Si è spenta a Roma la grande interprete. Nel corso della sua lunga carriera aveva recitato con registi del calibro di Pasolini e Strehler
Maria Laura Antonelli / AGF –Adriana Asti, foto 2017
È morta a 94 anni a Roma la grande attrice di teatro e cinema Adriana Asti. Nel corso della sua lunga carriera aveva recitato con registi del calibro di Pasolini e Strehler.
L’inizio della carriera – Nata a Milano nel 1931, nella sua lunga carriera ha lavorato con i più grandi, da Bertolucci a Strehler, da Bunuel a Visconti. Apparsa giovanissima nel cortometraggio di Dino Risi Buio in sala, girato nel 1948, Adriana Asti esordì a teatro nel 1951 recitando nel Miles gloriosus di Plauto con la compagnia stabile di Bolzano, e ottenendo il primo successo personale con una parte ne Il crogiuolo di Arthur Miller, diretta da Luchino Visconti, che successivamente le offrì alcuni ruoli nei film Rocco e i suoi fratelli (nei panni della ragazza della lavanderia) e Ludwig (dove interpretò Lila Von Buliowski).
L’amicizia con Pasolini – Dopo Rocco e i suoi fratelli di Visconti, interpretò il ruolo della prostituta Amore in Accattone (1961) di Pier Paolo Pasolini, amico dell’attrice, e quello dell’affascinante zia del protagonista in Prima della rivoluzione (1964) di Bernardo Bertolucci (suo primo marito). Recitò ne Il fantasma della libertà (1974), di Luis Bunuel; in Nipoti miei diletti (1974), di Franco Rossetti; in Un cuore semplice (1977) e Tosca e altre due (2003), entrambi di Giorgio Ferrara, fratello di Giuliano e suo secondo (fu) marito; Io, Caligola di Tinto Brass (1979), Action (1980) ancora di Tinto Brass, La meglio gioventù (2003) (con cui vinse il suo terzo Nastro d’argento e il Ciak d’oro) e Quando sei nato non puoi più nasconderti (2005), entrambi di Marco Tullio Giordana.
Interpretazioni teatrali – A teatro recitò in Santa Giovanna di George Bernard Shaw (1984), Giorni felici di Samuel Beckett (1985,2010), La locandiera di Carlo Goldoni (1986) e nel dramma Tre uomini per Amalia (1988). Vincitrice del premio Siae (1990) e delPremio Eleonora Duse (1993), nel 1999 scrisse e interpretò Alcool. Nel 2000 interpretò in francese Ferdinando, un classico della drammaturgia degli anni Ottanta. Per la tv fu tra i protagonisti della miniserie La famiglia Ricordi, con la regia di Mauro Bolognini (1995). Nel 2015 fu protagonista di A.A. Professione attrice, diretto da Rocco Talucci, film documentario dedicato alla sua produzione cinematografica e teatrale. Nell‘aprile 2023 fu protagonista di una puntata delprogramma televisivo Le ragazze, dove racconto’ la propria infanzia, gli esordi e il successo teatrale e cinematografico.
Giuli, vita consacrata alle scene – “Con la scomparsa di Adriana Asti, l’Italia perde una delle sue interpreti più intense e raffinate. Attrice di grande sensibilità, ha saputo attraversare con eleganza e profondità il teatro, il cinema e la letteratura, collaborando con i maestri del Novecento e del nuovo millennio. La sua voce, lo sguardo e la sua presenza scenica resteranno nel patrimonio della nostra cultura come esempio luminoso di dedizione all’arte. A nome mio e del ministero della Cultura esprimo il più sentito cordoglio”. Lo ha affermato il ministro della Cultura, Alessandro Giuli.
Il racconto dell’ex allenatore dell’Inter: “Una delle due ragazze era in stato di shock, pensava di morire. Il bene più prezioso di tutti è la vita ed è bene tenerlo a mente”
Andrea Stramaccioni, terzo da sinistra, premiato dalla guardia costiera con la maglia rossa dei bagnini
Le parole guida di Andrea Stramaccioni arrivano dagli Stati Uniti. “That others may live“. “Perché gli altri possano vivere“. È il moto delle unità speciali della Guardia costiera americana. Nel 2006 ci hanno fatto un film con Kevin Costner e Aston Kutcher: si chiama “The Guardian – Salvataggio in mare”. Racconta la storia di un aerosoccorritore che ha salvato centinaia di vite nelle acque torbide del Mare di Bering. L’ex allenatore dell’Inter è arrivato a quota due.
A raccontare quanto avvenuto è lo stesso Stramaccioni in un’intervista alla Gazzetta dello sport. “Ero sotto l’ombrellone, con mia moglie e i miei figli quando, in lontananza, ha visto delle persone accalcarsi lungo la riva. Uno dei bagnini in acqua fischiava per attirare l’attenzione. C’erano due ragazze che sbracciavano e urlavano. Mi sono alzato e mi sono diretto in acqua rapidamente. Ho capito che il bagnino da solo non ce l’avrebbe fatta“. Le due giovani donne, di 17 e 19 anni, entrambe originarie di Bolzano, sono salve. E per questo gesto l’allenatore è stato anche premiato dalla guardia costiera con la simbolica maglia rossa dei bagnini.
Stramaccioni: “Non sono un eroe” – Nonostante il gesto non scontato e pericoloso, Stramaccioni non vuole essere elogiato. “Non sono un eroe o un fenomeno – ha raccontato al quotidiano sportivo -, anzi, ad un certo punto me la sono vista brutta anche io, ma da persona con caratteristiche fisiche e mentali adatte per una situazione simile mi sono sentito di intervenire“. L’allenatore ha quindi raccontato la sequenza di quanto accaduto: “La spiaggia termina con due punte di scogli dove si concentrano le onde maggiori. Quando si infrangono in quella zona sono più violente. Le ragazze erano più o meno lì. Il bagnino è entrato in acqua senza niente, né le ciambelle e né le corde, come me. Mi ha detto di dirigermi verso la prima ragazza, quella più grande, mentre lui si sarebbe concentrato sull’altra. Appena l’ho vista mi ha detto che aveva paura“.
Appena la prima ragazza è stata in salvo, ha proseguito Stramaccioni, “mi sono girato per controllare dove fosse il bagnino con l’altra ragazza. Era in una situazione di shock. Il bagnino non riusciva ad aiutarla, così sono tornato subito indietro“.
“Mi hanno lanciato una corda” – Nonostante i momenti di tensione e di pericolo, nei quali anche l’ex allenatore ha ammesso di essersi spaventato (“ho perso l’orientamento e sono finito contro gli scogli, poi le persone mi hanno lanciato una corda e sono salito, ferendomi alle braccia e alle gambe“), la vicenda si è conclusa nel migliore dei modi per tutti. “Mio figlio mi ha chiesto ‘papà, e se fossi morto?‘. L’ho fatto per un senso di protezione, come se nell’acqua ci fosse stata mia moglie o uno di loro. Quella zona, comunque, è pericolosa. Non bisogna essere leggeri o imprudenti“, ha concluso Stramaccioni.
Stramaccioni salva due ragazze che stavano annegando: “Ma non chiamatemi eroe”
L’allenatore e opinionista calcistico si trovava in vacanza in Puglia, quando si è reso conto che una 17enne e una 19enne erano in difficoltà e ha deciso di intervenire per aiutare il bagnino. “Ho percepito subito il pericolo. Il ragazzo non ce l’avrebbe mai fatta da solo. Na non sono un fenomeno, anzi, ad un certo punto me la sono vista brutta anche io”
Le parole guida di Andrea Stramaccioni arrivano dagli Stati Uniti. “That others may live”. “Perché gli altri possano vivere”. È il moto delle unità speciali della Guardia costiera americana. Nel 2006 ci hanno fatto un film con Kevin Costner e Aston Kutcher: si chiama “The Guardian – Salvataggio in mare”. Racconta la storia di un aerosoccorritore che ha salvato centinaia di vite nelle acque torbide del Mare di Bering. L’ex allenatore dell’Inter è arrivato a quota due.
Il salvataggio –Il28 luglio ha tirato fuori dal mare due ragazze di Bolzano di 17 e 19 annied è stato premiato dalla guardia costiera italiana con una maglia simbolica, quella rossa dei bagnini.Stramaccioni si trovava in vacanza con la famiglia sulGargano, in Puglia, nella Baia di Sfinale, più o meno a metà tra Peschici e Vieste, quando a un certo punto ha percepito qualcosa di strano lungo la riva. “Ero sotto l’ombrellone insieme a mia moglie e ai miei figli. A un certo punto, in lontananza, le persone hanno iniziato ad accalcarsi lungo la riva. Uno dei bagnini era dentro l’acqua, e fischiava per attirare l’attenzione. C’erano due ragazze che sbracciavano e urlavano, così mi sono alzato e mi sono diretto verso l’acqua in fretta e furia. Ho percepito subito il pericolo. Il bagnino non ce l’avrebbe mai fatta da solo”.
Il racconto – Stramaccioni ci tiene a mettere un punto: “Non sono un eroe o un fenomeno, anzi, ad un certo punto me la sono vista brutta anche io, ma da persona con caratteristiche fisiche e mentali adatte per una situazione simile mi sono sentito di intervenire“. La conformazione della baia non ha facilitato i salvataggi. “Negli ultimi giorni c’è sempre stato mare mosso. La spiaggia termina con due punte di scogli dove si concentrano le onde maggiori. Quando si infrangono in quella zona sono più violente. Le ragazze erano più o meno lì. Il bagnino è entrato in acqua senza niente, né le ciambelle e né le corde, come me. Mi ha detto di dirigermi verso la prima ragazza, quella più grande, mentre lui si sarebbe concentrato sull’altra. Appena l’ho vista mi ha detto che aveva paura. L’acqua era alta, le onde forti, le ho ribadito di stare calma, di restare sul dorso e che in cinque minuti sarebbe tutto finito. Alla fine, così è stato“. Il racconto prosegue: “Appena abbiamo raggiunto una zona di comfort vicino alla riva mi sono girato per controllare dove fosse il bagnino con l’altra ragazza. Era in una situazione di shock. Il bagnino non riusciva ad aiutarla, così sono tornato subito indietro. La situazione della ragazza più giovane era disperata: spariva, andava giù e poi risaliva e soprattutto aveva già bevuto tanto. Nel frattempo, la barca di salvataggio aveva recuperato il bagnino e cercava di arrivare a noi, ma eravamo troppo vicini ai massi. Dagli scogli hanno iniziato a tirarci delle corde, ma non ci arrivavamo. Ho iniziato ad avere paura, soprattutto perché la ragazza mi trascinava dentro l’acqua. Era convinta che sarebbe morta“.
La paura – Strama ha mantenuto il sangue freddo. “Le ho chiesto di ascoltarmi e di fidarsi. Aveva un solo modo di uscire, ovvero infilarsi in una piccola insenatura tra gli scogli, così l’ho afferrata e l’ho letteralmente ‘lanciata’ lì, finendo sott’acqua. A quel punto, dopo essere riemerso, ho perso l’orientamento e sono finito contro gli scogli, poi le persone mi hanno lanciato una corda e sono salito, ferendomi alle braccia e alle gambe. La ragazza era in salvo, ma l’ho saputo solo a riva. Ho tirato un sospiro di sollievo“. Così come la famiglia di Andrea. “Mio figlio mi ha chiesto ‘papà, e se fossi morto?’. L’ho fatto per un senso di ‘protezione’, come se nell’acqua ci fosse stata mia moglie o uno di loro. Quella zona, comunque, è pericolosa. Non bisogna essere leggeri o imprudenti“. Le ragazze hanno ringraziato Stramaccioni e poi sono rientrate in Trentino Alto Adige. Guai a chiamarlo eroe: “Non lo sono, ma quelle ragazze sarebbero annegate e il bagnino, con quel mare, non ce l’avrebbe fatta. Non ci ho pensato due volte e mi sono tuffato. Lo racconto perché chi legge deve tenere a mente che il bene più importante è la vita“. Due ragazze l’hanno imparato.
E’ morto a 47 anni dopo aver combattuto a lungo contro una terribile malattia. Tra il Duemila e il 2005 è stato una colonna del Calcio Padova. Viveva all’ombra del Santo dove aveva trovato la serenità e l’affetto della gente
Paolo Antonioli
Per cinque lunghi anni, tra il Duemila e il 2005 è stato il capitano del Calcio Padova. Un difensore di spessore sia tecnico che morale, un uomo spogliatoio.All’età di 47 anni è morto Paolo Antonioli. Da tempo stava combattendo contro un male che alla fine gli ha portato via ogni forza. Persona dalla rara umanità, l’ex biancoscudato lascia nello strazio tutti coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerlo ed apprezzarne le qualità professionali, ma soprattutto umane. Ha girato mezza Italia nella sua carriera e ovunque è andato ha riscosso grandi consensi. Ora tutti lo piangono per una morte così precoce che lascia un vuoto enorme tra sportivi, addetti ai lavori e soprattutto i suoi affetti più cari. Ad annunciare il grave lutto è stata oggi 30 luglio la moglie Elena Vezzù, da tutti conosciuta come speaker radiofonica con lo pseudonimo di Lady Helen.
Antonioli è nato a Mantova nel 1977. Padova è diventata la sua seconda casa. Con gli scarpini ai piedi ha militato con lo Spezia, Vis Pesaro, Padova, Frosinone, Gallipoli, Lanciano, Alma Juventus Fano e Abano. Poi ha intrapreso la carriera dell’allenatore guidando l’Albignasego, il Plateola e il Monselice. Non appena si è sparsa la notizia del lutto, sono stati innumerevoli gli attestati di vicinanza pervenuti alla moglie da decine di squadre di calcio di tutta Italia. All’ombra del Santo Antonioli ha indossatola la maglia biancoscudata, nel ruolo difensore, per 137 occasioni dalla stagione 2000/2001, alla stagione 2004/20025 realizzando 3 reti.
Paolo Antonioli in uno scontro ravvicinato con Camoranesi
C’era Maxence Caqueret, centrocampista francese del Como, alla guida del suv coinvolto nell’incidente stradale avvenuto ieri mattina, 30 luglio 2025, lungo via per San Fermo della Battaglia. Il veicolo, una Bentley Bentayga Speed, si è scontrato con un autobus di linea dell’Asf, generando forti rallentamenti e richiedendo l’intervento delle forze dell’ordine e dei vigili del fuoco.
Fin da subito la notizia dell’incidente aveva suscitato attenzione per la dinamica e per i mezzi coinvolti. Solo oggi, però, è stato confermato che alla guida del suv si trovava proprio il giocatore della squadra cittadina, uno degli acquisti più importanti della società lariana nella scorsa stagione.
Il calciatore illeso, accertamenti in ospedale – Caqueret, 25 anni, è rimasto illeso nell’impatto ma è stato trasportato per accertamenti in codice giallo all’ospedale Sant’Anna di San Fermo della Battaglia. Nessun ferito grave è stato segnalato tra i passeggeri del bus. Secondo le prime ipotesi, le condizioni del fondo stradale potrebbero aver contribuito alla perdita di controllo del mezzo.
Atteso per il ritiro, ora qualche giorno di riposo – Il Como Calcio non ha ancora diffuso comunicati ufficiali, ma il giocatore – che avrebbe dovuto aggregarsi nei prossimi giorni al ritiro estivo – potrebbe posticipare la partenza per motivi precauzionali. L’incidente non dovrebbe comunque avere ripercussioni significative sul prosieguo della preparazione atletica del centrocampista.
Incidente per il calciatore del Como Maxence Caqueret: finisce con il suv contro un autobus
Il problema tecnico è stato risolto. Lo riferisce Nats, il servizio di controllo del traffico aereo britannico, spiegando di aver “ripristinato” il sistema e di essere in fase di “ripresa delle normali operazioni” a Londra, dopo che diversi aeroporti, tra cui quelli di Gatwick ed Edimburgo, avevano sospeso le partenze
Nel pieno delle vacanze estive, un guasto tecnico ha mandato in tilt il sistema di gestione dei voli nel Regno Unito, provocando ritardi e cancellazioni in tutti i principali aeroporti del Paese. Secondo quanto riferito dai media britannici, l’emergenza ha coinvolto centinaia di migliaia di passeggeri,costretti ad affrontare ore di attesa o a riorganizzare completamente i propri piani di viaggio. Il problema si è verificato nella giornata di oggi, 30 luglio, e ha portato alla sospensione temporanea di decolli e atterraggi nei maggiori scali britannici, compresi Heathrow, Gatwick, Stansted e Luton.Il guasto, la cui natura non è stata specificata ufficialmente, è stato definito dai media locali come “imprevisto” e “tecnico“, e ha causato un blocco a catena nei collegamenti aerei nazionali e internazionali.
Guasto risolto ma ripresa traffico complicata – Le autorità aeroportuali hanno annunciato la risoluzione del problema nel corso della giornata, avviando la ripresa graduale dei voli. Il Nats, il servizio di controllo del traffico aereo britannico, ha spiegato di aver “ripristinato” il sistema e di essere in fase di “ripresa delle normali operazioni” a Londra, dopo che diversi aeroporti, tra cui quelli di Gatwick ed Edimburgo, avevano sospeso le partenze.- Tuttavia, la normalizzazione della situazione si prevede lenta e complicata, a causa dell’elevato numero di voli da riprogrammare e dell’effetto domino sui collegamenti successivi. Le code nei terminal e le cancellazioni parziali restano dunque un dato di fatto, e ci vorranno ore prima che la situazione possa tornare alla normalità. Il disservizio ha generato forti disagi per i viaggiatori, in gran parte famiglie e turisti in partenza per le ferie estive. Alcune compagnie aeree hanno invitato i passeggeri a verificare lo stato del proprio volo prima di recarsi in aeroporto, mentre le immagini trasmesse dai media britannici mostrano terminal affollati, con passeggeri seduti a terra in attesa di notizie e aggiornamenti.
Non ancora chiara l’origine del problema tecnico – Non è la prima volta che il sistema aeroportuale del Regno Unito viene messo in crisi da problemi tecnici: già in passato, guasti simili avevano causato rallentamenti significativi. In questa occasione, però, l’impatto è stato amplificato dal periodo di alta stagione, in cui il volume di passeggeri raggiunge livelli record. Le autorità competenti non hanno ancora fornito una spiegazione dettagliata sull’origine del guasto, ma hanno assicurato che saranno avviate tutte le verifiche necessarie per evitare il ripetersi di simili episodi. Intanto, per centinaia di migliaia di persone, quella che doveva essere una giornata di viaggio si è trasformata in una lunga attesa fatta di incertezza e disagi.
La ministra dei Trasporti Alexander conferma pista del guasto tecnico – La ministra dei Trasporti britannica del governo di Keir Starmer, Heidi Alexander, ha fatto sapere di essere stata informata della situazione che ha causato oggi il blocco temporaneo di decolli e atterraggi in tutti i maggiori aeroporti britannici, confermando al momento la spiegazione generica di “un guasto tecnico“. Alexander si è detta in contatto costante con le autorità dell’aviazione civile, non senza ripetere che i disservizi sono destinati in parte a protrarsi almeno fino a tutta la serata odierna. I vertici di National Air Traffic Services (Nats) hanno da parte loro ribadito che ora “tutti i sistemi sono pienamente operativi” e che “il traffico aereo sta tornando verso la normalità“. “Le partenze – si legge in una nota aggiornata dell‘ente dell’aviazione civile – sono riprese e stiamo lavorando con le compagnie aeree coinvolte e con gli scali per smaltire i ritardi accumulati. Chiediamo scusa a tutti coloro che sono stati colpiti“.
Ryanair punta dito contro ente aviazione civile – Duro attacco all’ente dell’aviazione civile britannica da parte del colosso low cost irlandese Ryanair, che ha il suo principale hub internazionale nell’aeroporto londinese di Starnsted. Neal McMahon, uno dei top manager dell’azienda di Michael O’Leary, ha puntato il dito contro Martin Rolfe, numero uno di Nats, invocandone le dimissioni. “E’ oltraggioso che i passeggeri vengano ancora una volta sottoposti a disagi e disservizi a causa della protratta inefficienza gestionale di Martin Rolfe al vertice di Nats“. McMahon ha evocato di “un altro guasto al sistema informatico“, dopo diversi precedenti, sollecitando la ministra dei Trasporti a “intervenire” se Rolfe non si farà da parte volontariamente.
I precedenti black out negli scali del Regno Unito – Torna intanto nel Regno Unito l’incubo di un black-out aereo e tornano gli interrogativi sul sistema dei voli nel Paese dopo altri gravi intoppi più o meno recenti, come lo stop di 24 ore della primavera scorsa di tutte le attività di Heathrow, il principale scalo internazionale ed europeo per numero di passeggeri, in seguito a un banale incendio in una sottostazione elettrica di zona. Interrogativi che riguardano pure la sicurezza e le cause esatte di quanto accaduto oggi, in attesa delle inevitabili inchieste.
Come possono chiedere i rimborsi i passeggeri coinvolti nel caos voli in Gb – Il caos scoppiato negli aeroporti della Gran Bretagna ha determinato problemi anche ai voli diretti in Italia, coinvolgendo i cittadini che dovevano rientrare nel nostro Paese. Lo afferma la società specializzata in trasporto aereo RimborsoAlVolo, che sta monitorando la situazione presso i principali scali inglesi. La normativa stabilisce che le tutele per i passeggeri previste in caso di ritardi prolungati o cancellazioni si applicano anche ai voli (di linea, charter, low cost) in partenza da un aeroporto situato in un Paese non comunitario, con destinazione un aeroporto comunitario, qualora la compagnia aerea sia comunitaria. – spiega RimborsoAlVolo – I problemi tecnici che hanno coinvolto gli aeroporti della Gran Bretagna rientrano nelle cause di forza maggiore non imputabili alla responsabilità delle compagnie aeree, ma anche in questi casi i diritti dei viaggiatori devono essere garantiti dai vettori.
I doveri delle compagnie aeree – In caso di cancellazioni e ritardi prolungati le compagnie devono garantire assistenza ai passeggeri, sottoforma di pasti e bevande in relazione alla durata dell’attesa, sistemazione in albergo nel caso in cui siano necessari uno o più pernottamenti, trasferimento dall’aeroporto al luogo di sistemazione e viceversa, due chiamate telefoniche o messaggi via telex, fax o posta elettronica. Se l’assistenza non viene garantita e il passeggero ha dovuto pagare i pasti, le bevande, i taxi o gli hotel, la compagnia aerea deve rimborsare le spese sostenute, purché ragionevoli e appropriate: a tal fine è bene conservare tutte le ricevute attestanti tali spese. Nel caso in cui un volo venga cancellato senza adeguato preavviso, la compagnia aerea deve offrire la scelta tra: il rimborso del biglietto e, in caso di coincidenza, un volo di ritorno all’aeroporto di partenza non appena possibile; l’imbarco su un altro volo verso la destinazione finale non appena possibile, oppure l’imbarco su un altro volo in una data successiva. Trattandosi di caso di forza maggiore, sia in caso di ritardo prolungato che di cancellazione non spetta la compensazione pecuniaria fino a 600 euro.
A PyeongChang 2018 aveva vinto due ori olimpici. L’incidente mortale in Pakistan lunedì
Laura Dahlmeier (afp)
Tragedia nel mondo del biathlon. L’ex campionessa olimpica Laura Dahlmeier, 31 anni, è morta dopo essere statatravolta da una frana lunedì scorso, durante un’arrampicata in Pakistan sulle montagne del Karakorum, a circa 5.700 metri.
Chi è Laura Dahlmeier – L’atleta tedesca si era ritirata a 25 anni, al top della sua carriera, a causa di problemi di salute e da allora si era dedicata alla montagna. Soltanto a 48 ore dall’incidente è stato possibile il recupero del corpo e probabilmente, come spiega la tv pubblica tedesca, la Zdf, è morta sul colpo. La campionessa tedesca si era ritirata dopo aver vinto tutto: due titoli olimpici (sprint e inseguimento) nel 2018 a PyeongChang, sette titoli mondiali e la Coppa del mondo nel 2017.
Un punto di riferimento per lo sport nonantolano, ma anche per altre squadre del circondario. Con il gemello Carmine 600 gol in due
Lutto nel calcio modenese. È morto Antonio Gargano
“È con profonda tristezza che abbiamo appreso la notizia della tragica scomparsa di Antonio Gargano. Tutto il G.S. La Pieve Nonantola si stringe al profondo dolore del fratello Carmine Gargano e di tutti i familiari”.
Così la Società Calcistica Nonantolana ha annunciato oggi la scomparsa di Antonio Gargano, 45 anni. Il decesso è sopraggiunto per un infarto improvviso nel corso della notte.
Gargano è stato un punto di riferimento per quasi trent’anni nel calcio dilettantistico modenese, vestendo non solo la maglia de La Pieve Nonantola, ma anche quelle di Modenese, Vignolese, Solarese, Virtus Campogalliano e altre ancora.
Nella sua carriera ha totalizzato circa 300 gol, segnando un record insieme al fratello gemello Carmine: lo scorso anno i due attaccanti avevano infatti tagliato il traguardo delle 600 reti.
Pericolo onde anomale non solo in Russia ma anche in Giappone, Guam, Hawaii, Alaska, Ecuador e tutta la costa ovest degli Usa
Terremoto a Kamchatka. Un asilo danneggiato – fonte X
Un violentissimo terremoto è stato registrato oggi, 30 luglio, al largo della Kamchatka, nell’estremo oriente russo. La magnitudo è stata di 8.8 con epicentro a circa 136 chilometri a est di Petropavlovsk a una profondità di 19 chilometri. Il terremoto è stato il più forte in quell’area dal 1952, secondo quanto riporta il Servizio di monitoraggio sismico regionale. Ci sono danni e feriti ed è scattato l’allarme tsunami nel Pacifico con minaccia di onde fino a 3-4 metri che potrebbero raggiungere le coste della Russia, del Giappone e delle Hawaii, così come l’isola statunitense di Guam, l’Alaska, l’Ecuador e l’intera costa ovest americana.
❗️🌊🌐 – New images from Severo-Kurilsk, a city in Russia's far east, show the aftermath of flooding caused by a tsunami, which began to recede this afternoon.
The port sustained significant damage due to complete inundation.
Devastante terremoto oggi in Russia: le immagini – La Kamcatka è una penisola che si sviluppa lungo tra il Mare di Ochotsk (a ovest) e l’Oceano Pacifico (a est). Ha una superficie di poco inferiore all’intera estensione dell’Italia. Il terremoto è avvenuto alle 8,24 locali, poco dopo la mezzanotte italiana.
Il terremoto di oggi è stato il più forte in quell’area dal 1952. Lo sostiene il Servizio di monitoraggio sismico regionale. La magnitudo del sisma era stata inizialmente segnalata a 8, poi corretta a 8.7 e successivamente a 8.8. Alla prima scossa ne sono seguite altre due a poca distanza con magnitudo 7 e 6.5.
“Esorto tutti a stare lontani dalla costa nelle aree a rischio tsunami e ad ascoltare gli annunci degli altoparlanti“, ha scritto il governatore della Kamchatka, Vladimir Solodov, su Telegram.
Allerta tsunami: le aree a rischio Dopo il terremoto è scattata l’allerta in tutto il Pacifico per onde anomale. L’allarme tsunami è stato lanciato dall’US Pacific Tsunami Warning Center che ha sede a Honolulu e interessa anche Giappone, Guam, Hawaii, Alaska Ecuador e tutta la costa ovest degli Usa. La zona a rischio è stata estesa col passare delle ore. Anche il Perù ha emesso un’allerta tsunami. “Dopo un’analisi e una valutazione da parte del centro nazionale di allerta tsunami è stato deciso di diramare un’allerta tsunami per la costa peruviana”, si legge in un post della Marina Militare peruviana su X.
Anche il ministero delle Risorse naturali cinese ha deciso di emettere un avviso di allerta. Lo riferiscono i media statali di Pechino, secondo cui la misura interessa la costa orientale del Paese.
La prima ondata dello tsunami ha colpito la zona costiera di Severo-Kurilsk, nella regione russa di Sakhalin. “Gli abitanti dell’insediamento rimarranno al sicuro sulle alture finché la minaccia non sarà completamente superata“, si legge in un post del governatore Valery Limarenko, sul suo canale Telegram. Dopo la scossa, è stata annunciata l’evacuazione della cittadina che conta meno di 2.500 abitanti e che il 5 novembre 1952 fu distrutta da un maremoto innescato da un terremoto di magnitudo 9.
Ordine di evacuazione per le coste delle Hawaii – Il governatore delle Hawaii, Josh Green, ha dichiarato lo stato di emergenza. Ai cittadini è stato intimato di lasciare la costa per spostarsi in zone più elevate. “Questa è l’allerta più grave che possiate ricevere. Non è un avviso, ma un’allerta, il che significa che dobbiamo evacuare immediatamente le zone costiere“, ha detto.
Allarme tsunami Honolulu – AP Photo Jennifer Sinco Kelleher Associated Press LaPresse
Anche i cittadini della California hanno ricevuto sui loro cellulari l’allerta tsunami e le autorità statunitensi hanno emesso l’allarme per l’intera costa ovest del Paese. Il National Weather Service ha diramato un avviso per California, Oregon e per lo Stato di Washington.
Il presidente americano Trump ha esortato alla massima cautela.”A causa di un violento terremoto che ha colpito l’Oceano Pacifico – ha scritto su Truth – è in vigore un’allerta tsunami per chi vive alle Hawaii. Un’allerta tsunami è in vigore per l’Alaska e la costa pacifica degli Stati Uniti. Anche in Giappone è in arrivo lo tsunami. Restate forti e state al sicuro!“.
Evacuata la centrale nucleare di Fukushima – In Giappone, l‘agenzia meteorologica ha emesso un’allerta tsunami per la costa pacifica del Paese: si stima che uno tsunami alto fino a 3 metri potrebbe colpire la costa di Hokkaido, nel nord del Paese, e le isole Ogasawara, nel sud. È stata ordinata l’evacuazione degli operai impegnati nei lavori di smantellamento della centrale nucleare di Fukushima.
Almeno 42 linee appartenenti a 17 compagnie ferroviarie sono state sospese e la pista dell’aeroporto di Sendai, nel nord-est , è stata chiusa per prevenire eventuali incidenti.
Terremoto in Kamchatka (Russia): l’anello di fuoco del Pacifico e perché questa zona è tra le più sismiche al mondo
In questa fascia si concentra circa il 90% dell’attività sismica mondiale e il 75% dei vulcani attivi del pianeta
L’epicentro del terremoto nella regione russa della Kamchatka (US geological survey)
Un terremoto violentissimodi magnitudo 8.8 al largo della Kamchatka, nell’estremo oriente russo, ha innescato oggi (mercoledì 30 luglio) un allarme tsunami nel Pacifico, con la minaccia di onde fino a 3-4 metri che già nelle prossime ore potrebbero raggiungere le coste della Russia, del Giappone e delle Hawaii, così come l’isola statunitense di Guam, l’Alaska, l’Ecuador e l’intera costa ovest americana, dallo Stato di Washington alla California. L’allarme è stato lanciato dall’Us Pacific tsunami warning center che ha sede a Honolulu (la capitale delle Hawaii), dopo la fortissima scossa con epicentro a circa 136 chilometri a est di Petropavlovsk, nella penisola russa, a una profondità di 19 chilometri.
Terremoto di magnitudo 8.8 in Kamchatka – Il terremoto è stato il più forte in quell’area dal 1952, secondo quanto riporta il servizio di monitoraggio sismico regionale, e – se confermato ufficialmente – tra i 10 più forti terremoti mai registrati. Su Telegram la sezione locale del servizio geofisico dell’Accademia russa delle scienze ha definito il terremoto “un evento unico“, sostenendo che le scosse di assestamento potrebbero durare fino a un mese. La magnitudo del sisma era stata inizialmente segnalata a 8, poi corretta a 8.7 e successivamente a 8.8. La prima scossa è stata seguita, mezz’ora dopo, da una seconda scossa di magnitudo 7 e da una terza di magnitudo 6.5.
L’anello di fuoco del Pacifico – Il terremoto di magnitudo 8.8 che ha colpito la Kamchatka, in Russia, ha riportato l’attenzione su una delle zone più pericolose e instabili del pianeta: il cosiddetto anello di fuoco del Pacifico. Le scosse e i conseguenti tsunami sono l’espressione di un’attività geologica continua, che interessa una vasta fascia dell’oceano Pacifico. Proprio la Kamchatka rientra tra le aree più esposte a terremoti e fenomeni vulcanici.
L’anello di fuoco del Pacifico. Da Wikipedia
L’anello di fuoco del Pacifico è una “cintura geologica” che circonda l’oceano Pacifico per più di 40mila chilometri. È caratterizzato da una straordinaria attività sismica e vulcanica dovuta alla presenza di numerose placche tettoniche in costante movimento. Le placche principali coinvolte sono quella pacifica, nordamericana, sudamericana, filippina e indo-australiana. Il fenomeno geologico più rilevante è la subduzione, ovvero lo scivolamento di una placca sotto un’altra, che genera terremoti profondi e potenzialmente devastanti.
Questa cintura attraversa le coste orientali dell’Asia (Giappone, Filippine, Indonesia), l’Oceania(Papua Nuova Guinea, Nuova Zelanda), e prosegue lungo le coste occidentali delle Americhe (dall’Alaska al Cile). In questa fascia si concentra circa il 90% dell’attività sismica mondiale e il 75% dei vulcani attivi del pianeta. L’anello di fuoco è quindi una vera e propria cintura di fuoco e instabilità.
Perché la Kamchatka è una zona a rischio terremoti – La penisola di Kamchatka si trova lungo la zona di subduzione tra la placca pacifica e quella dell’Okhotsk, dove l’una scivola sotto l’altra. Questo movimento genera enormi pressioni che si rilasciano in forma di terremoti anche molto forti. Inoltre, la zona è caratterizzata dalla presenza di oltre 160 vulcani, di cui 29 attivi, come il Klyuchevskaya Sopka, uno dei più grandi al mondo:si trova proprio in Kamchatka. La combinazione di movimenti tettonici e attività vulcanica rende questa regione estremamente instabile e monitorata costantemente dagli scienziati.
La Kamchatka, nell’estremo oriente russo
Gli scienziati concordano nel ritenere che l’anello di fuoco continuerà ad essere teatro di eventi sismici violenti. Il monitoraggio costante, l’uso di sensori avanzati e sistemi di allerta precoce sono fondamentali per ridurre il rischio per la popolazione. L‘evento in Kamchatka è un ennesimo promemoria della potenza e imprevedibilità della Terra. La regione ha vissuto numerosi eventi sismici storici:
1952: un sisma di magnitudo stimata tra 8.5 e 9.0 colpì Severo-Kurilsk, generando uno tsunami con onde fino a 18 metri e causando oltre 2.300 morti;
2006: un terremoto di magnitudo 7.7 colpì la costa orientale della Kamchatka, provocando danni moderati;
2020: un sisma di magnitudo 7.5 generò un’allerta tsunami estesa, ma con danni contenuti;
2025: il recente evento da 8.8 ha riattivato la paura del passato, con onde di tsunami e allerta in tutto il Pacifico.
Una lieve scossa ha svegliato la provincia di Avellino: nessun danno, allerta contenuta tra gli abitanti
Una scossa di terremoto ha colpito la provincia di Avellino nella notte tra martedì 29 e mercoledì 30 luglio 2025. Il sisma, di magnitudo 3.5, è stato registrato alle ore 2:54 italiane nei pressi del comune di Bonito, in Irpinia. L’epicentro si trova a circa 3 chilometri a sud-est del centro abitato. La profondità del terremoto è stata stimata a 17 chilometri. L’evento è stato localizzato dalla Sala Sismica dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) di Roma. Sebbene non siano stati segnalati danni a persone o cose, la scossa è stata avvertita in diverse località della zona, destando preoccupazione tra i residenti. Non sono pervenute richieste di intervento da parte delle autorità locali.
Secondo le informazioni diffuse dall’INGV, il terremoto ha raggiunto una magnitudo di 3.5 sulla scala Richter, un valore che lo colloca tra gli eventi sismici di entità lieve, ma potenzialmente percepibili da parte della popolazione. La scossa si è verificata alle 2:54 del 30 luglio 2025 (ora italiana). L’epicentro è stato localizzato a breve distanza dal comune di Bonito, nel cuore dell’Irpinia, una zona notoriamente soggetta ad attività sismica. La profondità ipocentrale, pari a 17 chilometri, ha contribuito a rendere la scossa avvertibile ma non distruttiva. L’INGV ha precisato che si è trattato di un evento isolato e, al momento, non si registrano ulteriori repliche significative. Anche la Protezione Civile, allertata in via precauzionale, ha confermato che non vi sono state segnalazioni di danni o criticità.
Percezione sul territorio – La scossa è stata percepita distintamente in diversi comuni dell’area compresa tra le province di Avellino e Benevento. Numerosi cittadini hanno riferito di essersi svegliati improvvisamente nel cuore della notte, preoccupati dal movimento del terreno. In particolare, la scossa è stata avvertita a Bonito,Grottaminarda, Ariano Irpino e altri centri vicini. Nonostante il timore iniziale, non si sono registrati blackout, interruzioni di servizi essenziali né danneggiamenti a edifici pubblici o abitazioni. I vigili del fuoco e la Protezione Civile hanno monitorato la situazione, ma nessun intervento d’emergenza è stato necessario. Le scuole e gli uffici pubblici della zona hanno aperto regolarmente in mattinata.
L’Irpinia è una delle aree a maggiore rischio sismico del territorio italiano. La memoria collettiva è ancora segnata dal devastante terremoto del 23 novembre 1980, che causò oltre 2.700 vittime e gravi distruzioni in numerosi comuni della Campania e della Basilicata. Da allora, la regione è stata interessata da frequenti eventi tellurici di lieve e media entità, che mantengono alta l’attenzione delle autorità e della popolazione locale. L’INGV continua a monitorare costantemente l’attività sismica della zona e invita i cittadini a consultare le linee guida su come comportarsi in caso di terremoto, disponibili sul sito ufficiale dell’istituto e della Protezione Civile. La consapevolezza e la prevenzione restano fondamentali strumenti per ridurre i rischi legati a eventi naturali come questi.
Terremoto in Russia, scossa di magnitudo 8.8 al largo della Kamchatka: numerosi feriti – Onde di 3-4 metri nella regione, allerta tsunami anche in Giappone e Stati Uniti
L’epicentro del sisma è stato localizzato a circa 119 chilometri a est di Petropavlovsk a una profondità di 20,7 chilometri. Evacuata la centrale atomica di Fukushima
Una violenta scossa di terremoto di magnitudo 8.8 è stata registrata all’1:24 ora italiana al largo della Kamchatka, in Russia. Lo rende noto il centro Usgs americano. Come riferito dal governatore della regione, Vladimir Solodov, il sisma ha provocato “numerosi feriti“. Esorto tutti a stare lontani dalla costa nelle aree a rischio tsunami e ad ascoltare gli annunci degli altoparlanti. Dopo la scossa, è stata diramata un’allerta tsunami, oltre che per la Russia, anche per Giappone, Guam, Hawaii e Alaska. Come reso noto dalle autorità locali, onde di 3-4 metri, provocate dal terremoto, sono state registrate nel distretto di Elizovsky, in Kamchatka. L’epicentro del sisma è stato localizzato a circa 119 chilometri a est di Petropavlovsk, nella penisola di Kamchatka, a una profondità di 20,7 chilometri.
La scossa record e l’epicentro in Kamchatka – Il sisma ha avuto una magnitudo iniziale stimata a 8.0, poi aggiornata a 8.8 dal Servizio Geologico degli Stati Uniti. L’epicentro è stato localizzato a circa 119 chilometri a est-sud-est di Petropavlovsk–Kamchatsky, una città russa con oltre 180mila abitanti. Il terremoto è avvenuto a una profondità di 20,7 chilometri e ha generato diverse scosse di assestamento, alcune fino a magnitudo 6.9. Secondo gli esperti russi, si tratta del sisma più potente mai registrato nella regione dal 1952. La zona più colpita è stata Severo-Kurilsk, nei pressi delle Isole Curili, dove la prima onda di tsunami ha raggiunto la costa. Il governatore locale Valery Limarenko ha confermato che i residenti sono stati evacuati verso aree elevate e restano al sicuro. A Petropavlovsk-Kamchatsky si registrano blackout, interruzioni nelle comunicazioni e danni agli edifici. Alcune persone hanno chiesto assistenza medica, ma non risultano feriti gravi, secondo il Ministero della Salute regionale.
E’ il sisma più potente degli ultimi 14 anni – Il terremoto registrato al largo della Kamchatka, con una magnitudo di 8.8, è il più potente degli ultimi 14 anni. Si tratta del sisma più violento dal 2011, quando un terremoto di magnitudo 9.1 colpì il nord-est del Giappone, causando oltre 19mila tra morti e dispersi. L’11 marzo 2011 un violento terremoto di magnitudo 9.0‑9.1 ha colpito la costa nord-orientale dell’isola di Honshu, in Giappone, scatenando uno tsunami che ha raggiunto onde fino a 40 metri in alcune aree come Miyako, in prefettura di Iwate. Le autorità giapponesi hanno confermato ufficialmente, entro il 2021, circa 19 759 morti, 2 553 dispersi e 6 242 feriti. Tra le conseguenze più gravi, anche il collasso della centrale nucleare di Fukushima Daiichi: l’onda ha provocato un blackout e la fusione di tre reattori, dando origine a uno dei più gravi incidenti nucleari della storia. Oltre 200 km² della costa nord-orientale furono sommersi dal mare, con danni stimati fino a 360 miliardi di dollari, rendendo quella del 2011 la catastrofe naturale più costosa della storia.
Allerta tsunami in Giappone, evacuata Fukushima – Un’allerta tsunami è stata emessa in Giappone dall’Agenzia meteorologica nazionale (Jma) lungo tutta la costa orientale, invitando la popolazione ad allontanarsi dalla costa ed evacuare nelle aree più sicure. La Jma stima che uno tsunami alto fino a 3 metri potrebbe colpire la costa di Hokkaido, nel nord del Giappone, e le isole Ogasawara, nel sud. L’agenzia ha riferito che a Hokkaido sono state registrate scosse di magnitudo 2 sulla scala sismica giapponese di 7. Per precauzione è stata decisa l’evacuazione del personale della centrale atomica di Fukushima.
L’intervento delle autorità locali russe – Le autorità regionali hanno attivato immediatamente i protocolli d’emergenza. Squadre di soccorso sono state inviate nelle zone costiere e nei centri abitati per verificare eventuali danni strutturali e assistere la popolazione. La rete elettrica e le comunicazioni hanno subito interruzioni parziali, ma sono state in gran parte ripristinate entro poche ore.
Gli Stati Uniti preparano la costa ovest – Anche la West Coast statunitense è stata messa in allerta. I servizi di emergenza della California, dell’Oregon e dello Stato di Washington hanno attivato i centri di coordinamento per monitorare l’evoluzione dell’onda di maremoto. Alcuni tratti delle spiagge sono stati chiusi al pubblico in via precauzionale.
Allarme in tutto il Pacifico: dagli arcipelaghi al Sud America – Le allerte si estendono a decine di Paesi del Pacifico. Dalla Micronesia alla Polinesia Francese, dalle Filippine alla Nuova Zelanda, fino alle coste di Ecuador e Cile, molte nazioni hanno attivato sistemi di sorveglianza e preparato l’evacuazione di aree sensibili. Le autorità raccomandano di evitare le coste e di seguire gli aggiornamenti ufficiali.
È stato autore di successi senza tempo come ‘L’ora dell’amore’, ‘Io per lei’, ‘Applausi’ ed ‘Eternità’
Livio Macchia – Profilo Facebook Camaleonti
Il mondo della musica ha perso una pietra miliare del pop melodico anni ’60 e ’70: è morto oggi, martedì 29 luglio, Livio Macchia, bassista, chitarrista, fondatore e anima dei Camaleonti, una delle band più rappresentative del Beat italiano. Aveva 83 anni e da tempo era malato. È morto a Melendugno (Lecce), dove viveva da tempo, profondamente legato alle sue origini pugliesi: era infatti nato ad Acquaviva delle Fonti, in provincia di Bari, il 9 novembre 1941.
Musicista sensibile, interprete raffinato e autore appassionato, Macchia è stato protagonista di una stagione irripetibile della musica leggera, firmando insieme alla sua band successi senza tempo come “L’ora dell’amore“, “Io per lei“, “Applausi” ed “Eternità“. Brani che hanno attraversato decenni, generazioni, e che ancora oggi vengono cantati da giovani e meno giovani.
Emigrato in Lombardia, nel cuore della Milano degli anni Sessanta, Macchia forma i Camaleonti nel 1963 insieme a Riki Maiocchi,Paolo De Ceglie e Gerry Manzoli, con i quali incarna lo spirito del Beat italiano: eclettismo, repertorio internazionale e attitudine da palcoscenico. Il nome Camaleonti nasce dalla capacità del gruppo di adattarsi ai contesti musicali: alternavano standard americani, polke e twist a seconda del pubblico nelle balere o nei night club, diventando veri e propri ‘chameleons’ sonori già dal 1964.
Il primo grande salto di popolarità arriva con ‘L’ora dell’amore‘ (1968), cover in italiano di ‘Homburg‘ dei Procol Harum (1967), che rimase in vetta alle classifiche per dieci settimane, vendendo oltre 1,5 milioni di copie, seguito da ‘Applausi‘ (1968), con la voce solista di Macchia, che vendette circa 900.000 copie e restò nelle posizioni più alte per dodici settimane. Altri classici come ‘Io per lei‘ ed ‘Eternità‘ consolidano il loro ruolo di protagonisti del panorama musicale italiano di quegli anni.
I Camaleonti hanno venduto complessivamente circa 30 milioni di copie, ottenendo quattro dischi d’oro, e si sono esibiti ovunque, anche all’estero, fino a superare i 60 anni di attività senza soluzione di continuità. Livio Macchia aveva sempre ben presente la sua identità artistica: non amava definirsi ‘dinosauro‘, ma ‘capostipite‘ del Beat italiano, in dialogo critico con la scena musicale contemporanea.
La carriera di Livio Macchia ha attraversato sei decenni: dai primi raduni Beat al Cantagiro, da Sanremo al Festivalbar, fino ai concerti celebrativi e ai tour internazionali. Anche dopo i grandi successi commerciali, ha continuato a scrivere, suonare, raccontare la sua musica con una coerenza e una passione rare. Accanto a lui, per lunghi anni, Tonino Cripezzi, scomparso nel 2022, con cui Macchia condivideva un’amicizia fraterna oltre la musica.
Pur segnato dal passare del tempo, Macchia ribadiva spesso la sua propensione per il live: riteneva il palco l’unico spazio autentico per la musica. Negli anni recenti, organizzava improvvisate jam session sulle terrazze del Salento, coinvolgendo amici,musicisti amatoriali e anche suo figlio, Elio Livio, anch’egli musicista. Negli ultimi anni della sua vita, Macchia è tornato stabilmente in Salento, a Melendugno, terra delle sue radici paterne. Il 30 giugno scorso, nonostante la malattia, ha tenuto un concerto nel borgo di Roca Nuova nel comune di Melendugno per celebrare i 60 anni di carriera dei Camaleonti, insieme al figlio e ad alcuni musicisti locali: è un evento d’affetto e testimonianza, uno dei suoi ultimi saluti al pubblico. (di Paolo Martini)
In Italia si verifica una media di 3,3 incendi al giorno
Continua l’allerta rossa sulla costa orientale della Sardegna. Dopo l’incendio di ieri in località Villasimius, che ha costretto i bagnanti a fuggire via mare, un nuovo caso sta creando problemi sull’Isola: evacuate case e un resort a Orosei.
Dalle 9 del mattino i vigili del fuoco stanno intervenendo in località Sos Alinos con quattro squadre e dieci mezzi del Comando di Nuoro. Il fumo ha raggiunto le abitazioni ed è stato necessario procedere all’evacuazione anche di un resort. Dall’alto stanno intervenendo due Canadair, il Super Puma e altri elicotteri del servizio regionale e il Drago 143 del Reparto Volo Sardegna dei vigili del fuoco. Grande mobilitazione anche via terra, assieme ai vigili del fuoco ci sono anche con il Corpo forestale, Agenzia Forestas, barracelli e Protezione civile.
Vicino a Orosei, nel Comune di Siniscola, il sindaco ha preso provvedimenti urgenti anche alla luce di quanto avvenuto ieri: ha firmato un’ordinanza per vietare l’accesso alle spiagge di Berchida e Capo Comino e alla pineta di Mandras.
Incendio a Villasimius – Nella giornata di ieri, domenica 27 luglio, infatti, un imponente incendio è divampato nella vegetazione antistante la spiaggia di Punta Molentis, a Villasimius. Centinaia di bagnanti si sono ritrovati impossibilitati a fuggire con le proprie auto. È stato necessario l’intervento della Guardia costiera di Cagliari che ha messo in salvo le 102 persone, tra le quali 12 bambini e una donna incinta, evacuati via mare con gommoni e assistite dai sanitari del 118 una volta arrivati al porto.
L’incendio, pare di natura dolosa, è divampato velocemente. Sono intervenute le squadre dei vigili del fuoco del distaccamento di San Vito e di Castiadas. Sul posto anche gli agenti delle forze del corpo forestale e di vigilanza ambientale.
Il danno, oltre a persone, ha riguardato anche la macchia mediterranea, ettari ed ettari di natura incontaminata è andata distrutta completamente.
Todde: “Ore difficili e drammatiche” – La presidente della Regione Sardegna Alessandra Todde ha espresso la sua vicinanza alle popolazioni e ai sindaci dei comuni colpiti dai roghi, quasi tutti di natura dolosa, nel Sud Sardegna. “Stiamo vivendo ore difficili. I vasti incendi che hanno colpito in particolare i territori di Uta, Villaspeciosa, Decimomannu, Villacidro, Villasor, Monastir, Serramanna e altri comuni del Campidano, hanno provocato danni ingenti e messo a dura prova cittadini, amministrazioni locali e forze impegnate nei soccorsi. Esprimo la più profonda vicinanza ai sindaci che si sono prontamente attivati, alle famiglie costrette a lasciare le proprie case, agli agricoltori e agli allevatori danneggiati, e a tutti coloro che, con grande senso di responsabilità, stanno affrontando le conseguenze di queste ore drammatiche”.
Poi un pensiero alle forze antincendio che hanno permesso di arginare i roghi ed evitare danni ancora maggiori ai cittadini e alle aziende. “Ringrazio il Corpo Forestale, Forestas, Protezione Civile, Vigili del Fuoco, compagnie barracellari, tutte le forze del volontariato e dei Comuni per il lavoro instancabile e il presidio continuo del territorio. Stiamo lavorando anche in queste ore per irrobustire le strutture e renderle più efficaci, e per monitorare costantemente l’evoluzione della situazione e siamo pronti a intervenire con ogni misura necessaria”.
Poi un monito: “Chi danneggia il proprio territorio, a volte in modo irreparabile, per disattenzione, negligenza o, peggio, per dolo, si macchia di una colpa terribile”, sottolinea la presidente, “a queste persone voglio ricordare che il Corpo Forestale e gli altri organi di polizia giudiziaria lavorano incessantemente per accertare i fatti e assicurare alla giustizia i responsabili di questi gravi reati”.
Gli incendi del 2025 – Come ogni anno, torna il fenomeno allarmante degliincendi estivi, ma non solo. Da gennaio al 18 luglio 2025 nella Penisola se ne sono verificati 653 che hanno mandato in fumo 30.988 ettari di territorio pari a 43.400 campi da calcio. Si tratta di una media di 3,3 incendi al giorno con una superficie media bruciata di 47,5 ettari.
A scattare questa fotografia è stato l’ultimo rapporto di Legambiente che ha diffuso i dati del suo nuovo report “L’Italia in fumo” insieme a un pacchetto di 12 proposte e 5 buone pratiche da replicare a livello nazionale, affinché il Paese recuperi i ritardi in fatto di prevenzione e controlli e colmi la frammentazione delle competenze tra Stato, Regioni ed enti locali attraverso una strategia e una governance integrata che ad oggi manca all’appello. Stando al report di Legambiente, che ha analizzato e rielaborato i dati EFFIS (European Forest Fire Information System), dei ben 30.988 ettari di territorio bruciati nei primi sette mesi del 2025, 18.115 hanno riguardato ettari naturali (ossia aree boscate); 12.733 ha hanno interessato aree agricole, 120 ettari aree artificiali, 7 ettari aree di altro tipo.
Il Meridione e le Isole si confermano le aree più colpite dagli incendi con sei regioni in cima alla classifica per ettari bruciati. Maglia nera alla Sicilia, con 16.938 ettari bruciati in 248 roghi. Seguita da Calabria, con 3.633 ettari in 178 eventi incendiari, Puglia con 3.622 ettari in 69 eventi, Basilicata con 2.121 ettari in soli 13 roghi (con la media ettari per incendio più alta: 163,15), Campania con 1.826 ettari in 77 eventi e la Sardegna con 1.465 ettari in 19 roghi. Tra le regioni del Centro e Nord Italia: ci sono il Lazio (settimo in classifica) con 696 ettari andati in fumo in 28 roghi e la Provincia di Bolzano (ottava in classifica) con 216 ettari in 3 roghi e la Lombardia.
I danni alle aree naturali – Preoccupano anche gli incendi scoppiati in aree naturali. Su 30.988 ettari di territorio bruciati, ben 6.260,99 hanno riguardo aree Natura 2000 in 198 eventi incendiari. Quella interessata dal rogo più grave è stata a Dualchi (Nu), che ha visto andare distrutti 439 ettari, tutti in area Natura 2000. A livello regionale, Puglia e Sicilia risultano le regioni più colpite da incendi in aree Natura 2000. La Puglia con 2.169 ettari andati in fumo per colpa di 43 incendi, la seconda, la Sicilia, con 1.547 ettari andati distrutti per causa di un numero maggiore di incendi, ben 62. Seguono in classifica la Sardegna (740 ettari in 6 incendi), la Campania (738 ettari in 27 incendi) e la Calabria (590 ettari in 40 incendi).
“Per contrastare gli incendi boschivi – ha dichiarato Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – non basta concentrarsi sull’emergenza estiva o su singole cause, ma è fondamentale adottare un approccio integrato che integri prevenzione, rilevamento, monitoraggio e lotta attiva. Bisogna puntare sulla prevenzione attraverso una gestione territoriale efficace, che includa l’uso ecologicamente sostenibile delle risorse agro-silvo-pastorali. Ma è anche fondamentale promuovere e remunerare i servizi ecosistemici, sostenendo e rivitalizzando le comunità rurali nelle aree interne e montane affinché possano riappropriarsi di una funzione di presidio territoriale. Allo stesso tempo è importante applicare la normativa vigente per arginare qualsiasi ipotesi di speculazione futura sulle aree percorse dal fuoco, ed estendere le pene previste per il reato di incendio boschivo a qualsiasi rogo. È cruciale rafforzare le attività investigative per individuare i diversi interessi che spingono ad appiccare il fuoco, anche in modo reiterato. L’analisi approfondita dei luoghi colpiti e dei punti d’innesco accertati può costruire una mappa investigativa essenziale per risalire ai responsabili”.
Sparatoria a New York, nell’edificio sede di Blackstone e NFL. La polizia: “Attentatore Sparatoria a Manhattan, uccide quattro persone prima di togliersi la vita
Il grattacielo teatro della tragedia ospita gli uffici della società di investimenti Blackstone e della National Football League. Tra le vittime c’è un agente di Polizia
Il luogo della sparatoria – (Afp)
Sparatoria a New York. Un uomo ha aperto il fuoco in un grattacielo di Manhattan lunedì nel tardo pomeriggio (poco dopo mezzanotte in Italia), uccidendo almeno quattro persone prima di togliersi la vita.
Tra le vittime c’è un agente del Dipartimento di Polizia di New York (NYPD) di 36 anni, ha dichiarato il sindaco Eric Adams in una conferenza stampa, descrivendo l’incidente come un “atto insensato di violenza con armi da fuoco”. Le altre vittime sono due uomini e una donna. Secondo Adams, un’altra persona è ricoverata in condizioni critiche.
Chi era l’attentatore e cosa è successo – Le telecamere del grattacielo mostrano l’assalitore – un 27enne di Las Vegas, con una storia di disturbi mentali – scendere da una Bmw nera imbracciando un fucile M-4. L’uomo, una volta entrato nell’edificio, ha aperto immediatamente il fuoco, secondo il commissario della polizia di New York Jessica Tisch. Ha sparato all’agente di polizia nell’atrio, a una donna nascosta dietro un pilastro e a una guardia di sicurezza. Una donna che usciva da un ascensore è stata risparmiata, mentre l’assassino è salito al 33esimo piano, dove si trova la società immobiliare Rudin Management e dove ha ucciso un’altra persona prima di spararsi.
Il grattacielo teatro della tragedia si trova al 345 di Park Avenue e ospita gli uffici della società di investimenti Blackstone e della National Football League, anche se il movente e la scelta del luogo rimangono poco chiari. Il veicolo del sospetto, immatricolato in Nevada, conteneva diverse armi e munizioni. Secondo le autorità di Las Vegas, il presunto assalitore aveva una storia di problemi mentali, ma nonostante questo aveva una regolare licenza per il possesso di armi.
A New York sarebbe arrivato ieri dopo aver guidato attraverso ilk Paese dal Nevada.
Sparatoria a New York, nell’edificio sede di Blackstone e NFL. La polizia: “Attentatore neutralizzato”
Al 345 di Park Avenue. Morto un agente, 6 feriti, due gravi. Il killer sarebbe stato identificato come un uomo di 27 anni di Las Vegas
(reuters)
Un uomo armato di fucile d’assalto ha sparato per strada, nel cuore di Manhattan, in un edificio situato al 345 di Park Avenue, che ospita gli uffici aziendali della National Football League e di Blackstone. Un agente di polizia, colpito alla schiena, è morto. Si contano anche 6 feriti, due gravi.
Dopo un’operazione che ha impiegato decine di agenti, la polizia di New York ha confermato che l’attentatore è stato “neutralizzato“, secondo i media si sarebbe suicidato e sarebbe stato identificato come un uomo di 27 anni di Las Vegas.
Weekend tragico sulle strade italiane: una lunga scia di sangue ha segnato gli ultimi giorni di luglio, con incidenti stradalimortali che si sono susseguiti da Nord a Sud. Il bilancio è pesante: decine di feriti e almeno 15 vittime, tra cui una bambina di 7 anni e una donna incinta.
Una lunga scia di sangue sulle strade italiane – L’episodio più drammatico è avvenuto al confine tra Piemonte e Lombardia, lungo l’autostrada A4 Torino-Milano. Qui, un 82enne alla guida della sua Peugeot 207 ha imboccato contromano la carreggiata in direzione Milano, scontrandosi frontalmente con un SUV. Nell’impatto sono morti l’anziano e tre degli occupanti del secondo veicolo: Mario Paglino e Gianni Grossi, noti collezionisti e creatori di Barbie personalizzate, e Amodio Giurni, bancario di origini lucane. Gravemente ferita l’unica sopravvissuta, la moglie di Giurni, ora ricoverata al Niguarda di Milano in condizioni critiche.
Con queste quattro nuove vittime, salgono a nove i morti nel 2025 a causa di incidenti contromano, secondo i dati dell’Osservatorio Asaps-Sapidata. Nei primi sei mesi dell’anno sono stati segnalati 56 episodi simili, di cui 20 avvenuti su autostrade e superstrade, due causati da conducenti over 65.
Altro grave incidente si è verificato nella notte a Mola di Bari,dove una 33enne abruzzese al sesto mese di gravidanza ha perso la vita nello scontro tra la sua utilitaria e un van NCC con a bordo cittadini ucraini.
La donna rientrava da una festa di matrimonio. Tre passeggeri del van, tra cui un bambino di 9 anni, sono stati ricoverati in codice rosso. La Procura di Bari ha aperto un’inchiesta per omicidio stradale: l’autista del van, un 59enne, è stato sottoposto ai test per droga e alcol.
Sempre nel Barese, nelle scorse ore è stata travolta e uccisa sulla tangenziale di Bari Giusy Lucente, mentre stava soccorrendo una giovane automobilista coinvolta in un precedente sinistro.
Il bilancio del weekend continua a salire anche in provincia di Bergamo, dove in poche ore hanno perso la vita quattro persone. Tra le vittime, un ragazzo di 20 anni morto a Borgo di Terzo in uno scontro frontale; un motociclista di 55 anni deceduto a Zanica; un 47enne coinvolto in una carambola tra auto nella galleria Montenegrone, e una donna di 63 anni, investita in via Gavazzeni e deceduta poi all’ospedale Papa Giovanni XXIII.
Dolore anche in Calabria, dove un tragico scontro frontale a Catanzaro ha provocato la morte sul colpo di un uomo di 35 anni e della sua figlioletta di appena 7 anni. Erano a bordo di una Golf, quando, per cause ancora da accertare, si sono scontrati con una Panda. A completare il tragico bollettino, la morte di un motociclista di 36 anni a Latisana, in provincia di Udine, a seguito di un impatto violentissimo con un’auto.
1 – Maltempo, lunedì da incubo: addio caldo e allerta meteo in 12 regioni per forti temporali e grandinate. Ecco dove
2 – Ciclone Circe, temporali e crollo delle temperature: cosa succederà in Italia nelle prossime ore?
3 – Le previsioni meteo per oggi
4 – Nuovi temporali dal Nord al Centro-Sud, allerta gialla in 12 regioni
1 – Maltempo eCiclone Circe con una perturbazione atlantica in arrivo dall’Europa centrale porterà, a partire dalle prossime ore, un netto peggioramento del tempo sull’Italia. Rovesci e temporali hanno colpito inizialmente il Nord, per poi estendersi oggi lunedì 28 luglio 2025 al Centro e a parte del Sud. L‘allerta meteo scatta in ben 12 regioni.
I fenomeni più intensi e persistenti sono attesi sul versante adriatico dell’Emilia-Romagna e del Centro.
2 – Ciclone Circe, temporali e crollo delle temperature: cosa succederà in Italia nelle prossime ore? – La saccatura atlantica attualmente sulla Francia sarà l’artefice del cambio di massa d’aria avvenuto sull’Italia nel corso del weekend. I temporali e i venti anche forti di maestrale attesi da nord a Sud, metteranno fine anche al grandecaldoatteso sulle regioni meridionali nella giornata di venerdì. Vediamo allora la previsione con le ultime analisi modellistiche.
3 – Le previsioni meteo per oggi – Sulla base delle previsioni disponibili, il Dipartimento della Protezione Civile d’intesa con le regioni coinvolte – alle quali spetta l’attivazione dei sistemi di protezione civile nei territori interessati – ha emesso un ulteriore avviso di condizioni meteorologiche avverse. L’avviso prevede dalla sera di ieri, domenica 27 luglio, precipitazioni da sparse a diffuse, a prevalente carattere temporalesco, su Lombardia e Veneto, in estensione all’Emilia-Romagna e dalle prime ore di oggi, lunedì 28 luglio, sono attese precipitazioni sparse, a prevalente carattere temporalesco, sulla Toscana, in estensione aLazio, specialmente nelle zone interne, Umbria eCampania.
4 – Nuovi temporali dal Nord al Centro-Sud, allerta gialla in 12 regioni – Sulla base dei fenomeni previsti è stata valutata per la giornata di lunedì 28 luglio, allerta gialla per rischio meteo-idrogeologico in varie regioni. Dal mattino di oggi, inoltre, si prevedono precipitazioni da sparse a diffuse, a prevalente carattere temporalesco, anche sulle Marche, in estensione ad Abruzzo e Molise. Infine, i fenomeni saranno accompagnati da rovesci di forte intensità, frequente attività elettrica, locali grandinate e forti raffiche di vento. Sulla base dei fenomeni previsti è stata valutata per la giornata di oggi, lunedì 28 luglio, allerta gialla per rischio meteo-idrogeologico su parte di Lombardiae Liguria – al Nord – e di Campania e Puglia al Sud. Allerta gialla anche sull’intero territorio di Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Umbria, Abruzzo, Marche e Molise.
A nord della capitale diverse abitazioni sono andate distrutte. Nel Peloponneso, i cambi di vento continuano a ostacolare le operazioni di spegnimento
Incendi in Grecia – (Afp)
I vigili del fuoco greci continuano a lottare contro i vasti incendi boschivi che stanno colpendo diverse aree della Grecia, con mezzi aerei in azione senza sosta. Le zone più colpite sono il nord di Atene, le isole di Eubea, Kythira e Creta, oltre alla penisola del Peloponneso, secondo quanto riferito dal servizio meteorologico nazionale.
A nord della capitale diverse abitazioni sono andate distrutte, anche se non si registrano più fronti attivi, ma solo focolai sparsi. La situazione resta invece critica a Eubea, dove interi villaggi sono stati evacuati e allevamenti devastati dalle fiamme. Sull’isola di Kythira sono state evacuate 139 persone, mentre a Creta, nella città portuale di Chania, il fuoco ha colpito abitazioni, una chiesa e diversi veicoli, prima di essere parzialmente contenuto.
Intanto, nel Peloponneso, i cambi di vento continuano a ostacolare le operazioni di spegnimento. Sei pompieri sono rimasti feriti e ricoverati in ospedale. Le autorità restano in massima allerta, con condizioni meteorologiche che indicano un alto rischio di nuovi incendi.
L’allarme degli ecologisti: “Incendio e disastro ambientale a Villasimius, criminali devastanoPunta Molentis”
“Incendio e disastro ambientale a Villasimius: criminali devastano Punta Molentis”. Domenica 27 luglio 2025, le fiamme hanno devastato Punta Molentis, uno dei gioielli naturalistici della Sardegna. Il maestrale ha trasformato un incendio in un fronte inarrestabile, alimentando il fuoco e trascinandolo verso la costa. I bagnanti hanno abbandonato la spiaggia in preda al panico, le auto sono rimaste intrappolate nel parcheggio, le strade si sono intasate. Gli elicotteri antincendio hanno operato per ore nel tentativo di arginare le fiamme, ma la macchia mediterranea e parte del paesaggio costiero risultano già distrutti.
I volontari della Protezione civile e le squadre dei Vigili del Fuoco hanno presidiato le aree più esposte. La giornata si è conclusa con un bilancio drammatico per l’ambiente e con l’ennesimo appello alla responsabilità.
«Con il maestrale il fuoco galoppa senza freni. La Sardegna è devastata, ancora una volta, come di consueto» denuncia Stefano Deliperi, portavoce del GrIG – Gruppo di Intervento Giuridico, che aggiunge: «Quando si capirà una volta per tutte che questi sono crimini da far pagare con almeno vent’anni di galera sarà un bel giorno. E fin da subito il Daspo ambientale, una proposta utile per contrastare incendi e attentati all’ambiente».
Deliperi invita tutti a partecipare attivamente alla difesa del territorio: «Ricordiamoci sempre di fare la nostra parte. Quando vediamo anche solo una fiamma o un filo di fumo, chiamiamo subito il 1515, numero verde che collega con la sala operativa del Comando Unità Carabinieri per la tutela forestale e del Corpo forestale della Sardegna».
La velocità di intervento può salvare pascoli, coste, foreste e vite umane. «Non dimentichiamolo mai» conclude Deliperi. La Sardegna brucia, ma la vigilanza e l’impegno possono ancora fare la differenza.
Villasimius, incendio nel paradiso di Punta Molentis: cosa è successo e i danni
Villasimius, incendio nel paradiso di Punta Molentis: cosa è successo e i danni. Doveva essere una giornata da trascorrere al mare nel paradiso di Punta Molentis. Ma è finita con una fuga dall’inferno di fuoco sulle barche dei privati e della Guardia costiera. Salvi 200 bagnanti, nessun ferito ma tanta paura. E resta lo sfregio: un disastro ambientale in una delle più belle e note spiagge della Sardegna. Il maestrale ha alimentato un violento incendio partito dalla zona di Riu Trottu, nel territorio di Villasimius.Le fiamme hanno rapidamente guadagnato terreno, spingendosi fino a Punta Molentis, uno dei luoghi più iconici del litorale sud-orientale sardo. Il rogo ha minacciato la spiaggia affollata oggi da circa 200 bagnanti, in un contesto di caos e paura.
Le fiamme hanno prima accerchiato l’area parcheggio, bloccando ogni via di fuga via terra. Alcune auto, in fuga dal rogo, sono state parcheggiate sull’arenile. I Vigili del Fuoco, giunti da San Vito e Castiadas, hanno avviato le operazioni di contenimento. Sul posto sono intervenuti anche elicotteri del Corpo Forestale, due Canadair nazionali e un elicottero dell’Esercito Italiano da Elmas. Il coordinamento ha visto impegnate le stazioni forestali di Castiadas e Campu Omu, insieme a squadre Forestas di Villaputzu, Muravera, Villasalto e ai volontari del CROV Villasimius.
Le squadre della Guadia Costiera hanno recuperato 142 persone via mare:102 su CP 320 (48 uomini, 42 donne e 12 minori) e 39 sulla V841 (16 uomini, 19 donne e 4 minori). Diversi cittadini privati hanno offerto le proprie imbarcazioni, contribuendo all’evacuazione. Tutti i bagnanti sono stati trasportati in sicurezza al porto di Villasimius, dove li attendevano i soccorritori del 118. L’unità India 51, con infermiere a bordo, ha assistito anche una donna incinta al sesto mese e un bambino asmatico.
In serata, le squadre di terra hanno domato le fiamme. Il bilancio dei danni per ora conta decine di auto distrutte, un chiosco bruciato e una ferita grave al paesaggio costiero. Il Gruppo di Intervento Giuridico, per voce di Stefano Deliperi, ha denunciato l’ennesima devastazione annunciata: «Ancora una volta i delinquenti incendiari approfittano del Maestrale. Serve il Daspo ambientale e pene severe».
Ettari di territorio in fumo a Villasimius. In azione gli elicotteri e i Canadair per tentare di salvare il gioiello naturale, decine di auto distrutte dal fuoco. Le immagini del disastro, ipotesi rogo doloso
(Foto: CagliariToday)
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nferno di fuoco a Punta Molentis, gioiello naturale di Villasimius. Questo pomeriggio un vasto incendio è divampato lungo uno dei litorali più apprezzati della costa sud della Sardegna, tra bagnanti in fuga e parcheggi bloccati con circa 200 auto presenti. Decine di auto dei bagnanti sono state distrutte dal fuoco. L’ipotesi è che il rogo sia di origine dolosa.
Villasimius, il devastante incendio a Punta Molentis – Duecento persone presenti in spiaggia sono state soccorse dalla Guardia costiera e trasferite al porto: tra loro anche una donna incinta di sei mesi e un bambino asmatico
Sul posto due squadre dei vigili del fuoco, due Canadair e decine di uomini in azione per provare a evitare il peggio. È in volo un elicottero dei Vigili del fuoco per garantire eventuali evacuazioni dall’alto esupportare le operazioni aeree. I Canadair sono in continuo coordinamento con le risorse messe in campo dalla Regione. Le operazioni sono tuttora in corso. Un disastro.
Incendio Villasimius
“Quando si capirà una volta per tutte che questi sono crimini da far pagare con almeno vent’anni di galera sarà un bel giorno” scrivono gli ambientalisti del Gruppo d’intervento giuridico. “E fin da subito il Daspo ambientale, una proposta utile per contrastare incendi e attentati all’ambiente”.
Poi l’appello ai cittadini: contattare il numero verde 1515 che mette in collegamento con la sala operativa del comando unità carabinieri per la tutela forestale ambientale e agroalimentare e del Corpo forestale di vigilanza ambientale della Sardegna, analogamente agli analoghi corpi delle altre Regioni e Province autonome.
Incendio Villasimius
Frau: “Criminali senza vergogna” – “Quanto sta accadendo in queste ore a Punta Molentis a Villasimius, così come in ogni altra parte della Sardegna, ha del criminale. Sono vicino alle popolazioni colpite, un grazie a tutte le forze impegnate nello spegnimento e nell’evacuazione. I responsabili, criminali senza vergogna, devono essere perseguiti e puniti severamente per il danno e distruzione incalcolabile che stanno provocando alla nostra amata isola”, commenta Giuseppe Frau, vicepresidente del Consiglio regionale.
Decine di auto divorate dalle fiamme: nessun ferito
🔥 Beachgoers fled in panic today as flames erupted near the shore at Punta Molentis in Villasimius, Sardinia. The fire spread rapidly, cutting off escape routes and forcing 102 people, including 12 children, to be evacuated by sea.pic.twitter.com/QyuNM6hI8s
Il messaggio su Instagram dell’ex portiere giallorosso
Dramma familiare per Julio Sergio, ex portiere della Roma. Enzo, figlio 15enne dell’ex calciatore, è morto oggi 27 luglio dopo una lunga malattia. Enzo Bertagnoli era stato colpito da un tumore cerebrale diagnosticato nel 2020. L’ex calciatore ha annunciato il decesso sul proprio profilo Instagram. La situazione del ragazzo era apparsa disperata nelle ultime ore: “Ho appena visitato Enzo… la situazione è la stessa di cui stiamo parlando da giorni: irreversibile“, aveva scritto oggi Julio Sergio. “È ancora in coma indotto, con sedazione (che regoliamo secondo necessità), catetere per l’ossigeno e, cosa più importante in questo momento, è in pace, circondato da noi genitori, dalla famiglia, da voi… Non è a disagio né sente dolore“.
Il dramma di Julio Sergio – Nelle ultime settimane, Julio Sergio aveva raccontato anche sui social la battaglia di Enzo contro il tumore cerebrale. Il ragazzo era stato operato due anni fa, diventando in seguito anche testimonial di una campagna di sensibilizzazione in Brasile. Iniziativa che aveva trovato, tra gli altri, anche il sostegno di leggende come Buffon, Totti e Cristiano Ronaldo. Solo pochi giorni fa, era diventato virale un video in cui il portiere si mostrava con i capelli rasati in segno di vicinanza a Enzo, prima di un nuovo ciclo di chemio.
L’incidente ferroviario vicino alla città di Riedingen nel Baden-Wurttemberg
Treno deraglia a Baden-Wurttemberg (Afp)
Disastro ferroviario in Germania. Secondo un portavoce della polizia, citato da Afp, ci sarebbero tre morti e 34 feriti nel deragliamento di un treno con a bordo circa 100 passeggeri nei pressi della città di Riedingen nel Baden-Wurttemberg, secondo quanto riferito da fonti della sicurezza locale. Secondo le prime informazioni, il treno è deragliato in una zona boscosa, dove c’era stato un forte temporale, alle 18.10 di oggi, domenica 27 luglio. I soccorritori sono al lavoro a pieno ritmo nei pressi di Riedlingen.
Le riprese video della scena mostrano vigili del fuoco e soccorritori con il supporto di tre elicotteri al lavoro sui vagoni deragliati per raggiungere i passeggeri. Il treno deragliato è un espresso regionale della Deutsche Bahn in viaggio da Sigmaringen a Ulm e l’incidente si è verificato sulla linea a binario unico nei pressi di Zwiefaltendorf.
Due le carrozze del treno deragliato nei pressi Riedlingen, mentre viaggiava da Sigmaringen a Ulm, nel Baden Wuerttemberg. Sulla zona, poco prima dell’incidente, si era abbattuto un forte temporale e le indagini sulle circostanze dovranno appurare se ci sia un collegamento con l’incidente.
Donne e bambini sono stati portati via dai gommoni della guardia costiera. Fiamme anche aVillacidro, Osilo e Dolianova
Villasimius – La Sardegna brucia ancora. Oggi 27 luglio gli incendiari con l’arrivo del maestrale sono entrati in azione e hanno preso di mira la vallata e il litorale di punta Molentis, una delle zone più rinomate del territori del comune di Villasimius. Il rogo alimentato dal vento e dalla folta vegetazione nel giro di pochissimo tempo ha assunto proporzioni enormi nonostante il tempestivo e massiccio intervento di uomini e mezzi aerei e terrestri. Centinaia di persone rimaste intrappolare hanno trovato rifugio in acqua. Sul posto oltre agli agenti forze del corpo forestale e di vigilanza ambientale delle stazioni del circondario stanno operando diverse squadre dei vigili del fuoco, una proveniente dal comando provinciale di Cagliari dal distaccamento di San Vito e dalla sede stagionale di Castiadas. Le fiamme minacciano i numerosi bagnanti presenti sulla spiaggia e i loro veicoli, stimati in circa 200 unità. Decine di essi sono stati distrutto dal fuoco. Per fronteggiare l’emergenza, i vigili del fuoco hanno inviato sul posto anche gli specialisti del nucleo nautico con motobarca e sommozzatori con gommone, pronti a effettuare evacuazioni via mare se necessario. È in volo anche un elicottero dei vigili del fuoco per garantire eventuali evacuazioni dall’alto e supportare le operazioni aeree. Sullo scenario dell’incendio sono inoltre operativi due Canadair della flotta aerea nazionale dei vigili del fuoco, in coordinamento con le risorse messe in campo dalla Regione. La situazione è molto critica e operazioni sono tutt’ora in corso.
Incendi a Villasimius, le fiamme vicino alla spiaggia di Punta Molentis bloccano le vie di fuga: bagnanti evacuati via mare e decine di auto bruciate
Ancora la piaga degli incendi in Sardegna, fiamme nella zona di Villasimius
Incendi a Villasimius, le fiamme vicino alla spiaggia bloccano le vie di fuga: bagnanti nel panico, decine di auto bruciate tra gli ombrelloni
Un’altra giornata diincendie fuoco inSardegna. La situazione più grave a Punta Molentis, a Villasimius con le fiammeche sono arrivate a ridosso della spiaggia bloccando quasi integralmente le possibili vie di fuga ai bagnanti. Un autentico inferno di fuoco con danni ingenti. Mobilitata anche la Capitaneria di porto di Cagliari per una possibile operazione di soccorso dal mare. Anche se l’intervento potrebbe essere reso difficile dal forte vento di maestrale che da qualche ora si sta abbattendo sul sud Sardegna.
Terrore tra i bagnanti in fuga, le auto in spiaggia – Molti bagnanti hanno raggiunto le loro auto al parcheggio cercando di avvicinarsi il più possibile alla spiaggia – qualcuna è anche entrata nell’arenile- per portare via i familiari che in tutta fretta stanno raccogliendo ombrelloni e asciugamani. Bagnanti in fuga, strade intasate, parcheggio intrappolato, gli elicotteri che disperatamente provano a contenere le fiamme.
Adesso, Villasimius, #sardegna. L’inferno in diretta.
Alcuni bagnanti sono stati evacuati con gommoni dalla Guardia Costiera via mare. È la descrizione da parte degli ambientalisti del Grig di quello che sta succedendo in queste ore a Villasimius. Dai video diffusi sui social si evidenzia come decine di auto parcheggiate a ridosso della spiaggia siano state completamente distrutte dalle fiamme.
Decine di mezzi bruciati, bagnanti bloccati e danni ingenti – Al pericolo si aggiunge il danno ecologico: è letteralmente andato in fumo – scrivono – un gioiello ambientale. Drammatico anche il report dei vigili del fuoco. Due squadre , una proveniente dal distaccamento di San Vito e una dalla sede stagionale di Castiadas,sono attualmente impegnate nelle operazioni di spegnimento e messa in sicurezza dell’area.
Le fiamme – spiega il comando operativo – minacciano i numerosi bagnanti presenti sulla spiaggia e i loro veicoli, stimati in circa 200 unità.Per fronteggiare l’emergenza, sono stati inviati sul posto anche gli specialisti del nucleo nautico con motobarca e sommozzatori con gommone, pronti a effettuare evacuazioni via mare se necessario. È in volo un elicottero dei Vigili del Fuoco per garantire eventuali evacuazioni dall’alto e supportare le operazioni aeree. Sullo scenario dell’incendio sono inoltre operativi due Canadair della flotta aerea nazionale dei Vigili del Fuoco, in coordinamento con le risorse messe in campo dalla Regione. Le operazioni sono tuttora in corso.
Il piccolo, di 14 mesi, era stato ricoverato qualche giorno fa per un virus, poi la situazione si è aggravata. Il centrocampista è subito volato a casa. La squadra ha lasciato Roccaraso, annullata l’amichevole con la Cavese
Tragedia in casa Bari. Il centrocampista Matthias Verreth è stato raggiunto d’improvviso, oggi all’ora di pranzo, dalla notizia della morte del suo secondogenito. Si chiamava Elliot Charles e aveva 14 mesi. La tragedia è accaduta in Belgio, dove risiede la famiglia di Verreth: il piccolo era stato ricoverato un paio di giorni fa per un presunto virus, poi la situazione sarebbe precipitata fino alla morte del bambino. Il centrocampista, 27 anni, appena arrivato al Bari da svincolato dopo il forzato addio al Brescia, è scoppiato in lacrime mentre era a pranzo con il resto della squadra. La comitiva di Caserta infatti si era concessa mezza giornata di riposo, dopo 10 giorni di fatiche nel ritiro di Roccaraso. L’unica cosa certa è che lo stesso presidente del Bari Luigi De Laurentiis ha accompagnato in macchina Verreth all’aeroporto di Fiumicino, per consentirgli di raggiungere al più presto il suo Paese.
Chiusura in anticipo – In attesa di conoscere le cause che hanno provocato la tragedia, gli uomini di Fabio Casertavisibilmente sconvolti da quanto accaduto si apprestano a lasciare il ritiro di Roccaraso con due giorni di anticipo rispetto al previsto: salta pertanto il test di martedì con la Cavese.
Grave infortunio per l’azzurro alle Universiadi in Germania, operato alle vertebre cervicali
Lorenzo Bonicelli. Getty
Il mondo della ginnastica italiana è col fiato sospeso. Da mercoledì 23 luglio, quando l’azzurro Lorenzo Bonicelli, impegnato alle Universiadi estive in corso a Essen, in Germania, è caduto malamente sul collo durante l’esercizio agli anelli, rimanendo immobile sulla pedana. Organizzatori e staff della Fisu (Federazione internazionale sport universitario) hanno compreso immediatamente la gravità dell’incidente e i soccorsi sono stati immediati. Subito la squadra è stata ritirata dalla competizione. Il 23enne di Abbadia Lariana (Lecco), ancora vigile, è stato assicurato alla barella e trasportato con urgenza al vicino ospedale universitario, dove in serata è stato operato alle vertebre cervicali. Dal centro medico non è stato emesso alcun bollettino, ma un aggiornamento è arrivato attraverso il profilo Facebook dell’ex direttore della federazione internazionale (FIG), Steve Butcher: “Lorenzo è in coma farmacologico dopo l’intervento chirurgico. Ci vorranno almeno dieci giorni per conoscere le sue condizioni. Tutta la famiglia della ginnastica prega e fa il tifo per il pieno recupero!“.
Promessa della ginnastica – Dal presidente federale Andrea Facci al responsabile medico della Federginnastica, Andrea Ferretti, sono costanti i contatti tra l’Italia e la Germania, ma al momento è filtrato esclusivamente che l’intervento chirurgico è andato bene. Il ginnasta della società Ghislanzoni Gal, presente alle Universiadi in quanto studente di Economia dell’Università Mercatorum, si era affacciato una prima volta alle gare internazionali nel 2017 partecipando alla Austrian Future Cup, poi il salto di qualità nel 2019 con il bronzo di squadra ai Mondiali giovanili di Gyor, in Ungheria. Quindi il ritorno ad alti livelli dopo la pandemia, con la chiamata ai Mondiali di Anversa del 2023, dove ha festeggiato da bordo pedana la qualificazione degli azzurri all’Olimpiade di Parigi. Quest’anno, a metà maggio, aveva partecipato all’ultimo collegiale del direttore tecnico Giuseppe Cocciaro, senza però essere incluso nel gruppo che a giugno ha disputato gli Europei di Lipsia. Per molti si è trattato soltanto di una questione di tempo, dato che Lorenzo, un ragazzo d’oro e benvoluto in tutto il gruppo della nazionale, che ha nella sbarra la specialità a lui più congeniale, è un sicuro prospetto in vista dei Giochi di Los Angeles 2028. Anche dalla Croazia, dove la nazionale giovanile di artistica sta gareggiando al Festival Olimpico della Gioventù Europea, il tecnico Paolo Bucci ha rivolto un pensiero all’azzurro: “Vogliamo esprimere la nostra vicinanza alla famiglia di Lorenzo Bonicelli e a lui personalmente, sperando che tutto si risolva per il meglio“. L’augurio, adesso, è che dalla Germania arrivino quanto prima notizie confortanti sul suo stato di salute e che il ginnasta possa tornare a riprendere quanto prima l’attività che più ama. Volteggiare in palestra.
Lorenzo Bonicelli, infortunio alle Universiadi: è in coma farmacologico
Il 23enne azzurro è stato operato al collo dopo una caduta durante l’esercizio agli anelli. L’Italia ritira l’intera squadra dalla competizione. L’ex presidente della federazione internazionale di ginnastica: “Almeno 10 giorni per consocere le sue reali condizioni”
Grave incidente per un atleta italiano alle Universiadi estive in corso di svolgimento ad Essen in Germania. Lorenzo Bonicelli(23 anni), originario di Abbadia Lariana e studente di Economia all’Università Mercatorum, è caduto male durante la prova agli anelli dello scorso mercoledì sbattendo il collo a terra. Secondo le ricostruzioni dei presenti sarebbe sempre rimasto vigile ed è stato immediatamente immobilizzato e trasportato d’urgenza all’ospedale universitario di Essen dove ha subito un intervento chirurgico alle vertebre cervicali.
Il comunicato della Federginnastica – “Durante il concorso a squadre di ginnastica artistica maschile alle 32esime Universiadi Estive di Essen, l’azzurro Lorenzo Bonicelli è uscito male dal suo esercizio agli anelli, nella terza rotazione, incorrendo in un infortunio sulla cui entità sono ancora in corso accertamenti. Immediatamente soccorso dallo équipe medica dell’organizzazione tedesca e dai responsabili sanitari di FISU e CUSI, il ventitreenne di Lecco della Ghislanzoni GAL è stato trasportato al vicino Policlinico universitario. Lo staff tecnico al seguito della missione GAM in Germania, visto il comprensibile coinvolgimento emotivo del resto del team, ha preferito ritirare la squadra dalla competizione. In attesa dei bollettini medici ufficiali, la FGI tutta si stringe a Lorenzo, augurandogli una pronta guarigione. Forza Bonni!”
Gli ultimi aggiornamenti – Dall’ospedale al momento non hanno ancora emesso alcun bollettino medico, l’unico aggiornamento è arrivato dall’ex direttore della federazione internazionale (FIG) Steve Butcherche sul suo profilo Facebook ha scritto: “Lorenzo è in coma farmacologico dopo l’intervento chirurgico. Ci vorranno almeno dieci giorni per conoscere le sue condizioni. Tutta la famiglia della ginnastica prega e fa il tifo per il pieno recupero!“.
La carriera di Lorenzo Bonicelli – La prima gara internazionale nel 2017(l’Austrian Future Cup dove chiuse al 6° posto nel concorso generale). Ha partecipato con l’Italia ai Mondiali juniores del 2019 in Ungheria dove ottenne un bronzo a squadre. Post pandemia, nel 2022 l’anno della svolta: prima la convocazione alla World Cup 2022 di Parigi dove ha sfiorato la finale a parallele, poi l’argento alla sbarra agli Assoluti quindi, nel 2023, le prime Universiadi (concludendo all’ottavo posto) poi ha fatto parte della squadra che ai Mondiali di Anversa ha conquistato uno storico pass olimpico che mancava da 12 anni. La sbarra il suo attrezzo preferito.
Il gruppo francese ha ceduto le sue attività nel nostro Paese alla ex Newlat Food
Carrefour lascia l’Italiae cede le sue attività a NewPrinces, ex NewLat Food. Il gruppo italiano ha sottoscritto un accordo vincolante da circa 1 miliardo di euro con il colosso della gdo francese per acquisire il 100% di Carrefour Italia. Nella vendita sono compresi 1.188 attività, di cui 41 ipermercati, 315 supermercati e 820 punti vendita.
L’ultimo esercizio del gruppo francese ha segnato in Italia perdite per 150 milioni di euro, e da tempo faticava a rilanciarsi nel nostro Paese. “L’acquisizione di Carrefour Italia rappresenta una tappa fondamentale nella traiettoria di crescita del nostro gruppo. Abbiamo scelto di investire con determinazione in un asset strategico per l’Italia, con l’obiettivo di rilanciare una rete capillare e di valorizzare al massimo le sinergie tra retail e industria”. Lo ha detto Angelo Mastrolia, presidente di NewPrinces Group, che tra i suoi marchi ha anche Delverde, Corticella, Ciccarese, Polenghi, Centrale del Latte, Torre in Pietra, Ala.
L’acquisizione di NewPrinces Group – Nell’ambito dell’operazione:Carrefour reinvestirà quale contributo una tantum 237,5 milioni di euro in Carrefour Italiaa sostegno del rilancio industriale e della continuità operativa; NewPrinces si impegna a investire al closing 200 milioni di euro, destinati a iniziative di sviluppo, innovazione logistica e rinnovamento del brand; gli investimenti complessivi previsti ammontano quindi a 437,5 milioni di euro, finalizzati alla valorizzazione al rilancio della rete e al rafforzamento della competitività sul mercato.
Con l’acquisizione di Carrefour Italia, NewPrinces diventa il secondo gruppo italiano nel food per fatturato e il primo operatore food in termini occupazionali con 13.000 operatori diretti in Italia e più di 18.000 nel mondo, oltre a ulteriori 11.000 persone coinvolte nelle attività accessorie fornite da aziende esterne. A seguito del completamento dell’acquisizione, il fatturato consolidato combined di NewPrinces Group raggiungerà circa 6,9 miliardi di euro.
Carrefour Italia: le attività – Il fatturato complessivo di Carrefour Italia ammonta a circa 3,7 miliardi di euro, con un Ebitda, comprensivo delle attività immobiliari, pari a 115 milioni di euro. La rete di supermercati ha una forte presenza soprattutto nel nord Italia: 314 punti vendita in Lombardia, 202 in Piemonte, 195 nel Lazio, 161 in Liguria, 54 in Toscana, 49 in Emilia Romagna, e presenze anche in Valle d’Aosta e Sardegna. Il gruppo impiega attualmente 18 mila persone, di cui 10 mila diretti e 8 mila indiretti.
Il piano di investimenti prevede, tra l’altro la modernizzazione progressiva dei punti vendita; il rilancio del marchio GS in Italia con un rinnovato posizionamento valoriale e commerciale; l’integrazione operativa con la piattaforma logistica di NewPrinces – che include oltre 600 mezzi refrigerati per la distribuzione di prodotti freschi – e il rafforzamento dei canali home delivery e HoReCa.
Pioggia torrenziale ha mandato in tilt la città e non solo
Il cloudburst fotografato ad Abbadia Lariana
Situazione critica in più zone della città tra cui ad Acquate, Belledo. Piazza Cermenati invasa dall’acqua. Problemi anche in Valsassina
LECCO – Un violento nubifragio si è abbattuto su Lecco e provincia nel tardo pomeriggio, poco dopo le 18.30 di giovedì, scatenando una vera e propria emergenza meteo.Grandine, pioggia torrenziale e raffiche di vento hanno colpito con forza diverse zone del capoluogo e della Valsassina, provocando allagamenti, disagi alla viabilità, qualche albero caduto e momenti di forte apprensione per residenti e commercianti.
Tra le aree più colpite, i quartieri di Acquate e Belledo, ma anche il centro città non è stato risparmiato. Piazza Cermenati si è trasformata in una sorta di piscina urbana, con circa 30 centimetri d’acqua che hanno invaso marciapiedi e attività commerciali. “Una situazione assurda. Stiamo cercando di liberare i tombini toppi per cercare di far defluire l’acqua”, racconta Marco Caterisano, titolare del bar Cermenati e de Il Caffettino, impegnato in prima persona nel tentativo di contenere i danni.
Germanedo piazza V Alpini
Anche in zona delle Meridiane si registrano allagamenti. Impraticabile il tunnel dell’attraversamento di Lecco in entrambe le direzioni, con obbligo di uscita a Lecco Centro e Lecco Lungolago.
Il maltempo ha costretto le autorità a chiudere via Amendola, nei pressi del ponte della stazione ferroviaria, resa impraticabile dall’acqua. Problemi anche lungo la nuova Lecco-Ballabio, in particolare in prossimità delle uscite dell’ospedale Manzoni, dove l’acqua ha invaso carreggiate e sottopassi, complicando il transito dei veicoli, ma anche lungo lo svincolo dei Piani d’Erna.
Numerose le segnalazioni giunte alla centrale operativa dei Vigili del Fuoco, impegnati su più fronti per fronteggiare l’emergenza. Sarebberooltre sette le squadre operativeper gestire una trentina di richieste di soccorso tecnico urgente: le segnalazioni riguardano principalmente allagamenti di locali interrati e sedi stradali, nonché alberi pericolanti o abbattuti dal vento. Al momento sono in corso una quindicina di interventi concentrati nella città di Lecco. A dare supporto in arrivo anche autopompe idrovore da Merate.
Interventi si registrano anche inValsassina, dove il temporale non ha fatto sconti, provocando allagamenti e disagi: a Introbio le strade sono diventate fiumi, mentre a Pasturo una frana si sarebbe verificata lungo la provinciale.
Allagamenti a Introbio
I tecnici stanno monitorando il deflusso delle acque e la stabilità di alcune zone a rischio, mentre le squadre stanno lavorando senza sosta per riportare la situazione sotto controllo, in evoluzione e costantemente monitorata.
Chicchi di gradine di dimensioni ragguardevoli si sono abbattuti sulla SS36, costringendo i veicoli in transito, colti di sorpresa dal violento nubifragio, a trovare riparo nelle prime piazzole di sosta disponibili. Impossibile proseguire: la visibilità era ridotta al minimo, l’asfalto della superstrada ridotto ormai a un tappeto bianco e i colpi di grandine troppo forti. Anche lo svincolo di Mandello è stato soggetto ad allagamenti. Sempre in super, si segnalano code e rallentamenti nel tunnel del Barro.
Nelle due app di Meta compare un messaggio che chiede se vogliamo continuare a usare l’app così com’è o liberarci delle pubblicità, in cambio di un canone mensile. Ma la realtà è più complessa
Quando, all’apertura dell’app di Instagram o Facebook, compare quel messaggio invita a “controllare se possiamo trattare i tuoi dati per le inserzioni”, molti pensano subito a un errore o, peggio, a un tentativo di phishing. In realtà è la manifestazione più visibile di un negoziato sotterraneo che da anni contrappone Meta ai regolatori europei. Da un lato c’è un colosso costruito sul marketing personalizzato, dall’altro un pacchetto di norme – GDPR, Digital Markets Act e Digital Services Act – che mira a ridurre lo strapotere degli “gatekeeper” online. La finestra che offre due strade, continuare gratis vedendo annunci o pagare 7,99 € al mese per non vederne più, non è dunque un’improvvisa svolta commerciale, ma l’esito di sentenze, decisioni amministrative e pressioni politiche che chiedono una forma di consenso più libera e trasparente.
Come siamo arrivati a questo punto – Nel luglio 2023 laCorte di giustizia dell’Unione europeaha stabilito che un abbonamento può valere come “consenso” al trattamento dei dati soltanto se al fianco esiste una versione gratuita equivalente sul piano funzionale. Pochi mesi dopo, a novembre 2023, Meta ha quindi lanciato in tutta la UE la sottoscrizione “no ads”, venduta inizialmente a 12,99 €su mobile e a 9,99 € sul web. L’azienda pensava di avere così soddisfatto le esigenze normative, ma la Commissione ha contestato il modello “paga o accetta” perché non lasciava la possibilità di rinunciare alla pubblicità personalizzata senza costi aggiuntivi. Di fronte al rischio di multe fino al 5% del fatturato quotidiano, Meta ha ridotto del 40% il prezzo dell’abbonamento (ora 7,99 € su smartphone e 5,99 € via browser) e introdotto la terza opzione “inserzioni meno personalizzate”, ossia annunci basati su un set minimale di dati – età, genere, città approssimativa e contenuto visualizzato negli ultimi due ore – con l’aggiunta di brevi spot video non skippabili.
Che cosa cambia davvero – Nel momento in cui l’utente clicca su “Inizia”, si trova a riaffermare una scelta che aveva già compiuto un anno fa. Decidere di restare gratuito equivale ad accettare che il motore algoritmico continui a intrecciare like, commenti, pagine visitate e abitudini di navigazione esterne per dare forma a un profilo pubblicitario dettagliato.Rinunciare alle pubblicità invece significa pagare un canone mensile, che copre sia Instagram sia Facebook, e vedersi azzerare, almeno in teoria, ogni forma di targeting comportamentale. Nel mezzo c’è la zona grigia degli annunci “contestuali”, cioè quelli che si appoggiano solo sul contesto immediato e su poche informazioni anagrafiche. Per l’utente questo comporta spot meno pertinenti, interruzioni più invadenti e la percezione di trovarsi davanti a un feed un po’ più simile alla televisione generalista che a un catalogo su misura.
Il prezzo della privacy – Che un algoritmo possa attribuire un valore monetario al nostro pacchetto dati non è un’idea nuova, ma mai era stata esplicitata in modo così trasparente. Con la riduzione dei prezzi, Meta dice implicitamente che la monetizzazione media di ciascun profilo europeo si aggira sui 72 € l’anno, cifra vicina alle stime di fatturato pubblicitario pro capite emerse dai bilanci recenti. Non a caso, analisti interpellati da CNBC parlano di un impatto potenziale del 10-15% sulle entrate pubblicitarie europee se un numero significativo di persone dovesse pagare l’abbonamento. L’azienda scommette però sul fatto che la maggioranza, come accaduto con YouTube Premium o Spotify, continuerà a preferire la versione gratuita, sopportando un’esperienza un po’ meno ergonomica pur di non versare un obolo mensile.
Il quadro normativo – Dietro la schermata che tutti vedono c’è un mosaico di regole che vale la pena ricapitolare. Il GDPR,entrato in vigore nel 2018, ha fissato il principio di “consenso libero, specifico, informato e inequivocabile”. Il DMA, arrivato nel 2023, impone ai gatekeeper– categoria in cui rientra pienamente Meta – di offrire un’alternativa alla combinazione indiscriminata di dati personali. Il DSA, operativo dal febbraio 2024, vieta la profilazione basata su dati sensibili e tutela i minori da qualunque targeting comportamentale. La convergenza di queste norme ha costretto Meta a tradurre in una scelta binaria (pagare o accettare) ciò che la legge descrive come un diritto fondamentale: decidere in che misura i propri dati possano essere la benzina dell’economia dell’attenzione.
Le critiche – Fin dal primo annuncio, organizzazioni come BEUC, NOYB e Assoutenti hanno contestato l’interfaccia definendola “dark pattern”, cioè un design che spinge subdolamente verso l’opzione più redditizia per l’azienda. Il pulsante per restare con le inserzioni è grande e colorato, quello per pagare è meno evidente, e mancava una via di mezzo. La nuova alternativa con ads meno personalizzati avrebbe dovuto placare le proteste, ma ha sollevato altri dubbi: perché introdurre spot non skippabili, se non per rendere l’esperienza intenzionalmente fastidiosa e spingere verso il canone?
Conseguenze pratiche per pubblico, aziende e creator – Per gli utenti la novità principale è la consapevolezza che la privacy ha un prezzo esplicito. Chi paga ottiene un feed relativamente “pulito”, senza tracciamento incrociato fra servizi, anche se i contenuti sponsorizzati degli influencer che si seguono restano visibili perché non transitano dall’Ad Manager. Chi resta nel livello gratuito accetta di cedere i propri dati oppure, se sceglie la via meno personalizzata, di subire interruzioni pubblicitarie più lunghe. I brand dovranno spartire il budget tra tre filoni:campagne classiche basate su profili, inserzioni contestuali e contenuti organici brandizzati, con un probabile aumento del costo per mille impression nelle prime due categorie. I creator, infine, scopriranno che in un feed sfoltito dagli annunci i loro post sponsorizzati spiccano di più, aumentando il valore delle collaborazioni commerciali, ma dovranno etichettarle con una trasparenza che il DSA rende obbligatoria.
YouTube offre dal 2018 un abbonamento che elimina gli ads e aggiunge download offline, ma costa 11,99 €, quasi il doppio rispetto alla cifra chiesta da Meta sul web. TikTok sta testando qualcosa di simile nel Regno Unito, mentre X (l’ex Twitter) abbina la rimozione parziale della pubblicità a funzioni extra come post lunghi e spunta blu, per 9,68 €.
Possibili sviluppi – Molto dipenderà dal giudizio definitivo della Commissione europea sull’alternativa “meno personalizzata”. Se verrà considerata insufficientemente equivalente, scatteranno penali che possono toccare 22,5 milioni di euro al giorno. Gli osservatori immaginano un eventuale compromesso con un quarto pulsante, “decidi più tardi”, che ridarebbe all’utente un margine di scelta dilazionata nel tempo. Nel frattempo Meta potrebbe investire in un marketplace pubblicitario fondato solo su segnali contestuali, utilizzando intelligenza artificiale generativa per interpretare in tempo reale il contenuto di un Reel o di una foto e abbinargli lo sponsor più pertinente, senza leggere l’intera cronologia sociale di chi guarda.
Il costo della gratuità – Che si paghi o meno l’abbonamento, l’esperienza quotidiana dei social in Europa non sarà più la stessa. Il messaggio comparso sugli schermi ricorda che la gratuità ha sempre avuto un costo occulto, la cessione dei dati; ora quel costo è quantificato con due decimali e può essere saldato in contanti. La negoziazione fra diritti individuali e modello di business, iniziata nel continente, potrebbe contagiare altre giurisdizioni. Se dovesse passare l’idea che la pubblicità personalizzata sopravvive solo come opzione premium, l’economia dell’ad-tech sarebbe costretta a reinventarsi. Per gli utenti, conoscere le conseguenze di ciascuna scelta resta il primo passo per navigare consapevolmente questo nuovo paesaggio digitale.
La star della WWE e fervente sostenitore di Donald Trump è morto dopo aver subito un arresto cardiaco nella sua casa in Florida.
Hulk Hogan nel 1995. Fotografia:Star Tribune/Getty Images
Hulk Hogan, la star del wrestling diventata fervente sostenitrice di Donald Trump, è morto all’età di 71 anni, ha confermato il suo manager.
Chris Volo ha dichiarato alla NBC Los Angeles che Hogan, al secolo Terry Gene Bollea, ha avuto un arresto cardiaco nella sua casa di Clearwater, in Florida, ed è morto circondato dai suoi familiari.
Le voci sulla salute di Hogan circolano da settimane, dopo che si dice sia stato ricoverato in ospedale. Proprio la scorsa settimana, sua moglie Sky ha smentito le voci secondo cui fosse in coma, affermando che il suo cuore era “forte” dopo diversi interventi chirurgici.
Immediatamente riconoscibile per i suoi baffi biondi a ferro di cavallo e le bandane, Hogan è stato una delle star del wrestling più popolari degli anni ’80 e considerato uno dei più grandi di sempre. Noto per la sua teatralità sul ring e il suo fisico imponente, ha contribuito a trasformare il wrestling professionistico in intrattenimento per le famiglie, principalmente grazie alla sua partnership con la WorldwideWrestling Entertainment (WWE).
La casa di produzione ha anche confermato la morte di Hogan e ha espresso il suo cordoglio per la sua ex star in unadichiarazione su X: “La WWE è addolorata nell’apprendere della scomparsa di Hulk Hogan, membro della WWE Hall of Fame. Una delle figure più riconoscibili della cultura pop, Hogan ha contribuito al successo globale della WWE negli anni ’80. La WWE esprime le sue condoglianze alla famiglia, agli amici e ai fan di Hogan“.
Lingua originale: inglese. Traduzione diGoogle La WWE è addolorata nell’apprendere della scomparsa di Hulk Hogan, membro della WWE Hall of Fame. Una delle figure più riconoscibili della cultura pop, Hogan ha contribuito al successo della WWE a livello mondiale negli anni ’80. La WWE esprime le sue condoglianze alla famiglia, agli amici e ai fan di Hogan.
WWE is saddened to learn WWE Hall of Famer Hulk Hogan has passed away.
One of pop culture’s most recognizable figures, Hogan helped WWE achieve global recognition in the 1980s.
WWE extends its condolences to Hogan’s family, friends, and fans.
Nel 1996, Hogan fondò il New World Order (NWO) e divenne l’Hulk Hogan di Hollywood. Fu introdotto nella WWE Hall of Fame nel 2005, ma il suo status gli fu revocato in seguito allo scandalo che seguì la pubblicazione di una registrazione segreta durante un rapporto sessuale, durante la quale Hogan fece numerosi commenti razzisti. Il blog Gawker degli anni 2010 pubblicò per primo la registrazione; Hogan in seguito fece causa al sito web, vincendo la causa e costringendolo a chiudere.
Hogan è stato nuovamente inserito nel 2020, diventando una figura di spicco del movimento politico “Make America Great Again” (Maga) di Donald Trump. È stato uno dei protagonisti della convention nazionale repubblicana del 2024, strappandosi la maglietta, in stile WWE, per rivelare una maglietta con la scritta “Trump 2024“.
Da sempre attore, Hogan ha continuato la sua carriera di attore, apparendo nel film Rocky III del 1982 nel ruolo di Thunderlips, così come in No Holds Barred, Suburban Commando e Mr. Nanny. Dal 2005 al 2007, ha recitato nel reality show di VH1 “Hogan Knows Best” insieme all’allora moglie Linda e ai figli Brooke e Nick.
1– Bombe d’acqua, lampi e grandinate con forti raffiche di vento: il maltempo fa scattare la nuova allerta. E sale il timore per i fiumi Le previsioni
2 – Allerta meteo
3 – Tempo molto instabile
4 – Il weekend
1 – Bombe d’acqua, lampi e grandinate con forti raffiche di vento: il maltempo fa scattare la nuova allerta. E sale il timore per i fiumi. Le previsioni – Rovesci e temporali: il maltempo sta tornando a colpire il Nordest. La protezione civile regionale del Veneto ha diramato un’allerta idrogeologicadi attenzione da stasera a tutta la giornata di domani per forti rovesci e temporali, anche intensi, attesi sulle zone montane e pedemontane della regione che potrebbero investire anche ampi tratti della pianura. Sono quattro i bacini posti sotto particolare attenzione: l’Alto Piave e il Piave Pedemontano tra Belluno e Treviso, l’Alto Brenta, il Bacchiglione e l’Alpone tra Vicenza e Verona, e il sistema Adige-Garda e Monti Lessini nel Veronese. Su una scala di tre attenzione rinforzata di livello due sulle Dolomiti, dove domani le piogge intense potrebbero reinnescare i recenti movimenti franosi della Croda Marcora che hanno portato a più chiusure della statale 51 Alemagna a San Vito di Cadore.
Bombe d’acqua, lampi e grandinate con forti raffiche di vento: il maltempo fa scattare la nuova allerta. E sale il timore per i fiumi. Le previsioni – di Redazione web
2 – Allerta meteo – Una perturbazione di origine atlantica porta temporali sulle regioni del Nord. Lo indica un’allerta meteo della Protezione civile che prevede dal pomeriggio di mercoledì 23 luglio precipitazioni su Piemonte, Lombardia, Veneto e sul Trentino Alto Adige. I fenomeni saranno accompagnati da rovesci di forte intensità, frequente attività elettrica, locali grandinate e forti raffiche di vento. Valutata per la giornata di domani allerta gialla nelle province di Trento e Bolzano e su ampi settori di Piemonte, Lombardia e Veneto.
Allerta meteo
3 – Tempo molto instabile – Secondo gli esperti di 3BMeteo, nella giornata di giovedì 24 luglio, il nordest sarà colpito da tempo molto instabile con rovesci e temporali fin dal mattino, localmente forti nei settori alpini e prealpini in genere e fino all’alta pianura lombardo veneta. Meno interessato il basso Veneto. Venerdì 25 luglio, invece, il Nordest sarà interessato da schiarite e annuvolamenti associati a rovesci intermittenti e qualche temporale, più diffusi nelle ore centrali del giorno e in serata.
Tempo molto instabile
4 – Il weekend – Stando a quanto prevedono gli esperti di 3BMeteo, anche il fine settimana potrebbe essere interessato da rovesci e maltempo. Sabato 26 luglio, al Nordest prevale una forte variabilità dei fenomeni temporaleschi, con possibilità di brevi rovesci o temporali. I fenomeni potrebbero verificarsi in serata o durante la notte. Temperature in calo, massime tra 23 e 28. Per domenica 27 luglio, invece, da 3BMeteo avvisano che dovrebbe tornare il sereno in pianura, nubi sparse con ampie schiarite sulle Dolomiti e nubi sparse con ampie schiarite altrove.
Il norvegese della Uno X, ottavo in classifica, sottoposto ad accertamenti, ma ha ripreso subito conoscenza. E un fotografo fa cadere Vingegaard
Johannessen collassa al traguardo della tappa del Tour de France
Jonas Vingegaard, protagonista di un duello stellare con Tadej Pogacar, ha vissuto anche una disavventura, finendo a terra dopo il traguardo per lo scontro con un fotografo. “Mi è apparso all’improvviso davanti. Non so cosa stesse facendo, ma mi ha buttato a terra. Le persone in zona arrivi avrebbero dovuto essere più vigili“, ha raccontato con la consueta educazione il corridore della Visma, lamentando poi un dolore alla spalla. All’arrivo c’è stato un altro incidente, col norvegese Tobias Johannessen che è collassato, stroncato dalla fatica della salita. Il corridore del team Uno X 8° nella generale, è stato soccorso con l’ossigeno e quindi portato via in ambulanza. Secondo i medici della squadra, ha quasi subito ripreso conoscenza ma dovrà sottoporsi ad accertamenti.