In Toscana altra aggressione a distanza di due mesi da un episodio simile in Sicilia: un 40enne è entrato negli spogliatoi dopo la partita colpendo a calci, pugni e colpi di sedia il giovane arbitro
Domenica 8 giugno ad Arezzo, un giovane arbitro è stato aggredito al termine del memorial “Mirko Poggini”, torneo di calcio giovanile riservato alla categoria under 13. Protagonista della vicenda secondo le ricostruzioni il padre di un bambino che milita nel vivaio della Vis Pesaro. Dopo il fischio finale della partita con i pari età dell’Arezzo, il 40enne è entrato nello spogliatoio riservato agli arbitri e ha aggredito violentemente con calci, pugni e una sedia il direttore di gara. All’inizio del mese di aprile, un fatto molto simile avvenuto in Sicilia aveva indotto l’Aia a oscurare per qualche ora il proprio sito web con un’immagine che richiamava la non violenza. Grazie al lavoro congiunto dei dirigenti delle due squadre, il genitore è stato identificato e denunciato ai carabinieri per lesioni personali aggravate, come confermato dal presidente Aia, Antonio Zappi.
LE PAROLE DEL PRESIDENTE DELL’AIA – Dopo l’ennesimo episodio, Zappi si è fatto sentire: “È una vera emergenza sociale, noi chiediamo un aiuto alla politica e speriamo che molto presto si arrivi a una modifica del codice penale. Era già stata ipotizzata nell’ambito del Decreto sicurezza, noi speriamo adesso in un prossimo veicolo legislativo. Che la politica non ci lasci soli, perchè ci sono oltre 200 casi dall’inizio della stagione. Una cosa che non è più accettabile”. Zappi ha poi aggiunto: “Nell’ultimo Consiglio federale è stato istituito un nuovo organismo di monitoraggio e contrasto alla violenza. Auspichiamo che molto presto anche l’ordinamento sportivo si doti di strumenti necessari per alzare il livello repressivo, oltre quello formativo e culturale, nei confronti di chi fatica ad accettare le decisioni arbitrali. Tra l’altro – ha aggiunto – in questo caso non c’è stato alcun innesco o alcuna decisione tecnica discussa, è stata una follia del tutto gratuita e non necessaria. Una cosa ancora più grave”.
l tecnico ha firmato un contratto fino al 30 giugno 2027 con il Club nerazzurro
FC Internazionale Milano dà il benvenuto a Cristian Chivu come nuovo allenatore della Prima Squadra. Il tecnico ha firmato un contratto fino al 30 giugno 2027 con il Club nerazzurro.
Ci sono vite che al proprio interno racchiudono una miriade di storie: ci sono vite che sanno affrontare difficoltà di ogni tipo, per ripartire ogni volta più forti e rinnovate. Vite che però trovano dei pilastri sui quali appoggiarsi e intorno ai quali costruire nuove esperienze ricche di significato. Nel corso della sua esistenza Cristian Eugen Chivu ha attraversato esperienze e sfide di portata enorme, vicende che l’hanno formato come uomo e professionista, legandolo in maniera indissolubile ai colori nerazzurri, che da oggi torna a rappresentare nella sua terza vita interista, da allenatore della Prima Squadra.
Nato il 26 ottobre 1980 a Reșița, città di circa 80mila abitanti in Romania,Chivu ha scoperto fin da subito il valore della disciplina per riuscire a sfondare nel mondo del calcio. Un mondo che ha respirato fin dall’infanzia, seguendo l’esempio e la passione di papà Mircea, ex calciatore e primo allenatore di Cristian nelle giovanili del CSM Reșița. Un percorso lungo, senza alcun trattamento di favore: il legame profondo con il padre fa la differenza e insegna a Chivu i valori del sacrificio e dell’ambizione. Cristian inizia come punta, ma all’occorrenza gioca anche da trequartista: è di buona tecnica, tanto da esordire in Prima Squadra a 17 anni, giocando in quello stadio che oggi porta il nome di papà Mircea.Nel 1998 passa all’Universitatea Craiova, poi viene notato da un osservatore dell’Ajax, dove si trasferisce nel luglio del 1999.
Cristian è ormai un difensore che può giocare anche da terzino, ma in Olanda la sua metamorfosi è completa: all’Ajax educa i gesti tecnici e soprattutto allena il cervello, vera e propria scuola di calcio per un ragazzo in rampa di lancio. Nel 2001 Chivu diventa anche il più giovane capitano della storia dei Lancieri: una fascia che può portare solo un ragazzo di grandissima personalità. Ad Amsterdam Cristian vince un campionato, una coppa nazionale e una Supercoppa, poi, dopo 142 presenze in quattro anni, nel 2003 arriva in Italia, alla Roma. Il romeno trascorre quattro stagioni nella Capitale, vincendo una Coppa Italia, poi la svolta decisiva: nel 2007 arriva all’Inter e la sua vita cambia per sempre.
Nei sette anni in cui Chivu ha giocato con la maglia dell’Inter c’è un episodio che racconta il suo rapporto con il Club e i tifosi, più dei successi,più dei trofei, più delle 169 presenze e 3 gol in nerazzurro. Il 24 marzo 2010, 77 giorni dopo aver subito quella terribile frattura al cranio a Verona contro il Chievo, Chivu torna in campo, indossando un caschetto protettivo. Un giorno che rappresenta un nuovo inizio per Cristian, che pochi mesi prima aveva rischiato ben più della propria carriera.Un inizio salutato con un’ovazione dai tifosi nerazzurri al primo, innocuo colpo di testa del difensore: un’emozione difficile da spiegare per Cristian, che da quel momento giocherà per tutto il resto della sua carriera con il caschetto, tolto solo per festeggiare successi e trofei. In totale colleziona tre Scudetti,due Coppe Italia, due Supercoppe Italiane, un Mondiale per Clube la Champions League 2009/10.
Pilastro e capitano della Romania, in Nazionale Chivu gioca 75 partite, partecipando anche agli Europei del 2000 e del 2008. Nel 2014 termina la sua prima esperienza nerazzurra e appende gli scarpini al chiodo, concludendo la sua carriera da calciatore. Inizia così un nuovo capitolo della vita nerazzurra di Cristian, che muove i suoi primi passi da allenatore nel settore giovanile dell’Inter nel 2018.
L’avventura di Chivu inizia con l’under 14, per poi proseguire con under 17 e 18, fino ad arrivare alla panchina della Primavera nell’estate del 2021, un banco di prova importante e stimolante per un uomo ambizioso come lui. Nella sua prima stagione conquista un meraviglioso Scudetto, il decimo nella storia della Primavera nerazzurra, poi lascia l’Inter alla fine della stagione 2023/24.
Nel febbraio 2025 arriva l’occasione di allenare una Prima Squadra: Cristian viene chiamato dal Parma per cercare di ottenere una salvezza complicata nella Serie A 2024/25. Missione compiuta: in 13 partite la squadra emiliana conquista 16 punti e riesce a guadagnarsi la permanenza in massima serie.
Ora Cristian Chivu inizia una nuova esperienza in nerazzurro, la terza nella sua carriera: un’esperienza che vivrà come sempre guidato dai valori della dedizione, dello spirito di sacrificio e del duro lavoro.
Chivu “Orgoglioso di essere tornato. Voglio portare l’Inter il più in alto possibile”
Le prime parole del nuovo allenatore nerazzurro in esclusiva ai microfoni di Inter TV
Cristian Chivu è il nuovo allenatore dell’Inter: il tecnico rumeno si è presentato in un’intervista esclusiva ai microfoni di Inter TV, dove ha raccontato tutta la sua emozione per questa nuova avventura in nerazzurro.
Bentornato all’Inter. Oggi inizia ufficialmente la sua terza vita nerazzurra. Quali sono le sue prime emozioni da allenatore dell’Inter? ”Sono onorato per l’incarico che mi è stato affidato. Ho ambizione e passione, e la trasmetterò ai giocatori perché dobbiamo fare quello che una squadra come l’Inter merita, arrivare fino in fondo e lottare per vincere“.
Arriva in un Club che conosce profondamente, ma che oggi le affida una responsabilità importante. Quali sono le sue aspettative per questa nuova avventura da allenatore dell’Inter? “Vogliamo finire al meglio questa stagione, tutti noi dobbiamo avere la passione che serve per ottenere degli ottimi risultati, bisogna essere efficienti ed efficaci”.
Da dove partirà il suo lavoro? Qual è il primo passo che vuole compiere? “Partirà dal Mondiale per Club, dobbiamo recuperare le energie mentali e andare a fare quello che una squadra come l’Inter deve fare, ovvero provare a vincere il trofeo”.
Negli ultimi anni l’Inter ha fatto dello spirito di gruppo una delle sue armi migliori. Lei ha vissuto squadre forti e vincenti: quanto è decisivo oggi lavorare su questo, insieme al senso di appartenenza?“Sono cose importanti come ad esempio lo è l’ambiente, vogliamo essere ambiziosi perché sono aspetti che portano avanti un gruppo e danno molta autostima”.
Al Parma ha compiuto una vera impresa in pochi mesi. Cosa si porta dietro da quell’esperienza? “La voglia di far bene e centrare gli obiettivi, la società ha creduto in me e i giocatori sono andati sempre in campo determinati”.
I tifosi nerazzurri la ricordano non solo per le vittorie, ma anche per la sua forza, dentro e fuori dal campo. Cosa si sente di dire oggi, da allenatore, a chi ha sempre creduto in lei e nel suo legame con questa maglia? “C’è bisogno di tutti noi, di crederci, di essere entusiasti per una stagione che ancora non è conclusa e guardare con molta positività alla prossima”.
Si sono avute almeno dieci scosse di terremoto tra le 3:57 e le 4:44
Terremoto in provincia di Parma, dove è stata registrata una sequenza sismica, con epicentro vicino Berceto. Secondo i rilievi dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) si sono avute almeno dieci scosse di terremoto tra le 3:57 e le 4:44, la più forte delle quali di magnitudo 3.1 alle 4:05
L’incidente è avvenuto durante il primo tempo supplementare tra Portogallo e Spagna: lo spettatore è deceduto dopo in volo di circa otto metri, cadendo dal settore centrale alla tribuna stampa
I tifosi sugli spalti durante la finale di Nations League tra Spagna e Portogallo (Foto LaPresse)
Un tifoso ha perso la vita durante la finale di Nations League tra Portogallo e Spagna giocata nella serata di domenica 8 giugno a Monaco di Baviera, in Germania.
Tragedia durante la finale di Nations League: tifoso cade dagli spalti e muore – La tragedia è stata confermata anche dall’Uefa: uno spettatore è morto dopo essere caduto dagli spalti durante il primo tempo supplementare, dal settore centrale dell’impianto è precipitato nella tribuna stampa del settore inferiore.Paramedici e polizia sono intervenuti sul posto per prestare soccorso al tifoso. Un portavoce della Uefa ha dichiarato che si è verificata un‘”emergenza medica” e ha confermato che un tifoso è “purtroppo“ morto durante la partita. I rappresentanti di entrambe le squadre hanno espresso le loro condoglianze dopo la partita, vinta dal Portogallo per 5-3 ai rigori dopo che la partita era terminata 2-2.
Il ct della Spagna Luis de la Fuente ha rilasciato una dichiarazione per esprimere le sue condoglianze ai tifosi durante la conferenza stampa post-partita: “Voglio esprimere le mie più sentite condoglianze perché un tifoso è morto. Ci ricorda cosa è importante nella vita“. Un rappresentante della squadra portoghese ha rilasciato analoghe dichiarazioni di condoglianze, affermando che la morte “getta un’ombra sulla nostra vittoria odierna“. Anche il commissario tecnico del Portogallo, Roberto Martinez, ha espresso gli stessi sentimenti, affermando che si tratta di una “notizia estremamente triste“. La caduta, avvenuta da un’altezza di circa otto metri, non ha lasciato scampo al tifoso, le cui generalità non sono ancora state rese note. La dinamica è ancora da chiarire.
Migliaia di persone scendono in piazza a Los Angeles per protestare contro i raid dell’Ice e l’invio di truppe della Guardia Nazionale da parte del presidente.
Domenica a Los Angeles, i manifestanti si oppongono alle politiche di Trump. Fotografia: Étienne Laurent/AFP/Getty Images
Migliaia di abitanti di Los Angeles hanno invaso le strade intorno al municipio, al tribunale federale e a un centro di detenzione dove sono trattenuti i manifestanti arrestati giorni prima. Hanno anche bloccato un’importante autostrada.
Vocale e chiassosa, la folla per gran parte della giornata è stata per lo più pacifica. Ma la tensione è esplosa più volte. Domenica pomeriggio, la polizia ha usato gas lacrimogeni per disperdere gruppi di manifestanti radunati vicino al centro di detenzione. E in serata, gli agenti hanno sparato una serie di granate stordenti nel tentativo di respingere i manifestanti lungo le rampe di uscita dell’autostrada. I vertici della polizia di Los Angeles hanno dichiarato che gli agenti sono stati colpiti da fuochi d’artificio commerciali e da pietre lanciate contro di loro.
La decisione di Trump di inviare truppe della Guardia Nazionale a Los Angeles, contro la volontà delle autorità statali e locali, ha sconvolto la politica americana. Il governatore della California, Gavin Newsom , e altri governatori democratici hanno duramente criticato la decisione, descrivendola come un “allarmante abuso di potere“. Newsom ha chiesto all’amministrazione di revocare lo schieramento “illegale“.
“Questa è una grave violazione della sovranità statale: alimenta le tensioni e sottrae risorse da dove sono effettivamente necessarie. Revocate l’ordinanza. Restituite il controllo alla California“, ha dichiarato Newsom.
La decisione ha segnato una sorprendente escalation nella vasta repressione degli immigrati, in seguito ai raid in tutto il Paese che hanno scatenato proteste.
La federalizzazione delle truppe della Guardia Nazionale da parte di Trumpè la prima volta cheun presidente americano esercita un tale potere dai disordini di Los Angeles del 1992. All’epoca, scoppiò una violenza diffusa in risposta all’assoluzione di quattro agenti di polizia bianchi per aver brutalmente picchiato l’automobilista nero Rodney King.
Entro domenica mattina, circa 300 soldati della Guardia Nazionale erano stati schierati in città. All’inizio della giornata, due dozzine di loro si sono presentati alle troupe televisive fuori dal complesso federale, come se fossero intenti solo a posare per le fotografie.
Guardia nazionale, polizia e manifestanti si sono radunati fuori da un carcere del centro di Los Angeles domenica. Fotografia: Spencer Platt/Getty Images
Nel pomeriggio, migliaia di manifestanti si erano radunati in centro. I manifestanti del centro di detenzione metropolitano si sono scontrati pacificamente con i soldati della Guardia Nazionale pesantemente armati.
“Non abbiamo paura di voi!“, ha urlato John Parker, un organizzatore della protesta armato di megafono. Uno dei tanti striscioni esposti recitava: “Guardia Nazionale LOL“. Graffiti con le scritte “Fanculo l’ICE“, “LAPD può farcela” e “Uccidere tutti i poliziotti” ricoprivano ogni edificio e muro nelle immediate vicinanze.
La polizia di Los Angeles ha dichiarato la protesta un “raduno illegale” , ordinando a tutti coloro che si trovavano nella zona di andarsene, altrimenti sarebbero stati arrestati.
Tuttavia, le proteste sono continuate per ore. La polizia ha riferito di aver arrestato diverse persone. Gli agenti hanno iniziato a pattugliare la zona a cavallo. La polizia stradaledella California ha cercato di allontanare le persone dalla vicina autostrada 101.
Si sentivano scoppiettii nell’area mentre i manifestanti gridavano “Tornate a casa” e “Vergogna“. Giornalisti e manifestanti sarebbero stati colpiti da proiettili. La polizia di Los Angeles ha dichiarato che due agenti sono rimasti feriti dopo essere stati colpiti da motociclisti che cercavano di “sfondare una linea di schermaglia“.
Nel pomeriggio si sono verificati episodi isolati di vandalismo: graffiti su edifici e veicoli, e un manifestante che ha danneggiato lo specchietto retrovisore di un’auto parcheggiata che aveva incrociato. Una fila di auto senza conducente Waymo dipinte con vernice spray, una delle quali con il parabrezza rotto, è stata successivamente incendiata.
Domenica sera, la tensione era aumentata. I manifestanti continuavano a ostruire l’autostrada anche dopo che le autorità avevano tentato di sgomberarla con la forza, lanciando rifiuti e pietre contro la polizia.
Newsom e il sindaco di Los Angeles, Karen Bass, avevano esortato i manifestanti per tutta la giornata a mantenere un atteggiamento pacifico, e domenica sera hanno ribadito il loro appello.
“Protestare è giusto, ma non è giusto che ci sia violenza“, ha affermato Bass.
Il capo del dipartimento di polizia di Los Angeles, Jim McDonnell, domenica sera ha definito la violenza “disgustosa“. McDonnell ha affermato che gli agenti sono stati bersagliati con pietre e colpiti con fuochi d’artificio commerciali.
Ha affermato che coloro che sono coinvolti nella violenza non sono tra le persone che manifestano contro i raid sull’immigrazione, ma sono “persone che lo fanno continuamente“.
McDonnell ha affermato che inizialmente non avrebbe richiesto l’intervento della Guardia Nazionale. Ma, ha aggiunto, “guardando stasera, la situazione è sfuggita di mano“.
In precedenza, domenica, Bass aveva affermato che l’impiego della guardia nazionale era “l’ultima cosa di cui Los Angeles aveva bisogno”, aggiungendo di aver scoraggiato l’amministrazione dal farlo.
“Speravo di evitare che questa situazione si ripetesse“, ha detto Bass. “La nostra città sta ancora cercando di riprendersi dagli incendi.”
“Non abbiamo bisogno di vedere la nostra città fatta a pezzi“, ha affermato, aggiungendo che la gente è “terrorizzata“.
“Leadership folle e inaffidabile”: i democratici condannano l’invio della guardia nazionale di Trump a Los Angeles – video
La mossa di Trump è stata seguita dalla minaccia di un’escalation ancora maggiore. Il Comando Settentrionale degli Stati Uniti ha dichiarato in un comunicato che circa 500 marines di Twentynine Palms, in California , a circa due ore a est di Los Angeles, sono “pronti a schierarsi qualora fosse necessario per rafforzare e supportare le attività del Dipartimento della Difesa a protezione delle proprietà e del personale federali“.
In precedenza, Pete Hegseth, segretario alla Difesa di Trump, aveva sollevato la possibilità di inviare i marines statunitensi nelle strade di Los Angeles.
Newsom ha definito “folle” l’eventuale dispiegamento dei marines statunitensi.
Lui e altri leader californiani hanno ribadito con fermezza che le forze dell’ordine locali hanno risposto adeguatamente alle proteste di venerdì e sabato. “Le forze dell’ordine della città e della contea di Los Angeles stanno salvaguardando la sicurezza pubblica e, come dimostrato dalla vigorosa risposta delle forze dell’ordine di ieri sera a protezione delle strutture federali, le risorse delle forze dell’ordine locali sono sufficienti a mantenere l’ordine“, ha scritto Newsom a Hegseth.
Kristi Noem , segretaria del Dipartimento della Sicurezza Interna, ha criticato la posizione di Newsom durante il programma “Face the Nation” della ABC. Ha affermato: “Se avesse fatto il suo lavoro, la gente non si sarebbe fatta male negli ultimi due giorni… Il governatore Newsom ha dimostrato di prendere decisioni sbagliate“.
Il senatore indipendente del Vermont Bernie Sanders ha definito la situazione una minaccia per la democrazia statunitense.
“Abbiamo un presidente che sta rapidamente trascinando il Paese verso l’autoritarismo“, ha dichiarato alla CNN. “Non crede nello stato di diritto“.
In una dichiarazione congiunta , domenica i governatori democratici hanno condannato l’impiego della guardia nazionale della California da parte di Trump, definendolo un “allarmante abuso di potere”.
Le tensioni a Los Angeles erano iniziate venerdì, quando i manifestanti si erano scontrati con le forze dell’ordine impegnate in retate per l’immigrazione in diverse località del centro della città.
Sabato, le autorità per l’immigrazione degli Stati Uniti hanno esteso i controlli a Paramount, un’area a maggioranza latina a sud-est di Los Angeles, e hanno incontrato ulteriori proteste all’esterno di un parco industriale.
Domenica i manifestanti bloccano l’autostrada 101 vicino al centro di detenzione di Los Angeles. Foto: Eric Thayer/AP
Si è sviluppato uno scontro tra il personale della polizia di frontiera in assetto antisommossa e maschere antigas e i manifestanti. Mentre le dimostrazioni proseguivano, le forze dell’ordine hanno utilizzato gas lacrimogeni e i manifestanti hanno anche lanciato oggetti contro di loro. Almeno un’auto è stata data alle fiamme.
Trump ha poi promesso di inviare la guardia nazionale.
Newsom ha immediatamente condannato la mossa: “Il governo federale sta prendendo il controllo della Guardia Nazionale della California e sta schierando 2.000 soldati a Los Angeles, non perché ci sia carenza di forze dell’ordine, ma perché vogliono uno spettacolo“, ha dichiarato in seguito Newsom. “Non dategliene uno“.
Trump ha promesso da tempo retate di massa contro l’immigrazione in tutti gli Stati Uniti, dopo aver condotto la campagna elettorale dell’anno scorso in parte sul sentimento anti-immigrazione. Da quando è tornato al potere, le retate dell’Ice sono aumentate, prendendo di mira in particolare alcune aree tradizionalmente lasciate incustodite, come i tribunali, dove gli immigrati potrebbero assistere alle udienze.
Una deputata democratica è stata informata che gli ufficiali dell’immigrazione potrebbero essere presenti inCalifornia in numero maggiore per un mese.
Nanette Barragán, la rappresentante degli Stati Uniti che ha la Paramount nel suo collegio elettorale, ha affermato che le è stato chiesto di prepararsi a una grande presenza di Iceagents inCalifornia.
“Ci è stato detto di prepararci per 30 giorni di applicazione delle misure. Trenta giorni di applicazione delle misure dell’Ice“, ha detto Barragán alla CNN, aggiungendo che la loro presenza “aggraverà la situazione“