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Dopo 25 anni gli azzurri tornano a giocare in finale a caccia di un trofeo che manca dal 1976
Ultimo atto della Coppa Davis 2023 a Malaga: alle 16 è in programma la finale tra Italia e Australia. Ad aprire il programma sarà Arnaldi contro Popyrin, poi la sfida tra i numeri 1 Jannik Sinner e De Minaur. A seguire il doppio: Sinner-Sonego contro Purcell-Ebden.
TRIONFO AZZURRO – Sinner strappa ancora il servizio e chiude 6-3 6-0 contro De Minaur. L’Italia va sul 2-0, sconfigge l’Australia in finale e conquista la Davis dopo 47 anni!
Da Bagnaia a Sinner, il rumore dei ventenni
articolo: Da Bagnaia a Sinner, il rumore dei ventenni – Sport – La Repubblica
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La domenica trionfale dello sport italiano è vissuta sulla forza tranquilla della maturità di ragazzi italiani così diversi dai miti che li hanno preceduti
Ragazzi italiani. Numeri uno. Quelli che i grandi vogliono educare, quelli che aspettiamo che crescano, quelli a cui si vuole insegnare come stare al mondo. Peccato che loro il mondo se lo prendano non da fratellini, ma da grandi. Facendo rumore a modo loro. Non per caso, non per fortuna, non per eccessi di gioventù, ma con la forza tranquilla delle maturità. È un made in Italy moderno, professionale, ma dal risvolto umano.
Francesco “Pecco” Bagnaia, 26 anni, da Chivasso, 25 km da Torino, campione del mondo per il secondo anno consecutivo in MotoGp su Ducati. E in maniera diversa: nella stagione passata rimontando Quartararo, ora gestendo il vantaggio su Martín. Una volta la carica, la volta dopo il controllo. Ma sempre alla guida delle sue pulite traiettorie (si vede che gli piace Federer). Prima di lui a vincere da italiano su una moto italiana c’era riuscito solo Giacomo Agostini mezzo secolo fa. Ora cavaliere e cavallo hanno lo stesso passaporto. E dentro al trionfo di Bagnaia c’è anche un pezzo della via Emilia che si mette a fare concorrenza al Giappone tecnologico. Borgo Panigale, 25 mila abitanti contro i 14 milioni di Tokyo. Il fatturato 2022 della Ducati è stato il migliore di sempre, sfondando la quota delle 60 mila moto vendute. In pista corre da sola, tra team ufficiale, satelliti e indipendenti, c’è sempre lei.
Big Italy è cambiata. Aveva gli estroversi, quelli che fanno a sportellate e che flirtano con la vita. Scanzonati, esuberanti, chiassosi. Come Valentino Rossi, sempre pronto a darti una pacca sulla spalla. Ora c’è Pecco, zero personaggio, perfetto nel disegnare le curve, ma così timido che ci mette cinque anni a conquistare la sua ragazza Domizia (si sposeranno, forse in estate) e al primo appuntamento da neopatentato sbatte con la ruota sul marciapiede. That’s amore, ma soprattutto emozione. Ragazzi del nord, Bagnaia come Lorenzo Sonego (Torino) e Jannik Sinner (San Candido, Bolzano), con Matteo Arnaldi, 22 anni, che è di Sanremo.
Ma non è nemmeno tanto vero, ragazzi Erasmus come i nostri, che si spostano, che vanno dove li porta il cuore, la ragione e la voglia di essere grandi. Per questo quando serve sono pronti a cambiare maestri se le cose non sembrano soddisfacenti. Jannik prima in Liguria poi a Montecarlo, seguito da Arnaldi (con il mito di Phelps) che è fidanzato con una ragazza australiana conosciuta a Perugia, Pecco Bagnaia prima dieci anni a Tavullia all’Academy di Valentino Rossi, ora a Pesaro, ma insomma sempre lì, sull’Adriatico. Dopo che il Dottore aveva conquistato il mondo e l’Italia, era facile cadere nella tentazione, nell’imitazione. Bagnaia invece non ci casca. Resta riservato, silenzioso, non patisce o almeno gestisce la guerra fratricida con Martín (anche lui su Ducati) e si sa che nella stessa casa le tensioni innervosiscono assai, però Pecco da Rossi impara a rilassarsi anche perché Vale è lì che insiste: e ridi almeno un po’. Il musone a scuola dal giullare.
Non tanto le affinità elettive, ma i contrasti, l’apprezzare che si può lavorare insieme nella diversità. E nell’amicizia. Quello che in Davis fa Sonego con Sinner, lo fa divertire, tra burraco e play station. I ragazzi con la famiglia lontana che se ne costruiscono una loro, più tecnica, più funzionale, più allargata, come la meglio gioventù che va a studiare e a lavorare all’estero e si confronta con una concorrenza internazionale. Il tennis azzurro è il secondo sport nazionale, nel 2022 ha superato 550 mila tesserati (da quest’anno è anche Federazione Tennis e Padel).
Sinner, 22 anni, che batte Djokovic, terzo tennista di sempre a sconfiggere due volte il numero uno serbo in due settimane dopo Nadal e Murray. Ma soprattutto a eliminare dalla Davis uno come Nole che quando gareggia per la patria si mette l’elmetto, mentre Jannik dal pugnetto timido passa a una dolce esaltazione. Mai una parola di troppo da lui, mai un termine acceso, come se quel rettangolo di gioco fosse tutta la sua esistenza e il suo modo di imparare a camminare nella vita. In un momento in cui si parla di ragazzi italiani immaturi, violenti, non attrezzati alle sconfitte, alle frustrazioni, incapaci di rispetto, forse bisognerebbe guardare anche da questa parte dello sport. Quest’Italia giovane, che non trattiene più il fiato, non vince o perde sulle moto e a tennis per i suoi colpi di testa ma perché ha trovato un modo per essere fiera di sé stessa e del suo lavoro e anche della sua ferocia sportiva. Si scontra senza protezionismi, buttandosi nella mischia, aprendosi alla ferocia del confronto. Senza paura di dare gas.