A poco più di una settimana dalla scomparsa del campionissimo, nella periferia del capoluogo sardo è stato inaugurato un piazzale dedicato a Rombo di Tuono e ai suoi compagni dello storico scudetto
Oltre 500 persone per inaugurare una piazza, ma soprattutto per continuare a omaggiare il ricordo di Gigi Riva. A poco più di una settimana dalla scomparsa del campionissimo del Cagliari, a Sestu, nella periferia del capoluogo sardo, è stata inaugurata una piazza dedicata a Rombo di Tuono e ai suoi compagni dello Scudetto del 1970.
L’EVENTO – Un cartello recita: “Campioni d’Italia – Cagliari Calcio 1969-70”. Ma oltre ai ricordi e alla memoria dei campioni di quell’impresa la piazza vuole essere un luogo di aggregazione e anche permettere ai bambini del posto di giocare al sicuro. Presente all’inaugurazione dello spazio pubblico dedicato a Riva e ai suoi compagni rossoblù una delegazione del Cagliari Calcio di oggi, con Gianluca Lapadula e Matteo Prati. Ma anche alcuni di quegli eroi per i tifosi sardi, come Beppe Tomasini, Adriano Reginato, Ricciotti Greatti e Mario Brugnera. Ma soprattutto centinaia di tifosi e appassionati che non sono voluti mancare per l’ennesimo tributo festoso, con bandiere, magliette e striscioni, a Riva e alla storia del Cagliari campione d’Italia.
Parzialmente accolto il ricorso contro la chiusura dell’intero stadio per una giornata: nuova sanzione per la società friulana.
«La Prima Sezione della Corte Sportiva d’Appello Nazionale, presieduta da Carmine Volpe, ha accolto in parte il reclamo dell’Udinese Calcio avverso la sanzione dell’obbligo di disputare una gara a porte chiuse e, in parziale riforma della decisione impugnata, ha rideterminato la sanzione nell’obbligo di disputare due gare con il settore Curva Nord privo di spettatori».
Con questa nota ufficiale pubblicata sul sito della FIGC, la Corte Sportiva d’Appello Nazionale ha annunciato la sanzione riformulata nei confronti del club friulano a seguito degli insulti razzisti nei confronti di Mike Maignan. I fatti risalgono all’incontro tra l’Udinese e il Milan, andato in scena sabato 20 febbraio, alle ore 20.45.
«Il club friulano era stato sanzionato in relazione alla gara con il Milan dello scorso 20 gennaio – valida per laseconda giornata di ritorno del campionato di Serie A – in ordine alle manifestazioni di discriminazione razziale da parte di alcuni suoi sostenitori nei confronti del portiere rossonero Mike Maignan», conclude la nota della società.
Matteo Di Pietro: uccise bimbo con suv, youtuber patteggia 4 anni e 4 mesi. Al gip: “Provo dolore”. Non andrà in carcere. La madre di Manuel: “Eravamo preparati”
La pena, per i reati di omicidio stradale aggravato e lesioni, è stata ratificata dal gip di Roma. A Di Pietrosono state riconosciute le attenuanti generiche.
Di Pietro, spiega il suo avvocatoAntonella Benveduti, “non andrà in carcere. Credo che questa sia una condanna in linea con quelle che sono le finalità del nostro ordinamento, di rieducazione, risocializzazione proprie della sanzione penale. Sono cardini fondamentali del nostro ordinamento penale, previsti dalla Costituzione, e importanti nel valutare poi la correttezza di questa pena. Nessuna condanna può mitigare il grave lutto, la grave perdita“.
Di Pietro ha fatto dichiarazioni spontanee al gip e ha “espresso le sue scuse, il suo dolore. Ha riconosciuto nuovamente la sua responsabilità, come aveva già fatto nell’interrogatorio e ha espresso anche il suo desiderio di impegnarsi in futuro in progetti che riguardano la sicurezza stradale. Quindi un suo impegno sociale che lui stesso ha definito come ‘obiettivo sociale’“. Il giovane è apparso visibilmente commosso.
“Eravamo preparati, non è stata una sorpresa. Resta la tragedia per una famiglia, per una madre. Oggi abbiamo una condanna che rispettiamo ma non potrà restituire la vita di bimbo di 5 anni“, commenta Matteo Melandri, legale della madre di Manuel.
Le indagini hanno chiarito ogni aspetto. Di Pietro era alla guida della Lamborghini e correva oltre i limiti. Troppi, 120 chilometri orari in quel tratto di strada.
All’indomani della tragedia Theborderline aveva anche chiuso i battenti, travolti dai milioni di follower che li hanno abbandonati. Si sono anche scusati con la famiglia pubblicamente. Ma scuse e sentenze non potranno colmare il vuoto lasciato dal piccolo Manuel.
Investì bimbo di 5 anni con la Lamborghini, sì a 4 anni di carcere per Matteo Di Pietro: il 31 gennaio si decide sul patteggiamento
Squadre dei Vigili del fuoco di Milano sono impegnate in questi minuti per un incendio sviluppatosi all’interno di un’azienda di Settala, nell’hinterland. L’azienda si occupa di imballaggi di plastica. Le fiamme sono già state circoscritte e confinate, ma non ancora domate. Sul posto 5 mezzi dei Vigili delFuoco, per un totale di 25 uomini provenienti dai distaccamenti di Gorgonzola, piazzale Cuoco e sede centrale Milano. Presenti anche Carabinieri e 118. Non si registranopersone coinvolte o feriti. L’incendio, da un primo sommario esame dei vigili del fuoco, potrebbe essersi sprigionato da un tetto di uno dei capannoni dell’azienda interessato da lavori di manutenzione. (ITALPRESS).
Si allarga la protesta degli agricoltori che alle porte di Milano paralizzano casello e strade: “Concimi, gasolio, costi altissimi. Andremo fino a Roma”
Melegnano (Milano)– 31 gennaio 2024
In un grato odore di letame, avanza la protesta trattorista degli agricoltori lombardi. Avanza nella nebbia anche una vacca, una bella frisona da 5 quintali, battezzata sul momento Ercolina 2. E con lei si torna di colpo agli anni delle grandi manifestazioni per le quote latte, «e allora sì che eravamo forti, quando innaffiavamo di latte o letame le autostrade venete…». Ma qui siamo in Lombardia, prima regione agricola d’Italia, «tutti molto incazzati, come vede». Anche nel resto d’Italia, veramente. Arrivano notizie di blocchi stradali a Orte, Bari, Orvieto, e da Puglia, Calabria, Sardegna, «si muove anche il Sud!», qui invece si blocca il casello di Melegnano, e di conseguenza tutta l’area a sud di Milano, e l’enorme polo della logistica che va verso Binasco,la strada provinciale 40 chiusa, polizia e carabinieri schierati a fare ordine pubblico, un poliziotto locale che si sbraccia disperato nell’ingorgo, «qui non si passa. Per quanto? Forse 5 giorni…»
E chi siete, voi? «Scriva che siamo incazzati. Ha scritto? Brava. Poi scriva che siamo il Coordinamento Nazionale Riscatto Agricolo, che vuol dare un futuro all’agricoltura e al made in Italy. Infatti, come vede, abbiamo solo bandiere italiane, nient’altro». Ma la conversazione è estremamente difficile, nel rombo dei 200 trattori a sirene spiegate, nella nuvola di gasolio che si alza al cielo, nello svincolo che porterebbe verso la A1, aperto e chiuso a intermittenza, arrancano quindi i tir Brt, qualcuno suona per simpatia, altri scenderebbero volentieri per aprirsi la strada a mazzate. «Stiamo facendola stessa cosa che succede in Germania. Protestiamo contro l’Europa.La crisi è profonda, i costi di concimi, gasolio, macchinari, tutto è altissimo», spiega Paolo Brigatti. Lei è portavoce, o qualcosa del genere? «No. Sono di Monza. Stamattina sono salito sul trattore e arrivato fin qua». E rivolgendosi al popolo, «oh, ma i 150 trattori da Varese, Como e Lecco? Li ho mica visti». Non pervenuti, grasse risate.
Si capisce che la causa scatenante di tutto è «la mancata proroga della sospensione dei tributi Irpef sui terreni agricoli. Messa nel 2015 da un governo di sinistra, e con la crisi nera che c’è, il governo di destra non l’ha prorogata». Poi ci sono le farine di insetti. «Dal 24 gennaio ce la ritroviamo in tutti gli alimenti. Il tipo di insetto è scritto in latino, e con il livello di alfabetizzazione nazionale…». Brigatti, che è allevatore di bovini da latte, e coltivatore di grano, orzo e mais, vorrebbe «che sulle confezioni delle brioches mettessero la foto dell’insetto. Così la mamma che sta allungando la mano per prenderla, vede il verme e capisce, no?». Comunque, «quest’anno abbiamo avuto un calo dei prezzi di vendita del 20-30 per cento. C’è il carrello tricolore del governo, che contiene i prezzi sugli scaffali. E noi? Il grano, da 29 euro al quintale, ce lo pagano diciotto».
Quindi, «visto che l’Irpef l’ha rimessa il governo, si ritroveranno i trattori a Roma». Oltre al letame, si sente un vago odore di Lega del tempo che fu, così su due piedi, affondati nel fango delle aiuole spartitraffico arate da altissimi trattori, i Case IH, i Lamborghini, i Deutz da 200 mila euro. «Dovremmo fare un partito. Non abbiamo più un referente politico, e se il governo non ci dà delle risposte…», allora l’ipotesi di un partito degli agricoltori si fa allettante come il sacco di mangime che si rovescia davanti alla mucca Ercolina 2, con il tricolore sul collo magro, «magna, magna, che domani non so se ce ne sarà ancora», dice il suo conducente (la vacca appartiene a Pietro Tavazzani, protagonista delle proteste contro le quote latte, l’Ercolina di allora la portò anche al G8 di Genova).
«Come vedi, qui non ci sono sindacati. Eppure, l’80 per cento di noi è iscritto alla Coldiretti. Ma la Coldiretti, e anche l’Unione, ci hanno detto di non fare proteste. Di protestare a Bruxelles, piuttosto». Sergio Corvini (300 ettari a Abbiategrasso), rimpiange i 10 ettari di suo padre: «Ci definiscono imprenditori, ma siamo solo schiavi dell’Unione Europea. Tutti questi sacrifici… Io non vado mai da nessuna parte, il mestiere ti impone di non avere mai un giorno di pausa». Gabriele Sacchi, di Trovo, provincia di Pavia: «Non ho reddito. Nessun utile, perché le spese di produzione sono troppo alte. Siamo costretti a chiedere contributi per non coltivare. Cioè, se non fai la monocoltura, sei costretto a fare il 4 per cento di incolto. È giusto? E poi c’è la fame nel mondo…».
«In Olanda gli agricoltori sono il primo partito, hanno vinto. Noi invece, siamo additati come i responsabili del riscaldamento globale», dice Brigatti. E Laura, con azienda agricola nel Parco Sud: «I cittadini capiscono la nostra fatica? A noi un chilo di riso viene pagato 40 centesimi, e sugli scaffali viene a 5 euro. Non c’è proporzione». Azienda famigliare, Laura è l’ultima generazione. «Abbiamo 1.500 pertiche, che sarebbero 100 ettari. È molto difficile andare avanti, ma questo ormai è un mondo di plastica», le pertiche non le capisce più nessuno.
Intanto si alza anche il fumo delle salamelle arrostite, nell’accampamento dove un’altissima catasta di legna segnala che «da qui non ce ne andiamo mica presto». E Samuele — anni 14 — dice la sua: «Ma come fai, oggi, ad aprire un’azienda agricola se non hai il ricavo, e l’aiuto». Studente di ragioneria, famiglia di allevatori ad Abbiategrasso, che futuro da allevatore avrà non è chiaro, ma lui sa cosa bisogna fare, adesso.
Il commando è entrato in azione all’altezza del bivio per Siligo, vicino all’Eurospin
Cagliari, 31 gennaio 2024
Violento assalto a un furgone portavalori sulla Statale 131 nel Sassarese. Un commando è entrato in azione all’altezza del bivio per Siliqua, vicino all’Eurospin, sbarrando la strada e bruciando alcuni mezzi per assaltare un portavalori della società Vigilpol. Il blitz è scattato verso le 8,20. Nello scontro a fuoco ci sono stati un morto e due feriti gravi: uno dei rapinatori è deceduto e due guardie giurate ricoverate con gravi ferite. Risulterebbe un altro ferito tra i rapinatori e altre quattro persone ricoverate in seguito a un tamponamento. La rapina a un portavalori con un conflitto a fuoco é stata compiuta questa mattina in provincia di Sassari. Un commando di banditi ha assaltato un furgone portavalori lungo la strada statale 131, all’altezza del bivio per Siligo in provincia di Sassari. I malviventi hanno aperto il fuoco ferendo un vigilante a una gamba e hanno dato alle fiamme un mezzo. Si sono dati alla fuga inseguiti dai carabinieri della Compagnia di Bonorva. La statale è bloccata in entrambe le direzioni e i militari sono impegnati in una caccia all’uomo lungo le strade della provincia, con numerosi posti di blocco.
Il commando era formato da almeno 5 persone che hanno bloccato la strada statale 131 Carlo Felice all’altezza del bivio per Siligo, con un autocompattatore di rifiuti e una catena. Sono stati sparati colpi d’arma da fuoco, uno dei quali ha ferito una persona a una gamba. Quando il blindato è stato costretto a fermarsi, i banditi hanno fatto scendere le guardie giurate per cercare di portare a termine il colpo.
Sono in corso le verifiche sul mezzo oggetto della rapina. Due furgoni sono stati incendiati in mezzo alla carreggiata e quattro persone sono rimaste ferite in un tamponamento durante le fasi dell’assalto armato. La strada è stata chiusa in entrambe le direzioni e il traffico deviato. Le fiamme sono state spente dai vigili del Fuoco e i feriti soccorsi dai mezzi del 118.
Il commando è poi fuggito con un pick-up e una Fiat Panda che sono stati ritrovati poco lontano. E’ scattato il dispositivo antirapina. Sul posto stanno operando carabinieri e polizia di Stato, alla quale sono state affidate le indagini.