Il sindaco di Corte Palasio (Lodi), Claudio Manara, è stato trovato stasera senza vita, impiccato nella sede municipale del Comune che amministrava. Il politico, 67 anni e in carica da maggio 2019 a guida della lista civica «Aria nuova», era solito trattenersi fino a tardi nel suo ufficio ma, i familiari, non vedendolo rincasare hanno lanciato l’allarme. Il dramma è avvenuto nel palazzo comunale di piazza Terraverde 2.
L’ultima assemblea e la discussione con i residenti – Solo ieri sera, martedì 28 maggio, aveva tenuto un’assemblea illustrare il bilancio del mandato appena concluso e annunciare le linee del nuovo programma in una serata che aveva visto, però, in diversi residenti toni molto accesi.
Indagano sulla morte i carabinieri coordinati dalla Procura della Repubblica di Lodi.
A lanciare l’allarme sarebbe stata la compagna del sindaco, 67 anni, che non vedendolo rincasare è andata a controllare in municipio con una dipendente. Secondo una prima ricostruzione dei fatti, la porta dell’edificio pubblico era chiusa dall’interno. Manara è stato trovato senza vita in un ufficio al pianoterra.
Maxi incendio a Rozzano, le immagini della colonna di fumo
In serata l’esplosione del rogo a Rozzano, in zona Gratosoglio. L’incendio sarebbe scoppiato da un mezzo per poi diffondersi per tutto il deposito: secondo le prime informazioni non ci sarebbero feriti.
Allarme incendio nel Milanese. I vigili del fuoco sono stati costretti a un intervento aRozzano, in zona Gratosoglio. Un vastoincendio è divampato all’interno di un deposito di camper a Rozzano provocando un’altissima colonna di fumo. Secondo le prime informazioni, nessuno dovrebbe essere rimasto ferito dalle fiamme.
Ancora non è chiara la dinamica del rogo, il cui fumo nero è visibile a chilometri di distanza. Sul posto stanno intervenendo cinque squadre dei Vigili del Fuoco del comando provinciale di Milano
Un’esercitazione in montagna è sfociata in tragedia oggi in Valtellina, dove hanno perso la vita tre giovani militari del Sagf-Soccorso Alpino della Guardia di finanza.
Sono precipitati da una parete rocciosa, mentre erano in cordata, sotto lo sguardo impotente di due colleghi impegnati anch’essi in un’altra cordata.
Un volo nel vuoto di circa 30 metri che non ha lasciato loro scampo, mentre si trovavano sul cosiddetto Precipizio degli Asteroidi, nel territorio comunale di Val Masino (Sondrio). Un luogo teatro di numerosi interventi di soccorso di questi autentici angeli della montagna, per salvare spesso escursionisti e turisti in pericolo. Sarà l’inchiesta della Procura di Sondrio, diretta da Piero Basilone, a stabilire le esatte cause del drammatico incidente.
I tre sarebbero caduti nel vuoto perché, all’improvviso, avrebbe ceduto uno sperone roccioso sul quale uno di loro poggiava i piedi, trascinando con sé nel vuoto gli altri due colleghi. Le vittime, tutte valtellinesi, sono Luca Piani, 32 anni, di Villa di Tirano, Alessandro Pozzi, 25 anni, residente a Valfurva, e Simone Giacomelli, di 22 anni, che abitava a Valdisotto, a un passo dalla nota località turistica di Bormio. Giacomelli e Pozzi, arruolati nella GdF soltanto nel 2022, prestavano servizio nella Stazione Sagf di Madesimo, guidata da Alessia Guanella, mentre Piani faceva parte della squadra del luogotenente Christian Maioglio nella caserma del capoluogo valtellinese.
Mattarella: ‘Profonda tristezza per la scomparsa dei tre finanzieri’ – “Ho appreso con profonda tristezza la notizia dei tre finanzieri che oggi hanno perso la vita nel corso di una esercitazione in Val di Mello nella provincia di Sondrio. In questa dolorosa circostanza desidero esprimere a Lei, Signor Comandante Generale, e alla Guardia di Finanza, la mia solidale vicinanza. La prego di far pervenire ai familiari le espressioni della mia commossa partecipazione al loro cordoglio“. Lo scrive il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in un messaggio inviato al Comandante Generale della Guardia di Finanza, Generale di C.A. Andrea De Gennaro.
«Sono nato dirigente sin da giovane, è giusto che tenga questa carica. Il ruolo di presidente compete ad altri», ha spiegato l’ad nerazzurro.
Giuseppe Marotta (Foto: MARCO BERTORELLO/AFP via Getty Images)
“Come è andato l’incontro di ieri? La rassicurazione la abbiamo data fin dal primo giorno. Sappiamo che Oaktree vuole dare continuità, stabilità e sostenibilità a questo club ma soprattutto vuole continuare nella scia dei risultati importanti. Devo dispensare tanto ottimismo. Io presidente? Sono nato dirigente sin da giovane, è giusto che tenga questa carica. Il ruolo di presidente compete ad altri”. Lo ha detto l’ad dell’Inter Giuseppe Marotta, intervenuto a margine della consegna del “Premio Rosa Camuna”.
“Lautaro Martinez? Non è una preoccupazione, sono negoziazioni e trattative che rappresentano dinamiche tipiche del mondo del calcio. Partiamo da una considerazione importante, cioè che Lautaro ha grande senso di appartenenza verso questo club e questa città, questo ci faciliterà sicuramente la negoziazione con il suo procuratore. Non c’è fretta, lo faremo con molta calma. Oggi ci sono priorità aziendali, a tempo debito affronteremo anche queste problematiche, sono situazioni ordinarie”, ha proseguito.
“Inzaghi? Anche per Inzaghi vale lo stesso discorso di Lautaro, ha dimostrato di essere un allenatore bravo e vincente, per cui è evidente che da parte nostra ci sia voglia di continuare il percorso che di prolungare il suo contratto. Non è solo fiducia ma è anche metterlo nella condizione di poter lavorare in tranquillità. Il suo ciclo potrà andare avanti ancora per tanto tempo”, ha concluso Marotta.
Le parole dell’ex patron del club nerazzurro: «io da ragazzo non pensavo minimamente di fare il presidente dell’Inter, poi ho cambiato idea. E quindi, in futuro chissà. Vedremo».
Massimo Moratti (Photo by Claudio Villa/Getty Images)
«Rivedremo i Moratti all’Inter? Non la vedo facile. Ma non lo escludo. Può darsi». Lo ha detto l’ex patron dell’Inter Massimo Moratti, in una intervista al settimanale Oggi. «Mia moglie mi chiede tutte le sere se ho ricomprato l’Inter. E io devo trovare sempre una scusa nuova per giustificarmi», ha proseguito.
«Comprare l’Inter è un impegno non da poco. I nostri figli Mao e Giovanni sono grandi tifosi. E anche Carlotta, che gira il mondo come presidente dell’Inter Campus… Per noi è un’esperienza ancora troppo recente. Ma sa: io da ragazzo non pensavo minimamente di fare il presidente dell’Inter, poi ho cambiato idea. E quindi, in futuro chissà. Vedremo», ha aggiunto Moratti.
«Comprare l’Inter e tenerla in alto ha costi troppo elevati. Un imprenditore da solo oggi non ce la può fare. Anche il Real Madrid è pieno di debiti… Il presidente-tifoso oggi è più difficile. Può esserci in società con costi inferiori». Infine, in merito alla nuova proprietà, aggiunge: «Oaktree è solidissima. Ma bisogna vedere le sue finalità. Il debito è talmente alto che non credo possano lasciarlo così. E vincere tenendo i conti in pareggio abbiamo visto che è impossibile».
Una nuova scossa di terremotoè stata registrata alle 14.07 dall’Istituto nazionale di geologia e vulcanologia inprovincia di Crotone con magnitudo 4.
L’evento si sismico è stato localizzato nel comune di Cirò a una profondità di 24 chilometri ed è stato chiaramente avvertito dalla popolazione.
Successivamente si sono verificati altri 2 movimenti tellurici. Uno alle 14.15 di 2. 9 con epicentro a Melissa, l’altro alle 14. 18 di 2. 6 ad Umbriatico.
La FIGC ha comunicato la durata delle due consuete finestre di mercato stagionali, quella estiva e quella invernale.
(Foto: TIZIANA FABI/AFP via Getty Images)
Con la sola partita fra Atalanta e Fiorentina, in programma domenica 2 giugno, la stagione di Serie A sta è sempre più vicina alla conclusione. E come ogni estate, le settimane che anticiperanno l’inizio dell’annata 2024/25, saranno caratterizzate dalcalciomercato.
Nella giornata di oggi, la FIGC ha emanato un comunicato ufficiale in cui i termini per la stagione sportiva 2024/2025, per le società di Serie A, Serie B e Serie C. Come di consueto, la finestra estiva del calciomercato si aprirà il 1° luglio 2024 e terminerà venerdì 30 agosto.
Inoltre, è stata definita anche la finestra invernale. Il cosiddetto mercato di riparazione per le squadre iscritte ai tre campionati professionistici italiani inizierà il 2 gennaio 2025 e si concluderà il 2 febbraio. Sarà quindi di un mese esatto il tempo disponibile alle società per aggiungere i vari tasselli mancanti alle proprie rose di calciatori. Ma non va escluso un cambiamento radicale degli elementi presenti in squadra come avvenuto al Verona a inizio anno o alla Salernitana ancora prima.
Il club aveva fatto trapelare la notizia di un accordo raggiunto, ma Ferrero si oppone ancora e reclama pagamenti per 2,5 milioni di euro.
(Foto: Getty Images)
La notizia era stata fatta trapelare dalla Sampdoria: raggiunto l’accordo “tombale” tra la vecchia e la nuova proprietà. Il passaggio fondamentale atteso da Matteo Manfredi per chiudere definitivamente con il passato e cominciare il suo percorso autonomo. Ma sull’accordo è subito intervenuto a piedi uniti l’ex patron Massimo Ferrero, spiegando che «non c’è la mia firma. Ho già intrapreso ulteriori iniziative legali, civili e penali. Lo faccio annullare».
In realtà – spiega Il Secolo XIX – una firma che balla c’è, quella che Ferrero sostiene di avere messo la settimana scorsa su un documento, «mai restituito controfirmato». Ferrero reclama alcuni suoi stipendi da presidente, circa 2,5 milioni complessivi, voce che non rientra negli accordi “tombali”. Manfredi ieri ha scelto di non rilasciare commenti.
La fumata bianca è stata pubblicizzata anche perché doveva arrivare agli occhi e alle orecchie sia degli investitori di Singapore già operativi e sia di tutti quei potenziali investitori che sarebbero pronti a entrare nel club blucerchiato, ma in ogni caso non volevano farlo con un Ferrero ancora presente nel capitale azionario.
Gli accordi prevedono infatti anche che la Blucerchiati Spa, controllante della Sampdoria e a sua volta controllata da Gestio Capital, acquisisca, a un prezzo assolutamente simbolico, anche il 21,86% di azioni residue ancora nella disponibilità di Ssh Holding, la vecchia controllante della Sampdoria riconducibile al trustee Gianluca Vidal e quindi a Ferrero. Salendo in questo modo al 99,96%, la parte restante è quella dei piccoli azionisti.
Ieri mattina le parti si sono riviste per la terza volta al Tribunale di Milano. La sensazione era che si andasse verso un rinvio, a causa di alcuni tecnicismi che non erano stati risolti nei giorni precedenti. I maggiori non di natura economica, gli accordi sotto questo profilo erano stati già raggiunto lunedì della settimana scorsa, quando era trapelato da Milano un evidente ottimismo sulla chiusura della trattativa. Ottimismo ampiamente giustificato, come si è visto ieri. Ma legati alla rinuncia ad alcune azioni di responsabilità da parte di Ssh Holding, fondamentali per considerare “tombale” questo accordo.
Tuttavia, la veemente reazione negazionista di Ferrero ha generato ansia e apprensione. Da ieri e fino a ottobre le controparti dovranno dare esecuzione agli accordi, formalizzandoli attraverso una serie di adempimenti preliminari. Sul contenuto degli accordi vige una rigida clausola di riservatezza. Considerando però i contenuti della trattativa già emersi nei mesi scorsi, tanto per cominciare ci sarà la rinuncia da ambo le parti ad ogni azione legale, esposti e querele comprese, in essere o futuri. E a ogni azione di responsabilità in essere o futura.
Sampdoria rimborserà a Ssh i suoi crediti, riconosciuti dalla giudice. Ssh oltre a trasferire alla Blucerchiati il 21,86% delle azioni, cederà alla Sampdoria il contratto di “lease back” con Leasint sul Baciccia, che una volta saldate le ultime rate (per circa 9 milioni) tornerà in possesso del club blucerchiato. Tra gli altri adempimenti da intraprendere nelle prossime settimane per dare esecuzione agli accordi, la Sampdoria dovrà liberare da ogni ipoteca la vecchia sede di Corte Lambruschini che passerà quindi a Ssh, insieme ai diritti litigiosi del contenzioso tra Lega Serie A e alcuni broadcaster per i diritti tv per l’estero 2018/21.
«Tutti sogniamo di giocare nuovamente al Bentegodi ed è per questo che continuiamo a seguire il nostro progetto», le parole dell’ex attaccante e ora presidente in esclusiva a Calcio e Finanza.
Enzo Zanin e Sergio Pellissier (Photo by ufficio stampa AC Chievoverona)
La Clivense continua nel suo progetto, iniziato tre anni fa da Sergio Pellissier e dal vice Enzo Zanin. E ora è arrivato il momento di far tornare nel mondo del calcio quel Chievo Verona che li ha visti protagonisti nel corso degli anni. Il nuovo capitolo di questa storia, ancora in via di scrittura, si chiamerà AC Chievoverona. Questo il nome scelto dai soci della Clivense dopo l’acquisizione del marchio avvenuta a inizio maggio, che farà così il suo esordio alla prima partita ufficiale della Serie D 2024/25. Il logo Chievoverona rimane, al momento, invariato: nei prossimi giorni sul sito e sui social media della società verranno progressivamente aggiornati logo e nome.
Proprio quel 10 maggio, si è visto un Pellissier in versione attaccante: esultanza sfrenata con i tifosi dopo aver ottenuto il marchio del suo tanto amato Chievo. «Quell’esultanza dopo l’ufficialità di aver ripreso il marchio ChievoVerona mi ha riportato indietro a quando giocavo: la stessa esultanza di un mio gol – ha ammesso a Calcio e Finanza l’ex attaccante ora 45enne –. È stata una soddisfazione che ci voleva. Dopo tre anni di fatica, impegno, anche sofferenza per quanti non hanno capito il nostro nuovo progetto. Ma noi stavamo solo lavorando per riportare il Chievo a casa. È stata una doppia felicità».
Come detto, la Clivense prende ora il nome di ChievoVerona: «Oggi possiamo dirlo: i soci, come promesso, hanno deciso. Ci chiameremo ChievoVerona e i nostri colori sociali saranno il bianco e l’azzurro (confermati quindi quelli adottati fin da subito dalla Clivense, ndr). L’impegno per riappropriarci di quel marchio è stato massimo, sia in termini di energie che economico. Sono contento e orgoglioso di questa scelta condivisa che unisce due anime: la storia, il nome AC Chievoverona, e l’eredità presente dell’esperienza di questi ultimi tre anni di Clivense, ovvero i colori bianco e azzurro. Queste anime oggi diventano una cosa sola: un nuovo sogno da costruire, una storia ancora tutta da scrivere. E che parte da un percorso iniziato tre anni fa con un progetto che, anno per anno, stiamo riuscendo a portare avanti, aggiungendo sempre qualcosa di diverso, ma estremamente importante».
Un traguardo raggiunto, l’ennesimo in questi tre anni, ma Pellissier vuole continuare sulla strada tracciata: «Il nostro obiettivo era quello di cercare di costruire un modello di società molto simile a quello in cui siamo cresciuti con un gruppo familiare di persone che tengono al progetto e con tifosi appassionati. Il marchio è stata la ciliegina sulla torta di questi tre anni che sono partiti con un business plan con le idee che volevamo portare avanti e che stiamo piano piano conseguendo. La prossima stagione? Abbiamo sempre detto che puntiamo a vincere e lo faremo anche l’anno prossimo. Non si punta mai a fare il minimo indispensabile altrimenti i risultati non arriveranno mai, ma cercheremo di non fare il passo più lungo della gamba. Lavoriamo ogni giorno per cercare di migliorarci. Il nostro obiettivo rimane sempre e solo quello di vincere».
L’avventura Clivense è iniziata con il grande sforzo degli attuali soci, che non sono venuti meno per portare a casa il marchio: «I mezzi finanziari, che moltissimi nostri soci hanno messo a disposizione per dare il proprio aiuto nel riportare il marchio a casa, saranno al servizio di un nuovo aumento di capitale che è stato disegnato precisamente in vista dell’acquisto di questo importante asset: è stato un sacrificio da parte di tutti ed è giusto che venga riconosciuto. Nell’immediato, non vedo un’altra campagna di crowdfunding (strumento scelto inizialmente per reperire le risorse economiche, ndr), ma chi vuole investire in una società nuova che ha delle ambizioni e dei progetti che pian piano sta portando avanti, è benvenuto e può far domanda».
Ma la prossima stagione è alle porte e Pellissier guarda al futuro con un obiettivo chiaro: «Da parte di tutti c’è il desiderio di tornare a giocare nei professionisti e di farlo nuovamente al Bentegodi. Ho imparato tantissimo in questi tre anni nei dilettanti, ma so anche quanto è importante per tutti, e per il nostro progetto, andare nei professionisti. Ma sono consapevole, anche, di quanto è difficile e complicato arrivarci nei professionisti, quindi c’è da lavorare tanto. Noi siamo una comunità. E anche se siamo in minoranza a Verona, ci sono tanti tifosi del Chievo e lo hanno dimostrato: sia nel sottoscrivere il crowdfunding, sia ora quando ci siamo fissati l’obiettivo di rilevare il marchio. Ci sono tanti appassionati di calcio che lo seguono con piacere, che hanno amato il Chievo per tanti anni perché era una squadra simpatica e familiare».
«Noi vorremmo essere quello: una squadra familiare – ha concluso il presidente dell’AC Chievoverona –. Non abbiamo alcun sentimento di rivalsa verso nessuno. Vogliamo fare i nostri campionati cercando di vincere più partite possibili e provare di fare la nostra scalata per raggiungere i professionisti. Credo che il nostro modello non debba essere ora l’Atalanta, che sta raggiungendo dei grandissimi obiettivi, ma che ha comunque ha alle spalle una proprietà economicamente solidissima con un presidente che sa come si gestiscono certe realtà imprenditoriali. Inoltre, hanno una tifoseria e una piazza importantissima. L’Atalanta riempie lo stadio, visto che sono anche l’unica squadra della città e tutti a Bergamo, e non solo, la tifano. L’Atalanta non credo sia una favola, anche se i risultati che sta ottenendo ora sono strepitosi. Bergamo è comunque una città importante e l’Atalanta non è mai stata una realtà sconosciuta, come magari lo era il Chievo all’inizio della sua storia».