L’enorme colonna di fumo è visibile da chilometri di distanza. Nessun ferito, ma preoccupano i danni ambientali: “Tenete le finestre chiuse”
Un grosso incendio è divampato nella zona industriale di Scerne di Pineto, in provincia di Teramo, con un’enorme colonna di fumo visibile anche a chilometri di distanza. Stando alle prime informazioni le fiamme sarebbero partite dall’azienda di solventi “Kemipol“, all’interno della quale un muletto sarebbe esploso vicino alle vernici. Sul posto i vigili del fuoco. Dal rogo non risulterebbero feriti, ma preoccupano i possibili danni ambientali causati dalla combustione di prodotti chimici.
“L’Amministrazione comunale rende noto che, a seguito dell’incendio divampato nella zona industriale di Scerne di Pineto, visibile anche dalla Città di Roseto degli Abruzzi e dai comuni limitrofi a causa del fumo nero che si propaga nei cieli, il Sindaco Mario Nugnes è in contatto con il Sindaco di Pineto, la Prefettura e gli enti competenti per monitorare la situazione e adottare eventualmente le misure necessarie. Si invita la cittadinanza a seguire gli aggiornamenti ufficiali. Inoltre, si raccomanda alla popolazione di chiudere porte e finestre per limitare l’ingresso di fumo nelle abitazioni“. Il fuoco ha lambito alcune abitazioni e varie strade limitrofe all’area industriale sono state chiuse. Le esatte cause dell’incendio restano da essere accertate; intanto la polizia locale ha invitato i cittadini a rimanere in casa. Preoccupazione anche nella vicina Roseto degli Abruzzi, dove il Comune ha chiesto alla popolazione di tenere le finestre chiuse.
Nei giorni scorsi il Comune ha approvato le cifre: ecco quanto dovranno pagare Inter e Milan per la gestione dell’impianto.
Mentre continua a tenere banco la questione del futuro di San Siro, Inter e Milan devono fare i conti con la quotidianità di gestire il Meazza, quantomeno fino al 2030 (quando scadrà l’attuale convenzione con il Comune di Milano per la gestione dell’impianto, seppur ci sia la possibilità di risoluzione anticipata).
Tra i temi non ci sono solo gli aspetti di manutenzione o gestione della struttura (come ad esempio nel caso deirondoni), ma anche i costi dell’affitto. Nei giorni scorsi infatti il Comune di Milano, alla luce appunto della convenzione firmata con i due club, ha approvato le cifre per quanto riguarda l’affitto che Inter e Milan dovranno versare per l’anno 2024, come si legge nei documenti che Calcio e Finanza ha consultato.
In particolare, il corrispettivo totale viene così suddiviso:
il 53,30% del totale del canone«quale corrispettivo monetario ordinario annuo da pagarsi in rate trimestrali anticipate»;
il 46,70% del totale del canone come cosiddetto “corrispettivo a scomputo”, «sostituibile tramite l’esecuzione di interventi di straordinaria manutenzione o di innovazione, incluse le attività strettamente strumentali di aggiornamento catastale e di monitoraggio strutturale dello stadio».
In base alle cifre, quindi, la parte legata alla quota di canone a scomputo per l’anno finanziario 2024 è pari a complessivi 6.305.261,14 euro, di cui «3.152.630,57 euro a favore di F.C. Internazionale Milano Spa ed 3.152.630,57 euro a favore di A.C. Milan Spa». Considerando si tratta della quota a scomputo, la cifra invece da versare da parte dei club dovrebbe così aggirarsi intorno ai 7 milioni complessivi per circa 3,5 milioni ciascuna per Inter e Milan.
Il corpo senza vita del 43enne è stato trovato all’interno di un albergo nel centro del capoluogo sardo, con una ferita alla testa
Andrea Capone con la maglia del Cagliari – (Foto LaPresse)
L’ex calciatore del Cagliari, Andrea Capone, 43 anni, è stato trovato senza vita in un d’albergo nel centro del capoluogo sardo. Il corpo è stato rinvenuto nella mattina di oggi, domenica 29 settembre, a Palazzo Tirso: secondo le prime informazioni aveva una profonda ferita alla testa.
Trovato morto l’ex calciatore Andrea Capone – Sul posto sono intervenuti i sanitari del 118 e la polizia: la pista più accreditata in questo momento sembra quella della caduta accidentale, forse dalle scale, ma le indagini sono ancora in corso. Le forze dell’ordine stanno effettuando gli accertamenti per chiarire la causa della morte.Capone era cresciuto nelle giovanili del Cagliari, con cui ha raggiunto la Serie A, e ha giocato nel Sora, Treviso, Vicenza, Grosseto e Salernitana, e nella nazionale italiana under 20 nel 2001. Il prossimo gennaio avrebbe compiuto 44 anni.
Vigili del fuoco e tecnici di Città metropolitana stanno cercando di bonificare l’area
La macchia
Idrocarburi e altro materiale chimico sversato da sconosciuti nelleacquedi uno dei laghetti del Parco delle Cave. Dal pomeriggio alla notte di giovedì 26 settembre, i tecnici della Città metropolitana di Milano sono intervenuti sulle sponde dello specchio d’acqua per contenere e avviare un intervento di bonifica.
Le operazioni sono state effettuate per tutto il pomeriggio fino a sera in sinergia con i vigili del fuoco, i sommozzatori della protezione civile “S. Rossi” e il nucleo ambientale della polizia locale del Comune di Milano, ma non sono state sufficienti a permettere l’asportazione completa del materiale.
Sversamento al parco delle Cave, la bonifica – Foto da: Bonifica Parco delle Cave
I Carabinieri hanno sequestrato 600 metri quadri dell’impianto di Matera. Dopo gli avvisi di garanzia una nuova grana per uno dei più grandi centri per lo smaltimento di scorie radioattive in Italia
Venerdì, 27 settembre 2024
L’impianto Sogin di Trisaia
Prima gli avvisi di garanzia, poi il sequestro: dopo anni di denunce, indagini e accertamenti è esploso in questi giorni il caso dell’Itrec di Trisaia, il centro di smaltimento di scorie radioattiveprovincia di Matera. Il sito, gestito dalla Sogin è sotto indagine per una sospetta contaminazione delle falde acquifere derivante dalla lavorazione di combustibili radioattivi. E se ieri, giovedì 26 settembre, erano finite nel registro degli indagati della Procura 16 persone, con l’accusa di sversamento di materiali tossici, oggi un maxi sequestro operato dai Carabinieri apre un nuovo inquietante capitolo della vicenda.
Tracce di uranio arricchito: sequestrato un terreno nell’Itrec di Trisaia – I carabinieri del nucleo di tutela ambientale hanno posto sotto sequestro un’area di 600 metri quadri all’interno del sito nucleare dopo una serie di campionamenti di terreno, prelevato da alcuni cumuli (circa 1500 metri cubi) già stoccati. Erano in attesa delle previste procedure di analisi e destinati allo smaltimento. Durante i controlli effettuati su uno dei quattro lotti pronti per essere smaltiti succede qualcosa di strano.
Le analisi condotte sia da Sogin sia dall’Ispettorato nazionale per la sicurezza nuclearee la radioprotezione (Isin), con il coordinamento della Procura di Matera, hanno infatti rilevato “la presenza di uranio arricchito U234-U235 non riconducibile ai radionuclidi uranio-torio in deposito presso il sito gestito dalla Sogin“.
Il centro aveva infatti accolto, tra il 1969 e il 1971, 84 elementi di combustibile irraggiato uranio-torio provenienti da un reattore americano. Nel sito dovevano essere fatte ricerche su processi di ritrattamento e rifabbricazione di queste scorie. Una mission che finisce nel 1987 con il referendum che segna la fine dell’esperienza nucleare italiana, ponendo attivamente il problema dello smaltimento delle scorie.
Le tracce di uranio arricchito dalla provenienza sconosciuta – Quello che non sembra quadrare oggi è che la nuove tracce radioattive trovate non sono in linea con quelle trattate all’interno del centro. Un’evidenza che potrebbe originare anche un nuovo filone d’inchiesta.
La nota positiva è che i livelli di contaminazione “non rappresenterebbero un pericolo immediato per i lavoratori, per l’ambiente e la popolazione” come precisato dai carabinieri. Sul perché siano state rilevate queste tracce ci sarà però probabilmente da indagare.
Giovedì, 26 settembre 2024
Un sito nucleare italiano ha contaminato le falde acquifere
Notificato un avviso di garanzia a Sogin per l’inquinamento correlato al sito di smaltimento di rifiuti nucleari di Trisaia, in Basilicata. Secondo le accuse già dal 2014 alcuni dirigenti avrebbero appreso della contaminazione delle acque di falda, ma lo avrebbero comunicato solo nel 2015
Il centro di Trasaia Enea Sogin
Si è chiusa lo scorso 24 settembre il primo capitolo dell’inchiesta che vede l’impianto Itrec di Trisaia, in provincia di Matera, sotto indagine per una sospetta contaminazione derivante dalla lavorazione di combustibili radioattivo. Martedì scorso la direzione distrettuale antimafia ha comunicato a Sogin, proprietaria dell’impianto, l’avviso di fine delle indagini preliminari. Gli indagati sono dirigenti della Sogin della vecchia centrale nucleare di Rotondella e funzionari pubblici degli enti locali che avrebbero rilasciato delle autorizzazioni a scaricare nel mar Jonio, senza alcun trattamento, le acqua contaminate da sostanze cancerogene.
L’avviso di garanzia a Sogin – I giudici contestano a Sogin, la società di Stato incaricata del decomissionamento degli impianti nucleari, la contaminazione riscontrata nelle falde acquifere sotterranee del sito a partire dal 2014, che potrebbe essere imputabile allo smaltimento di rifiuti radioattivi. Un ipotesi che Sogin respinge, sottolineando come la contaminazione non sia stata originata dalle operazioni di smaltimento e di aver comunicato alle autorità competenti il processo in atto non appena identificato.
Secondo gli accertamenti dei Carabinieri del Noe (il nucleo operativo ecologico dell’Arma) e della Dda, già dal 2014 alcuni dirigenti di Sogin avrebbero appreso della contaminazione delle acque di falda sottostanti il sito lucano, ma lo avrebbero comunicato solo nel 2015. In questo lasso di tempo, secondo gli inquirenti, la contaminazione si sarebbe estesa oltre il perimetro del centro. Oltre alle acque finite in mare, viene contestato anche lo scarico di acque reflue industriali dell’impianto Sogin direttamente nel fiume Sinni. L’inchiesta, inoltre, ipotizza ”omissioni’‘ nell’attività di controllo della Provincia di Matera e del Comune di Rotondella. Gli indagati sono al momento sedici. Ma, per capire meglio questa storia è necessario fare qualche passo indietro.
Operai al lavoro nell’Itrec di Trisaia (Foto Sogin)
Materiali radioattivi stoccati nell’Itrec di Trisaia (Foto Sogin)
Il problema della gestione del nostro “passato nucleare” – Il centro ricerche Enea di Trisaia, in località “Trisaia Inferiore“, nel comune di Rotondella (Matera) nasce nel 1963. È inizialmente un centro di riprocessamento degli elementi esauriti del combustibile nucleare.
Il nucleare civile in Italia nasce infatti nel 1963 con la prima centrale di Latina e il grande tema è dove smaltire le scorie derivante dal processo di fissione.
Il centro di Trisaia era uno dei siti all’avanguardia pensati per studiare i processi di riconversione e trattamento dei rifiuti radioattivi. Tra il 1969 e il 1971 vengono trasferiti nel sito 84 elementi di combustibile irraggiato uranio-torio provenienti da un reattore americano. Nel sito dovevano essere fatte ricerche su processi di ritrattamento e rifabbricazione di queste scorie.
Dopo il referendum del 1987, che mette fine al nucleare civile italiano, queste attività vengono interrotte. Da garantire c’è però ilmantenimento della sicurezza dell’impianto per tutelare ambiente e popolazione. Dal 2003 per questo scopo subentra Sogin, la società pubblica incaricata dello smaltimento di rifiuti radioattivi. Il compito dell’azienda è l’allontanamento del combustibile nucleare, la decontaminazione e la messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi.
L’accusa della Procura: “Sversamento di acqua contaminata” – I guai cominciano nel 2018 quando la Procura pone sotto sequestro tre vasche di raccolta delle acque di falda e la condotta di scarico della struttura. L’ipotesi è quella dello sversamento in mare di acqua contaminata che Sogin respinge con fermezza. All’azienda si contesta il reato di inquinamento ambientale e lo smaltimento illecito di rifiuti.
In particolare viene accertato il grave stato di inquinamento della falda con sostanze cancerogene come cromo esavalente e tricloroetilene, entrambe sostanze utilizzate nel riprocessamento del materiale nucleare.
Gli esiti degli esami vengono notificati all’Arpa Basilicata nel 2017 e il vicino comune di Rotondella vieta l’utilizzo delle acque sotterranee. “Nell’area interessata, comprendente l’intero centro Enea della Trisaia e aree adiacenti, oltre quelle attraversate dal fiume Sinni fino allo sbocco sul mare” precisa una nota del sindaco proprio mentre vengono avviate le indagini.
Nel frattempo però per anni le persone hanno continuato ad attingere all’acqua, probabilmente contaminata. E, al di là dell’inchiesta giudiziaria, crescono i timori anche per le ricadute sanitarie e ambientali.
La ragazza svizzera aveva perso il controllo della bici in gara battendo la testa contro un albero. Non è bastato a salvarla l’intervento d’urgenza praticato ieri
Muriel Furrer
La notizia più brutta arriva alle 14.50 di venerdì 27 settembre in un comunicato ufficiale dell’Uci, l’Unione Ciclistica Internazionale, dove c’è una foto di Muriel Furrer in bianco e nero. La 18enne ciclista junior svizzera è morta oggi all’ospedale universitario di Zurigo, dove era stata ricoverata ieri in seguito a una caduta durante la prova femminile in linea dedicata alla sua categoria nell’ambito dei Mondiali di ciclismo e di paraciclismo che si stanno svolgendo a Zurigo.
incidente furrer – Le condizioni di Furrer erano apparse subito estremamente critiche, con traumi importanti alla testa e il successivo trasporto in elicottero nella struttura sanitaria nella quale era stata anche operata, secondo quanto aveva riferito la testata elvetica Blick. “Con la scomparsa di Muriel Furrer, la comunità ciclistica internazionale perde una atleta con un brillante futuro davanti”, ha scritto l’Uci nella comunicazione ufficiale, sottolineando come la famiglia abbia chiesto il rispetto della privacy. Sono ancora oggetto di indagine le circostanze nelle quali è avvenuto l’incidente.
Durante il derby vinto dal Milan per 2-1, il capitano dei rossoneri si lascia scappare una frase offensiva rivolta ai supporter interisti
Dopo sei derby vinti, l’Inter ha perso malamente con il Milan domenica sera. I rossoneri hanno meritato i tre punti per quanto hanno fatto vedere sul campo, ma durante la partita si sono anche resi protagonisti di un episodio piuttosto condannabile.
Il capitano del Milan, Theo Hernandez, si è rivolto in maniera volgare e offensiva verso i tifosi nerazzurri: “Chupatemela, pezzi me..a!”.
Tafferugli alla fine del derby – foto Edgardo Genova – GenovaToday
Animi tesi in serata al termine della partita tra Genoa e Sampdoria, intervenute le forze dell’ordine in tenuta anti sommossa e con i mezzi blindati: usati idranti e lacrimogeni
Animi tesi e ancora scontri al termine del derby tra Sampdoria e Genoa, terminato con la vittoria dei blucerchiati ai calci di rigore dopo il pareggio 1-1 nei novanta minuti con botta e risposta tra Pinamonti e Borini. Guerriglia nei dintorni dello stadio con i tifosi che cercano gli scontri e polizia e carabinieri in tenuta anti sommossa con i mezzi blindati a garantire la sicurezza. Tutti gli aggiornamenti dai nostri inviati sul posto.
Tafferugli in corso De Stefanis – Poco prima della fine del match si sono infatti registrati nuovi tafferugli nella zona di corso De Stefanis a Marassi tra alcune frange di tifosi che hanno cercato il contatto. A incendiare gli animi l’esposizione da parte dei genoani, nel corso della partita, di alcuni striscioni sottratti nella sede della tifoseria blucerchiata nei mesi scorsi. Un gesto che aveva fatto salire la tensione tra gli ultrà. Gli striscioni esposti sono stati ribaltati in segno di spregio e dalla gradinata sud è arrivata la risposta con un altro drappo che recitava ‘Via Armenia 5 infami!‘, con riferimento a una delle storiche sedi del tifo rossoblu.
Derby, scontri e diversi feriti – Poliziotti e carabinieri in tenuta anti sommossa sono intervenuti e hanno anche sparato i lacrimogeni per separare i gruppi di contendenti. Ci sarebbe un ferito, soccorso da un’ambulanza, secondo quanto appreso dal nostro inviato sul posto si tratterebbe di un agente. La situazione però continua a essere tesa anche ben oltre la mezzanotte, con frange di tifosi a cercare lo scontro e le forze dell’ordine impegnate a respingere gli assalti anche in via Tortosa e via Del Piano. Il bilancio dei feriti è poi salito e sarebbero circa una quindicina le persone rimaste contuse. I mezzi blindati della polizia hanno attivato gli idranti ed è partito un fitto lancio di lacrimogeni per respingere frange di violenti a volto coperto e armati di spranghe e bastoni e intervenire negli scontri in corso nella zona tra via Canevari e via Bobbio di fronte allo stadio Luigi Ferraris.
Disordini tra via Tortosa e via Del Piano – Imponente, infatti, il presidio e lo sforzo organizzativo messo in campo da prefettura e questura, oltre ai mezzi blindati per tutta la sera anche l’elicottero ha presidiato la zona. Tante anche le squadre delle pubbliche assistenze presenti sul posto, diverse persone, come detto, sono state medicate. Qui sotto il video della situazione intorno a mezzanotte.
Le strade chiuse (poi riaperte) – Diverse strade sono state chiuse per motivi di sicurezza a partire dalle ore 23: ponte Serra, via Bobbio-Canevari in direzione mare, via Invrea, corso Buenos Aires e corso Torino in direzione levante e via Tolemaide. Intorno all’una meno dieci chiuso anche largo Giardino in direzione corsoMonte Grappa e via Montaldo.
Verso l’1,30 sono state riaperte largo Giardino, via Invrea, via Tolemaide, corso Buenos Aires e corso Torino. Verso le 2,30 la viabilità intorno allo stadio è infine tornata regolare.
Pomeriggio di tensione: cosa è successo – Pomeriggio di tensione a Genova e scontri nei pressi dello stadio, ampio dispiegamento di forze dell’ordine, dalla questura hanno spiegato che “il dispositivo di ordine pubblico, avviato fin dalla decorsa notte, è intervenuto, poco prima delle 14, per un tentativo di contatto tra le opposte tifoserie, all’altezza di ponte Serra, a margine del movimento dei tifosi per la predisposizione delle coreografie e degli striscioni all’interno dello stadio. L’intervento immediato dei reparti inquadrati, che si sono frapposti, ha respinto i due gruppi ed evitato il contatto tra tifosi. La situazione è rientrata e intanto sono state predisposte le interdizioni viabili connesse all’evento“, conclude la questura.
Derby ad alta tensione, scontri tra tifosi a Marassi
Tafferugli tra ponte Serra e via Moresco: petardi, spranghe e lanci di oggetti. Maxi controlli in vista del match alle 20.45 al Ferraris
Scontri tra tifosi nel primo pomeriggio a Marassi, nella zona della stadio. È una giornata ad altissima tensione in vista del derby Genoa-Sampdoria in programma questa sera al Luigi Ferraris dopo gli episodi registrati negli scorsi giorni che fanno temere un’escalation di violenza.
Decine di persone hanno partecipato a tafferugli tra via Moresco, ponte Serra, piazza Romagnosi e piazza Carloforte. Le opposte fazioni hanno cercato il contatto con esplosiviefumogeni, sprangheelanci di oggetti come cartelli stradali, sedie e tavolini. Sul posto diversi mezzi blindati di polizia e carabinieri che si sono frapposti e hanno cercato di disperdere la folla.Un poliziotto è rimasto contuso ma ha rifiutato il trasporto in ospedale.
Proprio previsione di questo scenariomolti negozi del quartiere oggi hanno deciso di abbassare le serrande: “A causa dei recenti casi di violenza avvenuti tra tifosi, molti commercianti oggi chiuderanno anticipatamente le proprie attività rispetto all’orario usuale di chiusura, al fine dievitare, in caso di scontri, danni e pericoli per i propri clienti – scrive il Civ Nel cuore di Marassi -. Non neghiamo che il danno commerciale ed economico sarà alto, ma la situazione impone delle scelte. Auspichiamo che non accada nulla e che vinca il senso civico, il rispetto e la sportività”.
Oltre alla chiusura delle strade interessate dagli scontri, la polizia locale ha anticipato le altre “normali” deviazioni del traffico veicolare nei dintorni dello stadio Ferraris.
Le misure – Tra le decisioni prese quella di chiedere a Genoa e Samp la presenza in numero massimo degli steward per la gestione dei controlli all’ingresso.
Ma poi saranno le forze dell’ordine a gestire gli afflussi e i deflussi per e dallo stadio nella giornata di oggi. E solo l’elenco dei partecipanti al tavolo tecnico di oggi rende l’idea del profilo di “alto rischio” assegnato al derby.
Sbarramenti e maxi controlli – In città sono stati previsti sbarramenti delle forze dell’ordine con tanto di alari (le grate alte quasi 3 metri) utilizzati per le manifestazioni ad alto rischio non solo di tipo sportivo, ma – a quanto si apprende – non saranno utilizzati preventivamente durante il match. Saranno invece montati solo in caso di disordini. In tutto gli uomini delle forze dell’ordine in campo saranno circa 350.
Saranno potenziati al massimo i servizi dinamici e in generale i presidi di vigilanza, anche presso le sedi di ritiro delle squadre. Il monitoraggio dall’alto sarà garantito da un elicottero dell’ottavo Reparto Volo della Polizia di Stato di Firenze.
Cancelli aperti in anticipo – Per facilitare le operazioni di afflusso dei tifosi, i cancelli vengono aperti dalle 18, una volta completate le coreografie e le conseguenti operazioni di bonifica e messa in sicurezza dell’impianto. La questura invita le tifoserie a giungere allo stadio con il massimo anticipo.
Il timore per gli striscioni rubati – Fondamentale per evitare una situazione fuori controllo sarà il controllo degli striscioni che saranno esposti al Ferraris. E’ noto infatti che la tensione tra le due tifoserie è altissima dopo i fatti del 5 maggio con i tafferugli in piazza Alimonda. In quell’occasione alcuni ultras doriani avevano rubato uno striscione agli avversari mentre i la gran parte dei tifosi rossoblù era in trasferta e i leader ‘daspati’ erano appunto a firmare.
La reazione dei genoani, poche ore dopo era stata altrettanto ‘oltraggiosa’ nel codice delle tifoserie, con l’ingresso nel club Ultras Tito di ponte Carrega e il furto di alcuni striscioni storici. Il timore è quello che gli striscioni rubati possano essere esposti e magari bruciati al derby. Sarebbe una vera e propriadichiarazione di guerra che tutti oggi vorrebbero evitare. È chiaro i controlli su quello che entrerà – o è già entrato – allo stadio – saranno decisivi per contenere problemi di ordine pubblico. A questo stanno lavorando da settimane gli agenti della Digos.
La scelta dopo che Palazzo Marino non ha potuto dare certezze sui lavori di ristrutturazione dell’impianto e della zona circostante in quel periodo. La nuova sede entro la prossima estate
Milano si era illusa di poter ospitare la finale di Champions League 2027. Lo scorso maggio il comitato esecutivo della Uefa aveva infatti deciso di assegnare l’ultimo atto della manifestazione ’26-27 – con riserva da sciogliere a settembre – allo stadio di San Siro. Oggi la doccia fredda, con il comunicato che annuncia l’esclusione del Giuseppe Meazza con conseguente riapertura delle candidature.
la nota – “Poiché il Comune di Milano non può garantire che lo stadio di San Siro e i suoi dintorni non saranno interessati dai lavori di ristrutturazione nel periodo della finale della Champions League del 2027 – si legge nel comunicato – è stato deciso di non assegnare la finale a Milano e di riaprire la procedura di gara per designare una sede idonea, con una decisione prevista per maggio-giugno 2025″. Era stato lo stesso Comune a spiegare la situazione di incertezza alla Figc, che a sua volta ha informato la Uefa. La finale per l’edizione in corso si svolgerà il 31 maggio 2025 all’Allianz di Monaco di Baviera, quella del 2026 invece alla Puskas Arena di Budapest.
22 maggio 2024
Finale di Champions 2027 a San Siro, ma in stand-by: l’Uefa attende il piano di ristrutturazione
L’edizione 2026 si concluderà a Budapest, per quella successiva il comitato esecutivo aspetta di conoscere il destino dello stadio di Milano
Il comitato esecutivo dell’Uefa riunito a Dublino ha designato Budapestcome sede della finale 2026 e ritardato la decisione su San Siro per il 2027, in attesa di conoscere il destino dello stadio milanese. La Puskás Arena e San Siro erano le uniche due candidate alle due finali in programma, ma per Milano si dovrà attendere settembre. La prossima finale si giocherà il 1° giugno allo stadio di Wembley a Londra, mentre l’anno prossimo sarà in casa del Bayern Monaco.
Progetto – Lo Stadio Giuseppe Meazza, di proprietà del comune di Milano, non conosce ancora il suo destino. Inter e Milan stanno valutando la costruzione di nuovi impianti, visti i paletti messi dalla Sopraintendenza che vietano la demolizione, mentre valutano anche il progetto presentato da WeBuild. Così la Uefa ha rinviato la decisione alla riunione del comitato esecutivo di settembre. Il Meazza potrebbe ospitare la finale di Coppa dei Campioni o di Champions League per la quinta volta, un anno dopo aver accolto la cerimonia di apertura dei Giochi olimpici invernali di Milano-Cortina 2026.
Le altre sedi – Il comitato esecutivo della Uefa ha anche assegnato della Champions League donne 2026 a Oslo, in Norvegia. Per quanto riguarda l’Europa League, la finale 2026 sarà disputata al Besiktas Park di Istanbul, mentre quella del 2027 allo Stadion Frankfurt di Francoforte. RB Arena di Lipsia nel 2026 e ancora Besiktas Park di Istanbul nel 2027 sono le sedi designate dall’Esecutivo Uefa per la finale di Conference League.
Il termine era fissato per il 30 settembre. Ieri per i troppi accessi la piattaforma digitale del ministero della Giustizia è andata in tilt
Raggiunte le 500mila firme necessarie per convocare il referendum di modifica della legge sulla cittadinanza che punta a dimezzare da 10 a 5 gli anni necessari al cittadino straniero legalmente residente in Italia per ottenere la cittadinanza. Nelle ultime 24 ore c’è stato un vero e proprio boom di adesioni sul sito www.referendumcittadinanza.it. La deadline era fissata per il 30 settembre.
Esulta Riccardo Magi, segretario di +Europa: “Un risultato straordinario frutto di una mobilitazione popolare che siamo riusciti a suscitare insieme a tutti i promotori e a raccogliere attraverso la piattaforma pubblico per le firme digitali. Segno che l’urgenza di una riforma della cittadinanza è sentita ed è rimasta per anni senza risposta dal Parlamento. I cittadini sanno riconoscere la buona politica e hanno voglia di partecipare e mobilitarsi”. Ma ci tiene a far sapere di aver ricevuto anche oggi “segnalazioni da parte dei cittadini che non riescono a firmare. Serve un intervento urgente del governo. Il segnale di partecipazione forte dei cittadini è un segnale di vita della democrazia, il governo non deve avere paura”, aggiunge Magi.
Ieri sono state superate le 330mila sottoscrizioni dopo che sono arrivati anche 60mila clic in un’ora, secondo i promotori di +Europa. E proprio per i troppi accessi la piattaforma digitale del ministero della Giustizia, più volte, è andata in tilt e poi successivamente ripristinata. “Impossibile raggiungere il server“, la scritta che è apparsa a molti utenti pronti a firmare ma costretti ad aspettare e ad aggiornare più volte il sito. La piattaforma alla fine “ha raccolto complessivamente oltre 155.000 sottoscrizioni relative a tutti i quesiti referendari attualmente inseriti nel sistema“.
I sostenitori – Tanti, tantissimi, i personaggi del mondo della cultura, dello sport, dello spettacolo, dell’accademia, del giornalismo, sostenitori dell’iniziativa lanciata da diversi partiti (oltre a +Europa, anche Possibile, Radicali Italiani, Partito Socialista Italiano, Rifondazione Comunista), associazioni e sottoscritta anche da leader politici (e sindaci), compresi Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli,deputati dell’Alleanza Verdi e Sinistra che hanno firmato ieri. La segretaria del Pd Elly Schlein in un video sui social ha chiesto ai cittadini una firma per il referendum “contro l’autonomia differenziata, sul salario minimo, una legge di iniziativa popolare per dire che sotto i 9 euro all’ora non è lavoro, è sfruttamento e non può essere legale. E per il referendum sulla cittadinanza. Fatelo, vi prende due minuti in tutto: è importante“.
Per Pierfrancesco Majorino, responsabile Immigrazione nella segreteria nazionale del Pd, “l’esito straordinario della mobilitazione a sostegno del referendum sulla cittadinanza è una bellissima boccata d’ossigeno. C’è un’Italia che ha deciso di prendere parte a questa grande battaglia di civiltà che continueremo a sostenere con convinzione. La riforma della cittadinanza non può più attendere. Con questo spirito abbiamo ultimato una proposta di legge organica e siamo pronti, come ribadiamo da mesi, a fare di tutto in Parlamento per sostenere tutti i tentativi di modifica della legge esistente – conclude Majorino – a mobilitazione democratica e civile di questi giorni è un segnale chiarissimo per il riconoscimento dei diritti e contro ogni discriminazione“. Anche Matteo Renzi è della partita. “In una settimana dobbiamo arrivare a mezzo milione. Mi farebbe piacere che il popolo delle Enews desse un aiuto a raggiungere l’obiettivo. Io firmerò online“.
In campo anche molti vip. Come l’attrice Kasia Smutniakche sui social ha coinvolto gli utenti: “Entro 30 settembre abbiamo la possibilità di fare qualcosa di concreto. Bisogna raccogliere 500.000 firme. Due minuti del tempo per esercitare l’unico potere che abbiamo come i cittadini, il voto”.
Un appello che si aggiunge a quelli di Zerocalcare e Ghali. Il fumettista in un video ha chiesto di “riportare un po’ di giustizia e consentire a chi sta in Italia, vive e ha relazioni qui, di avere gli stessi diritti degli altri”; il cantante sui social ha invitato a firmare il referendum sulla cittadinanza perché “abbiamo bisogno di tutti noi, ora” (pubblicando in bio il link a cui collegarsi per dare la propria adesione e postandolo anche in una storia con il contatore delle firme).
Come si firma – Per sottoscrivere il referendum basta andare sul sito www.referendumcittadinanza.it con lo SPID. Da lì ci si collega al portale del ministero della Giustizia e in pochi click si firma con tanto di ricevuta. Altrimenti si può votare ai banchetti dei promotori o nelle loro sedi, basta avere con sé un documento d’identità.
Come si firma – Per sottoscrivere il referendum basta avere lo spid e collegarsi al sito www.referendumcittadinanza.it Da lì ci si collega al sito del ministero di Giustizia e in pochi click si firma con tanto di ricevuta. Altrimenti si può votare ai banchetti dei promotori o nelle loro sedi, basta avere con sé un documento d’identità.
Gli obiettivi – La normativa in vigore stabilisce che la cittadinanza italiana possa essere concessa al cittadino straniero legalmente residente nel territorio della Repubblica da almeno 10 anni. Il presente quesito propone di dimezzare tale termine, riportandolo a 5 anni, com’era previsto dalla legislazione prima del 1992 e com’è stabilito in diversi altri Stati Ue.
Ai fini della concessione della cittadinanza, oltre alla residenza ininterrotta in Italia (che questo referendum propone di ridurre a 5 anni) resterebbero invariati gli altri requisiti già stabiliti dalla normativa vigente e dalla giurisprudenza, quali: la conoscenza della lingua italiana, il possesso di adeguate fonti economiche, l’idoneità professionale, l’ottemperanza agli obblighi tributari, l’assenza di cause ostative collegate alla sicurezza della Repubblica.
In Italia le persone in possesso di questi requisiti che potrebbero beneficiare direttamente o indirettamente (figli minori conviventi) dell’intervento proposto sono circa 2,5 milioni.
Il quesito – Il quesito che ci sarà sulla scheda qualora vengano raccolte 500 mila firme e la Corte Costituzionale lo giudichi ammissibile, sarà il seguente: “Volete voi abrogare l’art. 9, comma 1, lettera b), limitatamente alle parole “adottato da cittadino italiano” e “successivamente alla adozione“; nonche é la lettera f), recante la seguente disposizione: “f) allo straniero che risiede legalmente da almeno dieci anni nel territorio della Repubblica.”, della legge 5 febbraio 1992, n. 91, recante nuove norme sulla cittadinanza”?».
Cose serve perché il referendum sia valido – Perché il referendum sia valido deve essere raggiunto il quorum di validità e cioè devono partecipare alla votazione il 50% più uno degli aventi diritto. Perché la norma oggetto del referendum stesso sia abrogata deve essere raggiunta la maggioranza dei voti validamente espressi.
Giappone, terremoto nelle isole Izu: scatta l’allerta tsunami
Il Giappone ha emanato un’allerta tsunami dopo un terremoto segnalato nei pressi di Torishima, nelle isole Izu.
Il terremoto nell’oceano Pacifico sarebbe di magnitudo 5,9. In allerta sia i residenti delle isole Izu sia di Ogasawara. Secondo i dati dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) italiano e dell’Istituto geologico degli Stati Uniti (Usgs), il sisma è avvenuto alle 8,14 ora locale (l’1,14 in Italia).
L’ipocentro della scossa è stato localizzato a circa 50 chilometri di profondità, mentre l’epicentro a a sud dell’isola di Aogashima. Al momento non sono disponibili informazioni in merito a eventuali danni a persone o cose.
Il centrocampista si è sottoposto a degli esami in Spagna che avrebbero evidenziato la rottura del legamento crociato anteriore, ma si attende una comunicazione ufficiale da parte del City: nel caso salterebbe il resto della stagione.
Il Manchester City rischia di perdere Rodri per il resto della stagione. Il centrocampista spagnolo si è infortunato nel corso del match dello scorso weekend contro l’Arsenal, uscendo zoppicando ma comunque sulle proprie gambe, dopo essere caduto tenendosi il ginocchio destro. Oggi il giocatore si è sottoposto a esami e controlli in Spagna e da quello che filtra si tratterebbe di rottura del crociato, ma si è ancora in attesa di una comunicazione ufficiale da parte del club. I Citizens potrebbero dover fare a meno di lui per cercare di confermarsi campioni in patria e vincere la nuova Champions League.
È uno dei favoriti al Pallone d’Oro –“Rodri è forte. Ha lasciato il campo perché si sentiva qualcosa, altrimenti sarebbe rimasto lì” sono state le parole subito dopo la sfida ai Gunnersdi Pep Guardiola. Rodri è anche uno dei favoriti per la conquista del Pallone d’Oro. “È un potenziale vincitore – ha aggiunto il suo allenatore -. È il miglior centrocampista al mondo e mi piacerebbe che lo vincesse”. Lo spagnolo era solo alla prima presenza da titolare in questo campionato, dopo aver saltato le prime gare per un fastidio alla coscia e aver giocato gli interi 90 minuti solo nella recente sfida di Champions.
E’ salito a 51 morti il bilancio delle vittime dell’esplosione avvenuta in una miniera a Tabas, nell’Iran orientale.
Lo riferiscono i media statali di Teheran. Una fuga di metano sarebbe all’origine dell’esplosione, che ha anche provocato 17 feriti, secondo quanto riportato dalla televisione di stato iraniana.
L’esplosione è avvenuta nella tarda serata di sabato, mentre circa 70 minatori erano presenti sul posto di lavoro, a 540 chilometri a sud-est di Teheran. Squadre di emergenza sono state inviate sul posto.
Il governatore generale della provincia del Khorasan meridionale, Javad Ghanaat, ha riferito che, a seguito dell’esplosione nei blocchi B e C della miniera di carbone Madanjou a Tabas, 22 minatori sono rimasti intrappolati nel blocco C. Diverse squadre di soccorso stanno cercando di salvarli creando un’apertura nel tunnel, dove è stata rilevata un’alta concentrazione di gas metano.
Ghanaat ha spiegato che i lavori di soccorso nel blocco B sono terminati, e dei 47 lavoratori che erano presenti, 30 sono morti e 17 sono rimasti feriti.
L’incidente si aggiunge alla lista di tragedie simili avvenute negli anni nelle miniere dell’Iran. Nel 2017, un’esplosione in una miniera di carbone causò almeno 42 vittime, mentre eventi precedenti, avvenuti nel 2013 e nel 2009, provocarono rispettivamente 11 e 20 morti. Gli incidenti sono spesso attribuibili a standard di sicurezza inadeguati e a scarse capacità di risposta alle emergenze nelle regioni minerarie.
Il presidente iraniano Masoud Pezeshkian, prima della sua partenza per New York, dove parteciperà alla 79ª Assemblea Generale delle Nazioni Unite, ha espresso le sue condoglianze alle famiglie delle vittime dell’incidente. Ha quindi incaricato i membri del suo governo di seguire da vicino l’indagine sulle cause dell’esplosione e di fornire il necessario supporto alle vittime e alle loro famiglie.
E’ accaduto a Saviano, nel napoletano. Il crollo molto probabilmente per l’esplosione di una bombola di gas
La palazzina crollata
Una palazzina è crollata in via Tappia 5, a Saviano, nel napoletano, molto probabilmente per l’esplosione di una bombola di gas. Si tratta di un edificio di due piani. Dalle prime informazioni, sotto le macerie ci sarebbe una famiglia di cinque persone, marito, moglie e tre bambini. L’esplosione sarebbe avvenuta al secondo piano, nell’abitazione di una persona anziana mentre la famiglia è residente al primo piano. Sul posto per i soccorsi carabinieri e vigili del fuoco.
Aggiornamento: Due bambini sono morti nel crollo di una palazzina in via Tappia 5, a Saviano, nel napoletano, molto probabilmente per l’esplosione di una bombola di gas. A perdere la vita una bambina di 4 anni e il fratellino di 6. Il papà e un altro figlioletto di 2 anni sono stati estratti vivi e ora sono in ospedale. Mancano all’appello la madre dei bambini e l’anziana nonna residente al secondo piano, dove sarebbe avvenuto lo scoppio della bombola. Sul posto sono accorsi vigili del fuoco, carabinieri, polizia, protezione civile e volontari, che continuano a scavare a mano
“Cara Paola, sei stata uno dei volti più amati. Non ti dimenticheremo mai!” scrive la rete televisiva su Instagram
Paola Marella (Fotogramma/Ipa)
E’ morta a soli 61 anni Paola Marella. Architetto e celebre volto della tv, era malata di tumore. Conduttrice di Real Time, è stata il volto di ‘Cerco casa disperatamente‘ e ‘Vendo casa disperatamente‘.
“Cara Paola, sei stata uno dei volti più amati di Real Time. Non ti dimenticheremo mai!” scrive la rete televisiva su Instagram. Nata nel 1963 a Milano, laureata in Architettura, aveva mosso il primi passi nel mondo della televisione nel 2009, fino a diventare simbolo di numerosi programmi di punta. “Ci hai lasciato troppo presto, ora arreda il Paradiso“, “non puoi farci questo brutto scherzo, speravo in una fake news“, “non dimenticherò mai i suoi modi raffinatissimi e il suo sguardo gentile”, scrivono i fan sui social, tanto che ‘Ciao Paola‘ è diventato tendenza su X.
La popolazione parla di lampadari che “ondeggiavano” e “suppellettili caduti a terra”. Al momento no si hanno notizie di vittime o feriti
Una forte scossa di terremoto di magnitudo 6 è stata registrato nella provincia di San Luis in Argentina. E’ quanto ha riferito il Centro Sismologico Euro-Mediterraneo (Emsc).
L’epicentro è stato localizzato a 158 km a nord-ovest della città di San Luis, dove vivono circa 183.000 persone. La sorgente è stata localizzata a una profondità di 129 km.
La popolazione ha riferito di lampadari che “ondeggiavano” e di suppellettili “caduti a terra”, porte e finestre che “hanno tremato per interminabili secondi”. Diversi i video postati sui social. Al momento non sono pervenute informazioni su vittime o danni.
Il centrocampista ucraino è uscito in lacrime: immagini impressionanti dal Penzo
Venezia-Genoa è rimasta ferma per alcuni minuti a inizio ripresa per il terribile infortunio occorso a Ruslan Malinovskyi. Il centrocampista ucraino, in un recupero difensivo al 2’ del secondo tempo, ha riportato una probabile rottura di tibia e perone destri: durante la scivolata, la caviglia si è girata in maniera innaturale.
Immediata la percezione della gravità dell’accaduto anche dai gesti di disperazione di compagni e avversari. Il calciatore è uscito in barella, tra gli applausi di tutto lo stadio Penzo, ed è stato portato d’urgenza in ospedale.
GWS RUSLAN 🙏
Gelandang Genoa, Ruslan Malinovskyi alami cedera serius di pergelangan kakinya saat melawan Venezia.
Lingua originale: indonesiano. Traduzione di google:
Il centrocampista del Genoa Ruslan Malinovskyi si è infortunato gravemente alla caviglia contro il Venezia. E’ stato calmato dal portiere Pierluigi Gollini prima di essere sottoposto alle visite mediche.
L’evento registrato dall’Istituto di geofisica e vulcanologia con epicentro a un chilometro di profondità. Avvertito anche a Marsala, Mazara del Vallo e alle Egadi
Una scossa diterremoto è stata segnalata alle 5 di oggi 21 settembre nelle acque del Tirreno meridionale antistanti Trapani, 15 chilometri a nord dell’isola di Levanzo, la più settentrionale dell’arcipelago delle Egadi.
Secondo quanto rilevato dall’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), il sisma è stato di magnitudo 4.1 ed è avvenuto con epicentro a una profondità di 1 chilometro La scossa è stata avvertita a Trapani, ma anche a Marsala, Mazara del Vallo e alle Egadi.
Difficoltà per soccorsi 118. Nelle Marche frane e smottamenti. La mappa del maltempo sulla regione
Piogge copiose anche su tutte le Marche ieri, il torrente Aspio che esonda inondando alcune aree nella zona sud di Ancona, fiumi d’acqua sulle strade, frane diffuse e disagi per la viabilità, alcune famiglie temporaneamente isolate e altre evacuate anche con mezzi anfibi dai soccorritori.Sono alcuni fotogrammi dell’emergenza maltempo che sta sferzando da ormai da 48 ore le Marche, colpendo tutte le province e in particolare il capoluogo.
Le operazioni di soccorso e salvataggio delle persone a Traversara, la frazione di Bagnacavallo allagata dopo la rottura dell’argine del fiume Lamone, 19 settembre 2024 (ansa)
Allerta da arancione a gialla – L’allerta arancione diramata ieri dalla Protezione civile è tornata gialla oggi ma l’attenzione resta alta, in particolare ad Ancona, dove le scuole resteranno chiuse per altre 24 ore. Il monitoraggio di Comuni e Regione resta costante e i Centri operativi aperti. Sotto pressione il sistema di protezione civile, i vigili del fuoco, soccorso alpino, forze dell’ordine e uffici comunali, anche per dare assistenza ad automobilisti in difficoltà.
Vvf: oltre 600 interventi – Solo i vigili del fuoco hanno compiuto ieri oltre 600 interventi e sono entrati in azione i sommozzatori per soccorrere otto persone nella zona tra Numana e Castelfidardo a causa di allagamenti consistenti. Mezzi anfibi e gommoni in azione all’Aspio e a Castelferretti di Falconara, dove il centro è stato invaso dall’acqua dopo che il fosso San Sebastiano è tracimato: alcune persone sono state evacuate. Ieri sei famiglie avevano dovuto lasciare le case a Osimo perché una frana minacciava un abitato.
A Falconara Marittimanumerosi gli interventi di soccorso a persone e il sindaco pensa allo stato di emergenza. A Jesi danneggiato il campanile di una chiesa. La seconda perturbazione ha colpito in particolare le zone costiere, tra le province di Ancona, MacerataeFermo ma le piogge in queste ore si stanno spostando verso la fascia costiera del Pesarese
Ad Ancona “la situazione si sta normalizzando ma richiede la massima attenzione per quanto riguarda la condizione dei plessi scolastici. – dice all’ANSA il sindaco Daniele Silvetti – È nostro dovere garantire la ripresa delle lezioni in sicurezza tenuto conto di segnalazioni pervenute in giornata da dirigenti scolastici. Raggiungeremo le frazioni più colpite e ci renderemo conto della condizione delle aziende colpite all’Aspio“. Intanto domani ad Ancona scuole, parchi pubblici e cimiteri ancora chiusi mentre a Senigallia, colpita da alluvioni nel 2014 e 2022, stavolta sfiorata dal maltempo, riapriranno dopo lo stop di oggi.
Pioggia, vento e qualche corso d’acqua tracimato hanno creato problemi in tutta la regione: frane diffuse, molte strade chiuse per allagamenti e fango, alberi e rami caduti in strada; chiuso e poi riaperto il tratto A14 Ancona Sud e Loreto; interrotta per qualche ora la linea ferroviaria tra Loreto e Varano. Disagi anche nelle altre province: diversi alberi sono caduti nel Fermano, centrando due auto.
Elevata criticità per rischio idraulico su Costa romagnola, Pianura bolognese, Bassa collina e pianura romagnola, Collina bolognese
Prosegue l’allerta meteo sulle zone colpite dell’alluvione. La protezione civile ha emesso un bollettino di allerta rossa sull’Emilia Romagna per rischio idraulico e idrogeologico anche per la giornata di oggi. In particolare, si riporta elevata criticità per rischio idraulico su Costa romagnola, Pianura bolognese, Bassa collina e pianura romagnola, Collina bolognese. Elevata criticità per rischio idrogeologico su Costa romagnola, Bassa collina e pianura romagnola, Montagna bolognese, Collina bolognese, Alta collina romagnola, Montagna romagnola.
Sindaca Lugo: “Acqua sta avanzando in tutto il centro” – “L’acqua ha allagato gran parte di Lugo est e sud e purtroppo anche parte del centro. Stiamo raccogliendo l’elenco delle vie principali e dei problemi di viabilità”. Così la sindaca di Lugo Elena Zannoni. Il Comune conferma che proseguono gli allagamenti progressivi delle vie verso il centro in particolare da est, ovvero dal lato di via di Giù. “L’acqua sta avanzando in tutto il centro, entrando da est, zona maggiormente interessata ieri”. In aumento anche l’acqua nell’area di via Fossa e zone limitrofe che stanno accogliendo l’acqua in arrivo dal sottopasso della Felisio. Le squadre sono sul territorio per mappare le criticità.
In due giorni nelle Marche 770 interventi vigili del fuoco – In due giorni, da inizio emergenza, nelle Marche sono stati effettuati 770 interventi da parte dei vigili del fuoco per il maltempo. Da ieri sera alle 19 i vvf hanno effettuato altri 85 interventi soprattutto nelle provincie di Ancona, Macerata e Pesaro Urbino. Le richieste sono per danni d’acqua nelle abitazioni, allagamenti locali seminterrati e al piano terra, alberi caduti sulla sede stradale, frane e smottamenti di terreno.
Ad Ancona chiusa strada a Massignano per smottamento – Nelle Marche, proseguono gli interventi dei vigili del fuoco per il maltempo. Ad Ancona è stata chiusa la strada a Massignano in entrambe le direzioni, poco dopo il capolinea bus direzione Sirolo, per uno smottamento e un veicolo sulla carreggiata. Lo fa sapere il Comune. A Falconara Marittima, invece, le strade di Castelferretti da ieri sera sono state riaperte.
Musumeci: “Non credo di aver alimentato polemiche” – “In questo momento la polemica non serve asso-lutamente né credo di averla alimentata, ma, da Governo nazionale, voglio tendere la mano alle strutture del territorio, alla Regione, per dire: ‘Sediamoci attorno a un tavolo, ragioniamo confrontiamoci, lo Stato non eroga solo risorse, ma verifica anche come sono state spese”. Lo ha detto il ministro della Protezione civile, Nello Musumeci, ai microfoni di Sky Tg24.”La prevenzione infrastrutturale spesso non si può fare, non perché manchino risorse, non è questo il caso dell’Emilia Romagna, ieri mi sono limitato a dire che, a fronte di oltre 600 milioni erogati negli ultimi 10 anni, le infrastrutture avrebbero dovuto raggiungere un grado consistente”. Il tema non è “quanto denaro è stato speso o non speso”, ma “capire da dove e come si è intervenuti e perché si continui a essere in emergenza”, ha sottolienato Musumeci. “Se un fiume esonda tre o quattro volte nonostante gli interventi fatti, vuol dire che l’intervento non è stato fatto bene – ha aggiunto – bisogna andare a monte”.
Musumeci: “Prevenzione va fatta per tempo e dalle Regioni” – “Per rispetto verso gli alluvionati non intendo polemizzare. Sono un ministro, non è il momento dei contrasti. Ma non ho mai parlato di responsabilità. Ho ribadito che continueremo ad avere eventi calamitosi finché non si attuerà una seria prevenzione strutturale da parte di tutte le Regioni”. Così il ministro della Protezione civileNello Musumeci intervistato dal Corriere della Sera in merito alle accuse di sciacallaggio.
Le casse di espansione “sono un prezioso strumento di prevenzione. Ma vanno realizzate prima dell’alluvione, cioè nella gestione ordinaria, che spetta alle Regioni, e non a quella straordinaria, affidata a Figliuolo. Abbiamo chiesto alla Regione quali infrastrutture abbia realizzato almeno nell’ultimo decennio, per individuare ulteriori obiettivi e risorse rispetto ai 596 milioni di euro che ha ricevuto dal 2013.Per collaborare serve confronto e rispetto reciproco“, aggiunge.
Sima, in Italia 360 miliardi di euro di danni in 80 anni per dissesto e terremoti – Dal 1944 al 2023 i danni prodotti da dissesto idrogeologico (frane, alluvioni, ecc.) e terremoti hanno raggiunto in Italia la maxi-cifra, ai valori correnti, di 360 miliardi di euro. Lo afferma la Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima), che ricorda come con i cambiamenti climatici in atto eventi estremi come quello che ha colpito nelle scorse ore l’Emilia Romagna risultano sempre più frequenti nel nostro Paese. Le alluvioni, che negli ultimi anni sono diventate più frequenti e intense, sono state attribuite a vari fattori, tra cui il cambiamento climatico e la cattiva gestione del territorio. In Italia, il dissesto idrogeologico è una piaga ben nota: secondo i dati Ispra il 91% dei comuni italiani è esposto al rischio di frane e alluvioni, spiega la Sima.
Una regione sott’acqua: un’altra alluvione in Romagna, paura e sfollati
La cronaca di 48 ore terribili. Alluvioni, evacuazioni massicce, paura. Si cercano due dispersi, Mattarella esprime la sua vicinanza
La pioggia continuava a cadere senza fermarsi e l’allerta si è alzata di ora in ora, così come l’acqua dei fiumi. Lo scenario, inizialmente solo preoccupante, è peggiorato via via e dopo un anno e mezzo dal terribile maggio 2023 le zone alluvionate della Romagna e del Bolognese hanno rivissuto gli incubi di quei giorni.
Una notte e una mattina ieri ad alta tensione: i fiumi sono usciti ancora dagli argini, prima in collina e poi in pianura, le strade sono franate, alcune zone sono finite allagate. Tra i mille e i millecinquecento gli evacuati, due i possibili dispersi.
“Ho appena parlato con il presidente facente funzioni dell’Emilia-Romagna Irene Priolo per chiedere notizie ed esprimere vicinanza in questo momento di difficoltà, chiedendole di ringraziare tutti coloro che si stanno adoperando per aiutare chi si trova in condizioni difficili“,ha detto nel tardo pomeriggio il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Modigliana, è emergenza: prot. civile invita a salire ai piani alti (Local Team) – 20/09/2024
Alluvione a Modigliana (Forlì- Cesena), le immagini dal drone (Local Team) – 20/09/2024
Modigliana martoriata – Le aree più colpite sono il borgo di Modigliana, martoriato dalle frane dove due sere fa “il fiume è esploso” all’improvviso, come ha detto il sindaco Jader Dardi. Poi alcune zone della provincia di Bologna, con l’Idice tracimato ancora a Budrio, la val di Zena allagata. Forlì, dove il Montone ha tenuto in ansia a lungo i cittadini.
Soprattutto, la pianura ravennate: Faenza, Castel Bolognese, Cotignola, Lugo, dove i centri storici questa volta sono stati risparmiati.Poi in tarda mattinata, quando ormai sembrava che le piene stessero defluendo, Bagnacavallo, frazione Traversara, era diventato il luogo dove si è concentrata l’attenzione dei soccorritori.
Qui il Lamoneha rotto l’argine aprendo una grande falla e ha invaso il paese, distruggendo e devastando, facendo crollare le case. Quasi tutto era stato evacuato precauzionalmente. Alcune persone sono state salvate sui tetti con l’elicottero, altre con i gommoni e alla fine si cercano due dispersi, sulla base del racconto di un testimone, anche se non risultano denunce di scomparsa.
Le previsioni superate dalla furia dell’acqua – Nelle scorse ore “i primi modelli” meteorologici “parlavano di una cumulata” di pioggia “di 130 millimetri, in realtà stiamo avendo cumulate, ad esempio su bacino del Senio, di 250 millimetri e quindi sono paragonabili, se non in alcuni casi superiori all’evento del 16 e 17 maggio del 2023“, ha spiegato la presidente facente funzione della Regione Emilia-Romagna, Irene Priolo, per dare l’idea delle dimensioni di questo ulteriore evento estremo.
In serata ieri ha smesso di piovere un po’ ovunque, i livelli dei fiumi si sono abbassati sensibilmente e molte ordinanze di evacuazione o di trasferimento ai piani alti sono state revocate.La circolazione ferroviaria, inizialmente interrotta in più punti per precauzione, è stata riattivata tranne in alcune situazioni critiche.
L’allerta meteo rossa è confermata anche per oggi in Emilia-Romagna, le scuole rimarranno chiuse nel Ravennate, mentre a Forlì-Cesena ci saranno “chiusure in ambiti strettamente coinvolti“, ha spiegato sempre Priolo, mentre a Bolognamolti sindaci hanno deciso di tenerle aperte.
Il capo dipartimento della protezione civile Fabio Ciciliano è stato nel capoluogo per un punto proprio con Priolo: “L’emergenza non è assolutamente finita, deve continuare a essere monitorata finché il mare non raccoglierà le acque“, ha detto.
Il maltempo ha colpito anche le Marche e l’alto Mugello. In particolare ad Anconain mattinata ha straripato il torrente Aspio e intere zone della città e gran parte delle strade sono state chiuse. Problemi anche in provincia e a Senigallia mentre nel pomeriggio diversi problemi sono rientrati.
Ultime piogge: nel weekend del 21-22 settembre torna il sole, ma resta massima allerta per i fiumi che continuano a scorrere impetuosi e gonfi e per i terreni saturi che restano instabili per settimane con rischio frane.
Antonio Sanò, fondatore del sito www.iLMeteo.it, conferma che da oggi pomeriggio il tempo sarà di nuovo sereno quasi ovunque ma resterà l’allerta per il rischio idraulico(esondazioni ed alluvioni) e quello idrogeologico (principalmente colate di fango e frane in generale).
Intanto, ci sarannoancora dei temporali sulla fascia adriatica, più probabili sulla Puglia ma diffusi un po’ su tutto il territorio orientale del nostro Paese; altrove troveremo ampie schiarite e solo un po’ di vento forte da nord su Liguria ed Alto Adriatico. Dal pomeriggio la situazione migliorerà ulteriormente, ovunque. Il weekend sarà buono e dunque vivremo una tregua importante: nelle zone allagate e colpite dal maltempo i soccorsi potranno lavorare a pieno regime senza nuovi rischi meteo.
Il tempo sia sabato sia domenica è previsto in prevalenza soleggiatoe con temperature di nuovo gradevoli, se non addirittura calde: le massime saliranno fino a 26-27°C a Roma, oltre i 30°C in Sicilia, e anche in Pianura Padana toccheremo nuovamente i 25°C. In Emilia Romagna e nelle Marche, dopo le piogge torrenziali da record, il sole scalderà fino a 24 gradi mentre al mattino la minima sarà intorno ai 15 gradi.
Purtroppo, già tra domenica e lunedì, un’altra perturbazione raggiungerà il nostro Paese. Al momento sono attese piogge sin dal mattino della domenica in Sardegna, poi dal pomeriggio anche su Piemonte e Ponente Ligure ed in serata su tutto il Nord-Ovest. Si tratterà di una perturbazione atlantica (quindi da ovest) diversa dal ciclone Boris che ha colpito Emilia Romagna e Marche, scendendo dalla Mitteleuropa e portando tanta aria fredda in quota.
Nonostante i connotati diversi della nuova perturbazione, le piogge saranno però ancora intense su tutto il versante occidentale del Paese, specie sulle coste tirreniche, in Liguria e in Piemonte; dal pomeriggio-sera poi le piogge purtroppo raggiungeranno un po’ tutta l’Italia.
Seguiremo la traiettoria di questa nuova perturbazione atlantica in ingresso tra domenica e lunedì, ma intanto prestiamo massima attenzione, come detto, al rischio idraulico ed idrogeologico nonostante un cielo sempre più soleggiato.
NEL DETTAGLIO
Venerdì 20 – Al Nord: ultime piogge in Romagna, tante nubi altrove. Al Centro: ultime piogge sulle Adriatiche. Al Sud: a tratti instabile.
Sabato 21 – Al Nord: sole e temperature in aumento. Al Centro: soleggiato e mite, salvo nubi sui rilievi. Al Sud: bel tempo prevalente.
Domenica 22 – Al Nord: peggiora dalla sera al Nordovest. Al Centro: soleggiato e caldo, peggiora in Sardegna già dal mattino. Al Sud: soleggiato e caldo.
TENDENZA: nuova perturbazione atlantica con piogge lunedì e martedì poi migliora specie al Centro-Sud.
Due dispersi a Bagnacavallo, migliaia gli sfollati. Treni tornano regolari sull’Alta velocità, ancora sospesi in zona Ravenna. Ancora allerta rossa per criticità idraulica e idrogeologica
Alluvione Emilia-Romagna
Tregua dal maltempo e meteo in graduale miglioramento oggi in Emilia-Romagna. All’indomani dell’alluvione che ha travolto la regione lasciando due dispersi a Bagnacavallo e oltre un migliaio di persone evacuate, di cui 800 solo nel ravennate, la pioggia incessante ha lasciato il posto a rovesci sparsi e i treni hanno ripreso a circolare quasi normalmente. Confermata l’allerta rossa in Romagna e nel Bolognese per criticità idraulica e idrogeologica.
Situazione critica a Lugo – Resta critica la situazione nel comune di Lugo, nel ravennate, per il maltempo che ha colpito l’Emilia Romagna. ”L’acqua ha allagato gran parte di Lugo est e sud e purtroppo anche parte del centro. Nelle prossime ore il centro sarà interessato quasi completamente. La nostra priorità ora è mettere in sicurezza le persone”. Lo dice, via social, la sindaca Elena Zannoni. ”Anche se dall’ospedale sono stati evacuati pazienti per una questione di sicurezza legata agli impianti, resta operativo il pronto soccorso. I numeri di emergenza, la forza di protezione civile, i servizi sociali e il centro accoglienza sono a vostra disposizione’‘.
Treni regolari su Alta velocità, ancora sospesi zona Ravenna – ”In questo momento la circolazione si svolge regolarmente sull’intera rete Alta Velocità. Eventuali ritardi registrati si riferiscono a precedenti inconvenienti già risolti”. Lo comunica Trenitalia all’indomani dello stop di ieri dovuto al maltempo che ha colpito l’Emilia Romagna.
”La circolazione è ancora sospesa tra Ravenna e Castelbolognese via Lugo per condizioni meteo critiche che stanno provocando il rischio di esondazione di alcuni fiumi. La circolazione è tornata regolare tra Ravenna e Ferrara. I treni Regionali possono subire limitazioni di percorso o cancellazioni ed essere instradati sul percorso alternativo. A causa dell’impraticabilità delle strade, non sono garantite corse con bus’‘.
Esondazioni a Faenza. Interventi dei soccorritori per evacuare le famiglie e svuotare scantinati e cantine
Maltempo a Faenza, settembre 2024. Operazioni di salvataggio di alcune famiglie – ravennanotizie
Nella notte il maltempo ha colpitoFaenza con la piena del Lamone e del Marzeno. “Ancora una volta, uno dei problemi più grandi è il Torrente Marzeno. Nonostante gli sforzi per contenerlo, ha esondato” ha spiegato il sindaco Isola.
Durante la riunione del COC, questa mattina 19 settembre, si è dato il via all’operatività sulle aree allagate, in Borgo Durbecco, Via Cimatti e via Silvio Pellico sono sott’acqua e dove molte case sono state evacuate.
“Il sistema di Protezione Civile sta intervenendo sia sulle zone dove si sono verificate criticità sul sistema fognario, che sulle zone allagate dall’esondazione del torrente Marzeno” ha spiegano Isola.
Sul territorio sono operative le squadre di supporto della colonna mobile di protezione civile, che da questa mattina sono attive per mettere a terra un piano di azione, che comprende soprattutto l’eliminazione dell’acqua dalle strade.
SPURGHI: il Comune sta organizzando da subito lo svuotamento di cantine e locali privati da acqua e fango. Per richiedere l’intervento è necessario contattare lo 0546 691313
PASTO: per le persone impossibilitate (a causa dell’acqua ancora in strada) a lasciare la propria abitazione, stiamo organizzando la distribuzione del pasto di oggi. È possibile prenotarlo telefonando entro le ore 11.00 allo 0546 691313
Strade chiuse
Al momento chiuse:
Circonvallazione altezza sottopasso viale Marconi
Ponte della Castellina
Ponte delle Grazie
Ponte Bailey (aperto solo per i mezzi di soccorso)
Via Battana
Via Canovetta
Via Corleto (braccio comunale)
Via Formellino (tratti)
Via Lapi – intersezione con Via Pani
Via Mella (tratto)
Via Ponte Romano
Via San Biagio Antico
Via San Mamante
Via San Martino
Via Oriolo
Via Uccellina
Via De Gasperi
Via Modiglianese(strada provinciale)
Via Sarna (strada provinciale)
Via Saldino
Via Renaccio (tra Via Calamelli e Ponte Rosso)
Via Palazzone
Via Oriolo
SP84 – Casale
SP302 R – Dal Ponte della Castellina all’incrocio con Via Merlaschio
SP302 R – “Brisighellese-Ravennate” – da San Cassiano sino il confine con la provincia di Firenze
Chiuso inoltre:
sottopasso pedonale scuole San Rocco in Via Ravegnana
La pioggia incessante ha provocato l’innalzamento dei fiumi e numerosi smottamenti. Tante le strade chiuse al traffico per frane e allagamenti
Dopo un anno e mezzo, Bologna e tutta la regione sta vivendo nuovamente ore drammatiche. La pioggia incessante ha provocato l’innalzamento dei fiumi e numerosi allagamenti. Rimane in tutti i comuni la raccomandazione di limitare al massimo gli spostamenti.
In città, dopo l’evacuazione in zona Savena, nella notte, la Protezione civile e il Comune hanno diramato l’allerta per il torrente Ravone, che si è pericolosamente innalzato. Palazzo d’Accursio mette in guardia i cittadini della Zona Saffi. Idice,Sillaro, Senio, Lamone e Montone hanno raggiunto livelli ampiamente sopra soglia 3.
Aumentano le evacuazioni – Se a San Lazzaro di Savena e a Imola decine di famiglie interessate dalle ordinanze, si sono rifugiate ai piani alti, tanti gli evacuati in provincia, a Budrio 120, a Loiano 8, a Fontanelice 4, a Molinella 8, a Monterenzio 6, a Imola 4, a Pianoro a Castel Maggiore 8, a Castel San Pietro Terme 6, a Medicina 1 (aggiornamento alle 23.30 del 18 settembre).
Per i cittadini evacuati e per chi fosse impossibilitato ad alloggiare in un luogo sicuro è stata allestita un’area di accoglienza presso la palestra Pala Yuri con accesso dal piazzale 11 settembre (via Repubblica) a San Lazzaro.
L’area è presidiata dai volontari della Protezione Civile.
Nella notte, in considerazione dell’innalzamento dei livelli dell’acqua del Fiume Idice, sono state disposte altre evacuazioni anche a Castenaso e Botteghino di Zocca.
Strade e ponti chiusi – La Città metropolitana rende noto che “Ai Sindaci sono stati forniti tutti i numeri necessari per segnalare problemi sulle strade provinciali così da poter allertare le squadre della Città metropolitana e le ditte dell’Accordo Quadro – spiega Matteo Montanari, consigliere metropolitano delegato al Coordinamento degli interventi di ricostruzione post alluvione – Domani mattina in base all’andamento del meteo saranno potenziati gli interventi di pulizia e riapertura delle strade e si potrà verificare meglio lo stato delle strade coinvolte”.
SP7 Idice cjhiusa al km 24
SP15 Bordona (con limitazioni)
SP21 Sullaro – critica ai km 10 e 24
SP22 Valle dell’Idice-SS 65 km 2 (con limitazioni)
SP27 in località Goccia (con limitazioni)
SP29 chiusa al Ponte Idice
SP30 Trenital chiusa da km 7 a km 9 (loc. Castelguelfo)
SP31 chiusa da km 7 a km 10 (loc. Castelguelfo)
SP33 Casolana ì- percorribile solo in caso di emergenza
SP34 Gesso chiusa da KM 11 a KM 13
SP36 Val di Zena chiusa
SP37 Ganzole km 8 (con limitazioni)
SP50 S. Antonio chiusa aL Ponte Sillaro
SP51 Medicina-Bivio Selice chiusa al KM 10 (Ponte Sillaro)
SP59 tutta (con limitazioni)
SP61 KM 1 (con limitazioni)
SP68 Val D’aneva km 1 (con limitazioni)
SP253 San Vitale riaperta al km 33 (Ponte Sillaro)
SP325 val di Setta riaperta
SP610 Montanara chiusa da KM 49 a REGIONE TOSCANA (con limitazioni)
Fondovalle Savena chiusa da Pianoro a SP59
Imola – Una rottura a 700 metri da via Merlo direzione Ravenna dell’argine del Sillaro. Ai residenti della frazione Spazzate Sassatelli è consigliato di recarsi ai piani superiori.
Decine di interventi dei Vigili del fuoco per frane tra la provinciale Montanara da Casalfiumanese a Moraduccio, la provinciale Bordona, la via Maddalena, la provinciale Sillaro e la provinciale Sassonero.
Sospesa la circolazione:
in località Giardino (via San Salvatore, Via Di Dozza, Via Nuova, Via delle Case Nuove, via Buonasera)
via Malcantone.
via Graziadei,
Via Tiro a Segno
Via Ladello (Sesto Imolese) chiusa al traffico per trafilazione del Sillaro
via Quarantini,
Ponte Tosa,
Ponte Viale Dante,
Ponte di via Nuova,
Via di Dozza,
via Rondinella.
In fase di chiusura il Ponte Benelli (Spazzate Sassatelli)
Budrio– L’argine del torrente Idice ha subito una rottura. Il ponte pedonale di Fiesso, tra Castenaso e Vigorso di Budrio, è crollato.
Sono chiuse:
Via Rondanina
Via Budella
Via Donzone
Via Larghe di Vedrana
Via Ponti
Via Spino Bianco
Chiuso al traffico anche il ponte di Vigorso- Via Rabuina
via Mingarano e Via Viazza Destra (allagate)
Attualmente a Mezzolara c’è un distacco della rete elettrica, il gestore ha comunicato la risoluzione entro le ore 12:00. Il Centro Protesi Inail, come da suo protocollo, è stato evacuato ieri pomeriggio.
Castel Maggiore
Via Ariatti allagata
Allagamenti si sono verificati nell’area esterna della scuola media Donini Pelagalli
Loiano
Via Panoramica non percorribile per frana all’altezza del civico 39
via Scascoli non è percorribile
Smottamenti a Molino Mingano
Marzabotto
via Canovella – chiusa a monte del civico 2/2 (dopo l’ aggregato di case in loc. Ca’ di Co’);
via San Martino – chiusa al transito, in entrambi i sensi di marcia, a partire dall’incrocio dopo l’ azienda vinicola “Al di là del Fiume” fino al parcheggio del Rifugio “Il Poggiolo” a Monte Sole.
via Ronzano chiusa
Molinella
Si è verificato un cedimento arginale sul lato destro dell’Idice e una rottura che ha interessato la Quaderna.
Monzuno
Alle ore 6 di oggi, òa S.P. 325è aperta ma con punti critici
BRENTO – Non raggiungibile da Monzuno: chiuso il tratto di Via Monte Adone dalla curva dopo il bivio per Badolo venendo da Monzuno
chiusa Via Val Verde
La S.P.59 VADO-MONZUNO-LOIANOè aperta e percorribile con la massima attenzione: segnalati diversi tratti in cui sono presenti piccoli smottamenti a lato della strada e carreggiata a tratti con fango e piccoli detriti
FONDOVALLE: chiusa dopo le cave Visinelli (da Pianoro a S.P. 59)
5 CERRI-SASSO MARCONI: la strada è aperta e percorribile. Fare particolare attenzione alla zona a ridosso del benzinaio perché parte della carreggiata è ancora presente tanta acqua
STAZIONE FS: Piazzale stazione inagibile
Pianoro
A 380 persone – 300 a Botteghino di Zocca e 80 a Rastignano – è stato consigliato di salire ai piani più alti dei condomini, se impossibilitati presso il Palazzetto dello Sport di Pianoro Nuovo, in via Nazionale 106/2, è stato approntato un punto di accoglienza per gli evacuati.
Sulla Fondovalle Savena, in Via del Cavicchio, si segnalano disagi nelle forniture di gas.
Frana in località Zena, in via Cavicchia all’altezza del civico 5.
Chiusa la Fondovalle Savena all’altezza del cavalcavia che porta al cimitero di Pianoro Vecchio
Chiusa via Zena.
Bloccato il transito alla fine di Via Donini, a Botteghino
Sasso Marconi
La situazione più complessa è quella dei 5 Cerri, nei pressi del ristorante
Presenza di fango sullaSP Val di Setta
Al confine con il Comune di Monte San Pietroi punti critici sono: il guado pubblico di Via Marche (fango) ed è sorvegliato il Lavino con particolare attenzione nel tratto Ponte verso Mongardino e Ponte ingresso Ponterivabella dove sono stati posizionati sacchi per tentare il contenimento di una possibile esondazione del torrente.
Punto critici al confine con il Comune di Monzuno – Brento
Chiuso il tratto di Via Monte Adonedalla curva dopo il bivio per Badolo venendo da Monzuno
Le strade provinciali le Ganzole sono libere, anche se vanno percorse con grande attenzione perchè in alcuni punti ci sono delle limitazioni, così come via Mongardino e via Olivetta.
Strade chiuse nel territorio dei Comuni dell’Unione Savena-Idice
Chiusa la SS 65 bis a Pianoro (Bo)per cedimento piano viabile per erosione sponde del fiume Savena
Restringimenti sulle strade statali 67 “Tosco Romagnola” e 65 “della Futa” a causa di movimenti franosi
Anche Anas è impeganata negli interventi e nei monitoraggi lungo la rete stradale di competenza
Al momento, a causa del cedimento del piano viabile per erosione delle sponde del fiume Savena, si segnala la chiusura della statale 65Bis in entrambe le direzioni tra il km 0,000 e il km 3,500 circa, nel comune di Pianoro, in provincia di Bologna. Il traffico è deviato su Via Nazionale (ex SS65), consentito il transito tra il km 1,000 circa e il km 3,500 ai soli residenti.
Su tratti saltuari della statale 67 “Tosco-Romagnola”, si segnala il restringimento di una corsia in direzione confine con la Toscana, nelle località Portico e San Benedetto e Rocca San Casciano, nella provincia di Forlì-Cesena. Sul posto è stato istituito un senso unico alternato a vista con presidio. Al km 151,740 il traffico è tornato regolare dopo che una frana aveva reso necessaria la chiusura in località Portico e San Benedetto.
In alcuni tratti della statale 65 “della Futa” a causa di allagamenti e frane è stato necessario chiudere la corsia in direzione con la Toscana nelle località Loiano e Monghidoro, in provincia di Bologna. Sul posto è stato istituito un senso unico alternato regolato da semafori. Al km 84,200, in località Pianoro, in provincia di Bologna, per il cedimento di un muro, si è reso necessario un restringimento della carreggiata. Sul tratto della statale sono intervenuti il personale Anas e il Pronto Intervento per la rimozione del materiale e la posa della segnaletica.
(Notizia in aggiornamento – ultimo aggiornamento ore 10 del 19 settembre)
Allagato Borgo Tossignano, a Budrio un centinaio di persone rimasto fuori casa. Strade chiuse per ‘emergenza meteo: la situazione sulle montagne bolognesi
Allagamento a Borgo Tossignano – Foto da: Maltempo, frane in tutto l’Appennino bolognese. Esondato anche un rio
Persone evacuate dalle proprie abitazioni, strade chiuse per allagamenti e frane, fango e alberi che crollano giù dai pendii. Sui paesi dell’Appennino le scene che si riaffacciano nella mente dei residenti sono quelle dell’alluvione che ha devastato il territorio nel maggio 2023. E anche se la presidente Irene Priolo ha rassicurato che l’ondata di maltempo che sta colpendo in queste ore tutta l’Emilia Romagnanon è paragonabile alla calamità di un anno fa, sono vari i comuni che sono alle prese con i primi danni e disagi causati dalla pioggia. Ecco la situazione nelle zone più critiche della montagna bolognese.
Strade allagate a Borgo Tossignano – Foto da: Maltempo, frane in tutto l’Appennino bolognese. Esondato anche un rio
Borgo Tossignano – È esondato il Rio Maggiore, uno dei corsi d’acqua afferenti al fiume Santerno. L’acqua è uscita dall’alveo e ha inondato parte del centro del paese, allagando una decina tra negozi, bar e case private. I residenti si sono trovati le cantine piene d’acqua ma le abitazioni non sono state evacuate. Sono intervenuti i pompieri per liberare i locali allagati, mentre la viabilità principale sembra aver rettole prime ventiquattr’ore di piogge. Il livello idrometrico del Santerno rimane alto ma sotto controllo. “Attendiamo il picco che ci hanno preannunciato nella notte tra mercoledì e giovedì”, commenta il sindaco Mauro Ghini. A Borgo Tossignano, come in tutti i comuni riguardati dall’allerta meteo, è stato attivato il Centro operativo comunale (Coc) per intervenire durante l’emergenza.
Budrio-Ponte Idice – Foto da: Maltempo, frane in tutto l’Appennino bolognese. Esondato anche un rio
Budrio – Nel comune sulle sponde dell’Idice sono avvenuto le prime evacuazioni in via precauzionale: si tratta di 120 abitanti in alcuni civici delle vie Budella, Donzone, Larghe Vedrana, Ponti, Rondanina, Spino Bianco e Zenzalino Nord, tutte zone a ridosso del fiume. Per accogliere gli evacuati è stato allestito un rifugio e punto accoglienza nel palazzetto dello sport. A tutti i budriesi l’allerta meteo è stata comunicata anche via telefono. La sindaca Debora Badiali ha emesso l’ordinanza che chiude le scuole di ogni ordine e grado, nidi compresi, e sospende tutte le attività sportive.
Budrio-Ponte Idice – Foto da: Maltempo, frane in tutto l’Appennino bolognese. Esondato anche un rio
Casalfiumanese – Smottamenti e persone evacuate anche a Casalfiumanese, dove l’effetto del maltempo si è fatto sentire sulla rete stradale. Dal pomeriggio la Sp 15 non è transitabile anche se sono già stati avviati i lavori di riapertura, mentre nella Sp 34 tra Sant’Apollinare in direzione di Sassoleone è avvenuto un piccolo smottamento già segnalato alla Città Metropolitana di Bologna. Via Maddalena è chiusa per lavori di apertura, mentre l’acqua ha allagato alcuni tratti di via Valsellustra. Sono stati evacuati anche i residenti dal civico 1 al 19 di via Macerato a ridosso del fiume Santerno.
Monterenzio – A causa di una frana è interrotta la Sp 7 nel tratto tra Bisano e Ca’ Corradini, che sarà chiusa fino a giovedì sia al traffico veicolare che a quello pedonale. Nei pressi del ponte la via è bloccata da massi e alberi crollati. Rimangono percorribili le vie Torre Arabella e Cereto. In alcuni tratti, come in via Osteria, il livello del fiume Sillario si è alzato fino a raggiungere la strada. L’ordinanza firmata dal sindaco Davide Lelli dispone la chiusura, oltre che di scuole e impianti sportivi, anche di parchi e cimiteri per tutta la giornata di giovedì. “La situazione è abbastanza pesante – dice il sindaco Lelli – : il fiume Sillaro è esondato in alcuni punti e abbiamo fatto esondare alcune persone. Stiamo anche lavorando su una frana e la Sp7 è chiusa“. In serata anche l’Idice è esondato.
Via Monte Adone a Monterenzio chiusa per franaFoto da: Maltempo, frane in tutto l’Appennino bolognese. Esondato anche un rio
A Botteghino di Zocca esonda il torrente Zena – In serata a Botteghino di Zocca in torrente Zena è esondato. Invase dall’acqua anche le case popolari. I pompieri sono in attesa dell’arrivo dei mezzi anfibi. A Rastignano è stata disposta l’evacuazione dal civico 2 al 32 di via Andrea Costa.
Le strade provinciali – “La SP 7 ‘Valle dell’Idice‘ è temporaneamente chiusa tra Bisano e ca’ Corradini. Le squadre di pronto intervento della manutenzione strade della Città metropolitana sono sul posto per liberare da fango, sterpaglie e detriti il tratto, che potrebbe riaprire già domani in mattinata. La SP 34 ‘Gesso‘ e la SP 15 ‘Bordona’ sono temporaneamente chiuse per presenza di fango sulla carreggiata. Chiusa anche laSP 21 “Sillaro” da intersezione SP 35 “Sassonero” al confine con la regione Toscana. Sulla SP 51 “Medicina Bivio Selice” è chiuso il ponte sul Sillaro al km 10+240 per innalzamento del livello del fiume“. Lo segnala la Città Metropolitana. Da quanto i è saputo, sempre nella zona collinare, ci sono stati smottamenti nella zona di Rocca di Roffeno, con grossi sassi precipitati sulla strada.
Molinella – Scuole e palestre chiuse anche a Molinella per tutta la giornata di giovedì è la decisione firmata dal sindaco Bruno Bernardi: “Sul nostro territorio la situazione è complicata”, ha dichiarato. Sono in via di evacuazione anche sei famiglie nella località di Selva Malvezzi.
Monzuno – Massi e terra sono caduti su via Monte Adone, poco dopo il bivio per Badolo. Per questo la strada è stata chiusa in modo da prevenire altri danni e verificare lo stato della zona. Lo segnala il sindaco Bruno Pasquini, specificando che verso Brento rimangono percorribili via Brento e via Val Verde. Rimane sotto osservazione invece la Fondovalle, dove si sarebbero verificate piccole frane che però non bloccano il passaggio dei mezzi. “I volontari effettueranno sopralluoghi nelle zone più critiche, per ora la situazione è sotto controllo anche se si sta aggravando di ora in ora”, commenta il primo cittadino.
Frana a Castel Del RioFoto da: Maltempo, frane in tutto l’Appennino bolognese. Esondato anche un rio
Castel Del Rio – La situazione è in divenire anche in uno dei comuni della Valle del Santerno più colpito dalle frane durante l’alluvione del 2023. Le più danneggiate rimangono le strade agricole verso i castagneti, dove la pioggia ha dilavato la pavimentazione in ghiaia posata durante gli ultimi lavori in somma urgenza. Si sono verificati piccoli crolli anche sulla rete provinciale ma la viabilità non è attualmente compromessa. Anche qui è esondato il rio Ambrogini.
Montagnoli, politica destra e sinistra non fa nulla
Una mobilitazione nazionale aperta a tutti da mettere in campo a breve e un appello a intervenire per una lotta “concreta”contro il dilagare dei morti sul lavoro al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che “sta dimostrando una grande sensibilità sul tema“.
E’ l’iniziativa della Confederazione unitaria di base (Cub) che ad ogni manifestazione, presidio e protesta sull’argomento chiede a iscritti, militanti e partecipanti di portare in mano la Costituzione e in particolare l’art.1 della legge fondamentale dello Stato il cui primo comma recita “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro”. La Cub denuncia che “la politica sia di destra sia di sinistra da 40 anni non fa nulla per combattere le stragi sul lavoro, ma anzi ha approvato leggi sulla precarizzazione fra cui le più recenti la Legge Fornero sul lavoro e il Jobs Act che consentono licenziamenti arbitrari impedendo di fatto il rispetto dei diritti e della sicurezza“. “Anche le normative sui sub-appalti e la mancanza di un numero tempestivo e sufficiente di controlli pure di notte e nei festivi – sottolinea il segretario nazionale della Cub, Walter Montagnoli – favoriscono il numero infinito dei morti sul lavoro, tre solo negli ultimi giorni in Lombardia. Chiediamo da anni l’introduzione del reato di ‘omicidio sul lavoro‘, eppure nonostante diversi altri sindacati siano d’accordo il Parlamento nulla ha fatto. Bisogna responsabilizzare giuridicamente i datori di lavoro altrimenti non si otterrà null’altro che parole“.
L’incidente avvenuto a Camaiore, foto di Marcello Brusco(Facebook)
Incidente Lido di Camaiore 18 settembre 2024 – Foto X
Sette le persone investite. Tra i feriti anche la donna alla guida dell’auto
Tragico incidente stradale a Lido di Camaiore, in provincia di Lucca, nel pomeriggio di mercoledì 18 settembre 2024. Un gruppo di persone, sembrerebbero essere 8 in tutto, sono state investite da un’auto per cause ancora da accertare. Due persone sono morte mentre un’altra è stata portata all’ospedale Cisanello di Pisa. Le altre cinque sono in valutazione all’ospedale Versilia.
Secondo una prima ricostruzione un veicolo impazzito, una Mercedes, ha prima tamponato due vetture e poi è finito sul marciapiede travolgendo i passanti. L’incidente potrebbe essere stato innescato dal malore dell’autista ma per il momento non si esclude nessuna ipotesi.
Sul posto sono intervenuti i sanitari del 118, i vigili del fuoco e le forze dell’ordine per effettuare i rilievi utili alle indagini.
Morte due ragazze – Le vittime del tragico incidente di Lido di Camaiore, avvenuto nel centro della cittadina balneare della Versilia, sono due ragazze, classe 2006 e 2005. Tra i feriti ci sarebbe anche la donna di 44anni che era alla guida dell’auto. I pedoni investiti quindi sarebbero 7. Un ferito è stato trasportato in codice rosso con elisoccorso a Cisanello per un politrauma. Gli altri hanno riportato ferite di varia gravità.
Si sta cercando di fare chiarezza sulla dinamica dell’incidente. Sembra che la conducente abbia perso il controllo dell’auto per cause da chiarire, travolgendo le due vittime all’incrocio tra via Italica e via Roma per poi proseguire investendo le altre persone e finendo per schiantarsi all’altezza dell’hotel Sirio sempre in via Italica.
“Un’auto a folle velocità” – “Siamo sconvolti – ha dichiarato il sindaco di Camaiore MarcelloPierucci accorso sul luogo dell’incidente -. È un episodio che ha sconvolto tutta la comunità, una cosa così non era mai accaduta, un’auto a folle velocità su via Italica ha travolto ed ucciso due persone e ferite altre cinque, ha danneggiato una decina di auto in sosta e travolto tutto quello che ha trovato durante la sua corsa, anche dopo il secondo impatto“, ha detto all’emittente tv 50Canale.
Nel 2024 sono già 288 i decessi di pedoni sulle strade italiane, 190 maschi e 98 femmine, 157 vittime avevano più di 65 anni. Questi i dati aggiornati dall’Osservatorio Asaps-Sapidata dell’Associazione sostenitori della polizia stradale dopo l’incidente avvenuto a Lido di Camaiore. La Lombardia si conferma al primo posto tra le Regioni con il maggior numero di decessi(47), seguita da Lazio (38) e Campania(35). Nell’ultima settimana sono stati rilevati anche tre casi di pirateria stradale, con investimenti di pedoni da parte di automobilisti che sono fuggiti.
Per l’ex Toro contratto fino al 2025 con opzione di rinnovo in caso di qualificazione in Champions. Così ha superato le candidature estere
Ivan Juric prende il posto di Daniele De Rossi e sarà il nuovo allenatore della Roma. Il tecnico croato, ex Toro e Verona, ha raggiunto la capitale proprio in questi minuti mentre il suo agente Riso si trovava a Trigoria per stabilire i termini del contratto. I Friedkin, dopo l’esonero di De Rossi e il no di Pioli ormai in accordo con l’Al-Nassr, hanno virato con forza su Juric che si è messo subito a disposizione condurrà l’allenamento pomeridiano.
l’accordo – L’offerta giallorossa è quella di un contratto fino al 2025 con opzione di rinnovo in caso di qualificazione in Champions. In queste ore l’entourage del tecnico ha trovato l’accordo con la Roma. Juric nel pomeriggio condurrà l’allenamento in vista dell’Udinese. Tutto in poche ore, proprio come a gennaio quando De Rossi prese il posto di Josè Mourinho. Il croato ha superato le candidature di Terzic e Tuchel. Decisiva l’esperienza in Italia e il fatto di aver schierato praticamente sempre il 3-4-2-1 o 3-4-3 a seconda di come gli esterni si muovono nel corso della partita. L’ex allenatore del Toro è quindi il quarto allenatore dell’era Friedkin dopo Fonseca, Mourinho e De Rossi. L’obiettivo ora è risollevare subito squadra e classifica.
Il maltempo continuerà a colpire l’Italia nelle prossime ore, con un peggioramento soprattutto in Emilia Romagna, dove è stata diramata l’allerta rossa per rischio idraulico e idrogeologico. Occhi puntati anche sulle coste per possibili “inondazioni del litorale”
Passa da arancione a rosso il livello di allerta meteo per rischio idraulico e idrogeologico in vari settoridell’Emilia Romagna, già sferzata duramente dal maltempo nelle scorse ore insieme ad altre Regioni: forti disagi anche sulle città costiere dell’Abruzzo e in particolare a Pescara, colpita da un pesante nubifragio. A Foggia le piogge torrenziali hanno provocato la morte di un vigile del fuoco, spazzato via dall’acqua che ha sommerso le strade.
Rischio frane e inondazioni: scatta l’allerta rossa – Vanno verso un peggioramento le condizioni meteo in Emilia Romagna, dove dal pomeriggio di mercoledì 18 settembre sono previste “precipitazioni diffuse, più consistenti sul settore centro-orientale della regione, che permarranno anche nella giornata di domani” 19 settembre.Le piogge già in corso e quelle previste “potranno generare ingenti ed estesi fenomeni franosi“, avverte la Protezione civile, “ruscellamento e innalzamenti dei livelli idrometrici nei corsi d’acqua del settore centro-orientale della regione, superiori alle soglie 2 nei tratti montani e prossimi alle soglie 3 nei tratti vallivi degli affluenti di destra del Reno e dei bacini romagnoli“.
Allerta rossa in Emilia Romagna
Previsti inoltre venti di burrasca moderata – tra 62 e 74 chilometri orari – da nord-est sul mare, localmente sui litorali. Il mare al largo è da molto mosso ad agitato, con livelli delle onde “prossimi ai livelli di attenzione“, il che “potrà generare localizzate erosioni e inondazioni del litorale“, oltre a “possibili esondazioni di fiumi e canali alla foce per le difficoltà di deflusso delle piene in mare“, fa sapere la Protezione civile.
Scuole chiuse e evacuazioni in Emilia Romagna– A causa dei disagi previsti, giovedì 19 settembre le scuole rimarranno chiuse nelle quattro province emiliano-romagnoleinteressate dall’allerta rossa per il maltempo: Bologna, Forlì-Cesena, Rimini e Ravenna. A comunicarlo è la vicepresidente di Regione Irene Priolo: si tratta di una raccomandazione cui ciascun Comune interessato dovrà dar seguito con una specifica ordinanza.La chiusura interesserà tutte le scuole di ogni ordine e grado, compresi asili e università, ma anche impianti sportivi, le biblioteche i centri diurni, i centri ricreativi e i cimiteri in tutti e 18 i Comuni della provincia di Ravenna, dove ai cittadini viene raccomandato di evitare tutti gli spostamenti non strettamente necessari.
Strade allagate a Rimini
Sono inoltre iniziate le operazioni di evacuazione preventiva nei comuni di Castel Bolognese e Faenza “per i cittadini residenti nelle aree più a rischio inondazione“, fa sapere la prefettura di Ravenna dove si è riunito il Centro Coordinamento Soccorsi, con i sindaci della provincia, la Protezione civile regionale e comunale, i vigili del fuoco e i consorzi di bonifica. Occhi puntati su ponti e sottopassi nei pressi dei fiumi Senio, Montone, Lamone, Ronco e Savio.
Situazione critica anche nelle Marche – In via preventiva le scuole resteranno chiuse anche nelle Marche, dove l’allerta è passata da gialla ad arancione. A disporre la chiusura degli istituti di ogni ordine e grado sono stati i due Comuni di Trecastelli e Senigallia, dove è scattata la fase di preallarme. Resteranno chiusi anche i centri diurni per disabili, i servizi di assistenza domiciliare e trasporto socio sanitario, gli impianti sportivi comunali, i luoghi della cultura, la biblioteca, le sedi museali e i mercati. Resta sotto attento monitoraggio il fiume Misa, il cui livello è salito in modo preoccupante nelle ultime 24 ore. A Senigallia residenti e negozianti hanno iniziato a predisporre le paratie per scongiurare allagamenti di case e attività commerciali.
L’Italia flagellata dal maltempo: cosa aspettarsi per i prossimi giorni – L’attuale maltempo che si sta abbattendo su gran parte dell’Italia e dell’Europa è il risultato della cosiddetta “circolazione invertita“, che avviene quando gli anticicloni si spostano verso Nord. L’attuale anticiclone sulla Scandinavia fa in modo che il normale flusso Atlantico venga diviso, generando uno scambio tra alte e basse pressioni. Questo movimento trasporta verso il Mediterraneo aria più fredda, che si scontra con l’aria umida generando perturbazioni e precipitazioni al di sopra della media del periodo cui abbiamo assistito in queste ore di allerta meteo.
Cosa accadrà dopo? L’anticiclone sulla Scandinavia verrà smantellato per la ripresa delle correnti occidentali ondulate che saranno in grado di portare instabilità fino a fine mese. Tuttavia, con l’arrivo di masse d’aria di natura diverse, le temperature tenderanno ad aumentare assestandosi in linea con le medie del periodo. Dalla settimana del 23 settembre inizia a delinearsi una ripresa del campo di alta pressione al Centro-nord, che con l’inizio di ottobre potrà aprire ad una fase più mite e meno perturbata. In basso l’evoluzione del ciclone Boris nelle ultime ore sul Mediterraneo.