27 settembre 2024
| Caso Pantani, da pm Trento persone informate su controlli anti-doping a Giro ’99 |
| Sotto la lente della magistratura le analisi relative alla frazione di Madonna di Campiglio, su cui c’è il sospetto della “manipolazione” della Camorra |

La procura di Trento ha ascoltato persone informate sui fatti relativi al cosiddetto caso Pantani. Sotto la lente della magistratura la frazione di Madonna di Campiglio del Giro d’Italia 1999. Il Pirata, a due tappe dal termine, era saldamente in testa alla classifica con quasi 6 minuti di vantaggio. Ma la mattina del 5 giugno di 25 anni fa i controlli anti-doping positivi, sui c’è il sospetto della “manipolazione” a opera della camorra, lo misero fuori gioco.
“Associazione a delinquere di stampo mafioso finalizzata alle scommesse clandestine e collegata al decesso del ciclista” è l’ipotesi di reato su cui indaga la pm Patrizia Foiero che, secondo quanto apprende LaPresse, ha ascoltato una decina di persone informate sui fatti. Casalesi, i capi di Afragola, di Portici e l’alleanza di Secondigliano: tutti uniti per incastrare Marco Pantani “perché sennò avrebbe buttato in mezzo alla via quelli che gestivano le scommesse”.
E ancora: “Se Pantani vinceva il Giro il banco saltava. E la camorra avrebbe dovuto pagare diversi miliardi in scommesse clandestine e rischiava la bancarotta”. E’ quanto riferito ai carabinieri dal capo clan di Mondragone poi divenuto collaboratore di giustizia e riportato nei verbali della Commissione antimafia, di cui LaPresse ha preso visione, che indagavano sulla morte di Marco Pantani. Ora quelle dichiarazioni, unitamente alle rivelazioni di Renato Vallanzasca a cui era stato detto da un detenuto di “scommettere 5 milioni sull’esclusione di Pantani dal Giro”, sono il perno della nuova inchiesta della procura di Trento.
<<<<<<<<<<Il caso Pantani>>>>>>>>>>
13 luglio 2024
| Pantani, riaperte le indagini sul Giro d’Italia 1999: “Ipotesi del complotto della Camorra” |
Colpo di scena sulla morte del ciclista Marco Pantani. La procura di Trento ha riaperto le indagini su quanto sarebbe accaduto nel 1999, quando il ‘Pirata’ era maglia rosa al Giro d’Italia. Il nuovo fascicolo, affidato alla pm della Dda Patrizia Foiera, riguarda l’ipotesi, come è emerso anche dalle audizioni in Commissione Antimafia, di un presunto giro di scommesse clandestine legate alla camorra che puntava a evitare la vittoria di Pantani nella classifica finale. Il primo a parlare della vicenda fu Renato Vallanzasca, ieri sentito come persona informata sui fatti, nel carcere milanese di Bollate, dalla stessa pm di Trento. Sul caso il difensore del Bel Renè preferisce non rilasciare dichiarazioni.
Il primo a parlare della vicenda fu Renato Vallanzasca, sentito il 12 luglio come persona informata sui fatti, nel carcere di Bollate, dalla stessa pm trentina. L’indagine è stata riaperta anche in seguito agli esiti della Commissione Antimafia secondo i quali bisognava indagare ancora sulle “anomalie” legate all’esclusione dal Giro d’Italia di 25 anni fa di Pantani. Al momento l’indagine è senza titolo di reato né indagati. Il pm ha comunque sentito diverse persone e ne sentirà altre per cercare di ricostruire il presunto giro di scommesse clandestine. Vallanzasca, che è in condizioni di salute precarie, non sarebbe stato in grado di rispondere alle domande della pm Foiera.
Secondo le rivelazioni di Vallanzasca, i racconti e le intercettazioni di alcuni camorristi, la criminalità organizzata campana sarebbe intervenuta per evitare che il ‘pirata’ portasse la maglia rosa fino a Milano. Per questo Pantani, che stava dominando la corsa rosa, sarebbe stato controllato prima della tappa di Madonna di Campiglio, quanto i risultati degli esami antidoping sul sangue prelevatogli di primo mattino, mostrarono un valore di ematocrito di 52, oltre il limite consentito che è di 50. Quel test portò alla squalifica del campione romagnolo e quel giorno, probabilmente, cominciò il suo declino. Il via alle nuove indagini è arrivato anche dai legali della famiglia del pirata, da sempre convinta della morte violenta del campione e della ‘trappola’ tesa con il test antidoping, che hanno presentato una memoria corposa.
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07 Dicembre 2022
| Morte Pantani, la Commissione antimafia: “Anomalie su esclusione dal Giro” |

| Secondo la relazione presentata dal presidente uscente Nicola Morra “diverse e gravi” furono le violazioni alle regole stabilite affinché i controlli eseguiti sui corridori fossero genuini e il più possibile esenti dal rischio di alterazioni |
Secondo la relazione presentata dal presidente uscente Nicola Morra “diverse e gravi” furono le violazioni alle regole stabilite affinché i controlli eseguiti sui corridori fossero genuini e il più possibile esenti dal rischio di alterazioni
Nel giugno 1999 al Giro d’Italia a Madonna di Campiglio, “diverse e gravi” furono le violazioni alle regole stabilite affinché i controlli eseguiti sui corridori fossero genuini e il più possibile esenti dal rischio di alterazioni: lo afferma il presidente uscente della Commissione parlamentare antimafia, Nicola Morra, presentando il lavoro svolto dall’Antimafia, e in particolare dal Comitato coordinato dal senatore Endrizzi, su quelle che vengono definite le “numerose anomalie” che contrassegnarono la vicenda che portò all’esclusione di Marco Pantani dal Giro d’Italia.
Nello specifico, nell’effettuare i controlli sugli atleti – spiega Morra – non venne rispettato il Protocollo siglato dall’UCI con l’ospedale incaricato di eseguirli. Dal lavoro della Commissione, è emerso che nell’apporre l’etichetta sulla provetta che conteneva il campione ematico di Marco Pantani non vennero seguite le regole imposte per garantirne l’anonimato, essendo presenti altri soggetti, diversi dall’ispettore dell’UCI che avrebbe dovuto essere l’unico a conoscere il numero che contrassegnava la provetta.
“E’ stato inoltre accertato – puntualizza Morra – che il prelievo di sangue sul campione di Cesenatico venne effettuato alle ore 7.46 e non già alle ore 8.50, come invece indicato nel processo che egli dovette subire per ‘frode sportiva’: questa grossolana difformità, piuttosto singolare escluse la possibilità che in quel processo fosse valutata l’ipotesi della manipolazione mediante ‘deplasmazione’ del campione ematico“.
A conclusione delle indagini portate avanti, l’Antimafia afferma nella relazione che: “Contrariamente a quanto affermato in sede giudiziaria, l’ipotesi della manomissione del campione ematico, oltre che fornire una valida spiegazione scientifica agli esiti degli esami ematologici, risulta compatibile con il dato temporale accertato dall’inchiesta della Commissione: collocando correttamente l’orario del prelievo a Marco Pantani alle ore 7.46, quindi più di un’ora prima rispetto a quanto sino ad oggi ritenuto, risulta possibile un intervento di manipolazione della provetta“.
E l’ipotesi, per Morra, è ancor più plausibile alla luce delle informazioni fornite da Renato Vallanzasca – confermate dagli altri elementi acquisiti dall’organismo di inchiesta parlamentare – che rivelano i forti interessi della camorra sull’evento sportivo, oggetto di scommesse clandestine, e l’intervento della stessa camorra per ribaltarne il risultato tramite l’esclusione di Pantani, del quale era ormai pressoché certa la vittoria.
L’inchiesta della Commissione si è anche soffermata su alcune anomalie verificatesi nel corso delle indagini svolte sulla morte del corridore. “L’Autorità giudiziaria accolse immediatamente l’ipotesi dell’accidentalità del decesso, ricondotto all’autoassunzione di sostanze esogene, escludendo del tutto la possibile riferibilità dello stesso ad un’azione omicidiaria“, ricorda Morra. Ma l’Antimafia ha svolto alcune audizioni che sembrano porre in discussione il quadro probatorio che condusse agli esiti giudiziari. Le dichiarazioni rese in Commissione dagli operatori sanitari che intervennero sul luogo del decesso di Pantani, racconta Morra, hanno escluso la presenza del ‘bolo di cocaina‘ rinvenuto poi vicino il cadavere. “La Commissione parlamentare antimafia auspica – conclude Morra – che venga fatta piena luce sugli avvenimenti che videro protagonista il campione di Cesenatico“
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| Morte di Marco Pantani, l’Antimafia: «Non escluse infiltrazioni nel Giro d’Italia» |
| articolo di Enea Conti: Morte di Marco Pantani, l’Antimafia: «Non escluse infiltrazioni nel Giro d’Italia» – CorrierediBologna.it |
| Giovanni Endrizzi, senatore della commissione: «Sulla morte verità non soddisfacenti: alcune verifiche non sono state svolte, incongruenze logiche e metodologiche» |

«Il dubbio che le mafie possano aver infiltrato il Giro d’Italia rimane un’ipotesi aperta che non abbiamo potuto chiudere e quindi tantomeno escludere». Le parole sono del senatore Giovanni Endrizzi, della Commissione Antimafia. Il Giro d’Italia che chiama in causa è quello del 1999, che passò alla storia per le vicende legate a Marco Pantani: era il 5 giugno quando dopo la tappa di Madonna di Campiglio un’analisi del sangue rivelò un livello alto (al 52% contro il 50% di tolleranza) di ematocrito. Da quel giorno la vita del «Pirata» non fu più la stessa. Endrizzi ha coordinato il comitato preposto alle indagini nell’ambito della Commissione Antimafia sull’esclusione di Pantani dal Giro e sulle cause che portarono al decesso del Pirata, i cui atti saranno trasmessi alla Procura di Rimini, che ha aperto alla fine dello scorso anno il terzo fascicolo sulla morte del campione. «Le verità che ci sono state consegnate – ha spiegato Endrizzi ai margini di una conferenza stampa – non sono soddisfacenti né per quanto riguarda la squalifica al Giro d’Italia né per quanto riguarda le vicende che hanno portato alla morte» del ciclista Marco Pantani. continua a leggere
| Il caso Pantani |

Marco Pantani (Cesena, 13 gennaio 1970 – Rimini, 14 febbraio 2004) è stato un ciclista su strada italiano, con caratteristiche di scalatore puro. Soprannominato “il Pirata” (o anche “Pantadattilo“, appellativo attribuitogli dal giornalista Gianni Mura), è considerato tra i più forti scalatori puri di ogni tempo per i suoi record in salita e i riconoscimenti da parte di altri corridori.
Professionista dal 1992 al 2003, ottenne in tutto 46 vittorie in carriera, con i migliori risultati nelle corse a tappe. Si consegnò alla storia per esser entrato nel ristretto novero di atleti in grado di centrare la cosiddetta “doppietta Giro-Tour“, trionfando nei giri d’Italia e di Francia nella stessa annata (1998); cronologicamente, è stato l’ultimo ciclista (dopo Fausto Coppi, Jacques Anquetil, Eddy Merckx, Bernard Hinault, Stephen Roche e Miguel Indurain) a riuscire nell’impresa. Vinse inoltre la medaglia di bronzo ai mondiali in linea del 1995. Suoi sono i tempi d’ascesa più veloci su due delle vette più prestigiose del Tour, il Mont Ventoux (46:00) e l’Alpe d’Huez (36:50). Charly Gaul, al quale Pantani contende spesso il titolo di più grande scalatore della storia, riconobbe le superiori doti di Pantan, così come ha fatto il contemporaneo e suo avversario Lance Armstrong. Anche le sue doti di fondo e di recupero, oltreché di scattista e discesista, sono state ampiamente riconosciute.
La sua carriera fu costellata da incidenti e contrattempi più o meno gravi, che a più riprese resero difficile (ma appassionante per il pubblico) il suo ritorno alle gare. Escluso dal Giro d’Italia 1999 a causa di un valore di ematocrito al di sopra del consentito, risentì del clamore mediatico suscitato dalla vicenda. Pur tornato alle gare l’anno seguente, raggiunse solo sporadicamente i livelli cui era abituato, chiudendosi molto e abbandonandosi nella vita privata all’uso di droghe, come la cocaina. Caduto in depressione, morì il 14 febbraio 2004 a Rimini per intossicazione acuta da cocaina e psicofarmaci antidepressivi con conseguente edema polmonare e cerebrale, così come provato dall’autopsia del 2004 e da una successiva perizia medico-legale del 2015. Le circostanze della sua morte, al pari di quelle della sua esclusione dal Giro 1999, sono ancora oggetto di dibattito.

