Scontri tra tifosi nel pomeriggio di sabato 3 febbraio prima del match Perugia-Rimini allo stadio Renato Curi. Secondo quanto è stato possibile apprendere, gli ultrà delle due tifoserie sarebbero venuti alle mani dopo il lancio di un petardo da parte di un tifoso del Rimini. Lo scontro, in cui i due gruppi di ultrà si sono picchiati, si è verificato durante l’accesso allo stadio nella zona della sopraelevata. I poliziotti della questura, presenti in forze come per ogni partita del Perugia, sono immediatamente intervenuti e nel giro di poco tempo, sono riusciti a separare e allontanare i due gruppi di ultrà. Le riprese poi verranno vagliate anche in un secondo momento per identificare e attribuire eventuali responsabilità che potrebbero portare il questore, come sempre accade in questi casi, all’emissione di un Daspo.
Aveva 89 anni. Soprannominato Uccellino per la leggerezza con cui superava gli avversari, giocò in viola dal 1958 al 1967 entrando nella storia del club. Con il Milan conquistò scudetto e coppa dei Campioni
Si stacca un’altra figurina dall’album della memoria, questa era bionda e valeva tanto. Nella stagione che ci sta portando via molti grandi calciatori del passato, l’ottantanovenne Kurt Hamrinrappresenta un momento di altissima densità e classe: è stato un attaccante fenomenale, un’ala destra guizzante che sapeva tirare da ogni posizione, col destro e col sinistro, segnando montagne di gol: addirittura 190 in serie A, dove soltanto otto campioni nella storia hanno saputo fare meglio.
Il Presidente Commisso, la sua Famiglia, la Dirigenza e tutta la Fiorentina si uniscono al dolore della famiglia e dell'intero mondo del calcio per la scomparsa di Kurt Hamrin, leggenda del calcio e della Fiorentina, di cui detiene il record di gol segnati in maglia viola💜 pic.twitter.com/W1mK4HUkLy
Bandiera della Fiorentina – Kurt Hamrin è legato soprattutto alle imprese con le maglie della Svezia, della Fiorentinae del Milan, tra la fine degli anni Cinquanta e i Sessanta ruggenti. Per intanto, si sappia di quando arrivò nientemeno che in finale di Coppa Rimet, cioè il mondiale, contro il meraviglioso Pelé: era il 1958, e l’Uccellino già volava. Questo era infatti il soprannome di Hamrin, per via di una struttura atletica assai agile ma non fragile, e per la sua leggerezza di gioco che lo rendeva spesso imprendibile per i difensori avversari.
Agnelli lo portò alla Juve – Prima di accostare la sublime grandezza di quel Brasile (ma anche la Svezia, all’epoca, non scherzava), il leggiadro Kurt aveva rischiato di diventare un’icona juventina quando l’avvocato Agnelli lo vide giocare e lo volle. Narra la leggenda che glielo avesse segnalato un minatore, con una lettera appassionata. Sia come sia, Hamrin a Torino fu bloccato dagli infortuni ma anche – dicono i maligni – dalla gelosia di Boniperti, che pensava di poter essere intralciato dal biondino. Il quale venne così ceduto al Padova e poi alla Fiorentina, la squadra della sua vita, la maglia per la quale soltanto Batistuta ha saputo segnare di più.
Ci ha lasciati Kurt Hamrin, protagonista di successi indimenticabili nella storia rossonera. Tutto l'#ACMilan si unisce al cordoglio della sua famiglia in questo momento di dolore.
We grieve the passing of Kurt Hamrin, an unforgettable pillar of Rossonero history. All of AC… pic.twitter.com/63gTNP2Yrs
Al Milan scudetto e Coppa dei Campioni – A Firenze, Hamrin non ha vinto lo scudetto (ma, tra le altre cose, una Coppa delle Coppe e due Coppe Italia), arrivando due volte secondo e facendosi desiderare da mezzo calcio mercato: lo voleva l’Inter, lo voleva il Torino, ma fu il Milan a spuntarla nel 1967, quando l’Uccellino aveva già 33 anni. Con i rossoneri, Hamrin riconquistò la Coppa delle Coppe (doppietta in finale contro l’Amburgo nel 1968), ma soprattutto raggiunse lo scudetto e la Coppa del Campioni nel 1969. Il finale di carriera si svolse tra Napoli e Stoccolma, quietamente.
A Coverciano insegnava calcio ai bambini – Kurt Hamrin amava molto l’Italia, e decise di vivere a Coverciano con la moglie (50 anni di matrimonio festeggiati già nel 2005) e con i cinque figli. Per tanto tempo ha insegnato calcio ai bambini e ai ragazzi della Settignanese, e ha vissuto una vita assolutamente normale, quella vita che aveva iniziato come operaio e poi come tipografo, e chiuso come commerciante di ceramiche prima che il mercato cinese lo obbligasse alla chiusura. Anche lui, il biondo Kurt, in fondo era una porcellana delicata e lucente.