Sono giorni tristi in casa Atalanta. Il club di Bergamo è stato infatti colpito da due lutti ravvicinati e proprio nelle giornate legate alle festività natalizie. Per questo motivo, infatti, i nerazzurri hanno annullato la cena di Natale prevista per il 17 dicembre. Nelle ultime ore sono morti prima Eugenio Perico, bergamasco ex calciatore nerazzurro ed ex Ascoli, e poi Ivan Pasalic, il padre del centrocampista croato e bandiera del club.
Mario Pasalic
LUTTO PER PASALIC – Grande dolore per l’Atalantae per Mario Pasalice la sua famiglia. È scomparso il padre del giocatore, una tragica notizia che ha spinto la società a cancellare la festa di Natale programmata per mercoledì 17 dicembre in segno di lutto e partecipazione al dolore del giocatore.
La Dea ha diffuso una nota ufficiale in merito che riportiamo di seguito.
“La famiglia Percassi, quella Pagliuca, la dirigenza, mister Raffaele Palladino e il suo staff, i compagni di squadra, i dipendenti e collaboratori tutti si stringono affettuosamente attorno a Mario Pasalic per la scomparsa dell’adorato papà. Il club ha voluto trasferire al calciatore “i sensi della più profonda vicinanza e del più caloroso affetto in questo momento di profondo dolore”, estendendo le condoglianze a tutta la famiglia Pasalic.
ADDIO A PERICO – Poche ore prima c’era stato un altro lutto. A 74 anni si era spento Eugenio Perico, ex calciatore nerazzurro e allenatore del settore giovanile atalantino, con cui ottenne quattro titoli tricolori nella categoria Giovanissimi Nazionali.
Un tifoso del Charlton Athletic è morto durante la partita contro il Portsmouth, sospesa al 12° minuto del primo tempo. Club, giocatori e avversari esprimono cordoglio e vicinanza alla famiglia.
Un tragico episodio ha scosso il mondo del calcio inglese: un tifoso del Charlton Athletic è morto a seguito di un’emergenza medica mentre si trovava allo stadio, costringendo la sospensione della partita di campionato EFL contro il Portsmouth al The Valley.
La gara, iniziata all’ora di pranzo, è stata interrotta al 12° minuto per consentire ai soccorritori di prestare le prime cure al tifoso, ma purtroppo ogni tentativo di salvarlo si è rivelato vano. Al momento della sospensione, il punteggio era 0-0.
Charlton Athletic are devastated to report that a supporter has passed away following a medical emergency at The Valley today.
Everyone at the club sends their heartfelt condolences to the supporter’s family and friends at this incredibly difficult time.#cafc
Il Charlton Athletic, attraverso un comunicato ufficiale, ha espresso il proprio dolore definendo l’accaduto “devastante” e ha ringraziato il personale dello stadio e i soccorritori che si sono immediatamente attivati. Il club ha inoltre rivolto un pensiero ai tifosi presenti sugli spalti, ai giocatori e allo staff del Portsmouth per la comprensione dimostrata in una circostanza così drammatica. “Tutti i membri del club esprimono le loro più sentite condoglianze alla famiglia e agli amici del tifoso in questo momento incredibilmente difficile”, si legge nella nota.
Anche il capitano dei “Addicks”, Greg Docherty, ha reso omaggio alla vittima tramite un post su X, definendo la notizia “assolutamente devastante” e affermando che i pensieri di tutti i giocatori sono rivolti alla famiglia e agli amici del tifoso, accompagnando il messaggio con un cuore spezzato.
Il Portsmouth ha condiviso lo stesso dolore, pubblicando un comunicato sul proprio sito ufficiale: “Siamo devastati da quanto accaduto. I nostri pensieri e le più sentite condoglianze vanno alla famiglia e agli amici del tifoso in questo momento estremamente difficile”. Anche l’EFL, attraverso il proprio profilo X, ha espresso cordoglio alla famiglia, agli amici e a tutti i membri del Charlton Athletic, ricordando l’accaduto come un momento di grande tristezza per tutta la comunità calcistica.
Al momento non sono state comunicate le nuove date per il recupero della partita, che rimane sospesa in attesa di ulteriori decisioni. La tragedia ha unito tifosi, giocatori e club in un momento di dolore condiviso, ricordando quanto la passione per il calcio possa essere interrotta da eventi imprevisti e drammatici.
La tragedia durante una partita del campionato serbo: il 44enne Mladen Zizovic ha accusato un malore durante il primo tempo del match tra Radnicki e Mladost Lucani. I giocatori hanno ricevuto la notizia del decesso mentre erano ancora in campo
La disperazione dei giocatori in campo
Dramma in diretta durante una partita del massimo campionato di calcio serbo. Mladen Zizovic, allenatore del Radnicki, è morto a causa di un attacco cardiaco che lo ha colpito mentre era in corso il match contro il Mladost Lucani.
Serbia, morto l’allenatore Mladen Zizovic – Il 44enne allenatore bosniaco ha avuto un malore a metà del primo tempo ed è stato subito soccorso, venendo poi trasportato in ospedale. Nonostante l’immediato intervento dei soccorsi e il trasporto d’urgenza in ospedale, per il tecnico non c’è stato nulla da fare. La notizia del decesso, confermata poco più tardi, ha portato all’immediata sospensione della partita. Le immagini provenienti dallo stadio hanno mostrato scene strazianti di giocatori che crollano in campo e membri degli staff in lacrime, increduli per la tragedia.
La tragica notizia del decesso è stata immediatamente confermata dalla Federcalcio serba, che ha espresso il proprio cordoglio con un comunicato: “La Federazione conferma con profonda tristezza e incredulità la notizia della morte improvvisa dell’allenatore del Radnicki 1923, Mladen Zizovic, durante la partita del campionato serbo tra Mladost e Radnicki 1923 a Lucani“.
Traduzione Google: Tragedia a Lucani, Mladen Žižović è scomparso… Lo stratega del Rogatica è crollato al 22° minuto della partita tra Mladost del Lucani e Radnički del Kragujevac, dopodiché è stato portato via in ambulanza, ma purtroppo non c’è stato modo di salvarlo… La partita è stata inizialmente ripresa, ma è stata ufficialmente interrotta verso la fine del primo tempo, quando è stata annunciata la tragica notizia. I giocatori di entrambe le squadre sono caduti in campo in lacrime, increduli. Questa è stata la terza partita di Žižović in panchina per il Kragujevac…
Tragedija u Lučanima, preminuo je Mladen Žižović… Strateg iz Rogatice se srušio u 22. minutu utakmice između Mladosti iz Lučana i Radničkog iz Kragujevca, posle čega je odvežen sanitetskim kolima, ali nažalost nije bilo spasa… Utakmica je prvobitno bila nastavljena, ali je i… pic.twitter.com/yx4Q6Dz7mP
Mladen Zizovic era una figura molto rispettata nel calcio balcanico. Da calciatore aveva vestito le maglie di diversi club, tra cui Zrinjski Mostar e Banja Luka, collezionando anche quattro presenze con la nazionale della Bosnia ed Erzegovina. Dopo aver lasciato il calcio giocato aveva intrapreso la carriera da allenatore, sedendo sulle panchine di Radnik Bijeljina e Zrinjski. Dallo scorso luglio era approdato su quella del Radnički 1923.
Fu mentore di Allegri e Gasperini. Un uomo che sapeva tutto del mondo del pallone
Giovanni Galeone (Napoli, 25 gennaio 1941 – Udine, 2 novembre 2025) è stato un calciatore e allenatore di calcio italiano, di ruolo centrocampista. Come allenatore ha ottenuto 4 promozioni in Serie A, due con il Pescara, una con l’Udinese e una con il Perugia.
Si è spento oggi all’età di 84 anni Giovanni Galeone, uno degli allenatori più carismatici e innovativi del calcio italiano. Nato a Napoli il 25 gennaio 1941, aveva legato il suo nome a piazze importanti come Pescara, Udinese, Napoli e Cremonese, diventando negli anni un punto di riferimento per intere generazioni di tecnici. Galeone è stato capace di portare quattro squadre in Serie A, imponendo uno stile di gioco offensivo e coraggioso che lo rese un simbolo del calcio “bello”. Dietro la sua panchina sono cresciuti allenatori come Massimiliano Allegri e Gian Piero Gasperini, che più volte lo hanno definito un vero maestro di idee e di vita.
Nel corso della sua carriera ha totalizzato 155 panchine in Serie A, lasciando ovunque il segno per personalità, ironia e visione tattica. Il mondo del calcio lo ricorda oggi con affetto e riconoscenza. Con lui se ne va un uomo che ha saputo unire risultati e poesia, competenza e umanità.
Il vice presidente dell’Inter ha pubblicato una carrellata di immagini con il padre
“Mi hai aspettato per l’ultimo abbraccio, l’ultima carezza sulla mano, l’ultimo bacio…sarai presente in tutti i momenti della mia vita. La mia anima soffre, ma sarai nel mio cuore per sempre”. A scrivere le commoventi parole è il vice presidente dell’Inter, Javier Zanetti, in un post dedicato a suo papà Rodolfo, morto nelle scorse ore. Zanetti ha pubblicato una carrellata di immagini con suo papà per dirgli addio.
La notizia della scomparsa di Rodolfo Zanetti era stata divulgata proprio dal club nerazzurro che aveva espresso la sua vicinanza alla famiglia.
“L’Inter esprime il proprio cordoglio e si stringe attorno al vice presidente Javier Zanetti per la scomparsa del padre Rodolfo. A lui l’abbraccio di tutta la famiglia nerazzurra e della proprietà”, si legge nella nota.
Traduzione: Mi hai aspettato per l’ultimo abbraccio, l’ultima carezza sulla mano, l’ultimo bacio… Sarai presente in tutti i momenti della mia vita. Mi fa male l’anima, ma sarai nel mio cuore per sempre. Mi mancherai tanto vecchio caro!!!!
“Grazie per avermi insegnato tutto quello che so. Ti sarò sempre grato e ti apprezzo. La vita non sarà più la stessa“. Lo scrive sui suoi social Romelu Lukaku, annunciando la morte del padre Roger.
“Proteggendomi e guidandomi come nessun altro potrebbe fare. Il dolore e le lacrime scendono alla grande, ma Dio mi darà la forza di rimettermi in sesto – scrive -. Grazie di tutto, Roger Menama Lukaku Vieux Roy (per i suoi amici). Mon Papa“.
Traduzione completa da Instagram: Grazie per avermi insegnato tutto quello che so. Ti sarò sempre grato e ti apprezzo. La vita non sarà più la stessa. Proteggermi e guidarmi come nessun altro potrebbe fare. Non sarò più la stessa Il dolore e le lacrime scendono alla grande Ma Dio mi darà la forza di rimettermi in sesto Grazie di tutto Roger Menama Lukaku Vieux Roy (per i suoi amici)
Un giovane Romelu Lukaku (sinistra) con suo papà Roger (destra). Il padre è scomparso all’età di 58 anni – Credit Foto Twitter
Roger Lukaku, padre del calciatore Romelu in forza al Napoli, se ne è andato nella sua casa di Kinshasa, nella Repubblica Democratica del Congo, all’età di 58 anni. Non sono ancora noti i motivi della scomparsa. Romelu e la dedica su Instagram: “Grazie per avermi insegnato tutto”.
“Grazie per avermi insegnato tutto quello che so, ti sarò per sempre grato”, si apre così la dedica di Romelu Lukaku al padre Roger, scomparso oggi all’età di 58 anni. Le notizie delle ultime ore sono state confermate dai messaggi lasciati dall’attaccante sui social e che confermano il lutto che ha colpito il giocatore del Napoli.
Roger Lukaku, ex calciatore, se ne è andato nella sua casa di Kinshasa,nella Repubblica Democratica del Congo, anche se non sono ancora noti i motivi della scomparsa. Lukaku ha deciso di ricordare il padre su Instagram cancellando tutti post e lasciando una loro foto insieme di tanti anni fa, insieme a un messaggio toccante: “Grazie per avermi insegnato tutto ciò che so. Ti sarò per sempre grato. La vita non sarà più la stessa. Proteggimi e guidami come nessun altro può fare. Io non sarò più lo stesso. Il dolore e le lacrime scendono. Ma Dio mi darà la forza di tornare“.
Lutto nel mondo del calcio per la scomparsa del padre del vice presidente dell’Inter
Javier Zanetti con il papà Rodolfo in una foto apparsa sulla pagina Instagram dell’ex calciatore nerazzurro
Lutto nel mondo del calcio e in particolare all’interno del club nerazzurro per la scomparsa di Rodolfo Zanetti, padre di Javier, ex capitano e attuale vice presidente dell’Inter. A renderlo noto è stato il club con un comunicato stampa diffuso in mattinata.
“L’Inter esprime il proprio cordoglio e si stringe attorno al vice presidente Javier Zanetti per la scomparsa del padre Rodolfo. A lui l’abbraccio di tutta la famiglia nerazzurra e della proprietà”, si legge nella nota.
Il messaggio del club
L’Inter si stringe attorno a Zanetti per la scomparsa del padre Rodolfo: il messaggio del club
È scomparso il papà del vicepresidente nerazzurro. Il messaggio di cordoglio dell’Inter
Javier Zanetti
Un momento di dolore ha colpito tutta la famiglia nerazzurra. Rodolfo, il papà del vicepresidente nerazzurro Javier Zanetti, è scomparso nelle scorse ore. Con un messaggio postato sui social, il club nerazzurro esprime il proprio cordoglio.
“L’Inter esprime il proprio cordoglio e si stringe attorno al Vice President Javier Zanetti per la scomparsa del padre Rodolfo. A lui va l’abbraccio di tutta la famiglia nerazzurra e della Proprietà“, si legge nel messaggio postato dall’Inter.
L’Inter esprime il proprio cordoglio e si stringe attorno al Vice President Javier Zanetti per la scomparsa del padre Rodolfo. A lui va l’abbraccio di tutta la famiglia nerazzurra e della Proprietà.
Traduzio Instragram: Ci dispiace comunicare la scomparsa di Rodolfo “Pichon” Zanetti, padre di Javier e Sergio. In questo momento difficile e difficile accompagniamo la famiglia Zanetti. Le nostre condoglianze a Sergio, Javier, sua moglie Paula e ai loro figli Sol, Ignacio e Tomas. Il C.A. Workshop è con voi.
Tristeza. Lo confirmaron Talleres de Escalada y el Inter de Italia en sus redes sociales. Tenía 93 años.
Murió Rodolfo “Pichón” Zanetti, el papá de Javier “Pupi” Zanetti.
Talleres de Escalada informó esta mañana una triste noticia: fallecióRodolfo “Pichón” Zanetti, el padre del Pupi Javier Zenetti. Tenía 93 años.
“Es un día muy triste para toda la familia de Talleres. Lamentamos comunicar el fallecimiento de Rodolfo “Pichon” Zanetti, padre de Javier y Sergio. Nuestras condolencias en este difícil y duro momento a la familia Zanetti. El C.A.Talleres está con ustedes“, expresó el club en sus redes sociales.
Traduzione aGoogle : Il Talleres de Escalada ha annunciato questa mattina una triste notizia: Rodolfo “Pichón” Zanetti, padre di Pupi Javier Zenetti, è scomparso. Aveva 93 anni. “Questo è un giorno molto triste per tutta la famiglia del Talleres. Ci dispiace annunciare la scomparsa di Rodolfo “Pichón” Zanetti, padre di Javier e Sergio. Le nostre condoglianze vanno alla famiglia Zanetti in questo momento difficile e difficile. Il C.A. Talleres è con voi”, ha dichiarato il club sui suoi social media.
Il giovane, cresciuto nelle giovanili dei Gunners, non ce l’ha fatta: l’incidente sabato scorso con il suo Chichester City, poi il coma farmacologico e un intervento, ma le lesioni erano troppo gravi. Cordoglio del club: “Siamo devastati”
Billy Vigar, 21 anni, ex calciatore delle giovanili dell’Arsenal, è morto a seguito di una grave lesione cerebrale riportata sabato scorso durante una partita con il suo Chichester City. L’incidente è avvenuto all’inizio della sfida contro il Wingate & Finchley, nell’Isthmian Premier Division, settima serie. Secondo le ricostruzioni inglesi, il ragazzo avrebbe battuto la testa contro una superficie dura a bordocampo. Il club ha spiegato in una nota che “Vigar era stato indotto in coma farmacologico e martedì aveva subito un intervento chirurgico per aumentare le possibilità di recupero, ma la lesione si è rivelata troppo grave. La sua famiglia è devastata che questo sia accaduto mentre giocava allo sport che amava“. “Siamo devastati nell’apprendere che Billy Vigar ci ha lasciati“, ha dichiarato la Federazione calcistica inglese (FA). “Le nostre più sentite condoglianze vanno alla sua famiglia, agli amici, ai suoi cari e a tutto il Chichester City FC in questo momento incredibilmente difficile”.
Traduzione: arsenal Tutti all’Arsenal sono devastati dalla notizia scioccante che l’ex diplomato dell’accademia Billy Vigar è morto. Tutti i nostri pensieri vanno alla sua famiglia e ai suoi cari in questo momento. Riposa in pace, Billy
Chi era Vigar – Vigar era entrato nell’academy dell’Arsenal nel 2017, a 14 anni, firmando da professionista nel 2022. Aveva poi giocato in prestito al Derby, dove aveva militato nella squadra Under 21, e all’Eastbourne Borough, prima di passare a parametro zero all’Hastings United nel luglio 2024. Si era poi unito al Chichester prima dell’inizio di questa stagione. Profondo cordoglio anche da parte della sua ex-squadra: “Tutti all’Arsenal sono devastati dalla scioccante notizia della scomparsa di Billy Vigar, cresciuto nella nostra academy. I nostri pensieri vanno alla sua famiglia e ai suoi cari in questo momento. Riposa in pace, Billy“.
Brutta notizia che sconvolge nuovamente il calcio portoghese dopo la tragica morte dell’attaccante del Liverpool Diogo Jota. Il Paese lusitano è di nuovo in lutto per la scomparsa, avvenuta quest’oggi all’età di 53 anni, di Jorge Costa, direttore sportivo del Porto del quale ha difeso i colori anche da calciatore coprendo il ruolo di capitano e vincendo la Champions League del 2004 con José Mourinho allenatore.Costa, ricoverato in terapia intensiva presso l’ospedale Sao Joao di Porto, è spirato nel primo pomeriggio per un arresto cardiorespiratorio, riporta il sito ufficiale dei Dragoes.
Costa è stato colto da un malore intorno all’ora di pranzo a Olival, nel centro sportivo d’allenamento biancoblu: immediatamente soccorso dall’equipe medica del club con un defibrillatore, è stato poi ricoverato senza successo. Dopo aver svolto un’intervista con una tv locale, racconta il quotidiano A Bola, Costa si è sentito male ed ha perso conoscenza. Le sue condizioni sono apparse subito molto gravi. “Per tutta la sua vita, Jorge Costa ha incarnato, dentro e fuori dal campo, i valori che definiscono l’FC Porto: dedizione, leadership, passione e un incrollabile spirito di conquista. Ha influenzato generazioni di tifosi ed è diventato un simbolo importante del Porto. L’eredità di Jorge Costa vivrà per sempre nella memoria di tutti i tifosi del Porto“, il ricordo della squadra da lui tanto amata.
E’ morto a 47 anni dopo aver combattuto a lungo contro una terribile malattia. Tra il Duemila e il 2005 è stato una colonna del Calcio Padova. Viveva all’ombra del Santo dove aveva trovato la serenità e l’affetto della gente
Paolo Antonioli
Per cinque lunghi anni, tra il Duemila e il 2005 è stato il capitano del Calcio Padova. Un difensore di spessore sia tecnico che morale, un uomo spogliatoio.All’età di 47 anni è morto Paolo Antonioli. Da tempo stava combattendo contro un male che alla fine gli ha portato via ogni forza. Persona dalla rara umanità, l’ex biancoscudato lascia nello strazio tutti coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerlo ed apprezzarne le qualità professionali, ma soprattutto umane. Ha girato mezza Italia nella sua carriera e ovunque è andato ha riscosso grandi consensi. Ora tutti lo piangono per una morte così precoce che lascia un vuoto enorme tra sportivi, addetti ai lavori e soprattutto i suoi affetti più cari. Ad annunciare il grave lutto è stata oggi 30 luglio la moglie Elena Vezzù, da tutti conosciuta come speaker radiofonica con lo pseudonimo di Lady Helen.
Antonioli è nato a Mantova nel 1977. Padova è diventata la sua seconda casa. Con gli scarpini ai piedi ha militato con lo Spezia, Vis Pesaro, Padova, Frosinone, Gallipoli, Lanciano, Alma Juventus Fano e Abano. Poi ha intrapreso la carriera dell’allenatore guidando l’Albignasego, il Plateola e il Monselice. Non appena si è sparsa la notizia del lutto, sono stati innumerevoli gli attestati di vicinanza pervenuti alla moglie da decine di squadre di calcio di tutta Italia. All’ombra del Santo Antonioli ha indossatola la maglia biancoscudata, nel ruolo difensore, per 137 occasioni dalla stagione 2000/2001, alla stagione 2004/20025 realizzando 3 reti.
Paolo Antonioli in uno scontro ravvicinato con Camoranesi
Un punto di riferimento per lo sport nonantolano, ma anche per altre squadre del circondario. Con il gemello Carmine 600 gol in due
Lutto nel calcio modenese. È morto Antonio Gargano
“È con profonda tristezza che abbiamo appreso la notizia della tragica scomparsa di Antonio Gargano. Tutto il G.S. La Pieve Nonantola si stringe al profondo dolore del fratello Carmine Gargano e di tutti i familiari”.
Così la Società Calcistica Nonantolana ha annunciato oggi la scomparsa di Antonio Gargano, 45 anni. Il decesso è sopraggiunto per un infarto improvviso nel corso della notte.
Gargano è stato un punto di riferimento per quasi trent’anni nel calcio dilettantistico modenese, vestendo non solo la maglia de La Pieve Nonantola, ma anche quelle di Modenese, Vignolese, Solarese, Virtus Campogalliano e altre ancora.
Nella sua carriera ha totalizzato circa 300 gol, segnando un record insieme al fratello gemello Carmine: lo scorso anno i due attaccanti avevano infatti tagliato il traguardo delle 600 reti.
Il messaggio su Instagram dell’ex portiere giallorosso
Dramma familiare per Julio Sergio, ex portiere della Roma. Enzo, figlio 15enne dell’ex calciatore, è morto oggi 27 luglio dopo una lunga malattia. Enzo Bertagnoli era stato colpito da un tumore cerebrale diagnosticato nel 2020. L’ex calciatore ha annunciato il decesso sul proprio profilo Instagram. La situazione del ragazzo era apparsa disperata nelle ultime ore: “Ho appena visitato Enzo… la situazione è la stessa di cui stiamo parlando da giorni: irreversibile“, aveva scritto oggi Julio Sergio. “È ancora in coma indotto, con sedazione (che regoliamo secondo necessità), catetere per l’ossigeno e, cosa più importante in questo momento, è in pace, circondato da noi genitori, dalla famiglia, da voi… Non è a disagio né sente dolore“.
Il dramma di Julio Sergio – Nelle ultime settimane, Julio Sergio aveva raccontato anche sui social la battaglia di Enzo contro il tumore cerebrale. Il ragazzo era stato operato due anni fa, diventando in seguito anche testimonial di una campagna di sensibilizzazione in Brasile. Iniziativa che aveva trovato, tra gli altri, anche il sostegno di leggende come Buffon, Totti e Cristiano Ronaldo. Solo pochi giorni fa, era diventato virale un video in cui il portiere si mostrava con i capelli rasati in segno di vicinanza a Enzo, prima di un nuovo ciclo di chemio.
Il piccolo, di 14 mesi, era stato ricoverato qualche giorno fa per un virus, poi la situazione si è aggravata. Il centrocampista è subito volato a casa. La squadra ha lasciato Roccaraso, annullata l’amichevole con la Cavese
Tragedia in casa Bari. Il centrocampista Matthias Verreth è stato raggiunto d’improvviso, oggi all’ora di pranzo, dalla notizia della morte del suo secondogenito. Si chiamava Elliot Charles e aveva 14 mesi. La tragedia è accaduta in Belgio, dove risiede la famiglia di Verreth: il piccolo era stato ricoverato un paio di giorni fa per un presunto virus, poi la situazione sarebbe precipitata fino alla morte del bambino. Il centrocampista, 27 anni, appena arrivato al Bari da svincolato dopo il forzato addio al Brescia, è scoppiato in lacrime mentre era a pranzo con il resto della squadra. La comitiva di Caserta infatti si era concessa mezza giornata di riposo, dopo 10 giorni di fatiche nel ritiro di Roccaraso. L’unica cosa certa è che lo stesso presidente del Bari Luigi De Laurentiis ha accompagnato in macchina Verreth all’aeroporto di Fiumicino, per consentirgli di raggiungere al più presto il suo Paese.
Chiusura in anticipo – In attesa di conoscere le cause che hanno provocato la tragedia, gli uomini di Fabio Casertavisibilmente sconvolti da quanto accaduto si apprestano a lasciare il ritiro di Roccaraso con due giorni di anticipo rispetto al previsto: salta pertanto il test di martedì con la Cavese.
L’ex difensore aveva 64 anni: aveva indossato anche le maglie di Perugia, Verona e Siena
Un tragico lutto scuote il mondo del calcio. All’età di 64 anni è morto Celeste Pin. L’ex storico difensore della Fiorentina è stato trovato senza vita nella sua abitazione di Firenze sulle colline sopra Careggi. In carriera aveva vestito anche le maglie di Perugia, Veronae Siena e dopo il ritiro a metà degli anni Novanta era rimasto nel mondo del calcio dedicandosi alle giovanili di diversi club nel ruolo di dirigente sportivo.
L’allarme è stato dato poco dopo l’ora di pranzo da un parente. Sul posto sono intervenuti i sanitari del 118 e la polizia. L’ex calciatore, che in Serie A aveva totalizzato complessivamente 263 partite, delle quali 200 in maglia viola, era rimasto legato a Firenze. Tra i suoi compagni di squadra anche l’attuale allenatore della Fiorentina Stefano Pioli.
IL CORDOGLIO DELLA FIORENTINA – Il Presidente Commisso, sua moglie Catherine, il Direttore Generale Alessandro Ferrari, il Direttore Sportivo Daniele Pradè, Mister Pioli e tutta la Fiorentina, si uniscono al dolore della famiglia Pin ed esprimono le più sentite condoglianze per la scomparsa di Celeste. Oltre ad aver indossato i colori viola per lunghi anni come calciatore, Celeste è rimasto sempre un tifoso della Fiorentina e non ha mai fatto mancare la propria vicinanza e il proprio sostegno in tutte le occasioni sia pubbliche che private ed è per questo che rimarrà, per sempre, nella storia gigliata.
Il Presidente Commisso, sua moglie Catherine, il Direttore Generale Alessandro Ferrari, il Direttore Sportivo Daniele Pradè, Mister Pioli e tutta la Fiorentina, si uniscono al dolore della famiglia Pin ed esprimono le più sentite condoglianze per la scomparsa di Celeste💜 pic.twitter.com/vDVWfCu5Dg
IL CORDOGLIO DEL VERONA – Il Presidente Esecutivo del Verona Italo Zanzi e tutto il club “si uniscono con dolore alla famiglia Pin ed esprimono profondo cordoglio per la scomparsa di Celeste. Il difensore ha difeso i colori gialloblù per quattro stagioni, dal 1991 al 1995“
Aveva 28 anni, viaggiava con il fratello, anch’egli deceduto nello schianto. Nazionale portoghese, si era sposato appena 10 giorni fa. Lascia tre figli
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Lutto nel mondo del calcio. Il giocatore del Liverpool Diogo Jota è morto in incidente stradale avvenuto in Spagna. Nazionale portoghese, aveva 28 anni e si era sposato appena 10 giorni fa, il 22 giugno, con la fidanzata, Rute Cardoso. I due si erano conosciuti al liceo e avevano 3 figli. Due maschi e una bambina, quest’ultima nata lo scorso novembre.
Nell’incidente è morto anche il fratello di Diogo Jota – L’incidente è avvenuto a Zamora, nel nord della Spagna. In base ai primi accertamenti, la Lamborghini su cui Jota viaggiava con il fratello, 26enne giocatore del Penafiel anch’egli deceduto nello schianto, avrebbe subito lo scoppio di un pneumatico durante un sorpasso, uscendo di strada e prendendo fuoco. Diogo Jota in Spagna stava trascorrendo un periodo di vacanza, in attesa dell’inizio della preparazione con il Liverpool in vista della prossima stagione.
La federazione del Portogallo: “Diogo noto per la sua allegria contagiosa” – “Diogo Jota era molto più di un giocatore fantastico – così in una nota il presidente della Federcalcio portoghese Tiago Craveiro -. Una persona straordinaria, rispettata da tutti i suoi compagni e avversari, dotato di un’allegria contagiosa e un punto di riferimento nella comunità stessa. La scomparsa di Diogo e del fratello André Silva rappresenta una perdita irreparabile per il calcio portoghese e faremo tutto il possibile per onorare la loro eredità ogni giorno”.
Diogo Jota nel giorno del suo matrimonio
Liverpool: “Perdita inimmaginabile” – “Il club è stato informato che il 28enne è deceduto a seguito di un incidente stradale in Spagna insieme a suo fratello Andre. Il Liverpool FC non farà ulteriori commenti in questo momento e richiederà il rispetto della privacy della famiglia, degli amici, dei compagni di squadra e dello staff di Diogo e Andre mentre cercano di fare i conti con una perdita inimmaginabile“, è la nota del Liverpool.
L’incidente è avvenuto durante il primo tempo supplementare tra Portogallo e Spagna: lo spettatore è deceduto dopo in volo di circa otto metri, cadendo dal settore centrale alla tribuna stampa
I tifosi sugli spalti durante la finale di Nations League tra Spagna e Portogallo (Foto LaPresse)
Un tifoso ha perso la vita durante la finale di Nations League tra Portogallo e Spagna giocata nella serata di domenica 8 giugno a Monaco di Baviera, in Germania.
Tragedia durante la finale di Nations League: tifoso cade dagli spalti e muore – La tragedia è stata confermata anche dall’Uefa: uno spettatore è morto dopo essere caduto dagli spalti durante il primo tempo supplementare, dal settore centrale dell’impianto è precipitato nella tribuna stampa del settore inferiore.Paramedici e polizia sono intervenuti sul posto per prestare soccorso al tifoso. Un portavoce della Uefa ha dichiarato che si è verificata un‘”emergenza medica” e ha confermato che un tifoso è “purtroppo“ morto durante la partita. I rappresentanti di entrambe le squadre hanno espresso le loro condoglianze dopo la partita, vinta dal Portogallo per 5-3 ai rigori dopo che la partita era terminata 2-2.
Il ct della Spagna Luis de la Fuente ha rilasciato una dichiarazione per esprimere le sue condoglianze ai tifosi durante la conferenza stampa post-partita: “Voglio esprimere le mie più sentite condoglianze perché un tifoso è morto. Ci ricorda cosa è importante nella vita“. Un rappresentante della squadra portoghese ha rilasciato analoghe dichiarazioni di condoglianze, affermando che la morte “getta un’ombra sulla nostra vittoria odierna“. Anche il commissario tecnico del Portogallo, Roberto Martinez, ha espresso gli stessi sentimenti, affermando che si tratta di una “notizia estremamente triste“. La caduta, avvenuta da un’altezza di circa otto metri, non ha lasciato scampo al tifoso, le cui generalità non sono ancora state rese note. La dinamica è ancora da chiarire.
Lutto nel mondo nerazzurro: scomparso Ernesto Pellegrini nel giorno della finale di Champions dell’Inter
Ernesto Pellegrini (Milano, 14 dicembre 1940 – Milano, 31 maggio 2025) è stato un imprenditore e dirigente sportivo italiano, noto per esser stato il presidente dell’Inter dal 1984 al 1995.
Lutto nel mondo nerazzurro nel giorno dell’attesa finale di Champions League tra PSG e Inter. Nella giornata di oggi è venuto a mancare Ernesto Pellegrini, imprenditore e storico presidente dell’Inter dal 1984 al 1995. Aveva 84 anni. A dare il triste annuncio è il Corriere della Sera.
“Proprio il giorno di un evento speciale della tua Inter Ernesto te ne sei voluto andare. Gli hai voluto tanto bene“, il commovente messaggio di Aldo Serena su X.
Una giornata speciale per i colori nerazzurri viene segnata da una notizia che colpisce profondamente l’ambiente interista
La città è in fermento. Migliaia di tifosi nerazzurri si sono riversati a Monaco, mentre a Milano sono andati esauriti in poche ore i biglietti per assistere alla finale di Champions League nei maxischermi installati in diverse zone. L’Inter si prepara all’appuntamento più importante della stagione, quello contro il Paris Saint-Germain, in una sfida che riporta i nerazzurri sul palcoscenico europeo più prestigioso dopo la finale del 2023. La squadra di Inzaghi ha vissuto l’avvicinamento con concentrazione, sospinta da un entusiasmo crescente e da un clima carico di speranze ma anche di ansia per le notizie che giungevano sul futuro dell’allenatore.
Una data cerchiata da tempo – La finale è da settimane il punto focale del mondo interista. L’attenzione si è concentrata non solo sugli aspetti tattici, ma anche sulla storia, sulla tradizione e sull’importanza emotiva che questo tipo di appuntamenti ha per la tifoseria. L’ultima volta che l’Inter ha vinto la Champions risale al 2010, in quella storica notte di Madrid con José Mourinho in panchina. La possibilità di riportare a casa il trofeo ha fatto riaffiorare ricordi, nomi e volti che hanno fatto la storia del club. In queste ore, i social si sono riempiti di immagini e messaggi rivolti al passato glorioso, come se il presente fosse legato a doppio filo con ciò che è stato.
Una notizia che scuote l’ambiente – In un giorno così atteso, una notizia ha improvvisamente cambiato il tono dell’intera giornata nerazzurra. È morto Ernesto Pellegrini, ex presidente dell’Inter, alla guida del club tra il 1984 e il 1995. Aveva 84 anni. L’annuncio è stato dato dal Corriere della Sera. Pellegrini ha segnato un’epoca per l’Inter, portando in bacheca lo Scudetto dei record nel 1989, la Supercoppa Italiana nel 1989 e due Coppe UEFA nel 1991 e nel 1994. Sotto la sua gestione sono passati nomi come Matthäus, Brehme, Klinsmann, Bergomi, Zenga, e tanti altri simboli di una generazione. La coincidenza con la finale rende il ricordo ancora più intenso.
È stato il diciassettesimo presidente della storia del Club, che ha guidato dal 1984 al 1995
Ci ha lasciato il Presidente Ernesto Pellegrini. Per undici anni ha guidato l’Inter con saggezza, onore e determinazione, lasciando una impronta indelebile nella storia del nostro Club. FC Internazionale Milano e tutto il popolo nerazzurro si stringono attorno ai suoi familiari.
Ci sono colpi di fulmine inevitabili, fatti apposta per far scattare la scintilla di un amore duraturo, eterno, totale. Per Ernesto Pellegrini fu un affollato Inter-Juventus: 4 aprile 1954. Aveva 14 anni e la quantità di spettatori a San Siro quasi gli impedirono di scorgere quello che accadeva in campo. Un peccato, perché sul terreno di gioco i nerazzurri si imposero per 6-0, con una doppietta di quel meraviglioso giocatore che era Nacka Skoglund.
Ernesto Pellegrini, nato a Milano nel 1940, seguiva con gli occhi pieni di gioia le mosse del fuoriclasse svedese anche per le strade di Milano: lo osservava in Piazza dei Mercanti, dove Skoglund andava a farsi lucidare le scarpe. Rapito da tanta classe splendente, il giovane Ernesto maturò una passione e ammirazione infinite: “Ero innamorato dei colori nerazzurri, orgoglioso. E sognavo: un giorno…”.
Figlio di contadini, lavoratore intraprendente: nel 1965 si mise in proprio, iniziando un’avventura imprenditoriale che ora dà lavoro a migliaia persone. Una storia di successo e di determinazione, di dedizione. Il richiamo dell’Inter era forte, fortissimo. Nel 1984, quando ne ebbe l’opportunità, Pellegrini realizzò il suo sogno che cullava da quando era bambino, dai tempi di Skoglund: diventare il presidente dell’Inter.
Rilevò la società da Fraizzoli, con una stretta di mano, diventando il diciassettesimo presidente della storia nerazzurra. Undici anni, fino al 1995, prima di passare il testimone a Massimo Moratti. Undici anni con lo Scudetto dei record del 1989, la Supercoppa Italiana, le due Coppe Uefa (1991 e 1994).
L’Inter dei tedeschi: prima Rummenigge, poi Matthäus, Brehme, Klinsmann. L’Inter di Trapattoni, con Zenga-Bergomi-Ferri-Berti, insomma con quella formazione che possiamo ancora recitare a memoria, con Serenza-Diaz a chiudere l’11 e la filastrocca, oltre alle azioni di gioco, tramutate sempre in gol.
Non solo campo, non solo lavoro. La voglia di restituire, di dare agli altri: la Fondazione Pellegrini, il ristorante Ruben, azioni concrete per dare da mangiare alle persone in difficoltà. Per dare dignità.
Nel 2020 l’Inter lo ha introdotto nella Hall of Fame del Club, consegnandogli il Premio Speciale. Un riconoscimento alla passione, alla dedizione, alla bontà di una persona che ha segnato la storia, non solo dell’Inter.
Questa mattina è morto uno dei fisioterapisti del Lecce, Graziano Fiorita, la partita con l’Atalanta sarà rinviata
È un giorno di dolore per il Lecce. Questa mattina è morto lo storico massofisioterapista e osteopata del club del club. Graziano Fiorita, 38 anni, è stato trovato senza vita nella sua camera d’albergo a Coccaglio, in provincia di Brescia, dove la squadra era in ritiro in vista del match di domani contro l’Atalanta. La squadra, sconvolta, ha fatto immediatamente ritorno a casa, la partita infatti non si giocherà, è stata rinviata a data da destinarsi.
Sul proprio si ufficiale la società giallorossa scrive: “L’U.S. Lecce, profondamente sconvolta, comunica che è venuto a mancare improvvisamente Graziano Fiorita. Il fisioterapista, da oltre vent’anni nelle fila giallorosse, si trovava con la squadra nel ritiro di Coccaglio. La squadra farà immediato rientro a Lecce, in quanto la gara in programma domani con l’Atalanta verrà rinviata. In questo momento di dolore profondo e di totale incredulità, nel quale ogni parola sarebbe superflua, il club può solo stringersi intorno alla moglie Azzurra ed ai figli Carolina, Davide, Nicolò e Riccardo, alla mamma Francesca ed ai familiari tutti.“
Graziano Fiorita fin da giovanissimo ha iniziato a lavorare nel Lecce, come il papà Fernando che per 10 anni è stato massaggiatore del club salentino. Grande professionista e legatissimo alla maglia, per la società era un punto fermo e tutti, giocatori, allenatori e dirigenti erano legatissimi a lui. Tutti sono sconvolti e la scelta di tornare a casa è stata l’unica possibile in un momento così triste e dolorosa. Niente partita quindi domani alle 20,45, lo ha chiesto ufficialmente la dirigenza appena appresa la notizia e la Lega deve solo ufficializzare la decisione. Ancora da capire quando la sfida sarà recuperata, ma questo oggi conta davvero pochissimo.
L’U.S. Lecce, profondamente sconvolta, comunica che è venuto a mancare improvvisamente Graziano Fiorita. Il fisioterapista, da oltre vent’anni nelle fila giallorosse, si trovava con la squadra nel ritiro di Coccaglio. pic.twitter.com/i67p5XJnPA
Rinviati tutti gli eventi previsti sabato: nessuna eccezione per la sfida di San Siro, l’Inter ha scelto di non giocare sabato. Slittano di un giorno anche le due partite di Serie B
Il campionato di calcio e gli altri eventi sportivi saranno sospesi sabato in occasione dei funerali di Papa Francesco. Sembrava che ci fosse l’eccezione di Inter-Roma, che – visto l’impegno dei nerazzurri mercoledì 30 aprile nella semifinale di andata di Champions con il Barcellona – a lungo è sembrata in programma per sabato alle 20.45, ma i nerazzurri per rispetto alla scomparsa del pontefice hanno infine deciso di non usufruire di alcuna deroga e di non giocare sabato.Inter-Roma si disputerà quindi domenica alle 15.
Anche Como-Genoa si disputerà domenica, fischio d’inizio alle 12.30. La Lazio, che riceverà il Parma all’Olimpico, slitterà a lunedì 28 alle 20.45.
le altre partite – Si attende il comunicato della Lega Serie A che ufficializzi le decisioni. Anche in B slittano a domenica(via alle 15) le due partite inizialmente previste sabato, ovvero Catanzaro-Palermo e Sudtirol-Juve Stabia. L’ultima giornata della regular-season del girone C della Serie C infineè stata tutta spostata a domenica alle 20.
sospesi tutti gli sport – A seguito delle indicazioni arrivate dal Ministero si adegua anche il presidente del Coni Malagò che “invita le federazioni sportive nazionali, le discipline sportive associate e gli enti di promozione sportiva a sospendere ogni evento sportivo in programma sabato 26 aprile, nella giornata delle esequie del Santo Padre Francesco, rinnovando altresì l’invito a far osservare un minuto di silenzio nelle manifestazioni agonistiche che si disputeranno nell’arco della settimana per onorare la memoria del Pontefice“.
Funerali del Papa, lo sport si ferma. Ma spunta la deroga per Inter-Roma: ipotesi sabato alle 20.45
Rinviati tutti gli eventi previsti sabato: possibile una sola eccezione, per la sfida di San Siro
Il campionato di calcio e gli altri eventi sportivi saranno sospesi sabato in occasione dei funerali di Papa Francesco. Maper una partita si potrebbe fare un’eccezione: si tratta di Inter-Roma, che dopo un batti e ribatti tra Lega e club nerazzurro (proposta respinta di farla giocare prima dell’ultimo turno di campionato) verrebbe disputata sabato alle 20.45.Como-Genoa e Lazio-Parma sono invece rinviate. La Lazio, che riceverà il Parma all’Olimpico, potrebbe slittare a lunedì 28 sera.
le altre partite – Si attende il comunicato della Lega Serie A che ufficializzi le decisioni. Anche in B slittano a domenica (via alle 15) le due partite inizialmente previste sabato, ovvero Catanzaro-Palermo e Sudtirol-Juve Stabia. L’ultima giornata della regular-season del girone C della Serie C. Il girone di serie C è stato tutto spostato a domenica alle 20.
sospesi tutti gli sport – A seguito delle indicazioni arrivate dal Ministero si adegua anche il presidente del Coni Malagò che “invita le federazioni sportive nazionali, le discipline sportive associate e gli enti di promozione sportiva a sospendere ogni evento sportivo in programma sabato 26 aprile, nella giornata delle esequie del Santo Padre Francesco, rinnovando altresì l’invito a far osservare un minuto di silenzio nelle manifestazioni agonistiche che si disputeranno nell’arco della settimana per onorare la memoria del Pontefice“.
Giuseppe Farina (a destra) con Gianni Rivera nel 1985 – AFFER/RCS/CONTRASTO
Martedì mattina è morto a 91 anni l’imprenditore veneto Giuseppe Farina, conosciuto da tutti come Giussi, tra gli anni Settanta e Ottanta presidente e proprietario delle squadre di calcio del Padova, del Vicenza e infine del Milan, che nel 1986 cedette a Silvio Berlusconi.
Con lui il Vicenza arrivò secondo in Serie A nel 1978 e fece conoscere il giovane centravanti Paolo Rossi, che avrebbe poi vinto il Pallone d’Oro e i Mondiali nel 1982. Farina era però noto soprattutto per i complicati anni di presidenza al Milan: lo acquistò nel gennaio del 1982 e in quella stessa stagione la squadra retrocesse in Serie B per la seconda volta nella sua storia dopo il 1980 (quando fu retrocessa per un caso di calcioscommesse).
L’anno successivo il Milan tornò in Serie A, ma per qualche anno non riuscì a imporsi tra le migliori squadre, ottenendo come miglior risultato un quinto posto. Nel febbraio del 1986 Farina vendette a Silvio Berlusconi il club, che in quel momento era in condizioni economiche disastrose e vicino al fallimento. Negli anni di presidenza di Farina esordì, tra gli altri, il giovane Paolo Maldini, futuro capitano del Milan.
Giuseppe Farina, detto Giussi (Gambellara, 25 luglio 1933 – 22 aprile 2025), è stato un imprenditore e dirigente sportivo italiano, noto soprattutto per essere stato presidente del Lanerossi Vicenza e del Milan e proprietario del Padova. Inoltre durante il periodo da presidente del L.R. Vicenza è stato proprietario delle squadre-satellite dei berici Audace San Michele Extra, Valdagno, Legnago, Schio, Rovigo e Belluno.
Le partite di sabato rinviate: la sfida tra nerazzurri e giallorossi slitterà a domenica
Il campionato di calcio e gli altri eventi sportivi saranno sospesi sabato in occasione dei funerali di Papa Francesco. Como-Genoa, Inter-Roma e Lazio-Parma sono quindi rinviate, sicuramente a domenica Inter-Roma, mentre la gara dell’Olimpico dovrebbe slittare a lunedì.
le altre partite – Si attende il comunicato della Lega Serie A che ufficializzi le decisioni. Nella stessa giornata di sabato 26 aprile sarebbero in programma anche due match del campionato di B (Sudtirol-Juve Stabia e Catanzaro-Palermo) e l’ultima giornata della regular-season del girone C della Serie C.
sospesi tutti gli sport – A seguito delle indicazioni arrivate dal Ministero si adegua anche il presidente del Coni Malagò che “invita le Federazioni Sportive Nazionali, le Discipline Sportive Associate e gli Enti di Promozione Sportiva a sospendere ogni evento sportivo in programma sabato 26 aprile, nella giornata delle esequie del Santo Padre Francesco, rinnovando altresì l’invito a far osservare un minuto di silenzio nelle manifestazioni agonistiche che si disputeranno nell’arco della settimana per onorare la memoria del Pontefice“.
Il lutto fa slittare il campionato di Serie A e tutte le serie minori. Ancora incerta la data dei recuperi
La morte di Papa Francesco ferma tutto il calcio in Italia. Rinviate le 4 partite di Serie A in programma per oggi: Torino-Udinese, Cagliari-Fiorentina, Genoa-Lazio e Parma-Juventus, tre sfide del campionato Primavera (Roma-Udinese, Monza-Sassuolo e Sampdoria-Torino) e tutte le partite delle serie minori.
serie A – Questo il comunicato della Lega Serie A: “A seguito della scomparsa del Santo Padre, la Lega Nazionale Professionisti Serie A comunica che le gare previste nella giornata odierna di Campionato di Serie A Enilive e Primavera 1 sono rinviate a data da destinarsi“.
le altre serie – A seguito della scomparsa di Papa Francesco, la Figc ha deciso di sospendere l’attività calcistica odierna – dalla Serie A ai Dilettanti – in tutta Italia d’intesa con le componenti federali.
Jorge Bolano è morto improvvisamente a Cúcuta, inColombia. L’ex centrocampista, che giocò in Serie A nel Parma tra il 1999 e il 2007, aveva 47 anni.
A ucciderlo, fanno sapere i media locali, sarebbe stato un infarto. L’ex atleta stava trascorrendo una vacanza con la famiglia, quando è stato colto dal malore che non gli ha dato scampo. Inutile la corsa all’ospedale. I sanitari non sono riusciti a salvargli la vita.
Chi era Bolano – Bolano, nato a Santa Marta il 28 aprile 1977, avrebbe combiuto a breve 48 anni. Giocato nel Parma in tre differenti momenti tra il 1999 e il 2007 collezionando 128 presenze totali. In Italia ha indossato anche la maglia del Modena dal 2007 al 2009 e giocò 36 partite con la propria Nazionale.
Non ce l’ha fatta Andrej Lazarov, il calciatore eroe. Sabato notte a Kocani, in Macedonia del Nord,un rogo in una discoteca ha ucciso 59 persone, tra cuiil centrocampista di 25 anni, che ha cercato di salvare più persone possibili. Le fiamme che, secondo il governo, sarebbero divampate a causa dei «dispositivi pirotecnici sul palco», non hanno lasciato scampo ai ragazzi accorsi per la serata.
MORTO PER LE FIAMME –Lazarov è morto cercando di salvare alcune persone dalle fiamme: subito trasportato in ospedale in gravi condizioni, il 25enne è deceduto per le ustioni riportate e per l’intossicazione provocata dal fumo inalato, come confermato dl suo club, lo Shkupi, che lo aveva acquistato a settembre dai croati del Gorica.
IL COMMOVENTE SALUTO – La squadra di Skopje, la capitale della Macedonia del Nord, che milita nella massima divisione del Paese, ha annunciato sui social: “È con profondo dolore e immensa tristezza che condividiamo la notizia che il nostro calciatore, Andrej Lazarov, rientra tra le vittime del tragico incendio verificatosi a Kocani. Da eroe quale era, Lazarov ha perso la vita nel tentativo di aiutare gli altri a fuggire dalla zona devastata dall’incendio. È morto soffocato dal fumo mentre cercava di salvare vite umane, dimostrando coraggio e umanità fino all’ultimo momento. Il suo atto eroico rimarrà per sempre nella nostra memoria. È una testimonianza del suo nobile carattere e del suo grande cuore. Si tratta di una perdita enorme per il nostro club, per i suoi compagni di squadra e per l’intera comunità calcistica. Non bastano le parole per descrivere il dolore che proviamo in questi momenti, a causa di questa tragedia, una delle più grandi che abbiano mai colpito il nostro club nella sua storia. Il ricordo di Andrej vivrà per sempre nei nostri cuori”.
Paradossale episodio per la gloria dell’Arda Kardzhali, 79 anni. Lo ricordano prima della gara con il Levski pensando che fosse morto, ma lui sta benissimo
Petko Ganchev, ex calciatore bulgaro, classe 1946, è stato una stella dell’Arda Kardzhali, con cui ha segnato più di 120 gol. Doveroso quindi che la sua vecchia squadra abbia deciso di omaggiarlo con un minuto di raccoglimento dopo la notizia della sua morte. Solo che, particolare non secondario, Petko non solo è vivo, ma gode anche di ottime condizioni di salute.
Il minuto di silenzio prima della gara con il Levski Sofia – Il fatto è avvenuto prima della gara tra Arda Kardzhali e Levski Sofia, con i calciatori schierati lungo il cerchio del centrocampo in rispettoso silenzio. Informato della gaffe, già prima che finisse la partita l’Arda ha provato a rimediare sulla sua pagina Facebook scusandosi con l’ex calciatore e i suoi familiari. “Avendo ricevuto informazioni errate sulla sua morte. Auguriamo a Petko molti anni di buona salute e di godersi le vittorie della nostra squadra”.
La notizia appresa in tv dalla moglie mentre lui era fuori – Ganchev vive con la moglie nel villaggio di Kolarovo a Stara Zagora: i due allevano aniimali e coltivano frutta e verdura. Proprio la moglie si è accorta dell’accaduto dicendo al marito che in tv ne avevano annunciato il decesso. Lui da parte sua l’ha presa con filosofia: “Non mi perdo mai le partite dell’Arda in tv, ma contro il Levski sono arrivato in ritardo e mi sono perso la notizia della mia morte…”.
La gara, inizialmente in programma alle 21, è posticipata a data da destinarsi a causa della scomparsa del dottor Carles Minarro Garcia: lo ha comunicato il club sui propri social
Barcellona-Osasuna non si gioca ed è rinviata a data da destinarsi. La decisione è stata presa dalla Liga in accordo coi due club a causa della morte improvvisa di Carles Miñarro Garcia, medico sociale del club blaugrana. Questo il testo del comunicato diffuso dal Barcellona pochi minuti prima delle 21, quando era previsto il fischio d’inizio della gara: “La Giunta Direttiva e tutti i dipendenti del club desiderano esprimere le loro più sincere condoglianze alla famiglia e agli amici del dottor Carles Miñarro Garcia e condividere i loro sentimenti in questo momento difficile“.
CHI ERA Carles Miñarro Garcia – La scomparsa del dottore a poche ore dall’inizio della gara ha evidentemente scosso i giocatori blaugrana, che hanno subito spinto per il rinvio. Carles Miñarro Garcia aveva 40 anni ed era entrato nello staff della prima squadra in questa stagione, proveniente dalla formazione di futsal del club.
Lutto per l’Associazione Italiana Arbitri: è morto Tullio Lanese. Presidente dell’Aia dal 2000 al 2006 aveva 78 anni. Il presidente Aia, Antonio Zappi, in accordo con il presidente federale, ha disposto per tutti gli arbitri – in occasione di tutte le gare del fine settimana ed eventuali posticipi – di indossare il lutto al braccio.
“La sua era stata una presidenza storica, essendo stata la prima dopo la riforma democratica che da quel momento in poi avrebbe previsto l’elezione del vertice dell’Aia e non più la nomina da parte degli organi federali“, ricorda l’Aia in una nota. Divenuto arbitro nel 1965, Tullio Lanese ha scalato le varie categorie nazionali fino ai massimi Campionati professionistici, dirigendo 170 gare di Serie A e 130 di Serie B. A livello internazionale le sue presenze sono state in totale 38 tra le quali le Universiadi in Jugoslavia del 1985, le Olimpiadi di Seul del 1988, i Mondiali giovanili in Arabia nel 1989, gli indimenticabili Mondiali di Italia ’90 (tre partite dirette), la finale di Coppa dei Campioni del 1991 ed i Campionati Europei di Svezia nel 1992.
“Ritengo che essere arbitro sia un modo di vivere, che diventa parte integrante di ogni persona che ha passato la propria esistenza sui campi da giuoco“, scriveva lo stesso Lanese, in un suo intervento sul numero speciale della rivista “l’Arbitro” dedicata ai 100 anni dell’Aia. Il presidente dell’Aia Antonio Zappi, i vicepresidenti Francesco Massini e Michele Affinito e tutto il Comitato Nazionale esprimono alla famiglia di Tullio Lanese profondo cordoglio a nome di tutti gli arbitri italiani.
Nel 2014 aveva firmato con la Juventus, ma non ha mai vestito la maglia bianconera
Nico Hidalgo, ex calciatore di 32 anni
È morto Nico Hidalgo, ex calciatore di 32 anni passato anche dallaJuventus. L’atleta era stato colpito da uncancroai polmoni, scoperto tre anni fa. Per la malattia nel 2021 aveva annunciato lo stop alla sua carriera. Si era fermato per curarsi a 29 anni, sperando in un rientro. Le metastasi dai polmoni si sono allargate anche alle ossa. Oggi la terribile notizia.
Chi era Nico Hidalgo – Nel 2014 aveva firmato con la Juventus, ma non ha mai vestito la maglia bianconera. Preso dalla squadra B del Granada, società della famiglia Pozzo poi finita sotto inchiesta per la gestione del club, è rimasto in prestito in Andalusia per due stagioni. Nato in Spagna nel 1992, ha giocato anche al Racing Santander e al Cadice.
Nico Hidalgo, por siempre en la memoria del granadinismo.
Tanti i messaggi che hanno ricordato Hidalgo tra cui quello Granada: «Nico Hidalgo ci ha lasciato il 1° marzo 2025 all’età di 32 anni. Alle sue spalle c’è un innegabile esempio di lotta e sacrificio, come ha già dimostrato nel Granada, realtà che ha difeso tra il 2012 e il 2016 debuttando con la prima squadra. Nato a Motril, ha potuto sentire il calore dei tifosi granadini al Granada City Trophy 2022. Quel pomeriggio c’è stato un momento emozionante quando, insieme a Pepe Macanas, è sceso sul terreno di gioco del Nuevo Los Camenes e ha ricevuto un’ovazione più che meritata dai suoi tifosi, che hanno voluto sostenerlo fin dal primo momento in una lunga e sfortunata lotta contro la malattia. Con l’addio di Nico non se ne va solo un calciatore eccellente, ma anche una brava persona. Ma l’affetto dei compagni di squadra, degli allenatori, dei lavoratori, dei dirigenti e dei tifosi sarà sempre presente. Riposa in pace, Nico Hidalgo Garcia»
Da giocatore conta oltre 200 presenze nel Toro, da allenatore ha guidato Pisa, Perugia e Fiorentina
Il mondo del calcio piange Aldo Agroppi. L’ex allenatore, tra le altre, di Fiorentina, Pisa e Perugia si è spento all’età di 80 anni nella sua Piombino. Da calciatore ha legato il suo nome soprattutto al Torino, con cui ha giocato tra il 1967 e il 1975 collezionando più di 200 presenze e guadagnandosi anche la maglia azzurra, indossata in 5 occasioni. Quindi la carriera da allenatore, sulle panchine di Pisa, Perugia, Padova, Fiorentina, Ascoli e Como: nel 1993 il ritorno ai viola, ultima esperienza in panchina prima di intraprendere la carriera da commentatore televisivo. Agroppi era ricoverato all’ospedale di Piombino a causa di una polmonite.
Grave lutto per il ds dell’Inter: è morta sua madre Rosa
Lutto per Piero Ausilio, il direttore sportivo dell’Inter. Nelle scorse ore, infatti, si è spenta la madre del dirigente nerazzurro.
“Fc Internazionale Milano esprime il proprio cordoglio e in questo momento di lutto si stringe attorno al direttore sportivo Piero Ausilio e alla sua famiglia per la scomparsa dell’amata mamma Rosa“, il commiato del club affidato a una nota.
Nato a Milano da genitori calabresi, Ausilio – ex calciatore oggi 52enne – è direttore sportivo della società di viale della Liberazione dall’ormai lontanissimo 2010. Nella sua carriera da manager in Italia ha vinto praticamente tutto con i colori nerazzurri.