Ambiente, Rapporto Ispra: Brescia è la città più inquinata d’Italia, poi Torino. A Viterbo l’aria più pulita


ISPRA: L’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA) è un ente pubblico di ricerca italiano, istituito con la legge n. 133/2008, e sottoposto alla vigilanza del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare

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Il triste primato della “Leonessa”, la città più inquinata d’Italia tra smog, rifiuti e inceneritore

articolo: https://www.repubblica.it/cronaca/2018/12/19/news/brescia_la_citta_piu_inquinata_d_italia_e_a_roma_record_di_voragini-214609488/?ref=RHRS-BH-I0-C6-P4-S1.6-T1

l dossier Ispra sulla qualità ambientale nelle aree urbane. Roma ha il primato delle voragini: 136. La capitale ha perso così tra i 25 milioni e i 30 milioni di euro. Scarso il verde urbano: 31metri quadrati a persona. I centri a rischio frane e alluvioni

Sono 19 le città italiane dove sono stati registrati valori oltre la norma giornalieri di pm10 (polveri sottili con diametro uguale o inferiore a 10 micrometri, ndr) al 10 dicembre 2018, una in più dell’anno scorso. Ad aggiudicarsi la maglia nera è Brescia, con ben 87 sforamenti, seguita da Torino mentre Viterbo, che non ha mai oltrepassato il limite, si attesta come campione di qualità dell’aria tra le aree urbane. A rivelarlo è l’edizione 2018 del rapporto Ispra-snpa sulla qualità dell’ambiente urbano, prende in esame 120 città e 14 aree metropolitane, ed  presentato a Roma a palazzo Giustiniani dal presidente dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, Stefano Laporta, e dal direttore generale Ispra, Alessandro Bratti.

Dati preoccupanti se si considera che L’Agenzia Europea per l’Ambiente ha stimato che in Italia, nel 2014, 50.550 morti premature potevano essere attribuibili all’esposizione a lungo termine al PM2,5, 17.290 all’NO2 e 2.900 all’ozonocontinua a leggere

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Viterbo la città meno inquinata d’Italia

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Milano vista dall’alto. Il capoluogo lombardo è una delle città più inquinate d’Italia

Nel 2017 a Torino sono stati registrati 69 sforamenti dei livelli di polveri sottili

Parma al top per la mobilità sostenibile, seguono Milano e Venezia


articolo: http://www.ansa.it/canale_ambiente/notizie/mobilita/2018/10/12/parma-al-top-per-mobilita-sostenibile-poi-milano-e-venezia_b636bf95-1372-442d-8bbe-eb0945757ccf.html

ROMA – Parma si conferma la città più “eco-mobile” d’Italia, sia per la consolidata presenza di un mobility manager di città e di servizi di sharing mobility, ma anche una buona dotazione di servizi di trasporto pubblico e per uno dei parchi circolanti più ricchi di veicoli a basso impatto.

E’ anche una delle prime città italiane ad aver approvato il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile. E’ quanto emerge dal dodicesimo Rapporto “Mobilità sostenibile in Italia: indagine sulle principali 50 città”, elaborato da Euromobility con il Patrocinio del ministero dell’Ambiente, che indicano sul podio Milano al secondo posto e Venezia al terzo, mentre Cagliari, al settimo posto, è l’unica città del sud nella “top ten”, dove spicca Brescia al quarto posto, seguita da Padova e Torino. continua a leggere

ORA SOLARE | Domenica 29 ritorna.


Domenica 29 Ottobre, ecco tornare l'ora solare. Siete pronti?

Lancette indietro di un’ora tra Sabato 28 e Domenica 29; non tutti sono favorevoli a questi cambiamenti, ecco perché

Link: https://www.ilmeteo.it/notizie/ora-solare-2017-ottobre-storia-lancette-indietro?refresh_cens

L‘ORA SOLARE NEL BELPAESE, DA QUANDO A FINE OTTOBRE? – In Italia l’ora legale nasce come misura di guerra nel 1916, rimanendo in uso fino al 1920. 

Durante la seconda guerra mondiale fu abolita e reintrodotta diverse volte, fu stabilita definitivamente per legge solo nel 1965 e dall’anno successivo è un appuntamento fisso di ogni anno, anche se fino al 1980 durava solo 4 mesi. 
La sua durata è stata prolungata infine di qualche altra settimana nel 1996. 

PERCHE’ SI CAMBIA? – Molti si chiederanno qual’è la motivazione dell’introduzione dell’ora legale e del suo continuo avvicendamento con l’ora solare: ricordiamo che il passaggio tra ora legale ed ora solare è legato a questioni che riguardano il risparmio energetico, pur andando ad incidere su quasi tutte le abitudini dei cittadini.

Un’altro motivo, non meno importante risiede nel fatto che mantenendo l’ora legale anche nei periodi invernali, al mattino sarebbe troppo buio. 

RISCHI GRAVI PER LA SALUTE? – Tra favorevoli e contrari al cambio d’ora, tutti sono concordi nell’affermare che il cambiamento dell’ora, specie nel ritorno all’ora legale, provoca parecchi fastidi al nostro organismo: insonnia, difficoltà di adattamento al nuovo orario e una generale sensazione di stanchezza.

Aldilà di questi disturbi transitori, secondo alcuni ricercatori esiste una correlazione tra il cambio dell’ora e l’aumento del numero degli infarti. 

Uno studio dell’Università del Michigan afferma che il Lunedì successivo al cambiamento dell’orario in primavera coincide con un aumento dei casi di infarto, circa il 25 per cento in più rispetto alla norma.

QUALCHE CENNO STORICO  Come si è arrivati storicamente alla decisione del cambio, a un certo punto dell’anno, dell’ora legale in provvisoria sostituzione dell’ora solare? Era il 1784 quando Benjamin Franklin pubblicò sul quotidiano francese Journal de Paris un’idea fondata sul concetto di risparmio energetico. Passò, però, più di un secolo prima che, nel 1907, il progetto di Franklin venne ripreso da un costruttore inglese, William Willet. 

Questa volta la nuova proposta trovò più consensi dovuti alla situazione di grandi ristrettezze economiche che la guerra procurò da lì a breve e allora nel 1916 la Camera dei Lord inglese diede il via libera per quello che poi sarebbe diventato il cambio ora legale (all’inizio lo spostamento in avanti delle lancette avvenne in estate).

La magia di Cagliari in questo breve video


Cassonetti della spazzatura differenziata ‘uguali’ in tutte le città


Cassonetti della spazzatura differenziata ‘uguali’ in tutte le città

articolo: http://www.ansa.it/canale_ambiente/notizie/rifiuti_e_riciclo/2017/09/27/rifiuti-cassonetti-differenziata-uguali-in-tutte-le-citta_2f2e859f-ae2a-47fa-a943-dd90e7fecbff.html

Stop a ‘giungla’ di forme,colori, scritte e icone su contenitori

Niente più rifiuti al ‘posto’ sbagliato. D’ora in poi i cassonetti della raccolta differenziata avranno forme, colori, scritte e icone uguali in tutte le città, indicando anche ai turisti dove gettare la plastica, il vetro oppure l’umido. Sarà infatti pubblicata domani la nuova norma dell’Ente italiano di normazione (UNI 11686) sui Waste Visual Elements, cioè gli elementi visivi identificativi dei contenitori per la raccolta differenziata dei rifiuti. L’Italia, si legge in una nota, è il primo Stato europeo a dotarsi di questa norma che vuole, tra l’altro, favorire l’obiettivo Ue del 65% di raccolta differenziata e del 50% di reale avvio a recupero. Attualmente in Italia i Comuni possono decidere autonomamente forme, colori e scritte sui contenitori per la raccolta differenziata: a Roma, ad esempio, il cassonetto verde è sinonimo di indifferenziato mentre a Milano e Napoli accoglie solo il vetro. I romani gettano vetro plastica e metallo nel cassonetto blu che a Milano non esiste mentre a Napoli accoglie l’indifferenziato. E così via. “La Direttiva europea 2008/98/CE e le leggi vigenti – spiega Giovanni Bragadina (esperto del gruppo di lavoro UNI ‘Attrezzature e macchine per la raccolta dei rifiuti’ della Commissione Ambiente) – prevede l’utilizzo di adesivi e di pannelli con colori e grafiche che caratterizzano ogni tipologia di rifiuto. Una semplice riqualificazione grafica migliora l’estetica e, soprattutto, spinge a migliorare la purezza dei materiali conferiti a tutto vantaggio del reale avvio al recupero di materia”. L’UNI è un’associazione privata senza scopo di lucro, i cui soci, oltre 4.000, sono imprese, liberi professionisti, associazioni, istituti scientifici e scolastici e realtà della Pubblica Amministrazione.

nuovo blog


attivato nuovo blog: “alessandro54 – nostalgia canaglia”

http://alessandro54.myblog.it

un ricordo del mio paese di nascita

dieci città da bollino rosso nel week end


Fonte e articolo: http://www.ansa.it/canale_saluteebenessere/notizie/sanita/2017/06/23/il-caldo-morde-dieci-citta-da-bollino-rosso-nel-week-end_d063efb8-5563-41f1-868f-5c9193342e8f.html

Temperature in rialzo in tutta Italia. Il Ministero della Salute avverte: ‘Massimo livello di rischio per tutta la popolazione’

Temperature in rialzo in tutta Italia. Al Nord prevale il bel tempo salvo addensamenti in Liguria. Entro sera peggiora su centro-ovest Alpi con temporali. Temperature stabili, afa elevata in pianura specie la sera, massime tra 32 e 37. Al Centro giornata di sole su tutte le zone, salvo addensamenti in Toscana. Afa elevata sulle coste, specie la sera. Temperature in rialzo, massime tra 32 e 37. Al Sud tempo stabile e soleggiato un po’ ovunque, qualche isolato temporale di calore diurno sulla dorsale appenninica. Temperature in rialzo, massime tra 29 e 34.

Sardegna regina dell’estate, il mare più bello nella Guida Blu 2017


Mare piu' bello 2017 Legambiente comprensorio Baunei -  Sardegna © ANSA

Foto e articoli : http://lanuovasardegna.gelocal.it/sassari/foto-e-video/2017/06/16/fotogalleria/sardegna-regina-dell-estate-20017-ecco-le-spiagge-piu-belle-per-la-guida-blu-1.15496780#1

Su Giudeu, Chia. Foto di Davide Cassanello @davidecassanello

Su Giudeu, Chia. Questa foto è di Davide Cassanello @davidecassanello Il litorale di Chia (a sud della Sardegna nell’area del comune di Domus de Maria in provincia di Cagliari)

Chia, Domus de Mariafoto Giusi Casada @giusicasadaChia, Domus de Maria, foto Giusi Casada @giusicasada

Cala Goloritzè, Baunei, Foto del viaggiatore brasiliano Thiago Lopez @thiago.lopezCala Goloritzè, Baunei, in una foto del viaggiatore brasiliano Thiago Lopez @thiago.lopez

Cala Goloritzè, Baunei, Spettacolare foto di Marcello Chiodino @marcellochiodinoCala Goloritzè, Baunei, in una spettacolare foto di Marcello Chiodino @marcellochiodino

Cala Goloritzè, Baunei. Foto è di Florinda Spano @flory_spanoCala Goloritzè, Baunei. Questa foto è di Florinda Spano @flory_spano

Cala Goloritzè, Baunei. Foto è di Gian Marco Leoni @marklionsCala Goloritzè, Baunei. Questa foto è di Gian Marco Leoni @marklions

Cala Connari, isola di Spargi. Foto è di Mauro Coppadoro @maurocop65lmdCala Connari, isola di Spargi. Questa foto è di Mauro Coppadoro @maurocop65lmd

La Maddalena. Foto è stata scattata a Capocchia du purpu da Giuseppe Chironi @giuseppe_chironi
La Maddalena. Questa foto è stata scattata a Capocchia du purpu da Giuseppe Chironi @giuseppe_chironi

La Sardegna è risultata quest’anno la regione più premiata con ben 5 comprensori a 5 vele: dalle terre della Baronia di Posada e Siniscola, all’area più a nord che comprende la Gallura e il Parco Nazionale dell’Arcipelago della Maddalena; e poi più a sud dal comprensorio di Baunei e lungo il litorale di Chia per arrivare alla costa occidentale, lungo il litorale della Planargia, che comprende il Comune di Bosa.

Le foto di questa gallery sono state pubblicate su Instagram con l’hashtag #lanuovasardegna e quasi tutte sono state rilanciate negli ultimi mesi sul nostro account @lanuovasardegna

(a cura di Federico Spano)

Fonte e articoli: http://lanuovasardegna.gelocal.it/sassari/foto-e-video/2017/06/16/fotogalleria/sardegna-regina-dell-estate-20017-ecco-le-spiagge-piu-belle-per-la-guida-blu-1.15496780#1

Il Castello di Sammezzano venduto agli arabi


Sul  Blog l’articolo: Il castello di Sammezzano  pubblicato il 24 febbraio 2017

https://alessandro54.wordpress.com/wp-admin/post.php?post=9266&action=edit

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10 maggio 2017 – Fonte:http://www.ansa.it/lifestyle/notizie/lusso/casedasogno/2017/05/09/castello-sammezzano-venduto-ad-arabi_9395eaf0-42b4-4211-bfa9-a8ee9b695aad.html

Società Emirati se lo aggiudica ad asta per 15,4 milioni di euro. Luogo del cuore Fai, set ‘Racconto’ di Garrone

Non sono ancora chiare le intenzioni dei nuovi acquirenti venuti dagli Emirati Arabi: un punto che vogliono definire presto le istituzioni, manifestando comunque soddisfazione per l’esito dell’asta dopo che le precedenti (dal 2015) erano andate deserte o finite rinviate. “Non appena possibile manifesteremo ai nuovi proprietari la richiesta di garantire, compatibilmente con il loro progetto, la fruibilità pubblica del castello, in quanto rappresenta un simbolo per la nostra comunità”, ha affermato il sindaco di Reggello Cristiano Benucci, sottolineando un punto che era già al centro di una mozione approvata dal Consiglio regionale della Toscana.

22 aprile – Giornata Mondiale per la Terra


Giornata della Terra 2017

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Articolo: http://www.earthdayitalia.org/CELEBRAZIONI/Giornata-Mondiale-per-la-Terra

L’Earth Day (Giornata della Terra) è la più grande manifestazione ambientale del pianeta, l’unico momento in cui tutti i cittadini del mondo si uniscono per celebrare la Terra e promuoverne la salvaguardia. La Giornata della Terra, momento fortemente voluto dal senatore statunitense Gaylord Nelson e promosso ancor prima dal presidente John Fitzgerald Kennedy, coinvolge ogni anno fino a un miliardo di persone in ben 192 paesi del mondo.

Le Nazioni Unite celebrano l’Earth Day ogni anno, un mese e due giorni dopo l’equinozio di primavera, il 22 aprile.

Nata il 22 aprile 1970 per sottolineare la necessità della conservazione delle risorse naturali della Terra. Come movimento universitario, nel tempo, la Giornata della Terra è divenuta un avvenimento educativo ed informativo. I gruppi ecologisti lo utilizzano come occasione per valutare le problematiche del pianeta: l’inquinamento di aria, acqua e suolo, la distruzione degli ecosistemi, le migliaia di piante e specie animali che scompaiono, e l’esaurimento delle risorse non rinnovabili.

Nostralgia Canaglia!!!!!


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Earth Hour, la Terra spegne la luce per un’ora


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Fonte: http://www.repubblica.it/ambiente/2017/03/24/news/earth_hour_terra_spegne_la_luce_per_un_ora-161286003/

Il 25 marzo ritorna in tutto il mondo l'”Ora della Terra”. La manifestazione del Wwf, che prevede lo spegnimento simbolico dei luoghi simbolo del pianeta, ha lo scopo di sensibilizzare i cittadini sul tema del cambiamento climatico

UN'”OLA” planetaria di buio per combattere il cambiamento climatico. Il 25 marzo torna in tutto il mondo “Earth Hour“, la grande mobilitazione globale organizzata dal Wwf che prevede lo spegnimento simbolico per un’ora, alle 20:30 di ciascun paese, delle luci di monumenti, piazze, case, uffici e ristoranti. L’evento, nato a Sydney nel 2007, negli ultimi anni ha raggiunto proporzioni sempre più importanti: l’ultima edizione, nel 2016, ha coinvolto ben 178 paesi, con l’attiva partecipazione di più di un milione di persone, e anche quest’anno è previsto lo spegnimento di icone mondiali come la torre Eiffel, il Partenone e l’Empire State Buliding.
  Ora della Terra – 25 marzo 2017 ore 20:30   

 

Insieme è possibile: il 25 marzo 2017, mobilitazione globale contro i cambiamenti climatici

UN CLIMA DA FAVOLA – earth hour 2017

Video di Fogliazza prodotto da WWF Parma in occasione dell’ORA DELLA TERRA 2017

Francesco Gabbani per l’Ora della Terra del WWF       

Milano di notte


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Case in Via Gonzaga di Giovanni Muzio in Piazza Missori riprese di notte, Milano, Italia.Milano – Piazza Missori riprese di notte

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Fotografia di architettura dello skyline di Milano, i grattacieli di Porta Nuova e Garibaldi.Milano – i grattacieli di Porta Nuova e Garibaldi.

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Amianto: pm, condannare ex manager Breda


Chieste pene da 2 anni a 4 anni e 11 mesi in processo a Milano

Fonte:http://www.ansa.it/lombardia/notizie/2017/03/17/amianto-pm-condannare-ex-manager-breda_186667b1-7de0-4edc-9422-b938734fe9f5.html

MILANO, 17 MAR – Il pm di Milano Nicola Balice ha chiesto che vengano condannati, con pene da due anni a quattro anni e undici mesi di reclusione, gli otto ex amministratori della Breda Termomeccanica-Ansaldo, accusati di omicidio colposo per la morte di una decina di operai causata, secondo l’accusa, dall’ esposizione all’amianto nello stabilimento milanese di viale Sarca tra gli anni ’70 e il 1985. Nella sua lunga requisitoria, che ha richiesto tre udienze, il pm ha parlato di condotte “gravemente colpose” da parte degli imputati, che “sapevano di mettere a rischio i lavoratori” e che “se ne sono infischiati fino al 1985” delle norme sull’amianto.
    “La Corte che dovrà riflettere molto prima di emettere una sentenza di condanna, pensi attentamente anche alle vittime dell’ amianto”, ha detto Laura Mara, avvocato di Medicina Democratica, Aiea e del Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio, associazioni parti civili nel processo.

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Il castello di Sammezzano


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Il castello di Sammezzano, circondato da un ampio parco, si trova nell’omonima località nei pressi di Leccio, nel comune di Reggello in provincia di Firenze

Servizio su RAI 3 nel notiziario delle 14:00 del giorno 29/03/2016
Parla il Presidente del Comitato FPXA Sottani Massimo

CASTELLO SAMMEZZANO SERVIZIO RAI

VISITA GUIDATA COMPLETA AL CASELLO DI SAMMEZZANO.
COMPLETE VISIT AT SAMMEZZANO CASTLE.

 Essendo stato uno dei pochi fortunati che hanno potuto visitare il castello di Sammezzano, ho ben pensato di registrarmi il tour completo, per mostrare a coloro che non sono riusciti ancora ad entrare, la bellezza di questo castello in prima persona: proprio come se foste voi a visitarlo.
Il mio consiglio, tuttavia, è quello di visitarlo di persona: le sensazioni che si provano durante la visita sono parte integrante del tour e non possono essere riprodotte in un video anche con l’attrezzatura e le capacità tecniche migliori.
Mi auguro che il video possa rendere ogni persona consapevole dell’arte che si nasconde al suo interno, spingendole ad ampliare quel coro che desidera vedere il castello aperto al pubblico. Più interesse c’è e più è facile che questo desiderio si avveri.

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La sala dei Pavoni

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Fukushima, 6 anni dopo


La situazione a Fukushima è drammatica:  la condizione dei reattori è allarmante. All’interno del primo, infatti, sono state registrate radiazioni pari a 530 sievert (nota bene: non “milliseviert”). Si parla di quantità così elevate da poter uccidere un uomo nel giro di pochi minuti, tanto che vicino ai reattori persino i robot vengono distrutti in sole due ore.

Il problema è una grossa falla che si è aperta sotto il contenitore a pressione del reattore, probabilmente a causa del combustibile rilasciato dal reattore stesso. Le misurazioni precedenti davano come risultato un livello di circa 73 sievert all’interno della struttura, una dose già altissima. Impossibile procedere allo smantellamento della centrale. Fonte: METRO

Cerchiamo di capire brevemente cosé  IL SIEVERT

Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Sievert

Il sievert (simbolo Sv, pronuncia svedese  [ˈsiːvəʈ]), il cui nome deriva da quello dello scienziato svedese Rolf Sievert, è l’unità di misura della dose equivalente di radiazione nel Sistema Internazionale  ed è una misura degli effetti e del danno provocato dalla radiazione su un organismo. La dose equivalente ha le stesse dimensioni della dose assorbita, ovvero energia per unità di massa. Nel Sistema Internazionale si ha:

\mathrm{1\ Sv = \frac{1\ J}{1\ kg} = \frac{1\ m^2}{1\ s^2}}

Come per tutte le unità di misura del Sistema internazionale, i sottomultipli sono il millisievert (mSv, 1 Sv = 1000 mSv) ed il microsievert (μSv, 1 mSv = 1000 µSv). Il sievert ha sostituito l’unità tradizionale, il rem (1 Sv = 100 rem).

Breve ricordo del  disastro di FUKUSHIMA

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Il disastro di Fukushima Dai-ichi  è una serie di incidenti, incluse quattro distinte esplosioni, avvenuti presso la centrale nucleare omonima situata presso Naraha nella Prefettura di Fukushima, in Giappone, a seguito del terremoto e maremoto del Tōhoku dell’11 marzo 2011.

 Al fondo del reattore sono stati inoltre individuati un buco di due metri e tracce di materia solida.

Fonte foto: http://www.corriere.it/esteri/17_febbraio_05/fukushima-foro-che-dimostra-fusione-nocciolo-d-uranio-0e5492e6-ebe6-11e6-91eb-31433eb4de41.shtml

Dai Navigli a San Siro, a Milano torna la nebbia


Quasi un set cinematografico da film noir. A Milano una fitta coltre di nebbia avvolge i ponti dei Navigli e il volo dei gabbiani sull’acqua della DasenaRisultati immagini per Dai Navigli a San Siro, a Milano torna la nebbia 2016Duomo Di Milano Con Nebbia

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Nebbia nuvole grattacieli di Paolo Guido Bassi 2

Milano e i colori d’autunno


Milano, lo spettacolo dell’autunno

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Milano – i giardini di Porta Venezia

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Milano – la pioggia d’autunno

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Milano – Naviglio Martesana d’autunno

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Milano – Parco Lambro

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Milano – pioggia all’arena di Milano

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L’accoglienza dei tifosi Islandesi ai propri eroi


Questo è il vero calcio, vinci o perdi deve essere una festa.  

La calorosa accoglienza dei tifosi islandesi al rientro in patria dei propri eroii. Uno spettacolo senza precedenti

Iceland celebrations vs England in full: Slow hand clap

Il dopo Francia – Islanda 5 – 2:  Slow hand clap 

Ma non solo calcio…………… conosciamo un po’ meglio l’Islanda.

Fonte e ulteriori informazioni: https://it.wikipedia.org/wiki/Islanda

L’Islanda (in islandese: Ísland, /islant/) è una nazione insulare dell’Europa settentrionale, situata nell’oceano Atlantico settentrionale, tra la Groenlandia e la Gran Bretagna, a nordovest delle Isole Fær Øer.

Nel gennaio 2013 la popolazione era di 321 857 abitanti; ciò la rende (escludendo i microstati), il paese europeo meno popolato. La capitale è Reykjavík.

Collocata sulla dorsale medio atlantica, l’Islanda presenta una marcata attività vulcanica e geotermica, che ne caratterizza fortemente il paesaggio. L’interno consiste principalmente in un altopiano desertico, montagne e ghiacciai, da cui molti fiumi glaciali scorrono verso il mare attraversando le pianure. L’Islanda possiede un clima temperato, relativamente alla sua latitudine, grazie alla corrente del golfo che ne consente una buona abitabilità.

Reykjavik è una città cosmopolita. E’ la capitale più a nord del mondo, l’area cittadina ha circa 200.000 abitanti, circa 2/3 dell’intera popolazione islandese. Ha origini vichinghe antiche e il suo nome

Aurora Boreale – Islanda

WWF ha 50 anni ………………..


Fondato nel ’66, ha salvato specie e favorito leggi pro-ambiente

In Italia il WWF è attivo dal 1966 e potendo contare su 300.000 soci e 400.000 sostenitori ha protetto direttamente più di 30.000 ettari di natura: le Oasi WWF.

La missione del WWF è fermare il degrado del pianeta e costruire un mondo in cui l’umanità possa vivere in armonia con la natura

Ambiente: il WWF Italia ha 50 anni, lo ricorda un francobollo

Il WWF Italia è una ONLUS (organizzazione non lucrativa di utilità sociale) e recentemente è stato riconosciuto anche come Organizzazione non governativa (ONG) per il suo impegno nella cooperazione con i paesi in via di sviluppo.

Gestisce più di 100 Oasi, aree protette: sono famose l’Oasi del Lago di Burano e quella della Laguna di Orbetello, nella Maremma toscana, l’Oasi di Monte Arcosu in Sardegna, quella del Bosco di Vanzago in Lombardia.

2 e 3 luglio 2016 – la due giorni contro l’abbandono di animali


Antiabbandono 2016

Fonte: http://www.comunicazionesviluppoenpa.org/antiabbandono.html

Appello Enpa in 90 piazze, non abbandonare Fido d’estate

Sabato 2 e domenica 3 luglio appuntamento in tutta Italia con la due giorni contro l’abbandono di animali, giunta quest’anno alla quarta edizione. Da Catania a Udine, da Torino a Taranto più di 90 le Sezioni Enpa scendono in piazza per fare attività di prevenzione nei confronti di questo terribile fenomeno che, stando ai dati del Ministero della Salute sugli ingressi nei canili sanitari, nel 2015 ha interessato almeno 100 mila animali. 

sempreAmici

Il responsabile Comunicazione e Sviluppo Iniziative e presidente del Consiglio Nazionale Enpa, Marco Bravi :

«Negli ultimi anni, il randagismo ha “cambiato pelle”. Se da un lato abbiamo registrato segnali circa una possibile diminuzione degli ingressi nei canili, dall’altro stiamo purtroppo riscontrando un incremento degli abbandoni di animali d’affezione appartenenti a specie diverse da quella canina e felina» 

«Dunque nonostante gli indubbi progressi rispetto al passato, anche a livello culturale, il fenomeno continua a rappresentare un problema per il nostro Paese. E’ nostro dovere – prosegue Bravi – continuare a lanciare appelli e strutturare iniziative che possano far leva sulle coscienze etiche e morali delle persone, non solo dei potenziali “abbandonatori”, ma anche di chi ne è un possibile testimone» 

Gli appelli e le opinioni degli artisti del Concerto del Primo Maggio 2016 di Piazza San Giovanni, Roma, sugli animali e sui loro diritti.

Abbandono, maltrattamento, caccia, adozioni, bracconaggio, spiagge aperte ai pets, farmaci veterinari: questi i temi affrontati da Miele, Enzo Avitabile, Erriquez (Bandabardò), Max Gazzè, Roberto Angelini, Paolo Rossi, Stefano Fresi, Lavinia Mancusi (Med Free Orchestra), Luca Morino (Mau Mau), Massimiliano Bruno, Eugenio Bennato, Bugo, Andrea Mirò, A Toys Orchestra, Francesco “Fry” Moneti (Modena City Ramblers), Banda Trulli Frulli, Beppe Barra, Ketty Passa (Rezophonic), Tommaso Piotta e Gaudats Junk Band.

Su questi e su tanti altri temi, Enpa terrà a ottobre 2016, al Macro Testaccio di Roma, il primo “Festival #animali“.

Info: festivalanimali@enpa.org.

Video realizzato da Andrea Falconi e Giovanni Losavio. Montaggio Michele Gualano.

Pubblicato il 11 ago 2014 – Marco Bravi, responsabile della comunicazione di ENPA (Ente Nazionale per la Protezione degli Animali), ci parla dell’azione concreta svolta da ENPA per combatte l’abbandono degli animali durante le vacanze estive.

Chernobyl e Pripyat, viaggio nelle città fantasma (30 anni dopo)


Chernobyl e Pripyat, viaggio nelle città fantasma (30 anni dopo)

il 25 aprile 1986 l’esplosione della centrale nucleare di Chernobyl 

 A distanza di tre decenni poco è cambiato. Il materiale radioattivo non è mai stato rimosso e le radiazioni, che continuano a disperdersi nell’ambiente circostante, uccidono ancora oggi. In pochi hanno visto con i loro occhi che volto ha la minaccia nucleare. Ormai in pochissimi possono descriverla

Esplode la centrale nucleare della città di Cernobyl nell’Unione Sovietica. A causa di gravi errori del personale e irresponsabilità dei dirigenti, durante un azzardato test di sicurezza, si fonde il nocciolo del reattore numero 4, che esplode, disperdendo nell’aria materiale radioattivo. Nonostante la città di Cernobyl è subito evacuata, le conseguenze per la popolazione, oltre ai 65 morti accertati, sono molto pesanti e dureranno per anni. Dall’esplosione si leva una nube tossica che sorvola gran parte dell’Europa.

aprile 2014 Ventotto anni dopo la catastrofe della centrale nucleare di Chernobyl, in Ucraina si rende omaggio alle vittime. 

Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Disastro_di_%C4%8Cernobyl%27

Alle ore 1:23:44 (ora locale) del 26 aprile 1986, il reattore numero 4 esplose. Si trattò di una liberazione di vapore surriscaldato ad altissima pressione che sparò in aria il pesante disco di copertura – oltre 1000 tonnellate – che chiudeva il cilindro ermetico contenente il nocciolo del reattore. All’esplosione del contenitore seguì il violento incendio della grafite contenuta nel nocciolo, incendio che in alcune ore disperse nell’atmosfera una enorme quantità di isotopi radioattivi, i prodotti di reazione fissili contenuti all’interno. Fu il primo incidente nucleare ad essere stato classificato come livello 7, il massimo livello della scala INES degli incidenti nucleari; il secondo caso ad essere classificato come livello 7 è quello della centrale nucleare di Fukushima in Giappone, avvenuto l’11 marzo 2011.

Le esplosioni non furono di tipo nucleare – non si trattò di una reazione a catena incontrollata di fissione nucleare come avviene nelle bombe atomiche – bensì ebbero una causa chimica. Il surriscaldamento del nocciolo dovuto all’improvvisa perdita di controllo sulla reazione nucleare portò al raggiungimento di elevatissime temperature che fecero arrivare la pressione del vapore dell’impianto di raffreddamento ad un livello esplosivo. Si innescarono inoltre reazioni fra le sostanze chimiche contenute (acqua e metalli), inclusa la scissione dell’acqua in ossigeno e idrogeno per effetto delle temperature raggiunte, che contribuirono a sviluppare grandi volumi di gas.

L’istituzione delle Nazioni Unite chiamata UNSCEAR (United Nations Scientific Committee on the Effects of Atomic Radiation, Comitato scientifico delle Nazioni Unite per lo studio degli effetti delle radiazioni ionizzanti) ha condotto 20 anni di dettagliata ricerca scientifica ed epidemiologica sugli effetti del disastro. A parte i 57 decessi direttamente ascrivibili all’incidente, l’UNSCEAR ha originariamente predetto fino a 4,000 casi di tumori da attribuire all’incidente.

L’UNSCEAR ha affermato:

« Fino all’anno 2005, tra i residenti della Bielorussia, la Federazione Russa e l’Ucraina, ci sono stati più di 6000 casi di tumore alla tiroide in bambini ed adolescenti che sono stati esposti al momento dell’incidente, e più casi sono da aspettarsi nei prossimi decenni. Indipendentemente dall’incremento delle misure di prevenzione e screening, molti di questi casi di tumore sono molto probabilmente da attribuirsi all’esposizione alle radiazioni. Escludendo questo incremento, non vi è evidenza di ulteriore impatto per la salute pubblica attribuibile all’esposizione di radiazioni due decenni dopo l’incidente. Non vi è evidenza scientifica di un incremento di incidenza di tumori né del tasso di mortalità né nell’insorgenza di patologie che potrebbero essere collegate all’esposizione alle radiazioni. L’incidenza di leucemia nella popolazione non sembra elevata. Tuttavia, coloro che furono esposti maggiormente alle radiazioni hanno un rischio più alto di effetti sulla loro salute associati alle radiazioni. La maggioranza della popolazione non dovrebbe comunque soffrire serie conseguenze sulla propria salute in conseguenza delle radiazioni. Molti altri problemi alla salute non direttamente collegabili con l’esposizione alle radiazioni sono stati riscontrati nella popolazione. »

Tuttavia, il tumore della tiroide è generalmente trattabile. Previo un proprio trattamento, il grado di sopravvivenza per tumori della tiroide è del 96% nei primi cinque anni, e del 92% dopo 30 anni. Tali valori suggeriscono fino a circa altri 500 decessi annui per questa patologia.

Cesano Boscone – I cuccioli di volpe salvati


Salvati cuccioli di volpe al Parco Natura di Cesano Boscone (Milano) 


Quattro cuccioli di volpe sono stati salvati la mattina del 20 aprile, intorno alle 9, dalla polizia locale di Cesano Boscone insieme ai volontari del Wwf Lombardia e i tecnici di Ersaf, l’ente regionale per i servizi all’agricoltura e alle foreste.“

Si trovavano in fondo a un pozzo di un canale scolmatore del Parco natura, un’oasi di 180 mila metri quadri che, inaugurata a metà del 2010, è diventata meta di numerose specie animali.
Alcuni tecnici dell’Ersaf, che stanno eseguendo un intervento di pulizia in un’area del parco adiacente a via Vespucci, nel pomeriggio del 19 aprile avevano sentito alcuni guaiti e visto fuggire una volpe. In mattinata, con i volontari del Wwf Lombardia e la polizia locale, è iniziata la ricerca. Si è così scoperto che sul fondo di un pozzo, che raccoglie l’acqua piovana attraverso un tubo largo circa 30 centimetri presente in diversi tratti del parco Natura, si trovavano quattro cuccioli di volpe.“

Il Parco natura è una vera e propria opera di riforestazione con specie arboree e arbustive autoctone della pianura padana e comprende tre aree: il bosco, la zona umida e le marcite. È attraversato da una rete ciclopedonale di quasi un chilometro e mezzo. Insetti, uccelli e piccoli mammiferi abitano il bosco nutrendosi di semi, foglie e fiori. Il parco assume così un ruolo fondamentale per gli appassionati di birdwatching (osservazione e studio degli uccelli in natura), di birding (che oltre all’osservazione comprende anche l’ascolto e il riconoscimento dei canti) e per tutti gli amanti della natura in genere

Genova, emergenza petrolio: operai al lavoro per evitare che il greggio arrivi in mare


Genova, vigili del fuoco a lavoro per evitare che il petrolio raggiunga il mare

Domenica 17 aprile 2016 – Diverse decine di metri cubi di greggio hanno raggiunto il Polcevera; le barriere protettive disposte dai vigili del fuoco in più punti lungo il torrente hanno permesso di minimizzare l’impatto sul mare. http://www.meridiananotizie.it

100016519-4cf2d269-84b4-43dc-ade8-d34be7b59580[1]Petrolio nel Polcevera, al lavoro a Genova per evitare che arrivi al mare.

Fonte e articolo completo su: http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/04/18/genova-emergenza-petrolio-operai-al-lavoro-per-evitare-che-il-greggio-arrivi-in-mare/2649646/4/#foto

 A Genova si aspetta una risposta chiara dalla Iplom. Altre domande, però, restano aperte: la raffineria Iplom di Busalla è stata costruita negli anni Trenta. Intorno intanto è cresciuta la città. Poi ci sono l’autostrada, la ferrovia, il fiume. E gli incidenti, come racconta Giancarlo Bonifai (avvocato del comune di Busalla), si sono ripetuti negli ultimi anni: “Ci sono stati un incendio nel 2008 e uno nel 2011. Per fortuna all’interno della raffineria”. E oggi la fuoriuscita del petrolio. Da una parte i posti di lavoro (centinaia, contando l’indotto); dall’altra ancora una volta il rischio ambientale e per la salute.

Fontehttp://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2016/04/19/petrolio-sequestro-impianti-eni-cig-per-430-addetti-_a60a888e-8840-49ee-897c-f4584ace67f6.html

Petrolio: sequestro impianti Eni, cig per 430 addetti – Sindacati temono futuro dell’indotto (3000 addetti) a Viggiano. L’Eni ha annunciato ai sindacati l’avvio delle procedure per collocare in cassa integrazione ordinaria i 430 addetti al centro oli che la compagnia ha a Viggiano (Potenza), bloccato dal 31 marzo scorso nell’ambito dell’inchiesta sul petrolio in Basilicata.

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Elenco di alcuni incidenti avvenuti negli ultimi anni.

03 marzo 2016 – Eni: incidente nella raffineria di Taranto, due feriti di cui uno grave , due feriti di cui uno grave

09 settembre 2015 – Due operai muoiono alla raffineria Eni di Priolo

27 settembre 2014 – Fiamme dalla raffineria Mediterranea a Milazzo

01 aprile 2014 – un morto alla raffineria di Gela – Un operaio di una ditta dell’indotto travolto da una gru

26 maggio 2009 – Sardegna, tre morti in raffineria “Hanno cercato di salvarsi a vicenda”

Video di alcuni disastri ambientali

Incendio Turbonave Haven- Arenzano 1991 –  L’incidente provoca la morte di alcuni membri dell’equipaggio e lo sversamento in mare di circa 144.000 tonnellate di greggio.

IMMERSIONE SULL’HAVEN 02-06-2015

Dopo la fase iniziale di incendio del combustibile versato in mare, la nave venne trainata al largo di Arenzano; per una fortunata serie di coincidenze (mare calmo, assenza di vento), la maggior parte del combustibile fu esaurito dalla combustione durata più giorni. In seguito il relitto affondò, e si trova su un fondale di circa 80 metri nelle acque antistanti Arenzano. Si tratta del più grande relitto visitabile da subacquei del Mediterraneo, e uno dei più grandi al mondo. L’affondamento causò la perdita di migliaia di tonnellate di petrolio che almeno in parte, nelle sue componenti più dense, ancora oggi permangono nei fondali marini antistanti Genova.

24 febbraio 2010 – 600 mila litridi petrolio dal Lambro verso il Po

11 giugno 2012 – Augusta, dispersi 400mila litri di cherosene

05 aprile 2016 – anche in Francia :- Total, periodo nero: greggio nella Loira, rischio disastro ambientale

Commento: ironia della sorte nel giorno del referendum sulle Trivelle in mare, ecco l’ incidente in una raffineria in Liguria.

alla scoperta dell’Istria


L’Istria (in croato e sloveno Istra; in tedesco Istrien) è una penisola che si estende nel mare Adriatico per circa 3 600 km²; situata tra il Golfo di Trieste, le Alpi Dinariche e il Golfo del Quarnaro, appartiene amministrativamente alla Croazia per la maggior parte della sua estensione, mentre una piccola parte, che comprende le città costiere di Isola, Portorose, Pirano e Capodistria, appartiene alla Slovenia. Una minima parte dell’Istria, limitata all’incirca ai territori del comune di Muggia e di San Dorligo della Valle si trova in territorio italiano.

A seguito della vittoria italiana nella prima guerra mondiale con il trattato di Saint-Germain-en-Laye (1919) e il trattato di Rapallo (1920), l’Istria divenne parte del Regno d’Italia.

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Magna Istria, l’ultimo lavoro di Cristina Mantis, attrice e regista, e Francesca Angeleri. Il film, un documentario, è il racconto di un viaggio verso l’Istria alla ricerca di un’ antica ricetta istriana.

Dopo la fine della seconda guerra mondiale con il trattato di Parigi (1947), l’Istria fu assegnata alla Jugoslavia che l’aveva occupata, con l’eccezione della cittadina di Muggia e del comune di San Dorligo della Valle inserite nella Zona A del Territorio libero di Trieste.

Referendum trivelle …………………….


Fonte: http://www.ansa.it/canale_ambiente/notizie/energia/2016/03/18/trivelle-referendum-il-17-aprile_e4e7b6fb-52e4-44c1-bd5c-03afb69e2a26.html

Il 17 aprile prossimo si vota il referendum popolare abrogativo sulle trivellazioni in mare. Voluto da nove regioni (Basilicata, Calabria, Campania, Liguria, Marche, Molise, Puglia, Sardegna, Veneto) che si affacciano sull’Adriatico e che temono per conseguenze sull’ambiente e sul turismo, il quesito chiede di scegliere se abrogare la norma, introdotta con l’ultima legge di Stabilità, che consente alle società petrolifere di cercare ed estrarre gas e petrolio, entro le 12 miglia marine dalla costa, senza limiti di tempo alla durata delle concessioni, cioè sino all’esarimento del giacimento. Sebbene le società petrolifere non possano più ottenere nuove concessioni per estrarre in mare entro le 12 miglia, le ricerche e le attività petrolifere già in corso – secondo una norma approvata lo scorso dicembre – non hanno scadenza certa.

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Con il termine “trivelle” si intende un insieme ampio e complesso di attività che vanno dalla perforazione dei pozzi di ricerca a quella dei pozzi di produzione, dalla realizzazione di gasdotti e oleodotti all’installazione di piattaforme petrolifere. Gli impianti variano a seconda dei fondali, delle caratteristiche del giacimento e del tipo di combustibile estratto.

Il quesito è: “Volete voi che sia abrogato l’art. 6, comma 17, terzo periodo, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, “Norme in materia ambientale”, come sostituito dal comma 239 dell’art. 1 della legge 28 dicembre 2015, n. 208 “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di Stabilità 2016)”, limitatamente alle seguenti parole: “per la durata di vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale”?”.

Affinché la proposta soggetta a referendum sia approvata – cioè che la norma sia cancellata – occorre che si raggiunga il quorum, cioè che vada a votare più del 50% degli elettori, e che la maggioranza dei votanti si esprima con un “Sì”. Possono votare al referendum tutti i cittadini italiani che abbiano compiuto la maggiore età.

A favore del referendum è il comitato “Vota SI, per fermare le trivelle” a cui hanno aderito numerose associazioni che spiegano le proprie ragioni in un appello.

E’ invece contrario il comitato Ottimisti e Razionali che ha ricevuto adesioni anche da manager, filosofi e studenti convinti che “il progresso avanza solo con lo sviluppo”. 

Trivelle in Mare, Verdi, no davanti alle Tremiti   

Budelli: giudice, è di proprietà …………………


Budelli: giudice, è di proprietà Ente Parco La Maddalena

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L’isola di Budelli non sarà più di privati. Il tribunale delle esecuzioni immobiliari di Tempio Pausania ha assegnato definitivamente l’isola all’Ente Parco La Maddalena

Budelli è un’isola appartenente all’arcipelago di La Maddalena, situata all’estremo nord della Sardegna presso le bocche di Bonifacio. Fa parte, assieme alle altre isole, del Parco nazionale dell’arcipelago di La Maddalena

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“Si conclude definitivamente e positivamente una vicenda che ha occupato le cronache dei quotidiani in questi anni”, commenta il presidente, Giuseppe Bonanno. Una lunga querelle “che ha coinvolto tante persone che hanno dichiaratamente espresso la volontà che Budelli divenisse patrimonio pubblico ed entrasse nella disponibilità del Parco. Non è stato un percorso semplice ma alla fine a prevalere è stata la volontà espressa dal Parlamento che nel 2013 votò in maniera trasversale affinché l’isola di Budelli divenisse patrimonio pubblico. A questa decisione politica, sono da aggiungere le 85 mila firme di privati cittadini raccolte attraverso una petizione, una mobilitazione popolare senza precedenti che chiedeva inequivocabilmente che il gioiello dell’arcipelago di La Maddalena venisse garantito integro dallo Stato alle generazioni future”

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11 marzo 2011 – 5 anni dal Disastro di Fukushima Dai-ichi


11 marzo 2011 – Il disastro di Fukushima Dai-ichi è una serie di quattro distinti incidenti occorsi presso la centrale nucleare omonima, a seguito del terremoto e maremoto del Tōhoku dell’11 marzo 2011.

https://it.wikipedia.org/wiki/Disastro_di_Fukushima_Dai-ichi

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Fotografia aerea del 16 marzo 2011

La deflagrazione, analoga a quella che sabato ha interessato il reattore numero 1, si è verificata nel reattore numero 3 ed ha causato il crollo del muro esterno del reattore. Secondo l’agenzia dell’energia di Tokyo che gestisce l’impianto, la struttura che contiene il reattore non ha subito danni.

Stato Giappone Giappone
Luogo Centrale nucleare di Fukushima Dai-ichi
Data 11 marzo 2011
Tipo Disastro nucleare
Motivazione Terremoto e maremoto del Tōhoku del 2011

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La gestione dell’incidente da parte della TEPCO è stata caratterizzata da reticenza, menzogne e abbandono della popolazione locale al suo destino. Anche il Ministero dell’energia giapponese è stato accusato di aver nascosto molti dati.

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Schizzo in sezione semplificato di un tipico contenimento Mark-I di un reattore BWR, come quelli usati nei reattori da 1 a 5 di Fukushima Dai-ichi.

RPV: Reactor Pressure Vessel
contenitore a pressione del reattore
DW: DryWell
contenitore del vapore
WW: WetWell
camera di soppressione del vapore, di forma toroidale
SFP: Spent Fuel Pool
vasca del combustibile esausto.
SCSW: Secondary Concrete Shield Wall
muro di cemento di schermatura secondario

settembre 2013 – Si alza il livello delle radiazioni del serbatoio della centrale che contiene acqua contaminata. Il Giappone chiede aiuto alla comunità internazionale.

Stato dei reattori

Fukushima Dai-ichi 1 – Nella giornata dell’11 marzo, in un edificio minore delle zone non nucleari dell’impianto è nato un piccolo incendio, che ha richiesto meno di due ore per essere estinto. Una situazione più grave era però emersa entro le zone nucleari dei tre reattori di Fukushima Dai-ichi in funzione, in questi il reattore era stato fermato automaticamente con successo, ma i generatori diesel avevano subito numerosi danni, lasciando quindi i tre reattori senza energia elettrica per alimentare il sistema di refrigerazione che dissipa il calore residuo del reattore. Questo ha portato la TEPCO a comunicare una situazione di emergenza, che ha permesso alle autorità di far evacuare la popolazione residente entro i 3 km dall’impianto (circa 1000 persone).

Fukushima Dai-ichi 2 – Nei primi momenti dall’incidente, il reattore risultava in stato di attenzione, ma non in stato di serio o critico danneggiamento. Il 14 marzo, a mezzogiorno, le barre del combustibile, erano completamente scoperte ed era fallito il pompaggio dell’acqua marina all’interno del nucleo. Alle 13:21 la TEPCO aveva dichiarato che non era esclusa la parziale fusione delle barre del combustibile nucleare all’interno del reattore 2. Erano stati riscontrati gravi danni al nocciolo del reattore.  15 marzo, alle 00:08 ora italiana, si era registrata un’esplosione al reattore 2 e la TEPCO annunciava che era stato evacuato parte del personale. Le autorità ammisero che, in seguito all’esplosione, c’era stato una rottura non quantificata della camera di soppressione della pressione (wetwell), una struttura toroidale posta nella parte inferiore del sistema di contenimento del reattore.

Fukushima Dai-ichi 3 – Nelle giornate dell’11 e del 12 marzo, non persistevano particolari preoccupazioni per il reattore, in quanto i sistemi di raffreddamento, seppur in crisi, erano stati sostituiti parzialmente da altri apparati provvisori. Destava particolare preoccupazione il fatto che, nel reattore 3 venisse usato come combustibile nucleare anche plutonio: nel settembre 2010 per la prima volta tale reattore era stato caricato con combustibile MOX, al posto dell’uranio a basso arricchimento usato negli altri reattori della centrale.

Fukushima Dai-ichi 4 – Fino al 14 marzo, per il reattore numero 4 non erano stati riportati danni di alcun tipo. Il 15 marzo verso le ore 06:00 locali, venne udita una forte esplosione proveniente dalla centrale e in seguito venne confermato il danneggiamento di una parte dell’edificio contenente il reattore numero 4. Alle 09:40 si era poi verificato un incendio nella vasca del combustibile esausto, con probabile rilascio di radioattività da parte del carburante in essa presente.

Fukushima Dai-ichi 5 e 6 – Per i reattori 5 e 6 sono stati riportati danni meno gravi, ed in ogni caso non si sono avute conseguenze catastrofiche come nei reattori 1, 2, 3 e 4; sono monitorati e si continua a verificare la tenuta dei circuiti di refrigerazione. A partire dal 15 marzo la temperatura del combustibile esausto nelle rispettive vasche è aumentata a causa della loro insufficiente refrigerazione. Il 19 marzo i tecnici hanno ripristinato il sistema di refrigerazione del combustibile esausto.

Conseguenze ambientaliSecondo le autorità di sorveglianza francesi (IRSN e ASN), la nube radioattiva sprigionata a più riprese della centrale di Fukushima Dai-ichi sarebbe arrivata sulla Francia attorno al 26 marzo. Considerata la distanza dovrebbe essere non particolarmente intensa.  Il 21 marzo, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato che “le radiazioni provocate dal disastrato impianto nucleare di Fukushima ed entrate nella catena alimentare sono più gravi di quanto finora si fosse pensato” e che l’effetto dell’incidente “è molto più grave di quanto chiunque avesse immaginato all’inizio, quando si pensava che si trattasse di un problema limitato a 20-30 chilometri“. Radionuclidi eccedenti i limiti fissati dalla normativa nazionale sono stati rilevati nel latte prodotto nella prefettura di Fukushima e negli spinaci prodotti nelle prefetture di Fukushima, Ibaraki, Tochigi e Gunma.

Il 22 marzo, la TEPCO ha comunicato la presenza di iodio, cesio e cobalto nell’acqua di mare nei pressi del canale di scarico dei reattori 1, 2, 3 e 4. In particolare, si sono rilevati livelli di iodio-131 di 126,7 volte più alti del limite consentito, livelli di cesio-134 di 24,8 volte superiori, quelli del cesio-137 di 16,5 volte e quantitativi non trascurabili di cobalto-58.

Nei giorni successivi i livelli di radioattività in mare hanno superato di oltre 4400 volte i limiti ammessi.

Tuttavia, tanto per farsi un’idea dell’entità della contaminazione ambientale, la quantità totale di radioattività diffusa nell’atmosfera, è stata pari all’incirca a un decimo di quella rilasciata durante il disastro di Chernobyl.

Esemplificativo di questo dato quantitativo è il fatto che già il 25 giugno 2012 è ripresa la vendita di prodotti ittici (in particolare molluschi, specie nelle quali, a tale data, non sono state più riscontrate tracce di cesio e iodio radioattivi) catturati al largo delle regioni intorno alla centrale. Appena scenderanno a loro volta al di sotto dei limiti di radioattività stabiliti dal governo anche le altre specie di pesce e di frutti di mare verranno messe via via in commercio.

Chris Cummins, euronews: “Siamo a Koikenaganuma un complesso di alloggi temporanei costruito come riparo per le famiglie che vivevano a Fukushima o nelle vicinanze al momento dello tsunami. La centrale nucleare è a 36 km da qui. Qui abitano negozianti, agricoltori… le cui vite, dal 2011, sono completamente cambiate”. 

La natura e pericolosità della contaminazione di Fukushima, tuttavia, non può propriamente essere comparata a quella del disastro di Chernobyl per due ragioni: in primo luogo, la maggior parte della contaminazione è di natura sotterranea: per prevenire il surriscaldamento di noccioli e piscine di stoccaggio, è necessaria una continua immissione di acqua di raffreddamento che si disperde nel sottosuolo, attraverso le crepe aperte dal terremoto. La seconda differenza critica rispetto a Chernobyl è che questo fu sigillato dentro ad un sarcofago in un limitato lasso di tempo, mentre a Fukushima questa soluzione è impraticabile; la contaminazione sta procedendo ininterrottamente fin dal primo giorno, e durerà ancora per un imprecisato numero di anni, secondo certe stime, e se non avvengono crisi sistemiche nell’economia del Giappone, dai 10 ai 20 anni. È ancora incerto quale tipo di percorso possa seguire la massa d’acqua radioattiva attraverso le falde freatiche della regione: di certo in gran parte si riversa continuamente in mare, ed una parte si diffonde nell’entroterra. Della data del 22 agosto 2012 è la notizia che da misurazioni su pesce catturato nella regione, sono stati rilevati elevatissimi tassi di radioattività presenti nelle carni, tali da suggerire il blocco della distribuzione di pesce.

Maltempo: danni e disagi dall’Istria al Quarnero


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Le auto parcheggiate sulle rive di Abbazia salvate dai vigili del fuoco prima di finire in mare (foto da novilist.hr)

Domenica 06 marzo 2016 – Il mare più che agitato da un fortissimo venti di scirocco e la pressione dell’aria bassa hanno causato sabato sera grossi disagi, soprattutto lungo la costa della Regione litoraneo-montana, dove l’acqua del mare ha invaso strade e porti. I punti più critici sono stati i lidi Volosca, Abbazia e Laurana, con forti inondazioni che hanno comportato danni ingenti alle costruzioni e agli immobili situati in prossimità del mare. Insegne pericolanti, tegole, cartelli, lamiere, panchine divelte, gommoni affondati …. La furia del vento e del mare ha lasciato tracce dappertutto

La violenta sciroccata abbattutasi la notte scorsa sulle coste dell’Istria e del Quarnero ha provocato danni e non pochi disagi sia sul versante occidentale che su quello orientale della penisola. Nell’ Abbaziano una violenta mareggiata ha fatto finire in mare un’automobile che era parcheggiata in Lido. I Vigili del fuoco ne hanno tratte in salvo altre quattro che rischiavano di essere portate via dalle onde sempre più impetuose. Ingenti i danni. Stessa situazione anche a Volosca e a Laurana, dove le fortissime onde hanno portato via una macchina parcheggiata sul molo. Il fortissimo vento (che a momenti raggiungeva punte di 72 chilometri orari), ha provocato grossi disagi anche a Pola, a Umago a Orsera e in diverse località dell’Istria interna (Montona, Visignano, Gimino, Gallignana, Sanvincenti)

Umago – Per fortuna che la mareggiata è arrivata con lo scirocco e non con il libeccio, altrimenti stando ai pescatori più anziani sarebbero state disastrose. Sabata. Sabato dopo le ore 20,30, la costa è stata sommersa dall’acqua alta, con livelli da inondare la banchina del porto di Salvore, la strada Salvore-Umago all’altezza di Zambrattia, e le altre zone più in basso, come parte del porto di Umago.

Un fenomeno, quello dell’acqua alta accompagnata dallo scirocco e da un moto ondoso molto forte, che ha causato danni e disagi, ma non come quelli che avrebbero potuto succedere col libeccio.

  Le mareggiate di sud-ovest infatti, con il libeccio che qui viene chiamato “garbin” sono le più pericolose perché le onde con l’acqua alta non le ferma nessuno. Sono capaci di superare la diga foranea di Umago e addirittura quella del cementificio. A porto Salvore sono finite in mare le reti che si trovano suò molo, a Poioli le onde hanno superato la strada asfaltata portando la ghiaia a decine di metri dal bagnasciuga. Onde si dunque,  ma senza grossi danni. Ora c’è da pulire, ma non tanto riparare, con la consapevolezza che la mareggiata è arrivata fuori stagione e che con il libeccio sarebbe stato molto peggio. 

La sciroccata di sabato sera ha provocato danni anche nell’ Orserese e nel Cittanovese. La strada di Antenal, sommersa dall’acqua, per alcune ore è stata chiusa al traffico. Il forte vento si è fatto sentire pure nel Polese, dove le raffiche in alcuni momenti hanno superato gli 80 kilometri all’ora. 

Rapporto Greenpeace a cinque anni dal disastro nucleare


Fukushima, impatti su foreste e fiumi per centinaia di anni

http://www.ansa.it/canale_ambiente/notizie/inquinamento/2016/03/04/fukushima-rilevate-mutazioni-e-dna-alterato-nelle-foreste_56e94c33-edb0-4147-b909-435d42caac23.html

L’impatto ambientale del disastro nucleare di Fukushima in Giappone, di cui fra pochi giorni ricorre il quinto anniversario, avrà conseguenze su foreste e fiumi che dureranno decenni, se non secoli. L’allarme arriva da un rapporto di Greenpeace Giappone, pubblicato oggi, secondo il quale scienziati hanno rilevato i primi segni di mutazioni ereditarie e di alterazioni nel Dna di diverse forme di vita nelle foreste, dagli alberi alle farfalle.

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11 marzo 2011 – Il disastro di Fukushima Dai-ichi è una serie di quattro distinti incidenti occorsi presso la centrale nucleare omonima, a seguito del terremoto e maremoto

L’associazione sottolinea che da studi scientifici – indipendenti e condotti da specialisti di Greenpeace – emergono le prime evidenze dei profondi impatti ambientali del disastro nucleare. Tra queste le elevate concentrazioni di radiazioni in nuove foglie e nel polline, l’apparente aumento di mutazioni nella crescita degli abeti con l’aumentare dei livelli di radiazione, e ancora mutazioni ereditarie in alcune popolazioni di farfalle e vermi con Dna danneggiato in zone altamente contaminate. Rilevata anche la contaminazione da cesio in pesci d’acqua dolce importanti dal punto vista commerciale.

Greenpeace Giappone ha da poco lanciato anche un’indagine sulla contaminazione radioattiva delle acque dell’Oceano Pacifico lungo le coste in un raggio di 20 chilometri dalla centrale nucleare.