La nuova penalizzazione si somma ai 7 punti già comminati in precedenza. In questo modo, il club giuliano partirà da –20 in questa stagione.
Lo Stadio Nereo Rocco, casa della Triestina (Foto: Alessandro Sabattini/Getty Images)
Il Tribunale Federale Nazionale ha sanzionato l’U.S. Triestina Calcio 1918(Girone A di Serie C) con 13 punti di penalizzazione in classifica da scontare nella corrente stagione sportiva per una serie di violazioni di natura amministrativa. La società era stata deferita lo scorso 31 luglio a seguito di segnalazioni della Co.Vi.So.C..
La nuova penalizzazione si somma ai 7 punti già comminati in precedenza. In questo modo, il club giuliano partirà da –20 in questa stagione, vedendo fortemente ridottele proprie speranze di salvezza a causa di questa sanzione pesante.
La Triestina è stata recentemente acquistata da House of Doge attraverso la sua controllata Dogecoin Ventures, società collegata alla fondazione Dogecoin legata all’omonima criptovaluta. È la prima volta che una criptovaluta ha il controllo diretto di una squadra di calcio professionistica. House of Doge ha scritto in una nota che l’obiettivo dell’acquisizione è promuovere l’utilizzo di Dogecoin nei pagamenti.
Di seguito, la nuova classifica del girone A di Serie C dopo la penalizzazione odierna per i giuliani:
Pos.
Squadre
punti
1
Vicenza
10
2
Lecco
10
3
Union Brescia
9
4
Pergolettese
9
5
Arzignano Valchiampo
7
6
Alcione Milano
7
7
Renate
7
8
Pro Vercelli
6
9
Trento
5
10
Giana Erminio
5
11
Virtus Verona
4
12
Novara
4
13
Cittadella
4
14
Dolomiti Bellunesi
3
15
Inter U23
2
16
Albinoleffe
2
17
Pro Patria
2
18
Ospitaletto
2
19
Lumezzane
0
20
Triestina – (20 punti di penalizzazione)
-15
Violazioni amministrative: 13 punti di penalizzazione per la Triestina
La società era stata deferita lo scorso 31 luglio a seguito di segnalazioni della Co.Vi.So.C.
Il Tribunale Federale Nazionale ha sanzionato l’U.S. Triestina Calcio 1918 (Girone A di Serie C) con 13 punti di penalizzazione in classifica da scontare nella corrente stagione sportiva per una serie di violazioni di natura amministrativa. La società era stata deferita lo scorso 31 luglio a seguito di segnalazioni dellaCo.Vi.So.C..
Un’irregolarità nei pagamenti alla base del -4 per il club di Cellino, così si salverebbe il Frosinone (annullato il playout di domani coi granata). Le possibilità di ricorso dei lombardi
Un terremoto sconvolge la Serie B.È in arrivo una penalizzazione (probabilmente di 4 punti) per il Brescia, che farà riscrivere la classifica finale e i verdetti sul fondo della graduatoria. Con il -4 il Brescia diventa terzultimo e retrocede in Serie C con Cittadella e Cosenza, mentre il Frosinone, la Salernitana e la Sampdoriaguadagnano una posizione con questo esito: Frosinone salvo, Salernitana al playout con il piazzamento più favorevole, e Sampdoria ripresa dalla C per i capelli e ammessa allo spareggio salvezza. Ovviamente la gara di domani tra Salernitana e Frosinone viene rinviata e poi sarà annullata (l’ha ufficializzato la Lega B a tutela del campionato): appena la sentenza sarà definitiva, verrà riprogrammato il nuovo playout tra Sampdoria e Salernitana, con ritorno stavolta all’Arechi.
i fatti – La rivoluzione è dovuta a un’irregolarita commessa dal Brescia alla scadenza di febbraio per il pagamento di stipendi e contributi. La società di Massimo Cellino avrebbe coperto la parte relativa alle tasse con crediti d’imposta che in realtà si sono rivelati inesistenti. Quando ci sono operazioni di questo tipo, la Covisocprocede alle verifiche del caso con l’Agenzia delle Entrate e i tempi della risposta sono stati lunghissimi. La lettera della Covisoc infatti era datata 28 febbraio, mentre la risposta dell’Agenzia è arrivata solo venerdì scorso, il 16 maggio, avvisando che i crediti dichiarati dal Brescia erano in realtà inesistenti. Sabato 17 la Covisoc ha trasmesso gli atti alla Procura Figc che domenica 18 ha mandato l’avviso di conclusione delle indagini. Insomma, la Figc ha accelerato nel più breve tempo possibile tutta la sua procedura, ma i tempi dell’Agenzia delle Entrate hanno sconvolto tutto.
conseguenze – Ora si aspetterà l’udienza di primo grado, probabilmente al Tfn, nei prossimi giorni. In base a quella, con le motivazioni in mano, si deciderà come concludere la stagione sul fondo della classifica. Se la sentenza di condanna sarà solida, non si aspetteranno i successivi gradi di giudizio ai quali il Brescia si potrà appellare e la Lega B con la Figc si assumeranno il rischio di giocare subito il playout. Se invece ci saranno margini per l’appello, si aspetterà a giocare. Va infine detto che non è escluso che il Brescia abbia fatto ricorso alla stessa procedura anche per la scadenza di aprile, ma in tal caso (se accertata qualche irregolarità) l’eventuale penalizzazione ricadrà sulla prossima stagione, come da regolamento. Una nuova estate calda è appena cominciata.
Il Tribunale Federale Nazionale ha sanzionato la Turris Calcio (Girone C di Serie C) con l’esclusione dall’attuale campionato di competenza nonché con 3 punti di penalizzazione in classifica da scontare nella prima stagione sportiva utile.La classifica del raggruppamento sarà nuovamente stravolta:l’esclusione della Turris e in precedenza quella del Taranto porta all’annullamento dei risultati e al ricalcolo della graduatoria, che modifica il volto del campionato a poche giornate dalla fine della Regular Season.
VIOLAZIONI AMMINISTRATIVE– La società campana di Torre del Greco era stata deferita lo scorso 5 marzo a seguito di segnalazioni della Covisoc per una serie di violazioni di natura amministrativa. Un’altra società che dunque saluta prematuramente la stagione e la categoria, dopo il Taranto: adesso resta solo una retrocessa da decretare, con il playout tra terzultima e quartultima, al momento Messina-Casertana. LA NUOVA CLASSIFICA – Questa la nuova classifica, dopo la doppia esclusione di Turris e Taranto:
Dopo le stagioni in Serie A e il fallimento è tornato alle sue origini di squadra di quartiere, ma è rimasto ambizioso grazie al suo nuovo presidente: l’ex capitano Sergio Pellissier
Per molti anni chi seguiva la Serie A si era abituato a vedere tra le partecipanti il ChievoVerona, l’unica squadra nel calcio italiano ad aver completato, con la prima promozione in Serie A nel 2001, l’intera scalata dalla categoria più bassa alla più alta. Fu un caso abbastanza eccezionale soprattutto per il contesto in cui ebbe origine, e cioè un quartiere di appena cinquemila abitanti a nord-ovest di Verona, sulla riva destra dell’Adige, con un passato prima agricolo, poi da periferia operaia e popolare, e un presente da zona residenziale tranquilla e amena.
In Serie A il Chievo ci rimase, con una pausa per la retrocessione in B del 2007, fino al 2019, ottenendo diversi risultati sorprendenti soprattutto nei primi anni, in cui arrivò addirittura a giocare competizioni internazionali. Poi però alcuni problemi giudiziari lo costrinsero a tornare nelle categorie inferiori, quelle in cui aveva giocato per tutta la sua storia fino agli anni Ottanta. Nel 2021 fu escluso da tutti i campionati professionistici e in seguito dichiarato fallito a causa di inadempienze tributarie; in quello stesso anno gli ex calciatori Sergio Pellissier ed Enzo Zanin fondarono una nuova squadra, la Clivense, e la iscrissero al campionato di Terza Categoria. La scorsa primavera la Clivense ha acquistato il marchio del Chievo, acquisendo il nome ChievoVerona.
Oggi è settimo nel girone B di Serie D e gioca alcune partite nel campo dell’Hellas Verona femminile e altre in quello del Sona, una squadra locale. Si giocava lì anche la partita contro il Crema di domenica 2 marzo, durante la quale i tifosi di casa hanno intonato un coro che fa così: «Siamo i figli della storia, di una magica realtà, di una squadra di un quartiere, arrivata in Serie A. Poi sono passati gli anni, poi sono arrivati i guai, ma non ci hanno mai piegati, noi non molleremo mai». Come molti cori ultrà è un po’ enfatico e retorico, ma sintetizza in modo efficace le vicissitudini della squadra.
L’atmosfera al campo del Sona (definirlo stadio forse è eccessivo, visto che c’è una sola tribuna, mentre su due lati confina con vigneti) è piuttosto lontana da quella delle partite di Serie A. Non ci sono tornelli e controlli; le persone possono scegliere se sedersi in tribuna oppure guardare la partita a bordo campo, appoggiate alle reti;mancano raccattapalle e maxischermi. Ciononostante, c’è grande partecipazione tra gli ultras e tra la gente di Chievo e dintorni, anzi la ripartenza nelle categorie inferiori ha forse reso di nuovo preponderante la componente del tifo più popolare e di quartiere. Pur non essendo mai del tutto sparita, si era un po’ smorzata quando il Chievo era diventato almeno nei risultati la prima squadra di Verona, arrivando ad acquisire per un periodo una dimensione anche internazionale.
Quanto la squadra sia radicata nel suo quartiere lo si vede passeggiando nelle poche strade di Chievo, dove ci sono tanti adesivi e murales legati alla squadra e ai gruppi organizzati di tifosi; il primo in cui ci si imbatte, arrivando nel quartiere da sud, dice «al Chievo solo il Chievo» (anche il quartiere viene spesso menzionato con l’articolo davanti). Poco più avanti c’è il Tito’s bar, un punto di ritrovo nei giorni delle partite, sulle cui pareti sono esposti gagliardetti, maglie, sciarpe e altri cimeli della squadra: qui i tifosi ricordano ancora l’eccitazione che accompagnò l’ascesa del Chievo ai vertici del calcio e i primi, storici derby contro l’Hellas Verona.
Una scritta su un muro di Chievo, Verona, 2 marzo 2025 (Gianluca Cedolin, Il Post)
Proprio la settimana scorsa per Luca Campedelli, che era stato presidente del Chievo per diciassette stagioni in Serie A, la procura ha chiesto il rinvio a giudizio con l’accusa di bancarotta fraudolenta e per la cessione fittizia di alcuni giocatori al Cesena e al Carpi, una vicenda di plusvalenze per la quale la squadra ricevette una penalizzazione nella sua ultima stagione in Serie A, quella 2018/2019.
Al termine di quella stagione si ritirò dal calcio Pellissier, che aveva giocato nel Chievo come attaccante tra il 2002 e il 2019, diventando il giocatore con più gol in Serie A nella storia della squadra (112). In occasione della sua ultima partita in casa, Campedellidisse che Pellissier sarebbe diventato il presidente operativo del club dalla stagione successiva. Col tempo però, con gli sviluppi delle vicende giudiziarie del Chievo, i rapporti tra i due peggiorarono, e quando il Chievo fallì Pellissier decise di fondare una nuova squadra che ne riprendesse la storia.
Non fu semplice, però, perché inizialmente non gli fu consentito di chiamarla Chievo, e solo tre anni dopo riuscì ad acquistare il marchio, in un’asta piuttosto onerosa alla quale si presentò pure Campedelli, che nel frattempo aveva acquistato il Vigasio, un’altra squadra della provincia di Verona, di Serie D. Pellissier, Zanin e i loro soci, anche grazie a una raccolta fondi a cui hanno partecipato sponsor e tifosi (una specie di azionariato popolare), se lo aggiudicarono per circa 350mila euro, che per un club di Serie D sono davvero parecchi.
Pellissier e Zanin assieme ai tifosi dopo l’asta con cui si sono presi il marchio ChievoVerona
Con l’acquisizione del marchio, i tifosi che avevano smesso di tifare per il Chievo non riconoscendo alla Clivense la continuità storica con quel club sono quasi tutti tornati a seguirlo, racconta un tifoso al Tito’s Bar. Oggi i due principali gruppi ultras, North Side e Followers, cantano insieme alle partite in casa e in trasferta: a frequentare lo stadio sono nell’ordine di qualche centinaio. Quelli del North Side, il più antico e grosso gruppo di tifo organizzato (sono nati nel 1994, quando il Chievo arrivò in Serie B per la prima volta), si sono schierati sin da subito dalla parte di Pellissier e della Clivense; i Followers invece sono stati più attendisti e sono tornati a tifare solo con il ritorno del ChievoVerona.
Qualcuno tuttavia, dopo il fallimento, si è allontanato in modo più o meno definitivo dalla squadra. Il Gate 7, un altro dei gruppi organizzati, si è sciolto la scorsa estate; quelli degli Amici del ChievoVerona, uno dei coordinamenti storici, quasi non fanno più attività. Nati nel 1994, poco dopo il gruppo North Side, gli Amici hanno sempre avuto come punto di ritrovo il bar La Pantalona, a Chievo. Il titolare racconta che «la cancellazione del primo Chievo ha un po’ spiazzato l’anima della tifoseria». Per loro il Chievo, dice il barista, è sempre stata una cosa popolare, di tutti, soprattutto quando giocava tra i dilettanti ed era facile che ci fossero rapporti diretti tra la gente del quartiere e la squadra. Con il fallimento, però, alcuni si sono disamorati del calcio, non tanto per il ritorno in categorie inferiori, quanto per la temporanea cancellazione del marchio e tutte le vicende giudiziarie che hanno coinvolto il club.
È difficile dire cosa sarebbe successo se Campedelli fosse riuscito a ricomprarsi il marchio, perché a quel punto per i tifosi sarebbe sorto un nuovo dilemma: seguire «la continuazione spirituale» del Chievo (come il tifoso del Tito’s Bar definisce la squadra di Pellissier e Zanin) oppure la nuova squadra con il nuovo marchio ChievoVerona, che probabilmente avrebbe recuperato la continuità storica con il vecchio Chievo.
Secondo Zanin, attuale vicepresidente del club, «nessuno può dire se la gente ci avrebbe abbandonato; so solo che sin da subito abbiamo ricevuto grande sostegno. In ogni caso noi saremmo andati avanti». Nel primo anno della Clivense, in Terza Categoria, c’erano anche 300-400 persone allo stadio (tante, per una squadra di quel livello); la Clivense vinse quel campionato, con Pellissier che tornò eccezionalmente in campo dopo il ritiro e segnò una doppietta nella partita decisiva per la promozione; poi acquistò il titolo di una squadra di Eccellenza, saltando così due categorie e tre promozioni. Nel 2023 vinse il campionato di Eccellenza e fu promossa in Serie D.
Enzo Zanin (a sinistra) durante Chievo-Crema del 2 marzo 2025 (Gianluca Cedolin/Il Post)
Zanin è un altro che ha vissuto tutte le fasi storiche del Chievo: ci giocò come portiere in Serie C e in Serie B negli anni Novanta, poi lavorò come dirigente in tutto il periodo della Serie A, e infine assieme a Pellissier decise di fondare la Clivense. La squadra fu creata di fatto da zero; oggi non ha ancora un suo campo dove giocare in modo stabile, mentre la scorsa estate l’ex centro sportivo del Chievoè stato acquistato all’asta dall’Hellas per 3 milioni di euro. In quattro anni, comunque, è già riuscita a ottenere due promozioni, a organizzare un settore giovanile e una squadra femminile che stanno ottenendo ottimi risultati, e a far partecipare alla sua proprietà circa un migliaio di soci.
L’obiettivo sarebbe tornare in Serie B entro tre anni, cominciando a lottare per la promozione in Serie C dalla prossima stagione: «Per scalare le categorie ci servono 6 milioni di euro», dice Zanin, spiegando che sarà cruciale l’ingresso di nuovi soci e capitali per continuare a crescere. Non ha aiutato sicuramente dover sacrificare una grossa porzione del budget di questa stagione per comprare il marchio, ma secondo Zanin è valsa la pena riacquisire il nome e i simboli del Chievo, perché «quella è la nostra identità».
Sempre con quest’idea è stato deciso, sin dalla rinascita della Clivense, di ripristinare come colori sociali ufficiali il bianco e l’azzurro, anche se ancora oggi molti tifosi utilizzano il giallo e il blu nei loro stendardi e bandiere. Le maglie del Chievo in origine erano bianche e azzurre; poi, secondo una versione forse un po’ romanzata della storia, negli anni dopo la Seconda guerra mondiale la squadra, in grosse difficoltà economiche, chiese all’Hellas Verona di poter utilizzare le sue vecchie maglie gialle e blu. Il Chievo diventò quindi gialloblù, anche se mantenne il bianco e l’azzurro come alternativa per la seconda divisa; nei derby contro l’Hellas quindi si affrontavano due squadre con gli stessi colori sociali. In futuro, dovesse esserci un altro derby, non sarà più così, perché il nuovo, vecchio ChievoVerona ha scelto di tornare al biancazzurro.
Stangata per il Cosenza di Massimiliano Alvini e del presidente Guarascio. Il club calabrese è stato sanzionato dal Tribunale Federale Nazionale con 4 punti di penalizzazione per violazioni di natura amministrativa segnalate dalla COVISOC. Vanificati così il successo interno con la Cremonese e il pareggio a reti bianche con lo Spezia, maturati in questo avvio di stagione.
Cosenza penalizzato: -4 alla squadra di Alvini –“Nell’ambito di due diversi procedimenti, – si legge nel dispositivo ufficiale pubblicato dalla FIGC – il Tribunale Federale Nazionale, presieduto da Carlo Sica, ha sanzionato il Cosenza (Serie B) con 4 punti di penalizzazione in classifica da scontare nella corrente stagione sportiva e 10.000 euro di ammenda. Il TFN ha inoltre sanzionato con 18 mesi complessivi di inibizione Roberta Anania, all’epoca dei fatti legale rappresentante pro tempore del club. La società era stata deferita dalla Procura Federale per violazioni di natura amministrativa segnalate dalla COVISOC”.
Inviata una lettera al presidente della FIGC Gabriele Gravina Lettera a Gravina dopo l’istituzione della nuova Commissione indipendente.
(Foto: TIZIANA FABI/AFP via Getty Images)
La presidente e tre componenti della Covisoc hanno rassegnato oggi nelle mani del presidente della Figc, Gabriele Gravina, le loro irrevocabili dimissioni. Hanno ritenuto di rassegnare le dimissioni “perché – scrivono in una lettera – con l’approvazione del Decreto Legge in cui si istituisce la Commissione indipendente per la verifica dell’equilibrio economico e finanziario delle società sportive professionistiche, con la contestuale soppressione della Covisoc, sono venute meno le condizioni per operare”. Lo riporta l’ANSA.
Le dimissioni dalla ‘Commissione di vigilanza per le società professionistiche’ di Germana Panzironi, Angelo Fanizza, Gianna Galluzzo e Salvatore Mezzacapo varranno a far data dal 30 giugno, una volta terminate le procedure di iscrizione ai campionati professionistici per la stagione 2024/25. I quattro componenti erano stati nominati all’unanimità lo scorso mese di novembre, insieme al prof.Giuseppe Marini, e il loro incarico sarebbe durato ancora più di tre anni.
“Ringrazio la presidente Panzironi e i componenti per la competenza e l’imparzialità che hanno mostrato sin dal primo giorno della loro nomina – dichiara il presidente della Figc Gabriele Gravina – comprendo le ragioni di questa scelta e mi rammarico del fatto che il mondo dello sport perda figure di così alto profilo. In questi mesi, hanno svolto il loro incarico con professionalità e spirito di servizio, come peraltro hanno confermato garantendo il loro apporto fino al termine di questa stagione sportiva, sia sul versante dei controlli sia nel costante e proficuo confronto per il perfezionamento delle norme che riguardano la sostenibilità economico-finanziaria del calcio professionistico”.