Il tecnico ha preso la decisione il giorno dopo la sconfitta contro l’Udinese. I due ex centravanti sono tra le alternative per la successione
Maurizio Sarri si è dimesso da tecnico della Lazio. Dopo la sconfitta con l’Udinese e qualche ora di riflessione l’allenatore toscano ha comunicato la decisione di lasciare il club. Neanche il confronto con una delegazione di sei giocatori gli ha fatto cambiare idea. Alle 15, subito dopo l’incontro con i suoi (ex) calciatori, Sarri ha deciso di lasciare la Lazio. Ora la decisione di accettare o meno le dimissioni spetta a Claudio Lotito: la risposta è attesa in queste ore. Il presidente biancoceleste non dovrebbe trattenere Sarri dopo la sua presa di posizione.
Sarri si è dimesso da allenatore della Lazio – Dopo la sconfitta di ieri contro l’Udinese per 2-1Lotito e Fabiani hanno imposto il ritiro punitivo alla squadra, che però non ha preso bene la decisione. Diversi i mugugni arrivati dallo spogliatoio, con il quale lo stesso tecnico ha avuto un confronto diretto a Formello. Come già avvenuto in altre occasioni precedenti quest’anno, il tecnico toscano aveva fatto capire chiaramente ai suoi uomini che se non avessero avuto più fiducia in lui sarebbe stato pronto a fare un passo indietro. Dai calciatori non è arrivata una risposta diretta in tal senso, ma la prestazione di ieri e le riflessioni di questa mattina hanno indotto il tecnico a fare lui il primo passo.
Lazio, le soluzioni dopo Sarri: si valutano Rocchi e Klose – La società una settimana fa con un comunicato ufficiale aveva espresso pieno appoggio al tecnico, per spegnere le voci su un suo possibile esonero. Sarri avrebbe ancora un anno di contratto con la Lazio (scadenza 2025). Nel caso in cui le dimissioni venissero accettate però, verrebbero valutati diversi nomi per la successione, almeno per traghettare la squadra a fine campionato. La soluzione interna sarebbe quella di Tommaso Rocchi, ma avanza anche la candidatura di Miro Klose, ex centravanti che la piazza riaccoglierebbe a braccia aperte.
Non si escludono notifiche a dirigenti del club per ipotesi di reato legato all’operazione RedBird
Perquisizioni a Casa Milan da parte del nucleo di polizia valutaria della Guardia di Finanza sarebbero in atto nella sede di via Aldo Rossi. Non si escludono notifiche a dirigenti del club per ipotesi di reato legati all’operazione RedBird.
Nei mesi scorsi erano state avviate dalla procura di Milano indagini legate al passaggio della maggioranza del Milan, perfezionato nell’agosto 2022, dal fondo Elliott appunto al fondo RedBird.
Alla fine l’Europa avrà una legge per tutelare i diritti dei lavoratori delle piattaforme digitali, a partire dai rider. Iministri del Lavoro dell’Ue hanno dato il via libera alla direttiva proposta dalla Commissione europea dopo che Francia e Germania si sono a lungo opposte al testo concordato da Stati membri e Parlamento Ue.
Le nuove regole, che secondo le stime di Bruxelles dovrebbero riguardare 43 milioni di lavoratori entro il 2025, mirano a contrastare il fenomeno delle false partite Iva. Secondo diverse stime, citate dalla stessa Commissione Ue, i finti autonomi sarebbero 5,5 milioni sui 28 milioni di occupati totali nel settore nel 2022. Chi fa appello alla giustizia per far riconoscere il proprio status reale e i diritti connessi, si scontra spesso con normative poco chiare. Da qui, la necessità di fissare norme e criteri validi per tutta l’Europa.
Stop alle false partite Iva – Proprio su questo punto, l’iter della direttiva si era arenato per via dell’opposizione di alcuni governi, in particolare quello francese. La Commissione europea aveva proposto una serie di criteri validi per tutti i Paesi Ue in base ai quali è possibile stabilire se un lavoratore è dipendente o meno. L’ultima versione del testo prevedeva 5 criteri (dai limiti massimi sulla quantità di denaro che i lavoratori possono ricevere, alle restrizioni alla libertà di organizzare il lavoro e norme su aspetto o comportamento). Se almeno due di questi criteri erano soddisfatti, allora il rapporto lavorativo poteva essere classificato come subordinato.
Le pressioni di Francia e Germania hanno eliminato questi criteri fissi: saranno i singoli Stati a stabilire i propri criteri sulla base della “normativa nazionale” e dei “contratti collettivi vigenti“. Chiaramente, le scelte dei Paesi devono essere in linea con la “giurisprudenza della Corte di giustizia europea“, spiega in una nota il Parlamento Ue.
Al termine dei negoziati finali, resta però immutato il principio della “presunzione legale“: i governi dei 27 Stati Ue dovranno “stabilire una presunzione legale relativa dell’occupazione a livello nazionale, con l’obiettivo di correggere lo squilibrio di potere tra la piattaforma e la persona che svolge il lavoro tramite piattaforma“. Se un contratto viene qualificato dalle autorità nazionali come subordinato (o se il lavoratore fa ricorso), spetterà all’azienda l’onere della prova, ossia di dimostrare che il rapporto contrattuale non è da lavoratore dipendente.
Algoritmi – La direttiva non si ferma ai contratti, ma affronta anche la questione degli algoritmi usati dalle piattaforme per monitorare i lavoratori e compiere delle scelte sul loro utilizzo. Le nuove norme obbligano le aziende a prevedere una “supervisione umana dei sistemi automatizzati per garantirne la conformità alle condizioni di lavoro” e danno ai lavoratori “il diritto di contestare le decisioni automatizzate, come la chiusura o la sospensione degli account“.
Inoltre, le piattaforme non potranno trattare dati sullo stato emotivo o psicologico di qualcuno o utilizzare strumenti di intelligenza artificiale per prevedere, ad esempio, se i lavoratori intendono aderire a un sindacato o scioperare. Le persone che lavorano attraverso le piattaforme manterranno il diritto di trasferire i propri dati da una piattaforma all’altra, garantendo la portabilità dei dati e la possibilità di spostarsi senza problemi tra le piattaforme.
Le reazioni – Dal governo italiano al Pd, passando per i sindacati, il via libera alla direttiva è stato accolto come un successo. “Un accordo storico quello raggiunto dal Consiglio Ue dei ministri del lavoro sui lavoratori delle piattaforme. Questo accordo va nella direzione della giustizia sociale e delle tutele per oltre 30 milioni di lavoratori“, ha detto Elisabetta Gualmini, europarlamentare dei democratici e relatrice per il Parlamenteo europeo della direttiva. Non condivide lo stesso entusiasmo il Movimento 5 stelle: “La direttiva europea sulla piattaforma dei lavoratori, così come emersa da un lungo ed estenuante braccio di ferro europeo, ne esce decisamente ammaccata se non monca – dice l’eurodeputata Tiziana Beghin – Il settore dei taxi viene incredibilmente esentato e sono stati stralciati i cinque criteri che affermavano il rapporto di subordinazione. Francia e Germania hanno voltato le spalle a milioni di lavoratori e in particolare ha sorpreso molto e in negativo la posizione del governo tedesco a guida socialista“, conclude Beghin.
In programma Arsenal-Porto, Barcellona-Napoli, Borussia Dortmund-Psv Eindhoven e Atletico Madrid-Inter
Si giocheranno tra martedì 12 e mercoledì 13 marzo le ultime quattro partite valevoli per il ritorno degli ottavi di finale della Champions League 2023/2024. Ad aprire il programma, martedì alle 21, saranno Arsenal-Porto e Barcellona-Napoli, mentre mercoledì, allo stesso orario, sarà la volta di Borussia Dortmund-Psv Eindhoven e Atletico Madrid-Inter. Le prime quattro sfide si sono invece disputate la settimana scorsa, con Bayern Monaco, Psg, Real Madrid e Manchester City che hanno staccato il pass per i quarti di finale a scapito rispettivamente di Lazio, Real Sociedad, Lipsia e Copenhagen.
Champions League, ottavi di finale: i risultati
Martedì 05 marzo 2024 – ore 21
Psg – Real Sociedad 2 – 0; 2 – 1
Lazio – Bayern Monaco 1 – 0; 0 – 3
Mercoledì 06 marzo 2024 – ore 21
Copenhagen – Manchester City 1 – 3; 1 – 3
Lipsia – Real Madrid 0 – 1; 1 – 1
Martedì 12 marzo 2024 – ore 21
Porto-Arsenal 1-0
Napoli-Barcellona 1-1
Mercoledì 12 marzo 2024 – ore 21
Psv Eindhoven-Borussia Dortmund 1-1
Inter-Atletico Madrid 1-0
Si qualificano per i Quarti di Finale :Manchester City, Real Madrid, Psg, Bayern Monaco
Champions League, dove vedere le partite del 12 e 13 marzo
Tutte le partite della Champions League 2023/2024, ad eccezione di quella in esclusiva su Prime Video, vanno in onda su Sky e Mediaset Infinity +, ma ogni settimana verrà trasmessa una partita in chiaro gratuitamente su Canale 5. Di seguito, nel dettaglio, dove vedere le partite in programma martedì 12 e mercoledì 13 marzo:
martedì 12 marzo ore 21: Arsenal-Porto (Sky e Infinity +)
martedì 12 marzo ore 21: Barcellona-Napoli (Canale 5, Sky e Infinity +)
Gli esami strumentali hanno dato le prime indicazioni su quando potranno tornare in campo l’attaccante austriaco e l’esterno brasiliano
Marko Arnautovic potrebbe rientrare fra le gare con Empoli e Udinese. Per Carlos Augusto non si esclude la possibilità di una convocazione già per Inter-Napoli. Sono queste le prime indicazioni degli esami strumentali svolti nella mattina di lunedì alla clinica Humanitas di Rozzano, dove è primario Piero Volpi, medico sociale nerazzurro.
Le diagnosi di Arnautovic e Carlos Augusto – Entrambi i giocatori sabato scorso a Bologna sono usciti dal campo doloranti. L’attaccante austriaco dovrà recuperare da un risentimento muscolare al bicipite femorale della coscia destra. L’esterno brasiliano ha invece riportato l’elongazione muscolare al soleo della gamba destra. Di certo, Simone Inzaghidovrà fare a meno di entrambi nella trasferta a Madrid, per il ritorno degli ottavi di finale di Champions League contro l’Atletico.
Il recupero di Thuram e Çalhanoglu – La buona notizia per l’Inter è che hanno intanto recuperato pienamente la forma due dei giocatori cardine della rosa, dopo settimane di stop: Marcus Thuram e Hakan Çalhanoglu sono infatti a disposizione e nella trasferta bolognese contro i rossoblù di Thiago Motta hanno dimostrato un’ottima condizione. Nessun problema anche per Francesco Acerbi, anche lui rientrato da uno stop.
Le tifoserie di Napoli e Inter sono divise da un’aspra rivalità
La decisione del prefetto di Milano sulla base delle valutazioni del comitato sicurezza manifestazioni sportive. I precedenti: dalla morte di Daniele Belardinelli ai raid degli ultras azzurri nel Varesotto
Niente biglietti per Inter-Napoli ai tifosi azzurri residenti in Campania. Lo ha disposto il prefetto di Milano Claudio Sgaraglia, sulla base delle valutazioni effettuate dal comitato di analisi per la sicurezza delle manifestazioni sportive.
L’annuncio è in una nota della prefettura. Pesano i trascorsi legati a una partita da sempre “calda”, perl’aspra rivalità che divide i supporter di Inter e Napoli. I trascorsi, del resto, rappresentano un monito. Nel comunicato sono citati la morte di Daniele Belardinelli, l’ultrà del Varese – tifoseria gemellata con la Curva Nord interista –deceduto il 26 dicembre 2018 poco prima dell’inizio del match, investito da un’auto in via Novara ela spedizione del maggio scorso degli ultras napoletani, bloccati nei pressi del casello di Gallarate sulla A8 mentre viaggiavano in direzione di Varese, con l’intenzione di vendicare le aggressioni ai danni di supporter azzurri nel corso dei festeggiamenti per lo scudetto dei partenopei.
La misura – Il provvedimento, quindi, prevede il divieto di vendita dei tagliandi ai residenti nella Regione Campania, anche se in possesso della tessera di fidelizzazione del Napoli, con l’esclusione dei residenti in Campania titolari della fidelity card dell’Inter. La vendita dei biglietti del settore ospiti è possibile per i soli possessori della tessera del Napoli, sottoscritta prima del 16 marzo 2024, e non residenti in Campania.
“Il comitato di analisi per la sicurezza delle manifestazioni sportive – si legge nel provvedimento emanato dal prefetto di Milano – ha evidenziato che, dopo gli episodi di violenza occorsi nella serata del 26 dicembre 2018, poco prima dell’inizio dell’incontro di calcio Inter-Napoli, quando la contrapposizione di gruppi interisti e partenopei sfociò nella morte per investimento di Daniele Belardinelli, leader dei gruppi ultras del Varese, gemellati con quelli dell’Inter, il desiderio di vendetta è sempre molto attuale e concreto anche alla luce di più recenti episodi di violenza verificatisi a Varese“.
E per questo “l‘incontro del 17 marzo 2024 potrebbe costituire, per i tifosi delle due squadre, occasione per porre in essere nuovi scontri o, comunque, atti improntati all’illegalità”.