Conferma in blocco per tutta l’area scout dell’Inter, tranne per Samir Handanovic: ecco cosa farà l’ex capitano nerazzurro
Conferma in blocco per tutta l’area scout dell’Inter (tranne una persona), cambiano invece i protagonisti del settore giovanile. Ne parla La Gazzetta dello Sport, che si sofferma anche sul futuro di Samir Handanovic. Sarà proprio lui infatti a iniziare una nuova carriera dalla prossima stagione.
Handanovic cambia ruolo – Dopo i rinnovi dello scorso autunno dell’a.d. Marotta e del d.s. Ausilio, seguiti in primavera da quello del vice d.s. Baccin, pochi giorni fa è arrivata la conferma in blocco dell’area scouting della prima squadra. L’operazione è stata conclusa nei giorni precedenti al cambio di proprietà da Zhang a Oaktree. Alla guida dell’area scouting resterà dunque Corrado Verdelli che nella sua carriera all’Inter ha ricoperto tutti i ruoli: giocatore della formazione dello scudetto dei record (1988-89), tecnico della Primavera (un tricolore e un torneo di Viareggio vinti in due stagioni, dal 2000 al 2002), vice di Cuper e di Zaccheroni, scout e dal 2018-19 coordinatore dell’area. La squadra degli 007 nerazzurri è invece composta da Beppe Baresi, Leonardo Simoni, Francesco Sotera, Damiano Moscardi, Paolo Bertani, Federico Cavola e Simone Canovi. Uscirà dal gruppo Samir Handanovic che inizierà la sua carriera da allenatore e la prossima stagione allenerà la squadra Under 17.
Novità nel settore giovanile – Nel settore giovanile invece ci saranno diverse novità e qualche cambiamento. Massimo Tarantino, il direttore della cantera nerazzurra arrivato un anno fa, ha scelto Pasquale Berardi come nuovo coordinatore degli scout. Da anni lavora per l’Inter e dunque si tratta di una promozione interna. Sostituirà Gian Paolo Manighetti che durante la sua avventura a Interello ha contribuito a individuare diversi talenti tra i quali Valentin Carboni. Cambieranno anche alcuni scout, i cui sostituti saranno annunciati nelle prossime settimane. Adesso l’attenzione è spostata sulle finali dei vari campionati visto che l’Inter è in corsa per tutti e cinque gli scudetti (Under 15, Under 16, Under 17, Under 18 e Primavera; in questi ultimi due tornei è in semifinale). Poi verrà il tempo delle scelte e degli annunci. Nessuna novità, invece, per il coordinatore del settore tecnico del vivaio, con Daniele Bernazzani che resterà al suo posto”, si legge.
Il Pronto Soccorso dell’ospedale di Menaggio non chiude, almeno per ora. La decisione è emersa nella riunione convocata oggi dal presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana, assieme all’assessore al Welfare Guido Bertolaso, con tutti i consiglieri regionali comaschi interessati alla vicenda, assieme ai consiglieri regionali, ai sindaci, al presidente della Comunità montana, oltre al direttore generale di Asst Lariana, Luca Stucchi. Ricordiamo che solo venerdì scorso Bertolaso aveva comunicato l’intenzione di chiudere il Pronto Soccorso del presidio centrolariano e di trasformare via via la struttura in un centro per cronici e non più per acuti, spostando nel contempo l’emergenza-urgenza sul polo privato di Gravedona. Oggi pomeriggio, a quanto si apprende, l’inversione di rotta (se definitiva o momentanea, lo dirà il tempo). Di seguito, la prima nota sull’incontro in Regione, diffusa dal sindaco di Menaggio, Michele Spaggiari.
Si è tenuto oggi pomeriggio alle 16:30 un primo incontro in Regione con al centro il futuro dell’Ospedale di Menaggio, alla presenza del Presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana, dell’Assessore al Welfare Guido Bertolaso, deirappresentanti comaschi in Regione e del Direttore di ASST Lariana Stucchi.
È stata l’occasione per i Sindaci di ribadire il proprio dissenso circa le ultime notizie relative al Pronto Soccorso e per ribadire la volontà dei primi cittadini di dare stabilità ai servizi presenti nel Presidio di Menaggio. È stato chiesto di rivedere immediatamente la decisione annunciata nei giorni scorsi dall’Assessore Bertolaso, per iniziare subito un percorso condiviso di crescita non solo dei servizi territoriali e per i cronici ma, anche e soprattutto, di quelli ospedalieri.
Ad oggi non vi sarà nessuna chiusura dei servizi presso l’Ospedale. Nelle prossime settimane si terranno degli incontri per un confronto che porti ad una scelta condivisa sul futuro.
Nonostante questa svolta, la partita sul futuro non sembra finita come dimostrano le parole pronunciate dopo l’incontro dal consigliere regionale di Forza Italia Sergio Gaddi: “Ci vuole il coraggio da parte della TRegione di annunciare un radicale cambio di prospettiva. Bisogna dire che l’ospedale di Menaggio tornerà a essere un ospedale vero. Il Pronto Soccorso deve avere a fianco almeno i reparti di medicina, chirurgia e rianimazione, altrimenti non si può intervenire in sicurezza. Questo è il nucleo di un ospedale efficiente. Purtroppo, negli ultimi anni l’ospedale di Menaggio ha subito uno svuotamento progressivo con l’illusione di una sua riconversione. Le difficoltà oggettive (medici, personale, numeri di accessi) ovviamente ci sono, ma solo con la prospettiva chiara di una riapertura effettiva si potrà restituire la fiducia per far sì che a partire dai medici torni l’utenza”.
Una nota è stata diffsa anche dal consigliere regionale del Pd Angelo Orsenigo: “Dal presidente Fontana apprendiamo che nei piani di Regione Lombardia l’ospedale Erba-Renaldi si conferma nelle critiche condizioni attuali, contrariamente a quanto affermato nei giorni scorsi rispetto alla chiusura paventata del pronto soccorso. Ospedale salvo, allora? A giudicare dalla confusione che regna in giunta, non è così. A oggi l’ospedale non è nel pieno delle sue funzionalità e sul suo futuro non ci possono essere compromessi. Primo: serve un pronto soccorso pienamente funzionale. Successivamente, dobbiamo aprire un percorso di ritorno alla piena operatività, come già chiesto molte volte dal Partito Democratico, dal Comitato locale in difesa del presidio e dai 14 mila cittadini che hanno firmato la petizione con questo obiettivo”.
“Con questi obiettivi, dobbiamo fare tutto il possibile per contrastare anche la carenza di personale che riguarda i nostri territori di frontiera, costantemente privati di addetti del comparto sanitario in fuga verso la Svizzera. Servono incentivi sui salari e alloggi a prezzi calmierati,” conclude il consigliere. “Non ci possono essere compromessi. Salviamo l’ospedale di Menaggio, difendiamo il diritto alla salute degli abitanti del lago di Como. Continueremo a dare battaglia in Consiglio regionale e in piazza” conclude il consigliere Pd.
Anche il sindaco di Tremezzina, Mauro Guerra, da sempre in prima linea per l’ospedale di Menaggio, è intervenuto dopo la riunione in Regione: “Nella riunione odierna ho chiesto di fermare ogni eventuale intenzione di chiusura del pronto soccorso e di concordare un percorso serio e franco di confronto con il territorio, amministratori e forze economiche e sociali. Non solo non si deve chiudere il pronto soccorso e trasformare Menaggio in struttura per assistenza di cronici ma occorre fermare il processo di progressivo svuotamento delle funzioni proprie dell’Ospedale. Ho aggiunto che dissento da entrambe le ipotesi per il futuro dell’Ospedale di Menaggio che oggi sono state brevemente illustrate, mentre chiedo che resti in campo la proposta formulata e condivisa dai Sindaci e già consegnata da tempo alla Regione, che prevede un rilancio dell’Ospedale di Menaggio con le funzioni proprie di un ospedale, essenziale per un territorio e comunità come quello del lago e delle valli”.
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Chiusura del pronto soccorso di Menaggio, Bertolaso: «Se sono un problema Fontana mi ritiri le deleghe». Il governatore lo blinda: «Ne riparliamo tra 4 anni»
Travolto dalle polemiche scatenate dal suo annuncio sulla chiusura, l’assessore regionale al Welfare si dice pronto a lasciare. Il presidente lombardo alza uno muro in difesa dell’ex capo della protezione civile
«Questi in Regione Lombardia sono i miei tempi supplementari, sono nelle mani del presidente Fontana». Travolto dalle polemiche scatenate dal suo annuncio sulla chiusura del pronto soccorso dell’ospedale di Menaggio, l’assessore regionale al Welfare si dice pronto a lasciare. L’esponente della giunta di fatto mette il suo futuro nelle mani del governatore, che subito blinda il suo uomo di fiducia. «Bertolaso? Fra quattro anni ne riparliamo», dice il presidente lombardo, alzando uno muro in difesa dell’ex capo della protezione civile nazionale sbarcato in Lombardia in epoca Covid.
Contro l’annuncio di Bertolaso è insorto un intero territorio. Non solo. Gli stessi esponenti comaschi di maggioranza, dall’assessore Alessandro Fermi ai consiglieri lariani Anna Dotti, Sergio Gaddi, Gigliola Spelzini e Marisa Cesana, hanno sfiduciato il titolare del Welfare e hanno chiesto l’intervento di Attilio Fontana.
L’ipotesi passo indietro di Bertolaso era trapelata inizialmente da indiscrezioni sui messaggi circolati nella chat degli assessori. Lunedì mattina, partecipando all’evento Salute Direzione Nord, è stato lo stesso Bertolaso a uscire allo scoperto. «Se c’è qualche situazione che può creare problemi Fontana mi può ritirare la delega, ma ci sono ancora cose che vorrei fare prima di lasciare questo territorio», ha detto l’assessore. «Sono un servitore dello Stato, ho sempre lavorato per il mio Paese e sono orgoglioso di averlo fatto – ha aggiunto -. Sono andato in pensione 12 anni fa e sono ancora qua. Io sono un medico, prima di tutto conta il rispetto del giuramento che ho fatto. Io ho il compito di tutelare la salute dei miei cittadini».
La risposta di Attilio Fontana non si è fatta attendere. Pochissime parole, ma inequivocabili. «Fra quattro anni ne riparliamo», ha risposto, blindando di fatto il suo uomo di fiducia nel suo ruolo in giunta. Una dichiarazione che ha portato all’immediata replica dall’opposizione dell’esponente comasco del Pd Angelo Orsenigo: «Fontana finalmente rompe il silenzio sull’agghiacciante vicenda dell’ospedale di Menaggio. Non lo fa per rassicurare i cittadini e per fare un passo indietro. Lo fa per confermare la propria fiducia in Bertolaso e blindarlo per altri quattro anni. È evidente che così Fontana stia confermando anche la condanna a morte pronunciata nei confronti del presidio ospedaliero della provincia di Como».
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Chiude il pronto soccorso dell’ospedale di Menaggio: annuncio choc di Bertolaso
L’annuncio improvviso della chiusura del pronto soccorso dell’ospedale di Menaggio ha scatenato una forte reazione nella comunità locale. Nonostante la situazione dell’ospedale Erba Renaldi fosse già incerta da tempo, con un comitato che ha raccolto 14mila firme per la sua salvaguardia, la notizia ha comunque colto tutti di sorpresa.
Durante una visita all’ospedale di Gravedona, l’assessore regionale al welfare Guido Bertolaso ha dichiarato che ci sarà una collaborazione fra gli ospedali di Menaggio e Gravedona. Menaggio verrà riorganizzato come presidio per cronici, mentre Gravedona, sede di DEA (dipartimento emergenza urgenza) sarà il riferimento per gli acuti. E’ una scelta, ha spiegato Bertolaso, che sarebbe stata adottata in termini di ottimizzazione delle risorse.
Le reazioni non sono tardate ad arrivare dalla politica. Esponenti politici di diverse fazioni hanno criticato duramente l’annuncio. L’assessore regionale Alessandro Fermi, insieme ai consiglieri comaschi di maggioranza Gigliola Spelzini, Marisa Cesana, Anna Dotti e Sergio Gaddi, ha diffuso una nota congiunta: “Contestiamo il metodo, che in questo caso diventa anche merito. È stata annunciata la volontà di chiudere il Pronto Soccorso dell’Ospedale di Menaggio senza che né i rappresentanti regionali né i sindaci del territorio ne fossero a conoscenza“.
Anche l’opposizione non è rimasta in silenzio. Chiara Braga, comasca e capogruppo Pd alla Camera, e il consigliere regionale Angelo Orsenigo hanno criticato apertamente la decisione. “L’annuncio fulmineo dell’assessore Bertolaso – ha commentato Braga – guarda caso subito dopo le elezioni europee e amministrative, pronunciato senza nemmeno avere il coraggio di un confronto con le istituzioni sul territorio, di voler privare in maniera definitiva il presidio ospedaliero di Menaggio dell’unità di Pronto Soccorso, un servizio di emergenza e urgenza, fondamentale per le necessità e i bisogni dei cittadini che risiedono in questo particolare territorio del Lago di Como è la condanna a morte della sanità pubblica per il territorio del centro-alto Lago di Como”. Questa la dura nota della capogruppo del Partito Democratico alla Camera, la comasca Chiara Braga che considera quella della Giunta di Regione Lombardia “una decisione gravissima, un colpo devastante inferto sulla qualità di accesso alla cura per i comaschi residenti sul lago”.
“Mentre l’ospedale di Menaggio è minacciato dalla decisione di Bertolaso di chiuderne il pronto soccorso e trasformarlo in un presidio per cronici – interviene Orsenigo – ecco che nella maggioranza volano gli stracci e si scoprono i retroscena della decisione. Mentre il territorio è in subbuglio, non solo ci si azzuffa tra assessori della stessa maggioranza, con Bertolaso che si dice “ben lieto di passare il testimone”; scopriamo anche che il piano di totale ridimensionamento dell’ospedale di Menaggio sarebbe stato tenuto nascosto fino al termine delle elezioni europee, come riportato da Ansa in queste ore. Se non ci fosse di mezzo il diritto alla salute di decine di migliaia di persone dell’area del lago di Como, farebbe ridere. Invece è uno spettacolo triste e indegno”.