E’ ben gradito un’applauso!!! Grazie
giovedì 09 ottobre 2025
| PFAS nell’acqua minerale: tracce di TFA in Levissima, Panna, Rocchetta, San Pellegrino, Sant’Anna e Uliveto |
| articolo di Sara Rossi: https://ilfattoalimentare.it/pfas-nellacqua-minerale-tracce-di-tfa-in-levissima-panna-rocchetta-san-pellegrino-santanna-e-uliveto.html |
Negli scorsi mesi Greenpeace Italia ha acquistato presso un supermercato di Roma sedici bottiglie di acqua minerale, appartenenti agli otto marchi più diffusi nel nostro Paese (Ferrarelle, Levissima, Panna, Rocchetta, San Benedetto, San Pellegrino, Sant’Anna e Uliveto) e le ha inviate a due laboratori – otto bottiglie in Germania e altrettante in Italia – per testare l’eventuale presenza di PFAS (sostanze poli- e per-fluoroalchiliche).
I PFAS sono sostanze chimiche note anche come “inquinanti eterni”, usate in numerosi processi industriali e prodotti, che si accumulano nell’ambiente e sono da tempo associate a gravi rischi per la salute. Tra le molecole ricercate da Greenpeace Italia rientra anche l’acido trifluoroacetico (TFA), ovvero il PFAS più diffuso sul pianeta.

Acqua minerale la contaminazione è diffusa – I campioni di acqua minerale Ferrarelle e San Benedetto naturale non hanno evidenziato alcuna presenza di contaminanti. Questo vuol dire che la concentrazione in questi campioni è risultata inferiore al limite di rilevabilità di 50 ng/l .Per Levissima, Panna, Rocchetta, San Pellegrino, Sant’Anna e Uliveto è stata rilevata la presenza di TFA. Panna ha fatto registrare il valore più elevato di acido trifluoroacetico (700ng/l), seguito dalla bottiglia di Levissima (570 ng/l) e di acqua Sant’Anna (440 ng/l). Il TFA è l’unico PFAS rilevato nei campioni presi in esame, nessuno conteneva sostanze appartenenti al gruppo dei 20 PFAS regolamentati dalla direttiva UE sull’acqua potabile né sostanze appartenenti al gruppo PFAS-4 (PFOA, PFOS, PFHxS e PFNA), classificate come particolarmente pericolose. Greenpeace Italia ha inviato i risultati alle aziende senza ricevere riscontri di sorta.
Sebbene il TFA (una molecola composta da una corta catena di due atomi di carbonio) sia nota da tempo, solo di recente si è cominciato a indagare i possibili effetti per la salute umana essendo un composto praticamente presente ovunque e a cui noi tutti siamo esposti.

Un problema europeo – Il TFA si trova nella polvere come nel sangue umano e, quindi, non sorprende la presenza e nell’acqua minerale. Le Autorità tedesche di recente hanno classificato il TFA come “tossico per la riproduzione” e “molto mobile e persistente”. Questa sostanza può derivare dalla degradazione di altri PFAS rilasciati nell’ambiente e si accumula negli organismi viventi. Non si tratta di un problema italiano. I valori di TFA rinvenuti nei campioni (tra 70 e 700 ng/l) si allineano – anche se con valori leggermente inferiori – a quelli ottenuti da altre indagini in vari Paesi europei (tra 370 e 3.300 ng/l).
Un test simile condotto a maggio 2025 su 21 marche di acqua minerale da Altroconsumo (ne abbiamo parlato qui). La rivista è giunto ad analoghe conclusioni. Cinque minerali sono state “bocciate” a causa della presenza di TFA (acido trifluoroacetico). I marchi penalizzati sono: Panna, Esselunga Ulmeta, Levissima, Maniva, Saguaro Lidl.
TFA sostanza tossica – Alla luce dei risultati degli ultimi studi, nella primavera del 2024 la Germania ha presentato all’ECHA (Agenzia europea per le sostanze chimiche) una richiesta di classificazione del TFA come sostanza tossica per la riproduzione. Se l’ECHA approverà la richiesta, il TFA potrebbe essere classificato come “metabolita rilevante” delle sostanze attive nei prodotti fitosanitari. Ciò verosimilmente significherebbe che, in conformità con l’ordinanza tedesca sull’acqua potabile (TrinkwV), non sarebbe consentito superare il valore limite di 100 ng/l, che potrebbe quindi essere esteso all’acqua potabile di tutti i Paesi europei.

