai visto un rappresentante dello Stato minacciare i suoi cittadini se esercitano un diritto sancito dalla costituzione, il diritto di sciopero. Io una cosa così non l’avevo mai vista. Quelle sono minacce, minacce a persone perbene che non dovrebbero essere minacciate ma ringraziate perché stanno tenendo alto l’onore del nostro paese”, replica Landini, parlando con i cronisti in Piazza Vittorio a Roma per il corteo.
“Il nostro sciopero è ampiamente legittimo – aggiunge-. Stiamo applicando la legge 146 che prevede anche questa possibilità. Stiamo garantendo i servizi minimi e deve essere chiaro che se pensano di sanzionare le organizzazioni o i lavoratori, sono tutti i provvedimenti che impugneremo totalmente illegittimi.” “La delibera del garante è totalmente illegittima ed è una interpretazione restrittiva della legge. Già dire che dai un’interpretazione restrittiva della legge vuol dire che un’interpretazione non restrittiva, ma corretta, l’abbiamo fatta noi”.
“Siamo davvero tantissimi, sia qui a Roma sia in tutte le altre città italiane”, ha poi detto il leader della Cgil parlando a tutti i manifestanti al corteo di Roma. “Vorrei ringraziare pubblicamente chi ha pensato e organizzato Flotilla – aggiunge – Senza quella intuizione non sarebbe successo tutto quello che è successo, Flotilla ha permesso di abbattere quel muro, quel deserto che si è costruito attorno a un genocidio che non è partito ad agosto. Non ci fermeremo finché il problema non sarà risolto e il governo Netanyahu non sarà fermato”.
L’attacco di Fratoianni – “Salvini è un bullo che usa il manganello mediatico per mettere sotto attacco il diritto di sciopero che è un grande sogno della destra autoritaria. L’attacco di Salvini in questa giornata ai lavoratori e lavoratrici, le minacce ai lavoratori e ai lavoratrici non sono degne di un paese civile. È una vergogna assoluta, lo diciamo con chiarezza al bullo Salvini e a Giorgia Meloni: giù le mani dalla qualità della democrazia italiana“, afferma dal canto suo Nicola Fratoianni di Avs parlando con i cronisti in piazza Vittorio.
Poi l’attacco anche al premier Meloni: le parole del presidente del consiglio Giorgia Meloni “le trovo indecenti, indecorose. Battuta di pessimo gusto. Quando i lavoratori e le lavoratrici scioperano, rinunciano al loro stipendio. In un paese come questo in cui Meloni dovrebbe preoccuparsi di alzare gli stipendi degli italiani che sono la prima emergenza, fare battute come queste è assai vergognoso“.
Il corteo è partito dopo le nove e mezza da Porta Venezia e terminerà in piazza Leonardo. È la terza manifestazione in tre giorni dopo l’abbordaggio israeliano alla Flotilla
Una marea umana. Letteralmente. Sono oltre 50mila le persone in corteo per le strade di Milano a sostegno della Global Sumud Flotilla e in solidarietà alla causa palestinese.
Quella di oggi, venerdì 3 ottobre, è la terzamanifestazione in tre giorni. Le proteste sono esplose mercoledì sera, dopo l’abbordaggio da parte di Israele in acque internazionali delle navi cariche di aiuti umanitari.
Il nodo del corteo verso le tangenziali – Piazza Oberdan si è riempita fin dalle prime ore, con gruppi di studenti arrivati in corteo direttamente dalle scuole e famiglie con bambini che hanno scelto di partecipare. In apertura dello spezzone principale c’è la Cgil, che ha proclamato lo sciopero generale insieme ai sindacati di base.continua a leggere
Le linee dei mezzi pubblici deviate per il corteo
Tram 5 – Non fa servizio tra Ortica e viale Tunisia
Tram 9 – Non fa servizio tra piazza Cinque Giornate e Centrale
Tram 19 – Non fa servizio tra piazza Cinque Giornate e Lambrate
Tram 33 – Non fa servizio tra viale Tunisia e Lambrate
Bus 38 – Non fa servizio tra Argonne M4 e Susa M4
Bus 39 – Non fa servizio tra Rimembranze di Lambrate e Loreto M2
Bus 45 – Non fa servizio tra largo Murani e Lambrate
Bus 54 – In entrambe le direzioni devia tra Rimembranze di Lambrate e via Rombon
Bus 60 – Non fa servizio tra Bronzetti/Indipendenza e Plinio/Eustachi
Bus 61 – Non fa servizio tra piazzale Gorini/Istituto dei Tumori e Dateo M4
Bus 62 – Non fa servizio tra via Bronzetti/corso Indipendenza e Piola M2
Bus 81 – Non fa servizio tra piazzale Gobetti e Stazione Lambrate
Bus 924 – Non fa servizio tra Rimembranze di Lambrate e Stazione Lambrate
Filobus 90 e 91 – Non fa servizio tra Piola M2 e viale Campania/Corsica
Filobus 92 -Non fa servizio tra Caiazzo M2 e Dateo M4
Filobus 93 – Non fa servizio tra via Gorini/Istituto dei Tumori e Lambrate
La mobilitazione, indetta da Cgil e Usb, coinvolge tutti i settori e le categorie pubbliche e private, dai trasporti locali ai treni, dalla scuola alla sanità. A Roma già treni cancellati e ritardi oltre 60 minuti. Organizzati 100 cortei nelle città
Una manifestazione
Sciopero nazionale oggi, 3 ottobre 2025, a sostegno della Flotilla e della popolazione di Gaza.Cortei in tutta Italia e stop in tutti i settori da Milano a Roma – dove sono stati cancellati già treni e si registrano ritardi – da Napoli a Palermo: effetti su trasporto pubblico con bus e metro, stop ai treni, impatto su scuola e sanità. Garantite tutte le prestazioni minime essenziali in una giornata che si preannuncia non priva di disagi. continua al eggere
Il segretario della Cgil: “Serrata legittima. Da Salvini minaccia fascista”. Migliaia di persone in piazza da Nord a Sud
Migliaia di persone manifestano a Milano, 3 ottobre 2025 (Foto di Claudio Furlan)
Migliaia di persone sono attese oggi, venerdì 3 ottobre, nelle piazze di tante città, da Nord a Sud, in occasione dello sciopero generale. La Cgil e altre sigle sindacali rivendicano la protesta mentre la Commissione di Garanzia ritiene che non sia stato rispettato “l’obbligo di preavviso” di dieci giorni previsto dalla legge 146 del 12 giugno 1990. Tutta Italia, intanto, non si ferma e continua a manifestare in solidarietà con il popolo palestinese e con la Global Sumud Flotilla, abbordata dalle forze israeliane a poche miglia dalla costa di Gaza. Nella serata di giovedì diversi cortei hanno invaso le strade di Roma, Milano, Bologna, Torino, Firenze, Napoli.notizie in diretta
Sciopero generale 3 ottobre: fermi bus, metro, treni, aerei, scuole e ospedali. Tutti gli orari e le fasce di garanzia
Le Officine Grandi Riparazioni ospitano in questi giorni gli allestimenti della Italian Tech Week, domani è in programma un panel con Ursula von der Leyen e il fondatore di Amazon, Jeff Bezos,
Al via la mobilitazione al Colosseo, tra giovani studenti palestinesi e Global Sumud Flotilla, sventolando in cielo bandiere palestinesi e anche quelle del sindacato Usb e di Potere al Popolo. Uno striscione recita: “3 ottobre sciopero generale. Blocchiamo tutto“.
“Free Palestine!” e “Palestina libera dal fiume fino al mare“: è il coro degli attivisti presenti al presidio al Colosseo, a Roma, organizzato da giovani studenti palestinesi e Global Sumud Flotilla. Sono state chiuse le fermate metro della linea A Termini e della linea B Piramide, su piazzale Ostiense, per il corteo organizzato da giovani studenti palestinesi e Global Sumud Flotilla.
Milano
Manifestanti in piazza Duomo a Milano
A Milano sono circa cinquemila i partecipanti al corteo partito da piazzale Loreto e diretto in zona Duomo. Un fiume di persone che ha bloccato il traffico della città all’ora di punta. Le strade dove sfilano i pro-Pal sono state chiuse alle auto. In testa al corteo ci sono le camionette della Polizia. Al momento non si registrano tensioni. Lo slogan è: “Non ci fermeremo, questo è solo l’inizio – sono le parole pronunciate da una ragazza al megafono -. Occupiamo Loreto e continueremo a occupare le strade. Arriveremo fino a Duomo. Questo è solo l’inizio,siamo pronti a fermare la macchina del genocidiofino a che la Palestina sarà libera“.
Non protestano ma suonano il clacson per incitare i partecipanti al corteo. È l’atteggiamento di molti automobilisti bloccati dal passaggio dei manifestanti a Milano. Il corteo si è via via ingrossato e ora sono almeno in diecimila a percorrere le strade della città intonando cori per la “Palestina libera“.
Agf – Pro Palestina a Milano
Agi – Corteo a Milano
Decine di manifestanti pro-Pal sono, in seguito, saliti sul basamento del monumento equestre a Vittorio Emanuele II in Piazza Duomo a Milano, sventolando le bandiere della Palestina. Una manifestazione che ha coinvolto almeno diecimila persone ed appare il preludio a quella di domattina che si preannuncia ancora più partecipata. Una ventina di persone, sempre in piazza Duomo, ha intonato cori contro la premier Giorgia Meloni e il vicepremier Matteo Salvini.
Torino
A Torino In serata un gruppo di antagonisti si è staccato dal corteo pacifico dirigendosi verso le Ogr, riuscendo ad accedere alla struttura, poco distante dalla Stazione di Porta Susa, che in questi giorni ospita la Italian Tech Week.
I manifestanti hanno distrutto alcuni maxischermi e divelto sedie e tavoli. L’intervento degli agenti in tenuta antisommossa ha allontanato gli attivisti. Intanto, domani, oltre allo sciopero generale, proprio alle Ogr è in programma un talk sull’Intelligenza artificiale con ospiti la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, il fondatore di Amazon, Jeff Bezos, e il presidente di Stellantis, John Elkann.
Firenze
Momenti di tensione davanti alla stazione di Santa Maria Novella, dove le forze dell’ordine hanno tentato di evitare che una parte dei manifestanti che si sono staccati dal corteo in favore della Palestina e di solidarietà all’equipaggio della Global Sumud flotilla si dirigesse verso i binari. Una volta occupati i binari i manifestanti hanno srotolato uno striscione con scritto: “Blocchiamo tutto” e acceso alcuni fumogeni.
Trieste
Corteo spontaneo pro Palestina e Flotilla, questa sera, nel centro di Trieste, partecipato – secondo la Questura – da oltre 1.500 persone. Si tratta di esponenti della società civile e di partiti politici con bandiere, tra le altre di Avs e M5s, assieme a cittadini di diverse età. Intendono denunciare “il genocidio in corso” e ribadire, con slogan, scanditi anche durante il percorso, che “Trieste lo sa da che parte stare: Palestina libera dal fiume fino al mare“.
Nel corso della manifestazione un gruppo di manifestanti si è staccato dal corteo tentando di entrare nella Stazione Ferroviaria da un ingresso laterale. Alcuni manifestanti hanno spaccato vetri e lanciato oggetti e bottiglie, ma sono stati respinti dalle forze di polizia con qualche carica di alleggerimento e il lancio di lacrimogeni. Un poliziotto della Polizia Ferroviaria è caduto e si è ferito leggermente a una mano, con dei frammenti di vetro. Ora in corso accertamenti per individuare i responsabili delle violenze e dei danneggiamenti, mentre la situazione in città resta sotto stretta osservazione. Manifestazione anche a Udine promossa dal Comitato per la Palestina di Udine a sostegno della Global Sumud Flotilla davanti allo stadio Friuli (Dacia Arena), dove il 14 ottobre è in programma la partita di calcio Italia-Israele. La Questura conferma che tutto si è svolto in maniera pacifica, tra canti, balli e cori. Gli slogan più ripetuti: “La partita non si fa” e “Palestina libera“.
Trento
La circolazione ferroviaria sull’asse del Brennero è stata momentaneamente sospesa in prossimità di Trento, a seguito della presenza di una cinquantina di manifestanti sui binari nei pressi della stazione. La linea ferroviaria è stata, in seguito, riaperta e il traffico è in graduale ripresa. I treni Alta velocità e regionali hanno subito rallentamenti fino a 90 minuti mentre alcuni convogli regionali e il Railjet da Monaco di Baviera a Bologna Centrale sono stati cancellati.
Bologna
Scontri in stazione a Bologna questa mattina dove gli studenti delle scuole superiori e dell’Università, in corteo per la Palestina e la Global Sumud Flottilla da stamattina, sono arrivati davanti all’entrata. Durante il tragitto avevano annunciato la volontà di bloccare la stazione, ma hanno trovato le forze dell’ordine in tenuta antisommossa ad aspettarli. Gli studenti hanno cercato a più riprese di oltrepassarli, ma sono stati respinti da manganellate a cui hanno risposto con lanci di oggetti contro le forze dell’ordine.
Siena
La mobilitazione non riguarda solo le grandi città. Anche a Siena, circa 300 sostenitori si sono dati appuntamento in piazza Salimbeni, al presidio a sostegno dell’equipaggio della Global Sumud Flottilla. A organizzare la mobilitazione sono una ventina di sigle locali tra cui la Cgil provinciale e il Comitato per la Palestina di Siena.
“Io ritengo che il governo italiano non abbia garantito la giusta protezione, in acque internazionali, ai cittadini italiani – ha spiegato il segretario della Cgil di Siena Alice D’Ercole-. L’articolo 2 della Costituzione sancisce chiaramente la libertà di ogni cittadino di poter aderire a missioni di solidarietà. Il governo non ha tutelato i nostri connazionali in uno spazio internazionale. Per questo ieri ci siamo mobilitati con un presidio spontaneo, oggi siamo di nuovo qui e domani ci sarà lo sciopero generale, con Siena che vedrà un corteo e una manifestazione”.
Padova
Proteste Pro Pal a Padova
I poliziotti della questura di Padova, dopo aver tranciato le catene con cui si erano legati all’Interporto bloccando il traffico, hanno accompagnato in Questura 23 attivisti procedendo nei confronti di 11 di loro con fogli di via obbligatori per quattro anni, due avvisi orali e al deferimento all’A.G. nei confronti di altri 5 attivisti per i reati di violenza privata in concorso e manifestazione non autorizzata. Poco dopo, alle 19, circa mille attivisti appartenenti ai centri sociali del nord est e all’area antagonista, sono giunti in corteo sotto la Questura accendendo fumogeni, inneggiando con slogan alla Palestina Libera e contro la Polizia, intimando l’immediata liberazione degli attivisti di Extinction Rebellion presenti in Questura per le conseguenti notifiche dei provvedimenti di prevenzione personale adottate nei loro confronti. I manifestanti hanno inoltre bloccato il traffico su Riviera Ruzante che conduce alla Basilica del Santo.
Diversi voli cancellati o fatti atterrare in altre città, disagi per 3.000 passeggeri
Jason Tschepljakow / DPA / dpa Picture-Alliance via AFP – Polizia all’aeroporto di Monaco di Baviera dopo l’avvistamento di droni
L’aeroporto di Monaco di Baviera, in Germania, è stato costretto a chiudere temporaneamente ieri sera dopo una serie di avvistamenti di droni. Lo hanno riferito funzionari aeroportuali.
Diciassette voli sono stati sospesi poco dopo le 22:00, per un totale di quasi 3.000 passeggeri coinvolti. Inoltre, 15 voli in arrivo sono stati fatti atterrare a Stoccarda, Norimberga e Francoforte, e a Vienna, nella vicina Austria.
I primi avvistamenti, ricostruisce il Bild, sono stati segnalati da testimoni intorno alle 21.30. Circa un’ora dopo, i droni sono stati nuovamente avvistati, sopra l’area aeroportuale, come confermato dal portavoce della Polizia Federale, Stefan Bayer. Gli avvistamenti sono stati confermati anche dagli agenti presenti sul posto.
Tuttavia, a causa dell’oscurità,non è stato possibile fornire informazioni sul tipo e sulle dimensioni dei velivoli, ha precisato Bayer. Tra le 22:00 e mezzanotte il numero dei voli all’aeroporto di Monaco di Baviera è già limitato per tutelare la tranquillità notturna dei residenti e lo scalo è chiuso da mezzanotte alle 5. La Polizia Federale non è stata in grado di comunicare se alle 5:00 le operazioni riprenderanno regolarmente. Finora non si hanno notizie di nuove cancellazioni di voli sul sito web dell’aeroporto.
Jason Tschepljakow / DPA / dpa Picture-Alliance via AFP – Passeggeri all’aeroporto di Monaco dopo la chiusura per avvistamento droni
Incendio in un’azienda che lavora materiale plastico: densa colonna di fumo nero visibile a chilometri di distanza. Il Comune: «Tenete chiuse le finestre»
Il rogo è scoppiato intorno alle 16 di oggi, giovedì 2 ottobre, in via Calto. Le fiamme divampate da un macchinario. Sul luogo dell’incendio anche l’Arpav per verificare il livello di presunti elementi tossici nell’aria
CENESELLI (ROVIGO) – Un incendio è scoppiato oggi, giovedì 2 ottobre, in un’azienda che lavora materiali di plastica in via Calto a Ceneselli, Rovigo. Il rogo è scoppiato intorno alle 16 e, dopo due ore, i vigili sono ancora all’opera per domare le fiamme che hanno provocato una densa colonna di fumo visibile a chilometri di distanza. La vice sindaca di Ceneselli, Sabrina Andreasi, ha condiviso sui social l’avviso di tenere chiuse le finestre, finché non saranno date nuove disposizioni.
I soccorsi – Le fiamme sarebbero divampate da un macchinario utilizzato per fondere la plastica all’interno del capannone dell’azienda.
Sul posto sono al lavoro, coordinate dal funzionario di guardia, le squadre del distaccamento di Castelmassa, l’autoscala e l’autobotte chilolitrica della centrale di Rovigo, oltre al carro schiuma arrivato dal comando di Ferrara. Le operazioni di spegnimento e messa in sicurezza sono in corso.
Sul luogo dell’incendio anche i carabinieri e Arpav per i rilievi ambientali.
Pioggia, temporali e venti da forti a burrasca: le regioni e le zone a rischio
Ancora maltempo oggi, giovedì 2 ottobre, sull’Italia. Si prevede pioggia, temporali e venti da forti a burrasca. Secondo il bollettino della Protezione civile sono diverse le regioni a rischio. Intanto proseguono le ricerche della donna dispersa a Favata nell’Agrigentino. Marianna Bello, 38 anni, è dispersa da ieri dopo essere stata trascinata via dalla furia dell’acqua durante il nubifragio che si è abbattuto in città. Per tutta la notte sono andate avanti le operazioni di ricerca anche con un elicottero dell‘Aeronautica militare che grazie ai visori notturni ha setacciato per ore il mare e il percorso del canalone, che dal collettore di piazza Indipendenza arriva al fiume Naro. Stamani sono tornati in azione i nuclei specializzati e i mezzi aerei dei vigili del fuoco.
Giorgia Meloni: “Weekend lungo e rivoluzione non stanno insieme”. Il segretario della Cgil: “Chiediamo alle lavoratrici e ai lavoratori di scendere in piazza”
Lo sciopero generale del 3 ottobre è illegittimo per il Garante ma la Cgil tira dritto e conferma per domani la giornata di mobilitazione. La Commissione di garanzia sugli scioperi, riunitasi oggi,ha valutato illegittimo lo sciopero generale di tutti i settori pubblici e privatiproclamato per domani, 3 ottobre, in violazione dell’obbligo legale di preavviso, previsto dalla Legge 146/90. Nel provvedimento adottato,il Garante ha ritenuto inconferente il richiamo dei sindacati proclamanti all’art. 2, comma 7, che prevede la possibilità di effettuare scioperi senza preavviso solo “nei casi di astensione dal lavoro in difesa dell’ordine costituzionale, o di protesta per gravi eventi lesivi dell’incolumità e della sicurezza dei lavoratori“. continua a leggere