Davanti alla Corte d’appello di Firenze si è concluso il processo per l’omicidio colposo del calciatore
La Corte d’appello di Firenze la confermato oggi la condanna a un anno per Giorgio Galanti, ex direttore del centro di medicina dello sport dell’ospedale fiorentino di Careggi e con un passato di consulente sportivo della Fiorentina. Il medico è accusato di omicidio colposo per la morte di Davide Astori, capitano della Fiorentina, stroncato da un arresto cardiaco il 4 marzo 2018 mentre era in ritiro con la squadra in un albergo a Udine.
In primo grado, con rito abbreviato davanti al Tribunale di Firenze, Galanti era stato condannato il 2 aprile 2021 sempre alla stessa pena. Astori, secondo gli accertamenti medici, fu vittima di un’aritmia ventricolare, provocata da una grave patologia cardiaca mai diagnosticata.
A Giorgio Galanti, 74 anni, che all’epoca dei fatti contestati era direttore sanitario del Centro di riferimento di medicina dello sport dell’Azienda ospedaliero universitaria di Careggi, la Procura ha contestato il rilascio ad Astori di due diversi certificati di idoneità alla pratica del calcio, nel luglio 2016 e nel luglio 2017. Secondo una consulenza tecnica effettuata da periti, i certificati di idoneità vennero rilasciati nonostante fossero emerse, nelle rispettive prove da sforzo, aritmie cardiache che avrebbero dovuto indurre i medici a effettuare accertamenti diagnostici più approfonditi al fine di escludere una cardiopatia organica o una sindrome aritmogena che, se fosse stata diagnosticata mentre si trovava in una fase iniziale, avrebbe consentito di interrompere l’attività agonistica di Astori e, tramite la prescrizione di farmaci, di rallentare la malattia e prevenire l’insorgenza di “aritmie ventricolari maligne“. Per l’accusa, Astori morì proprio per la mancata diagnosi di una cardiomiopatia aritmogena diventricolare.
Dati peggiori rispetto al 2023: il report della Goletta dei Laghi che evidenzia la pessima situazione al Tempio Voltiano
Pessime notizie per il Lago di Como e per la qualità delle sue acque. Su 11 punti campionati da Goletta dei laghi nel 2024, ben 7 sono risultati fortemente inquinati e solo quattro entro i limiti di legge. Tra i sette punti fortemente inquinati, tre foci: quelle del torrente Cosia, torrente Albano e Meria. Si confermano le criticità già riscontrate nei monitoraggi 2023, mentre gli altri quattro punti: le foci dei torrenti Inganna, Esino, Caldone e Gallavesa nel lecchese, che lo scorso anno erano tutti entro i limiti di legge, sono risultati nel 2024 fortemente inquinati.
I risultati del monitoraggio sul Lario sono stati presentati questa mattina in conferenza stampa dal portavoce di Goletta dei Laghi, Emilio Bianco, che ha commentato così i dati. “Sul lago di Como continueremo a insistere con i monitoraggi, perché sul bacino lacustre persistono alcune criticità che riscontriamo da anni e che, al di là dell’eccezionale momento metereologico che continua a interessare il Nord Italia, richiedono particolare attenzione”.
“Purtroppo, dobbiamo constatare che poco è cambiato rispetto alle criticità evidenziate negli anni precedenti dalle analisi di Goletta dei Laghi – dichiarano i Circoli Legambiente di Bellano e Lecco (LC) e di Como. Una fotografia che, a fasi alterne, si ripresenta puntuale soprattutto nei punti dove, ancora oggi non sono state messe in atto azioni per potenziare le reti fognarie, i collettori o il recapito finale ai depuratori. Periodi di forte siccità o, al contrario, di piogge intense pongono un interrogativo ancora più stringente rispetto agli investimenti che ancora mancano e a quelli fatti finora. Emblematiche continuano a essere le situazioni della città di Como con il torrente Cosia, ricettacolo di scarichi non controllati, del torrente Caldone a Lecco che riceve, evidentemente, reflui non collettati. Chiediamo di accelerare i controlli e i conseguenti interventi sulle fognature, per evitare di alimentare l’inquinamento del lago già messo sotto pressione da navigazione, cementificazione e pressione turistica”.
Il dettaglio delle analisi microbiologiche effettuato sulle acque del Lago di Como. Il 14 e il 17 giugno, i volontari e le volontarie di Legambiente hanno campionato 11 punti sulle sponde del lago di Como, quattro nel comune di Como e sette in quello di Lecco. I risultati delle analisi microbiologiche mostrano che sette di questi punti hanno concentrazioni di escherichia coli ed enterococchi intestinali ben al di sopra dei limiti di legge. A essere risultati fortemente inquinati sulla sponda comasca sono le foci del torrente Cosia, nei pressi del Tempio Voltiano, e quella del torrente Albano a Dongo, mentre per il versante lecchese del lago, ben oltre i limiti consentiti dalla legge sono le foci del torrente Inganna a Colico, quella del torrente Esino a Perledo, la foce del torrente Meria a Mandello del Lario, del torrente Caldone e in ultimo, la foce del torrente Gallavesa. Le quattro foci risultate nei limiti sono invece, le foci del torrente Telo ad Argegno e quella del torrente Breggia a Cernobbio, entrambe in provincia di Como, mentre le foci del torrente Valle dei Mulini a Bellano e la foce del rio Varrone a Dervio sulla sponda lecchese.
Rispetto al 2023, i punti con concentrazioni al di sopra dei limiti di legge sono aumentati: solo tre dei punti campionati (foci torrente Cosia, torrente Albano e Meria) confermano alte concentrazioni microbiologiche, mentre i rimanenti quattro, ossia le foci dei torrenti Inganna, Esino, Caldone e Gallavesa nel lecchese erano risultati, lo scorso anno, tutti a norma. Per quanto riguarda la segnaletica relativa al divieto di balneazione, i volontari e le volontarie di Legambiente ne hanno notato la presenza solo presso la foce del torrente Cosia, sulla sponda comasca.
L’avanzata dell’Anticiclone Africano che favorirà temperature roventi, notti tropicali e umidità alle stelle
Prepariamoci a giornate di caldo infernale sull’Italia con l’avanzata dell’Anticiclone Africano che favorirà temperature roventi, notti tropicali e umidità alle stelle.
Lorenzo Tedici, meteorologo del sitowww.iLMeteo.it, conferma l’inizio dell’espansione della bolla d’aria afosa africana, già dalle prossime ore. Il culmine di questa ondata di calore è atteso entro sabato 13 luglio, ma anche nei giorni seguenti l’estate italiana spingerà al massimo sull’acceleratore per la gioia solo dei vacanzieri: in città si soffrirà molto la prima ondata di caldo ‘nazionale’, da Nord a Sud.
Il caldo maggiore si registrerà in Sardegna ed in Sicilia con picchi di 42-43°C, fino a 38-39°C anche sul Sud peninsulare e parte del Centro: nessuna novità verrebbe da dire, come successo altre volte nelle ultime settimane. In realtà, questo persistente anticiclone africano colpirà anche il Nord: Bologna e Ferrara saranno le città più canicolari con temperature intorno ai 36-37°C, mentre Milano potrebbe salire fino a 33°C ma con un tasso di umidità alle stelle. Attenzione poi alle temperature notturne, anch’esse destinate a subire un generale aumento con il ritorno diffuso delle notti tropicali, le notti con minime superiori ai 20°C.
Insomma, per i prossimi giorni il dominio dell’Anticiclone Africano sarà assoluto: dovremo confrontarci anche con indici biometeorologici a fondo scala, al massimo: parliamo ad esempio della temperatura percepita, combinazione di temperatura ed umidità.I valori di temperatura percepita(Heat Index, Humidex, Stress Index tra i principali indici di questo parametro meteo) saranno molto elevati o, come detto sopra, a fondo scala.
In sintesi, questi indici misurano quanto caldo si sente effettivamente considerando che l’elevata umidità rende più difficile il raffreddamento del corpo attraverso la sudorazione. In condizioni di alta umidità, come quelle attese sull’Italia nei prossimi giorni, il sudore evapora più lentamente dalla pelle, riducendo l’effetto di raffreddamento naturale del corpo. Aumenta così il disagio fisico e si soffre maggiormente.
Bisognerà dunque prepararsi adeguatamente al grande caldo: ventilatori e condizionatori pronti all’uso, massima idratazione con almeno 2 litri di acqua al giorno, lontani dal sole diretto tra le 11 e le 18 e, inoltre, pasti leggeri durante le giornate infernali; la digestione è per il nostro organismo un vero e proprio lavoro che aumenta la produzione di calore nel corpo: non ce ne sarà bisogno di questo surplus di calore, almeno durante tutta questa lunga ondata di calore ‘nazionale’.
NEL DETTAGLIO
Martedì 9. Al Nord: sereno o poco nuvoloso. Al Centro: tutto sole. Al Sud: bel tempo, caldo.
Mercoledì 10.Al Nord: qualche temporale sui confini alpini, sole e caldo afoso altrove. Al Centro: sole e molto caldo. Al Sud: ampio soleggiamento e caldo africano.
Giovedì 11. Al Nord: sole e caldo sempre più intenso. Al Centro: sole e molto caldo. Al Sud: soleggiato e molto caldo.
Epicentro vicino al comune di Rizziconi, nessun danno segnalato
Una scossa di terremoto di magnitudo 3.6 è stata registrata alle 4:51 nel sudovest della Calabria, in provincia di Reggio.
Secondo i dati dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, il sisma ha avuto ipocentro a 58 chilometri di profondità ed epicentro cinque chilometri a sudovest del comune di Rizziconi.
Destano molta preoccupazione i casi di legionella registrati negli ultimi giorni in provincia di Milano, tra le località di Corsico e Buccinasco. In totale sono state 28 le persone che si sono ammalate, anche una vittima, una donna di 71 anni è deceduta dopo una serie di complicazioni.
Legionella: 28 casi e un morto – I 28 pazienti si trovano attualmente nel reparto di malattie infettive dell’ospedaleSan Paolo di Milano. I cittadini colpiti da questo batterio che si trova nell’acqua che, nelle forme più resistenti, può causare delle gravissimi polmoniti fino alla morte.
Secondo gli ultimi bollettini medici tutti risultano essere in “discrete condizioni”, ma non in pericolo di vita. Purtroppo, invece, per la 71enne non c’è stato nulla da fare: si trattava di un paziente fragile sia per l’età quanto perché affetta da varie patologie.
L’allarme tra Corsico e Buccinasco – L’ATSMilano ha fatto scattare tutte le indagini per avere maggiori risposte sull’infezione da legionella. Sono stati prelevati dei campioni di acqua dagli impianti di coloro che hanno registrato il contagio sia a Buccinasco che a Corsico: i risultati sono attesi nei prossimi giorni.
Nel frattempo le due amministrazioni hanno provveduto già nella prima metà di maggio a chiuderelefontane pubbliche, nonostante il risultato negativo ai vari test effettuati.
Mentre, tracce di legionella sono state rinvenute indue torre di raffreddamento, ma uno dei due impianti è stato attivato solo dopo lo scoppio dei casi, ed inoltre, si è subito provveduto alla bonifica del secondo. Dunque non è ancora chiaro da cosa e da dove derivi il contagio.
Cos’è la legionella e come si trasmette – La legionella è un batterio che nasce e prolifera negli ambienti acquatici e, in particolare, nelle tubature, nei serbatoi, negli impianti idrici a una temperatura compresa tra i 25 e i 45 gradi.
E’ importante ribadire che il contagio avviene solo con l’inalazione di piccole gocce di acqua contaminata e non si trasmette da persona a persona.
E’ importante ribadire che il contagio avviene solo con l’inalazione di piccole gocce di acqua contaminata e non si trasmette da persona a persona.
L’ATS della città di Milano ha fornito alcune indicazioni per prevenire il contagio:
– Mantenere sempre puliti e privi di incrostazioni i soffioni delle docce, i rompigetto dei rubinetti e i serbatoi di accumulo dell’acqua calda;
– Fare scorrere l’acqua per almeno 5 minuti dai rubinetti e dalle docce se non vengono utilizzati spesso;
– Mantenere l’acqua fredda a temperatura inferiore ai 20°C e acqua calda a temperature superiori ai 50°C;
– Lavare con acqua sterile e asciugare gli apparecchi per aerosolterapia dopo ogni utilizzo;
– Evitare di lasciare esposte al sole e piene di acqua le canne utilizzate per il giardinaggio;
– In caso di nuove costruzioni, o ristrutturazioni, evitare la realizzazione di reti idriche con tubature ove l’acqua possa ristagnare facilmente.
Giallo della legionella nel Milanese, 28 contagiati e un morto
Le analisi per comprendere da dove derivi il batterio proseguono
L’allarme era già scattato ad aprile. Ora i casi confermati di legionella tra Buccinasco e Corsico sono ben 28. E la scia lasciata dal batterio che provoca la legionellosi conta anche un morto, una donna di 71 anni. Tre pazienti sono ancora ricoverati al San Paolo di Milano nel reparto di malattie infettive. Tutti gli infetti vivono nei due comuni, in prossimità del Naviglio Grande anche se la responsabilità del corso d’acqua è stata esclusa.
Già nella prima metà di maggio il sindaco di Buccinasco aveva predisposto l’interruzione del funzionamento dellefontane – anche se negative ai test – mentre i tecnici dell’Ats di Milano si erano messi da subito al lavoro per individuare la fonte. Erano stati effettuati prelievi di acqua negli impianti idraulici della abitazioni dei contagiati, tanto a Buccinasco quanto a Corsico.
Febbre, dolori muscolari, brividi e, nel peggiore dei casi, polmoniti. I più colpiti sono gli anziani e chi soffre di malattie croniche. Il batterio, che si sviluppa in acqua e che viene trasmesso tramite goccioline, è stato trovato in due torri di raffreddamento anche se secondo gli esperti che stanno lavorando alle indagini è difficile che siano gli unici casi.
Bresso, 2018 – L’ultima epidemia che aveva colpito la Lombardia riguardava il comune diBresso che nel 2018 aveva registrato 50 contagi e ben tre vittime. In quel caso si ipotizzò che il batterio avesse proliferato nelle acque della fontana situata nella piazza centrale. Secondo i tecnici Ats la legionella si era sviluppata grazie anche alle bombe d’acqua che avevano colpito Milano in quel periodo. Non è da escludere, pertanto, che si sia delineata una situazione simile, con i forti temporali e le incessanti piogge tra maggio e giugno.
La Repubblica lancia un’indiscrezione che potrebbe generare paura tra i tifosi del Milan: i rossoneri, e non solo, potrebbero esclusi dalle coppe.
Negli ultimi tempi, il calcio italiano si è trovato ad affrontare un’incertezza che va oltre il campo di gioco, alimentando timori e speculazioni tra i fan e le squadre che anticipano le sfide delle competizioni europee della prossima stagione. Il cuore della questione ruota intorno a un’inquietante indiscrezione lanciata dal quotidiano “la Repubblica”, che ha riportato possibili scenari di esclusione per i club italiani dalle competizioni europee, tra i quali il Milan risalta come protagonista di questa preoccupante possibilità.
Ceferin e l’incontro che fa tremare il Milan – Il fulcro delle preoccupazioni emerse nelle ultime ore si collega ad un incontro che ha visto protagonisti Aleksander Ceferin, presidente della UEFA, e Andrea Abodi, Ministro dello Sport del governo Meloni. Secondo quanto riportato, durante una discussione avuta in occasione della partita Italia-Svizzera, Ceferin ha espresso serie preoccupazioni riguardanti una normativa italiana in fase di revisione, facendo emergere il rischio concreto che le squadre italiane, tra cui il Milan, possano essere escluse dalle competizioni europee nella stagione imminente. Il presidente della UEFA ha messo in guardia il Ministro Abodi sull’importanza della situazione, citando un possibile scenario di infrazione se le cose non venissero gestite correttamente.
Il governo rassicura: emendamento Mulé e le speranze dei club – L’oggetto della possibile discordia risiede in un emendamento proposto dal deputato Mulé, citato direttamente da Ceferin durante l’incontro con il Ministro dello Sport italiano. Tale disposizione normativa, stando alle dichiarazioni di Abodi, sarebbe ancora in fase di discussione e non definitiva, con una riformulazione già prevista che dovrebbe allontanare lo spettro dell’esclusione dalle coppe europee. Le rassicurazioni governative sono state prontamente comunicate e sembrano aver temporeggiato l’allarmismo iniziale tra le fila dei club più prestigiosi del calcio italiano, offrendo un briciolo di speranza per una risoluzione favorevole.
In questo panorama di incertezze e trattative, ciò che si delineava come un rischio imminente per i colori rossoneri e per gli altri club italiani appare oggi sotto una luce potenzialmente meno minacciosa. La possibilità di una profonda riformulazione legislativa prima dell’approvazione definitiva dell’emendamento Mulé sembra aprire le porte a un dialogo più costruttivo con le istanze internazionali del calcio. Nel frattempo, le squadre continuano a prepararsi per le sfide delle competizioni europee, nella speranza che l’intervento del governopossa salvaguardare l’integrità e la partecipazione del calcio italiano sul palcoscenico europeo.
UEFA, indiscrezione CLAMOROSA! Rischio esclusione dalle coppe per le italiane? C’entra l’EMENDAMENTO Mulè.
UEFA, rischio esclusione dalle coppe europee per le italiane a causa dell’emendamento Mulè: testo ok ad ore. I dettagli
L’Italia rischia di vedere le proprie squadre, tra cui l’Inter, escluse dalle coppe a causa dell’emendamento Mulè al decreto Sport e istruzione, che prevede l’autonomia delle leghe dalla Federcalcio
PAROLE – «Se il testo resta così, dovremo escludere le squadre italiane dalle coppe europee».
Questo il messaggio di Ceferin ad Abodi,come riferito daRepubblica. Abodicon il numero uno della Uefa si è impegnato a garantire che quel testo sarebbe scomparso. L’emendamento è stato fortemente voluto da Lotito e condiviso (anche pubblicamente) dal presidente dellaLega Serie A Casini, ma mai avallato dai club di Serie A, a cuinessuno ha avuto il buonsenso di mostrarlo prima di portarlo in commissione. Attese novità già nelle prossime ore.