Sospetti di corruzione e riciclaggio, all’esame anche la Supercoppa in Arabia Saudita nella cui gestione è entrato anche l’ex difensore del Barcellona
E’ di sette arresti il bilancio dell’irruzione della Guardia Civil negli uffici e in altre proprietà della federazione calcistica spagnola (Rfef). Secondo quanto si apprende, l’indagine è collegata a sospetta corruzione e riciclaggio di denaro e le perquisizioni sono state ordinate da un giudice istruttore di Majadahonda, che ha indagatosu contratti sospetti durante il mandato di Luis Rubiales come presidente della Rfef.
Le indagini sembra includano anche l’accordo per organizzare la Supercoppa spagnola a quattro squadre in Arabia Saudita, completato da Rubiales insieme all’ex giocatore del Barcellona Gerard Piqué. In tutto sono state effettuate 11 perquisizioni in diverse regioni spagnole, inclusa la Grandadove risiede Rubiales, quest’ultimo sfuggito all’arresto in quanto da circa un mese si trova nella Repubblica Dominicana.
Secondo fonti investigative citate dai media locali, fra gli arrestati ci sarebbero Tomas Gonzalez Cueto, consulente legale esterno della Federazione ed uomo di fiducia di Rubiales, e Pedro Gonzalez Segura, coinvolti direttamente nell’accordo con l’Arabia Saudita.
Marco Ferdico, esponente di spicco della Nord, rilascia un comunicato in cui esprime la posizione del tifo organizzato dell’Inter
La Curva Nord si schiera al fianco di Francesco Acerbi. Con un post su Instagram, Marco Ferdico, esponente di spicco della Nord, rilascia un comunicato in cui esprime la posizione del tifo organizzato dell’Inter, che prende le difese del calciatore nerazzurro così:
“Curva Nord è al fianco di Francesco Acerbi! Da giorni sta tenendo banco su giornali, tv e ogni social media la vicenda di un presunto insulto razziale di un nostro giocatore nei confronti di Juan Jesus. Non sappiamo cosa si siano detti in campo, ma conoscendo Francesco dubitiamo che quelle parole siano uscite dalla sua bocca. Un uomo che ha combattuto e ha sconfitto il cancro, un uomo di poche parole e che si è sempre dimostrato un professionista serio. Ovviamente se invece dovesse essere confermato l’insulto razziale prendiamo le distanze da tutto ciò, ma senza prove concrete noi restiamo al fianco del nostro Francesco“.
ll segretario Bombardieri: “Ogni anno 1040 persone non tornano a casa, un bollettino di guerra inaccettabile. Siamo insoddisfatti dalle misure del governo”. ll requiem di Stefano Massini
Una spianata di bare, 1041, come i lavoratori che nel 2023 «non sono tornati a casa». Una denuncia spettacolare delle morti sul lavoro quella allestita dalla Uil in piazza del Popolo, uno spazio molto ampio, ben visibile anche dal belvedere del Pincio, nel cuore di Roma: ieri mattina lo hanno visto in tantissimi, dai passanti ai turisti alle scolaresche. «Vogliamo richiamare le coscienze di tutti a un dramma che colpisce tante famiglie. – spiega il segretario Pierpaolo Bombardieri – Abbiamo bisogno di sensibilizzare le coscienze, di non dimenticare, di costringere la politica e il governo a fare le cose subito».
Contro il decreto del governo – E a farle bene: ai sindacati e ai lavoratori brucia «la patente a punti» del nuovo decreto lavoro, la risposta del governo alla tragedia di Firenze, quattro morti in un incidente avvenuto in un cantiere. «Abbiamo bisogno di fatti concreti, non di palliativi. – afferma Bombardieri – Se la vita umana vale 20 punti, noi non lo accettiamo. Bisogna fermare le aziende che non applicano le norme sulla sicurezza, inserire l’omicidio sul lavoro e spiegare che il profitto non vale la vita umana. La politica e il governo non lo stanno facendo».
Contro le misure del governo – Quanto alle misure prese dal governo per contrastare le morti sul lavoro, Bombardieri dice: “Non siamo soddisfatti perché noi abbiamo bisogno di fatti concreti, non abbiamo bisogno di perdere tempo. Abbiamo bisogno di capire se c’è la volontà di intervenire sulla sicurezza sul lavoro. Non servono palliativi, un parziale accoglimento delle cose che abbiamo chiesto se poi tutto viene rinviato. Se lavita umana vale 20 punti noi non lo accettiamo”, conclude.
La Uil non è nuova a iniziative di questo tipo: nel 2021 ha lanciato la campagna “Zero morti sul lavoro”, con decine di iniziative sul territorio. Ma è difficile ottenere risultati da governo e legislatore, o anche solo scuotere le coscienze: «Abbiamo scelto il giorno della festa del papà per ricordare le tante mamme e i tanti papà che non sono tornati a casa», dice il segretario Uil.
Il requiem di Massini – Accanto a lui il drammaturgo Stefano Massini, che ha recitato un requiem dedicato ai morti sul lavoro. «Questa distesa di bare dà forma al massacro quotidiano che non ha mai l’attenzione che merita. È un colpo sullo stomaco, come dovrebbe esserlo ogni morte sul lavoro, ma non lo è mai», denuncia Massini. L’artista scompone la parola “requiem” lettera per lettera: “r” come rimozione, «rimuoviamo sempre quello che ci dà noia, che è troppo fastidioso far risuonare». Un silenzio che «è ipocrisia, ma è anche quello dei morti, nei cimiteri». “E” come errore: «Continuamente si sente dire che coloro che muoiono sul lavoro muoiono per errore», magari anche un po’ per negligenza, per colpa loro, insomma. “Q” come «quanto ancora», o «quanti ancora». “U” come umanità, perché «il lavoro è il punto più alto in cui un essere umano manifesta se stesso, crea qualcosa per gli altri», anche se gli si preferirebbe un macchinario che «non si ammala, non è stressato, non va in maternità, e non muore». “I“come incidente, anzi «sciagurato incidente», ma poi nelle morti sul lavoro invece di incidentale non c’è niente: Massini cita il caso di Luana D’Orazio, in cui la protezione dovuta era stata rimossa dal telaio per accelerare i tempi, e aumentare la produttività. “E” come evitabile, anche se sempre più le morti sul lavoro «vengono vissute come una specie di dazio in-evitabile, che paghiamo al progresso». E infine “m” di minaccia, perché «i lavoratori sono minacciati dalla manutenzione che non viene fatta», o quando chiedono il rispetto dei loro diritti.
Presente tutta la famiglia, la moglie Camilla, e i quattro figli e il presidente viola Rocco Commisso, appena arrivato e visibilmente addolorato
I quattro figli in piedi, composti, davanti alla bara del loro padre all’interno della camera ardente allestita fuori la Cappella di Santa Caterina al Viola Park. Accanto il presidente della Fiorentina, Rocco Commisso, arrivato all’alba a Firenze con un volo direttamente dagli Stati Uniti. E’ visibilmente commosso, saluta e ringrazia le tante persone che fin dalle ore 9 hanno varcato i cancelli del nuovo centro sportivo per un ultimo saluto al direttore generale Joe Barone.
Ci sono Camilla e Catherine, mogli di Barone e di Commisso. Si sostengono a vicenda, cercano in qualche modo di farsi coraggio. Sono i giorni del lutto, del dolore, dopo la drammatica notizia che ieri ha annunciato la morte di Barone in seguito all’infarto e poi all’arresto cardiaco che l’hanno colpito domenica pomeriggio nel ritiro a Cavenago di Brianza, nell’hotel dove la squadra si stava preparando alla sfida di campionato contro l’Atalanta.
Venerdì una camera ardente nel suo paese d’origine, poi sabato una messa nella chiesa di Pozzallo. Dunque il ritorno negli Stati Uniti, dove si svolgeranno i funerali. Scorrono le tante persone che hanno voluto salutare Barone al Viola Park. Oltre ai familiari di Barone e al presidente Commisso, c’è tutta la dirigenza. Da Ferrari a Pradè, da Burdisso ai responsabili dei settori che animano la Fiorentina. Ci sono anche i dirigenti di Mediacom.
Ma c’è soprattutto la lunga fila di tifosi. Qui arriveranno rappresentanti del mondo politico, del calcio, fiorentino, nazionale e internazionale. La bara circondata da rose rosse e bianche, una foto sorridente di Barone, le lettere e le sciarpe ai piedi del feretro. Pietro, Giuseppe, Salvatore e Gabriella (i figli) vengono abbracciati da Commisso e dai dirigenti. Lacrime e orgoglio, mentre ringraziano i tifosi e rimangono in piedi nel giorno più difficile. Quello del silenzio, del rispetto, della tristezza.
La procura è stata informata dell’accaduto e sta coordinando gli accertamenti. Ingenti i danni alle imbarcazioni, lungo e complesso l’intervento di spegnimento
Nove barche affondate, quattro distrutte (pur rimaste a galla) e il pontile di ormeggio fortemente danneggiato e inagibile. È il bilancio dell’incendio divampato nella notte nel canale di calma di Pra’, un rogo di cui è già stata informata la procura e su cui si stanno svolgendo accertamenti.
L’incendio è divampato intorno a mezzanotte presso l’ex pontile Ilva, vicino al castelluccio. Secondo le prime ricostruzioni sarebbe scoppiato, per cause ancora da accertare, inizialmente su una sola barca, ma nel giro di pochi minuti le fiamme si sono propagate anche a quelle ormeggiate a fianco, imbarcazioni tutte tra i 7.5 e gli 11.5 metri di lunghezza.
Sul posto sono intervenute immediatamente le squadre dei vigili del fuoco da terra e due mezzi navali della Capitaneria di porto – Guardia Costiera di Genova, la CP 830 e il battello pneumatico A 61, oltre al nucleo d’intervento portuale. L’intervento di spegnimento è stato molto lungo e complesso: nove imbarcazioni sono colate a picco mentre altre quattro, nonostante i danni provocati dalle fiamme, sono rimaste in galleggiamento, e sono state quindi allontanate e portate in secca, in sicurezza.
La Capitaneria di porto ha già inviato ai proprietari delle barche affondate e al proprietario una diffida per provvedere alla bonifica dell’area, in cui da ore ormai stanno operando tre mezzi nautici del servizio antinquinamento portuale sotto il coordinamento del Nucleo Nostromi della Guardia Costiera. Panne galleggianti sono state stese per circoscrivere tutto lo specchio acqueo coinvolto.
Genova, un incendio distrugge otto imbarcazioni nel porto turistico di Pra’ – QuotidianoNazionale
Petardi contro il settore padovani, tre ultras etnei portati in questura
Scene da guerriglia urbana allo stadio Euganeo durante la finale di andata di Coppa Italia di serie C Padova-Catania.Un gruppo diultras siciliani, durante l’intervallo, ha sfondato il cancello del proprio settore entrando nella tribuna occupata dai biancoscudati, lanciando fumogeni e distruggendo gli striscioni.
Altri hanno fatto invasione di campo, lanciando da lì i petardi. Immediato l’intervento delle forze di polizia, con cariche nella curva nord per fermare la violenza., Gli agenti, dopo aver riportato la calma, hanno portato via una decina di tifosi catanesi. La partita è ripresa, dopo una sospensione di 15 minuti. Sono tre gli ultras del Catania che sono stati portati in Questura dopo l’invasione di campo e gli scontri. Negli scontri, fortunatamente, non si sono registrati feriti.
La partita si è poi conclusa con il Padova che ha battuto 2-1 il Catania. Il ritorno è in programma il prossimo 2 aprile nella città siciliana. Per i veneti in gol Palombi al 12′ e Crisetig al 25′. Gli etnei con Monaco accorciano le distanze al 22′ della ripresa.
La Lega Pro condanna gli scontri di Padova-Catania – La Lega Pro ha espresso “ferma condanna per gli accadimenti verificatisi in occasione della finale di andata della Coppa Italia di Serie C tra Padova e Catania“. “Episodi di questo genere, che non c’entrano con lo sport, non troveranno mai spazio o scusanti all’interno di competizioni organizzate dalla Lega Pro“, sottolinea la Lega in una nota. “Dispiace che una serata di festa e di correttezza sul campo sia stata rovinata, all’intervallo, dalle intemperanze di alcuni tifosi. Stigmatizziamo fortemente quanto accaduto. Grazie all’intervento delle forze dell’ordine sono stati scongiurati altri scontri“, dice il presidente della Lega Pro Matteo Marani.
Il Catania condanna protagonisti scontri a Padova– “Catania Football Club stigmatizza il comportamento dei facinorosi protagonisti degli scontri e delle intemperanze allo stadio ‘Euganeo’. Condanniamo fermamente e categoricamente ogni forma di violenza, esprimendo piena solidarietà alle forze dell’ordine“. E’ quanto scrive il club etneo in un comunicato pubblicato sul proprio sito, dopo gli scontri avvenuti stasera allo stadio ‘Euganeo‘ a Padova, nell’intervallo della gara di andata di Coppa Italia di serie C.