A Bologna l’allenatore giallorosso sostituisce l’incredulo centrocampista portoghese al 64′ per scelta tecnica, ma l’ex Psg aveva cominciato la partita soltanto a inizio secondo tempo al posto di Spinazzola
Curioso episodio al Renato Dall’Ara, durante Bologna-Roma, con un mai banale José Mourinho come protagonista. In una partita complessa per la sua squadra e già in svantaggio di un gol, all’intervallo l’allenatore giallorosso decide di non far tornare in campo un Leonardo Spinazzola sottotono giocandosi la carta Renato Sanches. Una volta subita la seconda rete dei padroni di casa, però, lo Special One ristruttura ancora una volta la formazione con un doppio cambio: dentro Edoardo Bove e Sardar Azmoun, fuori Diego Llorente. Oltre al difensore spagnolo, però, Mourinho estromette dal match anche lo stesso Sanches.
MUSO LUNGO – È il minuto 64 e quindi il costo è presto fatto: il centrocampista portoghese lascia la partita che aveva cominciato soltanto 19 minuti prima. Comprensibilmente sorpreso per la decisione dell’allenatore, l’ex Paris Saint-Germain sfila quindi oltre la linea di fondo con un espressione tutt’altro che serena. Finora Sanches ha macinato soltanto 228 minuti stagionali suddivisi in nove apparizioni, con un gol all’attivo. Falcidiato dai problemi fisici e alla perenne ricerca della condizione fisica ottimale, si conferma un’annata non certo brillante per il 26enne che questa volta è stato bocciato da Mourinho dopo una ventina di minuti scarsi.
Renato Sanches sostituito dopo soli 18’ da quando era subentrato e non per infortunio pic.twitter.com/5Gn7DPFPkx
Il Consiglio di Lega ha definito il calendario della prima Supercoppa italiana con format Final Four. Settimana prossima l’ufficialità.
calcio e finanza, venerdì15 dicembre 2023
Il Consiglio di Lega ha scelto le nuove date della Supercoppa italiana. Secondo quanto appreso da Calcio e Finanza, è stato definito il calendario della manifestazione, che prevede la partecipazione di quattro squadre, con semifinali e finale in Arabia Saudita. Inizialmente le sfide erano state fissate tra il 4 e l’8 gennaio, per poi essere calendarizzate per domenica 21 e lunedì 22 gennaio con la finale giovedì 25.
Tuttavia, oggi è stato confermato che la Supercoppa si giocherà tra il 18 e il 22 gennaio: l’annuncio ufficiale delle date è atteso per la prossima settimana. Le quattro squadre impegnate nella competizione recupereranno poi le gare di Serie A che saranno costrette a saltare tra febbraio e marzo. Una scelta sarà fatta in base ai sorteggi e al calendario delle coppe europee, poiché tutte e quattro sono divise tra Champions (Inter, Lazio e Napoli) e Conference (la Fiorentina).
Quando si gioca la Supercoppa italiana – Le sfide in calendario: La prima semifinale, Napoli-Fiorentina, tra la vincitrice dello Scudetto e la finalista di Coppa Italia, si disputerà così nella serata di giovedì 18 gennaio. La seconda, tra l’Intervincitrice della Coppa Italia e la Lazio seconda in campionato, andrà in scena venerdì 19 gennaio. La finale lunedì 22 gennaio. Un lungo fine settimana di calcio italiano, diviso tra Supercoppa italiana e le partite di Serie A.
Gli arabi volevano cambiare data all’evento, addirittura posticiparlo. Stanno comprando una miriade di eventi sportivi in giro per il mondo e faticano a collocarli nella loro agenda senza sovrapposizioni. Da qui la spedizione saudita della delegazione della Lega Serie A capeggiata dall’Head of Competitions and Operations Andrea Butti. Giorni di trattative intense, necessarie a limare ogni dettaglio organizzativo.
I sauditi – come noto – pagheranno circa 23 milioni di premi complessivi. Poi ci saranno i ricavi generati da fonti varie, inclusi i diritti tv, acquistati da Mediaset, che trasmetterà le tre partite in prima serata su Canale 5. Sarà la prima edizione della nostra Supercoppa a quattro squadre, un format già avviato dalla Liga a partire dal 2020, con la nuova Supercoppa di Spagna anch’essa disputata da allora in Arabia Saudita.
Cambia ancora il calendario della prima Supercoppa italiana con il format Final Four. La ratifica delle date è attesa per la giornata di oggi.
Nuovo cambio per la Supercoppa italiana. Oggi il Consiglio di Lega dovrebbe ratificare le nuove date della Final Four della manifestazione, che prevede la partecipazione di quattro squadre, con semifinali e finale in Arabia Saudita. Inizialmente le sfide erano state fissatetra il 4 e l’8 gennaio, per poi essere calendarizzate per domenica 21 e lunedì 22 gennaio con la finale giovedì 25.
Tuttavia, secondo quanto riportato da La Gazzetta dello Sport, lo scenario è mutato ancora, e la Supercoppa dovrebbe ora giocarsi tra il 18 e il 22 gennaio, con le squadre impegnate che recupererebbero trafebbraio e marzole gare di campionato inevitabilmente rinviate: le date verranno decise in base ai sorteggi e al calendario delle coppe europee, poiché tutte e quattro sono ancora in lizza tra Champions e Conference League.
Supercoppa italiana nuove date – Le sfide anticipate – La prima semifinale, Napoli-Fiorentina, tra la vincitrice dello Scudetto e la finalista di Coppa Italia, si dovrebbe disputare giovedì 18 gennaio. La seconda, tra l’Inter vincitrice della Coppa Italia e la Lazio seconda in campionato, andrebbe in scena venerdì 19. La finale lunedì 22 gennaio. Un lungo fine settimana di calcio italiano, diviso tra Supercoppa e Serie A.
Gli arabi volevano cambiare data all’evento, forse addirittura posticiparlo. Stanno comprando una miriade di eventi sportivi in giro per il mondo e faticano a collocarli nella loro agenda senza sovrapposizioni auto-cannibalesche. Da qui la spedizione saudita della delegazione della Lega Serie A capeggiata dall’Head of Competitions and Operations Andrea Butti. Giorni di trattative intense, necessarie a limare ogni dettaglio organizzativo.
Gli arabi – come noto – pagheranno circa 23 milioni di premi complessivi. Poi ci saranno i ricavi generati da fonti varie, inclusi i diritti tv, acquistati da Mediaset, che trasmetterà le tre partite in prima serata su Canale 5. Sarà la prima edizione della nostra Supercoppa a quattro squadre, un format già avviato dalla Liga a partire dal 2020, con la nuova Supercoppa di Spagna anch’essa disputata da allora in Arabia Saudita.
Feriti altri sei calciatori che erano in campo con la vittima
Un calciatore dilettante di 21 anni, Caio Hernique, è morto dopo essere stato colpito da un fulmine durante una partita di calcio in Brasile. Caio Henrique stava giocando una partita a Santo Antônio da Platina, in Paraná, quando un fulmine è caduto dritto sul campo da calcio, colpendo diversi giocatori. Il 21enne è quello che ha avuto la peggio. Altri sei sono rimasti feriti.
Le testimonianze – L’incidente è avvenuto durante il secondo tempo della partita, riporta il quotidiano locale ‘Globoesporte’.
Gli amici della vittima chiedono giustizia. L’assenza di un’ambulanza allo stadio potrebbe essere stata uno dei motivi principali della morte del giovane.
«Pioveva forte, ma il campo offriva le condizioni per giocare. Si è fatto molto buio, poi il fulmine, la tragedia e il cielo che è tornato a schiarirsi – ha detto il direttore comunale dello sport di Santo Antonio da Platina, Marcos Noveli Ferreira –. Abbiamo visto un fulmine abbattersi in campo, c’erano diversi giocatori nei pressi e il fulmine ne ha colpito solo uno. Sono caduti tutti, alcuni si sono alzati e altri si sono accasciati».
Alcuni giocatori sono stati portati all’ospedale Municipale in macchine private dalle persone che erano lì, mentre altri hanno aspettato che arrivasse un’ambulanza.
🇧🇷 UN RAYO MATÓ A UN FUTBOLISTA EN PLENO PARTIDO
📌La víctima fatal, Caio Henrique, tenía 21 años. Hubo otros cinco heridos y uno de ellos está grave. Fue en un partido por un torneo amateur: no había ambulancias. pic.twitter.com/EEoibhLtqk
Un mancato funzionamento delle pompe dell’impianto della Juventus costringe i nerazzurri ad andare via subito in pullman
Non bastava il freddo gelido di Torino: temperatura intorno ai 4 gradi. Per i giocatori anche un “freddo” dopo partita. Pare, infatti, che dopo il fischio finale dell’arbitro Guida, le docce dell’Allianz Stadium non funzionassero negli spogliatoi: rispetto al solito, meno pressione dell’acqua e giocatori che, di fatto, non hanno potuto lavarsi per un guasto alle pompe. Quelli interisti sono andati via subito in pullman, rimandando l’appuntamento con bagnoschiuma e shampoo una volta tornati a Milano. Dopo una partita senza particolari emozioni in campo, almeno alla fine un piccolo brivido per tutti.
Giuseppe Marotta (Foto: Marco Luzzani/Getty Images)
L’ufficialità arriverà nelle prossime ore, ma la conferma arriva direttamente dal Consiglio di Amministrazione che si è tenuto nella giornata di oggi.
A poche ore dal derby d’Italia in programma domenica sera a Torino, novità importanti in casa Inter. Il club nerazzurro, infatti, ha rinnovato il contratto con l’amministratore delegato Giuseppe Marottafino al 2027. Il dirigente proseguirà dunque il proprio lavoro nel club della famiglia Zhang ancora per tre stagioni (oltre a quella attuale).
L’ufficialità arriverà nelle prossime ore, ma la conferma arriva direttamente dal Consiglio di Amministrazione che si è tenuto nella giornata di oggi. Il dirigente varesino, classe 1957, è arrivato in nerazzurro nel dicembre del 2018 dopo 10 anni di Juventus. L’Inter lo blinda fino al 2027, proprio a poche ore dalla sfida di Torino contro i bianconeri.
Inter rinnovo Marotta – Lo stipendio fino a oggi – Non è chiaro quanto guadagnerà Marotta con il rinnovo di contratto. Le cifre del suo stipendio non sono mai state ufficiali, ma secondo alcune indiscrezioni con l’intesa precedente l’amministratore delegato nerazzurro aveva un ingaggio da 1,5 milioni di euro netti a stagione più bonus consistenti.
Paura per Mario Balotelli. L’attaccante è uscito di strada a Brescia e ha distrutto la sua auto.
È accaduto in serata in via Orzinuovi. Il centravanti della squadra turca dell’Adana, attualmente infortunato, è uscito illeso dall’abitacolo. Tutti gli airbag della sua auto sono scoppiati. Il calciatore medicato e sottoposto all’alcoltest.
Walter Mazzarri, (San Vincenzo, 1º ottobre 1961) è un allenatore di calcio ed ex calciatore italiano, di ruolo centrocampista,tecnico del Napoli.
14/11/2023
SERIE A – Il Napoli ha annunciato l’arrivo di Walter Mazzarri sula panchina per rimpiazzare Rudi Garcia. Il tecnico 62enne ha firmato un contratto di sette mesi, con scadenza a giugno. Si tratta di un ritorno nella società in cui ha già allenato tra il 2009 e il 2013 vincendo una Coppa Italia e raggiungendo gli ottavi di Champions League (prima volta nella storia del club).
Walter Mazzarri al Napoli, capitolo due. Dopo , il club partenopeo ha ufficializzato l’accordo con il tecnico toscano, che torna così a guidare la squadra di Aurelio De Laurentiis per la seconda volta dopo l’esperienza maturata tra il 2009 e il 2013. Mazzarri, libero dopo lo sfortunato epilogo della parentesi vissuta nel 2021-22 con il Cagliari, ha firmato un contratto di sette mesi, conscadenza al termine della stagione in corso.
Nel suo trascorso con il Napoli, Mazzarri ha conquistato la Coppa Italia del 2012battendo la Juventus in finale per 2-0 con i gol di Cavani e Hamsik, e ha portato la squadra a raggiungere gli ottavi di finale in Champions Leagueper la prima volta nella storia: partendo dalla quarta fascia, il Napoli superò la fase a gironi eliminando Manchester City e Villarreal ma fu poi fermato dal Chelsea, capace di rimontare (nei tempi supplementari) la sconfitta per 3-1 della gara d’andata.
Mazzarri ha battuto la concorrenza di Igor Tudor, che sembrava essere saldamente in pole position fino alla serata di ieri, lunedì 13 novembre. De Laurentiis avrebbe preferito virare su un allenatore con conoscenza pregressa dell’ambiente e, soprattutto, privo di richieste su un’eventuale opzione di rinnovodel contratto in scadenza a giugno. L’idea è quella di un Mazzarri “traghettatore” prima di una scelta importante per una figura di prestigio cui affidare un nuovo progetto e ciclo nel 2024-25.
Rudi Garcia, dalle 16 di questo martedì 14 novembre, non è più l’allenatore del Napoli.
Rudi Garcia, dalle 16 di questo martedì 14 novembre, non è più l’allenatore del Napoli. La società partenopea ha diramato un comunicato ufficiale con il quale ha reso nota la decisione del club:
“La Societa Sportiva Calcio Napoli ha deciso di revocare l’incarico di responsabile tecnico della prima squadra al signor Rudi Garcia. A lui e al suo staff il ringraziamento per la collaborazione resa fino a oggi”.
Dopo l’esonero di Garcia ora è tutto pronto per l’annuncio di Walter Mazzarri, che tornerà a Napoli 10 anni dopo la sua ultima avventura alle pendici del Vesuvio. Si attende solo il tweet di Aurelio De Laurentiis con il bentornato all’ex tecnico azzurro.
Oggi è il compleanno dell’ex centravanti di Inter, Juventus e Nazionale. Una vita di lotta contro i difensori con maniere più o meno ruvide
Quando il coraggio era una virtù taciuta e non una posa da bullo a uso dei selfie, Roberto Boninsegna era il più cuor di leone tra i centravanti italiani. Sfoderava clamorose sforbiciate e colpi di testa perentori, offrendo il profilo al vento e ai tacchetti degli stopper, che all’epoca tenevano gli sguardi truci e i piedi da 41 bis. Oggi Bonimba – come lo chiamava Gianni Brera, a evocare il nano Bagonghi, acrobata del circo che fu – compie 80 anni e va da sé che per tutti quelli che l’hanno ammirato vale la citazione del protagonista di Radiofreccia, il film del non a caso interista Luciano Ligabue: “Credo nelle rovesciate di Bonimba”. Era una fede, quella per questo centravanti tracagnotto ma cesellato con la ghisa, capace di consegnarsi alla leggenda nel gesto più spettacolare, quello della rovesciata, la più virtuosa delle acrobazie capovolta che sospende il tempo e lo spazio.
Chi è Roberto Boninsegna – Mantovano, classe 1941, figlio della guerra, madre appassionata di calcio e padre operaio; Roberto nasce come tifoso dell’Inter e all’Inter ci finisce da ragazzo, salvo poi non venire preso in considerazione dal Mago Herrera, che gli nega l’accesso in prima squadra e convince il club a mandarlo in prestito in giro per l’Italia. Prato e Potenzain B per farsi le ossa, il Varese per assaggiare la Serie A, il Cagliari di fine Anni 60 per fare coppia con quello che si rivelerà il suo omologo, Gigi Riva, altro hombre vertical che come Bonimba, in area avversaria non temeva nessuno. Nel 1969 Boninsegna deve cedere alle insistenze del presidente del Cagliari costretto a fare cassa e allora gli intima: “O Inter o niente”. Inter, dunque. 173 gol complessivi in maglia nerazzurra, fino al 1976, in bacheca lo scudetto della rimonta con “Robiolina” Invernizzi in panchina e nelle pagine di storia per quella famosa lattina, che mano anonima gli lanciò sulla testa – era vicino al fallo laterale e si accingeva a battere una rimessa – una notte di fine ottobre 1961, era l’andata dei quarti della Coppa dei Campioni, l’Inter giocava in casa di una squadra che al solo pronunciarla – Borussia Monchengladbach – faceva paura. Il dottor Quarenghi nel referto scrisse che “Boninsegna Roberto è rimasto privo di conoscenza per circa otto minuti”, l’Inter portò la questione in tribunale e l’arringa dell’avvocato Peppino Prisco fu talmente avvincente che la gara – finita 7-1 – venne ripetuta.
Boninsegna dall’Inter alla Juventus – trentacinque anni Boninsegna finì alla Juventus in cambio di Pietruzzo Anastasi. All’Inter si fregarono le mani, convinti di aver fatto l’affare. Mica vero. A Torino Bonimba ritrovò l’antico guizzo e si rivelò fondamentale nei primi due anni del Trap, vincendo due scudetti e la Coppa Uefa, per il primo trionfo europeo del club bianconero. Sapeva farsi rispettare: gli avversari di allora raccontano che si spargeva il peperoncino suoi gomiti, per poi avvicinare il braccio a chi osava contrastarlo. Si chiama legittima difesa. 22 presenze inNazionale (pochine, ma la concorrenza era agguerritissima: Riva, Anastasi, Prati) e 9 gol, il più celebre dei quali segnato nella finale di Città del Messico, all’Azteca, contro il Brasile di Pelé, che aveva appena portato in vantaggio la Seleçao arrampicandosi in cielo. Poi finì come sappiamo, per manifesta superiorità la Coppa del mondo andò in Brasile.
Boninsegna attore – Negli anni d’oro recitò anche nel ruolo di un monatto nel sceneggiato televisivo dei Promessi Sposi. In realtà per la parte era stato scelto il suo compagno di squadra all’Inter Giacinto Facchetti, ma il capitano gli telefonò e gli disse: “Fallo tu, sei perfetto”. E perché, chiese Bonimba. “Perché io sono troppo bello”, chiosò Facchetti.
Il provvedimento entrerebbe in vigore in inverno: al posto del fuoriclasse brasiliano arriverà un terzino sinistro
Piove sul bagnato in casa Neymar. Dopo il grave infortunio con la maglia del Brasile e il tentato rapimento ai danni della compagna e della figlia, il giocatore carioca deve far i conti con la sospensione del contratto da parte dell’Al-Hilal. Il club saudita avrebbe deciso di sospendere temporaneamente il contratto dell’ex calciatore del Barcellonain vista del suo rientro e liberare così uno slot per gli stranieri che consentirebbe alla squadra di rafforzarsi a gennaio.
Se il provvedimento sarà effettivo a partire dal prossimo inverno, nel frattempo Neymar si vede messo fuori squadra dalla formazione guidata da Jorge Jesus che avrebbe preso la decisione in accordo con la società come comunicato dal media saudita Arriyadiyah.
Considerata la rottura del legamento crociato anteriore e di entrambe i menischi del ginocchio sinistro, l’attaccante dovrebbe saltare tutta la stagione pensando già al 2024 lasciando l’Al-Hilal con un giocatore in meno e costringendolo a intervenire sul mercato. Nel mirino della formazione della Saudi Pro League ci sarebbe un terzino sinistro che prenderebbe il suo posto in prima squadra, almeno sino al suo ritorno in campo.
Brasile – 07 novembre 2023
Terrore per Neymar: i malviventi assaltano la casa e provano a rapire compagna e figlia
Bianca Biancardi e la figlia Mavie non si trovavano nell’abitazione, mentre gli aggressori hanno infierito sui genitori della compagna del calciatore
Grande paura per la famiglia di Neymar che nei giorni scorsi ha dovuto far i conti con l’assalto di alcuni uomini armati alla casa del fuoriclasse carioca. Un gruppo di malviventi avrebbe cercato di entrare nell’abitazione di Cotia, nella periferia di San Paolo, con l’obiettivo di rapire la compagna di Neymar,Bruna Biancardi, e la figlia Mavie. Le due non erano tuttavia presenti in quel momento, motivo per cui gli aggressori se la sono presa con i genitori della compagna del calciatore.
Come riportato da Marca, gli assalitori avrebbero legato i famigliari di Bruna Biancardi proseguendo con il furto di borse, orologi e gioielli. La polizia sarebbe intervenuta fermando uno dei sospettati, attualmente in stato di fermo, mentre Neymar ha avuto modo di tirare un sospiro di sollievo.
In zona Navigli l’agguato degli ultrà rossoneri ai rivali francesi, tra il fuggi-fuggi dei clienti dai locali. Un francese colpito con due coltellate trasportato in ospedale in codice rosso
Guerriglia nella tarda serata di lunedì 6 novembre sui Navigli tra gli ultrà del Milan e quelli del Paris Saint-Germain. Un gruppo di almeno una cinquantina di supporter rossoneri con caschi, fumogeni e il volto coperto ha assaltato i tifosi parigini che affollavano i Navigli in vista della partita di martedì sera a San Siro. Secondo una prima ricostruzione sembra che il gruppo di ultrà della Curva Sud abbia teso un agguato ai tifosi francesi fuori dai locali di ripa di Porta ticinese poco dopo la mezzanotte.
Prima lo scoppio di un petardo, poi l’accensione di alcuni fumogeni e la carica dei tifosi italianicontro i rivali. Scene di guerriglia e fuggi fuggi dei clienti dei locali terrorizzati. Sul posto sono arrivate diverse camionette della poliziae dei carabinieri. Gli agenti hanno fermato almeno un tifoso che è stato portato in questura, ci sarebbero alcuni feriti tra i francesi: uno colpito da due coltellate e trasportato in codice rosso al Policlinico. Colpito in modo non grave anche un agente.
La bellezza del calcio non è racchiusa solo in un gesto tecnico. Sia chiaro: una rovesciata che “spolvera” il sette o una parata a mano aperta rappresentano comunque materiale per far sbrilluccicare gli occhi dei tifosi, ma ci sono dei gesti (meno tecnici ma ancor più validi) che saziano anche l’anima oltre che il “palato”. E sono quelli legati a episodi di fairplay.
Quando, poi, l’esaltazione della sportività si celebra sui campi meno nobili (ma comunque vitali per il movimento calcio) dei campionati giovanili, vuol dire che c’è ancora speranza. Significa che la fabbrica calcio è ancora in grado di produrre emozioni e impartire insegnamenti: uno grandissimo – gigantesco – l’ha offerto laSoccer Montalto, società guidata dal presidente Danilo De Rose, con la collaborazione dell’ex calciatore di Cosenza e Napoli Luca Altomare (responsabile della scuola calcio montaltese e, al contempo, collaboratore del Dipartimento Junior Aic): i Giovanissimi regionali guidati da Carmelo Litrenta si sono resi protagonisti di un gesto lodevole. Durante la partita di campionato contro la Sport Academy Alto Jonio, viene fischiato un calcio di rigore per i montaltesi. Il fallo, però, non c’è eil tecnico Litrenta suggerisce al calciatore destinato a presentarsi dal dischetto di sbagliare appositamente per cancellare l’errore. Detto fatto: Simone Latino si presenta dagli undici metri e spedisce la palla in fallo laterale tra gli apprezzamenti bipartisan del pubblico sugli spalti. Per la cronaca, la partita la vince l’Alto Jonio, ma si tratta di un dettaglio marginale al cospetto di tanta bellezza.
Il piccolo di tre anni è stato trasportato al Santobono di Napoli ma è stato già dimesso
Edoardo De Laurentiis, il figlio diAurelio De Laurentiis, patron del Napoli, è stato coinvolto in un incidente stradale tra via Palermo e via Firenze, nei pressi dell’Appia, nel comune di Casapulla, nel Casertano.
È successo questo pomeriggio, alle ore 15 circa: stando alla ricostruzione della polizia del commissariato di Santa Maria Capua Vetere, De Laurentiis jr (vicepresidente della squadra azzurra) era a bordo della sua Porsche Cayenne, in compagnia di una donna. La sua vettura si sarebbe scontrata con una Nissan guidata da un’altra donna con un bambino: sulla dinamica sono in corso gli accertamenti della polizia di Stato.
Il bambino di tre anni – ferito leggermente al naso – è stato subito trasportato all’ospedale Santobono di Napoli (in codice giallo), ma le sue condizioni non sono sembrate gravi e, per questo motivo, è stato dimesso poco fa. La Porsche in uso al figlio di Aurelio De Laurentiis, presidente della società sportiva calcio Napoli, risulterebbe distrutta parzialmente.
Danni seri, dunque, alle due vetture, ma per fortuna nulla di grave per gli occupanti al di là di un comprensibile spavento.
In casa Fiorentina, arrivata alla terza sconfitta consecutiva, la società viola ha comunicato il perché del silenzio stampa di oggi: “Nel rispetto di tutte le persone presenti e non presenti, la Fiorentina, in questa serata difficile per tutti gli abitanti della Toscana, non rilascia dichiarazioni“. Da segnalare che durante la partita sui profili social del club viola la Fiorentina ha voluto esprimere la propria solidarietà alle vittime dell’alluvione dei giorni scorsi postando una foto delle due squadre abbracciate al centro del campo con scritto: “La Fiorentina e il presidente Rocco Commisso si stringono intorno al dolore delle vittime dell’alluvione“. (ANSA).
Verona, l’allenatore ex professionista non aveva più sostituzioni da fare. Applaudito dai tifosi
Verona, 3 novembre 2023
Ci vuole coraggio a togliersi due gambe sul 2 a 1 quando tutto può ancora succedere. Andare controcorrente, il calcolo delle probabilità. Alzarsi e gridare “ma cosa fai, vieni subito a sederti in panchina” sapendo di portare alla disfatta una squadra azzoppata. Qui dove i genitori dei piccoli calciatori incitano i figli al massacro, dove i tifosi avversari tendono un agguato a Fabio Grosso e gli spaccano la faccia, dove si finge, si sgarra e si intorta perché l’importante è vincere a tutti i costi, il gesto di un allenatore ci riporta ai fondamentali. Allo sport come dovrebbe essere, dependance della vita, un posto in cui anche perdere per amore del fair play merita l’applauso.
“Non ho pensato al risultato ma al messaggio“. Il messaggio che si è acceso nella testa di Mino Iunoc, ex attaccante dell’Hellas e oggi allenatore-presidente del Crazy Academy under 16, deve essere stato più o meno questo: cosa ci faccio qui se per il risultato lascio correre e lo tengo dentro? Quante occasioni ha un uomo per cambiare il mondo o almeno la testa di un ragazzo, che la prossima volta ci penserà due volte prima di sfottere la panchina avversaria? E va bene, in dieci non andiamo da nessuna parte. Non oggi, domani chissà. Perché tutti vedranno e ci sarà qualcuno in grado di capire che la lealtà conta più del punteggio. Perché da qualche parte bisogna cominciare, anche da un mercoledì di festa durante una partita di calcio giovanile.
Il carismatico ex calciatore e allenatore di calcio scozzese Sir Alex Ferguson diceva che allenare significa affrontare una serie infinita di sfide, la maggior parte delle quali ha a che vedere con la fragilità dell’essere umano. Fragili questi bambini ipnotizzati da un pallone, gli adulti intossicati dal successo, i coach un po’ sergente maggiore Hartman e un po’ Mary Poppins, chiamati a insegnare come si carica un fucile ma anche a rifare i letto. Mino Iunco aspettava la rimonta di fronte alle due squadre di Verona sulcampo di via Tomaso da Vico: il Parona, che stava avanti di un gol e i suoi ragazzi padroni di casa. Solo con i suoi calcoli sull’inferiorità numerica – era quasi matematico e a nessuno piace perdere – e una decisione già presa.
Lo aveva visto quel gesto di cattivo gusto, non poteva lasciare correre. Pessima prova di sé, pessimo esempio per i compagni. “Esci subito“. E non importa se succede ogni volta che una palla rotola, se bisogna farsi furbi per andare avanti. Andare dove? Verso lo schianto del 3 a 1 contro il Parona, e pazienza. Verso una standing ovation del pubblico, che ha apprezzato e forse assorbito, divulgato, riportato a casa una lezione. “Il risultato non è tutto– ha spiegato Iunco –, lo dico da padre, da ex calciatore e da allenatore. Nella vita vengono prima i valori della vittoria, contano più la lealtà e la correttezza del punteggio“. I primi a rendergli l’onore delle armi sono stati i genitori dei baby calciatori. Poi anche il ragazzo espulso ha capito: “Negli spogliatoi ha pianto e si è scusato“. Hanno capito tutti, è bastato un gesto. E il coach di 39 anni esprime un desiderio: “Vorrei che in un mondo in cui ormai conta solo primeggiare e arrivare davanti agli altri si facesse finalmente inversione di tendenza e si tornasse alla lealtà e alla sportività. Il calcio è palestra di vita. Ai miei colleghi dico: diamo l’esempio, invertiamo la rotta“.
Fiorentina-Juventus è a rischio rinvio? Secondo il sindaco di Firenze Dario Nardella, quella di posticipare il match di domenica 5 novembre non è un’ipotesi da escludere. Il ciclone Ciaran ha infatti devastato diverse zone della provincia di Firenze tanto che è stato dichiarato lo stato d’emergenza.
Intervenendo in conferenza stampa, Nardella ha spiegato che c’è il rischio che la situazione si aggravi: «Allo stato attuale non è previsto un rinvio della gara, tuttavia la situazione verrà monitorata nelle prossime ore. Purtroppo, le previsioni non sembrano buone e se dovesse piovere ancora nel weekend le operazioni di soccorso si complicherebbero».
Sulla stessa lunghezza d’onda Leonardo Ermini, responsabile dell’area metropolitana della Protezione Civile, che ha detto: «Fare previsioni non è semplice. Attualmente la situazione risulta critica, valuteremo il tutto passo dopo passo».
Fiorentina-Juventus rimane attualmente in programma per domenica 5 novembre, con calcio d’inizio fissato per le ore 20.45. La sfida si preannuncia rovente, soprattutto dopo l’attacco di questa mattina della Fiorentina nei confronti del club bianconero e del suo modo di operare.
Entrambi i genitori dell’attaccante del Liverpool erano stati dati per dispersi, poi le autorità di Bogotà hanno annunciato di aver salvato la donna
La madre della stella del Liverpool e della nazionale colombiana, Luis Fernando Diaz, “è stata salvata da un rapimento nel nord del Paese da assalitori in motocicletta” – ma il padre del giocatore è ancora disperso. Lo ha annunciato il presidente colombiano Gustavo Petro. La Procura Generale della Colombia, qualche ora prima, aveva riunito una squadra di investigatori per cercare la coppia a Barrancas, un comune della provincia di La Guajira, nel nord della Colombia. La Polizia Nazionale ha confermato il salvataggio della madre di Diaz, Cilenis Marulanda.
Mancano poco più di due settimane al debutto della compagnia aerea come nuovo sponsor del club: la presentazione in occasione di Inter-Frosinone.
Il grande giorno di Qatar Airways sta per arrivare. Il debutto del nuovo sponsor dell’Inter è già cerchiato in rosso sul calendario per il prossimo 12 novembre, quando a San Siro i nerazzurri di Simone Inzaghi affronteranno il Frosinone nel posticipo della 12esima giornata del campionato di Serie A. E’ prevista per l’occasione un’attivazione scenografica allo stadio Meazza.
Qatar Airways Inter cifre – I dettagli dell’accordo – Ma quanto incasserà l’Inter per questo nuovo accordo di sponsorizzazione? Secondo quanto appreso da Calcio e Finanza, l’intesa avrà un valore di oltre 1 milione di euro (intorno a 1,5 milioni) per il resto della stagione. Ma al netto dell’importo di questo contratto, l’unione tra le parti fa ben sperare per quello che riguarda lo sponsor di maglia, uno spazio che sarà “scoperto” nella prossima stagione.
Attualmente il club ha un accordo con Paramount+ (diventato main sponsor già per la sfida con il Torino e per la finale di Champions League con il Manchester City nel 2022/23), che tuttavia scadrà al termine della stagione 2023/24. Per questo motivo in Viale Della Liberazione sono già state intavolate le prime discussioni in merito proprio con Qatar Airways, con la speranza di aumentare i ricavi su questo fronte.
Anche in questo caso i tempi che porteranno all’eventuale intesa saranno importanti, considerando i possibili costi di post-produzione qualora lo sponsor tecnico (Nike in questo caso) dovesse realizzare le divise da gioco ancora prive del logo del nuovo sponsor.
Il 29 ottobre a San Siro si giocherà la sfida fra i nerazzurri e la Roma, con il tifo organizzato di casa pronta a distribuire 50.000 fischietti per “accogliere” l’ex di turno.
Dal ritiro del Belgio, nella giornata di ieri, Romelu Lukakuha menzionato pubblicamente per la prima volta il suo stato d’animo relativo alla scorsa estate, dopo aver concluso la sua seconda esperienza all’Inter che lo ha portato ad accettare la proposta della Roma, che fra due giornate darà proprio ospite dei nerazzurri a San Siro.
«Parlerò per tempo, ma se dicessi davvero come è andata l’estate scorsa, tutti rimarrebbero scioccati». Questa la frase pronunciata dal goleador belga a riguardo di quello che è successo nelle settimane immediatamente successive alla finale di Istanbul giocata dall’Inter contro il Manchester City. Frase che hanno riacceso un fuoco che covava sotto le ceneri e che è pronto a esplodere il29 ottobre a San Siro. I tifosi nerazzurri sono pronti a “riaccogliere” il loro ex beniamino, idolatrato ai tempi dello Scudetto di Conte, difeso e rivoluto quando fu ceduto al Chelsea e ora eletto a nemico pubblico numero uno.
Per la gara diSan Siro la Curva Nord, settore del tifo caldo nerazzurro, provvederà a distribuire circa 50.000 fischietti agli spettatori che assisteranno alla partita allo stadio, che si preannuncia ancora una volta tutto esaurito. Iniziativa che lo stesso Lukaku ha commentato, sempre dal ritiro del Belgio, «preferisco dedicare le mie energie al campo».
Ma non è finita qui, il cuore del tifo interista, tramite un posto pubblicato dal capo tifoso, Marco Ferdico, sul suo profilo Instagram, ha risposto alle parole di Lukaku: «ROMELU Lukaku INFAME SCHIFOSO. Non ci interessa quello che hai da dire, non ci interessano le tue giustificazioni. Non vogliamo minimamente sentire la tua voce!! Se hai le palle (dubito) vieni al Meazza. MILANO TI ASPETTA».
Fabrizio Corona: «Anche Tonali e Zaniolo scommettono». Poi annuncia: «È venuta a prendermi a casa la polizia, vado in questura»
Fabrizio Corona, l’annuncio su Instagram: «Anche Tonali e Zaniolo scommettono». Lo ha reso noto l’ex re dei paparazzi Fabrizio Corona, attraverso il proprio sito Dillinger News su Instagram, dopo aver già anticipato l’indagine sullo juventino Fagioli. «Alle 18 le prime prove sui calciatori coinvolti – ha aggiunto Corona, sempre sui social -. Nel corso della prossima settimana tutte le prove e i documenti con audio e nomi». Corona ha inoltre rivelato che l’ex giallorosso scommetteva sulle partite della Roma quando stava in panchina. Queste le dichiarazioni di Corona: «Un informatore mi ha rivelato che Zaniolo scommetteva sulla partita della Roma in Coppa Italia persino quando era in panchina. I nomi mi sono stati dati da fonti certe che rivelerò quanto prima».
L’ex milanista Sandro Tonali da questa estate gioca in Premier League con il Newcastle, sempre in Inghilterra (all’Aston Villa) gioca l’ex romanista Zaniolo, reduce dall’esperienza in Turchia con la maglia del Galatasaray. Entrambi i giocatori attualmente sono in ritiro con la Nazionale azzurra a Coverciano in attesa del match di qualificazione agli Europei contro Malta.
Il calciatore avrebbe dato il ben servito alla baby sitter che aveva assunto, dopo aver scoperto che era malata
Lautaro Martinez è stato condannato dal tribunale di Milano per aver licenziato la baby sitter della figlia dopo aver scoperto che era affetta da una grave malattia, per la quale dopo poco è morta. Il calciatore dovrà risarcire la famiglia della 27enne per licenziamento illegittimo. Ma pochi minuti dopo l’uscita della notizia, il calciatore ha pubblicato una story su Instagram con la sua versione dei fatti.
Il nerazzurro aveva assunto la giovane regolarmente perché si prendesse cura della figlia Nina. Ma otto mesi dopo la ragazza è stata ricoverata in ospedale per un malore, rivelatosi poi qualcosa di più grave. La baby sitter è stata in ospedale per diversi giorni. Lautaro Martinez, giustificandosi dicendo che la donna aveva superato il tetto massimo di assenze per malattia, non ci ha pensato due volte a farle recapitare la lettera di licenziamento. Alla notifica, la 27enne ha deciso di rivolgersi a un legale che dapprima ha tentato la strada della pacificazione con il calciatore che però ha rigettato qualsiasi proposta. La storia è finita davanti al giudice del lavoro che oggi ha emesso la sentenza: Lautaro Martinez dovrà pagare le spese legali sostenute dalla baby sitter e una somma a titolo di risarcimento in favore degli eredi.
Alla notizia della condanna Lautaro Martinez ha risposto con una story su Instagram in cui si dice indignato. “Ho deciso di stare in silenzio per molto tempo per rispetto di una famiglia che non ne ha avuto con noi – scrive il calciatore -. Abbiamo assunto una persona già malata, amica da una vita, fino a quando purtroppo non ha potuto più lavorare perché la sua malattia non glielo permetteva“. Il nerazzurro ha poi spiegato di aver sostenuto economicamente la 27enne e la sua famiglia perché la raggiungessero durante la malattia. Ma non è tutto. Secondo Martinez non ci sarebbe stata alcuna sentenza di condanna nei suoi confronti, la notizia sarebbe esclusivamente un modo per danneggiare il suo personaggio.
Sulla questione è intervenuto l’avvocato Anthony Macchia, difensore fiduciario del calciatore dell’Inter. “Non corrisponde al vero che il sig. Martinez abbia interrotto il rapporto di lavoro domestico allorquando la lavoratrice risultava ‘in punto di morte’ come emerge dalla lettura degli articoli che circolano in rete, atteso che il licenziamento. Le è stato comminato sei mesi prima del decesso“, inoltre la babysitter aveva chiesto “di essere licenziata per poter fruire delle retribuzioni differite e del Tfr in ragione della determinazione di voler fare ritorno nella terra natia, l’Argentina“.
“Il mio cliente – spiega il legale – seppur umanamente dispiaciuto per la prematura scomparsa della giovane ragazza, la quale ha svolto per un breve periodo (circa 11 mesi) il ruolo di lavoratrice domestica presso l’abitazione familiare, si trova – obtorto collo – costretto a dover prendere, mio tramite, formale posizione rispetto ad una notizia che, giammai, avrebbe voluto pubblicamente commentare, ma che sta assumendo contorni del tutto inveritieri e che stanno ledendo la sua immagine e la sua reputazione“.
Secondo l’avvocato Macchia, “non corrisponde al vero che il sig. Martinez non abbia voluto conciliare e porre fine ad un contenzioso in cui – lo si ribadisce – lo stesso è stato convenuto, posto che – ed è verbale – il mio cliente si è reso financo disponibile ad elargire gli importi indicati dal Giudice del Lavoro del Tribunale di Milano (peraltro, ben maggiori rispetto a quelli poi indicati nel dispositivo della sentenza dallo stesso magistrato) ad una associazione benefica da scegliersi a discrezione del giudicante e che l’accordo non è stato possibile per il rifiuto degli eredi della signora e dei Suoi procuratori presenti in udienza“.
“Ritenendo, dunque, di aver debitamente chiarito i contorni di questa triste vicenda, il mio mandante si riserva, nei confronti dei soggetti che hanno veicolato notizie false e tendenziose per un futile tornaconto, ogni opportuna azione, civile e penale, al fine – conclude l’avvocato – di salvaguardare la propria onorabilità”.
Victor Osimhen – (Foto: Alessandro Sabattini/Getty Images)
Il caso legato al video pubblicato su TikTok dal club partenopeo ha portato anche alla reazione del governo nigeriano.
“Nell’ultimo weekend gli sviluppi arrivati da Napoli per quanto riguarda l’attaccante Victor Osimhen mi hanno molto rattristato. Il mio ufficio si sta impegnando per raggiungere Osimhen in prima persona e capire quali sono i problemi, per stabilire bene i fatti”. Lo afferma il ministro dello sport del governo nigeriano, il senatore John Owan Enoh, che ha diramato un comunicato pubblicato da diverse testate nigeriane tra cui “The Nation”, in cui si fa riferimento alla ‘crisi’ tra il bomber e il club azzurro dopo il Tik Tok del Napoli sul suo rigore sbagliato a Bologna.
“Sono anche in contatto – spiega il ministro – con il ministro degli Esteri e con l’ambasciatore della Nigeria presso la Repubblica italiana. Stiamo utilizzando le vie diplomatiche per approfondire la questione con l’Italia”.
“Sotto quest’amministrazione ci impegniamo a garantire che ai nostri sportivi venga accordato il rispetto che meritano e che non siano esposti a ingiustizie, discriminazioni e prese in giro sleali che potrebbero essere dannose per la loro carriera”, ha concluso.
Durante il tragitto verso lo stadio dell’Udinese, nessun ferito
Un incidente leggero si è verificato tra l’autobus con a bordo la squadra della Juventus e un’auto della Polizia della staffetta di scorta allo stesso team.
Lo scontro è avvenuto mentre la squadra stava raggiungendo lo stadio di Udine per disputare la partita contro l’Udinese, lungo la tangenziale che conduce nel capoluogo friulano. Come ha segnalato la Questura di Udine l’incidente non ha causato feriti ma l’autobus è rimasto danneggiato a tal punto da non poter essere utilizzato.
Per questa ragione in sostituzione sono giunti sul posto alcuni pulmini sui quali sono stati trasferiti i giocatori e lo staff. Tutti sono giunti in tempo allo stadio per disputare la partita, ad eccezione di attrezzature tecniche che hanno avuto un lieve ritardo.
Nuovo capitolo della rottura tra il difensore e il club bianconero: la società presenta la lista dei numeri di maglia ma la 19 di Bonucci non compare
C’è un nuovo capitolo nel quasi lungo addio tra la Juventus e Leonardo Bonucci. I bianconeri hanno presentato inLega serie A la lista con i numeri di maglia e il difensore non c’è. Già, proprio così. La sua storica 19 non è assegnata, non compare. Un passaggio che dà ufficialità alla linea della società per cui Bonucci non fa parte dei piani bianconeri e del progetto di Massimiliano Allegri, che oggi debutta in campionato in casa dell’Udinese. Certo, la 19 non è stata neppure assegnata a qualcun altro e quello forse sarebbe stato davvero un modo (troppo drastico) per girare pagina senza ritorno con Bonucci. Difensore da 502 presenze in bianconero e fascia da capitano al braccio nel momento in cui il club quest’estate ha deciso di metterlo fuori rosa, invitato a cercarsi un’altra sistemazione all’alba del suo ultimo anno di contratto in bianconero.
Qualche giorno fa, il 16 agosto, l’Associazione italiana calciatori attraverso il suo presidente Umberto Calcagno ha preso posizione su questa delicata questione: «La situazione che sta vivendo Leonardo Bonucci è paradossale: è oggettivamente fuori rosa, subisce condotte illegittime e vietate dall’accordo collettivo, viene calpestata la sua dignità. La Juve lo deve reintegrare subito, sta subendo danni professionali gravi», ha detto. E ancora: «Scendiamo in campo con il capitano della Nazionale, al quale questa vicenda sta precludendo opportunità importanti, compresa la maglia azzurra. Bonucci è la punta dell’iceberg di numerose situazioni. Poi c’è chi, come lui, ha le spalle larghe e va avanti a petto in fuori, e chi invece subisce». Da parte sua, il difensore l’11 agosto ha mandato, via posta elettronica certificata (pec), una diffida ai suoi chiedendo il reintegro in rosa. La Juventus sostiene, invece, che le norme vengono applicate. Ma anche su questo l’Aic era stata chiara: «Non è vero non è possibile sostenere che far allenare costantemente alcuni calciatori a parte e in orari diversi dal gruppo squadra non costituisca una chiara violazione dell’accordo collettivo. Le differenze che possono esistere all’interno degli allenamenti devono essere temporaneamente dettate da esigenze tecnico-sportive. Un calciatore dovrebbe essere pronto a cambiare squadra se non rientra nel progetto sportivo: dunque si deve allenare come tutti gli altri. Ma se lo fa da solo, o con un ristretto numero di compagni, senza poter fare una seduta completa, ditemi voi se sarà pronto a entrare in campo qualora trasferito in un altro club». Insomma, il rapporto tra Juventus e Bonucci resta rovente.
“La situazione che sta vivendo Leonardo Bonucci è paradossale”. Esordisce così Umberto Calcagno, presidente dell’Aic, riguardo la situazione che sta vivendo il difensore centrale con la Juventus.
Juventus, l’Assocalciatori si scaglia contro il club bianconero: “Il caso Bonucci è paradossale. Va reintegrato subito”
Il classe ’87 non rientra più nel progetto tecnico del club: “È oggettivamente fuori rosa, subisce condotte illegittime e vietate dall’accordo collettivo, viene calpestata la sua dignità. – prosegue Calcagno – La Juventus lo deve reintegrare subito, sta subendo danni professionali gravi”.
L’Associazione italiana calciatori, dunque, si schiera “con il capitano della nazionale, al quale questa vicenda sta precludendo opportunità importanti, compresa la maglia azzurra. Bonucci è la punta dell’iceberg di numerose situazioni. Poi c’è chi, come lui, ha le spalle larghe e va avanti a petto in fuori, e chi invece subisce. Un calciatore non può pretendere di giocare perché la scelta tecnica è insindacabile, ma ha il diritto di essere preparato in parità di condizioni con gli altri compagni di squadra, perché deve poter avere le stesse opportunità”.
In chiusura Calcagno parla del supporto a Bonucci: “Si è rivolto al proprio avvocato di fiducia, ma noi come Aic gli daremo tutto il supporto necessario. Con la Juve non ho parlato, non c’è interlocuzione, ma auspico che ci sia buon senso, che significa cercare di andare oltre i rapporti personali se si sono incrinati; qui stiamo parlando di professionalità ad altissimo livello”.
Juve, la risposta all’AIC su Bonucci messo fuori rosa ‘Correttezza nell’operato’
La risposta del club bianconero alle dichiarazioni alle dichiarazioni del presidente di Assocalciatori,Umberto CalcagnoJuventus Football Club ribadisce con forza la correttezza del proprio operato nei confronti di tutti i calciatori tesserati cui sono riconosciuti e garantiti pienamente tutti i diritti previsti dall’Accordo Collettivo di categoria.
Juventus è altresì pronta, nell’ipotesi in cui ciò si rendesse necessario, a difendere la piena legittimità del proprio comportamento nelle sedi competenti. Inoltre,Juventus Football Club si auspica che la problematica della definizione di un corretto bilanciamento tra diritti dei calciatori e esigenze dei Club possa essere definitivamente affrontata e risolta nell’ambito della negoziazione del nuovo Accordo Collettivo tra AIC e Lega Nazionale Professionisti Serie A che avverrà in vista della stagione sportiva 2024/25.
L’attaccante torna nel gruppo a disposizione di Luis Enrique, riprendono i dialogi con il club per scongiurare l’addio a zero
Segnali di pace traKylian Mbappée il Paris Saint Germain. L’attaccante francese, messo fuori squadra in seguito alla decisione di non rinnovare il contratto in scadenza a giugno del prossimo anno, è stato reintegrato in rosa. “Dopo i colloqui molto costruttivi e positivi tra il PSG e Kylian Mbappé prima della partita contro il Lorient – recita una nota del club transalpino -, il giocatore è stato reintegrato questa mattina nella formazione della prima squadra“. Mbappé ha assistito ieri dalla tribuna al deludente esordio in campionato (0-0) del nuovo Psg guidato da Luis Enrique.
Il no di Mbappé al rinnovo – La sua presenza allo stadio – al fianco dell’ultimo arrivato Dembelé – era quindi un segnale che qualcosa era cambiato nel braccio di ferro con la società, che dura da oltre un mese. Mbappé non si allenava insieme alla prima squadra da quando aveva annunciato l’intenzione di non rinnovare il suo contratto. In queste settimane aveva partecipato soltanto ad una delle cinque amichevoli disputate dai parigini e non ha preso parte alla tournée in Giappone. Sembra invece ormai quasi certo l’addio diNeymar, che è vicino a trovare un accordo con il club saudita dell’Al Hilal, che gli ha offerto un contratto plurimilionario.
La nuova divisa casalinga rossoblù – targata Eye Sport – trae spunto da una statuina del IV millennio a.C. ed è realizzata con materie prime di origine riciclata ed ecosostenibile.
Svelata la nuova maglia del Cagliari per le partite casalinghe della stagione 2023-2024.
Realizzata dallo sponsor tecnico Eye Sport, si chiama “Madre Terra” è stata pensata, spiega una nota, per «esaltare la cultura millenaria della Sardegna».
La maglia è come da tradizione rossoblù a quarti con retro e maniche invertite, arricchita dal moderno design stilizzato sul fronte: un pattern concentrico direttamente ispirato alla Dea Madre di Turriga, statuina cruciforme risalente al IV millennio a.C., considerata tra le più belle effigi raffiguranti la sacralità femminile di tutto il Mediterraneo, oggi esposta al Museo Archeologico di Cagliari.
«Un richiamo forte alle proprie origini che caratterizza lo stretto legame tra il Cagliari, la propria città e l’intera Isola».continua a leggere
Il club ligure ha annunciato l’arrivo del nuovo allenatore. Domani, mercoledì 28 giugno, alle ore 16.00, il tecnico verrà presentato presso la Sala Hospitality Genova dell’Ocean Live Park al Waterfront di Levante. Ora il nodo del nuovo d.s.: Baldini o Tognozzi?
Alla fine la scelta è caduta su Andrea Pirlo. L’ex tecnico di Juventus e Fatih Karagumruk (con cui aveva risolto il suo contratto nel maggio scorso) guiderà la Sampdoria nella prossima stagione: per lui un contratto biennale. La presentazione del nuovo tecnico (atteso nelle prossime ore a Genova) avverrà domani, mercoledì 28 giugno, alle ore 16 presso la Sala Hospitality Genova dell’Ocean Live Park al Waterfront di Levante. La notizia è stata accolta con grande favore dalla tifoseria.
IL COMUNICATO DEL CLUB – L’U.C. Sampdoria comunica di aver affidato ad Andrea Pirlo il ruolo di allenatore responsabile della prima squadra fino al 30 giugno 2025. Nel contempo la società informa di aver affidato a Nicola Legrottaglie il ruolo di head of performance e a Lorenzo Giani quello di head of scouting. La conferenza di presentazione ai media del nuovo tecnico Pirlo e del nuovo head of performance Legrottaglie si terrà domani, mercoledì 28 giugno, alle ore 16.00 nell’ambito di The Ocean Race Genova – The Grand Finale, presso la Sala Hospitality Genova (1° piano, Padiglione Blu Jean Nouvel) dell’Ocean Live Park al Waterfront di Levante.
SCENARI – Una scelta difficile, quella della proprietà, che aveva puntato forte inizialmente su Grosso (prima della rinuncia definitiva avvenuta ieri), quindi su Baroni dopo il suo divorzio dal Lecce e, infine, su Farioli, un altro profilo che piaceva molto. Con Pirlo, invece, è stato trovato l’accordo non solo sul piano economico, ma soprattutto tecnico, in considerazione del mercato che attende ora la Sampdoria e delle ambizioni della piazza, che punta all’immediata risalita in Serie A. Oltre metà della rosa dell’ultimo campionato era in prestito, altri elementi sono in scadenza di contratto. Al riguardo resta ora da risolvere il modo del nuovo direttore sportivo: si parla della possibile riconferma di Mattia Baldini (in scadenza a fine giugno) o dell’arrivo di Matteo Tognozzi.
Il presidente della Lega Serie B ha aggiunto: «Campionato in sovrannumero? Sarebbe una soluzione ingiusta destinata a creare un’infinità di problemi».
Il caso Lecco non accenna a sgonfiarsi con il club bluceleste pronto a farsi valere in ogni sede per vedersi riconoscere quellapromozione in Serie Bconquistata sul campo dopo un’attesa lunga 50 anni e che rischia di trasformarsi in un incubo chiamato dilettantismo se venisse respinta l’iscrizione per il prossimo campionato.
Tutto, come noto, nasce dalla questione stadio con il Rigamonti-Ceppi che non può ospitare partite di Serie B in primis per via della capienza che si attesta sotto le 5.000 unità, per non parlare dell’illuminazione non adeguata e della mancanza dei tornelli. Come riporta l’edizione odierna del La Gazzetta dello Sport, la questione pone i vertici della Serie B in una posizione scomoda, fra una scadenza inflessibile passata e il riconoscimento del verdetto del campo.
Inoltre, il Lecco ha presentato la relativa documentazione per l’iscrizione in Serie B con l’inserimento dello stadio Euganeo di Padovacome sede delle partite casalinghe per il prossimo campionato. Nei documenti presentati c’erano il via libera di club e comune veneto, ma mancava quello della Prefettura, arrivato mercoledì 21, 24 ore in ritardo rispetto alla scadenza per la presentazione delle domande di iscrizione. Un dettaglio emerso nelle ultime ore. inoltre, rivela come il Prefetto di Padova non fosse in città martedì per apporre la sua firma sul documento da inviare in Lega di B e in FIGC.
«Aspettiamo di acquisire tutta la documentazione presentata dal Lecco e che si esprimano gli organi federali che hanno la competenza per farlo – ha dichiarato il presidente della Lega Serie B, Mauro Balata -. Le regole sono quelle, ma in questo caso va considerato un fatto: se i playoff di Serie C vengono fatti slittare di dieci giorni, probabilmente ci si sarebbe dovuti preoccupare delle società promosse come il Lecco, aiutandole nello sbrigare le pratiche per l’iscrizione o prorogando i termini della stessa».
Balata ha aggiunto: «Il Consiglio federale avrebbe potuto acquisire per tempo l’istanza di proroga. Il Lecco è perfettamente idoneo dal punto di vista economico. Serie B in sovrannumero? Sarebbe una soluzione ingiusta destinata a creare un’infinità di problemi». Quest’ultima ipotesi, tra l’altro, è stata respinta con forza e all’unanimità dall’Assemblea della Lega Serie B di venerdì, la prima con i 20 club che dovrebbero disputare il prossimo campionato cadetto. Condizionale d’obbligo per le posizione di Lecco e Reggina.
Sullo sfondo rimangono a guardare Brescia e Perugia, le due società ai primi due posti nella graduatoria di ripescaggio. Entrambi i club hanno già annunciato di essere pronti a presentare ricorso nel caso che una fra Lecco e Reggina, o entrambe, venga ammessa a disputare il prossimo campionato di Serie B. In qualsiasi modo vadano a finire questi due casi, insomma, si preannuncia un’estate di carte bollate e ricorsi per un campionato 23/24 che è iniziato con largo anticipo e fra mille dubbi.
Pronta a riunirsi l’assemblea di serie B. Il Lecco non ha consegnato la documentazione dello stadio, ma ha un asso nella manica. Si è dimesso tutto il cda della Reggina, che doveva versare una prima tranche al fisco
Domani (venerdì 23, dalle 18), si riunisce l’assemblea della Lega di serie B, dalla quale potranno emergere alcune prime indicazioni (ufficiose)sui casi-pendenti fra le iscrizioni depositate lo scorso 20 giugno. Sotto la lente restano i casi di Regginae Lecco. Con Bresciae Perugiapronte a prenderne il posto. Per quanto riguarda i calabresi: nella serata di martedì, proprio mentre scadeva il termine di consegna dell’iscrizione, si è dimesso l’intero cda del club granata, facente capo al presidente ed ex-arbitro, Marcello Cardona (il patron è l’imprenditore Felice Saladini). Una circostanza che, malgrado sia stata depositata nei tempi la documentazione richiesta per l’iscrizione, fa preoccupare il presidente della Lega Mauro Balata. La Reggina, in debito con il fisco, avrebbe dovuto allegare all’iscrizione la documentazione bancaria attestante il versamento di una prima tranche dei soldi (circa 730mila euro; oltre ad altre attestazioni), previsti in un piano di ristrutturazione. Lo avrà fatto? Le dimissioni dell’intero cda certo non sembrano portare serenità.