In Toscana altra aggressione a distanza di due mesi da un episodio simile in Sicilia: un 40enne è entrato negli spogliatoi dopo la partita colpendo a calci, pugni e colpi di sedia il giovane arbitro
Domenica 8 giugno ad Arezzo, un giovane arbitro è stato aggredito al termine del memorial “Mirko Poggini”, torneo di calcio giovanile riservato alla categoria under 13. Protagonista della vicenda secondo le ricostruzioni il padre di un bambino che milita nel vivaio della Vis Pesaro. Dopo il fischio finale della partita con i pari età dell’Arezzo, il 40enne è entrato nello spogliatoio riservato agli arbitri e ha aggredito violentemente con calci, pugni e una sedia il direttore di gara. All’inizio del mese di aprile, un fatto molto simile avvenuto in Sicilia aveva indotto l’Aia a oscurare per qualche ora il proprio sito web con un’immagine che richiamava la non violenza. Grazie al lavoro congiunto dei dirigenti delle due squadre, il genitore è stato identificato e denunciato ai carabinieri per lesioni personali aggravate, come confermato dal presidente Aia, Antonio Zappi.
LE PAROLE DEL PRESIDENTE DELL’AIA – Dopo l’ennesimo episodio, Zappi si è fatto sentire: “È una vera emergenza sociale, noi chiediamo un aiuto alla politica e speriamo che molto presto si arrivi a una modifica del codice penale. Era già stata ipotizzata nell’ambito del Decreto sicurezza, noi speriamo adesso in un prossimo veicolo legislativo. Che la politica non ci lasci soli, perchè ci sono oltre 200 casi dall’inizio della stagione. Una cosa che non è più accettabile”. Zappi ha poi aggiunto: “Nell’ultimo Consiglio federale è stato istituito un nuovo organismo di monitoraggio e contrasto alla violenza. Auspichiamo che molto presto anche l’ordinamento sportivo si doti di strumenti necessari per alzare il livello repressivo, oltre quello formativo e culturale, nei confronti di chi fatica ad accettare le decisioni arbitrali. Tra l’altro – ha aggiunto – in questo caso non c’è stato alcun innesco o alcuna decisione tecnica discussa, è stata una follia del tutto gratuita e non necessaria. Una cosa ancora più grave”.
Tra poliziotti e gendarmi, sono 5.400 le forze dell’ordine schierate nella capitale francese per contenere gli episodi di guerriglia che hanno segnato il post vittoria
La vittoria della Champions Leagueha animato subito una Parigi che aspettava da anni e con ansia la coppa più ambita. Ma adesso che il Psg è salito sul tetto d’Europa, i festeggiamenti per le strade della capitale si sono presto trasformati anche in guerriglia: il primo bilancio è di oltre 130 arresti, diversi negozi saccheggiati e auto date alle fiamme. Dagli Champs-Elysées arrivano le notizie peggiori, lì dove i disordini sono iniziati già dopo il primo gol del Psg: prima un negozio di scarpe è stato preso di mira da alcuni assalitori che lanciavano razzi e oggetti contro la saracinesca, stessa sorte di un altro negozio, di una nota catena di arredamento. Un’auto è stata data alle fiamme, la polizia ha provato a contenere i disordini facendo uso di gas lacrimogeni.
un’auto sulla folla – Ma non finisce qui perché le autorità locali fanno sapere che una ragazza è rimasta ferita a piazza della Bastiglia cadendo sulle barriere poste attorno alla colonna. Nel centro di Pau, capoluogo dei Pirenei, una cinquantina di teppisti ha spaccato il vetro posteriore di un autobus e poi la vetrina di un negozio di abbigliamento. Notizie ancora più preoccupanti arrivano da Grenoble: lì, nel sud della Francia, un’auto ha investito la folla in festa e ha falciato quattro passanti, stando alla ricostruzione di Le Parisien. Tre i feriti in codice rosso, uno in prognosi riservata. Nessuna volontarietà, secondo quanto ricostruito sempre dalla stessa testata, l’uomo avrebbe perso il controllo della vettura; poi, nel tentativo di scappare al resto della folla che voleva linciarlo dopo quanto accaduto, si è arreso alle forze dell’ordine. Bruno Retailleau, ministro dell’Interno di Francia, ha definito “barbari” gli autori di queste forme di guerriglia che inquinano la festa dei “veri tifosi del Psg che si stanno entusiasmando davanti alla magnifica partita della loro squadra“.
in germania – Anche a Monaco di Baviera il clima si è surriscaldato – dopogli scontri in metro del pomeriggio – e Nasser al-Khelaifi e Dembelé nel post gara hanno voluto mandare un messaggio per provare a sedare gli animi: “Per favore, abbiamo bisogno di calma, nessun incidente, vogliamo sicurezza e festeggiare insieme ai nostri cari, questa è la cosa più importante“, ha detto il numero uno del Psg a Canal +. “Festeggiate senza distruggere tutto“, ha aggiunto il calciatore.
Da Torino a Bruxelles e Liverpool, quante celebrazioni per gli incidenti del 1985 AllaContinassa un’opera commemorativa e l’anteprima del documentario
Heysel, 40 anni fa la tragedia
Trentanove volti, trentanove sorrisi, trentanove voci, trentanove famiglie. Trentanove anime. Oggi sono quarant’anni esatti dalla tragedia dell’Heysel, da quel 29 maggio 1985 in cui 39 tifosi di calcio (tra cui 32 italiani) persero la vita prima della finale di Coppa dei Campioni tra Juventus e Liverpool, a Bruxelles. Ben 40 anni sono trascorsi da quella notte, tremenda per il mondo del calcio e dello sport, minuti di terrore e ore di straziante dolore che hanno inevitabilmente segnato la storia della Juventus per l’eternità. Nel museo ufficiale della Signora c’è una parte dedicata all’Heysel, nel cortile della sede di corso Galileo Ferraris c’è una stele monumentale e a quei 39 tifosi era stato dedicato un momento specifico nella sera d’inaugurazione dell’allora Juventus Stadium – oggi Allianz Stadium – nel 2011. Nel 40° anniversario, ovviamente, il club bianconero coglie l’occasione per mettere in pausa la quotidianità e omaggiare quelle 39 anime che non saranno mai dimenticate.
VERSO ALTROVE – Questa mattina, alle 11, la giornata dedicata al ricordo della tragedia dell’Heysel comincerà a pochi passi dal centro sportivo della Continassa, dove sarà inaugurata l’opera commemorativa Verso altrove. Realizzata da Luca Vitone – uno dei più importanti artisti contemporanei italiani – e curata dal compianto Luca Beatrice, si sviluppa in un’area di circa duemila metri quadri: sul manto erboso sono disposti dei maestosi ginkgo biloba – simbolo di resilienza e longevità – e tra gli alberi è presente una rampa a forma di spirale centrifuga, un percorso lungo 66 metri fino a raggiungere un’altezza complessiva di oltre 5 metri. Il percorso è illuminato a led: accompagna il visitatore verso la sommità e rende visibile l’opera dall’alto, come segno distinguibile tracciato nel tessuto urbano della città, anche nell’oscurità. Al termine della salita un cannocchiale dalle lenti invertite offre una prospettiva insolita: anziché avvicinare, allontana lo sguardo, invitando a guardare oltre, verso l’orizzonte, al di là del visibile. Durante l’inaugurazione del memoriale verrà anche presentato in anteprima l’omonimo documentario prodotto da Juventus Creator Lab, trasmesso poi in esclusiva su Sky Arte alle 21 e in streaming su NOW.
IN ITALIA – Poco dopo, alle 21.20, Rai 2 trasmetterà invece il docufilm Heysel 1985, mentre dalla mattinata il Museo del Calcio di Coverciano ospiterà un incontro dedicato e una mostra fotografica. In Italia sarà Torino il fulcro delle celebrazioni, anche dopo l’inaugurazione alla Continassa. Alle 18, nella piazza intitolata proprio alle Vittime dell’Heysel, la Juventus e le autorità cittadine provvederanno alla deposizione di mazzi di fiori, mentre in serata uno spettacolo teatrale unirà la tragedia dell’Heysel a quella di Superga. Altre celebrazioni si terranno anche a Grugliasco nel giardino intitolato alle vittime, mentre nel carcere Lorusso e Cutugno sono state organizzate sia una lezione speciale che una commemorazione dedicata con la sopravvissuta Carla Gonella e l’ex dirigente bianconero Franco Mottola. E, dal tramonto, la Mole Antonelliana si tingerà di bianconero e su di essa sarà proiettata la scritta “+39”.
ALL’ESTERO – Belgio e Regno Unito, coinvolti in diverso modo nella tragedia dell’Heysel, non si faranno trovare impreparati. Proprio nello stadio di quella finale di Coppa Campioni, oggi chiamato Re Baldovino, sarà deposta una corona di fiori e saranno letti i nomi delle 39 vittime da parte di un tifoso della Juventus, alla presenza delle autorità locali e dei rappresentanti diplomatici di Italia e Regno Unito: a pochi metri da dove 40 anni fa si verificò il crollo, oggi è presente una targa in marmo. A Liverpool, invece, nelle prossime settimane il club presenterà un nuovo memoriale commemorativo in ricordo delle vittime: il monumento sarà adornato da due sciarpe annodate tra loro (una bianconera e l’altra dei Reds) per “simboleggiare l’unità e la solidarietà tra i due club e il legame forgiato attraverso il dolore condiviso e il rispetto reciproco”. Sul nuovo monumento, che si chiamerà Forever Bound – legati per sempre – verranno iscritti i nomi delle vittime, con la scritta anche in italiano “In memoria e amicizia”.
Al Viola Park la Fiorentina Primavera ha batutto la Roma accedendo così alla finale scudetto in programma venerdì sera. Ad attirare l’attenzione però è stato anche ciò che è successo nel post gara.
Secondo quanto riferisce Sportitalia, nel finale di partita infatti si è scatenata una situazione di vero e proprio caos che secondo la società giallorossa sarebbe nata da Nicolò Zaniolo. Il calciatore della Fiorentina sarebbe entrato negli spogliatoi della Roma in modo provocatorio, reagendo in malo modo a chi gli chiedesse cosa ci faceva negli spogliatoi.
Ci sarebbe stato un contatto fisico con un giocatore della primavera capitolina e da lì si sarebbe scatenato il parapiglia. A breve uscirà anche un comunicato sull’accaduto da parte del club giallorosso che comunque sottolinea come non c’entri niente la Fiorentina Primavera.
Fiorentina-Roma Primavera, caos con Zaniolo in spogliatoio: la nota giallorossa
“Il calciatore si sarebbe recato nello spogliatoio della squadra Primavera al termine della partita e avrebbe avuto un comportamento provocatorio nei confronti di alcuni atleti del vivaio giallorosso”. La replica del calciatore
La Roma denuncia il comportamento di Nicolò Zaniolo, giocatore della Fiorentina, dopo il match Primavera tra viola e giallorossi a Firenze. “La AS Roma comunica che, al termine della gara odierna, si è verificato un episodio increscioso che coinvolge il calciatore Nicolò Zaniolo. Secondo quanto ricostruito, il calciatore si sarebbe recato nello spogliatoio della squadra Primavera al termine della partita e avrebbe avuto un comportamento provocatorio nei confronti di alcuni atleti del vivaio giallorosso. Durante il confronto, sarebbero stati colpiti fisicamente due calciatori della formazione Primavera”, si legge nella nota del club capitolino. “La AS Roma condanna con fermezza ogni forma di comportamento aggressivo o non conforme ai valori dello sport“, conclude la Roma.
Zaniolo, ex giallorosso, nella sfida di campionato giocata all’Olimpico lo scorso 4 maggio tra giallorossi e viola è stato espulso al termine del match vinto 1-0 dai padroni di casa.
La replica di Zaniolo – A stretto giro è arrivata la replica di Zaniolo affidata a una nota della Fiorentina, che riporta le parole dell’ex giallorosso: “Al termine della partita sono sceso negli spogliatoi per complimentarmi con i ragazzi della Fiorentina e poi sono passato nello spogliatoio della Roma per salutare e complimentarmi anche con loro per la stagione, ma ad un certo punto – spiega Zaniolo – hanno iniziato ad insultarmi quindi, a quel punto, per evitare che la situazione degenerasse, ho preferito andare via“.
La finale della Coppa di Serbia tra Stella Rossa e Vojvodina è stata sospesa per il lancio in campo di un ordigno esplosivo: quattro calciatori si sono accasciati sul prato in stato di shock, fortunatamente non ci sono state conseguenze più gravi.
La finale di Coppa di Serbia tra Vojvodina e Stella Rossa ha vissuto un momento drammatico poco prima della fine del primo tempo, quando sul risultato di 1-0 per la squadra di Belgrado (che poi ha trionfato 3-0) da una delle due curve è partito un ordigno esplosivo che ha fatto accasciare sul terreno di gioco quattro calciatori, letteralmente ‘abbattuti’ dal fragore del potentissimo petardo, che fortunatamente non ha colpito nessuno di loro.
La finale della Coppa di Serbia sospesa per il lancio in campo di un ordigno esplosivo – Si stava giocando il 41′ della prima frazione della finale di coppa nazionale, allo stadio Kraljevica di Zajecar, quando dal settore occupato dai tifosi del Vojvodina è stato lanciato l’ordigno, che è esploso in piena area di rigore della Stella Rossa, impegnata in difesa su azione di calcio d’angolo.
BREAKING: Serbia Cup final disrupted as explosive device thrown onto pitch in 41st minute of Vojvodina vs. Crvena Zvezda. Four players collapsed; match paused for 5 minutes. No serious injuries reported. Crvena Zvezda wins 3-0. #SerbiaCup#Footbalpic.twitter.com/9a9JfiF6zg
L’incidente ha lasciato quattro giocatori sdraiati sull’erba, visibilmente storditi: tre del Vojvodina e uno della Stella Rossa. La reazione dell’arbitro è stata immediata: ha interrotto la partita e ha autorizzato l’ingresso urgente degli staff medici. La paura che potesse essere successo qualcosa di grave si è ben presto sedata: non ci sono stati feriti né ulteriori conseguenze.
Lo shock per quanto accaduto ha comunque ritardato di alcuni minuti la ripresa del gioco. Nessun responsabile è stato individuato nella curva dei tifosi del Vojvodina, il che ha alimentato polemiche in Serbia circa le condizioni di sicurezza in cui si è svolto il match. FIFPRO, il sindacato internazionale dei calciatori, ha condannato la decisione dell’arbitro di far proseguire la partita senza identificare i responsabili tra il pubblico, sottolineando come la violenza sul luogo di lavoro non debba essere tollerata.
La Stella Rossa centra il ‘Double’: vince la coppa nazionale dopo il campionato – La Stella Rossa non si è fatta distrarre dall’episodio e ha portato a casa la Coppa di Serbia, arrotondando il risultato al 3-0 finale in virtù delle reti arrivate in pieno recupero, al 95′ e al 102′. La squadra della capitale centra così un ricco ‘Double’, essendosi già assicurata la vittoria del campionato alcune settimane fa.
Il fatto è avvenuto nella stazione di servizio di Cantagallo sull’A1, I partenopei tornavano da Parma, i nerazzurri da Milano. “Una volta rientrati in autostrada siamo stati inseguiti da piccoli van e, quando ci hanno raggiunti, hanno continuato a lanciare oggetti persino all’autista”
Gli ultras all’inseguimento del pullman interista
Prato, 19 maggio 2024 – Notte di paura per i tifosi dell’Inter Club Prato Nerazzurra che, rientrando dalla partita di campionato Inter Lazio disputata a Milano, sono stati assaliti da un gruppo di tifosi del Napoli, che rientravano da Parma, nella stazione di servizio di Cantagallo, sull’autostrada A1. A raccontare l’accaduto il presidente dell’Inter Club pratese Filippo Moretti: “Solitamente facciamo una sosta all’autogrill di Cantagallo per far scendere un nostro socio che abita a Bologna. Siamo stati assaliti da diverse decine di tifosi napoletani che, urlandoci ogni tipo di improperio, hanno bersagliato il nostro pullman con lanci di pietre, bottiglie, spranghe e qualsiasi oggetto a loro disposizione. L’assalto è durato per tutto il tempo che il pullman ha impiegato ad uscire dall’autogrill, dove di notte ci sono decine di camion in sosta. Hanno tentato di bloccare anche l’uscita dell’autogrill per costringere l’autista a fermarsi, per fortuna è riuscito a districarsi e oltrepassare il blocco. Anche una volta rientrati in autostrada siamo stati inseguiti da piccoli vane, una volta che ci hanno raggiunti, hanno continuato a lanciare oggetti persino all’autista che guidava rendendo il tutto pericoloso non solo per i 57 tifosi che erano sul nostro pullman ma anche per le macchine che transitavano in una zona di autostrada, quella appenninica, con ponti molto alti.”
La polizia, a seguito della chiamata dei tifosi interisti, ha raggiunto il pullman in autostrada scortandolo fino al parcheggio davanti al museo Pecci. “Non ci sono stati feriti e per fortuna i vetri del pullman hanno retto. Ci sono stati però molti danni all’autobus e tanta paura. Da presidente – continua Moretti – sono molto dispiaciuto, sono cose che farebbero passare la voglia di tifare ma siamo interisti per cui andremo avanti nonostante il tentativo di queste piccole persone di distruggere i nostri sogni di sportivi”.
Due settimane dopo gli incidenti del derby e l’arresto di esponenti della curva Sud, l’attentato nella sede della zona Tuscolana. Pochi dubbi sull’origine dolosa
La tensione ultras a Roma è ancora molto alta. Dopo gliscontri prima del derby, gli arresti di alcuni esponenti della curva Sud e il divieto di trasferta bisogna registrare infatti un altro fatto di cronaca. Intorno alle 3 di notte una molotov sarebbe stata lanciata contro la sede del gruppo Quadraro degli ultras della Roma. Si tratterebbe, secondo le prime ricostruzioni, di un attentato vero e proprio che arriva una settimana dopo gli arresti che hanno colpito proprio tre esponenti del gruppo per spaccio di droga.
indagini in corso – Il locale è stato dichiarato inagibile dai vigili del fuoco intervenuti nella notte tra via dei Sulpici e via Cartagine. Sul fatto che l’incendio sia doloso non sembrano esserci dubbi, sul posto le forze dell’ordine hanno rinvenuto tracce di liquido infiammabile. Ora bisognerà indagare sulla matrice dell’attentato. Secondo quanto appreso non ci sarebbero telecamere né testimoni. Il presidente del circolo è il fratello di ‘Gigi’ Finizio, ucciso nel 2023 con sette colpi di pistola mentre faceva benzina in una stazione di servizio poco distante dal circolo. Il cugino, Girolamo Finizio detto ‘Cillo’, invece, è ritenuto capo del gruppo ultras che occupa il muretto storico dove erano presenti fino a un paio di anni fa i Fedayn.
Il centrale del Real nel finale del Clasico ha lanciato dalla panchina una borsa del ghiaccio verso l’arbitro, non colpendolo, ma resta la gravità del gesto
Il finale del Clasico della Coppa del Re tra Barça e Real è stato caratterizzato dalla follia al 121′ di Antonio Rudiger che è stato espulso dalla panchina per aver lanciato un oggetto (borsa del ghiaccio? O dei cubetti di ghiaccio dopo aver tentato con la borsa?) verso l’arbitro, il tutto mentre i compagni di squadra (anche in cinque) cercavano di trattenere la sua furia. Quale è stata la causa scatenante? Il fallo in attacco fischiato nei secondi conclusivi del supplementare a Mbappè che, mentre cercava di avvicinarsi palla al piede in area, colpiva con la mano destra in maniera molto leggera il volto di Eric Garcia, finito a terra teatralmente. La gara era stata oggetto alla vigilia di numerose polemiche soprattutto dopo le parole in conferenza di Ricardo de Burgos Bengoetxea, l’arbitro designato, che ha parlato delle conseguenze che il video pubblicato da Real Madrid TV — in cui si è messa in dubbio la sua professionalità — ha avuto su di lui e sulla sua famiglia: “Mio figlio mi ha chiesto se sono un ladro“. I Blancos hanno poi pubblicato due durissimi comunicati, ma alla fine non hanno disertato la finale di Siviglia come si era temuto.
rapporto – Torniamo all’escandescenza di Rudiger. I media spagnoli citano il referto dell’arbitro De Burgos Bengoetxea (in Spagna sono pubblici): “È stato espulso per aver lanciato un oggetto dall’area tecnica che mi ha mancato. Dopo aver ricevuto il cartellino rosso, è stato trattenuto da diversi membri dello staff tecnico, mostrando un atteggiamento aggressivo“. Il centrale del Real rischia, da regolamento, da 4 a 12 giornate di squalifica che verrebbero scontate in Liga. Nel parapiglia finale sono stati espulsi anche Lucas Vazquez e Bellingham.
Scene da guerriglia fuori dallo stadio. Cinquecento ultras romanisti hanno tentato di raggiungere i laziali. Cariche della polizia per bloccare i tifosi
Tensioni tra tifosi e forze dell’ordine fuori dallo stadio Olimpico in attesa del derby Lazio-Roma.Cariche della polizia lungo viale Pinturicchio in direzione di piazza Mancini con i tifosi della Roma che hanno lanciato oggetti contro gli agenti. Mentre un gruppo di tifosi laziali ha tentato di spostarsi verso l’area destinata ai romanisti.
Scontri tra polizia e tifosi fuori dall’Olimpico – Secondo quanto ricostruito dalla questura di Roma, i momenti di tensione sono iniziati intorno alle 17 circa quando un gruppo di 500 ultras della Roma, molti a volto coperto e armati di bastoni, si è mosso da ponte Duca d’Aosta per raggiungere l’area dov’erano radunati i laziali a ponte Milvio.
C’è stato un lancio di oggetti contro lo schieramento delle forze dell’ordine in piazza Cardinal Consalvi. I tifosi sono stati respinti dalla polizia e sono tornati indietro. Tensioni anche a Ponte Milvio dove alcune centinaia di laziali che si stavano dirigendo allo stadio sono tornati indietro per raggiungere i romanisti, attaccando le forze dell’ordine. Per disperderli è stato usato l’idrante.
Scene di guerriglia prima del derby – Alcune auto parcheggiate in via Flaminia sono state danneggiate dagli oggetti lanciati dai tifosi durante gli scontri con la polizia, un cassonetto è stato dato alle fiamme, altri sono stati rovesciati, così come sedie e tavolini dei locali della zona. Bloccati anche alcuni autobus. Scene di guerriglia che hanno spaventato chi si trovava in quel momento in zona Ponte Milvio. In molti casi i genitori si sono chiusi, con i bambini piccoli, terrorizzati, in locali e pizzerie per sfuggire al caos.
Il rischio scontri già dal primo pomeriggio – Già nel primo pomeriggio un gruppo di tifosi stranieri e uno di giallorossi stavano per venire a contatto tra via Pinturicchio e via Giulio Romano. Durante i momenti concitati un semaforo è stato divelto. Petardi, invece, sono stati fatti esplodere all’altezza di Ponte Milvio. La polizia, intervenuta subito, ha fatto disperdere la folla riportando la situazione alla calma. Durante i controlli, invece, sono già stati sequestrati alcuni bastoni attorno all’Olimpico.
Il pre derby
Il piano sicurezza – Nel piano tecnico messo a punto l’area è stata divisa in due. La zona gialla, per i romanisti con accessi da ponte Duca d’Aosta e ponte della Musica, e quella blu, per i laziali con accesso da ponte Milvio. Tutti gli impianti di videosorveglianza dell’impianto sportivo e in strada sono stati “proiettati al massimo regime di funzionalità per offrire un supporto elettronico agli operatori delle forze di polizia che saranno impiegati in campo” spiega la questura.
Le provocazioni tra tifosi – Nella mattinata, sui social, sono apparse diverse provocazioni dei tifosi laziali. Nelle foto si vedono gli ultras a ponte Milvio con diversi striscioni di scherno contro i romanisti. Prima hanno esposto “Curva Sud made in Bangladesh”, poi seduti sulle sdraio hanno inviato i romanisti a ingaggiare lo scontro: “Per favore, venite voi a caricare?“. Il riferimento indirizzato ai rivali romanisti è agli scontri dell’aprile 2024 nella prima mattinata proprio davanti ai bar che si trovano di fronte all’obelisco. Non è mancata la risposta dei romanisti proprio davanti all’obelisco.
Ultras Lazio-12
Una maxi zona senza auto – Già dalle 8 di oggi sono stati fatti togliere tutti i veicoli in sosta fra viale dello Stadio Flaminio e piazzale Ankara, e ancora da largo, piazzale e lungotevere Maresciallo Diaz, via dei Robilant, via Mario Toscano, via Salvatore Contarini, viale Antonino da San Giuliano, piazzale di ponte Milvio, via Cassia – di fronte alla chiesa della Gran Madre di Dio -, e il parcheggio in via Orti della Farnesina davanti al commissariato Ponte Milvio, insieme con lo spartitraffico fra via Orti della Farnesina e via della Farnesina. Analoghi provvedimenti sempre dalle 8 in piazza Mancini e via Martino Longhi, dove si raduneranno poi nel pomeriggio i tifosi romanisti, e anche in via Timavo e lungotevere della Vittoria.
Sarà invece pedonalizzato viale dei Giusti della Farnesina, che conduce al ministero degli Esteri. Dalle 16.30 invece al via le chiusure alla circolazione a viale Tor di Quinto (fra via Civita Castellana e largo Maresciallo Diaz), lungotevere Diaz (fra largo Maresciallo Diaz e piazzale Lauro De Bosis) ponte Duca d’Aosta, lungotevere Cadorna, Fellini, della Vittoria e Oberdan, e anche piazzale Maresciallo Giardino. In pratica una grande zona tutta pedonale, presidiata dalle forze del’ordine.
Scontri a Santiago prima della partita di Coppa Libertadores: due giovani investiti dalle forze dell’ordine. Proteste e invasione di campo, stop alla sfida al 24′ della ripresa
Due giovani di 18 e 13 anni morti, diversi feriti, invasione di campo al 24′ della ripresa e partita sospesa. È successo nella sfida di Coppa Libertadores tra Colo Colo (Cile) e Fortaleza (Brasile) giocata allo stadio Monumental di Santiago del Cile.
la tragedia – Gli scontri sono cominciati prima della gara. Un gruppo di tifosi ha cercato di entrare con la forza nel settore Caupolicán, abbattendo una delle recinzioni perimetrali dell’area. La tragedia è avvenuta dopo l’intervento dei Carabineros per il controllo dell’ordine pubblico (Cop): secondo versioni di media cileni e brasiliani un veicolo che lanciava gas lacrimogeni avrebbe investito due persone, schiacciate da una recinzione che è crollata a causa della calca. Le vittime sarebbero una ragazza di 18 anni e un ragazzo 13enne. È stata aperta un’indagine.
invasione – Quando si è diffusa la notizia delle due vittime si è scatenata l’ira di tifosi del Colo Colo. Si sono verificati scontri tra tifosi locali e Carabineros fuori dallo stadio e anche nelle vicinanze del Monumental. Ci sono stati lanci di pietre pietre, proiettili, razzi. La polizia ha arrestato decine di persone, ma il caos è continuato nel corso della partita. I tifosi hanno smesso di cantare i cori e sono rimasti in silenzio in omaggio ai due giovani morti. Poi dalle tribune sono stati intonati canti contro i Carabineros e altri cori in onore ai tifosi deceduti: “Il giorno in cui morirò, mi sentirete, perché dal cielo farò il tifo per voi”. Le tensioni sono continuate fino al 24′ della ripresa (il risultato era sullo 0-0), quando sono stati sfondati i pannelli che separano le tribune dal campo e i tifosi sono entrati sul terreno di gioco. Le squadre sono tornate negli spogliatoi e dopo circa due ore d’attesa la partita è stata ufficialmente sospesa dalla Conmebol, la Confederazione sudamericana di calcio. Lo stadio è stato svuotato, i giocatori del Fortaleza sono tornati senza problemi in albergo, sono continuati gli scontri tra tifosi del Colo Colo e le forze dell’ordine.
che succede ora – La gara può essere ripresa in altra data a partire dall’interruzione, ossia, fin dal 24’ del secondo tempo. Si potrebbero pure valutare le responsabilità del Colo Colo, padrone di casa, che in questo caso subirebbe una sconfitta per 0-3 a tavolino.
Dura presa di posizione dell’Aia, l’associazione arbitri italiani, contro le aggressioni subite negli ultimi mesi contro i direttori di gara. Il sito ufficiale è stato ‘oscurato‘ con una foto simbolo della non violenza. “È una situazione ormai inaccettabile” ha detto il presidente Antonio Zappi “che merita una profonda analisi, anche a livello istituzionale e politico“
Il sito ufficiale dell’Associazione Italiana Arbitri è stato ‘oscurato‘ con una foto simbolo della non violenza dopo l’ennesima aggressione subita da un direttore di gara. L’episodio – fa sapere l’Aia, “ultimo di una lunga grave serie, è avvenuto in Sicilia ed il giorno prima in Campania e nelle settimane scorse in Veneto, nel Lazio ed in diverse altre regioni“. “È una situazione ormai inaccettabile” secondo il presidente Antonio Zappi “queste incresciose aggressioni nei confronti dei nostri arbitri, spesso giovanissimi, picchiati da persone che per età potrebbero esserne i genitori solo per un fuorigioco o un rigore, devono essere oggetto di una profonda analisi, anche a livello istituzionale e politico, perché hanno assunto un significato non solo sportivo ma anche sociale che deve essere combattuto con fermezza da tutta la società civile“
L’allenatore italiano, furioso per la sconfitta di Reims, ha annullato i giorni di riposo previsti. La squadra ha risposto rifiutandosi di scendere in campo. Poi, in conferenza stampa, ha sminuito il retroscena rivelato da L’Equipe
Furioso scontro tra Roberto De Zerbi e i calciatori della squadra che allena il Marsiglia. L’Equipe rivela un ammutinamento, conseguenza di una spaccatura insanabile tra le parti. Il club francese è in crisi, dopo quattro sconfitte e una vittoria nelle ultime cinque partite: è stato scavalcato in classifica dal Monaco ed è ora al terzo posto, l’ultimo valido per qualificarsi direttamente alla prossima Champions League, con due soli punti di vantaggio su Nizza e Lilla a sette giornate dal termine della Ligue 1.
De Zerbi: “Non vi alleno perché vi comportate male” – Dopo la sconfitta 3-1 dello scorso week end in casa del Reims, che non vinceva in campionato dall’11 novembre, nel centro di allenamento dei marsigliesi è arrivato il momento di un durissimo faccia a faccia tra tecnico e giocatori. De Zerbi ha tenuto tutti in ritiro nel centro sportivo della Commanderie, annullando i due giorni previsti di riposo e annunciando sedute di allenamento particolarmente intense: “Io la mia famiglia non la vedo mai, ora anche voi non vedrete le vostre”. Non solo, una volta scesi in campo, l’allenatore ha lasciato i calciatori nelle mani del suo staff: “Oggi non vi allenerò per come vi state comportando”, prendendosela con Luis Henrique, Mason Greenwood e Pol Lirola, ex di Juventus, Sassuolo, Fiorentina e Frosinone, “colpevole” di aver sorriso in sala mensa in un momento giudicato non consono: “Nessuno ti voleva qui la scorsa estate, io ero l’unico a credere in te. E mi ripaghi così?”, la frase rivolta dal tecnico al calciatore spagnolo.
La mediazione del direttore sportivo Benatia – A quel punto, i giocatori si sono ammutinati (“Non andremo in campo”) e hanno deciso di non calzare gli scarpini. Ha provato a mediare con i calciatori il direttore sportivo, Medhi Benatia, ex difensore di Udinese, Roma e Juventus. L’Equipe riporta accuse e parole grosse nei confronti di De Zerbi, che ha osservato da lontano la squadra nel pomeriggio quando, alla fine di una lunga trattativa, ha accettato di allenarsi con lo staff tecnico. Ma la rabbia di De Zerbi non si è placata: “Volete che io fallisca? Allora falliremo tutti insieme”, le sue parole di fuoco.
De Zerbi: “Voglio rimanere, non andare al Milan” – Nella conferenza stampa in vista della sfida col Tolosa, De Zerbi ha smentito un suo possibile futuro al Milan: “Nessuno mi ha chiamato, nessuna squadra. E come ho sempre fatto, non parlo o flirto con altri club. La mia intenzione è di rimanere qui a Marsiglia per molti anni. Poi i matrimoni si fanno due, e dobbiamo vedere come finirà la stagione”. Lungo e articolato il discorso del tecnico italiano, che di fatto non ha smentito i retroscena de L’Equipe, usando l’arma dell’ironia: “Sono molto felice di essere l’allenatore dell’Olympique Marsiglia perché mi piacciono le polemiche. I giocatori mi amano e io sono la persona che più di tutte vuole il loro bene. Non accetto però che facciamo le cose al di sotto del nostro livello massimo, motivo per cui ho vissuto molto male questi giorni, come tutti gli altri. Le cose successe in settimana sono normali, accadono in tutti gli spogliatoi, solo che a Marsiglia finiscono sui quotidiani e così alcuni giornalisti mi fanno sembrare un criminale. Leggere quel genere di cose mi ha fatto incazzare. Non è vero che i giocatori sono contro di me”. Sulle fughe di notizie ha poi aggiunto: “Forse dovreste chiedervi perché nessun allenatore è rimasto per più di due anni qui. Ma quello che succede mi spinge a rimanere tre, quattro o cinque anni perché mi piace essere al centro delle polemiche”.
De Zerbi: “Lirola va provocato perché dia il meglio” – De Zerbi ha ammesso anche la discussione con Lirola: “So che a volte va provocato perché dia il meglio di sé. Ma io difendo sempre i giocatori e continuerò a farlo. Per questo, mi aspetto diano il 100%. Il mio lavoro non è quello di avere amici nello spogliatoio, ma di ottenere il 100% dai giocatori. A volte ci abbracciamo, a volte vengono a casa mia a pranzo, parlo anche con i loro genitori. Ma nella vita devi dare e non solo ricevere”.
Appello del sindacato: “Non ci si volti dall’altra parte”
E’ di 9 agenti feriti il bilancio degli scontri avvenuti al termine della partita Lecce-Roma. “Quanto accaduto ieri sera a Lecce è l’ennesima dimostrazione di come le Forze dell’Ordine vengano lasciate sole a fronteggiare una violenza ormai sistematica e impunita”, afferma Domenico Pianese, Segretario Generale del sindacato di Polizia Coisp. “Nel day after ci ritroviamo, ancora una volta, a contare i feriti: 9 poliziotti del Reparto Mobile di Taranto hanno riportato prognosi dai 3 agli 8 giorni dopo essere stati colpiti da bombe carta e oggetti lanciati dai soliti delinquenti travestiti da tifosi che continuano ad agire indisturbati”, prosegue Pianese.
“Il Reparto – ricostruiscePianese – stava presidiando un’area cuscinetto tra la tifoseria ospite e quella locale, quando un gruppo di ultras del Lecce ha tentato di sfondare il cordone per raggiungere i tifosi della Roma, aggredendo gli agenti”.
Ultras di casa e giallorossi arrivano quasi a contatto: intervengono le forze dell’ordine, che spingono a forza i romanisti dentro il settore ospiti
Attimi di tensione fuori dal San Mames, con i tifosi della Roma e dell’Athletic Bilbao giunti quasi a contatto, ad appena 10-15 metri di distanza. Ad evitare lo scontro ci ha pensato la polizia basca, con cariche di alleggerimento prima nei confronti dei tifosi giallorossi e poi di quelli biancorossi. Sono volate numerose manganellate, tra bomboni e petardi, con i tifosi della Roma spinti a forza nello stadio per smorzare la tensione. Il tutto è durato circa 15 minuti, a partire dalle 17.30, all’altezza del gate 21, quello dell’ingresso del settore dedicato ai tifosi romanisti. Dei quali molti (circa 200) erano però già entrati nello stadio, proprio per evitare i tafferugli.
ALTRI SCONTRI – Attimi concitati poi anche all’altezza del gate zero, con altre cariche della polizia. Che poi ha dovuto contenere anche i tifosi romanisti già entrati al San Mames, visto che alla notizia di quanto stava succedendo fuori hanno provato ad uscire dallo stadio per andare in soccorso del resto del corteo romanista
Lancio di oggetti e fumogeni in campo e la partita viene sospesa. Anche perché un calciatore è stato colpito da una bottiglietta. E’ successo nel derby tra Fasanoe Brindisi al Curlo. Al 38′ del secondo tempo, con il Fasano in vantaggio per 2-0, i sostenitori del Brindisi(sono in 180) hanno iniziato a contestare la propria squadra, che sembra ormai condannata all’Eccellenza.
Lancio di oggetti e fumogeni, una bottiglietta ha colpito il difensore del Fasano Onraita. E da qui la decisione di Artini di Firenze di sospendere la partita, nonostante il tentativo della squadra biancazzurra di conciliare col proprio pubblico.
La partita è poi ripresa dopo circa mezzora di fermo. Ma anche in questo caso lancio di oggetti in campo: l’arbitro, così, decide di fischiare la fine definitivamente.
Nel post-gara alcuni sostenitori ospiti sono riusciti a sfondare il cancello che delimita la zona del settore a loro riservato e si sono riversati per strada. E’ intervenuta la Polizia.
Un episodio da censura ha scosso l’ottavo di finale di FA Cup tra Millwall e Crystal Palace. Dopo appena otto minuti di gioco, una violentissima entrata del portiere dei padroni di casa, Liam Roberts, ha messo fuori combattimento Jean-Philippe Mateta. L’attaccante francese è stato colpito in pieno volto dal piede dell’estremo difensore, crollando a terra privo di sensi e costringendo i sanitari a intervenire con la massima urgenza. Maschera d’ossigeno, barella e trasporto immediato in ospedale: la scena ha lasciato attoniti tifosi e giocatori.
L’inerzia del direttore di gara e l’intervento del VAR – A rendere ancora più incredibile l’episodio, la decisione iniziale dell’arbitro Michael Oliver, che si trovava a pochi metri dall’azione e, incredibilmente, non ha estratto alcun cartellino. Solo dopo il richiamo del VAR, il fischietto inglese ha rivisto l’azione e mostrato il cartellino rosso a Roberts, colpevole di un intervento che avrebbe potuto avere conseguenze ancora più drammatiche.
Le immagini della brutale collisione hanno fatto il giro del mondo, con molti addetti ai lavori che si sono detti scioccati dalla dinamica dell’azione. Tra loro, Steve Parish, presidente del Crystal Palace, che a fine primo tempo ha espresso tutta la sua preoccupazione e indignazione: “C’è tanta passione nel calcio, ma un’entrata del genere è inaccettabile. Ho visto tante partite nella mia vita, ma mai qualcosa di simile”.
Le condizioni di Mateta: attesa e preoccupazione – Dopo l’impatto, il 27enne francese è rimasto a terra per diversi minuti, prima di essere portato fuori dal campo tra l’apprensione generale. Secondo le prime informazioni, Mateta ha riportato un grave taglio dietro l’orecchio e una ferita alla testa, ma fortunatamente non sarebbe in pericolo. Le parole del tecnico Oliver Glasner hanno in parte rassicurato i tifosi: “Lo abbiamo portato in ospedale per accertamenti, ma sembra che il peggio sia stato evitato. Salterà la prossima partita, ma speriamo di recuperarlo per i quarti di finale”.
La reazione del protagonista: “Tornerò più forte che mai” – Poche ore dopo la fine dell’incontro, è stato lo stesso Mateta a rompere il silenzio con un messaggio social che ha rassicurato i tifosi: “Grazie a tutti per il supporto. Sto bene e tornerò più forte di prima”. Parole che hanno sollevato parte della tensione, anche se la polemica sull’intervento di Roberts e sulla mancata espulsione immediata continua a infiammare l’opinione pubblica.
Resta da capire se la FA prenderà provvedimenti nei confronti dell’estremo difensore del Millwall. Quel che è certo è che l’episodio ha lasciato un segno indelebile su questa edizione della Coppa d’Inghilterra. E a distanza di ore, una domanda continua a rimbombare tra gli appassionati di calcio:come è possibile che un intervento simile sia passato inosservato in diretta all’arbitro Oliver?
fallo horror in inghilterra le immagini sono da brividi
Le due tifoserie, nel viaggio per seguire le rispettive squadre in trasferta, si sono ritrovate sull’Autogrill Versilia ed è stato il caos
Si sono ritrovati all’Autogrill Versilia, sull’autostrada A12, in direzione Genova, all’altezza di Marina di Pietrasanta. I tifosi del Perugia diretti a Chiavari, per seguire il Grifo in trasferta contro la capolista Entella. E quelli della Lucchese, squadra attualmente in zona playout proprio insieme al Perugia, diretti a Sestri Levante, per la trasferta della loro squadra.
Ne è nata una maxi rissa, che ha coinvolto circa duecento persone. Davanti agli automobilisti sbigottiti, che hanno visto del fumo dalla zona dell’autogrill. Poi fumogeni ed aste che sono stati lanciati dall’area dell’autogrill anche sulla strada., dove si era spostata parte dei tifosi. Tanto che la polizia ha dovuto chiudere un tratto di strada, per sgomberarla e per la seguente pulizia.
Proprio l’arrivo delle forze dell’ordine ha fatto dileguare i tifosi coinvolti. Sono in corso indagini da parte della polizia. Ma una parte dei tifosi che avevano il biglietti per seguire Entella – Perugia non sono arrivati a Chiavari.
Un episodio molto grave, che avrà conseguenze non solo per le persone coinvolte che saranno individuate, ma anche con provvedimenti per le prossime partite.
Dopo il secondo gol di Dybala, alcuni portoghesi hanno provato a entrare in contatto con i romanisti: aggrediti gli steward intervenuti, gli agenti hanno riportato la calma
Se nel prepartita tutto era filato liscio, dopo il secondo gol di Dybala nel settore ospiti del Porto è scoppiato il putiferio nonostante l’assenza di spettatori nella parte della curva Nord occupata dai romanista, chiusa per squalifica dall’Uefa. Gli ultras portoghesi non hanno preso bene gli sfottò della Tribuna Monte Mario dopo la doppietta dell’argentino. Qualcuno di loro ha provato a scavalcare la vetrata per venire a contatto con i tifosi romanisti. Immediato l’intervento degli steward. A quel punto però è scoppiata una gigantesca rissa che ha visto coinvolti almeno 10 ultras del Porto con gli steward pericolosamente schiacciati sul vetro.
TENSIONE – Dopo un paio di minuti sono intervenuti altri agenti di polizia che hanno provato a riportare la calma. Ma il lancio di oggetti da parte dei tifosi del Porto non si è placato e molti di loro è stato portato all’esterno dello stadio dai poliziotti. Da ricordare che la tifoseria portoghese è gemellata con quella della Lazio. Qualche minuto dopo, apprensione anche in Curva Sud ma per un malore che ha visto coinvolto un ragazzo: anche in questo caso immediato l’intervento dei servizi di soccorso. Da valutare le sue condizioni.
Dopo il match tifosi friulani e quelli del Salisburgo, con cui sono gemellati da anni, hanno assaltato il convoglio che portava a casa i supporter del Venezia
Foto UdineToday
È stato un sabato sera di follia a Udine: tifosi friulani e quelli del Salisburgo, con cui sono gemellati da anni, hanno assaltato un treno in corsa nei pressi della stazione di Basiliano. L’obiettivo era solo uno: vendicarsi dei tifosi del Venezia che lo scorso 30 ottobre, in occasione della gara di andata, avevano aggredito e picchiato alcuni bianconeri, appena fuori della stazione lagunare di Santa Lucia. Sul treno – secondo fonti delle forze dell’ordine – erano presenti circa 300 tifosi del Venezia nelle prime vetture e circa 130 altri viaggiatori nelle successive.
Fumogeni e pietre contro il treno, furibonda rissa tra tifosi – La partita tra Udinese e Venezia era finita col successo dei bianconeri di casa. Gli ospiti stavano tornando a casa in treno quando è scattata la violenza. Per fermare il treno, una cinquantina di ultras, armati di manganelli e spranghe e incappucciati, hanno appiccato alcuni fuochi sulle rotaie. Quando hanno visto però che il macchinista sembrava deciso a proseguire, sono scesi sui binari, costringendolo a una frenata disperata per non investirli. Immediatamente è iniziata una sassaiola verso le carrozze occupate dai tifosi del Venezia, ma a bordo del convoglio c’erano anche numerosi viaggiatori estranei al match, che sono stati colti dal panico.
Appena è iniziato il lancio di sassi, numerosi ultras veneti si sono precipitati fuori dal treno e sono iniziati scontri durissimi con i tifosi dell’Udinese e del Salisburgo, una cinquantina in tutto. Per sedare la rissa sono intervenute le forze dell’ordine che erano a bordo, scortavano i tifosi come da prassi, e gli altri agenti che pochi minuti prima avevano scortato i lagunari alla stazione di Udine.
Come si legge su UdineToday, il bilancio è al momento di quattro persone ferite trasportate in ospedale. Un tifoso del Venezia e un tifoso dell‘Udinese di origine austriaca hanno riportato ferite serie per cui sono stati trasportati al Santa Maria della Misericordia in ambulanza. Anche un agente della Questura di Udine e uno di quella di Veneziasono rimasti contusi e sono stati accompagnati al Pronto soccorso. Altri tifosi hanno subito importanti contusioni durante i tafferugli, ma hanno rifiutato di essere portati in ospedale: si tratterebbe di alcune delle persone fermate dagli agenti di polizia e condotte in Questura a Udine. In totale, al termine del violento scontro sul treno, le forze dell’ordine hanno fermato sette persone: secondo quanto si è appreso, si tratterebbe di tifosi udinesi che facevano parte del gruppo degli aggressori, cinque cittadini austriaci e due residenti in Friuli.
Gli agenti della Digos sono al lavoro per far luce sui gravi episodi che si sono verificati durante e dopo la partita Lecce-Inter, disputata domenica sera allo stadio Via del Mare. In particolare, riferisce TeleRama, le indagini si stanno concentrando soprattutto su quanto accaduto nel settore distinti nord-ovest, dove il clima tra i tifosi è degenerato in una rissa con calci, pugni e spintoni.
A destare particolare attenzione è stato la presenza di un manganello impugnato da un addetto al servizio d’ordine interno, intervenuto per sedare la situazione. Gli investigatori stanno analizzando i filmati delle telecamere di sorveglianza per ricostruire la dinamica dei fatti e individuare eventuali responsabilità.
Necessario l’intervento delle forze dell’ordine. La società marchigiana smentisce le prime ricostruzioni: la responsabilità è di “chi doveva occuparsi della sicurezza”
Scontri dopo l’Aquila-Sambenedettese
Spranghe e cinghie. In Serie D, scontri tra i tifosi dopo L’Aquila-Sambenedettese, gara di cartello della giornata vinta 3-0 dai marchigiani. Al termine dell’incontro, diversi tifosi rossoblù (un migliaio, in tutto, quelli sugli spalti) avrebbero invaso il campo per festeggiare il successo insieme ai giocatori. Alcuni però si sarebbero spinti fino al settore della curva riservato ai sostenitori di casa, che a loro volta sarebbero scesi sul terreno gioco. A quel punto sono iniziate le violenze, che avrebbero provocato anche dei feriti. È stato necessario l’intervento delle forze dell’ordine, che hanno dovuto lavorare a lungo per riportare la situazione sotto controllo.
La nota della Sambenedettese – In serata, però, la Sambenedettese ha diffuso una nota in cui “smentisce” la ricostruzione dei “disordini avvenuti alla conclusione della partita, quasi a imputare il fatto alla tifoseria ospite”.
Secondo la società, “quanto accaduto sembrerebbe da ricondurre alle opinabili scelte operate da chi doveva occuparsi della sicurezza. I tifosi della Sambenedettese che si trovavano in tribuna sono stati indirizzati verso la curva ospiti passando per il campo, per farli defluire dallo stadio. In quel mentre alcuni tifosi dell’Aquila, dalla propria curva, hanno scavalcato i cancelli e si sono diretti verso la curva ospiti. Tale fatto ha generato gli scontri. La mancanza di idonee misure di sicurezza ha reso possibile, altresì, che due tifosi dell’Aquila forzassero la porta di ingresso che dal campo conduce agli spogliatoi, fortunatamente senza esiti negativi per l’incolumità delle persone”.
Clima caldissimo al termine di Milan-Parma e non per i due gol rossoneri arrivati al 92′ e al 95’… Allenatore e difensore divisi da compagni e staff
La scena più clamorosa diMilan-Parma – ed è una bella lotta, vista la partita – è Sergio Conceiçao che nella festa finale rincorre Calabria e quasi gli mette le mani addosso. Anzi, Conceiçao che metterebbe le mani addosso a Calabria (a un suo giocatore, all’ex capitano del Milan) se i suoi collaboratori non intervenissero per separarli. Succede quando la squadra sta festeggiando la vittoria più assurda della stagione, da 1-2 a 3-2 nel recupero: Conceiçao con si butta in campo a passo veloce e punta Calabria. Fofana e i suoi collaboratori lo tengono lontano, mentre Sergio parla concitato, arrabbiato, e Calabria gli risponde in malo modo. Brutta scena.
IL CONCERTO – Conceiçao ne ha parlato alla fine: “C’è stata una situazione di gioco di cui ho parlato con Calabria e c’è stata qualche parola di troppo“. Quasi sicuramente, secondo lui c’è stato anche qualche gesto di troppo. Calabria, quando è stato sostituito a 13 minuti dalla fine, ha scagliato lontano una bottiglietta, raccolta da Conceiçao, e in panchina si è sfogato. Non contento del cambio? Probabile. E di sicuro Sergio non ha gradito la partecipazione di alcuni giocatori al concerto di Lazza, venerdì sera a Milano, a un giorno e mezzo dalla partita. Al concerto c’erano Calabria, Theo (sostituito), Camarda (non entrato) e Loftus-Cheek (indisponibile). Per l’ex capitano, resta il momento difficile, confessato da lui stesso in tv: la fascia è passata stabilmente a Maignan e il club ha interrotto le negoziazioni per il rinnovo del contratto, in scadenza a giugno. Resta una certezza: la scena è molto brutta da vedere, con pochissimi precedenti nella storia del Milan. Quali? Gattuso con Bakayoko, Leonardo contro Seedorf non pronto a entrare nel derby.
Loftus-Cheek, Theo Hernandez, Camarda e Calabria intorno a Lazza
Un gruppo composto da 70 spagnoli è stato aggredito da 80 supporter biancocelesti nel quartiere Monti, a Roma. La testimonianza su Facebook: “Scene di guerra”
Gli scontri tra i tifosi della Lazio e della Real Sociedad (Foto da gruppo Telegram GroupaOff)
Guerriglia urbana per le strade di Roma prima del match di Europa League tra Lazio e Real Sociedad. Durante la notte un gruppo di 70 tifosi spagnoli è stato aggredito da circa80 supporter biancocelesti armati di mazze, coltelli, crick e martelli. Il bilancio degli scontri è di tre persone accoltellate, tutte appartenenti alla tifoseria del Real Sociedad ricoverate in codice rosso.
Roma, scontri tra i tifosi di Lazio e Real Sociedad – Tutto è avvenuto intorno alle 23 di ieri, mercoledì 22 gennaio. I tifosi laziali si sono presentati davanti al locale di via Leonina dove si era ritrovato il gruppo degli spagnoli e ha dato il via all’aggressione con martelli, coltelli, mazze e fumogeni. Tre tifosi del Real Sociedad sono stati accoltellati e portati in codice rosso in vari ospedali di Roma. Quando la polizia è arrivata sul posto, gli aggressori si erano già dileguati. Gli agenti hanno identificato alcuni ultras laziali nelle aree limitrofe al luogo dell’aggressione. Gli oggetti utilizzati nello scontro sono stati sequestrati e sono ora in corso approfondimenti investigativi anche con l’acquisizione delle immagini degli impianti di videosorveglianza della zona.
Gli oggetti sequestrati
Il racconto: “Scene di guerra” – Scontri violentissimi che hanno terrorizzato i residenti, svegliati dal caos e dal rumore delle bombe carta, come racconta la consigliera del municipio I Natalie Naim su Facebook: “Scene di guerra stanotte nel Rione Monti. Il boato di violente esplosioni il cielo che si tinge di rosso, urla, i palazzi che tremano, le persone che scappano dai vari locali. Gruppi di tifosi spagnoli e laziali vestiti di nero alcuni con caschi e mazze si sono affrontati al pub di via Leonina con coltelli, crick, martelli dove hanno lanciato bombe carta. Tre feriti. Poi gli inseguimenti fra bande nelle varie Vie Urbana, Capocci, Piazza degli Zingari, ancora altri feriti. Intervenuti agenti di polizia e guardia di finanza in tenuta antisommossa, ambulanze. La polizia ha consigliato quando dopo qualche ora era tutto finito di non circolare nel Rione“. Allerta massima in vista della partita, prevista per stasera allo stadio Olimpico.
Momenti di grande nervosismo al termine della semifinale di Supercoppa tra Real Madrid e Maiorca.
Supercoppa di Spagna, rissa dopo Real Madrid-Maiorca: Ancelotti cerca di riportare la calma – Getty Images
Tutto come previsto, la finale della Supercoppa di Spagna sarà Real Madrid-Barcellona.
DUE GOL DEL REAL MADRID NEL RECUPERO – L’equilibrio tra Real Madrid e Maiorca ha retto poco più di un’ora, poi Bellingham ha sbloccato il risultato.
In pieno recupero i Blancos hanno chiuso i conti conl’autogol di Valjent e la rete di Rodrygo, arrivati nel giro di tre minuti tra il 92′ ed il 95′.
NERVOSISMO NEL FINALE DI REAL MADRID-MAIORCA – Dopo il fischio finale dell’arbitro, alcuni giocatori di Real Madrid e Maiorca sono venuti a contatto.
Durante la partita c’erano stati alcuni attimi di tensione con protagonista soprattutto il terzino del Maiorca, Maffeo. Mentre tra i Blancos il più nervoso è stato Asensio, finito nel mirino degli avversari.
Fortunatamente la situazione è presto tornata alla calma, anche grazie all’intervento di Carlo Ancelotti e di Rudiger ovvero uno dei senatori del Real Madrid, che hanno separato i contendenti.
REAL MADRID-BARCELLONA FINALE DELLA SUPERCOPPA – Come da previsioni della vigilia, quindi, a giocarsi la finale della Supercoppa di Spagna saranno Real Madrid e Barcellona in un Super Clasico d’Arabia.
La squadra di Ancelotti vorrà sicuramente vendicare la pesante sconfitta subita in Liga, quando i blaugrana hanno trovato il Real Madrid per 0-4 al ‘Bernabeu’.
A gennaio dell’anno scorso invece fu il Real Madrid a battere 4-1 il Barcellona in finale vincendo la Supercoppa.
Oltre i 100 supporter che si sono fronteggiati utilizzando anche mazze, bastoni, cinture, coltelli ed artifici esplodenti
Perquisizioni e daspo a poche ore dal derby di ritorno Torino-Juventus. Questa mattina la Polizia di Stato di Torino, con la collaborazione delle Questure di Asti, Novara, Pavia, Savona, Varese e Piacenza, ha eseguito, su delega della Procura della Repubblica di Torino, 23 perquisizioni personali e domiciliari a carico di altrettanti aderenti a gruppi ultras della Juventus e del Torino, indagati per rissa, porto abusivo di oggetti atti ad offendere e travisamento, a seguito della violenta rissa verificatasi nel centro di Torino nella notte antecedente al derby dello scorso 9 novembre, nei pressi della Chiesa della Gran Madre di Dio. Oltre i 100 supporter che si sono fronteggiati utilizzando anche mazze, bastoni, cinture, coltelli ed artifici esplodenti.
Perquisite anche le due sedi dei gruppi ultras “Drughi” e “Primo Novembre 1897” della Juventus, i cui locali sono stati sottoposti anche a specifici controlli amministrativi e di sicurezza da parte del personale della Divisione Polizia Amministrativa e Sociale della Questura di Torino, della Asl e dei Vigili del Fuoco. Nel corso delle operazioni di polizia giudiziaria eseguite dalla Digos, sono stati sequestrati supporti informatici e indumenti utilizzati dai responsabili durante le azioni violente.
Adottati dal Questore di Torino 43 provvedimenti Daspoe avviate le procedure per l’aggravamento di altri 20 provvedimenti interdittivi già emessi, in passato, per analoghe condotte. La Divisione della Polizia Anticrimine della Questura di Torino ha poi emesso altri 10 provvedimenti daspo nei riguardi di tifosi del Torino resisi responsabili di danneggiamenti all’interno del settore ospiti dello stadio sempre in occasione del derby dello scorso 9 novembre.
Giornalista Napoletano Allontanato Da Steward In Diretta Dopo Fiorentina-Napoli: Il Racconto Dei Fatti
Al Franchi di Firenze, il giornalista napoletano Manuel Parlato è stato protagonista di un episodio controverso durante la partita tra Fiorentina e Napoli. Mentre si svolgeva l’incontro, che ha visto il Napoli prevalere con un netto 3-0 grazie ai gol di Neres, Lukaku e McTominay, il suo accredito è stato strappato da uno steward, costringendolo ad allontanarsi dall’area circostante lo stadio.
L’incidente che ha colpito Parlato – Il gesto di strappare l’accredito al giornalista ha suscitato sorpresa e indignazione. Secondo quanto riportato, il capo degli steward avrebbe tentato di impedire a Parlato di proseguire il suo lavoro, un’azione che è stata definita “inconcepibile” nel contesto di una normale copertura sportiva.
La reazione del giornalista – In diretta televisiva sull’emittente napoletana Canale 21, il giornalista ha commentato l’accaduto, visibilmente frustrato. Le riprese hanno mostrato Parlato in conversazione animata con il capo degli steward, mentre si rifiutava di lasciare l’anti-stadio. Ha anche evidenziato che alcuni tifosi del Napoli erano stati espulsi dallo stadio dopo il primo gol di Neres, aggiungendo ulteriore rilevanza all’incidente.
SERIE A – Nelle zone adiacenti allo stadio Olimpico, nel corso delle operazioni di bonifica, le forze dell’ordine hanno fatto in modo di evitare qualsiasi tipo di contatto tra i gruppi ultras giallorossi e biancocelesti. Un 20enne tifoso laziale è stato denunciato e sottoposto a Daspo: era in possesso di un cacciavite e di un altro oggetto atto a offendere.
Sale la tensione in vista del derby Roma-Lazio, che torna a disputarsi di sera a distanza di 6 anni dall’ultima volta. Le zone adiacenti allo stadio Olimpico sono di fatto blindate della forze dell’ordine che, nel corso delle operazioni di bonifica effettuate qualche ora prima del calcio d’inizio (previsto per le ore 20:45) hanno sequestrato una serie di oggetti atti a offendere come coltelli, spranghe, bombe carta, lance, mazze di legno e mazze da baseball, e persino aste di plastica dotate di punte di metallo. Diversi i anche i coltellitrovati all’interno di alcune aiuole, in particolare nell’area nord dello stadio.
Durante le fasi di accesso della tifoseria laziale all’interno dell’Olimpico per l’allestimento della coreografia in curva Nord, un 20enne sostenitore della Lazio – come riferisce l’Ansa – è stato trovato in possesso di un cacciavite e di un altro oggetto atto a offendere. È stato denunciato e sottoposto a Daspo. Le forze dell’ordine hanno inoltre fatto in modo di evitare qualsiasi tipo di contatto tra i gruppi ultras di Roma e Lazio.
Dopo la sconfitta con il Cittadella, un centinaio di violenti ha preparato un agguato al mezzo su cui viaggiavano calciatori e dirigenti rosanero al rientro dalla trasferta. La società: “Offese la dignità delle persone e la reputazione del club”
Agguato shock a Palermo. Dopo la sconfitta per 2-1 rimediata contro il Cittadella – la quarta nelle ultime cinque partite -, alcuni teppisti hanno attuato un assalto al pullman della squadra di Dionisi, al rientro in città nella notte post trasferta. Pietre, petardi, bombe carta e fumogeni: è l’aggressione che il gruppo – composto da un centinaio di tifosi violenti – ha riservato a calciatori e dirigenti, dopo aver già scatenato nelle scorse settimane una contestazione verbale nei confronti della società.
il comunicato del palermo – La notte più buia del Palermo in questa stagione è culminata con paura e tensione quando, in tarda serata, il pullman del club è stato fermato all’altezza del comune di Carini, nel Palermitano, dove è partito l’attacco e il lancio di oggetti contro la squadra. Il conducente ha fatto subito rientro all’aeroporto Falcone-Borsellino e alcuni dei calciatori sono stati costretti a fare ritorno a casa in taxi, lasciando le auto al centro sportivo di Torretta. In mattinata è arrivato il comunicato della società rosanero: “Il Palermo intende condannare duramente l’agguato di ieri notte al pullman con a bordo calciatori, staff e dirigenti della prima squadra – si legge in una nota della società -. Il club ha sempre rispettato ogni forma civile di contestazione da parte della tifoseria. Questo inquietante episodio offende non solo la dignità delle persone, ma anche la reputazione del Palermo Fc e della sua comunità, della città di Palermo e dei palermitani“.
I due sono caduti vittime della furia di un gruppo di tifosi grigiorossi dopo aver iniziato a filmarli: «Siamo sotto shock, nelle prossime ore sporgeremo formale denuncia»
Lei centrata da una manganellata; lui ferito da un colpo di spranga e da un pugno al volto: una coppia di cremonesi che abita a ridosso dello stadio è rimasta vittima della furia inconsulta di un gruppo di tifosi grigiorossi che stava sciamando dallo Zini al termine del derby con il Brescia.
«Ho sentito una serie di scoppi e sono uscito di casa per capire cosa stesse succedendo — racconta l’uomo —. Temevo che le esplosioni dei petardi potessero danneggiare la mia auto, parcheggiata in strada.Ho avviato una registrazione video con il telefonino e, poco dopo, sono stato colpito».
Le immagini del filmato catturano il preciso momento dell’aggressione. Poco dopo è toccato alla compagna, anche lei scesa in strada per documentare con lo smartphone quanto stava accadendo. Le riprese salvate sul dispositivo raccontano chiaramente di una stangata secca, vibrata con violenza contro il braccio della donna.
«Siamo sotto shock — spiegano i due —, nelle prossime ore sporgeremo formale denuncia alle forze dell’ordine». Qualcuno degli ultrà, tutti incappucciati e con il volto celato dalle sciarpe, ha interrotto la marcia per scusarsi con le vittime, bersagli di uno scoppio di violenza odioso, gratuito e inammissibile.
È accaduto questa mattina tra via Dante e va Orti Romani, all’alba dell’incontro di serie B tra Brescia e Cremonese
Fiammata tra tifosi questa mattina, all’alba del match di serie B tra Cremonese e Brescia. Stando alle prime informazioni fornite dalla Questura, un gruppo di ultras bresciani avrebbe dato in escandescenze contro un gruppo di tifosi locali mentre si dirigeva verso lo stadio Zini, tra via Orti Romani e via Dante, danneggiando anche un’automobile. Per il momento non risultano feriti, seguiranno aggiornamenti.
Sono stati momenti di fortissima apprensione quelli che si sono vissuti nel corso di Monaco-PSG, gara che si gioca nel turno infrasettimanale in Ligue 1 e con protagonisti due ex Serie A, che si sono scontrati in quello che si è trasformato inun infortunio da film dell’orrore.
Probabilmente un infortunio che segnerà la carriera di Gigio Donnarumma perché, malgrado si sia alzato e fatto medicare in campo, con dei punti di sutura che sono stati immediatamente applicati lungo tutto lo zigomo della sua faccia,è chiaro che un impatto del genere ti segna. L’uscita su Singo è stata coraggiosa soprattutto se si considera la gamba non tirata indietro e con tacchettata in pieno volto dal giocatore ex Torino, che ovviamente non l’ha intenzionalmente colpito in faccia ma che clamorosamente non è stata rivista al VAR. Niente cartellino rosso nonostante l’intervento da paura dell’ex calciatore granata.
Infortunio shock, Donnarumma esce col volto sfigurato: è stato medicato in campo – L’infortunio al volto di Donnarumma ha scioccato tutti, calciatori compresi che hanno presto chiamato l’intervento dei sanitari. Donnarumma è uscito dal campo, sostituito sulle sue gambe, ma col volto che si era aperto in due.
All’altezza del suo zigomo, sul volto di Gigio Donnarumma si vedono dei punti che sono stati applicati per fermare e saturare, appunto,la profonda ferita causa dallo scontro di gioco.
Nel corso della prima parte della sfida tra Monaco-PSG i tifosi sono rimasti col fiato sospeso a causa delloscontro tra Singo e Donnarumma, con Gigio finito a terra sanguinante. Adesso sono tutti da valutare i tempi di recupero sull’infortunio di Donnarumma che, uscito dal campo sulle sue gambe, dovrà fare i conti ovviamente con le medicazioni per evitargli una cicatrice che rischia di essere vistosissima sul suo volto.
Cos’è successo in Monaco-PSG? Scontro Singo-Donnarumma – Non di proposito, ovviamente, ma Wilfried Singo non ha tirato indietro la gamba prendendo di striscio e con i tacchetti il pieno volto di Gigio Donnarumma che si è aperto in due all’altezza dello zigomo.Il calciatore italiano è stato medicato e sostituito e molto presto, in ospedale, sarà medicato a dovere.
Infortunio al volto di Donnarumma, la medicazione – Calciomercatoweb (fonte foto: RMC Sport)
La foto di Donnarumma dopo la medicazione – Di seguito, la foto della medicazione dopo l’infortunio terribile al volto per Gigio Donnarumma. Immagini molto forti, che sono state pubblicate direttamente da RMC Sport.
Donnarumma, terribile infortunio contro il Monaco: colpito con un calcio da Singo esce con il volto tumefatto dopo 22′