CGIL lavorare in sicurezza è un dovere civile


CGIL  lavorare in sicurezza è un dovere civile

L’idea di diffondere la cultura della sicurezza nei luoghi di lavoro anche attraverso il teatro continua a piacerci.

L’occasione è data da “Giorni rubati”, uno spettacolo scritto e interpretato da Giammarco Mereu, ex operaio vittima di un grave incidente sul lavoro.

La rappresentazione teatrale trae spunto dal terribile infortunio subito dal giovane operaio, che nel 2006 venne investito dal cancello del cantiere dove lavorava. Un peso di seicento chili che gli ha spezzato la schiena, costringendolo per sempre su una sedia a rotelle. La costrizione fisica non gli ha però impedito di usare il pensiero; la sua mente ha ideato e permesso di portare in scena “Giorni rubati”, che è il racconto di quella terribile esperienza e delle conseguenze che ha avuto sulla sua vita.

 La Segreteria Regionale CGIL Lombardia

 Il Dip. Reg. Salute e Sicurezza 

 
dal 4 al 9 ottobre 2011
produzione Rossolevante
GIORNI RUBATI
testo Gianmarco Mereu
regia
Silvia Cattoi e Juri Piroddi
 
con Gianmarco Mereu Giancarlo Brioni, Silvia Cattoi, Juri Piroddi
drammaturgia collettiva
musiche di scena eseguite dal vivo dal Maestro Giancarlo Brioni
costumi Francesca Pischedda
video Fabio Fiandrini
foto Lara Depau, Antonia Dettori, Pietro Basoccu

Norma «anti-blog», la Rete si mobilita


il comma 29 nel ddl intercettazioni

Norma «anti-blog», la Rete si mobilita

Multe per migliaia di euro per chi non rettifica
Proteste bipartisan: da Cassinelli (Pdl) a Di Pietro (Idv)

MILANO- La chiamano «norma liberticida». I più agguerriti anche «misura fascista». Sta di fatto che il comma 29 del Ddl Alfano sulle intercettazioni, sta già facendo discutere. Anche molto. Già perché equipara i blog ai siti di informazione. E prevede una multa di 12 mila euro per la mancata rettifica entro 48 ore. Ma il web non ci sta. Il tam tam è già cominciato. E dalla piazza virtuale si è passati a quella reale. Giovedì una manifestazione a Roma, in piazza del Pantheon.

L’ITER– Insomma il governo ci riprova. Insieme con il Ddl intercettazioni rispunta anche le norma che fece arrabbiare gli internauti (e non solo) nel 2010. Basterà una richiesta dalla persona citata dal blog e avrà diritto alla rettifica senza che la «testata» possa replicare a sua volta. In caso di inadempienza si incorre in una multa che può arrivare a 12 mila euro. Ora per essere approvato, il disegno di legge deve passare l’iter parlamentare, partendo dalla Camera. Si comincia a discutere martedì. La maggioranza punta a un’approvazione rapida, ma l’opposizione già storce il naso.

LE PROTESTE – Ma il comma 29 dell’articol0 3 sta scatenando feroci proteste sul web. Gruppi Facebook, Twitter, blog. Tutti insieme chiedono l’abolozione. «Questo è un ricatto», o peggio: «Vogliono imbavagliare tutti». «Loro attaccano noi, noi attaccheremo loro. Restiamo in attesa di nuove informazioni dal Palazzo. Agiremo di conseguenza», minaccia un altro utente. Ma anche questa volta, il dissenso sembra essere bipartisan. In prima linea c’è il deputato del Pdl Roberto Cassinelli. Proprio lui ripresenterà l’emendamento scritto appunto nel 2010 con alcuni blogger italiani. Ma chiarisce: «Non c’è nessuna volontà di soffocare la libertà della rete, ma forse poca sensibilità nei confronti del fenomeno col quale vogliamo rapportarci». Non è della stesso parere Antonio Di Pietro che dal suo blog attacca: « È un insulto alla libertà e alla democrazia, è una misura fascista». Gli fa eco l’ex ministro Paolo Gentiloni: « L’unica conseguenza di una tale assurdità giuridica sarebbe il blocco di fatto di siti, blog e social network».

«NORME VUOTE»Antonino Polimeni, avvocato specializzato in diritto dell’informatica, spiega che la norma «così scritta è inapplicabile». Per molte ragioni, ma prima di tutto perché «l’email non ha alcun valore legale. Anzi». Secondo l’avvocato, la legge «serve solo a mettere pressione alla popolazione, nel senso più ampio». Diverso il discorso per le testate giornalistiche, «cambierà tutto». Visto che avendo «una redazione fisica, la notifica potrà arrivare anche con posta certificata».

Comunicato Ufficiale F.C. Internazionale


Comunicato Ufficiale F.C. Internazionale

MILANO – F.C. Internazionale comunica che stamane, al centro sportivo di Appiano Gentile, l’allenamento della prima squadra è stato diretto da Daniele Bernazzani e Giuseppe Baresi.

La Società ringrazia Gian Piero Gasperini per l’impegno dimostrato nello svolgimento dell’incarico, manifestando il proprio rammarico per l’interruzione del rapporto tecnico.

Juventus, c’è lo stadio ma……….


Da  Corriere della Sera – Martedì 20 settembre 2011 – Economia/Mercati finanziari

Juventus, c’è lo stadio ma Piazza Affari si allontana:

Il rapporto non è mai stato dei più coerenti. Juventus, Lazio e Roma gli unici tre club che abbiano mai sperimentato in italia, hanno avuto storie sportive differenti. Splendori, ma anche pagine tristi e persino umilianti, come quella di calciopoli per la prima. Sotto il profilo più strettamente economico-finanziario, invece, non c’è dubbio che lo status della vecchia Signora sia sempre risultato superiore a quello delle due romane, fosse solo per il fatto di avere l’Exor degli Agnelli come socio di stragrande maggioranza. Per tutte le italiane, comunque, ha sempre pesato in negativo un argomento del tipo: non hanno ricavi stabili nè consistenza patrimoniale, visto che le loro entrate dipendono da risultati sportivi e valori dei calciatori che sono per loro natura aleatori (se non artificialmente manipolati), e dai proventi televisivi.

Colpisce  allora che proprio poco dopo l’entrata in esercizio dello stadio di proprietà – una novità che avvicina la Juventus ai vari Manchester e Barcellona e va proprio nella direzione dello “spessore” economico e commerciale – per il club torinese scatti il “declassamento” dal segmento Star di piazza affari, comunicato ieri. E più in generale, visto che si è reso necessario l’azzeramento del capitale e un aumento per coprire le perdite per 95 milioni di euro, la stessa permanenza sul mercato azionario sia a rischio. Nulla da dire : le regole sono regole, e quelle del mercato sono chiare quanto a flottante e requisiti finanziari. Sarà, allora, che da noi il rapporto pallone-Borsa è nato sotto una cattiva stella . E che, a causa degli errori del passato, i due non possono proprio coesistere.

 

Una Poesia in memoria……….


Una poesia in memoria dei sette lavoratori della ThyssenKrupp morti così tragicamente

Il cuore in Fabbrica Il cuore rimasto in Fabbrica anche adesso che ho raggiunto la pensione Sognavamo il cielo ma da decenni è sempre più lontano Il silenzio e la solitudine circondano la mia Fabbrica e tutte le fabbriche d’Italia La classe operaia non è più centrale e il paradiso è diventato inferno di fiamme di fuoco e d’olio bruciato di operai sfiniti che fanno notizia solo quando diventano torce umane Operai sfruttati come non è successo mai Il silenzio e la solitudine circondano la mia Fabbrica e tutte le fabbriche d’Italia Anche il nostro bravo Presidente urla instancabile le morti sul lavoro ma anche le sue sono urla impotenti Addio Compagni di fatica, di sogni e d’ideali Bagnati dalle nostre lacrime riposate in pace.

Carlo Soricelli metalmeccanico in pensione

Morti Bianche


OSSERVATORIO INDIPENDENTE DI BOLOGNA SULLE MORTI PER INFORTUNI SUL LAVORO ATTIVO DAL 1 GENNAIO 2008

PER NON DIMENTICARE

Antonio schiavone 36 anni
Roberto Scola 32 anni
Angelo Laurino 43 anni,

Bruno Santino 26 anni
Rocco Marzo 54 anni,

Rosario Rodinò 26 anni
Giuseppe Demani 26 anni

E TUTTI I LAVORATORI MORTI PER INFORTUNI SUL LAVORO

DEDICHIAMO IL 6 DICEMBRE IL GIORNO DELL’INFORTUNIO MORTALE DEI SETTE OPERAI DELLA THYSSENKRUPP DI TORINO A TUTTI I MORTI PER INFORTUNI SUL LAVORO

http://youtu.be/_CbQZ76Xg_8 

Incidenti sul lavoro, 269 morti da gennaio
Nelle ultime 24 ore sei nuove vittime

Dall’inizio dell’anno l’ incremento, rispetto allo stesso periodo del 2010 è del 21,4 %. Ma a questa cifra va aggiunta quella degli incidenti nel percorso casa-lavoro, vittime spesso dovute a stanchezza e stress per le condizioni lavorative: Il numero raggiunge il record drammatico di 509

lE CATEGORIE PIù COLPITE SONO:

EDILIZIA 78 – 29,4% – AGRICOLTURA 73- 28% – INDUSTRIA 29 – 10,1%

AUTOTRASPORTO 22 – 8,3% – STRANIERI 29 – 11%

Le ultime sei vittime, oggi, sono un operaio romeno di 27 anni precipitato dal tetto dell’azienda per cui stava lavorando, a Borgo Isonzo, in provincia di Latina, due operai di Appiano e Chermes, dipendenti di un’impresa di manutenzione dei pozzi neri, trovati morti all’interno di un pozzo a Vipiteno 2, un pescatore di Chioggia (Venezia) disperso in mare 3 dopo che il peschereccio su cui stava lavorando è affondato al largo della costa veneta e un operaio romeno, P.G., è morto folgorato mentre lavorava 4 alla costruzione di un ponte sul fiume Giovenco nel territorio del Comune di San Benedetto dei Marsi (L’Aquila). L’uomo era alla guida di una autogru che azionava la pompa del calcestruzzo e, per motivi da chiarire, ha urtato i fili dell’alta tensione: il giovane è morto all’ istante. La sesta vittima è un operario romeno di 43 anni, Gheorghe Peteleu, morto stasera schiacciato dalle ruote di un camion che stava riparando. L’incidente mortale si è verificato all’interno della concessionaria Volvo veicoli industriali di viale Zaccagna a Marina di Carrara.

Due operai, invece, sono rimasti feriti in un incidente sul lavoro verificatosi in un’impresa metalmeccanica di Gela che opera nella zona industriale. Uno dei due lavoratori, un 53enne, è stato immediatamente ricoverato all’ospedale di Gela “Vittorio Emanuele” e sottoposto a intervento chirurgico. Le sue condizioni sono subito apparse più gravi rispetto a quelle del suo collega. L’uomo è stato colpito dal braccio di una gru abbattutasi sulla cabina di un mezzo pesante.

OSSERVATORIO INDIPENDENTE DI BOLOGNA MORTI SUL LAVORO. INFORTUNI MORTALI. MORTI BIANCHE.

OSSERVATORIO VOLONTARI DI BOLOGNA SULLE MORTI PER INFORTUNI SUL LAVORO, ATTIVO DAL 1 GENNAIO 2008 IN RICORDO DEI SETTE LAVORATORI DELLA THYSSENKRUPP MORTI COSI’ TRAGICAMENTE. SONO REGISTRATI I MORTI SUI LUOGHI DI LAVORO DEL 2011 2010 2009 2008. I morti aumentano sui campi, nei cantieri e nei servizi alle imprese. Calano solo sulle strade e in itinere per merito di automobili più sicure che anche i lavoratori acquistano dopo aver rottamato le vecchie.

Ricorso Articolo 71 legge Brunetta


ALLA CONSULTA LA LEGGE BRUNETTA SULLE MALATTIE

Giudice del lavoro di Livorno solleva la questione di legittimità della norma quando prevede la decurtazione dello stipendio per i primi 10 giorni di malattia dei dipendenti pubblici.

“Di fatto la malattia diventa un ‘lusso’ che il lavoratore non potrà più permettersi e ciò appare in contrasto con l’articolo 36 della Costituzione che prevede che sia garantita una retribuzione proporzionata ed in ogni caso sufficiente a garantire un’esistenza libera e dignitosa”. Il giudice del lavoro di Livorno Jacqueline Monica Magi ha sollevato con un’ordinanza la questione di legittimità costituzionale dell’articolo 71 della legge 133/2008, la legge cosiddetta Brunetta, che prevede per i dipendenti pubblici una decurtazione dello stipendio per i primi 10 giorni di malattia.

L’ordinanza è del 5 agosto ma è stata resa nota oggi da Unicobas della Toscana che tramite l’avvocato Claudio Altini assiste 50 tra docenti e lavoratori Ata della provincia di Livorno, alcuni dei quali avevano avuto una riduzione della busta paga dopo periodi di malattia, che hanno fatto ricorso al tribunale, sollevando eccezione di costituzionalità poi accolta. Secondo il segretario toscano di Unicobas Claudio Galatolo, “è la prima pronuncia in Italia. E’ la dimostrazione che lottare per i propri diritti alla fine paga”.

Per il giudice la norma presenta profili di incostituzionalità con riferimento agli articoli 3, 32, 36 e 38 della Costituzione. In particolare, riguardo all’articolo 3, nell’ordinanza si rileva “un’illegittima disparità di trattamento nel rapporto di lavoro dei lavoratori del settore pubblico rispetto a quelli del settore privato”. Sul “diritto alla salute” di cui all’articolo 32 la norma “crea di fatto un abbassamento della tutela della salute del lavoratore che, spinto dalle necessità economiche, viene di fatto indotto a lavorare aggravando il proprio stato di malattia, creando così un vulnus a se stesso e al Paese”. Con riferimento all’articolo 36 in sostanza con la decurtazione il guadagno, “dati gli stipendi che percepiscono ad oggi i lavoratori del comparto pubblico, diventa tale da non garantire al lavoratore una vita dignitosa”. “Privare durante la malattia un lavoratore di parte dello stipendio e della retribuzione globale di fatto – scrive infine il giudice con riferimento all’articolo 38 – integra esattamente quel far venire meno i mezzi di mantenimento e assistenza al cittadino in quel momento inabile al lavoro”.

Processo Napoli – Calciopoli-Bis


Se qualcuno se ne fosse dimenticato

Processo di Napoli

Il 14 dicembre 2009 sono state emesse le sentenze relative agli imputati che avevano scelto il rito abbreviato: l’ex amministratore delegato della Juventus, Antonio Giraudo, è stato condannato a 3 anni di reclusione; 2 anni e 4 mesi per l’ex arbitro Tiziano Pieri, 2 anni ciascuno per l’altro ex arbitro Paolo Dondarini e per l’ex presidente dell’AIA Tullio Lanese. Sette invece gli imputati assolti: si tratta dell’arbitro Gianluca Rocchi, degli ex arbitri Stefano Cassarà, Marco Gabriele e Domenico Messina e degli ex assistenti Duccio Baglioni, Giuseppe Foschetti e Alessandro Griselli.

Attualmente, dopo l’ultima udienza del 19 luglio, il processo è sospeso per le ferie estive e riprenderà con le udienze già programmate per il 20 ed il 27 settembre 2011. La sentenza è prevista per l’autunno 2011.

Processo GEA World

Nel processo GEA a Roma erano coinvolti Luciano e Alessandro Moggi, Davide Lippi, Franco Zavaglia, Francesco Ceravolo e Pasquale Gallo. L’accusa era quella di associazione a delinquere e violenza privata (quest’ultima riguardava soltanto i Moggi) e i PM Luca Palamara e Maria Cristina Palaia, a conclusione delle indagini svolte dal Colonnello Giuseppe Magliocco della Guardia di Finanza di Roma, avevano richiesto 6 anni di reclusione per Luciano Moggi, 5 per il figlio, da 1 a 2 anni per tutti gli altri.

L’8 gennaio 2009 arrivò la sentenza di 1º grado: Luciano Moggi fu condannato ad 1 anno e 6 mesi di carcere, il figlio Alessandro ad 1 anno e 2 mesi, mentre gli altri quattro imputati furono assolti, in quanto era caduta l’accusa di associazione a delinquere – che riguardava tutti, anche Luciano Moggi – rimanendo in piedi solo quella di violenza privata nei confronti dei calciatori Nicola Amoruso e Manuele Blasi.

Il 25 marzo 2011 è arrivata la sentenza di 2º grado: la prima sezione penale della Corte d’Appello di Roma ha ridotto ulteriormente le pene per Luciano Moggi, un anno di reclusione per il reato di violenza privata, ed il figlio Alessandro, 5 mesi di reclusione per il reato di tentata violenza privata. La sentenza ha inoltre confermato le assoluzioni già decise in primo grado per altri tre imputati: Davide Lippi, Francesco Zavaglia e Francesco Ceravolo. Le riduzioni di pena per entrambi i Moggi derivano dalla prescrizione dell’episodio relativo alla procura dell’attaccante Nicola Amoruso. Inoltre, Luciano Moggi è stato condannato a pagare circa 10mila euro di spese processuali nonché a risarcire dei danni la parte civile Stefano Antonelli, in separata sede, e la FIGC.

L’avvocato Matteo Melandri, legale di Luciano Moggi, ha dichiarato l’intenzione di ricorrere in Cassazione, nonostante le pene siano coperte dall’indulto: “…è stato respinto il ricorso in appello dei pm che volevano riproporre l’associazione a delinquere. Tutte le pene sono coperte dall’indulto ma andremo in Cassazione…”

Va ricordato che, a livello sportivo, la FIGC non ha mai aperto un’inchiesta federale e, di conseguenza, non è mai stato istituito un processo sportivo (quindi non sono stati presi eventuali provvedimenti disciplinari riguardo questa vicenda).

Calciopoli-bis

Fra il 2010 e il 2011 il Procuratore Federale Stefano Palazzi effettuò nuove indagini relative alle ulteriori intercettazioni telefoniche emerse durante il procedimento penale in corso presso il Tribunale di Napoli, giudicate non rilevanti nel processo sportivo del 2006. Inoltre, sempre alla luce del nuovo materiale probatorio, la Juventus presentò il 10 maggio 2010 un esposto ai presidenti di CONI e FIGC, alla Procura Federale e al Procuratore Federale Capo, per chiedere la revisione della decisione di assegnare il titolo di Campione d’Italia 2005-2006 all’Inter e pertanto la revoca del titolo medesimo. A chiusura delle indagini Palazzi trasmise alla FIGC una relazione, resa pubblica il 1º luglio 2011, nella quale venivano contestate violazioni a diversi tesserati (molti dei quali non coinvolti nei processi del 2006). In particolare risultava coinvolta l’Inter, nelle persona dell’attuale presidente Massimo Moratti (che all’epoca dei fatti era comunque socio di riferimento) e soprattutto del suo predecessore Giacinto Facchetti (scomparso nel 2006), al quale viene contestato addirittura l’illecito sportivo. La relazione, per illustrare le motivazioni della decisione sull’esposto presentato dalla Juventus, spiegava che anche le condotte messe in atto dai vertici del club nerazzurro avevano violato gli articoli 1 e 6 del vecchio codice di giustizia sportiva in quanto certamente dirette ad assicurare un vantaggio in classifica mediante il condizionamento del regolare funzionamento del settore arbitrale. Tuttavia il Procuratore Federale, contestualmente, rilevò la sopraggiunta prescrizione di tutte le violazioni contestate sia ai dirigenti nerazzurri che agli altri soggetti oggetto di indagine (fra i quali il presidente del Cagliari Massimo Cellino, il presidente del Chievo Luca Campedelli, l’ex dirigente del Palermo Rino Foschi, l’ex dirigente del Vicenza Sergio Gasparin, l’ex collaboratore del Brescia e della Lazio Nello Governato, il presidente dell’Empoli Fabrizio Corsi, l’ex allenatore dell’Udinese Luciano Spalletti).

Il 18 luglio 2011 si è espresso su Calciopoli bis anche il Consiglio Federale FIGC, il quale ha approvato a maggioranza una delibera del presidente Giancarlo Abete con cui si respinge la richiesta della Juventus, con la motivazione che mancano i presupposti giuridici per la revoca dello scudetto 2005-2006 all’Inter. In proposito Abete ha dichiarato alla stampa che si sarebbe augurato che qualcuno avesse rinunciato alla prescrizione (possibilità esplicitata anche dal procuratore Palazzi nella sua relazione). Durante il consiglio federale è stata data lettura di un messaggio dell’ex commissario FIGC Guido Rossi, che spiega come in occasione dell’assegnazione dello scudetto contestato all’Inter la Federazione non potesse essere a conoscenza delle intercettazioni telefoniche riguardanti i nerazzurrri, venute alla luce successivamente al processo di Napoli. Il presidente della Juventus Andrea Agnelli ha duramente criticato la Federazione per “disparità di trattamento” in situazioni analoghe e, il 10 agosto 2011, in una conferenza stampa appositamente convocata a Roma, ha illustrato le modalità con cui i legali della società proseguiranno la battaglia giuridica, prima attraverso il ricorso al Tribunale Nazionale d’Arbitrato per lo Sport (TNAS) istituito presso il CONI e poi eventualmente alla giustizia ordinaria.

Il 9 settembre 2011 il TNAS, respingendo le eccezioni di non competenza presentate da FIGC ed Inter, si è dichiarato competente a decidere sul ricorso presentato dalla Juventus contro la delibera del Consiglio Federale FIGC del 18 luglio. La Juventus ha chiesto la revoca all’Inter dello scudetto 2005-2006 e la non assegnazione del titolo stesso. Il TNAS si è invece dichiarato non competente sulla richiesta di risarcimento danni presentata dalla società torinese.

Calciopoli – sentenza d’appello (definitiva)


Se qualcuno se ne fosse dimenticato

Sentenze definitive (Camera di Conciliazione ed Arbitrato presso il CONI)

A seguito delle pesanti sanzioni inflitte dalla Corte Federale della FIGC (ultimo grado di giudizio in seno alla Federcalcio) tutte le società e i tesserati presentarono ricorso alla Camera di Conciliazione ed Arbitrato istituita presso il CONI. In nessun caso fu raggiunta la conciliazione e si dovette procedere, caso per caso, alla creazione di un comitato d’arbitrato. In attesa che fossero chiarite le controversie, la FIGC sospese le pene accessorie (multe e squalifiche del campo).

Solo la dirigenza della Juventus, in un primo momento, aveva invece presentato ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio, rischiando con ciò sanzioni da parte della FIGC per violazione della clausola compromissoria che vieta il ricorso alla giustizia ordinaria: la richiesta era la riassegnazione della Serie A (con penalizzazione massima di 20 punti) e la restituzione dei due scudetti revocati. Tale richiesta si basava sulla sproporzione tra la pena inflitta alla Juventus ed a quelle inflitte alle altre formazioni coinvolte, sproporzione che era quantificata dai legali della società da una valutazione del danno economico arrecato dalla retrocessione quantificata in 130 milioni di euro. Attraverso una lettera, Guido Rossi (commissario straordinario della FIGC) prendeva le distanze da quelle che erano le decisioni della società e annunciava, col CONI, una richiesta di risarcimento contro i bianconeri “per aver danneggiato l’immagine del calcio italiano”. Dopo trattativa tra il CONI, la FIGC e la dirigenza juventina il Consiglio di Amministrazione della Juventus decise di ritirare il ricorso al TAR, evitando un possibile slittamento dell’inizio dei campionati di Serie A e B, per cercare di ottenere anch’essa una riduzione della penalizzazione in sede di arbitrato sportivo. La retromarcia della dirigenza bianconera fu dovuta anche alla minaccia da parte del presidente della FIFA Joseph Blatter di escludere da tutte le competizioni internazionali per club e per le Rappresentative nazionali l’intera Federazione italiana per cinque anni (i regolamenti internazionali prevedono che se una squadra fa ricorso ad un tribunale ordinario e la Federcalcio d’appartenenza non glielo impedisce l’intera Federazione è esclusa da tutte le competizioni estere).

Il 27 ottobre 2006, la Camera di Conciliazione e Arbitrato del CONI diramò le definitive sanzioni nei confronti delle quattro società coinvolte nel primo filone di indagini. Il 12 dicembre 2006 fu la volta delle altre due società. Le sanzioni nei confronti dei dirigenti furono invece diramate in varie date successive

Società

  • 600px Nero e Bianco (Strisce).png Juventus: revoca del titolo di Campione d’Italia 2004-2005 (confermata), non assegnazione del titolo di Campione d’Italia 2005-2006 (confermata), retrocessione all’ultimo posto nella Serie A 2005-2006 (confermata), 9 punti di penalizzazione nella Serie B 2006-2007 (invece dei 17 comminati dalla Corte Federale).
  • 600px Viola con giglio Rosso su sfondo Bianco.png Fiorentina: 30 punti di penalizzazione nella Serie A 2005-2006 (confermati), 15 punti di penalizzazione nella Serie A 2006-2007 (invece dei 19 comminati dalla Corte Federale).
  • 600px Bianco e Rosso (Croce) e Rosso e Nero (Strisce).svg Milan: 30 punti di penalizzazione nella Serie A 2005-2006 (confermati), 8 punti di penalizzazione nella Serie A 2006-2007 (confermati).
  • 600px Bianco e Celeste con aquila.svg Lazio: 30 punti di penalizzazione nella Serie A 2005-2006 (confermati), 3 punti di penalizzazione nella Serie A 2006-2007 (invece degli 11 comminati dalla Corte Federale).
  • 600px Amaranto con R bianca.png Reggina: 11 punti di penalizzazione nella Serie A 2006-2007 (invece dei 15 comminati dalla Corte Federale) e 100.000 euro di ammenda (confermati).
  • 600px Amaranto con cavallo rampante.png Arezzo: 6 punti di penalizzazione nella Serie B 2006-2007 (confermati).

Dirigenti società

  • Claudio Lotito (28 novembre 2006 ): 4 mesi (contro i 2 anni e 6 mesi nella sentenza della Corte Federale).
  • Adriano Galliani (21 dicembre 2006): 5 mesi (contro i 9 nella sentenza della Corte Federale).
  • Luciano Moggi (13 marzo 2007): confermati i 5 anni con proposta di radiazione.
  • Diego Della Valle (27 marzo 2007): 8 mesi (contro i 3 anni e 9 mesi nella sentenza della Corte Federale).
  • Andrea Della Valle (27 marzo 2007): 1 anno e 1 mese (contro i 3 anni nella sentenza della Corte Federale).
  • Sandro Mencucci (27 marzo 2007): 1 anno e 5 mesi (contro i 2 anni e 6 mesi nella sentenza della Corte Federale).
  • Antonio Giraudo (28 maggio 2007): confermati i 5 anni con proposta di radiazione.
  • Leonardo Meani (28 maggio 2007): 2 anni e 2 mesi (contro i 2 anni e 6 mesi nella sentenza della Corte Federale).
  • Pasquale Foti (6 giugno 2007): 1 anno e 1 mese (contro i 2 anni e 6 mesi nella sentenza della Corte Federale).

Arbitri

  • Massimo De Santis (10 maggio 2007): confermati i 4 anni.

Designatori arbitrali e dirigenti FIGC

  • Franco Carraro (8 novembre 2006): ammenda di 80.000 euro (confermata la multa ma tolta la diffida).
  • Pierluigi Pairetto (28 marzo 2007): 2 anni e 6 mesi (contro i 3 anni e 6 mesi nella sentenza della Corte Federale).
  • Innocenzo Mazzini (12 aprile 2007): confermati i 5 anni con proposta di radiazione.
  • Tullio Lanese (6 luglio 2007): 1 anno (contro i 2 anni e 6 mesi nella sentenza della Corte Federale).
  • Gennaro Mazzei (11 giugno 2007): 2 anni (contro i 3 anni nella sentenza della Corte Federale).

Radiazione di Giraudo, Mazzini e Moggi

Il 15 giugno 2011 (ossia un mese prima della fine delle loro squalifiche) Luciano Moggi, Antonio Giraudo ed Innocenzo Mazzini sono stati radiati dalla Commissione Disciplinare della FIGC, la quale ha accolto le proposte di radiazione dopo quasi 5 anni dalle sentenze sportive di 1° grado e dopo molte polemiche su quale dovesse essere l’organo federale preposto all’esame delle medesime proposte (a causa della confusione venutasi a creare in seguito ai cambiamenti statutari). Le radiazioni sono state confermate il 9 luglio 2011, in secondo grado, dalla Corte di Giustizia Federale. I tre dirigenti hanno presentato ulteriore ricorso all’Alta Corte di Giustizia presso il CONI

Scandalo Passaporti Falsi


Da Wikipedia

L’enciclopedia libera e collaborativa

Scandalo Passaporti falsi

Il Gip del Tribunale di Udine, Giuseppe Lombardi, in data 25 maggio 2006, ha accolto la richiesta di patteggiamento dell’attaccante uruguayano Álvaro Recoba dell’Inter e del dirigente nerazzurro Gabriele Oriali, infliggendo, con sentenza definitiva, la pena di 6 mesi di reclusione ciascuno (sostituita con una multa di 21.420 euro) per i reati di concorso in falso e ricettazione nell’ambito dell’inchiesta sulle procedure seguite per far diventare comunitari giocatori che non avevano antenati in Europa.. Nel luglio 2011 in un’intervista rilasciata a la Repubblica, Franco Baldini, direttore sportivo della Roma dal 1999 al 2005, ha affermato l’estraneità di Oriali alla vicenda. Dopo le parole di Baldini, l’ex mediano nerazzurro non ha escluso la possibilità di chiedere la revisione del processo.

Furono coinvolte società, dirigenti e calciatori di 6 squadre di Serie A (Inter, Lazio, Milan, Roma e Vicenza)e una di Serie B (Sampdoria)

i 15 giocatrori coinvolti  furono:

  • Alberto (Udinese)
  • Bandiera dell'Argentina Gustavo Bartelt (Roma)
  • Bandiera del Paraguay Alejandro Da Silva (Udinese)
  • Bandiera del Brasile Dedé (Vicenza)
  • Bandiera del Brasile Dida (Milan)
  • Bandiera del Brasile Fábio Júnior (Roma)
  • Bandiera del Brasile Jeda (Vicenza)
  • Bandiera del Camerun Thomas Job (Sampdoria)
  • Bandiera del Brasile Jorginho (Udinese)
  • Bandiera del Camerun Jean Ondoa (Sampdoria)
  • Bandiera dell'Uruguay Álvaro Recoba (Inter)
  • Bandiera dell'Argentina Juan Sebastián Verón (Lazio)
  • Bandiera del Brasile Warley (Udinese)
  • Bandiera del Camerun Francis Zé (Sampdoria)

La sentenza di primo grado, emessa dalla Commissione disciplinare della Lega Calcio il 27 Giugno 2001, è stata la seguente:

Società:

  • 600px Colori di Udine.png Udinese: ammenda di 3 miliardi di lire.
  • 600px Nero e Azzurro (Strisce)2.png Inter: ammenda di 2 miliardi di lire.
  • 600px Bianco e Celeste con aquila.svg Lazio: ammenda di 2 miliardi di lire.
  • 600px Giallo e Rosso2.png Roma: ammenda di 1,5 miliardi di lire.
  • 600px Blu Bianco Rosso e Nero (Strisce Orizzontali) con croce di San Giorgio Bianca e Rossa.png Sampdoria: ammenda di 1,5 miliardi di lire.
  • 600px Bianco e Rosso (Croce) e Rosso e Nero (Strisce).svg Milan: ammenda di 1 miliardo di lire
  • 600px V Bianca e Rossa.png Vicenza: ammenda di 1 miliardo di lire.

Giocatori

  • Alberto (Udinese): 1 anno di squalifica.
  • Gustavo Bartelt (Roma): 1 anno di squalifica.
  • Da Silva (Udinese): 1 anno di squalifica.
  • Dedé (Vicenza): 1 anno di squalifica.
  • Dida (Milan): 1 anno di squalifica.
  • Fábio Júnior (Roma): 1 anno di squalifica.
  • Jeda (Vicenza): 1 anno di squalifica.
  • Jorginho (Udinese): 1 anno di squalifica.
  • Álvaro Recoba (Inter): 1 anno di squalifica.
  • Warley (Udinese): 1 anno di squalifica.
  • Thomas Job (Sampdoria): 6 mesi di squalifica.
  • Jean Ondoa (Sampdoria): 6 mesi di squalifica.
  • Francis Zé (Sampdoria): 6 mesi di squalifica.
  • Juan Sebastián Verón (Lazio): assolto.

Dirigenti

  • Gino Pozzo (Udinese): 2 anni di inibizione.
  • Gabriele Oriali (Inter): 1 anno di inibizione.
  • Felice Pulici (Lazio): 1 anno di inibizione.
  • Rinaldo Sagramola (Vicenza): 1 anno di inibizione e amenda di 10 milioni di lire.
  • Franco Baldini (Roma): 9 mesi di inibizione.
  • Massimo Briaschi (Vicenza): 6 mesi di interdizione.
  • Sigfrido Marcatti (Udinese): 6 mesi di inibizione.
  • Domenico Arnuzzo (Sampdoria): assolto.
  • Sergio Cragnotti (presidente Lazio): assolto.
  • Rinaldo Ghelfi (Inter): assolto.
  • Nello Governato (Lazio): assolto.
  • Pierpaolo Marino (Udinese): assolto.
  • Enrico Mantovani (presidente Sampdoria): assolto.
  • Pierluigi Ronca (Sampdoria): assolto.
  • Emiliano Salvarezza (Sampdoria): non luogo a deliberare.

Sentenza della Commissione di Appello Federale

La Commissione di Appello Federale, dopo le riunioni del 17 e 18 luglio 2001, ha confermato le decisioni prese in primo grado relativamente a Inter,  Milan, e Sampdoria.

Sono state confermate anche le decisioni riguardanti Lazio, Roma, Udinese e Vicenza con le seguenti eccezioni:

  • Gino Pozzo (Udinese): da 2 anni a 1 anno e 6 mesi di inibizione.
  • Massimo Briaschi (Vicenza): da 6 mesi a 1 anno di interdizione.
  • Felice Pulici (Lazio): da 1 anno a 6 mesi di inibizione.
  • Franco Baldini (Roma): assolto.
  • Gustavo Bartelt (Roma): annullamento della decisione precedente e rinvio degli atti alla Commissione Disciplinare per nuovo giudizio.

Sviluppi successivi

Nel luglio 2011 in un’intervista rilasciata a la Repubblica, Franco Baldimi, direttore sportivo della Roma dal 1999 al 2005, ha dichiarato l’estraneità alla vicenda dell’allora dirigente interista Gabriele Oriali

. Dopo le parole di Baldini, l’ex mediano nerazzurro non ha escluso la possibilità di chiedere la revisione del processo.

“Se no che gente saremo” Il libro di Gianfelice Facchetti


09 settembre 2011  Fonte: Fcinter1908.it

Se no che gente saremmo

http://youtu.be/gmguDP9KGZM

“Giocare, resistere e altre cose imparate da mio padre Giacinto”. Il libro di Gianfelice Facchetti uscirà in tutte le librerie il 15 settembre (Longanesi editore) . Vi anticipiamo, nell’attesa, il booktrailer.