Roberto Brunetti trovato morto in casa: l’attore era conosciuto come Er Patata


articolo: https://www.ilgiorno.it/spettacoli/morto-er-patata-1.7749449

Il corpo era disteso sul letto, senza segni di violenza. Nell’appartamento c’erano hashish e cocaina, disposta l’autopsia sul corpo del 55enne

Roberto Brunetti, alias Er Patata

L’attore romano Roberto Brunetti, conosciuto come Er Patata è stato trovato morto nella sua abitazione a Roma. Ieri sera, intorno alle 22:30, la polizia di San Lorenzo di Roma ha trovato il 55enne cadavere, sdraiato supino sul letto, nella sua casa in via Arduino.

Le forze dell’ordine non hanno notato segni di violenza sul corpo o di effrazione in casa. Nel corso del sopralluogo della polizia sone state però trovate quantità hashish e cocaina: da stabilire, dunque, se le sostanze stupefacenti abbiano contribuito al decesso. Indagini sono in corso da parte degli agenti del Salario mentre sul corpo dell’attore è stata disposta l’autopsia Ad allertare forze dell’ordine e vigili del fuoco è stata la compagna di Brunetti.

Romano, deve la sua celebrità soprattutto alla partecipazione ad alcune commedie di grande successo a fine anni novanta, come ‘Fuochi d’artificio‘ (1997) di Leonardo Pieraccioni e ‘Paparazzi‘ (1998) di Neri Parenti (dove si presentava col suo soprannome), ma ha anche preso parte a pellicole più impegnate come ‘Fatti della banda della Magliana‘ (2005) e ‘Romanzo criminale‘ (2005), entrambe del 2005 ed entrambe ispirate alle vicende della banda della Magliana. Dal 2012, anno in cui uscì nelle sale ‘Il rosso e il blu’, non è più apparso sul grande schermo. 

Per 16 anni legato all’attrice Monica Scattini, (prematuramente scomprsa nel 2015 per una malattia) Brunetti aveva anche aperto una pescheria a Roma poi fallita. Nel 2019 aveva fatto un appello per tornare a lavorare sui set: Vivo con il reddito di cittadinanza, aiutatemi”, aveva rivelato. Nel suo passato recente era entrata la tossicodipendenza. Nel 2017 era stato arrestato per detenzione di stupefacenti. 

È morta Liliana De Curtis, figlia di Totò: «Papà non voleva che facessi l’attrice»


articolo di Emilia Costantini: https://roma.corriere.it/notizie/cultura_e_spettacoli/22_giugno_03/morta-liliana-de-curtis-figlia-toto-764e026e-e335-11ec-add9-4c15cbccc153.shtml

Liliana De Curtis, attrice e scrittrice, doveva il suo nome a Liliana Castagnola, cui Totò era stato legato e che si era suicidata per lui

«Anche se mio padre non ha mai voluto che facessi l’attrice, penso che ora sarebbe contento di questo debutto». Con queste parole Liliana de Curtis annunciava quasi trent’anni fa, in un’intervista al Corriere della Sera, il suo «battesimo» teatrale al Sannazzaro di NapoliOggi l’attrice e scrittrice, unica figlia del mitico Totò e della sua unica moglie Diana Rogliani, si è spenta a 89 anni . Già vedova di Sergio Anticoli, lascia i due figli Antonello ed Elena che dice: «Mia madre si è spenta serenamente nella sua casa romana, non ha sofferto», poi aggiunge il suo ricordo con parole poetiche: «Mamma, quando ti chiamo, ti vedo correre verso di me, mi prendi in braccio, mi guardi e mi abbracci forte forte al tuo petto… so che ci sei sempre con me, il calore del tuo corpo mi accompagnerà a vita».

Era nata a Roma il 10 maggio 1933 e il suo nome era dovuto al ricordo che il padre, Antonio de Curtis, nutriva nei riguardi della nota soubrette Liliana Castagnola, cui era stato legato sentimentalmente prima di sposare Diana, e che si era suicidata per lui. A causa di un padre artisticamente ingombrante, solo all’età di 60 anni aveva deciso di salire sul palco e provare l’emozione della recitazione, con lo spettacolo «Pardon Monsieur Totò», liberamente tratto dal libro autobiografico «Siamo uomini o caporali?», scritto dallo stesso Totò. «Non dico che mi piacerebbe essere all’altezza di papà – affermava Liliana – ma spero perlomeno di sfoderare soltanto un poco di quella “verve” che lo caratterizzava». continua a leggere

È morto Andrew Fletcher, tastierista dei Depeche Mode – È morto Alan White, batterista degli Yes. 


articolo: https://www.ilpost.it/2022/05/26/e-morto-andrew-fletcher-tastierista-dei-depeche-mode/

STADE DE FRANCE, PARIS, ILE DE FRANCE, FRANCE – 2017/07/01: Andrew Fletcher, the keyboard player of Depeche Mode is pictured while performing a song during his concert of the new show Spirit at the State de France. (Photo by Thierry Le Fouille/SOPA Images/LightRocket via Getty Images)

Giovedì sera è morto Andrew Fletcher (più noto col soprannome Fletch), tastierista del celebre gruppo musicale inglese Depeche Mode: aveva sessant’anni. A dare la notizia è stato lo stesso gruppo musicale, formato da Dave Gahan e Martin Gore, che ha scritto su Twitter: «siamo sconvolti dall’insostenibile tristezza per la morte prematura del nostro caro amico, membro della famiglia e del gruppo Andy “Fletch” Fletcher». Aveva fondato i Depeche Mode alla fine degli anni Settanta insieme a Vince Clarke, che però se n’era andato pochi anni dopo. Oltre a suonare, Fletcher si occupò spesso della gestione manageriale del gruppo, facendo molte volte da portavoce nelle occasioni pubbliche. Negli ultimi anni aveva lavorato con molto successo anche come deejay solista.

Goodbye Andrew Fletcher – 1961-2022

È morto Alan White, batterista degli Yes. Suonò per John Lennon nell’album “Imagine”

articolo di Marco Pagliettini: https://www.spettakolo.it/2022/05/26/e-morto-alan-white-batterista-degli-yes-suono-per-john-lennon-nellalbum-imagine/

Si è spento all’età di 73 anni (li avrebbe compiuti il prossimo 14 giugno) Alan White, storico batterista degli Yes.

Appena ventenne suonò la batteria per John Lennon nel disco Imagine e poco dopo collaborò anche con George Harrison. Nel 1972 entrò negli Yes, per poi suonare in tutti gli album successivi della band. La batteria era il suo strumento, ma in alcuni pezzi si cimentò anche con il pianoforte, oltre a figurare come autore di qualche canzone. Nel 1975 pubblicò Ramshackled, il suo unico album solista.

Il decesso, confermato dai familiari sui canali social dell’artista, è arrivato oggi dopo una breve malattia. Un messaggio di cordoglio è stato pubblicato anche dagli Yes.

Questo il post pubblicato sulla pagina Facebook di Alan White dai familiari:

Alan White, il nostro amato marito, papà e nonno, si è spento all’età di 72 anni nella sua casa di Seattle il 26 maggio 2022, dopo una breve malattia.

Nel corso della sua vita e della sua carriera di sei decenni, Alan è stato molte cose per molte persone: una rock star certificata per i fan di tutto il mondo; un compagno di band di pochi selezionati, e un gentiluomo e amico di tutti coloro che lo hanno incontrato.

Alan è nato a Pelton, Contea di Durham, Inghilterra, il 14 giugno 1949. Ha iniziato le lezioni di piano all’età di sei anni, ha iniziato a suonare la batteria all’età di dodici anni, e si è esibito pubblicamente dall’età di tredici anni.

Negli anni ’60, Alan ha affinato la sua arte con una varietà di band, tra cui The Downbeats, The Gamblers, Billy Fury, Alan Price Big Band, Bell and Arc, Terry Reid, Happy Magazine (poi chiamato Griffin), e Balls con Trevor Burton (The Move) e D Enny Laine (Ali).

Nel 1968 Alan si unì all’Airforce di Ginger Baker, un nuovo gruppo messo insieme dall’ex batterista dei Cream e da altri noti musicisti della scena musicale inglese, tra cui Steve Winwood, ex dei Traffic.

Nel 1969, Alan ricevette quello che pensava fosse uno scherzo telefonico, ma era John Lennon che chiamava per chiedere ad Alan di unirsi alla Plastic Ono Band. Il giorno dopo Alan si ritrova a imparare canzoni sul retro di un aereo diretto a Toronto con Lennon, Yoko Ono, Eric Clapton e Klaus Voormann. L’album successivo, Live Peace in Toronto, ha venduto milioni di copie, raggiungendo la numero 10 delle classifiche.

L’associazione di Alan con Lennon ha continuato, registrando singoli come Instant Karma e il successivo album di riferimento, Imagine, con Alan che fornisce la batteria per la canzone del titolo, “Jealous Guy”, e “How Do You Sleep at Night”. Il lavoro di Alan con Lennon ha portato a un’introduzione a George Harrison, che ha chiesto ad Alan di esibirsi nell’album All Things Must Pass, incluso il singolo, “My Sweet Lord”, pubblicato nel 1970. Alan ha successivamente lavorato con molti artisti per l’etichetta Apple, tra cui Billy Preston, Rosetta Hightower e Doris Troy.

Alan si è unito agli YES il 27 luglio 1972 e con soli tre giorni per imparare la musica, YES ha aperto il loro tour negli Stati Uniti prima di 15.000 fan a Dallas, Texas, il 30 luglio 1972. Alan è stato con i YES da allora, e con la morte del membro fondatore, Chris Squire, nel giugno 2015, Alan è il membro della band più a lungo in servizio.

Alan è preceduto nella morte dai suoi genitori, Raymond e May White (nata Thrower), sua cognata, Mindi Hall, e molti fedeli compagni pelosi. Gli sopravvive la moglie di quarant’anni (15 maggio 1982) Rogena “Gigi” (nata Walberg), i suoi figli, Jesse (Emily), i loro due figli JJ ed Ellie, e Cassi (Kela), e la cognata Andrea Holmqvist (Robert).

Gigi, Jesse e Cassi

Seattle, Wa

Il messaggio degli Yes:

Traduzione https://translate.google.it/: È con profonda tristezza che i YES annunciano che Alan White, il loro amatissimo batterista e amico da 50 anni, è scomparso, all’età di 72 anni, dopo una breve malattia. La notizia ha sconvolto e sbalordito l’intera famiglia YES. Alan non vedeva l’ora del prossimo tour nel Regno Unito, per celebrare il suo 50° anniversario con gli YES e il loro iconico album Close To The Edge, dove il viaggio di Alan con gli YES iniziò nel luglio 1972. Di recente ha celebrato il 40° anniversario del suo matrimonio con la sua amorevole moglie Gigi. Alan è morto, pacificamente a casa.

Alan è considerato uno dei più grandi batteristi rock di tutti i tempi. È nato nel 1949 nella contea di Durham e si è unito agli YES il 30 luglio 1972 per il Close to the Edge Tour. In precedenza aveva lavorato con la band Plastic Ono di John Lennon dopo una telefonata nel 1969 per suonare al Toronto Rock Festival. Alan ha continuato a lavorare con Lennon anche nell’album Imagine e con George Harrison in All Things Must Pass. Ha anche lavorato con molti altri musicisti nel corso degli anni, tra cui Ginger Baker’s Air Force, Joe Cocker, Gary Wright, Doris Troy e Billy Preston per citarne solo alcuni. Alan White è stato inserito nella Rock and Roll Hall of Fame come membro degli YES nel 2017.

Una serie di battute d’arresto per la salute dal 2016, avevano limitato il tempo di Alan sul palco con YES nei recenti tour con Jay Schellen che si è unito e Alan si è unito alla band, tra grandi applausi, verso la fine di ogni set.

YES dedicherà il loro 50° anniversario Close to the Edge UK Tour a giugno a White.

È morto il rapper Lil Keed: star su Instagram, aveva 24 anni


articolo di Redazione Spettacoli: https://www.corriere.it/spettacoli/22_maggio_14/morto-rapper-lil-keed-star-instagram-aveva-24-anni-cacada2c-d38d-11ec-aac4-d5704cf08b36.shtml

A dare conferma della scomparsa del cantante il fratello: «Non riesco a credere che ti ho visto morire». L’artista, che era uscito nel 2020 con il suo ultimo cd, lascia una figlia

Il rapper Lil Keed

Il rapper Lil Keed 1,3 milioni di follower su Instagram — è morto: il cantante di Atlanta aveva 24 anni. A darne conferma è stato suo fratello, che ha scritto sui social: «Non riesco a credere che oggi ti ho visto morire, fratello. Sarà durissima per mamma, papà e per tutti noi». La scomparsa dell’artista pare sia legata a un’insufficienza renale acuta. L’artista, che lascia la giovane figlia Naychur. Il rapper era sotto contratto con la YSL (Young Stoner Life) di Young Thug, 30enne rapper statunitense considerato tra i più influenti della sua generazione. Lil Keedd, all’anagrafe Raqhid Jevon Render, aveva pubblicato il suo ultimo album, «Trapped on Cleveland 3», nell’agosto 2020 e si sarebbe dovuto esibire in questi giorni.

Morto l’attore Lino Capolicchio, aveva 78 anni


articolo Redazione ANSA: https://www.ansa.it/sito/notizie/cultura/cinema/2022/05/04/cinema-e-morto-a-789-anni-lattore-lino-capolicchio_64573c5a-76e3-4615-bf68-93e045142f3c.html

Tra i protagonisti della stagione dello sperimentalismo e della militanza del cinema italiano degli anni Settanta.

L‘attore Lino Capolicchio posa per i fotografi durante il photocall per la presentazione del film “Il signor diavolo” di Pupi Avati, Roma, 22 luglio 2019. ANSA/CLAUDIO PERI

Lino Capolicchio (Merano, 21 agosto1943 – Roma, 3 maggio2022) è stato un  attore,  sceneggiatore  e  regista italiano.

E’ morto ieri sera a Roma l’attore, sceneggiatore e regista Lino Capolicchio.

Aveva 78 anni.

Nato a Merano e cresciuto a Torino si era trasferito poi a Roma, dove ha frequentato l’Accademia nazionale d’Arte drammatica ‘Silvio D’Amico’. È stato uno dei protagonisti della stagione dello sperimentalismo e della militanza del cinema italiano degli anni Settanta. Gli esordi professionali si compiono presso il Piccolo Teatro di Milano nella compagnia di Giorgio Strehler.
Tra i suoi film più importanti ‘Metti, una sera a cena’ di Giuseppe Patroni Griffi, ‘Il giovane normale’ di Dino Risi e il film premio Oscar di Vittorio De Sica ‘Il giardino dei Finzi Contini’, con il quale vince il David di Donatello. Con Pupi Avati lavora poi come protagonista in ‘La casa delle finestre che ridono’. 

Marotta, si sente male e cade: morto il cestista Andrea Sciarrini, mondo del basket sotto choc


articolo di Marco Vigarani: https://corrieredibologna.corriere.it/bologna/altro-sport/22_maggio_03/marotta-si-sente-male-cade-morto-cestista-andrea-sciarrini-mondo-basket-sotto-choc-6606cfdc-caba-11ec-ab67-eba9494eb64f.shtml

Il giocatore, sabato sera, in bagno non si è più rialzato. Andrea Sciarrini lascia una moglie e due figlie di 10 e 4 anni. In passato aveva avuto problemi alla circolazione e si era fermato 2 anni

Il mondo del basket marchigiano è sotto choc per la scomparsa improvvisa di Andrea Sciarrini, protagonista della scena locale a tutti i livelli: giocatore, allenatore e organizzatore di eventi. Una morte decisamente prematura avvenuta ad appena 40 anni compiuti da poco più di un mese, che ha richiesto l’autopsia per chiarirne le cause. Conosciuto e stimato nel mondo del basket regionale e non solo come atleta (aveva giocato nelle giovanili della Vuelle prima di militare a lungo nei campionati minori locali) ma anche come referente della Free Italian Streetball e promotore del torneo estivo di basket che si disputa Senigallia, città dove aveva giocato anche per indossando i colori della Goldengas.

Il malore – In passato Sciarrini era stato fermo per un paio d’anni dopo un problema di circolazione periferica ma proprio per questo motivo era un soggetto sottoposto a controlli medici frequenti. Il dramma si è consumato sabato sera dopo la partita fra Marotta e Urbania, valevole per il campionato di Promozione, che lo aveva visto tra i protagonisti e in piena forma. Rientrato a casa a Marotta, verso le 21:30 ha detto alla moglie Ilaria e alle figlie di 10 e 4 anni di avere bisogno di andare in bagno e proprio lì è stato colto da un malore. La donna ha sentito il corpo del marito cadere a terra, l’ha raggiunto e gli ha praticato le prime operazioni di rianimazione in attesa dell’arrivo del 118 che è giunto sul posto in pochi minuti ma non è riuscito a far ripartire il battito del cuore di Sciarrini. Non è rimasto altro da fare se non constatare il decesso dell’uomo e disporne il trasporto all’obitorio dove è stata eseguita nelle scorse ore l’autopsia su richiesta dei familiari. I funerali sono previsti per domani pomeriggio alle 15 nella parrocchia di San Giovanni a Marotta. La Fip Marche ha disposto un minuto di silenzio su tutti i campi per onorarne la memoria sia nelle gare disputate nel weekend appena trascorso che in quelle del prossimo fine settimana.

Sambuca, morto Antonio Molinari: aveva reso il liquore all’anice noto nel mondo


articolo: https://www.ilgiorno.it/cronaca/sambuca-molinari-morto-1.7602944

Lo stabilimento della Sambuca Molinari a Civitavecchia

La sua famiglia è un simbolo internazionale: dalla Dolce Vita ad oggi, quello dei Molinari è diventato un marchio prestigioso

Più di un semplice liquore: un vero simbolo dell’Italia nel mondo. E così il cordoglio per la morte di Antonio Molinari, ultimo esponente del ceppo originario della famiglia Molinari, arriva da tutto il mondo sino agli stabilimenti di Civitavecchia dove si produce la celeberrima Sambuca Molinari. Antonio Molinari è morto a 81 anni sabato 23 aprile: era presidente di Molinari Italia che, insieme al padre e ai suoi fratelli aveva reso celebre nel mondo il liquore a base di anice stellato. La sambuca, appunto. “Uomo brillante e lungimirante imprenditore – scrivono la moglie Daniela e i figli Inge, Angelo e Mario dando notizia della scomparsa di Antonio Molinari – ha dedicato la sua vita all’azienda e alla famiglia. Fin da giovane in azienda insieme al padre Angelo e ai fratelli Mafalda e Marcello, ne ha preso poi le redini portandola, con passione e dedizione, grazie al suo forte intuito imprenditoriale e alla sua visione innovativa e fuori dagli schemi, al successo di oggi e lanciandola a livello internazionale. Tutti i dipendenti e collaboratori si stringono al dolore della famiglia Molinari e ne onorano il ricordo ispirandosi ai valori di responsabilità, onestà e rispetto di cui è sempre stato promotore“.

Una storia che parte da lontano, quella della Sambuca Molinari. L’azienda viene fondata da Angelo Molinari nel 1945. Con lui lavorano i figli Marcello, Mafalda e dal 1967 anche Antonio.  La Sambuca, ovvero i liquore a base di anice, che viene prodotta dalla Molinari si differenzia dalle altre in commercio perché si basa su una formula a base di anice stellato, e in quanto “pregiata“, vi aggiunge la denominazione “extra“. Il prodotto comincia a diventare popolare tra gli anni cinquanta e sessanta, quando a Roma esplode il fenomeno della Dolce Vita raccontata da Federico Fellini e i barman dei locali di via Veneto offrono la Sambuca con un chicco di caffè; nasce così la Sambuca con la mosca. Nel 1959 sorge il primo stabilimento e l’azienda fa anche pubblicità con degli spot televisivi e radiofonici con testimonial quali Carlo Giuffré, la top model Veruska, Adriano Panatta, Paolo Stoppa e Rina Morelli, Walter Chiari, Sidney Rome, il campione di Formula 1 Mario Andretti, e, in anni recenti, José Mourinho. Tra le curiosità ricordate sul sito dell’azienda anche la lettera scritta da Frank Sinatra nelle quali tesse le lodi della Sambuca della quale era grande estimatore.

Morta Catherine Spaak: l’attrice aveva 77 anni


articolo di Maurizio Porro: https://www.corriere.it/spettacoli/22_aprile_17/morta-catherine-spaak-77b4103a-be87-11ec-834d-ead3a2b5b7ee.shtml

Catherine Spaak (Boulogne-Billancourt, 3 aprile 1945 – Roma, 17 aprile 2022) è stata un’attrice, cantante, conduttrice televisiva e ballerina belga naturalizzata italiana.

Catherine Spaak, attrice e conduttrice, è morta oggi a 77 anni dopo una lunga malattia. Era nata in Belgio ma aveva conosciuto la fama in Italia a partire dagli anni ‘60 con film come «La voglia matta» e «Il sorpasso». In tv era stata conduttrice di «Harem»

È morta Catherine Spaak: aveva 77 anni ed era da tempo malata. «L’attrice di tanti meravigliosi film, la brillante conduttrice, la scrittrice, soprattutto la donna che ha vissuto sino all’ultimo con eleganza e carattere, ci ha lasciato stasera a Roma. Ci mancherà tantissimo», ha scritto la famiglia in una nota, indicando come i funerali si svolgeranno«in forma strettamente privata». Nata in Belgio, aveva conosciuto la fama in Italia: aveva debuttato a soli 15 anni, nel 1960, nel film «Dolci inganni» di Alberto Lattuada. La fama era arrivata due anni dopo con «La voglia matta» e subito dopo con «Il sorpasso» di Dino Risi. In televisione aveva condotto per anni la popolare trasmissione sulla rai «Harem». Era stata sposata quattro volte, due anni fa era stata colpita da una emorragia cerebrale. Qui il ricordo di Maurizio Porro.

La prima vera Lolita, la prima vera ninfetta italiana, la prima scapigliata degli anni 60 fu Catherine Spaak, parola di Alberto Lattuada e dei suoi «Dolci inganni», preso di mira dalla incattivita censura del 1960. L’attrice è mancata a 77 anni dopo una vita tumultuosa sentimentalmente (4 mariti, 2 figli), avventurosa professionalmente, essendo attrice, cantante, conduttrice tv, ballerina, giornalista.

Nata in Belgio, a Boulogne Billancourt, il 3 aprile 1945, figlia del famoso sceneggiatore Charles Spaak e di Claudie Clèves, attrice come la sorella Agnes, nipote di un primo ministro, Catherine fu la vera diva ma anche la pecora nera di una famiglia borghese di cui aveva minato le certezze trasferendosi con tutte le sue irrequietezze in Italia.

Il primo a notarla, solo 14enne, fu Jacques Becker che la fa debuttare nel carcerario «Il buco» ma sarà Lattuada che la incasella nella parte dell’adolescente spregiudicata e tormentata dalla prima esperienza sessuale in quel film, tutto a ritmo di jazz freddo, che scoppia come una bomba all’interno della società italiana in divenire, con Marquand e Sorel.

L’immagine della ragazzina senza timori, desiderosa di provare tutto e subito, viene replicata in diverse versioni, due basilari: nella «Noia» di Damiano Damiani del ’63, dal romanzo cult di Moravia, in cui è una modella che ossessiona il pittore Horst Buccholz fino al culmine della famosa scena in cui lui la copre nuda con banconote da diecimila; nella «Voglia matta», storica commedia generazionale di Luciano Salce del ’62. Qui in gruppo con Gianni Garko, Jimmy Fontana, Fabrizio Capucci (che sul set conosce e poi sposerà) manda in tilt i sogni erotici piccoli piccoli di un Ugo Tognazzi irretito in una festa di giovani sul finir dell’estate in una villa in riva al mare dove si balla allacciati «Sassi» di Gino Paoli. È un gran successo, toccata e fuga dal romantico al patetico, con un magistrale Tognazzi e una Spaak al culmine della sua adolescente bellezza un po’ androgina, fuori dai canoni delle maggiorate: tutti a prendere in giro il povero Ugo che diventa lo zimbello di un gruppo di giovani disincantati. continua a leggere

Catherine Spaak: donna e attrice simbolo di eleganza e charme – Oggi è un altro giorno 27/04/2021
Catherine Spaak e Johnny Dorelli – Non mi innamoro più

Morto Taylor Hawkins, il batterista dei Foo


articolo CorriereTv: https://video.corriere.it/spettacoli/morto-taylor-hawkins-batterista-foo-fighters-una-sue-performance/4c1305be-acd8-11ec-b4fc-c139140ab75b

Il decesso è giunto durante un tour in Sudamerica, poco prima di un concerto.

Oliver Taylor Hawkins (Fort Worth, 17 febbraio1972 – Bogotà, 25 marzo2022) è stato un batterista statunitense, noto per essere membro del gruppo musicale rockFoo Fighters.

È morto all’età di 50 anni Taylor Hawkins, batterista di lunga data dei Foo Fighters. La rock band in una dichiarazione ha definito la sua morte una «perdita tragica e prematura». Il decesso è giunto durante un tour in Sudamerica: il gruppo avrebbe dovuto suonare venerdì sera a un festival a Bogotà, in Colombia. L’ultimo concerto del batterista è stato domenica a un altro festival a San Isidro, in Argentina. Al momento non si hanno dettagli su come Hawkins sia morto. Lascia la moglie Alison e tre figli.

#FooFighters #LiveinHollywood2006
Foo Fighters – Cold Day In The Sun (from Skin And Bones, Live in Hollywood, 2006)
Taylor Hawkins epic drum solo – Rock in Rio 2019

È morto l’attore Gianni Cavina, recitò anche per Pupi Avati


articolo: https://www.corriere.it/spettacoli/22_marzo_26/morto-l-attore-gianni-cavina-recito-anche-pupi-avati-972b0622-acd9-11ec-b4fc-c139140ab75b.shtml?fbclid=IwAR1I5H9aX5AK8Lu1Tqz43Q5I1IvVd5GKg567wV5no5lAbA4_vZGUS_Zv-Y4

Gianni Cavina (Bologna, 9 dicembre 1940 – Bologna, 26 marzo 2022) è stato un attore e sceneggiatore italiano..

L’attore aveva 81 anni ed era malato da tempo

È morto questa notte a Bologna, dove era nato, l’attore Gianni Cavina. Aveva 81 anni ed era malato da tempo. A dare la notizia all’Adnkronos, il produttore Antonio Avati, fratello di Pupi, con il quale Cavina ha girato diversi film, compreso l’ultimo Dante, ancora inedito. «Purtroppo — ha detto Antonio Avati — la moglie di Gianni all’alba di oggi ci ha dato questa tristissima notizia. Gianni era già malato ma aveva affrontato con grande forza anche le riprese di Dante, dove interpreta il notaio Pietro Giardino». Nel 1997, Cavina ha vinto il Nastro d’argento al migliore attore non protagonista proprio con un film di Pupi Avati, Festival. «Aveva le qualità dell’attore completo — ha aggiunto Antonio Avati — poteva passare dalle parti più comiche ed esagerate, come quelle che interpretò nei nostri primi film, a ruoli molto sentiti e importanti, che ha portato nei nostri film ma anche in quelli di altri importanti registi, da Luigi Comencini a Marco Bellocchio. C’è un film di Pupi che la Rai ha e che spero che mandi in onda per ricordarlo, Il signor Diavolo, dove fa un bellissimo ruolo», ha concluso il produttore.