L’ex capitano del Milan ha fatto sapere che interverrà con il proprio legale per essere stato censurato in un’intervista rilasciata a Radio Serie A
Paolo Maldini è stato censurato. Lo ha fatto sapere lo stesso ex capitano del Milan tramite il suo legale. L’avvocato Danilo Buongiorno ha dichiarato in una nota: “A fronte della nota censura alla propria intervista presso Radio Serie A dello scorso 9 maggio, (Maldini, ndr) comunica di avere già incaricato” il difensore “per la propria tutela da tali gravi comportamenti ingiustamente subiti“.
“L’avvocato Danilo Buongiorno, a nome e per conto del Sig. Paolo Maldini, diffida chiunque dalla reiterazione di tali comportamenti e si riserva, se del caso, ogni azione a tutela del proprio cliente; ed a difesa del diritto fondamentale di libertà di espressione“, prosegue la nota.
A intervenire sulla questione era stato anche Alessandro Alciato, il giornalista che aveva relizzato l’intervista, che nei giorni scorsi aveva parlato di “pressioni per non mandarla in onda” aggiungendo, rivolto a Maldini “la tua libertà di pensiero fa sempre la differenza“. Lo stesso Alciato dopo l’intervista ha interrotto la collaborazione con Radio Serie A. Il video, inoltre, sarebbe stato rimosso per un giorno dal canale YouTube della Serie A per poi riapparire.
Storie di Serie A con Alessandro Alciato – Radio Serie A con RDS
Nel negozio Tim di Cordusio, sara consegnata dopo Inter-Lazio
La ‘Coppa di Campione d’Italia‘, vinta quest’anno dall’Inter che si è aggiudicata il campionato di ‘Serie A TIM’ è esposta a Milano nel negozio Tim di Piazza Cordusio fino alla consegna al Club vincitore. Il trofeo, informa l’ufficio stampa Tim, sarà a disposizione di tifosi, cittadini e turisti che, oltre a poterlo vedere in anteprima, avranno la possibilità di scattare selfie insieme alla Coppa.
Inoltre, potranno acquistare una pellicola per personalizzare il telefono con la foto appena effettuata. La tradizionale consegna sul campo della Coppa al Club Campione d’Italia avverrà in occasione di Inter-Lazio, 37esima e penultima giornata del Campionato, alla presenza di Pietro Labriola, amministratore delegato di Tim e Lorenzo Casini, presidente della Lega Serie A. La ‘Coppa di Campione d’Italia‘ fu disegnata nel 1960 dallo scultore e medaglista Ettore Calvelli e dal 2005 viene consegnata direttamente sul campo alla squadra vincitrice dello scudetto.
Dall’Inter al passato, passando per il suo futuro. L’ex dirigente del Milan ha rilasciato una lunga intervista a Radio Serie A con RDS.
L’ex direttore tecnico ed ex-bandiera del MilanPaolo Maldini è tornato a parlare a un anno di distanza dall’addio al club rossonero e si è raccontato a tutto tondo in un’intervista concessa ad Alessandro Alciato, ai microfoni di Radio Serie A.
Maldini ha esordito parlando del calcio, che è «sempre stato presente. Il Milan è sempre stata la squadra della mia città, l’ambiente dove sono cresciuto e per me è qualcosa che va al di là del tifo e del lavoro. È sempre stato così e sarà sempre così. Il rapporto che c’è va al di là delle ere in cui sono passato in questa grande società e sarà così anche per i miei figli».
Sul ruolo di calciatore prima e dirigente poi, Maldini spiega che «io mi considero semplicemente Paolo. Cerco di fare la mia traiettoria di vita. Ringrazio la famiglia che ho avuto, ho incontrato le persone giuste. Anche la mia ultima esperienza da dirigente mi ha fatto apprezzare le cose che non conoscevo. Nel calcio uno pensa di saper tutto, ma quando passi dall’altra parte hai una prospettiva completamente diversa. Cose che ho dichiarato da calciatore, poi passando dirigente le avrei volute cancellare».
«Io custode del milanismo? Non lo so, lo possono dire gli altri. Di sicuro il calcio e il Milan mi hanno insegnato tanto come valori e come principi e quando lavori per questo club ne devi tenere conto perché va al di là del risultato. quando si parla di una storia ultra centenaria, va conosciuta e studiata. Venti anni fatti con me? Sono contento, ma la mia storia parte negli anni ‘50 con mio papà e oggi sta andando avanti ancora perché Daniel è ancora sotto contratto», ha aggiunto.
Sul suo passato da “tifoso” prima del Milan, Maldini racconta che «a me piaceva il calcio, sapevo del passato di mio papà e avevo capito cosa aveva fatto, ma la prima competizione che ho visto da amante del calcio era il Mondiale del ’78 che praticamente era la Juventus più Antognoni. Quindi hoseguito la Juventus come se fosse la Nazionale, ma poi ho fatto il provino per il Milan e lì è iniziata la mia storia».
L’ex dirigente del Milan parla anche del rapporto conSilvio Berlusconi: «Ha portato un’idea moderna e visionaria non solo del calcio ma del mondo. Il primo discorso nella sala pranzo a Milanello ci disse che voleva che la nostra squadra giocasse il più bel calcio del mondo, lo stesso in casa e in trasferta, e che presto saremmo diventati campioni del mondo. Dall’anno dopo, perché il primo è entrato in corsa, è cambiato tutto. Ha preso preparatori, costruito strutture per competere con i top al mondo. C’è sempre tanta diffidenza per l’imprenditore che entra nel calcio. Sacchi poteva creare e ha creato qualche dubbio, ma poi abbiamo capito i grandi vantaggi».
«A me piaceva molto la sua idea di cercare di giocar bene, cercare di vincere e rispettare l’avversario. Lui diceva che se non vince il Milan, mi fa piacere che vinca l’Inter. Naturalmente c’è rivalità, ma l’idea di essere onesto e arrivare al risultato attraverso il sacrificio e complimentarsi con un avversario se è più bravo di te è un insegnamento. Non si è mai logorato quel rapporto, facevamo tante battute, sono diventato amico di Pier Silvio e lui mi ha sempre trattato come secondo padre. Quando è stato ricoverato in ospedale mi ha chiamato perché voleva fare degli scambi Milan-Monza ed è stato divertente. Il calcio lo ha accompagnato fino all’ultimo momento e questo si sente e si trasmette a tutti, ambiente, città, luoghi e persone», ha proseguito.
Sulla sua esperienza da dirigente, Maldini spiega poi che «mi hanno chiamato e quando l’opportunità è arrivata, un pochino prima di quando me l’aspettassi. Quando è arrivata con Leonardo è stato perché ho lavorato con una persona che aveva gli stessi ideali. Perché ho scelto questo ruolo? Perché era il Milan. Il lavoro in sé è tutt’altro rispetto a quello che ti aspetti e ci ho messo una decina di mesi. O Milan o Nazionale o niente? La regola vale per l’Italia perché vedermi all’interno di un club diverso dal Milan non ce la faccio».
E sull’estero aggiunge: «Non ho mai detto no al PSG, c’era stata questa possibilità e disponibilità, ho incontrato due volte Nasser Al Khelaifi, ma poi non si è mai andati avanti ed è stato bene così. I miei primi 10 mesi sono stati un disastro, tornavo a casa e non ero contento. Leonardo rideva e mi diceva che non capivo quanto stavo diventando importante. San Siro? Non vado allo stadio a vedere il Milan. Per me è logico. Seguo tutto, seguo il Milan e il Monza, ma mi sembra logico non andare allo stadio».
In chiusura, una battuta sul segreto dell’Inter e sulla conquista dello Scudetto: «L’Inter ha una struttura dell’area sportiva. C’è un’idea ben precisa con contratti lunghi. Si da sempre poca importanza alla gestione del gruppo, non è un caso che il Napoli sia andato così male dopo l’addio di Spalletti e Giuntoli. I calciatori li considerano tutti come macchine, ma hanno bisogno di qualcuno che parli con loro e gli dica come stanno le cose».
Lo stadio Maradona (Foto: Claudio Villa/Getty Images)
La scossa in questione risale a metà aprile con i lavori che sono iniziati qualche giorno dopo, ma che non dovrebbero essere conclusi prima della fine del campionato
Lo sciame sismico ai Campi Flegrei, attivo ormai da diversi giorni, ha danneggiato la struttura dello stadio Diego Armando Maradona, l’impianto che ospita le gare casalinghe del Napoli.
Come riporta l’edizione odierna de Il Mattino, lo stadio cittadino sta già vedendo attivi dei lavori nel settore inferiore dellacurva B, cuore del tifo azzurro, che sono stati decisi in seguito alle verifiche dopo una delle più potenti scosse di terremoto avvenuta a metà aprile.
«In esito al sopralluogo effettuato successivamente all’incontro calcistico (Napoli-Frosinone di domenica 14 aprile, ndr) – è scritto nei documenti ufficiali del Comune di Napoli – anche in considerazione degli eventi sismici che si sono verificati presso la zona in cui insiste lo stadio nei giorni antecedenti il predetto incontro, riconducibili indubbiamente all’attività di bradisismo in atto presso l’area flegrea, i tecnici del servizio tecnico Edilizia Sportiva hanno eseguito apposite verifiche, al termine delle quali hanno riscontrato alcune criticità presso le gradinate dell’anello inferiore dello stadio e in particolare nel settore B4 della Curva B».
Le criticità evidenziate, specialmente, riguardano un importante avvallamento che ha imposto l’esecuzione di «prove distruttive» per una verifica definitiva. Dopo aver smantellato la parte superiore dei gradoni, i tecnici hanno appurato che una parte dell’elemento prefabbricato sul quale appoggia la gradinata si era rotta. Sono partite, così, le procedure urgenti per i lavori.
Il Comune ha stabilito, inoltre, di allargare le verifiche strutturali anche al resto dello stadio. Stavolta non si è proceduto con la consueta osservazione dei luoghi, che viene eseguita periodicamente: è stato dato mandato a una società specializzata in verifiche ingegneristiche, di eseguire prove di carico in ogni altro settore del Maradona. Per fortuna, terminate le misurazioni, è stato evidenziato che il resto del Maradona non presenta problemi. Il sisma ha colpito solo nella zona sottostante la curva B.
I lavori in corso avranno una spesa totale di 113mila euro, necessari a rimettere a posto la curva B e a ripristinare la sicurezza minata dai danni del sisma. Azioni rapide che consentono far utilizzare ancora in sicurezza lo stadio, eccezion fatta per l’anello inferiore della curva che dovrà necessariamente restare vuoto fino alla conclusione degli interventi. Inizialmente erano previsti 45 giorni di lavori, a partire dal 22 di aprile, anche se sembra che i tempi siano maggiori.
Infatti, sembra che ci siano difficoltà nel reperimento dei materiali per il ripristino delle gradinate. Si tratta di strutture prefabbricate che risalgono ai lavori effettuati nel 1990, anno del Mondiale in Italia. Certamente lo stadio non sarà ripristinato fino alla conclusione del campionato. Più probabile che latotale riapertura dello stadio Maradona avvenga poco prima dei concerti estivi.
Non è la prima volta per l’ex Milan: a 18 anni, senza patente, si spacciò per un compagno di squadra
Ancora un incidente e paura per M’Baye Niang, attaccante dell’Empoli ed ex giocatore, tra gli altri, di Milan, Genoa e Torino. Il francese ieri sera, poco dopo le 21, è rimasto coinvolto in un incidente stradale a Empoli: da quanto appreso non risulterebbero feriti.
Il giocatore insieme a un’altra persona era su una Mercedes che avrebbe colpito un furgone e due auto in sosta – su una delle quali c’era a bordo una persona – finendo infine contro un muro. Non è chiaro chi fosse alla guida della Mercedes. Oggi Niang sarà regolarmente a disposizione di Davide Nicola nell’allenamento pomeridiano di oggi in vista della sfida di domenica a Roma con la Lazio.
I precedenti – Non è la prima volta che accade: il centravanti francese non è esattamente fortunatissimo con le auto. L’ultimo incidente era avvenuto il 20 febbraio: alla guida del suo suv Mercedes, Niang aveva colpito due auto in sosta.
Nessun ferito anche allora. Ai tempi del Milan, l’ex rossonero aveva iniziato la sua avventura con una singolare vicenda: fermato dalla polizia senza patente (aveva appena 18 anni), affermò di chiamarsi Traorè, spacciandosi per un suo compagno di squadra.
Nel febbraio del 2014, invece, durante un periodo di prestito al Montpellier, distrusse una Ferrari e fu condannato a 18 mesi di reclusione con la condizionale. E ancora qualche anno dopo, a febbraio 2016, forse nel momento migliore della sua carriera al Diavolo (era titolare al fianco di Carlos Bacca nel Milan di Mihajlovic), un altro incidente frenò la sua crescita: fuori quasi tre mesi per un infortunio alla caviglia dopo aver distrutto la sua auto, in uno schianto che – spiegò lui – fu dovuto al maltempo. Si spera, per il suo bene, che questa sia l’ultima volta.
Due giocatori della Premier League sono stati arrestati per un’accusa di stupro. I due calciatori hanno entrambi 19 anni e giocano nella stessa squadra della massima serie inglese, ma né i loro nomi, né il club, sono stati per il momento identificati. Dopo un interrogatorio da parte della polizia, entrambi sono stati rilasciati su cauzione mentre proseguono le indagini.
È stato il quotidiano Suna rivelare per prima la notizia, poi ripresa anche da altri giornali e dalla Bbc. Il fatto risale a venerdì, quando una giovane donna ha presentato denuncia dicendo di avere subito una violenza sessuale da parte dei due calciatori. Apparentemente l’episodio sarebbe avvenuto in un locale notturno nei pressi di uno stadio, non si sa in quale città.
Uno degli accusati è stato arrestato il giorno seguente. Il secondo è stato arrestato domenica. Nessuno dei due ha voluto rilasciare commenti. Non è noto se, in attesa della conclusione delle indagini, siano stati sospesi dalla società per cui giocano, come prevedono le norme della Premier League, che tuttavia non sempre vengono rispettate: nello scorso novembre un’inchiesta della Bbc ha riscontrato che due calciatori di Premier hanno continuato a giocare, e un membro del settore tecnico è rimasto al suo posto, sebbene la loro squadra sapesse che erano sotto indagine per violenza sessuale o domestica.
Non è la prima volta che giocatori della Premier League sono accusati di stupro e abusi sessuali. Nel 2022 il ripetersi di simili violenze, che hanno coinvolto calciatori di alto profilo, ha spinto la lega calcio inglese a introdurre corsi obbligatori sul consenso nei rapporti sessuali per tutti i giocatori e per lo staff delle squadre di Premier.
Il Milan ha deciso di non fare i complimenti all’Inter per la vittoria dello scudetto di ieri: che differenza di stile con il 2022
“Complimenti AC Milan. Quest’anno è stata una bellissima sfida. Ci vediamo l’anno prossimo”. Con questo tweet, il 22 maggio 2022 l’Inter si congratulava con i rossoneri per la vittoria dello scudetto dopo un duello serrato per il titolo. Un gesto che per il momento non è stato ricambiato dal Milan.
Complimenti @acmilan. Quest’anno è stata una bellissima sfida. Ci vediamo l'anno prossimo.
Sui social, infatti, il club rossonero ha scelto di non fare i complimenti all’Inter per la vittoria dello scudetto. L’ultimo tweet è il risultato finale del derby di ieri. Una grande differenza di stile rispetto al 2022, quando i nerazzurri si congratularono subito per la vittoria dei rossoneri. Che non è passata inosservata, soprattutto tra gli attentissimi tifosi.
La scelta del Milan al termine del derby per cercare di coprire la festa scudetto dell’Inter
Musica techno a volume così alto da far tremare tutto San Siro. È stata questa la scelta del Milan al termine del derby per cercare di coprire la festa scudettodell’Interin campo e sugli spalti.
Una decisione particolare, che però non è bastata per interrompere i festeggiamenti dei calciatori e della rosa nerazzurra, che hanno comunque continuato a saltare e a ballare dopo la sesta vittoria consecutiva nel derby contro i rossoneri
Continua l’indagine della Procura di Firenze dopo la tragedia, l’ipotesi di reato è omicidio colposo. Oggi l’autopsia
Il Giudice Sportivo ha disposto una multa per il Lanciotto. Questa la decisione dopo i tragici fatti di domenica scorsa in Eccellenza toscana, quelli che hanno visto la morte del calciatore Mattia Giani del Castelfiorentino per arresto cardiaco. Così è arrivata una multa per la società ospitante: 400 euro. La motivazione si legge nella sentenza: “Mancanza di ambulanza e/o medico“. Uno scenario, quello ricostruito dal Giudice Sportivo, che pare assomigliare parecchio alla testimonianza di Sandro Giani, padre del calciatore. Si legge infatti che il giocatore è stato soccorso “dal massaggiatore ospite e da un medico presente in tribuna che intervenivano con massaggio cardiaco e il defibrillatore presente negli spogliatoi. Poi sopraggiungeva dopo 17 minuti una prima ambulanza che proseguiva le manovre di soccorso coadiuvata da altri volontari giunti dopo pochi minuti con un’altra ambulanza“.
Il RICORDO – Nella ricostruzione del Giudice Sportivo si precisa poi che il defibrillatore c’era, ma il personale sanitario no: ecco quindi la multa disposta per il Lanciotto. Giani è stato ricordato anche ieri nel toccante omaggio di Gianluca Mancini, la cui sorella è fidanzata col fratello di Mattia. E la Procura di Firenze continua ad indagare: l’ipotesi è quella di omicidio colposo. Il pm Ledda ha disposto l’acquisizione del defibrillatore, delle cartelle cliniche e dei certificati medico sportivi. Oggi è prevista l’autopsia: la famiglia Giani si è già tutelata nominando un consulente medico legale.
C’è un gusto particolare, presso certe latitudini calcistiche, nel sentirsi detentori designati del gioco e nel veder confermato questo senso di dominio, amplificando o comunque rafforzando l’idea di essere depositaridi un segreto, di un Sacro Graal ineluttabilmente nostro. Per attenzione selettiva si va a pescare, insomma, ciò che conferma tale punto di partenza ed è evidente che – nel porsi di fronte alla Saudi Pro Leagueed alla sua epopea mediaticamente recente – gli ingredienti per il comune “te l’avevo detto” o per un senso di rivalsa neanche troppo nascosto siano sotto gli occhi di tutti, corroborati da riscontri numerici che sui media (nel contesto europeo) godono di eccellente risalto.
L’impressione è che la forza del tonfo sia direttamente proporzionale all’audacia delle ambizioni: il nostro filtro ci consente insomma di immaginare il contesto calcistico saudita come Icaro, pronto ad avvicinarsi al sole con fiducia e finito poi per bruciare le proprie ali, precipitando. Una percezione che trova spunto, evidentemente, nella rapida ascesa – nell’arco di pochi mesi – di un ambiente del tutto alieno al grande calcio: il racconto di Cristiano Ronaldo, la sua fede cieca nella crescita esponenziale e rapida della Saudi Pro League, ha fatto sì che le attese in Europa seguissero lo stesso tempo, accelerando insomma ogni possibile giudizio e aspettando riscontri tanto immediati quanto luminosi.
Aspettativa e realtà – Il corto circuito si è scatenato sotto la pioggia dei milioni e delle voci potenti, come quelle di CR7: scomodare fuoriclasse del calibro del portoghese, di Benzemao di Neymarfa sì che – in automatico – si attivi il desiderio di raccogliere frutti, la brama istantanea di show. Un approccio tutt’altro che timido che, a conti fatti, si trova adesso a pagare il conto (ai nostri occhi) e a non poter tenere il passo di quelle stesse aspettative. Lo spazio, come fotografia, è quello che intercorre tra una presentazione in pompa magna e uno stadio riempito solo a chiazze. O lo spazio che intercorre tra un’emittente che promette di mostrare uno spettacolo imperdibile senza considerare che, all’atto pratico, c’è chi sceglie serenamente e consapevolmente di perderselo.
In un certo senso, parafrasando il romantico input secondo cui “la passione non si compra“, rimane vero che il peso di un’identità calcistica consolidata(es. Premier League o Liga) riesca a dominare rispetto al richiamo del singolo, per quanto determinante, amato e popolare. Il tema dell’identitàè un ospite tanto sottovalutato quanto determinante nelle considerazioni: intuitivamente viene da chiedersi quante persone, tra gli appassionati di calcio, sappiano di che colore siano le maglie dell’Al Hilalo chi sia l’allenatore dell’Al Ettifaq. La percentuale di risposte corrette sarà comunque inferiore, ad esempio, a quella di chi conoscerà dati o aneddoti legati ad un Everton o ad un Valencia (senza scomodare dunque le big assolute del calcio inglese o spagnolo).
Toccata e fuga? – Si tratta dunque di una costruzione che ha percorso i decenni, che si lega a un senso di riconoscimento culturale e simbolico, tanto da riempire l’immaginario degli appassionati: un singolo fuoriclasse, persino il più seguito sui social, non riesce nell’immediato a compiere quella stessa magia, a spostare gli equilibri consolidati. Basandosi sui riscontri immediati, dunque, la chiave narrativa del flop è complessa da smentire o da attaccare: ci si attende che il corso dei decenni accada in mesi e, va da sé, l’epilogo è già scritto. Di cosa ci parlano i riscontri immediati? L’aspetto in grado di fare più rumore, di portarci alla radice culturale del discorso, si lega all’esodo(compiuto o solo ipotizzato) di chi ha scelto solo pochi mesi fa di abbracciare il campionato saudita, di diventarne protagonista.
Veder crollare i presupposti d’entusiasmo tracciati inizialmente, con smania di addio professata o concretizzata (come nel caso di Henderson) fa sì che buona parte della base retorica iniziale perda di forza, anche al netto di un CR7 che non vacilla (da vero uomo immagine di un intero progetto, da timbro di garanzia sulle ambizioni). Accanto alle voci sui propositi di fuga immediata si colloca il discorso tecnico-calcistico, evidentemente legato all’abisso presente tra i fuoriclasse arrivati negli ultimi mesi e un contesto lontano da quelli più competitivi a cui quei campioni erano abituati: l’insieme somiglia più a un album di figurine completato in modo disattento, a una collezione di pezzi rari, che non a una sfida tra progetti tecnici solidi e compiuti.
I numeri di un flop – Una discrepanza tra valore dei singoli e dell’insieme che si riflette, come causa effettiva, anche sullafruizione televisiva nei principali mercati: Tebas ha spiegato in modo esplicito quanto la Saudi Pro League si sia rivelata meno appetibile del previsto a livello televisivo, senza scomodare il presidente della Liga – però – basta riferirsi alriscontro degli ascolti(non solo in Italia). Il riscontro più recente e supportato da dati, in questo senso, è quello fornito da L’Equipe e legato a Al Hilal-Al Ittihaddel primo marzo: 5mila spettatori in Francia su Canal+ Foot, uno share così basso da non poter neanche essere conteggiato, numeri inferiori di ben sei volte agli spettatori di Rouen-Sochaux del 4 marzo (partita di terza serie, alla stessa ora, sempre su Canal+ Foot). Un dato non casuale, ha spiegato L’Equipe, e in linea con una media di 15mila spettatori a partita: niente che a priori assoceremmo a un campionato che vanta Neymar, CR7 e Benzema tra i protagonisti.
Non si registrano rilevazioni altrettanto recenti per quanto riguarda l’Italia ma, già dai primi mesi di trasmissione delle partite di Saudi Pro League, la situazione non appariva poi tanto più rosea rispetto alla Francia: i 450mila euro per acquisire i diritti per due anni (dati Calcio e Finanza) apparivano un affare ma anche La7 deve fare i conti con una risposta tiepida, al di là della curiosità iniziale. I numeri di riferimento in questo senso sono quelli legati al 2023 (tra i 50mila e i 150mila spettatori nelle prime quattro giornate, sempre sotto al 2% di share); a livello globale invece Il Giornalefa riferimento a una media di share – nei vari Paesi in cui la Saudi Pro League viene trasmessa – tra lo 0,8% e l’1,4% (con l’Al Nassr a risollevare solo parzialmente le sorti, arrivando al 2%).
Al Ittihad-Al Hilal – Yasser Bakhsh/GettyImages
L’arrivo in massa di campioni di fama mondiale, poi, lasciava immaginare un aumento esponenziale di presenze negli stadi, in modo da poter ammirare da vicino le stelle più luminose del calcio: un’aspettativa disattesa, come dimostra lamedia di presenze negli stadi (fonte transfermarkt) calata dai 10.197 spettatori del 2022/23 agli 8.399di quest’anno, senza che i club del fondo PIF facciano la differenza in modo evidente. Il quadro lascia poco margine d’interpretazione, dunque, e non è possibile associare l’arrivo dei campioni (e le ambizioni di grandezza) a un immediato riscontro misurabile in numeri e in seguito, sia a livello interno che pensando a quanto il campionato risulti “vendibile”.
Non sorprende eccessivamente l’impermeabilità dei Paesi europei, forti di una tradizione calcistica strutturata e radicata, mentre lascia più spiazzati il calo di presenze negli stadi: un aspetto che torna a connettersi al tema dell’identità, considerando come anche nel contesto arabo il fascino di club storici come Real Madrid, Manchester United o Milan superi ancora il richiamo e l’appeal del singolo campione (o della singola squadra locale). Non è casuale del resto il riscontro di pubblico di eventi come la Supercoppa spagnola oquella italiana, soprattutto quando a scendere in campo sono i club con più seguito internazionale.
Una prospettiva diversa – Si approda poi su un piano differente, quello che rimane perlopiù sommerso o fuori fuoco a causa del richiamo delle stelle luccicanti e degli annessi milioni: l’approccio ad ampio respiro, la necessità di spostarci dalla visione “per mesi” e di approdare a quella legata agli anni, ai lustri o ai decenni. Il contesto calcistico saudita sta provando di fatto a emanciparsi dall’idea di un progresso “mordi e fuggi“, di un’esplosione tanto rapida quando effimera: il quesito chiave si trova probabilmente qui, nel bisogno di capire quanto la trasformazione a lungo termine possa realmente compiersi e quanto la realtà calcistica di quel Paese possa rinsaldarsi dalle fondamenta.
Campioni come orpelli dunque, come richiami, ma un piano strategico già espresso nei mesi scorsi che si lega alla crescita dei giovani talenti e alla necessità di rendere più strutturata la governance. La necessità primaria è quella di sviluppare i talenti nazionali e di affiancarli a calciatori provenienti da altri contesti: la riduzione dell’età minima consentitaper poter scendere in campo in Saudi Pro League (dai 18 ai 16 anni, nel 23/24) è già un segnale ma l’aspetto chiave riguarda la composizione delle rose (35 calciatori in totale, di cui 10 con meno di 21 anni dalla stagione 2025/26). Novità che sarà seguita dalla necessaria presenza (dal 2026/27) di almeno quattro calciatori cresciuti nel vivaio di club sauditi e altri quattro nel vivaio del singolo club.
Sullo sfondo si possono poi citare esempi virtuosi o comunque orientati ancor di più alla prospettiva di ampio respiro, come la Mahd Sports Academy: l’Academy più importante e ambiziosa del contesto saudita, mossa dall’intenzione di scoprire il talento tra i giovanissimi (tra i 6 e i 16 anni) e di farlo attraverso un percorso che non veda nel solo rendimento sportivo il proprio fulcroma che miri a favorire la crescita dei giovani talenti anche fuori dal campo (peraltro in un contesto multidisciplinare: calcio, pallamano, judo, atletica, taekwondo).
Un fronte ambizioso, come detto, con l’obiettivo strategico di sancire quel miglioramento delle fondamenta (anche a livello di infrastrutture e tecnologie) da mettere al servizio dello sport saudita, con gli occhi rivolti al futuro e col sogno di vedere – un domani – i giovanissimi talenti protagonisti anche in Nazionale. La nostra lente, i nostri presupposti, appaiono dunque falsati dal clamore dei colpi di mercato e da una forma di pregiudizio culturale (con annessa egemonia che sentiamo appartenerci). Il difetto di partenza riguarda un fraintendimento: soffermarsi solo sullo show e sottovalutare i cambiamenti a lungo termine, quelli che del resto – nella sua fase embrionale – riguardarono anche il “nostro” calcio.
Dura due minuti la finale di Supercoppa in Turchia: Icardi sblocca il risultato e i gialloblù, che avevano schierato la formazione Under 19, lasciano il campo per protesta. La decisione è dovuta alle frizioni con la Federcalcio, dopo l’aggressione dei tifosi del Trabzonspor proprio ai danni dei giocatori del Fenerbahce
“Chiunque voglia andare alla partita può farlo, ma non ci sarà la prima squadra o un incontro di 90 minuti“. Il vice presidente del Fenerbahce Erol Bilecik aveva minacciato di boicottare la finale di Supercoppa e ha mantenuto la parola. I gialloblù sono scesi in campo con la formazione Under 19 e dopo il gol di Icardi, segnato al primo minuto, hanno abbandonato il terreno di gioco. Il Galatasaray conquista così il trofeo per la diciassettesima volta.
Proteste contro la Federcalcio turca – Le prime polemiche sono nate per la sede della finale, che inizialmente si sarebbe dovuta giocare in Arabia Saudita. Il governo arabo però ha vietato le bandiere inneggianti ad Ataturk, padre della patria turca, e i due club si sono rifiutati di scendere in campo. L’incontro è stato quindi posticipato e la sede è stata spostata a Sanliurfa, in Turchia. Tutto sembrava risolto, mal’aggressione dei tifosi del Trabzonspor ai danni dei giocatori del Fenerbahce ha incrinato il rapporto tra la squadra gialloblù e la Federcalcio. La sanzione inflitta è stata giudicata troppo lieve e sono scaturite molte polemiche per la decisione di squalificare alcuni giocatori del Fenerbahce per aver reagito contro gli aggressori. Il club ha richiesto lo slittamento della partita e un arbitro straniero, giudicato più imparziale, ma non venendo accontentato ha deciso di perdere a tavolino il match.
Süper Kupa'da yaşananlar:
Galatasaray maça başladı. Icardi, ilk pozisyonda golü buldu. Fenerbahçe, maçın durmasıyla birlikte sahadan çekildi.pic.twitter.com/hDsbsIaW8Z
Alessandro Costacurta critica, Lautaro Martinez risponde: “Dice il falso, si veda l’EuroDerby…“. Non il momento migliore per il Toro: non segna con l’Argentina, un digiuno che ormai dura dal 2022, ma anche con l’Inter non tutto va come sperava.
Nel mirino c’è in particolare l’ottavo di finale di ritorno contro l’Atletico Madrid, partita che ha visto i nerazzurri di Simone Inzaghi eliminati dai colchoneros ai calci di rigore, con l’errore decisivo proprio di Lautaro Martinez.
LE CRITICHE DI COSTACURTA – Un errore che ha attirato tante critiche da parte di tifosi e addetti ai lavori. Billy Costacurta, ex difensore del Milan e oggi opinionista Sky, aveva commentato duramente a margine del sorteggio dei quarti di finale di Champions League andato in scena venerdì 15 marzo: “Da lui sinceramente mi aspettavo di più. E pure al Mondiale, pensandoci bene, non aveva fatto bene. Mi viene da pensare che Lautaro non riesca a emergere fino in fondo in certi palcoscenici. In Europa servono una mentalità e una determinazione diversa“.
LA RISPOSTA DI LAUTARO MARTINEZ– Parole che non sono andate giù a Lautaro Martinez che, dal ritiro dell’Argentina, ha risposto parlando a TyC Sports: “Se uno fa nomi e cognomi la cosa mi dà più fastidio. Quello che dice Costacurta non è vero. Ci sono delle volte in cui la gente non si controlla in quello che dice. Commenti del genere mi fanno male. Ho segnato un gol in una semifinale di Champions League contro il Milan, una delle partite più importanti nella storia di entrambi i club… Quello non l’ha contato. Ma oltre a quello, ci sono state le prestazioni che ha fatto l’Inter in quell’occasione e quella che ho fatto io. Lo invito a vedere quella partita“.
INTER– Lautaro poi ha parlato del momento con l’Inter: “Sto vivendo un momento molto bello all’Inter. La verità è che non immaginavo la mia carriera così, con questi momenti vista anche la storia che l’Inter ha con gli argentini. E invece ho avuto questa possibilità e gioco all’Inter già da sei anni, e per me è molto importante essere presente nella storia di questo club, battere record. Lavorando giorno dopo giorno spero che continueremo questo cammino per regalare una grande gioia alla gente che che sin dal primo momento mi ha trattato in maniera incredibile. Cerco di dare tutto in campo, questo è il mio lavoro”.
Gonzalo Plata, uno dei giocatori coinvolti nella vicenda
Tre giocatori, tra cui il sedicenne talento (già acquistato dal Chelsea) sono stati pescati in compagnia di ballerine seminude. Altri 5, invece, sono stati avvistati in un’altra discoteca. La Federcalcio per ora non ha commentato la vicenda
La nazionale di calcio dell’Ecuador è nella bufera dopo la diffusione di un video, fatta dal quotidiano ‘La Data‘, che ritrae alcuni giocatori in un night club diNew York alla vigilia della sfida con l’Italia persa 2-0. Nel filmato si riconoscono Gonzalo Plata, attaccante dell’Al-Sadd, Robert Arboleda, difensore del San Paolo e il 16enne Kendri Paez, centrocampista dell’Indipendiente Del Valle, in compagnia di alcune ballerine seminude.
Plata recidivo: nel 2022 gli fu ritirata la patente per un incidente dopo una festa – In particolare nel video si vede Arboleda mostrare con effusione un rotolo di banconote mentre una coppia di ragazze semisvestite balla accanto a lui. La telecamera fa una panoramica e si concentra su Paez, che si copre il volto, cercando di non essere ripreso. Plata, appare più tranquillo e osserva la situazione. Plata non è nuovo a situazioni del genere. L’8 dicembre 2022 fu coinvolto in un incidente stradale in Spagna a causa della guida in stato di ebbrezza dopo aver preso parte a una festa. E per questo fu gli fu ritirata per due anni la patente.
Il 16enne Paez non sarebbe dovuto entrare nel locale – Il video ha suscitato polemiche sui social network con commenti sull’illegalità di Paez a frequentare questi locali poiché è ammesso l’ingresso solo a chi ha almeno 21 anni. Paez, talento purissimo, messosi in luce ai Mondiali Under 17 e Under 20, è già di proprietà del Chelsea che lo ha acquistato a giugno lasciandolo in prestito all’Indipendiente fino al 2025, quando compirà 18 anni.
Altri 5 giocatori ripresi in una discoteca – Oltre a loro sono stati ripresi in un altro video altri 5 giocatori (Jeremy Sarmiento, José Cifuentes, Moisés Caicedo, Jhon Yeboah e William Pacho) che scherzano mentre risuonano le note dell’inno ecuadoriano all’interno di una discoteca di New York. E’ probabile che il tutto sia avvenuto venerdì sera, 22 marzo, visto che i giocatori si erano allenati la mattina e poi avevano avuto il pomeriggio libero. La Federcalcio ecuadoriana per ora non ha commentato la vicenda.
Il centrocampista ucraino non ha gradito le congratulazioni dei nerazzurri al gol dell’ex compagno contro la Serbia. E lo ha sottolineato accusandolo senza mezzi termini e pubblicando immagini dei bombardamenti nel proprio Paese
Il conflitto tra Ucraina e Russia tocca la Serie A da vicino, coinvolgendo due dei suoi protagonisti. Ruslan Malinovskyi, centrocampista ucraino del Genoa, non ha gradito il ‘pugnetto‘ di congratulazioni con cui la sua ex squadra, l’Atalanta, ha celebrato il gol del suo fantasista,Aleksej Miranchuk, segnato nella sfida (finita 4-0) tra la Russia e la Serbia, retweettando sul proprio profilo social il post della Federcalcio russa.
Malinovskyi: “Miranchuk contribuente del terrorismo russo” – Il centrocampista ucraino, ceduto lo scorso agosto dai nerazzurri al Marsiglia e ora in prestito al Genoa, ha reagito piccato pubblicando delle immagini di bombardamenti in Ucraina corredati dalla frase, rivolta evidentemente all’ex compagno: “Non ti ricorda niente? Forse Kharkiv? Champions League? M?“. Parole a cui ha fatto seguito una grave accusa: “Un buon contribuente del terrorismo russo. Ogni giorno per due anni“. E via con altre 4 immagini del territorio ucraino distrutto dalle bombe.
Il post di Malinovskyi e i tifosi dell’Atalanta – Parole che non sono piaciute alla maggior parte dei tifosi dell’Atalanta, che hanno commentato stizziti, non comprendendo tutto questo astio nei confronti dell’ex compagno di squadra. Soprattutto ricordando che quando giocavano assieme avevano mandato anche un messaggio di pace ai rispettivi Paesi con un abbraccio testimoniato da Pessina.
Malumori per le nuove regole imposte dalla Federcalcio francese che vietano ai giocatori di digiunare per la festa sacra musulmana quando si allenano in nazionale
Per la prima volta in modo ufficiale, la Federazione calcistica francese (Fff) ha istituito un “quadro generale” che regola la pratica del digiuno del Ramadan all’interno delle squadre nazionali, in nome del “principio di laicità“.
Ciò significa che i giocatori di fede musulmana sono tenuti ad adattarsi al ritmo della propria squadra: gli allenamenti non subiranno interruzioni e i pasti vengono come al solito consumati in gruppo all’interno della base d’allenamento di Clairefontaine.
Il centrocampista del Lione si rifiuta di mangiare e lascia il ritiro – Una decisione che non è piaciuta a molti, secondo quanto riferito da un agente di vari giocatori citato dalla testata sportiva Espn. “Credono che la loro religione non sia rispettata e che nemmeno loro siano rispettati“, ha riferito la fonte.
In particolare, il giovane centrocampista del Lione Mahamadou Diawara, convocato dall’under 19 della Francia, si è rifiutato di mangiare e, determinato nel rispettare i precetti del Ramadan, ha lasciato il ritiro venendo quindi sostituito in squadra da Dehmaine Tabibou Assoumani del Nantes. “Alcuni non vogliono fare storie, ma Mahamadou non era contento, così se n’è andato”, ha commentato a Espn l’agente.
La consistente presenza di atleti di fede musulmana nel calcio francese rende la questione particolarmente delicata. Il presidente della Federazione, Philippe Diallo, in un’intervista a Le Figaroha dato conto della vicenda spiegando che le nuove norme introdotte “assicurano che la religione non interferisca con un atleta“. Quest’anno, il Ramadan è iniziato tra il 10 e l’11 marzo e terminerà il prossimo 10 aprile.
I nerazzurri a un passo dalla qualificazione matematica. Potrebbero essere la prima formazione europea a tagliare questo traguardo.
L’Inter si prepara a festeggiare la qualificazione alla prossima edizione della UEFA Champions League, la prima della storia che vedrà l’introduzione del nuovo format a girone unico e con otto partite per le squadre coinvolte nella prima fase. La novità riguarderà anche il numero di formazioni partecipanti, che passerà dalle attuali 32 a 36.
Dopo il pareggio maturato contro il Napoli, i nerazzurri rimangono stabilmente al vertice e sono i favoriti alla conquista dello Scudetto, considerando anche un vantaggio sul Milan di 14 punti. Nel frattempo, il club si prepara a celebrare il pass per la. L’ufficialità della partecipazione al massimo torneo europeo è una formalità, che probabilmente sarà chiusa definitivamente nella prima gara post sosta.
Inter qualificazione nuova Champions – I punti mancanti – Il primo aprile l’Inter affronterà l’Empoli a San Siro e avrà la sicurezza di qualificarsi alla Champions League in caso di vittoria. In questo modo la squadra di Inzaghi si trasformerebbe non solo nella prima italiana a riuscirci, ma in generale nella prima europea. Attualmente a quota 76 in classifica, l’Inter si porterebbe a 79 punti dopo l’eventuale successo contro l’Empoli a San Siro.
La Roma, attualmente quinta, può arrivare al massimo a quota 78 punti anche vincendo tutte e nove le gare rimanenti: con 27 punti a disposizione nessuno potrebbe superare l’Inter. Il vantaggio dei nerazzurri è netto anche sull’Atalanta, che dovrà recuperare la gara contro la Fiorentina, ma che anche qualora ottenesse solamente vittorie raggiungerebbe un massimo di 77 punti.
Il piccolo è stato portato in ospedale, ma le sue condizioni non sarebbero gravi
Un bambino di otto anni ha riportato alcune escoriazioni a una gamba dopo l’esplosione di un petardo avvenuta nel settore ospiti, occupato dai sostenitori blucerchiati, mentre era in corso la partita Bari-Sampdoria, allo stadio San Nicola del capoluogo pugliese. L’episodio, su cui indaga la polizia, è avvenuto nel primo tempo. Subito soccorso all’interno dell’impianto, il bimbo è stato trasportato al Policlinico di Bari: le sue condizioni non sarebbero gravi. Per verificare nel dettaglio l’accaduto, verranno visionate le immagini a circuito chiuso dell’impianto pugliese.
Come riporta l’edizione odierna de Il Corriere della Sera, nel giro di qualche giorni è arrivata la lamentela ufficiale di DAZN con una lettera inviata alla Lega Serie A, che ha analizzato la situazione e ha preso provvedimenti immediati: multa al Napoli di 100.000 euro.
A decidere per la sanzione è stato il Consiglio di Lega nella giornata di giovedì che ha ribadito come ogni club che violerà l’accordo contrattuale con i broadcaster che detengono i diritti del campionato (DAZN e Sky), sottraendo i propri tesserati alle interviste obbligatorie per regolamento, verrà multato. Messaggio ribadito dall’amministratore delegato della Lega Serie A, Luigi De Siervo, in occasione della Assemblea in videoconferenza che si è tenuta venerdì mattina.
De Siervo ha aggiunto che tali intemperanze non verranno più tollerate, al massimo saranno concessi a ogni società due bonus. Nel discorso rientra anche la Laziodel presidente Claudio Lotito, a cui è stata comminata una multa di 10.000 euro. Le comunicazioni, redatte dagli avvocati della Lega, ai due club sono state spedite venerdì sera.
È successo nel big match del campionato Allievi Elitè 2007 tra la sua Accademia Inter e l’Alcione capolista
Milano, 7 marzo 2024
Anche i miti del pallone possono sbagliare. Ma se poi chiedono scusa confermano di essere non solo campioni ma soprattutto grandi uomini. È il caso di Beppe Bergomi, idolo del popolo nerazzurro e apprezzatissimo opinionista televisivo.
Da anni si divide fra studi di Sky, trasferte internazionali e l’impegno sulla panchina delle squadre giovanili dell’Accademia Inter. Con risultati più che apprezzabili. Però domenica scorsa anche uno tranquillo come lui ed esempio di fair play per tutti ha perso la pazienza.
È successo alla fine del big match del campionato Allievi Elitè 2007 sul campo dell’Alcionecapolista. Gara tiratissima: vantaggio dei padroni di casa nel primo tempo, prime polemiche dopo ungol annullatoall’Accademia Inter, poi il 2-0 dei padroni dei ragazzi di mister Ravasi e il parapiglia finale vicino la panchina degli Orange, dopo un vivace diverbio fra Bergomi e un calciatore dell’Alcione.
Vanessa Luongo, arbitro del match, a quel punto estrae il secondo “giallo“ per il tecnico dell’Accademia Inter (già ammonito) e lo espelle. Bergomi (che oggi è stato inibito fino al 27 marzo 2024 dal giudice sportivo “per aver spintonato un dirigente avversario”) si pente subito, capisce che non avrebbe dovuto reagire alla provocazione di un calciatore della squadra avversaria e fa “mea culpa“.
Le scuse – “Voglio scusarmi per quel che è successo, e lo faccio verso tutti coloro i quali mi conoscono, i miei ragazzi, il ragazzo con cui ho avuto una discussione. Ho sbagliato e non mi tiro indietro dalle mie responsabilità anche perché in tanti anni che alleno è la seconda espulsione, la prima in campionati dilettantistici giovanili. Nella precedente occasione si trattava di una finale Beretti con l’Inter“.
Non nasconde l’amarezza Bergomi, il suo messaggio arriva diretto. “Ci confrontiamo con lo psicologo dello sport parlando di valori, e anche per questo devo dare l’esempio. Ho piu di 60 anni, mi scuso con il ragazzo dell’Alcione e avrei dovuto stare al mio posto. Ma siamo tutti esseri umani“.
L’ex capitano nerazzurro ha molto apprezzato le parole sponda Alcione: “Il direttore sportivo mi ha mandato un bel messaggio e ci siamo chiariti. Io però chiedo solo una cosa: che ci sia rispetto, sempre, da parte di tutti. È quel che insegno ai miei ragazzi, perché in certe partite dove c’è tensione si fanno sbagli. Poi abbiamo tutti il fuoco dentro, soprattutto noi adulti. Ma dobbiamo resistere e dare l’esempio. Abbiamo perso 2-0 e l’Alcione ha vinto meritatamente, peccato per quel gol annullato da cui è nato il diverbio“.
Nessun appunto alla giovanissima Luongo, perché “gli arbitri sono soli e non possono vedere o sentire tutto e quindi anche eventuali errori vanno giustificati“. Del resto, in una partita così tesa, forse anche un “fischietto“ di Promozione, certamente più esperto, avrebbe fatto fatica.
Alcione – Anche il presidente dell’Alcione, Montini, tende la mano a Bergomi e considera chiusa la vicenda. “Vero, sono amareggiato per quanto successo domenica ma Beppe Bergomi era e rimane un amico e un uomo di grandi valori morali – scrive sulla pagina social del club -. Insieme a Franco Baresi lo indico sempre come esempio a tutti i ragazzi dell’Alcione e se c’è stata mancanza di rispetto da parte di un nostro ragazzo me ne dispiaccio e chiedo scusa a nome di tutta la società. Personalmente ho seguito il finale di partita a pochi metri da Beppe e devo raccontare un aneddoto: dopo una decisione arbitrale contraria Beppe ha avuto una parola offensiva verso l’arbitro ma accortosi che erano vicini 2 ragazzini ad assistere alla partita si è avvicinato scusandosi per quanto detto. Al fischio finale ci siamo salutati e poi ho visto che si dirigeva in direzione della nostra panchina ed è successo quel che è successo…. Acqua passata, per noi rimarrà sempre il benvenuto“
Durante la partita tra le squadre Primavera di Juventus e Sassuolo, con gli ospiti in vantaggio 2-0, Simone Cinquegrano – difensore del club emiliano – si infortuna e i suoi compagni calciano volontariamente il pallone fuori. Come mostrano le immagini di Sportitalia, il tecnico bianconero Paolo Montero – che nella Juventus ha giocato dal 1996 al 2005 – ordina ai suoi calciatori di non restituire il pallone. Da quell’azione nasce il gol di Francesco Crapisto, che comunque non basta ai padroni di casa per evitare la sconfitta: la partita finisce con la vittoria 2-1 del Sassuolo.
Mariangela Presicce ha vent’anni, vive a Nardò, in Salento, e partecipa a prestigiosi concorsi di bellezza. Arbitra da cinque anni e sensibilizza contro la violenza sulle donne
Calca le passerelle dei concorsi di bellezza più prestigiosi d’Italia e del mondo e con la stessa disinvoltura si muove sui campi di calcio giovanile. Mariangela Presicce ha vent’anni. Vive a Nardò, in Salento, ed è una modella. “Arbitrare è una mia grande passione – racconta a Repubblica – coltivata sin da quando ero piccolina. Mio padre faceva l’allenatore di una squadra di calcio e non mi perdevo un allenamento o una partita”.
Carattere forte e deciso, piglio determinato, nonostante la giovane età. “Ero colpita in campo – dice – dall’autorevolezza che l’arbitro dimostrava facendosi rispettare in ogni sua decisione”. Ma i sogni, le ambizioni e la passione si sono scontrati con la dura realtà e un mondo, quello calcistico, ancora troppo pieno di pregiudizi contro le donne che decidono di avvicinarsi al pallone. Insulti, offese, minacce. In campo, Mariangela è spesso facile bersaglio di attacchi sessisti. E così non è facile rimanere in silenzio.
Giorni fa, in concomitanza con le offese ricevute sui social da una guardalinee spagnola dopo un infortunio, ha deciso di rendere pubblica la sua esperienza di arbitra. E si è sfogata in un lungo post su Facebook. “Sono una ragazza, sono un’arbitra da 5 anni, in campo mi sento dire di tutto e di più. Spesso mi chiedono perché arbitro e come faccio a sopportare insulti e tanto altro. Rispondo: se hai una passione in questo sport si tappano le orecchie ma non il cuore perché ci ripensi e stai male per la crudeltà che esiste. Ho solo rabbia verso queste ‘persone’, purtroppo viviamo in un mondo di etichette e senza umanità”.
Effettivamente Mariangela, in questi cinque anni, ha dovuto far finta di non sentire. “Dagli spalti – racconta – l’insulto più ricorrente è quello di andare a cucinare perché non sono in grado di arbitrare ma tante volte le offese mi arrivano direttamente dai giocatori in campo e dai dirigenti”. Spesso persone molto più grandi di Mariangela e che potrebbero esserle padre o nonno.
Un anno fa, durante una partita tra formazioni giovanili a Lecce, le tensioni in campo sono esplose. Falli e calci, una caccia all’avversario e Mariangela è quasi obbligata a estrarre un cartellino rosso a un giocatore. E’ scoppiato il finimondo in campo e sulle rispettive panchine.
“Vengono sempre donne ad arbitrare e non capiscono niente” è stato l’insulto che un dirigente le ha rivolto. Cartellino rosso, squalifica e ricorso al giudice sportivo davanti al quale il dirigente ha depositato decine di foto di Mariangela in pose da modella che, come tesi difensiva, non potevano conciliarsi con l’attività di arbitra.
“Mi viene soltanto da sorridere – è il commento laconico di Mariangela – ma nonostante tutti questi episodi vado avanti per la mia strada”. D’altronde non difetta in personalità e autorevolezza. Ha partecipato a tanti concorsi di bellezza, sfilato a Miss Italia e miss Mondo e vinto Miss Red Carpet a Venezia, una manifestazione collaterale al Festival del Cinema.
E in ogni occasione in cui può sfoggiare la sua bellezza si impegna in campagne di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne nel mondo del calcio. “Nel corso di una recente esibizione a Riccione – racconta – ho portato un cartellino rosso, un simbolo per espellere tutte le forme di sessismo sia verbale sia fisico da un campo di calcio e, di certo, io non mi arrendo. Continuerò a correre dietro a un pallone e a tutti i miei sogni”.
Sanzione da 1.500 euro inflitta dal tribunale per un articolo scritto da Corona sulla sua testata online nel 2019, parte lesa anche Mauro Icardi. I due hanno sempre smentito la relazione
Il flirt di cui aveva scritto non era vero, e per questo Fabrizio Corona è stato condannato a una sanzione di 1.500 euro per la diffamazione commessanei confronti di Wanda Nara, del maritoMauro Icardi, ex bomber nerazzurro e ora al Galatasaray, e del centrocampista Marcelo Brozovic, anche lui ex Inter e ora all’Al Nassr.
Lo ha deciso la giudicedella quarta sezione penale del tribunale di Milano Angela Scalise, che ha riconosciuto nei confronti delle due parti civili un provvisionale di risarcimento di 5mila e 7mila e 500 euro.
Si tratta di provvisionali di risarcimento “immediatamente esecutive” e poi la quantificazione complessiva dei danni “non patrimoniali” dovrà passare per una causa civile. Corona è stato anche condannato alla “riparazione del danno” a Nara e Icardi da definirsi in “separato giudizio“.
La vicenda riguarda un articolo comparso nel febbraio 2019 sulla rivista online “The King Corona Magazine” su un falso flirt tra Wanda Nara – anche procuratrice del marito Icardi e showgirl – e il calciatore croato, all’epoca all’Inter e quindi compagno di squadra di Mauro Icardi e fidanzato di Nara.
“Siamo soddisfatti ed è una sentenza giusta“, ha commentato l’avvocato Danilo Buongiorno, che assiste il giocatore croato. Wanda Nara, nell’aprile del 2022, aveva anche testimoniato in aula come parte civile nel processo, scaturito dalle denunce di lei, del marito e di Brozovic. Quel falso scoop di Corona, aveva raccontato, sarebbe stato alla base della rottura tra Icardi e l’Inter che si consumò alla fine della stagione 2018-2019. “Non ho mai avuto una relazione con Brozovic. Nell’articolo si parla di chiamate e di messaggi con Brozovic, ma io non ho mai avuto il suo numero e non era neanche una persona che frequentavamo nella squadra. Non ho capito da dove è nata questa storia. Dopo quel pezzo che riportava tutte cose non vere sono cominciati i problemi e Mauro poi ha dovuto cambiare squadra, l’Inter gli aveva fatto pesare anche questa situazione, gli era stato detto che doveva cambiare procuratore, che non doveva avere più una procuratrice donna“, aveva detto la 37enne argentina, assistita dal legale Giuseppe Di Carlo, nella sua deposizione in aula.
“Parliamo di 1500 euro di multa, di una sentenza di condanna, ma ad una pena solo pecuniaria – ha detto, invece, l’avvocato Ivano Chiesa, che difende Corona – . Non sono soddisfatto, ma solo una pena pecuniaria è comunque una cosa buona, anche se faremo appello“. Corona, ha aggiunto il legale, “aveva spiegato che lui riportò una notizia già pubblicata, come poteva controllare la fonte? E’ andata così, vediamo ora di proseguire la battaglia“. La Procura aveva chiesto inizialmente l’archiviazione dell’indagine scaturita dalle querele, ma Brozovic, col suo legale, si era opposto e si è arrivati così al processo all’ex agente fotografico.
Il post (rimosso) dopo la rete del giovane talento contro la Lazio
Il primo gol in Serie A, lunedì sera contro la Lazio, non si scorda mai, a maggior ragione se è servito per lanciare una rimonta decisiva nell’economia della stagione della Fiorentina e se è arrivato sotto gli occhi del vice allenatore dell’Italia, Marco Domenichini. È stato un lunedì pieno di gioia per Micheal Kayode, autore del gol del pareggio con la Lazio e del suo primo centro nel campionato italiano: un tap in a porta vuota su assist di Belotti con tanto di suspence per il tocco sulla traversa ma sublimato da un gol, coronamento di un lungo percorso e di tanti sacrifici, di una gavetta partita dai dilettanti del Gozzano in Serie D a diciassette anni e terminata in Serie A. E così, mentre Nico Gonzalez e gli altri compagni spronavano Kayo a prendere il pallone per completare la rimonta, lui per festeggiare prima si è prima buttato in scivolata sull’erba bagnata del Franchi, poi ha raccolto l’abbraccio del pubblico del parterre di tribuna. La sera poi, dopo la partita, niente festeggiamenti particolari: una cena con la fidanzata Eleonora nella nuova casa vicino Fiesolee nulla più.
Un low profile tipico di un giocatore che sta dimostrando una crescita continua, iniziata ad agosto a Genova con la prima maglia da titolare, proseguita nelle settimane di assenza di Dodò e fortificata poi prima con un infortunio che sembrava averlo fermato sul più bello poi dalla concorrenza da gennaio con Faraoni. Un calciatore esperto che, con alcune maglie da titolare subito al suo arrivo pareva aver fermato la definitiva esplosione del ragazzo di Borgomanero. Invece Italiano ha saputo sfruttare la concorrenza per alzare ancora di più le performance del classe 2004, adesso al 100% sia fisico che mentale: «In altre situazioni non mi era piaciuto, ma se gioca così può mettere in crisi anche Felipe Anderson e Zaccagni. Vuol dire essere maturi, ma ora piedi ben saldi a terra e niente cali di concentrazione, quando lo fa diventa normale. Non so se può andare già in Nazionale, ma se gioca così può ambire a fare una carriera importante», ha detto Italiano nel post partita.
Già la Nazionale: il vice di Spalletti Domenichini sul taccuino si è annotato piacevolmente la prestazione di Kayode, potenziale petalo di una margherita che sta offrendo tanti giovani italiani promettenti. Su quella fascia il totem si chiama Di Lorenzo ma l’età e il tempo sono tutti dalla parte di Michael. Nel futuro intanto c’è solo la Fiorentina, nonostante l’interesse dell’Arsenal in passato: «Svariate squadre di Premier lo seguono, ma la Fiorentina lo ha blindato con un bel contratto fino al 2028 e con tanti bonus, pensiamo a far bene adesso e in futuro per la maglia viola», ha detto lo scopritore di Kayo Andrea Ritorni a Radiofirenzeviola. Nel giorno di festa non è mancata però una piccola macchia: sul proprio profilo X in lingua inglese la Lega Serie A ha celebrato il primo gol in carriera del terzino definendolo “campione africano”. In realtà Kayode è italianissimo e nato in provincia di Novara.
Offese social una galleria degli orrori che ha trovato però la replica della capitana azzurra Girelli e delle sue compagne
L’avevamo vista coperta di sangue, il volto ferito dopo loscontro con una telecamera, sconvolto in una smorfia che non poteva non stringere lo stomaco. Ma non a tutti, evidentemente. Perché la guardalinee spagnola Guadalupe Porras è diventata oggetto di volgari insulti sessisti.
Insulti sessisti alla guardalinee: “Torna in cucina” – “Torna in cucina”. In tanti, vedendo quelle immagini, hanno reagito così: insultando Porras. La guardalinee uscita infortunata domenica durante Betis-Athletic Bilbao non ha suscitato solo reazioni di conforto e di vicinanza. Ma anche attacchi legati al suo sesso. Quasi scontato che, chi ha colto l’occasione per mostrare il proprio maschilismo tossico, l’abbia fatto collezionando strafalcioni grammaticali e lessicali. Peggio però le offese a mezzo social di cui l’assistente arbitrale è stata bersaglio e che suonavano (emendate degli errori) più o meno così: “Se fosse rimasta a pulire la casa non le sarebbe successo niente”, oppure “non è roba per donne”, “resta a casa a fare la sfoglia” e “tanto per rimarcare che uomini e donne non sono uguali”. Più i soliti legati alla cucina: “Ora torna a cucinare qualcosa ai bambini” o “se fosse rimasta in cucina al massimo si sarebbe tagliata un dito”. Fino al peggiore, forse: “Basta arbitre”.
La replica delle calciatrici: “Siete tristi e ignoranti” – Insomma, una galleria degli orrori. Raccontarla serve almeno a porre l’accento sull’ennesima manifestazione tossica e su come, invece, sia necessario normalizzare un ruolo che a qualcuno sembrerà nuovo, ma che invece in campo i calciatori e i dirigenti hanno accolto senza fare alcuna distinzione. Tra le prime a denunciare quanto letto, Cristiana Girelli, neo capitano della Nazionale italiana dopo l’addio di Sara Gama: “E io ancora fiduciosa in un cambiamento nella cultura del calcio italiano. Siete sempre più tristi e ignoranti”. E anche Elena Linari e Valentina Giacinti, sue compagne, hanno speso parole dure ripostando quegli insulti sessisti: “Continueremo a essere avvocate, presidenti, dottoresse, calciatrici. E sì, anche arbitre: che vi piaccia o meno”. Fino a Barbara Bonansea, che ha posto l’accento su come in torto fosse la telecamera, non lei che fa la guardalinee, chiosando: “Siete molto tristi”.
Il club:’Giocatore tornava da un preghiera. Sta bene, si allena’
Incidente stradale questa mattina, intorno alle 6, nel centro di Empoli (Firenze), per M’baye Niang, il nuovo attaccante degli Azzurri, autore di due gol su rigore nelle ultime due gare del club empolese.
Alla guida del suo suv Mercedes il giocatore ha colpito due auto in sosta al lato della strada.
Nell’impatto una utilitaria è andata distrutta. Il calciatore è stato portato al pronto soccorso solo per un controllo rapido: non è rimasto ferito. Nessun’altra persona è rimasta coinvolta. “Ci tengo a precisare – ha poi dichiarato il direttore sportivo dell’Empoli Pietro Accardi in una nota – che Niang ci ha prontamente avvertiti della disavventura avvenuta questa mattina. Come club siamo a conoscenza che, fin dal suo arrivo a Empoli, il ragazzo di buon mattino è solito uscire ed unirsi a gruppi di preghiera con altri praticanti della sua religione. Il calciatore, rientrando a casa e complice una disattenzione, è andato a sbattere con alcune auto in sosta. M’Baye sta bene, tutti i test svolti come da prassi dalle autorità competenti hanno dato esito completamente negativo. Questo pomeriggio il calciatore si allena regolarmente col gruppo di mister Nicola per preparare la gara di sabato contro il Sassuolo“.
Niente coreografia contro l’Atletico in Champions e nessun impianto di amplificazione della voce dopo il provvedimento delle autorità di pubblica sicurezza
Gli rimane solo la voce. Dopo gli incidenti nella sfida con la Juve, la Curva Nord non potrà esporre bandiere, utilizzare impianti di amplificazione della vocesino al termine della stagione. Il provvedimento delle autorità di pubblica sicurezza è stato reso noto dallo stesso tifo organizzato nerazzurro con un post social: “Ci aspettano tante battaglie importanti – si legge nella nota – Purtroppo a causa dei recenti avvenimenti in curva non ci saranno bandiere, impianto col microfono e la coreografia prevista con l’Atletico non verrà realizzata. Paghiamo dazio e ce ne assumiamo la totale responsabilità, faremo in modo di non cadere di nuovo in errore. Saranno mesi duri ma se ognuno di noi fa la sua parte saremo ancora la curva migliore d’Italia“.
DASPO – Al termine di Inter-Juve tifosi interisti, dopo la mezzanotte, avevano lanciato bombe carta verso i mezzi delle forze dell’ordine e i pullman dei tifosi juventini, causando il danneggiamento di un veicolo della polizia.
L’autobus del Real Madrid è stato coinvolto in un incidente in Germania. Fortunatamente non si registrano danni significativi. (tramite Sport Bild) – Real Madrid’s bus was involved in an accident in Germany. Luckily, no significant damage has been reported. (via sport Bild)
I blancos erano diretti dall’aeroporto di Erfurt a Lipsia per la gara di andata degli ottavi Champions League: lievi danni al mezzo
Inconveniente per il Real Madrid,diretto a Lipsia per l’andata degli ottavi di finale della Champions League 2023-24. A causa di uno sciopero dei voli che ha costretto il Real Madrid ad atterrare eccezionalmente nell’aeroporto di Erfurt, gli spagnoli hanno dovuto affrontare un viaggio più lungo in pullman. Il mezzo che trasportava la formazione di Ancelottiè stato coinvolto in un incidente stradale. Secondo quanto riportato dalla Bild, un’auto ha colpito l’autobus del Real all’uscita dall’autostrada, colpendo lo specchietto retrovisore dopo l’impatto. Solo tanto spavento per i calciatori di Ancelotti, con il pullman che ha riportato una serie di graffi sulla fiancata del conducente. Il bus è arrivato regolarmente a Lipsia.
Il calcio, spesso descritto come lo sport più bello del mondo, può talvolta mostrare il suo volto più oscuro e crudele. È accaduto di nuovo, questa volta in un campo da gioco dell’Indonesia, dove un fulmine ha spezzato la vita di un giovane calciatore, Septian Raharja, davanti agli occhi atterriti dei suoi compagni di squadra e dei presenti.
Questo tragico evento, catturato in un video che ha fatto il giro del web, ha scosso profondamente la comunità calcistica mondiale, portando l’attenzione su questioni di sicurezza e preparazione in caso di condizioni meteorologiche estreme durante le partite.
Il video dell’incidente, avvenuto durante una partita amichevole tra il FLO FC Bandung e il FBI Subang, mostra un cielo carico di nubi minacciose e il rimbombo lontano dei tuoni. I giocatori sono sul terreno di gioco, concentrati sulle loro azioni, quando improvvisamente un lampo squarcia il cielo e un fragore assordante riempie lo stadio. Nel mezzo di questo caos, Septian Raharja, posizionato sulla destra del reparto difensivo, viene colpito dal fulmine mentre attende che la palla venga rimessa in gioco dal portiere. La sua figura viene avvolta da una luce accecante, e poi cade a terra, immobile.
Le testimonianze dei suoi compagni di squadra dipingono un quadro raccapricciante: il corpo di Septian viene avvolto da fiamme improvvise e la sua divisa è ridotta a brandelli. Le sue scarpe sono carbonizzate, e la sua pelle mostra segni evidenti dell’alta tensione che lo ha attraversato. Nonostante gli sforzi tempestivi dei soccorritori e l’arrivo immediato di un’ambulanza, le ferite riportate sono troppo gravi e Septian muore poco dopo il trasporto in ospedale.
La sicurezza nel calcio – Questo tragico evento solleva domande importanti sulla sicurezza dei giocatori durante le partite, specialmente in condizioni meteorologiche avverse. Mentre gli impianti sportivi di tutto il mondo sono dotati di parafulmini e misure di sicurezza, episodi come questo mettono in discussione l’efficacia di tali dispositivi e sollevano la necessità di rivedere e potenziare i protocolli di sicurezza.
Inoltre, l’incidente di Septian non è un caso isolato. L’anno precedente, un altro giovane calciatore indonesiano era stato colpito da un fulmine durante una partita, sebbene fosse sopravvissuto. In Brasile, invece, un altro atleta aveva perso la vita in circostanze simili. Questi eventi indicano la necessità urgente di un’azione coordinata per proteggere i giocatori da tali pericoli imprevedibili.
La morte di Septian Raharja è una tragedia che ha scuote il mondo del calcio. Mentre la comunità sportiva si unisce nel cordoglio per la perdita di un giovane talento, è essenziale che vengano intraprese misure concrete per garantire la sicurezza dei giocatori in campo. Solo attraverso un impegno collettivo per l’implementazione di migliori pratiche di sicurezza e la vigilanza costante sulle condizioni meteorologiche, si può sperare di evitare che tragedie simili accadano in futuro.
A poco più di una settimana dalla scomparsa del campionissimo, nella periferia del capoluogo sardo è stato inaugurato un piazzale dedicato a Rombo di Tuono e ai suoi compagni dello storico scudetto
Oltre 500 persone per inaugurare una piazza, ma soprattutto per continuare a omaggiare il ricordo di Gigi Riva. A poco più di una settimana dalla scomparsa del campionissimo del Cagliari, a Sestu, nella periferia del capoluogo sardo, è stata inaugurata una piazza dedicata a Rombo di Tuono e ai suoi compagni dello Scudetto del 1970.
L’EVENTO – Un cartello recita: “Campioni d’Italia – Cagliari Calcio 1969-70”. Ma oltre ai ricordi e alla memoria dei campioni di quell’impresa la piazza vuole essere un luogo di aggregazione e anche permettere ai bambini del posto di giocare al sicuro. Presente all’inaugurazione dello spazio pubblico dedicato a Riva e ai suoi compagni rossoblù una delegazione del Cagliari Calcio di oggi, con Gianluca Lapadula e Matteo Prati. Ma anche alcuni di quegli eroi per i tifosi sardi, come Beppe Tomasini, Adriano Reginato, Ricciotti Greatti e Mario Brugnera. Ma soprattutto centinaia di tifosi e appassionati che non sono voluti mancare per l’ennesimo tributo festoso, con bandiere, magliette e striscioni, a Riva e alla storia del Cagliari campione d’Italia.
Tragedia sfiorata in Inghilterra. Durante la partita del quarto turno di FA Cup tra Ipswich e Maidstone, un tifoso ospite è precipitato dal secondo anello dello stadio mentre esultava per il gol della sua squadra che gioca nella sesta divisione inglese e che – con una sorpresa clamorosa – è riuscita a qualificarsi. Il tifoso non ha riportato gravi conseguenze perché l’impatto della caduta è stato attutito dalle persone che si trovavano nel primo anello.