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Venerdì, 06 dicembre 2024
PER NON DIMENTICARE

Antonio schiavone 36 anni, Roberto Scola 32 anni, Angelo Laurino 43 anni, Bruno Santino 26 anni, Rocco Marzo 54 anni, Rosario Rodinò 26 anni, Giuseppe Demani 26 anni
| Torino, i familiari delle vittime della strage alla Thyssenkrupp: “Per noi giustizia non è stata fatta” |
| articolo e video : https://stream24.ilsole24ore.com/video/italia/torino-familiari-vittime-strage-thyssenkrupp-per-noi-giustizia-non-e-stata-fatta/AGPJZMbB |
(LaPresse) Commemorazione al cimitero Monumentale di Torino per i 17 anni dalla tragedia della ThyssenKrupp, l’incendio nello stabilimento torinese dell’azienda tedesca che il 6 dicembre 2007 costò la vita a sette operai. Sul posto i familiari delle vittime che chiedono ancora giustizia: dopo una lunga, vicenda processuale, l’allora amministratore delegato Herald Hespenahn venne condannato a poco più di 9 anni per omicidio volontario con dolo eventuale e altri dirigenti per omicidio ed incendio colposi. Ma la pena per Espenhahn ha iniziato a essere scontata solo lo scorso anno e il dirigente resta in regime di semilibertà. “Per noi giustizia non è stata fatta, dicono che la legge è uguale per tutti ma non è vero“, dice Rosina Platì, la madre di una delle vittime.
Venerdì, 06 dicembre 2024
| Strage alla Thyssen, i parenti dei 7 operai morti: “Abbandonati dallo Stato, siamo pieni di rabbia e dolore” |
| articolo di Pier Francesco Caracciolo: https://www.lastampa.it/torino/2024/12/06/news/thyssenkrupp_anniversario_torino-14866077/ |
| La commemorazione della strage del lavoro a Torino: «Le condanne ci sono state ma non sono mai state eseguite. Se le morti sul lavoro non si fermano è anche perché la giustizia non funziona» |

«Siamo ancora pieni di rabbia e dolore: i nostri cari ci mancano immensamente, mentre i maledetti assassini sono liberi». Questa mattina, al cimitero Monumentale, si è tenuta la cerimonia di commemorazione delle vittime della strage della ThyssenKrupp, avvenuta 17 anni fa. A nome dei familiari dei sette operai morti nel rogo dell’acciaieria torinese ha parlato Laura Rodinò, sorella di Rosario. «Lo Stato ci ha abbandonato, ma noi vogliamo giustizia – ha aggiunto – Continuiamo a vedere morti sul lavoro: chi toglie la vita deve andare in galera, le leggi vanno rispettate».
A perdere la vita, in seguito all’incidente del 6 dicembre 2007, erano stati Antonio Schiavone, Roberto Scola, Angelo Laurino, Bruno Santino, Rosario Rodinó, Giuseppe Demasi e Rocco Marzo. I loro corpi erano stati straziati dalle fiamme mentre lavoravano in acciaieria.
I parenti – «Siamo molto arrabbiati – afferma Rosina Platì, mamma di Giuseppe Demasi – Le condanne ci sono state ma, di fatto, non sono mai state eseguite. Se le morti sul lavoro non si fermano è anche perché la giustizia non funziona».
«Si era detto ‘mai più Thyssen’ e invece si continua a morire sul lavoro – dice Tony Boccuzzi, l’operaio che quella tragica notte si era salvato – Sono passati 17 anni e parliamo sempre di una giustizia che non verrà più: i responsabili dell’incidente sono già fuori dal carcere».
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La procuratrice – Alla cerimonia anche la neo procuratrice generale del Piemonte, Lucia Musti: «Nella nostra Repubblica le principali fonti di morte sono tre: il carcere, gli omicidi di genere e le morti sul lavoro. Si tratta di una macabra gara di morte». Per i reati in materia di lavoro, secondo la procuratrice, «una questione fondamentale è la prevenzione, l’accesso ai luoghi di lavoro di chi deve controllare e far sentire il fiato sul collo dello Stato. E le imprese che risparmiano sulle cautele: anche questo è indecente». Contano i risultati, ha aggiunto, e «lo Stato li ottiene quando la pena viene eseguita o quando si confiscano i beni». Ha concluso: «Proprio stamattina ho chiesto al mio ufficio di aggiornarmi sulle pene dei due cittadini tedeschi condannati per la ThyssenKrupp: mi dicono che in Germania sono in corso di esecuzione».
L’assessora – Per il Comune di Torino è intervenuta l’assessora ai Cimiteri, Chiara Foglietta. “Che le morti non siano vane è un monito che ci portiamo dietro perché non ci siano più pagine così drammatiche nella nostra storia, sapendo però che i morti sul lavoro continuano ad esserci e che tanta è la strada ancora da fare – ha detto – . Il lavoro continua a perdere la dignità che dovrebbe avere: cadono le sicurezze, aumentano a dismisura gli orari si perde il senso di quello che facciamo nel nome di una ricerca incessante di un benessere che non c’è“.
Articolo: https://alessandro54.com/2015/12/06/la-storia-del-rogo-della-thyssenkrupp/





























