Le fiamme sarebbero divampate tra il quinto e il sesto piano del palazzo, per cause ancora da accertare. Nessuna persona risulta coinvolta
L’incendio in Viale Regina Margherita
Incendio a Roma, in viale Regina Margherita, dove i Vigili del Fuoco sono intervenuti dalle 13.30 al civico 125: il rogo si sarebbe sviluppato, per cause ancora da accertare, tra il quinto e il sesto piano del palazzo Enel in fase di ristrutturazione.
Sul posto quattro squadre dei pompieri, il Trasporto Autoprotettori, il Capo turno provinciale e funzionario di servizio. Non risultano al momento persone coinvolte. Anche i Carabinieri sono sul posto per quanto di competenza.
I vigili del fuoco della vicina caserma hanno spento le fiamme. Non ci sono persone coinvolte
I vigili del fuoco stanno accertando le cause del rogo nel deposito Atm di via Messina a Milano (foto archivio)
Un principio di incendio si è verificato questa sera all’interno del deposito di via Messina dell’Atm di Milano: le fiamme hanno interessato tre tram parcheggiati e altri due sono stati lievemente danneggiati.Fortunatamente non ci sono persone coinvolte. Da quanto è stato riferito, l’allarme è stato dato poco dopo le 20.30.
Sul posto sono intervenuti immediatamente i vigili del fuoco della caserma vicina che ora Atm ringrazia. Sono in corso gli accertamenti dei tecnici per accertare le cause dell’incendio.
Un enorme incendio si è sviluppato in un edificio commerciale in un quartiere della zona di Los Angeles. Enorme la colonna di fumo nero che si è alzata in cielo. Le immagini girate dagli elicotteri della KABC hanno ripreso le fiamme dell’alto e i vigili del fuoco al lavoro. Ancora sconosciute le cause del rogo. KABC riferisce che tutti i dipendenti sono stati evacuati e che non ci sono stati feriti
Non risultano feriti o intossicati. Il rogo è sotto controllo. Danni ingenti alla struttura. Gli accertamenti di Arpa Lombardia: “Non sono state riscontrate criticità di carattere ambientale”
L’impressionante colonna di fumo sopra lo stabilimento di Lomagna
Lomagna (Lecco), 4 dicembre 2025 – È sotto controllo l’incendio divampato questa mattina in uno stabilimento di Lomagna. I vigili del fuoco intervenuti in forze sono riusciti a circoscriverlo e a impedire che si propagasse ulteriormente, raggiungendo magari le altre aziende vicine. Le fiamme però non sono ancora domate. Ci vorranno probabilmente le ore per estinguerle completamente.
Danni ingenti allo stabilimento – Il rogo è divampato intorno all’ora di pranzo, alla RoncaLab, dove si producono pizze e pinse. La zona dove è scoppiato è quella dove era in funzione la linea forno per la cottura. Sono subito scattate le procedure di sicurezza previste. Quanti si trovavano al lavoro sono stati evacuati, come sono stati evacuati quanti si trovavano nella stessa area industriale. “Al momento non è possibile stimare l’entità dei danni, che sarà valutata solo dopo il completo spegnimento del focolaio e l’accesso all’area da parte dei tecnici”, spiegano dalla RoncaLad. Si presume siano però molto ingenti. Il fuoco ha devastato infatti sia la linea produttiva, sia parte del capannone e del tetto del capannone in cui è impiantata l’attività.
Incendio a Lomagna (Lecco)
L’intervento dei vigili del fuoc – Per arginare e risolvere l’emergenzasono stati mobilitati tutti i vigili del fuococon i mezzi disponibili, sia dal comando provinciale di Leccoe daldistaccamento di volontari di Merate, siadal comando provinciale di Monza: autopompe, autobotti serbatoio, due autoscaleper poter aggredire l’incendio dall’alto. In posto pure i sanitari di Areu per il timore di intossicati o ustionati. Nessuno fortunatamente è invece rimasto ferito, contrariamente a quanto temuto all’inizio. Sono intervenuti inoltre i carabinieri e gli agenti della Polizia locale, che hanno cinturato l’area per consentire ai soccorritori di operare senza intralcio. “L’intervento è stato reso complesso dalla presenza di materiale combustibile”, spiegano i vigili del fuoco.
Gli accertamenti di Arpa Lombardia – Presenti pure i tecnici di Arpa Lombardia, l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente per il timore di conseguenze per la salute dei residenti della zona, oltre che dell’ambiente. “Per la tipologia della colonna di fumo verticale sprigionata dal rogo, che ha favorito la dispersione in forma gassosa degli inquinanti in atmosfera e per la durata dell’episodio, non si sono rese necessarie misurazioni sulle concentrazioni di inquinanti nell’aria – spiegano da Arpa -. Verificata anche la gestione delle acque di spegnimento: non sono state riscontrate criticità di carattere ambientale”. Paradossalmente quindil’alta colonna di fumo che si è sviluppata per oltre 160 metri di altezza, visibile da decine di chilometri di distanza, ha evitato ricadute nocive.
L’allarme poco dopo le 12 di sabato 29 novembre. Sul posto anche ambulanze e automedica. Squadre ancora impegnate alle 15
Incendio a Laveno: i vigili del fuoco sono impegnati in forze per domare le fiamme in una palazzina nella zona di via XXV aprile, tra le due linee ferroviarie. Alle ore 15 le squadre sono ancora impegnate nello spegnimento.
Il 112 ha mobilitato anche in “codice rosso” l’automedica di Luino e due ambulanze da Cittiglio e Angera. Sono stati soccorsi un uomo e una donna di 41 anni, ma nessuno dei due è in gravi condizioni.
I vigili del fuoco stanno operando due autopompa (la prima intervenuta è stata quella di Ispra), “carro schiuma”, due autobotti, autoscala, due fuoristrada e il “carro aria” (il mezzo che trasporta bombole di ricambio per i vigili impegnati).
Le fiamme sono partite da un negozio al piano terra, ma il fumo ha subito invaso le case ai piani superiori della palazzina. Gli abitanti sono immediatamente fuggiti in strada, assistiti poi dai soccorritori anche con coperte termiche, viste le temperature.
Sul posto erano presenti anche i carabinieri della Stazione di Laveno Mombello e gli agenti della polizia locale, oltre ai tecnici comunali che hanno dichiarato l’inagibilità dell’intero stabile composto dalla superficie commerciale andata distrutta, e da alcuni appartamenti situati al piano superiore. In tutto è stata disposta l’evacuazione di una ventina di residenti nell’immobile
L’incendio a Laveno Mombello: evacuata l’intera palazzina dove vivono 20 persone –VareseNew
Le fiamme si sono propagate rapidamente dalla fitta impalcatura di bambù che circondava almeno tre edifici. La polizia ha istituito una task force per indagare sulle cause dell’incendio, tre arresti per omicidio colposo
Incendio nel complesso residenziale a Hong Kong – (Afp) – (Afp)
E’ di 44 morti l’ultimo bilancio dell’incendio che oggi ha coinvolto diversi grattacieli in un complesso residenziale di Wang Fuk Court, nel distretto Tai Po di Hong Kong. Lo riferiscono le autorità locali nel corso di una conferenza stampa, aggiungendo che altre 45 persone ferite versano in condizioni critiche. Sono almeno 279 i dispersi.
Di fronte alla gravità della situazione, le autorità hanno innalzato l’allerta al livello cinque, il massimo previsto: una misura che non veniva adottata da 17 anni.
Le fiamme si sono propagate rapidamente dalla fitta impalcatura di bambù che circondava almeno tre edifici, estendendosi poi ad altre aree del complesso. Le immagini trasmesse in diretta mostrano imponenti colonne di fumo e alte lingue di fuoco che avvolgono la struttura.
Il Wang Fuk Court è composto da otto grattacieli, ciascuno dei quali alto 31 piani. Secondo il censimento governativo del 2021, ospitano 1.984 appartamenti per circa 4.600 residenti. Costruiti nel 1983, i grattacieli erano in fase di ristrutturazione.
Le autorità hanno chiuso alcuni tratti dell’autostrada vicina ed esortato i cittadini della zona a “restare in casa, chiudere porte e finestre e mantenere la calma”.
Task force per indagare sulle cause, tre arresti per omicidio colposo – Le autorità di Hong Kong hanno arrestato tre uomini con l’accusa di omicidio colposo in relazione all’incendio. La polizia di Hong Kong ha istituito una task force per indagare sulle cause del devastante rogo. Lo ha annunciato il chief executive di Hong Kong John Lee nel corso di una conferenza stampa, definendo l’incendio ”un disastro di vasta portata” e spiegando che 900 persone sono state accolte in rifugi temporanei.
Lee ha poi aggiunto che le autorità competenti in materia di edilizia abitativa verificheranno se gli strati protettivi utilizzati per schermare gli edifici durante la recente ristrutturazione fossero conformi agli standard di sicurezza antincendio.
Il fuoco si è propagato nel maxi complesso residenziale attraverso le impalcature di bambù installate per una discussa ristrutturazione
Enormi colonne di fumo che si alzano nel cielo. Fiamme che avvolgono le impalcature di bambù. Tredici, al momento, i morti, tra i quali un vigile del fuoco, e 15 i feriti gravi. Un tremendo incendio ha devastato un complesso residenziale nel quartiere Tai Po di Hong Kong, a nord della città. Non è chiaro ancora quante persone siano intrappolate dentro le torri del Wang Fuk Court:un complesso di otto edifici che comprende 1.984 appartamenti e ospita circa 4.000 residenti. Le fiamme si sono propagate rapidamente a sette degli otto edifici del complesso.
Per domare l’incendio sono stati mobilitati 128 automezzi dei vigili del fuoco, 57 ambulanze, 767 pompieri e 400 agenti di polizia. Già oltre 700 le persone che hanno trovato rifugio in cinque centri comunitari aperti dall’ufficio distrettuale di Tai Po. Ancora ignote le cause dell’incendio.
Chan Kwong-tak, un pensionato di 83 anni che vive nel complesso, racconta al South China Morning Post, quotidiano di Hong Kong, che gli allarmi antincendio non sono scattati quando il fuoco è divampato nel pomeriggio, nonostante gli edifici ne fossero dotati. “Se qualcuno stava dormendo in quel momento, era spacciato”. L’uomo racconta che da tempo aveva sollevato preoccupazioni riguardo alla qualità dei lavori di ristrutturazione delle pareti esterne e sul fatto che gli operai fumassero all’interno dell’edificio, “ma tutte le mie lamentele sono rimaste inascoltate”. Altri residenti raccontano che sono stati avvisati solo quando una guardia di sicurezza ha bussato alle loro porte, lasciando loro poco tempo per evacuare.
I condomini vennero costruiti nei primi anni Ottanta ed erano in corso lavori di ristrutturazione da quasi un anno.
La prima segnalazione ai vigili del fuoco è arrivata alle 14:51 locali. Alle 18:22 l’allarme è stato elevato al livello 5, il più alto della città. Erano 17 anni che Hong Kong non classificava un incendio a tale livello: l’ultima volta fu nel 2008 quando un incendio divampato in un karaoke nella zona di Mong Kok causò la morte di quattro persone e il ferimento di 55.
Il bambù è ancora ampiamente utilizzato a Hong Kong per la costruzione e la riparazione di edifici, meno costoso e più maneggevole da trasportare. La scorsa primavera, però, il governo della città aveva proprio annunciato l’intenzione di sostituire gradualmente l’uso del bambù nelle impalcature con l’acciaio, citando il rischio di incendi.
Hong Kong, grattacieli avvolti dalle fiamme. Quattro morti e diversi feriti
Diverse persone sono rimaste intrappolate all’interno, ha riferito l’emittente pubblica RTHK, citando la polizia, mentre due persone hanno riportato gravi ustioni.
Quattro persone sono morte in un incendio che si è sviluppato in diversi edifici di un complesso residenziale di Hong Kong. Lo riferisce il governo della città. “Quattro persone sono state dichiarate morte, due sono in condizioni critiche e una in condizioni stabili“, ha dichiarato un rappresentante del Dipartimento dei servizi informativi del governo.
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JUST IN: Local media report that four people are dead and three injured as a fire, involving bamboo scaffolding, spread to three residential towers in Tai Po on Wednesday. A No.4 fire alarm has been raised, the second-highest alert, as surrounding roads are closed. pic.twitter.com/q76uUI4aUe
Il rogo – Il rogo è scoppiato in alcuni grattacieli di un complesso residenziale nel distretto settentrionale di Tai Po, con colonne di denso fumo grigio che si sono innalzate mentre i servizi di emergenza cercavano di domare le fiamme. Diverse persone sono rimaste intrappolate all’interno, ha riferito l’emittente pubblica RTHK, citando la polizia, Anche alcuni vigili del fuoco sono rimasti feriti mentre cercavano di spegnere le fiamme, che si sarebbero propagate dalle impalcature di bambù all’esterno degli edifici. Le autorità hanno chiuso alcuni tratti dell’autostrada vicina mentre proseguivano le operazioni di spegnimento. “Si consiglia ai residenti nelle vicinanze di rimanere in casa, chiudere porte e finestre e mantenere la calma. Si consiglia inoltre al pubblico di evitare di recarsi nella zona colpita dall’incendio“, ha dichiarato il Dipartimento dei vigili del fuoco.
L’allarme intorno a mezzanotte tra giovedì e venerdì. Sul posto diversi mezzi e squadre dei vigili del fuoco, mobilitata anche l’ambulanza ma non ci sono feriti. Il sindaco Massimo Parola: “Valori nell’aria oltre i limiti, evitare di stare all’aperto”
Vigili del fuoco mobilitati in forze nella notte tra giovedì e venerdì per un vastoincendio in una fabbrica di materie plastiche a Groppello di Gavirate. (Nella foto, inviata da una lettrice, la luce e il fumo delle fiamme visibili a occhio qualche centinaio di metri di distanza)
L’ALLARME – L’allarme è scattato intorno alla mezzanotte e il comando dei vigili del fuoco di Varese ha inviato numerose squadre, vista la delicatezza dell’impianto e il rischio di un’estensione dell’incendio: sul posto sono stati fatti affluire quattro autopompe, tre autobotti, l’autoscala e il “carro aria”per assicurare rifornimento di bombole agli uomini al lavoro per domare le fiamme.
Intorno all’una di notte l’incendio era domato, anche se era ancora in corso la completa bonifica.
Sul posto è stata fatta intervenire ancheun’ambulanza dell’Sos Azzate, a scopo precauzionale, visto anche l’alto numero di vigili del fuoco presenti e la particolare natura dello stabilimento.
Non risultano feritimentre ancora non c’è una stima dei danni.
IL SINDACO: EVITARE D STARE ALL’APERTO – Durante le operazioni di spegnimento sul posto è arrivato anche il sindaco di Gavirate Massimo Parola. «Verso le 2 di venerdì sono arrivati i tecnici di Arpa Lombardia che hanno rilevato valori fuori norma nell’aria. Per questo faremo un’ordinanza rivolta ai cittadini della zona di Groppallo che dispone di non rimanere all’aperto, chiudere le finstre e non stendere i panni all’aperto. I valori di sostanze disperse nell’aria sono in calo, l’odore di bruciato rimarrà percepibile per giorni». Valori che Arpa ha rilevato attraverso l’impiego di un “campionatore ad alto volume“
È stato istituito un presidio di fronte all’asilo di Oltrona, «consigliamo alle insegnanti di non far uscire i bambini per attività all’aperto», spiega il sindaco.
LE CAUSE – Al momento del rogo scoppiato intorno alla mezzanotte, nell’azienda, la “Roverplastic” non c’erano dipendenti. Il rogo si è sviluppato in un magazzino dove vengono stoccati prodotti finiti e si indaga sulle cause. Sul posto alle 7 erano al lavoro ancora due squadre di vigili del fuoco. Elementi confermati anche in via ufficiale dai vigili del fuoco: «Sul posto sono intervenuti 40 operatori con quattro autopompe, due autobotti, un’autoscala, due fuoristrada e un furgone adibito al trasporto di bombole contenenti aria respirabile. L’incendio ha interessato la zona di stoccaggio del materiale plastico e dopo circa tre ore di lavoro si è evitato che le fiamme potessero coinvolgere anche la zona di produzione. Al momento il rogo è sotto controllo e parzialmente spento, sono in corso le operazioni di bonifica, messa in sicurezza e le attività investigative rivolte alla ricerca delle cause»
Le immagini dell’incendio in una fabbrica a Groppello di Gavirate
Le immagini dell’incendio in una fabbrica a Groppello di Gavirate
Evento sconvolto e 13 persone curate per inalazione di fumo dopo l’evacuazione del centro congressi
I colloqui al vertice sul clima Cop30 inBrasilesono stati interrotti giovedì a causa di un incendio scoppiato nella sede, che ha provocato un’evacuazione proprio mentre i negoziatori si stavano preparando a cercare di raggiungere un accordo per rafforzare gli sforzi internazionali volti ad affrontare la crisi climatica.
Tredici persone sono state curate per inalazione di fumo, hanno dichiarato gli organizzatori in una nota, dopo che è scoppiato un incendio nell’area del padiglione del centro congressi di Belém, in Brasile.
La causa dell’incendio, domato nel giro di pochi minuti, è in fase di accertamento, ma si ritiene che sia stato causato da un dispositivo elettrico, probabilmente un forno a microonde, ha riferito Reuters, citando i vigili del fuoco locali.
“Stamattina è scoppiato un incendio nella zona blu della sede dellaCop30a Belém“, si legge nella dichiarazione dell’organizzatore delle Nazioni Unite.
I vigili del fuoco e gli agenti di sicurezza delle Nazioni Unite sono intervenuti rapidamente e l’incendio è stato domato in circa sei minuti. Le persone sono state evacuate in sicurezza.
“Tredici persone sono state curate sul posto per inalazione di fumo. Le loro condizioni sono monitorate e gli è stato fornito un supporto medico adeguato.”
António Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite, aveva lanciato un appello in mattinata affinché si raggiungesse un accordo durante il vertice, accogliendo con favore le richieste di chiarezza da parte di alcuni sul tema molto controverso dell’abbandono dei combustibili fossili da parte del mondo.
L’intera sede ha dovuto essere sgomberata poco dopo le 14:00 ora locale (le 17:00 ora del Regno Unito). Il Guardian ha riferito che ci sarebbero volute probabilmente diverse ore prima che ai delegati fosse consentito di rientrare.
L’incidente ha gettato nella confusione una serie di incontri attentamente coreografati. La presidenza della Cop30 stava preparando una nuova bozza del testo della decisione sul “mutirão“, un piano centrale per l’esito sperato della Cop30, che fino a giovedì conteneva un potenziale impegno a elaborare una tabella di marcia per la transizione dai combustibili fossili.
La presidenza stava tenendo una serie di riunioni cruciali con i principali gruppi negoziali.
L’Alleanza dei piccoli Stati insulari avrebbe dovuto incontrare la presidenza poco prima delle 16:00, ma l’incontro è stato annullato.
L’UE avrebbe dovuto tenere una riunione di coordinamento ministeriale alle 18:00 prima di incontrare la presidenza alle 21:00, ma tale calendario è stato messo in discussione.
La gravità dell’interruzione in questa fase dei colloqui renderà probabilmente impossibile rispettare la tabella di marcia e potrebbe far protrarre i colloqui, la cui conclusione è prevista per venerdì sera, ben oltre l’orario previsto.
Negli Usa, i vigili del fuoco nel sud-est del Texas hanno domato domenica un incendio in una centrale elettrica dismessa che ha emesso grandi colonne di fumo nell’aria. La polizia di Texas City ha detto che l’incendio è scoppiato nella struttura nella zona di Texas City, nella contea di Galveston, e diversi vigili del fuoco erano sulla scena. Gli agenti hanno anche detto che due torri di raffreddamento e linee elettriche erano in fiamme e un enorme pennacchio di fumo si stava dirigendo verso nord. Non sono stati segnalati feriti.
Treia, incendio in un capannone della Rimel: a fuoco i rifiuti elettronici. L’ipotesi: autocombustione. Il Comune: «Nessuna contaminazione nelle acque»
L’allarme è scattato nella notte dal deposito in contrada Moje
Treia, incendio in un capannone della Rimel: a fuoco i rifiuti elettronici.
TREIA A fuoco lavatrici, stampanti, fotocopiatrici e altro materiale elettronico, l’allarme in un capannone della Rimel a Treia è scattato nella notte tra lunedì e ieri. L’ipotesi è che la causa del rogo sia accidentale (autocombustione), non sono stati trovati inneschi o altro materiale che possa far pensare a un’origine dolosa.
L’intervento – L’allarme, dunque, è scattato qualche minuto prima dell’1.30 dal deposito della Rimel, azienda che si occupa di riciclo di rifiuti elettrici ed elettronici (Tv, stampanti, piccoli e grandi elettrodomestici), in contrada Moje a Treia. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco di Macerata con tre autobotti, l’autoscala e un mezzo di supporto con autoprotettori. Il rogo, che ha interessato una parte circoscritta del capannone, è stato domato dopo circa due ore di lavoro. Non ci sono stati feriti.
Sul posto sono intervenuti anche i carabinieri e gli ispettori dell’Arpam (l’Agenzia regionale per la protezione ambientale) per eseguire gli accertamenti di competenza.
L’ipotesi – Sulla base di quanto emerso, il sistema antincendio ha immediatamente rilevato il fumo sprigionato dalle fiamme facendo scattare l’allarme e per quanto riguarda le cause del rogo, l’incendio sarebbe stato accidentale, generato da autocombustione. In serata il Comune di Treia ha rassicurato i cittadini sottolineando che: «Non è stata riscontrata alcuna contaminazione nelle acque. Nel punto di verifica del fosso con recapito al Rio Chiaro non sono stati riscontrati scarichi, anomalie o alterazioni imputabili all’impianto. L’Arpam non ha rilevato problematiche ambientali riguardanti il corpo idrico o il suolo esterno al sito. L’amministrazione comunale continuerà a seguire con attenzione gli sviluppi e le ulteriori verifiche previste dagli enti competenti».
ll rogo in via Cesare Tallone, vigili del fuoco sul posto: la colonna di fumo visibile a chilometri di distanza
Incendio in un edificio abbandonato e occupato abusivamente a Roma: dalle 7.20 di circa di questa mattina, martedì 11 novembre, i vigili del fuoco sono impegnati con due squadre, due autobotti e un’autoscala in via Cesare Tallone per l’incendio di uno stabile abbandonato.
Uno degli occupanti, per tentare di sfuggire alle fiamme, si è lanciato da uno dei piani dello stabile ed è rimasto ferito. È stato trasportato in codice rosso in ospedale. Secondo quanto si apprende all’interno della struttura, al momento del rogo, c’erano almeno una decina di persone che l’avevano occupata abusivamente. Dalle fiamme si è sprigionata un’alta colonna di fumo visibile a chilometri di distanza.
Dalle prime notizie, sembra che abbia preso fuoco anche un parcheggio sottostante, pieno di gomme e rame accatastate. I primi a intervenire e lanciare l’allarme alcuni agenti dell’unità sicurezza pubblica ed emergenziale della polizia locale, in transito nella zona, che hanno allertato i vigili del fuoco. Sul posto sopraggiunte ulteriori pattuglie dei caschi bianchi del V Gruppo Casilino.
Un ferito – Per sfuggire alle fiamme, uno degli occupanti abusivi della struttura si è lanciato dal palazzo, è vivo ed è stato portato via in ambulanza. Sul posto sono intervenuti oltre 30 automezzi tra autobotti ed equipaggi dei vigili del fuoco, la polizia di Stato, polizia locale, protezione civile, carabinieri e autoambulanze.
Il “ghetto della droga” – Poco dopo le 8.30 l’incendio è stato quasi totalmente domato, ma, secondo quanto si apprende, la struttura danneggiata dal rogo potrebbe crollare. Le fiamme si sono sprigionate nell’area del “ghetto della droga”, nell’edificio abbandonato dove da tempo avevano trovato rifugio decine di occupanti e che già lo scorso 13 ottobreera stato sgomberatodalle forze dell’ordine.
Un edificio trasformato in dormitorio – Lo scenario è allarmante: la struttura, ora quasi totalmente distrutta, era stata trasformata in un dormitorio, all’interno sono stati trovati numerosi materassi, carrelli, sedie, tavolini e altri oggetti che ora si trovano ammassati accanto a quel che resta dell’edificio. Molte persone, principalmente stranieri, che avevano occupato lo stabile si trovano al momento fuori dalla struttura, altre si sono allontanate.
Le strade chiuse – Sul posto anche la polizia locale con le pattuglie del V gruppo Casilino per gestire la viabilità e le chiusure. A seguito dell’incendio, infatti, via Tallone è stata chiusa al traffico. Inoltre, ci sono pattuglie schierate in prossimità del civico 236 di via di Tor Cervara per impedire ai pedoni l’accesso a via Tallone.
Colonna di fumo visibile a chilometri di distanza – Dalle fiamme divampate dal rogo in via Tallone è scaturita una colonna di fumo visibile a chilometri di distanza, che ha messo in allarme i residenti dei quartieri limitrofi fin dalla mattina presto. Diversi i post nei gruppi Facebook in cui si segnalava la presenza di fumo e odore acre.
Paura nel primo pomeriggio sull’autostrada A21: un vasto incendio ha devastato il casello di Brescia Sud, provocando la chiusura completa del tratto autostradale. Le fiamme, partite da un furgone in transito, si sono rapidamente estese alla struttura.
L’incendio al casello di Brescia Sud dell’autostrada A21 (Foto Gdb/Teletutto)
Autostrada A21 chiusa all’altezza del casello di Brescia Sud, devastato da un ampio incendio. Le fiamme sono divampate poco prima delle 14, probabilmente scaturite da un veicolo di passaggio, presumibilmente un furgone carico di gomme, che avrebbe preso fuoco all’improvviso.
Il rogo ha rapidamente preso il sopravvento, avvolgendo prima una parte del casello e poi estendendosi anche all’altra. Numerose squadre dei Vigili del Fuoco provenienti da diverse province sono giunte sul posto per cercare di domare le fiamme e mettere in sicurezza l’area.
Il rogo al casello (Foto Gdb/Teletutto)
Sul posto presente anche personale sanitario, anche se, secondo le prime informazioni, non vi sarebbero persone ferite nè intossicate.
Nel frattempo, l’autostrada A21 è completamente bloccata, con disagi significativi al traffico. Gli automobilisti sono stati avvisati di evitare la zona e di cercare percorsi alternativi, mentre le forze dell’ordine stanno gestendo la viabilità per garantire il corretto intervento dei mezzi di emergenza.
I tecnici dell’Arpa hanno chiarito che non c’è una situazione di pericolosità per l’ambiente. L’azienda coinvolta si chiama Synextra e si trova a Corsico. È una ditta specializzata nel riciclo di rifiuti in materiale plastico. Il video e le immagini
L’incendio
Un grossoincendioha devastato parte di un’azienda a Corsico, comune dell’hinterland sudovest di Milano. Le fiamme, scoppiate poco dopo le 22 di giovedì e durate tutta la notte, hanno coinvolto l’impianto della Synextra, ai civici 4 e 6 di via Archimede. In un primo momento l’amministrazione comunale ha invitato i residenti a non uscire di casa a meno che fosse davvero necessario. Successivamente, dopo i rilievi dell’Arpa (Agenzia regionale per la protezione ambientale), il sindaco Stefano Martino Ventura ha spiegato che non c’era una reale situazione di pericolosità per le persone e non ha predisposto nessun tipo di restrizione.
L’incendio a Corsico – Sul posto i vigili del fuoco hanno lavorato tutta la notte con sette mezzi, tra autoscale e autobotte, e il funzionario. Alle 6.30 di venerdì, i pompieri erano ancora lì: alle prese con gli ultimi focolai. Il rogo ha provocato una notevole nuvola di fumo nero che si è innalzata alta in cielo e lingue di fuoco di oltre una decina di metri.
Il lavoro dei vigili del fuoco è stato supportato da tre ambulanze inviate dall’Agenzia regionale emergenza urgenza (Areu). Solo una persona, un trentaquattrenne, ha avuto bisogno di assistenza sanitaria. È stato trasportato all’ospedale Gaetano Pini in codice verde.
Le cause dell’incendio – Le cause del rogo – ha spiegato il comune di Corsico un’ora dopo l’inizio dell’incendio – sono ancora in fase di accertamento: “Da una primissima ricostruzione pare che le fiamme siano partite dalla scintilla generata da una pressa, ma l’ipotesi è ancora da confermare”.
A bruciare, ha spiegato la centrale operativa dei pompieri a MilanoToday, sono grosse quantità di materiale plastico. Synextra è, infatti, una ditta specializzata nel trattamento dei rifiuti, in particolare, nel riciclo e riutilizzo degli scarti di plastica.
“Tenere le finestre chiuse per evitare il fumo” – “Il Comando dei vigili del fuoco ha chiesto di informare la cittadinanza sulle norme di precauzione da adottare: non uscire, se non strettamente necessario, e tenere le finestre chiuse per evitare il fumo che si sta espandendo a causa del vasto incendio”, ha comunicato l‘amministrazione di Corsico poco dopo lo scoppio dell’incendio.
Incendio a Corsico
“Scuole aperte. Si può uscire di casa” – In via Archimede sono intervenuti anche gli esperti dell’Arpa per i rilievi sulla qualità dell’aria. Dopo i controlli, il Stefano Martino Ventura, sindaco di Corsico, ha aggiornato i suoi concittadini sui canali social del comune: “I rilievi di Arpa, con esito immediato, hanno chiarito la situazione di non pericolosità. Non sono state quindi disposte misure per le prossime ore. Le scuole saranno aperte e si potrà uscire di casa”. Davanti al capannone in fiamme hanno lavorato anche i carabinieri e la Protezione civile.
Arpa: “Si attendono gli inquinanti tipici della combustione dei materiali plastici” – Nel corso della mattinata di venerdì l’Arpa ha sottolineato che “dalle rilevazioni effettuate sulla qualità dell’aria con le prime misurazioni speditive acquisite con strumentazione portatile nelle aree limitrofe, non risultano valori critici per i parametri misurati: si attendono in aria gli inquinanti tipici della combustione dei materiali oggetti del rogo che, essendo in forma gassosa, tendono a rarefarsi in atmosfera”.
“Il Gsca (Gruppo specialistico contaminazioni atmosferiche) ha posizionato il campionatore ad alto volume presso la sede del municipio in via Roma, nel centro abitato. È stato allertato il gestore del Servizio idrico integrato per quanto attiene alla gestione delle acque di spegnimento dell’incendio”, ha concluso l’agenzia.
In base alle prime informazioni le fiamme sono divampate intorno alle 21.30 in via Giovanni Keplero all’interno di un deposito di circa 2mila metri quadrati sede di un’azienda di import export alimentari, la Mirva
Settimo Milanese (Milano), 28 ottobre 2025 – Sei mezzi dei vigili del fuoco del comando di Milano sono ancora al lavoro per spegnere il vasto incendioche è divampato ieri sera all’interno di un capannone industriale a Settimo Milanese. In base alle prime informazioni le fiamme sono divampate intorno alle 21.30 in via Giovanni Keplero all’interno di un deposito di circa 2mila metri quadrati sede di un’azienda di import export alimentari, la Mirva.
La centrale operativa dei pompieri ha inviato sul posto sette mezzi insieme ai mezzi di emergenza del 118. L’Agenzia regionale emergenza e urgenza ha inviato in via precauzionale cinque ambulanze ma per fortuna a quell’ora all’interno del capannone non c’era nessuno e non ci sono stati né feriti, né intossicati.Le fiamme e la colonna di fumo nero erano visibili a diverse centinaia di metri di distanza dalla zona industriale, tante le chiamate arrivate alla centrale da parte dei residenti.
I vigili del fuoco hanno lavorato tutta la notte per spegnere l’incendio che ha interessato una vasta area e il materiale stoccato all’interno. In questo momento in via Keplero ci sono alcune squadre dei pompieri per la messa in sicurezza dell’area e le verifiche del caso. Le cause non sono ancora state accertate. I primi rilievi non avrebbero non avrebbero evidenziato segni di dolo. Le indagini dei carabinieri della Compagnia di Rho e i tecnici del Nucleo investigativo antincendio dei Vigili del fuoco continuano.
I vigili del fuoco al lavoro per ore. Indagini in corso per chiarire le cause
Un vasto incendio è divampato nella notte all’interno di un autodemolitore in viale delle Industrie a Monza, coinvolgendo numerose automobili dismesse.
Le fiamme si sono propagate intorno alle 22.20 per cause ancora da accertare.Diverse esplosioni si sono susseguite per ore, mentre una densa colonna di fumo era visibile a chilometri di distanza. Al momento non risultano persone ferite o intossicate.
Sul posto sono intervenute le squadre dei vigili del fuoco del comando di Monza e Brianza, con due autopompe serbatoio, tre autobotti e un’autoscala. Le operazioni di spegnimento sono proseguite per tutta la notte.
Presenti anche polizia di Stato, carabinieri, guardia di finanza e i tecnici dell’Arpa, impegnati nei rilievi per valutare l’impatto ambientale del rogo. Sono in corso accertamenti per stabilire le cause dell’incendio e verificare l’eventuale origine dolosa.
L’allarme è scattato intorno alle 19.30, sul posto oltre nove squadre dei Vigili del Fuoco e altrettanti mezzi
Le fiamme partite forse da una camera. Gran parte della struttura risulta compromessa, evacuate 21 suore: stanno tutte bene
LA VALLETTA BRIANZA – Un violentissimo incendio è scoppiato nel tardo pomeriggio di oggi, sabato 11 ottobre, a La Valletta Brianza. L’allarme è scattato intorno alle ore 19.30, le fiamme hanno avvolto completamente il Monastero della Bernaga, a Perego, che ospita le Monache Romite Ambrosiane.
Sul posto sono intervenuti i Vigili del fuoco con oltre 9 squadre e altrettanti mezzi, alcuni provenienti dai territori limitrofi (Monza e Vimercate). Si tratta di un incendio di grandissime proporzioni, sarebbe compromessa gran parte della struttura. Le fiamme sono visibili anche da chilometri di distanza.
Sono intervenute anche l’automedica da Lecco e due ambulanze. Allertati anche iCarabinieri della Stazione di Brivio, è arrivato il capitano della Compagnia di Merate Giovanni Casamassima. Presente anche il sindaco de La VallettaBrianza Marco Panzeri, insieme alla Polizia Locale e alla Protezione Civile della Valletta Brianza.
Alcuni testimoni presenti sul posto hanno parlato di un vero e proprio infernocon la struttura che sarebbecompletamente bruciata. Dalla chiesina è stato salvato un quadro, ma risulta particolarmente difficile domare le fiamme perché la struttura è in gran parte in legno.
L’incendio potrebbe essere partito dagli alloggi. Tutte le 21 suore presenti nel monastero sono al sicuro: fortunatamente si trovavano insieme quando l’incendio è divampato e sono state loro a dare l’allarme. Soccorse, sono state portate dapprima nel municipio a Perego e poi trasferite in strutture de La Nostra Famiglia tra cui Ponte Lambro (CO) e altri luoghi disponibili. Fortunatamente, dopo le verifiche dei sanitari non ci sarebbero feriti.
La strada che sale da Lissolo è stata chiusa totalmente al transito per evitare che l’incendio possa provocare danni alle mura esterne al Monastero. In posto anche i tecnici di Lario Reti Holding per coadiuvare l’allacciamento ai pozzetti con pressione alta: in questo modo i Vigili del Fuoco,ancora impegnati nelle operazioni di spegnimento, possono infatti ricaricare più velocemente le pompe di acqua.
Incendio in un’azienda che lavora materiale plastico: densa colonna di fumo nero visibile a chilometri di distanza. Il Comune: «Tenete chiuse le finestre»
Il rogo è scoppiato intorno alle 16 di oggi, giovedì 2 ottobre, in via Calto. Le fiamme divampate da un macchinario. Sul luogo dell’incendio anche l’Arpav per verificare il livello di presunti elementi tossici nell’aria
CENESELLI (ROVIGO) – Un incendio è scoppiato oggi, giovedì 2 ottobre, in un’azienda che lavora materiali di plastica in via Calto a Ceneselli, Rovigo. Il rogo è scoppiato intorno alle 16 e, dopo due ore, i vigili sono ancora all’opera per domare le fiamme che hanno provocato una densa colonna di fumo visibile a chilometri di distanza. La vice sindaca di Ceneselli, Sabrina Andreasi, ha condiviso sui social l’avviso di tenere chiuse le finestre, finché non saranno date nuove disposizioni.
I soccorsi – Le fiamme sarebbero divampate da un macchinario utilizzato per fondere la plastica all’interno del capannone dell’azienda.
Sul posto sono al lavoro, coordinate dal funzionario di guardia, le squadre del distaccamento di Castelmassa, l’autoscala e l’autobotte chilolitrica della centrale di Rovigo, oltre al carro schiuma arrivato dal comando di Ferrara. Le operazioni di spegnimento e messa in sicurezza sono in corso.
Sul luogo dell’incendio anche i carabinieri e Arpav per i rilievi ambientali.
Due carabinieri sono rimasti lievemente feriti. Al momento non risultano coinvolti i dipendenti dell’azienda
L’esplosione avvenuta a Pianura (foto NapoliToday)
Momenti di paura tra i cittadini. Tanto che qualcuno ha pensato a una scossa di terremoto. Nel quartiere Pianura di Napoli un forte boato ha messo in allarme la popolazione. Tutto è partito da un’esplosione che ha coinvolto una fabbrica di fuochi d’artificio.Fiamme e colonne di fumo nero sono stati visibili a chilometri di distanza.
Feriti due carabinieri – L’esplosione è avvenuta martedì 9 settembre in via Vicinale grottole. I residenti sono riusciti a documentare alcuni istanti dell’esplosione che ha destato allarme. I cittadini hanno allertato i soccorsi e i vigili del fuoco sono intervenuti sul posto con carabinieri e sanitari del 118.
Al momento risultano lievemente feriti due carabinieri. Si tratta di due militari del nucleo radiomobile di Napoli. Non risultano feriti tra i dipendenti della fabbrica.
L’incendio del campanile della chiesa (foto Ufficio stampa comune Rocca Priora)
Incendio a Rocca Priora, nella zona di Colle di Fuori, dove un incendio ha avvolto la parte alta del campanile della chiesa della Madonna del Buon Consiglio. Le fiamme sono divampate nella mattinata di lunedì 8 settembre.
Secondo quanto appreso, nella struttura di via Buonarroti erano in corso dei lavori di restauro. Il rogo, come ha informato il comune, ha danneggiato la struttura. Al momento non ci sarebbero feriti.
Sul posto i vigili del fuoco, le forze dell’ordine e la polizia locale per la messa in sicurezza dell’area. Ancora in atto le operazioni di bonifica e verifica di stabilità dell’edificio.
“Le cause del rogo – hanno detto dall’amministrazione comunale – restano da accertare e saranno oggetto di indagine da parte delle autorità competenti. Il sindaco presente sul posto e tutta l’amministrazione esprimono la propria vicinanza alla comunità di Colle di Fuori, consapevoli del valore storico e spirituale che la chiesa rappresenta, e ringraziano i soccorritori per il tempestivo e prezioso intervento“.
Crollata una parte della struttura ma al momento non risultano persone coinvolte
Incendio in stabilimento a Pianezza
Un incendio di vaste proporzioni si è sviluppato oggi, giovedì 4 settembre, all’interno di un edificio industriale a Pianezza, nel torinese. Le fiamme hanno provocato un’alta colonna di fumo visibile anche dal capoluogo piemontese, che lavora materiali plastici.
Sul posto stanno operando 10 squadre, anche con esperti Nbcr (Nucleare Biologico Chimico Radiologico) e droni utili per monitorare la situazione dall’alto e indirizzare al meglio il getti delle lance antincendio sulle fiamme. A causa del rogo ècrollata una parte della struttura ma al momento non risultano persone coinvolte. Una volta ultimato lo spegnimento delle fiamme seguiranno le operazioni di verifica e di indagine sulle cause dell’evento.
Intanto, l’amministrazione comunale sui social invita i cittadini in via precauzionale a chiudere le ante e le finestre delle proprie abitazioni e ad evitare di uscire. “In questo momento i vigili del fuoco sono sul luogo e stanno provvedendo allo spegnimento dell’incendio – fa sapere il sindaco Antonio Castello – attendiamo le rilevazioni dell’Arpa e vi daremo ulteriori informazioni nel corso della serata”
Incendio in un’azienda di ricambi, fumo nero su Torino
Fiamme all’Eurostamp di Pianezza. Il sindaco: ‘Chiudete porte e finestre’
Incendio nel Torinese, dieci squadre vigili fuoco sul posto
Un incendio è scoppiato questo pomeriggio in un’azienda di stampaggio di materie plastiche a Pianezza, nell’hinterland torinese.
A bruciare è la Eurostamp, che produce materie plastiche e ricambi per auto. Un’enorme nuvola di fumo nero e denso si è alzata dall’edificio, visibile da gran parte della città, e ha fatto scattare numerose segnalazioni ai centralini di emergenza. Sul posto sono già operative diverse squadre dei vigili del fuoco, impegnate su più fronti per contenere il propagarsi delle fiamme. Non si hanno al momento notizie di feriti.
“In via precauzionale, e in attesa dei rilievi dell’Arpa, ho invitato i cittadini a rimanere a casa e tenere le porte e le finestre chiuse. Non abbiamo ancora un dato certo ma il pericolo potrebbe esserci perché l’azienda produce materiali di plastica e quindi meglio prevenire”. Lo sostiene il sindaco di Pianezza (Torino), Antonio Castello, a proposito dell’incendio scoppiato in una ditta, questo pomeriggio. Il sindaco ha sottolineato che “da parte della proprietà c’è stata da subito la massima disponibilità, ci dispiace per il danno che hanno subito“
Poco dopo le 20 di stasera, 31 agosto, è scoppiato un incendio di grosse proporzioni in uno dei magazzini della Ddchem, un’azienda di prodotti chimici in via Crear a Villafontana, nel territorio comunale di Oppeano.
Si sono susseguite forti esplosioni, sentite da chilometri di distanza, mentre le fiamme si vedevano dalla città e da diversi punti della provincia. Sul posto numerosi mezzi dei vigili del fuoco: 30 pompieri provenienti da Verona, Legnago e Caldiero per contenere il rogo ed evitarne la propagazione. Inviati anche un mezzo aeroportuale e l‘autobotte chilolitrica dalla centrale. Rinforzi con squadre da Vicenza e da Rovigo con una seconda autobotte.
Non si sono registrati feriti. Sul posto il proprietario dell’azienda e il sindaco di Oppeano Luca Faustini, con lui il consigliere Mirko Vertuan. Presenti anche il sindaco di Bovolone Orfeo Pozzani, la polizia locale della Media Pianura Veronese e la Anc (associazione nazionale carabinieri di Oppeano).
I sindaci, in attesa delle rilevazioni dell’Arpav, hanno invitato a chiudere le finestre.
Attorno alle 22 l’incendio, scoppiato in un magazzino di resine, era sotto controllo da parte dei pompieri, che però hanno proseguito per ore le operazioni di spegnimento e messa in sicurezza. Crollate facciate e muri interne della struttura.
Nella notte, un devastante incendio ha inferto un duro colpo alla zona industriale di Pordenone, inghiottendo un capannone di proprietà della Feregotto Elevatori.
L’evento, presumibilmente innescato da un guasto o una condizione anomala in una delle batterie a litio stoccate all’interno, ha generato un’intensa propagazione delle fiamme, alimentata dalla natura chimica e intrinsecamente infiammabile di questi accumulatori di energia. La combustione ha causato ingenti danni strutturali al capannone, distruggendo parte della sua copertura e compromettendo un macchinario da lavoro. Fortunatamente, e per fortuna in questo caso, l’incendio non ha causato feriti o vittime.
Tuttavia, la stima dei danni materiali supera ampiamente il milione di euro, una cifra che riflette non solo il valore della struttura distrutta e dei beni danneggiati, ma anche le implicazioni economiche per l’azienda e per l’indotto coinvolto. La gravità dell’evento ha mobilitato immediatamente le forze dell’ordine e i vigili del fuoco. I carabinieri della Compagnia di Pordenone hanno avviato le indagini per accertare le cause dell’incendio, mentre i vigili del fuoco, provenienti dal comando locale e dal distaccamento di Maniago, hanno impiegato un considerevole numero di mezzi – autobotte, autoscala, funzionario di guardia e squadre specializzate – per domare le fiamme. L’intervento, protrattosi per oltre tre ore, dalle prime luci dell’alba fino alle prime ore del mattino, è stato reso particolarmente complesso dalla necessità di gestire il rischio di reazioni chimiche secondarie e di propagazione del fuoco.
A seguito dell’incendio, l’area interessata è stata dichiarata inagibile, evidenziando la compromissione della sua stabilità e sicurezza. La vicinanza del capannone con il tempio protestante “Chiesa dei Pellegrini” ha comportato un’estensione delle verifiche di sicurezza, portando alla dichiarazione di inagibilità anche per l’edificio religioso, a causa del potenziale rischio di danni strutturali o contaminazione derivanti dall’incendio.
Le autorità competenti stanno ora valutando le procedure per la demolizione e la ricostruzione, tenendo in considerazione l’impatto ambientale e la necessità di implementare misure di prevenzione incendi più avanzate, soprattutto per quanto riguarda lo stoccaggio di batterie a litio, tecnologia sempre più diffusa ma intrinsecamente pericolosase non gestita con rigore e competenza.
Le indagini si concentreranno anche sulla conformità degli impianti e delle procedure di sicurezza dell’azienda, al fine di prevenire il ripetersi di simili tragedie.
Fulmine sul palazzo, incendio nel sottotetto e fuga di gas
Intervento dei vigili del fuoco a Riva del Garda, 20 evacuati
Un fulmine ha colpito una palazzina di quattro piani a Riva del Garda provocando un incendio nel sottotetto e nel vano scale.
È accaduto poco prima della mezzanotte in via Pola. Subito sono state evacuate nove famiglie, per un totale di circa venti persone, che hanno dovuto lasciare in tutta fretta le loro abitazioni nonostante i violenti temporali in corso. Una prima squadra dei vigili del fuoco è riuscita a spegnere le fiamme mentre le altre squadre a supporto hanno intercettato una fuga di gas causata sempre dal fulmine che ha danneggiato le tubazioni. Sono intervenuti 30 vigili di Riva del Garda e Arco con tre autopompe, una piattaforma e un’autoscala.
Intervenuti anche la Polizia locale, la Polizia di Stato e il sindaco di Riva del Garda. Alcune famiglie hanno poi fatto rientro in casa nonostante i disagi. L’intervento dei vigili del fuoco è terminato intorno alle 2.30 della notte.
I vigili del fuoco combattono gli incendi in un clima secco e caldo mentre gli incendi si diffondono nella contea di Napa e nelle contee di Deschutes e Jefferson
I vigili del fuoco combattono l’incendio Pickett che divampa nella zona di Aetna Springs, nella contea di Napa, in California, sabato. Fotografia: Noah Berger/AP
Gli incendi boschivi nella regione vinicola della California e nell’Oregon centrale sono aumentati durante la notte, provocando centinaia di evacuazioni mentre i vigili del fuoco lavoravano domenica per cercare di contenere le fiamme in un clima secco e caldo.
Secondo il Dipartimento forestale e antincendio della California, l’incendio Pickett nella contea di Napa si era esteso per oltre 26 km² ed era stato contenuto all‘11% nelle prime ore di domenica.
Circa 190 persone hanno ricevuto l’ordine di abbandonare le proprie case, mentre altre 360 sono state sottoposte ad avvisi di evacuazione poiché l’incendio ha minacciato circa 500 strutture nei pressi di Aetna Springs e Pope Valley, ha affermato Jason Clay, portavoce della Calfire Sonoma Lake-Napa Unit.
Oltre 1.230 vigili del fuoco, supportati da 10 elicotteri, hanno combattuto l’incendio, divampato giovedì dopo una settimana di temperature estremamente elevate. Sono stati impiegati anche mezzi aerei, tra cui diversi elicotteri per il lancio mirato di acqua e aerei cisterna per il trasporto di ritardante di fiamma.
La causa dell’incendio è ancora oggetto di indagine.
Secondo i Vigili del Fuoco della California, non ci sono conferme di danni o distruzioni alle strutture, sebbene la valutazione dei danni sia ancora in corso. Poiché l’incendio sta bruciando in un terreno accidentato, e le previsioni meteo per i prossimi giorni prevedono condizioni calde e secche, saranno necessari sforzi costanti per il contenimento.
Fino a lunedì è stato emanato un avviso di allerta sulla qualità dell’aria in diverse contee, tra cui Napa, Sonoma e Solano.
“Se possibile, e se le temperature lo consentono, rimanete in casa con finestre e porte chiuse finché i livelli di fumo non si saranno abbassati. I residenti possono anche ridurre l’esposizione al fumo impostando il sistema di ventilazione dell’auto in modo che ricircoli l’aria esterna per impedire che entri all’interno. Anche l’uso di sistemi di filtraggio dell’aria interna o recarsi in un Clean Air Center o in altri luoghi con aria filtrata, come una biblioteca o un centro commerciale, può contribuire a ridurre l’esposizione al fumo“, ha affermato sabato il Bay Area Air District.
Gli abitanti della zona occidentale degli Stati Uniti sono stati colpiti da un’ondata di calore che ha costretto alcune persone a ricoverarsi in ospedale; si prevede che le temperature raggiungeranno livelli pericolosi per tutto il fine settimana a Washington, Oregon, California meridionale, Nevada e Arizona.
Clay ha affermato che il meteo si è attenuato da quando è scoppiato l’incendio, con temperature massime previste per domenica di 34 °C. Ma con il passare delle ore, si prevede un calo dell’umidità e un aumento del vento nel pomeriggio.
“Questo è stato un fattore determinante nei pomeriggi da quando abbiamo visto l’attività degli incendi intensificarsi negli ultimi tre giorni“, ha detto Clay, aggiungendo che “il supporto da tutta la California è stato fondamentale per i nostri sforzi“.
L’incendio è scoppiato nella stessa area del Glass Fire, un incendio molto più grande, del 2020, che ha interessato la contea di Sonoma e ha infine bruciato circa 272 km² e più di 1.500 strutture.
Quell’incendio è stato alimentato dal vento, mentre l’incendio attuale è alimentato dalla vegetazione secca sui pendii ripidi: in parte è costituito da alberi morti e caduti, rimasti dall’incendio di Glass, e in parte da erba e cespugli che sono ricresciuti e poi si sono seccati di nuovo, ha detto Clay.
In Oregon, l’incendio Flat nelle contee di Deschutes e Jefferson si era esteso fino a quasi 88 km², senza alcuna forma di contenimento, e aveva minacciato quasi 4.000 abitazioni, secondo l’ufficio dei vigili del fuoco dello Stato. Circa 10.000 persone erano state sottoposte a una sorta di ordine di evacuazione.
L’incendio è scoppiato giovedì sera e si è rapidamente propagato a causa del caldo torrido e delle forti raffiche di vento.I vigili del fuoco stavano monitorando i temporali isolati nel sud dell’Oregon, che potrebbero spostarsi verso nord domenica, ha dichiarato il portavoce Chris Schimmer in un video pubblicato su Facebook.
In un aggiornamento di domenica, Central Oregon Fire Info (Cofi) ha affermato che la squadra del turno di notte è riuscita a stabilire le linee iniziali lungo la testata meridionale dell’incendio e ha compiuto ulteriori progressi lungo alcune parti del perimetro settentrionale e occidentale dell’incendio.
Cofi ha aggiunto che la squadra è riuscita anche a bruciare la vegetazione non bruciata nella zona di Carcass Creek per rallentare la propagazione dell’incendio.
“Siamo riusciti a creare delle zone di passaggio brusche attorno all’incendio per fermarne la propagazione nelle aree chiave e nelle case“, ha affermatoEric Perkins, capo della sezione operativa del Complex Incident Management Team 3 del Dipartimento forestale dell’Oregon.
“Abbiamo ancora molto lavoro da fare per migliorare le linee e unirle tra loro“, ha aggiunto.
Le condizioni di lotta agli incendi in Oregon per domenica includono un’allerta per il caldo estremo, bassi livelli di umidità relativa, una massa d’aria instabile e temperature che dovrebbero raggiungere le tre cifre.
“Oggi la situazione è molto migliore, abbiamo grandi speranze di poter fermare l’avanzata di questo incendio“, ha dettoPerkins in un video su Facebook, aggiungendo: “Detto questo, siamo in una lotta contro un incendio e il tempo non è così favorevole… Oggi è più favorevole all’incendio che ai vigili del fuoco“.
La Federal Aviation Administration (FAA) ha imposto restrizioni temporanee ai voli in tutta l’area interessata dall’incendio e le autorità hanno avvertito che qualsiasi utilizzo illegale di droni sarà segnalato alle forze dell’ordine.
Nel frattempo, sono stati emessi avvisi sulla qualità dell’aria in diverse comunità dell’Oregon centrale, tra cui Beaver Marsh, Bend, Crescent, Deschutes River Woods, La Pine, Madras, Prineville, Redville, Silver Lake, Sunrise e Three River.
Secondo IQAir, gli attuali livelli di qualità dell’aria oscillano tra 150 e 200, valori che rientrano nelle categorie delle condizioni malsane e molto malsane per i residenti.
Sebbene sia difficile collegare direttamente un singolo incendio o evento meteorologico al cambiamento climatico, gli scienziati affermano che il riscaldamento causato dall’uomo, derivante dalla combustione di combustibili fossili come carbone e gas, sta causando ondate di calore e siccità più intense, che a loro volta preparano il terreno per incendi boschivi più distruttivi.
Momenti di apprensione questa mattina al Terminal 1 quando un uomo armato di martello ha dato fuoco ad alcuni rifiuti e ha danneggiato le strutture con un attrezzo da cantiere
Incendio e martellate ai banchi del check in a Malpensa – (foto da www.mxpairport.it)
Momenti di vera paura quelli vissuti questa mattina, mercoledì, al terminal 1 dell’aeroporto di Malpensa quando un uomo ha dato in escandescenze prima incendiando un cestino dei rifiuti e poi, armato di martello, danneggiando i banchi del check in e gli schermi per le informazioni.
Il responsabile è un 26enne originario del Mali, regolare sul territorio nazionale italiano, con problemi psichici conclamati. Gode di protezione internazionale sussidiaria, una forma di protezione internazionale concessa a persone che non soddisfano i criteri per essere riconosciute come rifugiati, ma che, se rimpatriate, rischierebbero di subire un danno grave nel loro paese d’origine: si applica a individui che, pur non essendo perseguitati per motivi specifici (come razza, religione, nazionalità, ecc.), si trovano in una situazione di pericolo nel loro paese a causa di conflitti armati o altre forme di violenza generalizzata.
La scena è stata vista da molti passeggeri ed è stato un dipendente di Sea che, accortosi del fumo che saliva al piano superiore, ad intervenire per primo per bloccare l’uomo mentre distruggeva gli schermi tra i banchi 12 e 13. Insieme a lui anche alcuni dei presenti sono intervenuti per evitare che l’aggressore potesse prendersela anche con le persone.
Subito dopo sono intervenuti anche gli agenti della Polizia di Frontiera che lo hanno immobilizzato mentre alcuni operatori della società di sicurezza aeroportuale Icts si sono prodigati per spegnere le fiamme. Il dipendente Sea intervenuto avrebbe riportato anche alcune ferite ed è stato affidato alle cure dei sanitari intervenuti.
Incendio e martellate ai banchi del check in a Malpensa – (foto da www.mxpairport.it)
Il martellatore è stato poi portato in camera di sicurezza dagli agenti della Polaria che stanno ora provvedendo ad identificarlo e ricostruire l’accaduto e le motivazioni dietro al gesto. È stato trattenuto e verrà denunciato per danneggiamento aggravato dall’uso di benzina. Sul posto anche i Vigili del Fuoco che hanno messo in sicurezza l’area. L’attività dell’aeroporto è proseguita senza problemi.
L’INCENDIO. L’allarme intorno alle 11,30: nell’impianto c’erano 60 persone, nessun ferito. Il sindaco: «Erano appena finiti gli interventi di sistemazione».
Il rogo che ha devastato la piscina comunale di Ghisalba. Alle sue spalle il parco fotovoltaico, non raggiunto dalle fiamme
Ghisalba – Il tetto appena rifatto – o quel che ne rimane – è ridotto a uno scheletro annerito dalle fiamme. Alcuni pezzi sono precipitati nell’acqua delle vasche sottostanti. Il rogo è arrivato anche all’interno della struttura comunale, divorando la parte più a nord, dove si trovavano i trampolini per le vasche olimpioniche e quella per i più piccoli.
L’incendio a Ghisalba – Si contano i dannisubiti dalla piscina comunale di Ghisalba, in via Aldo Moro, colpita ieri mattina da un terribile incendio che ne ha devastato la struttura esterna e parte degli interni. Una stima precisa dei danni non c’è, ma si parla con ogni probabilità di qualche milione di euro e di una chiusura di almeno un anno. L’allarme è scattato alle 11,27, quando è partita la chiamata al Numero unico per le emergenze (Nue): in tutta l’area della Bassa, nella tarda mattinata di ieri era chiaramente visibile una densa colonna di fumo nero. Sul posto sono intervenute cinque squadre dei Vigili del fuoco, provenienti da Bergamo, Dalmine, Treviglio, Gazzaniga e Zogno con un totale di undici mezzi, autobotti e tre autoscale, dislocate in punti strategici per accelerare le attività di estinzione del rogo. In particolare, è stato utilizzato sia il parcheggio esterno della piscina comunale in via Moro, sia il campo in sabbia della polisportiva «Ghisalbese Calcio», che confina proprio con l’impianto colpito dall’incendio. Per domare il rogo ci sono volute un paio d’ore: le operazioni sono terminate intorno alle 14.
Le fiamme e i vigili del fuoco al lavoro – (Foto di Cesni)
All’interno 60 persone – Al momento dello scoppio, all’interno dell’impianto c’erano circa 60 persone, tra adulti, ragazzi, bambini e personale di servizio. Alcuni di loro si trovavano nel parco esterno a godersi il caldo sole estivo, altri stavano invece nuotando nelle vasche interne. Tutti i presenti, non appena l’incendio è divampato, sono stati rapidamente evacuati dallo staff dell’impianto sportivo e, fortunatamente, per nessuno di loro si è reso necessario il ricovero in ospedale: al termine della mattinata non si sono registrati feriti,né per ustioni né per intossicazione. Sul posto erano presenti comunque due ambulanze della Croce verde di Brusaporto e della Padana emergenza Bergamo, insieme ai carabinieri di Romano e Treviglio.
Il tetto, distrutto – (Foto di Cesni)
Le fiamme dal tetto – L’incendio è partito dal tetto della piscina, sul lato dell’ingresso alla struttura, e da lì si è rapidamente propagato su tutta la superficie della copertura esterna, andando ad intaccare anche gli interni. Il tetto è peraltro apribile e ieri mattina una porzione della piscina era scoperta, elemento che ha favorito l’evacuazione in sicurezza dei presenti. Le cause sono al momento ignote: le forze dell’ordine, supportate dal Nucleo investigativo antincendi (Nia), hanno comunque avviato le indagini per determinarle. All’interno dell’impianto è presente una telecamera che punta verso il piazzale della piscina, che potrebbe tornare utile nel corso delle indagini.
«Saranno effettuati dei rilievi per cercare di comprendere le cause. Impossibile quantificare i danni al momento, ma parliamo di qualche milione di euro»
In loco è arrivato anche il sindaco, Gianluigi Conti. «I lavori di sistemazione del tetto, che era stato in parte scoperchiato da un forte temporale il luglio scorso, si erano conclusi proprio ieri (mercoledì 13 agosto per chi legge, ndr)», ha detto. Fino al 31 agosto la piscina è in gestione allo «Sporting Club Verona». «Proprio in questi giorni stavamo perfezionando l’appalto per il nuovo gestore», ha rivelato il sindaco. Ma ora, chiaramente, è tutto fermo.
«Indagini sulle cause» – Stando alle prime informazioni non si sarebbero verificati danni agli edifici confinanti e non si è reso necessario nemmeno evacuare le case vicine. «Domani (oggi, 15 agosto, ndr) saranno effettuati dei rilievi per cercare di comprendere le cause. Impossibile quantificare i danni al momento, ma parliamo di qualche milione di euro. All’interno del sotterraneo (dove ci sono gli spogliatoi, ndr), non si sarebbero verificati danni, ma nei prossimi giorni si svolgeranno dei sopralluoghi accurati. Il parco fotovoltaico a nord è rimasto intatto. La piscina è inagibile ed è sotto sequestro finché non sarà stata fatta una valutazione delle possibili cause».
Sul posto otto mezzi dei vigili del fuoco. Tutto sarebbe partito dal capannone di circa 15mila metri quadrati
L’incendio alla Carbon line di Fano (foto da video Facebook)
Un incendio sta divorando lo stabilimento dell’azienda Carbon line specializzata nella costruzione di yacht di lusso. Le fiamme sono partite intorno alle 12 dell’11 agosto dal capannone sud della fabbrica di Fano (Pesaro e Urbino). Sul posto i vigili del fuoco stanno provando a domare le fiamme mentre una densa colonna di fumo si è alzata in cielo.
L’incendio – L’incendio sarebbe scoppiato nel capannone sud di circa 15.000 metri quadrati. Non è ancora chiaro quale possa essere la causa delle fiamme, ma non risultano danni alle persone. Sul luogo, oltre a otto mezzi dei vigili del fuoco sono arrivati, i sanitari del 118, una pattuglia della polizia locale e la Protezione civile.
La colonna di fumo è visibile a chilometri di distanza. Le autorità, in via precauzionale, hanno invitato i cittadini a chiudere le finestre e a evitare di raccogliere colture dai terreni nelle zone limitrofe. Il sindaco di Fano ha disposto, tra le altre cose, il divieto di utilizzo di climatizzatori e pompe di calore che prelevano aria dall’esterno. Sul posto dell’incidente sono arrivati anche i tecnici dell’Arpam per esaminare la qualità dell’aria.
Maxi incendio a Fano nell’azienda di yacht di lusso. “Finestre chiuse, analisi sulla qualità dell’aria”
Fano, 11 agosto 2025 – Climatizzatori spenti, finestre chiuse e niente attività all’aperto: sono le indicazioni per chi vive o lavora entro due chilometri dall’enorme incendio (foto) di vaste proporzioni esploso poco dopo le 12 di oggi in via De Nicola, all’interno della Carbon Line, azienda del distretto nautico fanese specializzata nella produzione di yacht di lusso. Un dipendente dell’azienda è stato portato in ospedale, subito dimesso. Approfondisci: Incendio Carbon Line Fano, in cenere il cuore della nautica: “Posti a rischio e milioni in fumo”
La nube, sprigionata dalla combustione di materiali chimici, è con ogni probabilità tossica. L’Arpam sta verificando se le acque e i terreni siano stati contaminati o se il vento abbia disperso le particelle nocive. L’ordinanza del sindaco Luca Serfilippi, firmata “a tutela della salute pubblica”, vieta l’uso di climatizzatori che pescano aria dall’esterno, il consumo di frutta, verdura o foraggio coltivati dopo il rogo e l’utilizzo di acqua superficiale stagnante. È consigliato trattenere in casa gli animali domestici e ridurre al minimo le attività all’aperto. Le misure resteranno in vigore fino all’esito delle analisi.
Analisi sulla qualità dell’aria Analisi Arpam sulla densa colonna di fumo nero (video), visibile anche a chilometri di distanza, che si alza dalla zona industriale di Bellocchi. Il rogo è stato accompagnato da forti esplosioni udite a grande distanza e il forte odore chimico che si sprigiona dal rogo è avvertibile in diverse zone della città, a seconda di come ruotano i venti. L’incendio scoppiato alla Carbon Line, azienda del distretto nautico fanese specializzata nella produzione di yacht di lusso
Ondate di calore, venti e decine di roghi da nord a sud: migliaia di evacuati in tutto il Paese, mentre le temperature restano oltre i 40 gradi. Il governo dichiara lo stato di pre-emergenza
Le fiamme a Tres Cantos
Un uomo è morto per le gravi ustioni riportate a causa di un incendio boschivo a Tres Cantos, 25 chilometri a nord della capitale Madrid. Le fiamme sono state alimentate da venti che hanno precipitato il rogo attraverso oltre mille ettari in meno di un’ora. Il malcapitato, colpito su circa il 98 per cento del corpo, è deceduto dopo essere stato trasportato all’ospedale La Paz.È la prima vittima accertata della nuova ondata di roghi che sta devastando la Spagna nel pieno di una prolungata ondata di calore.
Pre-emergenza – Secondo le autorità regionali, centinaia di residenti sono stati evacuati, uno dei quali ha accusato forti dolori al petto. “In appena 40 minuti il fuoco ha percorso sei chilometri”, ha dichiarato l’assessore all’Ambiente della regione di Madrid,Carlos Novillo. Nella notte, le squadre di emergenza sono riuscite a circoscrivere le fiamme, evitando ulteriori danni.
Il governo ha dichiarato lo stato di “pre-emergenza” per coordinare gli sforzi e il premier Pedro Sánchez ha espresso la sua vicinanza alle famiglie dei colpiti, rilanciando appelli alla prudenza: “Siamo a rischio estremo di incendi boschivi. State molto attenti“.
Tarifa sotto assedio – Centinaia di persone sono state evacuate da due zone residenziali di Tres Cantos, tra cui Soto de Viñuelas e Fuente El Fresno. L’incendio, causato da una “tempesta secca” accompagnata da raffiche di vento oltre i 70 chilometri orari, è stato infine circoscritto grazie a condizioni meteorologiche favorevoli durante la notte. Mentre a Madrid la situazione appare sotto controllo, in Andalusia le spiagge di Tarifa sono tornate a essere minacciate dalle fiamme provenienti dai boschi montani vicini. Circa 2mila persone sono state evacuate in emergenza da hotel e abitazioni nella provincia di Cadice, come già accaduto la settimana scorsa per un altro incendio.
“Abbiamo salvato le case all’ultimo secondo“, ha dichiarato Antonio Sanz, assessore regionale all’Interno, spiegando che le fiamme avevano raggiunto l’ingresso dei complessi residenziali. Durante le operazioni, un agente della Guardia civile è rimasto ferito dopo essere stato investito da un’auto. E a livello nazionale la situazione si fa sempre più grave: sono ormai quasi 6mila le persone evacuate tra nord, centro e sud della Spagna.
Castiglia e León – In Castiglia e León, una delle aree più colpite, oltre 3.700 residenti sono stati fatti allontanare da 10 incendi attivi che hanno colpito anche il sito patrimonio dell’umanità di Las Médulas. In tutto nella regione sono stati segnalati ben 32 incendi boschivi, molti dei quali scoppiati contemporaneamente. La situazione è aggravata da una canicola che dura ormai da dieci giorni, con tutte le regioni in allerta e temperature che superano i 40 gradi di giorno e non scendono sotto i 25 di notte.
Gli esperti temono che la combinazione di caldo estremo e venti possa alimentare nuovi fronti di fuoco nelle prossime ore, rendendo ancora più difficile il lavoro delle squadre di soccorso e aumentando il rischio di ulteriori evacuazioni.
Il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca ha chiesto la mobilitazione nazionale della Protezione Civile
Collage da Foto Fb Gabriella Bellini, giornalista
Le fiamme innescatesi a Terzigno, nonostante l’impegno degli operatori che da due giorni lottano ininterrottamente sul fronte del fuoco, sono risalite sul Vesuvio fino a oltre quota 1000, mentre alle pendici, oltre Terzigno, minacciano seriamente anche l’abitato di Ottaviano, San Giuseppe Vesuviano e Boscotrecase.
“Le squadre da terra sono al lavoro e continueranno anche nelle ore notturne”, fanno sapere dall’Ente Parco. Anticipata alle ore 5 di stamane la ripresa delle operazioni, con l’ausilio di più mezzi aerei e l’istituzione di una cabina di comando presso la palestra di Terzigno, dove convoglieranno tutte i soggetti competenti.
Il Dipartimento della Protezione Civile con una nota fa sapere che sta seguendo da vicino il “grave incendio” che interessa il Parco Nazionale del Vesuvio. Per contrastare le fiamme e garantire la massima copertura aerea possibile alle attività di spegnimento, “stanno operando sul vastissimo rogo ben 6 Canadair della flotta aerea nazionale antincendi, provenienti da diverse regioni”.
Il fronte del fuoco sul Vesuvio è di circa 2 chilometri e nel corso del comitato per la sicurezza e l’ordine pubblico di questa mattina il prefetto di Napoli, Michele di Bari, ha fatto il punto sulle attività: dispiegati anche gli uomini dell’esercito: decine i militari con mezzi per la movimentazione della terra e autobotti. Gli uomini dell’Esercito stanno aiutando le polizie locali nel controllo della viabilità locale alla vigilanza delle vasche di accumulo delle acque dove i mezzi aerei fanno i rifornimenti per poter effettuare i successivi lanci.
De Luca chiede mobilitazione nazionale Protezione Civile – Il presidente della Regione CampaniaVincenzo De Luca ha inoltrato al governo la richiesta di attivazione dello stato di mobilitazione straordinaria del servizio nazionale della Protezione Civile, in relazione all’incendio boschivo che sta interessando il Vesuvio, in particolare la pineta di Terzigno, con il coinvolgimento della riserva integrale Tirone, nonché dei territori boschivi dei comuni di Trecase, Ercolano e Ottaviano, con un fronte che, al momento, ha raggiunto i 3.000 metri e un’area di diverse centinaia di ettari bruciati. Scopo della richiesta, disporre di almeno altre sedici colonne mobili con moduli antincendio boschivo.
Un rogo di eccezionale intensità ha devastato in poche ore 4mila ettari di vegetazione nel massiccio delle Corbières. Una donna è morta nel comune francese di Saint-Laurent-de-la-Cabrerisse. Sono stati mobilitati oltre 1250 pompieri
Un incendio di eccezionale intensità ha devastato in poche ore 4mila ettari di vegetazione nel massiccio delle Corbières, nel dipartimento dell’Aude, nel sud della Francia, causando due feriti, di cui un ustionato grave. Una donna è morta nel comune francese di Saint-Laurent-de-la-Cabrerisse. Lo rendono noto le autorità locali, aggiornando il bilancio dei roghi che vede anche 9feriti (2 civili e 7 vigili del fuoco) e un disperso.
Raffiche di vento alimentano fiamme – Le fiamme, alimentate dalle raffiche di vento che soffiano nella regione occitana, si sono propagate tra sterpaglie e foreste, prima di raggiungere il villaggio di Saint-Laurent-de-la-Cabrerisse, vicino Caracassonne, dove alcune case sono state bruciate. “L’incendio nel dipartimento dell’Aude sta progredendo. Tutti i mezzi nazionali sono mobilitati. Sostegno ai nostri Vigili del fuoco e le nostre forze impegnate nella lotta contro le fiamme”, ha scritto sui social il presidente francese, Emmanuel Macron, aggiungendo: “Abbiamo fiducia nel governo e nei rappresentanti eletti, che sono pienamente impegnati. In questo momento difficile, tutti devono esercitare la massima cautela e seguire le istruzioni delle autorità“. I villeggianti dei vicini campeggi di Lagrasse e Fabrezan sono stati fatti evacuare in modo preventivo, come anche anche una trentina di case a Tournissan, un altro villaggio della zona, dove almeno una casa risulta parzialmente incendiata, oltre che diversi giardini. Le Corbières sono una delle zone più apprezzate dell’Occitania, note per i suggestivi paesaggi e per i borghi storici, nonché la cultura viticola molto radicata.
Mobilitati 1250 pompieri – Sono 1250 i pompieri e nove Canadair mobilitatiquesta notte per lottare contro le fiamme nell’Aude, nel sud-ovest della Francia, teatro in queste ore del più grave incendio dall’inizio dell’estate in territorio francese: è quanto si legge sul sito internet del quotidiano Le Figaro, precisando che circa 10.000 ettari di terreno sono già andati in fumo. Chiuse alla cricolazione l’autostrada A9 che collega Francia e Spagna e l’autostrada A61. Sempre secondo il giornale, l’incendio ha causato 7 feriti tra i vigili del fuoco e due civili, di cui uno gravemente ustionato già annunciato in precedenza. Mobilitati anche due elicotteri anti-incendio e cinque aerei Dash. 2500 le case prive di corrente elettrica mentre due campeggi sono in corso di evacuazione in zona La Palme. Intanto, un secondo incendio viene segnalato nel comune di Montagnac (Hérault), nel parco di Bessulles. Secondo quanto riferito dalla prefettura su X, otto gruppi di pronto intervento sono impegnati sul posto per spegnere le fiamme insieme ad un elicottero dei vigili del fuoco.