Immagini eloquenti ma che rappresentano solo uno spaccato delle criticità che si stanno registrando in molte zone del Nord e centro Italia alle prese con la forte ondata di maltempo
Immagini Tgr Lombardia
La forte ondata di maltempo che sta interessando l’Italia ha già lasciato dietro di sé danni importanti. Come si vedono in queste immagini del Tgr Lombardia registrate nel Pavese, una tromba d’aria ha completamente devastato il parco fotovoltaico di Verretto. L’impianto, 12.496 pannelli posati su di una superficie di 12 ettari appartenenti alla ex Cava Coppa, produceva 4.000.000 di Kwh/anno.
Foto della protezione civile Lungavilla
Immagini eloquenti, ma che rappresentano solo uno spaccato delle criticità che si stanno registrando in molte zone del Nord e centro Italia con allagamenti, alberi pericolanti o abbattuti dalle forti raffiche di vento.
Particolarmente colpiti nelle ultime ore lo Spezzino e la costa toscana tra Viareggio e Massa, ma anche il Parmense. Criticità nelle aree interne tra Lombardia e Veneto dove piove da due giorni: 25 persone sono state evacuate dalle proprie casea Baveno, nel Verbano, a causa di due frane. In provincia di Brescia le raffiche di vento associate a un localedownbursthanno abbattuto alberi secolari.
A Riva del Garda un fulmine ha colpito una palazzina provocando danni alla condotta del gas portando all’evacuazione di nove famiglie.
Con un lungo post pubblicato sui suoi social, Danilo D’Ambrosio ha annunciato il ritiro dal calcio giocato. Su Instagram, D’Ambrosio ha ripercorso la sua carriera, a partire da quando ha iniziato a giocare a calcio: “Avevo 13 anni quando andai via di casa per inseguire il mio sogno. Ero in un convitto, stanza singola, con un letto e un armadio. Di fianco alla mia c’era quella di mio fratello gemello, Dario. I miei genitori, percependo la mia preoccupazione, mi dissero: “Se non te la senti, torniamo a casa insieme.” La mia risposta fu secca: “No! Voglio restare.” Il mio sogno era più forte di tutte le paure e le insicurezze di quell’età. Quante volte ho pianto perché mi sentivo solo, quante notti mi rifugiavo nella stanza di mio fratello perché mi mancava tutto: la mia famiglia, i miei amici, i miei nonni. Oggi, dopo tanti anni, sento che è arrivato il momento di fermarmi. Non è facile. Non lo è mai quando lasci andare qualcosa che hai amato così visceralmente. Il calcio non è stato solo la mia professione. È stata la mia casa, la mia scuola, la mia identità. Oggi non saluto solo il calcio giocato. Saluto il ragazzo che sono stato e accolgo l’uomo che sono diventato. Un uomo che ha avuto il privilegio di trasformare il sogno di un bambino in una realtà lunga 20 anni .
– Grazie a ogni squadra, allenatore, compagno, dottore, fisioterapista, magazziniere, cuoco, cameriere e a ogni singolo tifoso che mi ha sostenuto. Grazie ai miei genitori che hanno avuto il coraggio di lasciarmi andare senza farmi sentire il peso di dovercela fare. – Grazie ai miei fratelli che hanno condiviso ogni mia gioia . – Grazie a mia moglie che per 19 anni è stata una presenza costante ,ha creduto in me,compreso i miei silenzi e amato incondizionatamente. – Grazie ai miei figli che sono stati e saranno per sempre la mia fonte di ispirazione. Il calcio non sarà più ai miei piedi ogni domenica, ma resterà per sempre dentro di me. A presto. Con la stessa passione. Con lo stesso cuore. Danilo“.
San Luca, la personal trainer e dottoressa in Scienze Motorie Alice Guerra ha sporto denuncia dopo aver visto il suo nome in caratteri cubitali lungo i portici Unesco. “Ho letto scritte terribili: insulti, frasi omofobe”
Alice Guerra tra le vittime delle frasi sessiste e volgari scritte sui portici di San Luca a Bologna
Bologna, 29 agosto 2025 – Gambe che tremano, cuore in gola. La voce che scompare e la mente che non ci può credere. Sentirsi svenire, letteralmente. È quello che ha provato Alice Guerra, personal trainer e dottoressa in Scienze Motorie, quando ieri ha visto, con i suoi occhi, il suo nome e cognome scritto a caratteri cubitali lungo i Portici di San Luca, accostato a epiteti discriminatori e diffamatori, che colpiscono, svilendolae insultandola, ciò che la 34enne è riuscita a costruirsi: una brillante carriera.
Il suo nome, calcato con un pennarello nero, è tra i tanti che hanno macchiato i muri della salita diSan Luca: ci sono insulti, frasi omofobe, numeri di telefono, nickname dei social network e tanta, tantissima violenza. Quella che Guerra ha provato sulla sua pelle, decidendo di trasformare questo episodio in una possibilità, pubblicando un reel sui social per “fare rumore e dare voce a quanto accaduto e fare rete, con le tante donne coinvolte, chiedendo a tutte di denunciare. Perché basta: siamo stufe. Questa è violenza“.
Guerra, come ha scoperto delle scritte? – “Ho visto un articolo de il Resto del Carlinoche mi ha allertata e messa in guardia. Navigando su Internet, poi, mi sono imbattuta nel posto dell’avvocata Camilla Guidotti, che ha documentato tutto, ogni cosa“.
Cosa le ha fatto pensare di poter essere coinvolta? – “Ho visto alcune scritte pubblicate, ovviamente con i cognomi e i dati sensibili oscurati, e una mi ha colpito profondamente. Ho capito potesse essere riferita a me“.
Perché? – “Nel graffito compaiono il mio nome e cognome, il mio nickname di Instagram, tra l’altro in un primo momento segnato in maniera scorretta e poi sistemato, e un insulto al mio lavoro e al mio titolo di ‘dottoressa’. Da maggio sono molto attiva nell’area di San Luca, perché ho ideato un gruppo whatsapp, che si chiama San Looka, che ho promosso sui social con l’idea di proporre uno stile di vita sano, praticando movimento e facendo delle camminate insieme, dando al tempo stesso la possibilità alle persone di socializzare. Per farlo, quindi, mi sono esposta molto sui social, senza però mai pubblicare il mio numero di telefono. Una scelta, questa, per permettere solo a chi fosse davvero interessato di avvicinarsi all’attività”.
Le persone, quindi, la conoscono come ‘dottoressa’. – “Sì. E lo hanno anche scritto sul muro, insultandomi. L’ho visto con i miei occhi: dopo aver visto l’articolo e il post, ho deciso di andare su a San Luca con un’amica, per vedere la scritta e confermare il mio sospetto, che era fondato”.
Come si è sentita? – “Ipotizzare è un discorso, pensarlo anche, ma vederlo è diverso. Mi sono sentita svenire, non mi sono sentita bene e avevo le gambe che tremavano. Ma non mi sono abbattuta: ho cercato di essere forte e ho fatto tante foto. Ho sporto denuncia in Questura perché dobbiamo cercare di affrontare quanto accaduto. Sentivo il bisogno di fare rumore e ho pubblicato il reel raccontando l’episodio, nella speranza di raggiungere più donne possibili e spingere tutte a verificare di non essere coinvolte”.
Cosa le ha fatto più male? – “Rispetto agli altri imbrattamenti, il mio è ‘leggero’, ma è sempre violenza. Ho letto scritte terribili: insulti, frasi omofobe, sessiste e violenza. Questa è violenza, non va banalizzata. Per aiutare le altre donne, mi sono appuntata su un foglio tutti i nomi e cognomi che ho trovato e contatterò ognuna di loro per avvisarle“.
Ora come sta? – “Sono contenta della vicinanza che le persone mi stanno dando. Mi hanno contattato anche tantissimi uomini, che hanno repostato o commentato il reel. Mi sono stati vicino. È importante dirlo: la violenza si generalizza e dipinge sugli uomini, ma non tutti sono così. E per fortuna“.
Ha idea di chi potrebbe essere stato? – “Come ho detto alla polizia, non lo so. Magari qualcuno che è a conoscenza del mio gruppo di camminata o di un altro gruppo Facebook che organizza la stessa attività. Potrebbe essere stato chiunque”.
Il ko contro il Benfica nei preliminari costa carissimo allo Special One
José Mourinho
José Mourinho non è più l’allenatore del Fenerbahce. Dopo l’eliminazione ai preliminari di Champions League (ko contro il Benfica che lo Special One ha sintetizzato dicendo solo che “ha vinto la squadra più forte“) ecco la decisione a sorpresa del club turco. L’esperienza del portoghese in Super Lig termina dunque così, dopo un anno e 62 partite. Questo il comunicato con cui il Fenerbahce ha ufficializzato l’esonero: “Ci siamo separati da José Mourinho, allenatore della nostra squadra dalla stagione 2024-2025. Lo ringraziamo per l’impegno profuso per la nostra squadra e gli auguriamo successo nella sua futura carriera“. Alle 17 è stato convocato d’urgenza il consiglio di amministrazione durante il quale saranno valutati i profili dei possibili sostituti di Mourinho. Secondo la stampa turca, lo Special One dovrebbe ricevere una buonuscita di circa 15 milioni.
Traduzione di Google: Ci siamo separati da José Mourinho, allenatore della nostra squadra di calcio professionistica A dalla stagione 2024-2025. Lo ringraziamo per l’impegno profuso per la nostra squadra e gli auguriamo successo nella sua futura carriera. Fenerbahce Sports Club
KAMUOYUNUN BİLGİSİNE
Profesyonel Futbol A Takımımızın 2024-2025 sezonundan itibaren teknik direktörlük görevini yürüten Jose Mourinho ile yollarımız ayrılmıştır. Kendisine bugüne kadar takımımız için verdiği emekler için teşekkür eder, gelecek kariyerinde başarılar dileriz.… pic.twitter.com/7MpkzNhEN4
NIENTE CHAMPIONS NE’ TROFEI – Mourinho era arrivato al Fenerbahce il 1 luglio dell’anno scorso, dopo sei mesi di pausa al termine dell’avventura precedente sulla panchina della Roma. Chiusa la passata stagione con un secondo posto in campionato, in Turchia Mou non ha inciso come ci si aspettava – nessun titolo in quasi 14 mesi – e la mancata qualificazione alla prossima Champions è stata fatale per il portoghese. È dalla stagione 2019/2020 che lo Special One non si vede nella massima competizione continentale; era sulla panchina del Tottenham e in quell’anno uscì agli ottavi di finale. L’anno scorso col Fenerbahce è arrivato fino agli ottavi di Europa League (vinta nel 16/17 con lo United), mentre l‘ultimo trofeo europeo vinto è la Conference (l’unico alzato dal 2017), alla sua prima edizione, nella notte di Tirana che ha riportato a Roma un titolo internazionale. Grande festa, estasi giallorossa, ma anche lì è finita con un esonero.
UNA STAGIONE TRAVAGLIATA IN TURCHIA – “Ha fatto una valanga di danni al calcio turco“. Lo scorso aprile il Galatasaray si scagliò così contro Mourinho dopo un derby di Coppa finito con la sconfitta del Fenerbahce, una montagna di polemiche e soprattuttoil portoghese che afferra per il naso l’allenatore avversario Okan Buruk.
“Invece di scusarsi, una presa in giro all’intelligenza della comunità calcistica turca“, l’ulteriore affondo. I derby con il Gala, Mou non li ha mai vissuti con serenità, anzi. Poche settimane prima – era fine febbraio – il portoghese era stato squalificato per quattro turni per frasi razziste rivolte alla panchina avversaria e insulti al quarto uomo. I primi “saltavano come delle scimmie“, il secondo era stato invitato a valutare come stesse dirigendo la gara l’arbitro. Da lì, un altro uragano di polemiche e parole grosse che poi il portoghese ha destinato a tutta la classe arbitrale turca. Ma la guerra non finì lì… Seguì una “causa per danni morali pari a 1 milione 907 mila lire turche(al cambio circa 50.000 euro, ndr.) contro il Galatasaray” perché – disse la difesa di Mou e del Fener – quelle frasi del portoghese vennero estrapolate dal contesto e lui non voleva altro che sottolineare un’eccessiva reazione dello staff avversario. Ma alla fine quelle frasi “disumane e immorali” José le ha pagate con una stangata. Sempre senza mezze misure.
Addentrandosi nei meandri del web e sfruttando i registri delle imprese consultabili, due analisti hanno scoperto che dietro al sito dello scandalo c’è una società bulgara con un titolare italiano
A sinistra gli screen trovati sul portale. A destra una serie di indirizzi IP rintracciati dall’analista Lorenzo Romani
Sesso, ma anche soldi: a muovere l’attività di Phica.eu sarebbe stato un giro d’affari che nell’ultimo anno ha registrato un fatturato di un milione di euro. Dietro ci sarebbe una società con sede a Sofia, in Bulgaria, la Hydra Group Eood, e un amministratore unico italiano. Sono alcune delle informazioni scoperte da due analisti di intelligence, Valerio Lillo e Lorenzo Romani, che con tecniche Osint (ovvero da fonti aperte) hanno ricostruito il filo che tiene insieme revenge porn e affari.
Chi c’è dietro Phica.eu – L’amministratore e unico proprietario della società bulgara a cui si approda è un italiano. Le iniziali sono R.M.
Come si è arrivati a lui? I ricercatori hanno seguito le tracce nel codice sorgente del sito, nei certificati Ssl (Secure Sockets Layer) dei domini e negli hosting. Il server che ospita la piattaforma ha un indirizzo Ip blindato da Cloudflare. Iscrivendosi al forum e ricevendo la mail di verifica dell’account, tramite le informazioni di invio è stato possibile individuare l’indirizzo Ip corretto, scoprendo anche altri siti collegati.
Tra questi un’altra risorsa online che si chiama webcam.phica.net. Fino a qualche mese la società titolare era la spagnola B4 Web Sociedad Limitada, oggi è la britannica Atelier Noire Ltd. Il portale webcam.phica.net utilizza un indirizzo e-mail con il dominio ragazzeinvendita.com.
Sito ragazzeinvendita.com Credits Lorenzo Romani
Sul footer del sito (la parte in basso, con le informazioni legali) viene menzionata un’impresa terza sita in Bulgaria, la Hydra Group Eood, preposta a gestire i flussi di pagamento.
La consultazione dei registri pubblici bulgari porta facilmente i ricercatori a individuare come socio unico di Hydra Group Eood l’italiano R.M., classe 1961.
“Il soggetto identificato coincide con l’amministratore/titolare di phica.net? Non ne ho la certezza, ma credo proprio che lui lo conosca“, spiega l’analista Lorenzo Romani. Allo stato attuale, comunque, il soggetto italiano identificato dai due ricercatori non può essere ritenuto responsabile per le foto condivise su Phica.eu.
Chiuso Phica.eu, la polizia postale invita a formalizzare le denunce – Ieri, 28 agosto, il sito incriminato è statochiuso dopo vent’anni di attività, dal 2005, durante i quali ha cambiato dominio (passando da .net a .eu, che portano però alla stessa piattaforma). Il tenore delle pubblicazioni non è mai variato. La polizia postale è impegnata in queste ore a dar seguito alle segnalazioni arrivate da tutta Italia da parte di donne che hanno scoperto le proprie foto sui due“portali” Phica e il gruppo Facebook “Mia Moglie“, anche questo chiuso negli ultimi giorni.
La polizia postale ha invitato le vittime a formalizzare la propria denuncia, condizione necessaria per la procedibilità del reato di revenge porn.
La scoperta del gruppo Facebook Mia moglie e della piattaforma Phica ha seminato l’allarme tra le donne. Anche le immagini pubbliche possono essere utilizzate per sessualizzare le vittime inconsapevoli: gli strumenti per difendersi
Alcuni dei thread che sessualizzavano le foto di donne vip e note al grande pubblico. A destra, la denuncia social della doppiatrice Arianna Craviotto (foto: Instagram)
Sempre più donne stanno scoprendo di essere finite su forum e gruppi sessisti come Phica.eu e Mia moglie. Le loro foto, anche pubbliche, sono state date in pasto a utenti anonimi che avevano come unico scopo quello di sessualizzarle e di dare sfogo ai loro commenti ingiuriosi e volgari. In alcuni casi la loro immagine è stata estrapolata da un social per calarla nel contesto dell’apposito portale. Altre vittime hanno visto invece scatti privati o rubati dai propri partner divenire di pubblico dominio. Mentre le indagini della polizia postale proseguono – nonostante la chiusura delle piattaforme contestate – e le denunce si moltiplicano, viene naturale chiedersi come scoprire l’uso improprio delle proprie foto. Ecco qualche strumento utile.
I motori di ricerca – Da nemici, i motori di ricerca possono diventare i nostri amici più fidati quando si tratta di stanare le nostre immagini pubblicate online. Basta infatti inserire il nostro nome e cognome seguito dal sito sospettato, come Phica.eu, e scoprire se si è finiti nella rete di commenti. Per esempio, se si digita su Google search “Chiara Ferragni phica.eu” esce fuori un thread a lei dedicato.
Il thread con oggetto Chiara Ferragni
Attenzione però, la nostra ricerca non riesce a penetrare il dark web e tutte quelle piattaforme criptate. Per ottimizzare l’indagine potrebbe risultare utile l’utilizzo dei cosiddetti “operatori booleani“, ovvero chiavi di ricerca molto specifiche che guidano la nostra analisi del web. Per sfruttare questi operatori, che non sono altro che dei simboli per filtrare i risultati, basta copiare e incollare sulla barra di ricerca questa richiesta e inserire nome e cognome site:phica.eu AND “nome e cognome” OR “cognome e nome” OR “nome” AND “città” OR “cognome” AND “città”.
Il riconoscimento facciale e tramite pixel – Se invece non si è sicuri che abbiano usato proprio il nome, ci sono degli strumenti e delle applicazioni che a partire dalle immagini scandagliano il web per capire se si trovano altrove. Possono tornarci utile nella nostra ricerca. PimEyes è l’unico software open source che scandaglia il web utilizzando la sua potenza di calcolo per il riconoscimento facciale. Basta dargli in pasto un’immagine e PimEyes restituirà i risultati trovati online con l’indirizzo del sito dal quale proviene l’immagine.
Uno strumento simile è Google immagini. Per attivare questa ricerca basta cliccare l’icona a forma di macchina fotografica sul lato destro della barra di ricerca Google. Il tool chiedere di trascinare l’immagine da cercare o di caricare un file. Il sistema poi troverà un “match” confrontando i pixel della foto inserita con le risorse che ha disposizione per il web.
Google alert – Un altro tool molto utile è Google alert. Questo strumento permette di ricevere via email le notifiche su argomenti specifici non appena nuovi contenuti relativi a questi argomenti vengono pubblicati sul web. Ma è possibile anche inserire il proprio nome e cognome così da essere avvisati ogni qual volta si verrà citati online.
Aggiungere watermark – Esistono inoltre servizi che inseriscono marcatori invisibili (anche chiamati watermark) nelle immagini: se la foto viene riutilizzata altrove, puoi rintracciarla più facilmente.
A chi rivolgersi – Se il sospetto diventa certezza, non bisogna restare soli. In Italia è possibile rivolgersi alla polizia postale, che raccoglie segnalazioni online, e a diverse associazioni come PermessoNegato o Telefono Rosa, che offrono supporto legale e psicologico. “Il primo errore è vergognarsi — spiegano gli operatori — perché il problema non è di chi subisce, ma di chi diffonde senza consenso“. In caso di ritrovamento delle proprie immagini in un forum o canale privato, la regola è chiara: non interagire mai con gli autori, per non esporsi a ulteriori rischi. Meglio raccogliere prove, salvare screenshot con Url e data, e procedere con una segnalazione.
Cosa rischia chi commenta – È molto difficile fornire una risposta sintetica a chi si chiede quali reati commetta l’autore di commenti o post ingiuriosi. Bisognerebbe innanzitutto ragionare per singolo caso e, soprattutto, identificare il messaggio contestato. Infatti, quando si tratta di diffamazione non esiste la procedibilità d’ufficio. In parole povere, deve essere la stessa vittima a denunciare il fatto alle autorità.
Inoltre, in base alcontenuto dei commenti si potrebbe sconfinare nell’accusa di istigazione a delinquere(se si minaccia una persona o si induce persone terze a commettere reati) e di vilipendio di organi e personalità dello Stato (visto che anche la premier Giorgia Meloni, tra le tante politiche, ne è stata vittima).
Prima il gruppo Facebook Mia Moglie, ora oscurato, in cui numerosi uomini postavano e commentavano foto delle proprie consorti e di quelle altrui. Ora altre pagine, dello stesso tenore. La senatrice Raffaella Paita, Italia Viva: “Propongo di discuterne in Parlamento”. L’eurodeputata del Pd Alessandra Moretti: “Battaglia di genere sia comune a donne e uomini”. La Polizia Postale sta ricevendo denunce da tutta Italia. È stata lanciata una petizione contro un altro sito, Phica.eu: ha chiuso
In questi giorni sono stati scoperti diversi siti che diffondono immagini di donne, famose e non, senza il loro consenso, e commentate in modo offensivo e sessista. Dalle influencer più celebri alle politiche italiane: la premier Giorgia Meloni in spiaggia, la leader del PD Elly Schlein, un deep fake della senatrice Mariastella Gelmini, Maria Elena Boschi, Alessandra Mussolini. Il gruppo Facebook “Mia moglie” (oltre 30mila iscritti), da cui è partito tutto, è stato oscurato. Nelle scorse ore l’attenzione si è invece posta sul sito Phica.eu, che ha appena chiuso: stanno arrivando alla Polizia postale denunce da tutta Italia da parte di donne che hanno scoperto loro foto rubate e finite su entrambi i canali (Mia moglie e Phica.eu, appunto). La Polizia postale ha avviato indagini per risalire a chi gestisce le piattaforme. Verifiche sono in corso anche per stabilire le modalità con cui sono state trafugate e diffuse le foto e per arrivare a identificare anche gli autori dei commenti. Intanto il governo ha annunciato che sta lavorando a misure specifiche per contrastare questi casi.
Roccella: “Presto misure Governo contro siti sessisti” – Sul caso è infatti intervenuta la ministra alla Famiglia e Pari Opportunità Eugenia Roccella, che ha detto: “Assumeremo e potenzieremo iniziative specifiche per il monitoraggio di situazioni di questo tipo, la segnalazione alle autorità competenti a cominciare dalla magistratura e l’individuazione degli strumenti più efficaci per il contrasto di questa barbarie del terzo millennio“. La ministra ha aggiunto che “faremo di tutto per rafforzare ancora di più l’azione che fin dal primo giorno ci vede impegnati, insieme all’intero Parlamento, con tutte le nostre forze“.
I gestori del sito sessista: “Piattaforma di discussione personale” – A seguito delle numerose denunce e critiche, intanto, Phica.eu ha chiuso. Lo hanno annunciato i gestori del forum con un comunicato, tramite il quale gli utenti vengono avvisati della rimozione di tutti i contenuti. “Se sono stati violati i tuoi diritti – si legge – scrivici così procederemo a rimuoverlo. Phica“, continua la nota, “è nata come piattaforma di discussione e di condivisione personale, con uno spazio dedicato a chi desiderava certificarsi e condividere i propri contenuti in un ambiente sicuro. Purtroppo, come accade in ogni social network, ci sono sempre persone che usano in modo scorretto le piattaforme, danneggiandone lo spirito e il senso originario“. Anche il generale in pensione ed eurodeputato della Lega Roberto Vannacci ha deciso di denunciare, dopo aver scoperto che alcune sue foto modificate erano presenti sul sito. Le vittime, in ogni caso, sono quasi tutte donne.
La petizione – La chiusura è stata richiesta nei giorni scorsi anche con unapetizione, che al momento ha superato le 140mila firme. Diverse personalità del mondo dello spettacolo e della politica lo hanno pubblicamente denunciato. Nel frattempo, sul portale erano comparsi messaggi di alcuni utenti che lamentano di non potersi cancellare se non dopo aver versato una somma ai gestori del sito.
Funaro: su sito sessista anche mie foto, sporto denuncia – C’erano anche foto della sindaca di Firenze Sara Funaro sul forum sessista Phica.eu, motivo che ha spinto la prima cittadina a presentare denuncia. Presenti sul forum foto riprese da eventi durante la campagna elettorale della sindaca, seguite da commenti sessisti. “Ho sporto denuncia alla polizia postale appena mi hanno segnalato che ero anche io tra le tante donne finite su un sito pornografico”, ha detto Funaro. “In molte lo abbiamo fatto, il sito oggi ha chiuso, finalmente, però le spiegazioni dei gestori sono ingiustificabili e irrispettose di quanto è accaduto, foto rubate dai social o da eventi pubblici di tante ragazze e donne con una sequela di commenti vergognosi che ledono la dignità di tutte“. Per la prima cittadina “è il segno che di strada da fare ce n’è tanta. Quanto successo non riguarda solo me e le donne che hanno denunciato ma riguarda ognuna di noi. Dobbiamo sempre denunciare e far sentire la nostra voce, per noi e per tutte le altre. Questo è l’unico modo per far avvenire quel cambio di passo necessario e contrastare una cultura sessista che anche nel mondo incontrollato del web, su cui andrebbe aperta una riflessione, trova purtroppo campo libero”.
Uno dei messaggi degli utenti di Phica.net
La denuncia collettiva delle politiche dem: “Aperta a tutti gli schieramenti” – Tra le democratiche è nata la proposta di una denuncia collettiva, aperta alle politiche di ogni schieramento coinvolte e vittime. Per Lia Quartapelle “bisogna reagire a questo tipo di sopruso anche per tutte quelle delle donne che sono state messe su questi siti in forma anonima e sono tuttora ignare. Ciascuna presenterà la propria denuncia, ma per dare un segnale forte promuoveremo una ricorso collettivo aperto a tutte le politiche coinvolte, di tutti gli schieramenti – afferma -, che secondo me sono tantissime. Ci sono già buoni riscontri per muoverci in modo collettivo, e per una volta riscontriamo una reale solidarietà e impegno anche da parte degli uomini politici, politici e non“.
Paita: “Il tema sia discusso in Parlamento” – “La questione delle immagini di donne, rubate, condivise, a volte anche modificate e commentate sui social o su alcuni siti è grave e seria. Bisogna riflettere e trovare soluzioni insieme, si tratta di una nuova forma di violenza e dominio sulla donna”, ha commentato la senatrice Raffaella Paita, capogruppo al Senato di Italia Viva. “Vanno messe insieme diverse competenze ministeriali, Pari opportunità, Interno, Innovazione tecnologica, per arrivare a forme legislative in grado di contrastare efficacemente il fenomeno. Si tratta di un tema che ha risvolti europei e internazionali. Per questo propongo di discuterne in Parlamento, in Commissione o in Aula, con la ministra Roccella e il ministro Piantedosi. Bene denunciare ma serve anche un dibattito parlamentare per capire come arginare il fenomeno dal punto di vista normativo e culturale“.
Il servizio del Codacons – Il Codacons Donna annuncia l’attivazione di un servizio dedicato di consulenza legale e supporto psicologico rivolto a tutte le donne vittime di violazioni della propria dignità e della propria privacy. “Non basta chiudere un gruppo quando esplode lo scandalo – dichiara l’associazione -. Le vittime di abusi digitali devono sapere di non essere sole: il Codacons Donna mette a disposizione avvocati e psicologi per garantire tutela immediata, assistenza legale e sostegno umano a chiunque abbia subito la diffusione non consensuale di immagini o altre forme di violenza online“.
Come chiedere aiuto – L’associazione ricorda che la diffusione non autorizzata di immagini intime costituisce un reato, punito dall’art. 612-ter del Codice Penale, e invita tutte le vittime a rivolgersi senza esitazione per ricevere aiuto e avviare le azioni necessarie. Per segnalazioni o richieste di supporto è possibile contattare il Codacons Sicilia Donna all’indirizzo e-mail sportellocodacons@gmail.com o al numero WhatsApp 3715201706. “Il nostro impegno è accompagnare ogni donna in un percorso di tutela della propria dignità e dei propri diritti, perché nessuna debba sentirsi sola davanti alla violenza online“, conclude l’associazione.
Un’ultim’ora che non lascerà tranquilli i tifosi dell’Inter: la segnalazione sulla cessione del laterale da parte dei nerazzurri
Mentre la sessione estiva ci calciomercato si avvia alla chiusura ufficiale fissata alle 20:00 del 1 settembre ed i club sono alla spasmodica ricerca degli ultimi colpi da mettere a referto, tra entrate ed uscite, l’attenzione del mondo del pallone potrebbe focalizzarsi su Nicola Zalewski.
Plusvalenza Zalewski: “Richiesta d’indagine alla FIGC” (LaPresse) – Calciomercato.it
Non per particolari meriti sportivi o per il talento che il ragazzo, ex Roma, ha dimostrato in carriera. Al centro di tutto il recente passaggio del 23enne di Tivoli dall’Inter all’Atalanta, un’operazione che ha permesso ai vicecampioni d’Italia e di mettere in cascina denaro fresco grazie ad una plusvalenza lampo. Un mese o poco più dopo il riscatto dai giallorossi per circa 6 milioni, il calciatore è stato venduto al club bergamasco per 16 milioni di euro. Un’operazione che nessuno si aspettava ma che, alla fine, oggi è finita nell’occhio del ciclone. O meglio, del Codacons.
Pare infatti che la trattativa tra Inter e Atalanta sia finita proprio nel mirino del Codacons che intende andare a fondo di questa situazione. Il Codacons sta per presentare una segnalazione alla Procura della Repubblica, presso il Tribunale di Milano, e alla Procura Federale della FIGC riguardo a una possibile o presunta plusvalenza fittizia che riguarderebbe proprio il passaggio di Zalewski dall’Inter all’Atalanta, qualche settimana fa.
Caos Zalewski, il Codacons non ci sta – Il calciatore si è trasferito dalla Roma all’Inter in prestito, un’operazione divenuta solo successivamente a titolo definitivo con il riscatto da parte del club meneghino lo scorso 23 giugno per 6 milioni di euro. Successivamente,Zalewski è passato all’Atalanta il 17 agosto per 16 milioni, ad una manciata di giorni dall’inizio della Serie A.
Una differenza di 10 milioni, in un lasso di tempo evidentemente breve, che ha fatto scattare l’allarme al Codacons. Nel comunicato si parla di valore di mercato aumentato di 18.083 euro per ogni minuto giocato (553′ all’Inter). “Un aumento di valore di mercato che apparirebbe sproporzionato rispetto al reale utilizzo sportivo del calciatore”, scrive il Codacons. Un’operazione che avrebbe generato, nell’immediato, un effetto contabile di plusvalenza da 10 milioni di euro. “Il valore economico del giocatore apparirebbe, alla luce del suo limitato utilizzo, sproporzionato rispetto alle somme relative al trasferimento di mercato”.
Si parla poi di “Sovrastima fittizia” per la corposa differenza tra cifra di acquisto e quella di vendita, in tempi brevi, di Zalewski. Il Codacons ha quindi chiesto un’indagine scrupolosa soprattutto sotto l’aspetto contabile e alla congruità del valore reale del calciatore. L’inchiesta si focalizzerà sul determinare il reale valore sportivo del calciatore, oggi all’Atalanta, e le cifre contabilizzate in via ufficiale. “Al fine di accertare la presenza di eventuali sovrastime fittizie finalizzate a realizzare plusvalenze gonfiate“.
Msunderstanding in casa Inter. Dopo aver scoperto gli avversari da affrontare nella League Phase di Champions League, il presidente dell’Inter, Beppe Marotta è intervenuto anche a TRT Sport: “Sarà un girone impegnativo, come tutti i gironi in questa nuova Champions, l’importante è affrontare gli avversari nella migliore forma fisica e psicologica” ha detto prima di rispondere su Hakan Calhanoglu, sul quale ha svelato un possibile spoiler sul futuro.
Qual è la situazione di Calhanoglu?: “La situazione è che lui che deve decidere cosa fare. Siamo in attesa della sua decisione“. Proprio in questo caso, il presidente dell’Inter pensava che la domanda fosse su Taremi, invece che sul turco.
Sono stati quattro anni positivi: “Assolutamente sì. La sua esperienza con noi è stata assolutamente bellissima e grazie al suo apporto ed esperienza abbiamo fatto quattro anni splendidi e continueremo a farlo perché quest’anno sarà importante il suo apporto“.
Negli ultimi tre anni avete giocato due finali. – “Negli ultimi tre anni abbiamo fatto due finali, con City e PSG. Evidentemente il livello era molto alto, ma l’importante è arrivare perché si fa sempre molta fatica ad arrivare a giocare una finale“.
LA RETTIFICA– La rettifica dell’Inter è arrivata poco dopo: “Il giocatore al quale si riferisce il presidente Marotta nell’intervista alla tv turca non e’ Hakan Calhanoglu ma Mehdi Taremi Il presidente ha capito che la domanda si riferisse all’attaccante iraniano Anche la tv turca ora correggerà l’intervista. Il presidente ha chiarito ora alla tv turca ora che Calhanoglu ś un giocatore importante, presente e futuro dell’Inter“.