Davide Rebellin, arrestato in Germania il camionista che investì e uccise il campione di ciclismo


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Davide Rebellin aveva 51 anni: professionista dall’agosto 1992, aveva chiuso la carriera alla Veneto Classic il 16 ottobre

Eseguito il mandato di arresto europeo firmato dalla procura di Vicenza: Rieke Wolfgang, 61 anni, dopo aver travolto il ciclista su una rotatoria di Montebello Vicentino, era fuggito senza prestargli soccorso

È in carcere da due giorni Wolfgang Rieke, il camionista tedesco che, il 30 novenbre dello scorso anno, ha investito e ucciso il campione di ciclismo Davide Rebellin, durante un allenamento sulle strade di Montebello Vicentino. Nel pomeriggio di giovedì 15 giugno, la polizia tedesca ha dato esecuzione al mandato di arresto europeo firmato dal giudice per le indagini preliminari di Vicenza, per il reato di omicidio stradale e omissione di soccorso. Il mandato era stato inoltrato dopo che lo stesso giudice aveva disposto nei confronti di Wolfgang la misura cautelare della custodia in carcere. Si chiude così il cerchio sulla tragica morte del 51enne ex campionissimo delle classiche a due ruote.

La fuga e l’individuazioneWolfgang Rieke, nel pomeriggio di mercoledì 30 novembre, dopo aver travolto Rebellin, si era allontanato facendo perdere le proprie tracce. Il camionista, 62 anni, era stato identificato grazie alla collaborazione tra carabinieri e polizia tedesca. Si erano accese anche forti polemiche, allora, per il mancato fermo dopo l’individuazione, fatto dovuto alla mancanza, nel codice penale tedesco, del reato di omicidio stradale e della misura che il reato stesso prevede in Italia. A carico di Rieke, che, come detto, è indagato dalla procura di Vicenza anche per omissione di soccorso, risulta un patteggiamento al tribunale di Foggia del 2001 per violazione dell’obbligo di fermata in caso di incidente con persone coinvolte. Nel 2014, al camionista era già stata ritirata la patente per guida in stato di ebrezza dalla polizia di Chieti.

Decisive le telecamere in zona – I carabinieri avevano acquisito le immagini delle telecamere di sorveglianza della zona, in particolare quelle puntate sul parcheggio del ristorante «La Padana», poco lontano dal punto dell’incidente. I dispositivi elettronici – come avevano spiegato gli investigatori – avevano ripreso il tir «incriminato» mentre accedeva all’area di sosta vicina alla rotatoria dov’è avvenuto l’incidente, proprio intorno all’orario in cui lo stesso era avvenuto. Erano stati ripresi due camion in entrata in tempi compatibili con l’investimento mortale ma le attenzioni si erano da subito concentrate sul tir con targa tedesca che, una volta entrato nell’area di sosta, era rimasto fermo nel piazzale per circa quattro minuti. Stando alla ricostruzione fatta da alcuni testimoni l’autista era sceso dal camion e si era avvicinato alla vittima, per risalire subito dopo in cabina di guida e allontanarsi. Lo stesso Rieke era stato anche fotografato da alcuni dei presenti.

L’investimento – Le telecamere non erano riuscite a riprendere il momento dell’incidente ma solo gli istanti immediatamente successivi. La dinamica dell’investimento era comunque sembrata da subito abbastanza chiara. Davide Rebellin sarebbe stato «agganciato» dal mezzo pesante all’uscita dalla rotatoria: Wolfgang Rieke l’avrebbe investito in pieno proprio con la manovra d’ingresso al parcheggio. Sul piazzale di sosta dei tir era rimasta un’ampia macchia di sangue. La bicicletta del campione di San Bonifacio era stata invece trovata a circa trenta metri di distanzaripiegata su stessa. Carlo Rebellin, fratello di Davide, saputo di un incidente in zona che coinvolgeva un ciclista, in quel pomeriggio di buio era corso sulla rotatoria di Montebello: nel «relitto» della bicicletta a terra aveva subito riconosciuto quella del fratello.

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