In base alle prime informazioni le fiamme sono divampate intorno alle 21.30 in via Giovanni Keplero all’interno di un deposito di circa 2mila metri quadrati sede di un’azienda di import export alimentari, la Mirva
Settimo Milanese (Milano), 28 ottobre 2025 – Sei mezzi dei vigili del fuoco del comando di Milano sono ancora al lavoro per spegnere il vasto incendioche è divampato ieri sera all’interno di un capannone industriale a Settimo Milanese. In base alle prime informazioni le fiamme sono divampate intorno alle 21.30 in via Giovanni Keplero all’interno di un deposito di circa 2mila metri quadrati sede di un’azienda di import export alimentari, la Mirva.
La centrale operativa dei pompieri ha inviato sul posto sette mezzi insieme ai mezzi di emergenza del 118. L’Agenzia regionale emergenza e urgenza ha inviato in via precauzionale cinque ambulanze ma per fortuna a quell’ora all’interno del capannone non c’era nessuno e non ci sono stati né feriti, né intossicati.Le fiamme e la colonna di fumo nero erano visibili a diverse centinaia di metri di distanza dalla zona industriale, tante le chiamate arrivate alla centrale da parte dei residenti.
I vigili del fuoco hanno lavorato tutta la notte per spegnere l’incendio che ha interessato una vasta area e il materiale stoccato all’interno. In questo momento in via Keplero ci sono alcune squadre dei pompieri per la messa in sicurezza dell’area e le verifiche del caso. Le cause non sono ancora state accertate. I primi rilievi non avrebbero non avrebbero evidenziato segni di dolo. Le indagini dei carabinieri della Compagnia di Rho e i tecnici del Nucleo investigativo antincendio dei Vigili del fuoco continuano.
Come da legge, chi non rispetterà la normativa potrà essere sanzionato
Foto di repertorio
Mentre Milano entra ufficialmente nella stagione fredda, c’è chi non attende altro che poter finalmente accendere i riscaldamenti domestici. Il via libera ufficiale è il 15 ottobre, quando si aprirà la stagione termica 2025/2026 che terminerà il 15 aprile. Milano rientra nella zona climatica E, la seconda più fredda. In casi eccezionali i singoli comuni possono anticipare l’accensione, ma sebbene le temperature siano calate, quest’anno non è stato necessario e il sindaco Beppe Sala ha confermato il 15 ottobre come data per il via libera.
Le temperature – La temperatura massima consentita per gli edifici residenziali sarà di 19 gradi con 2 di tolleranza. Un grado in meno rispetto ai 20 previsti per legge. Per gli edifici adibiti ad attività industriali, artigianali e simili il limite rimane invece invariato a 18 gradi.Deroghe per edifici che richiedono temperature diverse come gli ospedali o le scuole d’infanzia
Gli orari di accensione – L‘ordinanza stabilisce un massimo di 13 ore di accensione al giorno dei caloriferi, un’ora in meno rispetto alla legge. I riscaldamenti potranno essere accesi tra le 5 e le 23.
Le multe – Come sempre, il consiglio fondamentale è quello di verificare lo stato dell’impianto prima dell’accensione, in modo da provvedere in tempo a una eventuale manutenzione. Per chi non rispetta le norme, le sanzioni vanno da 500 a 3mila euro, a cui potrebbero aggiungersi quelle previste dal condominio o dal comune di residenza.
Oltre 100mila persone in marcia al mattino. Nel pomeriggio uno spezzone si è staccato dal corteo e ha occupato per qualche ora la Tangenziale est: lanciati sassi contro la polizia che ha risposto con lacrimogeni e idranti. Bloccate M1 e M3, dalle 19,30 M2 chiusa tra Garibaldi e Cologno Nord/Gessate
Sciopero e manifestazione. In un venerdì di protesta per laFlotilla, Milano è teatro di un grande corteo partito alle 9 e arrivato in piazza Leonardo da Vinci con decine di migliaia di persone a sfilare. Grande adesione poi per lo sciopero generale di tutti i settori pubblici e privati che è in corso già dalle 21 di giovedì sera. «Con questo sciopero generale, strumento di democrazia e di responsabilità collettiva, chiediamo che siano rispettati il diritto internazionale, la dignità dei popoli, la pace, la Costituzione», dice il segretario generale della Camera del Lavoro Metropolitana di Milano, Luca Stanzione.
23:41 – Gli ultimi manifestanti si allontanano da corso Venezia – Anche gli ultimi manifestanti si allontanano. Polizia e carabinieri continuano a presidiare la strada, ma i partecipanti al corteo hanno ormai lasciato corso Venezia.
23:28 – L’uso degli idranti disperde i manifestanti: pochi quelli rimasti a protestare in strada – L’idrante della polizia avanza in corso Venezia. I pochi manifestanti rimasti lanciano bottiglie di vetro contro i poliziotti – continua a leggere
Un gruppo minoritario di persone – coi volti coperti – ha cercato lo scontro con le forze dell’ordine. Gli altri attivisti hanno fatto un cordone per farli desistere
Tangenziale Est di Milano, ore 14.30. Da quasi un’ora una parte del corteo in solidarietà con la Palestina è entrato nella superstrada che costeggia la parte orientale della città. Un gruppo sparuto di manifestanti inizia a nascondere il proprio volto con cappucci, passamontagna, sciarpe e magliette avvolte attorno al viso. Impugnano bottiglie di vetro, pietre, pezzi di ferro e puntano agli agenti delle forze dell’ordine in tenuta antisommossa, che arretrano.
I manifestanti pacifici isolano i violenti – In contemporanea, altri manifestanti, una piccola parte di quella marea pacifica che da tre giorni invade le strade di Milano al coro di “Palestina libera” ma senza mai scadere nel vandalismo o la violenza, cerca di isolare il gruppetto di violenti. Alcuni si mettono proprio fisicamente davanti. E mano nella mano cercano di fare una catena per impedire loro di rovinare tutta la bellezza di una protesta che fino a quel momento è stata impeccabile.
Perché i titoli sulla manifestazione non devono essere per quel gruppetto di violenti, non questa volta dopo quanto accaduto nel primo grande corteo culminato con i tafferugliin Stazione Centrale. E allora eccoli qui, quei coraggiosi che per il bene dell’intera manifestazione hanno sedato e isolato quei pochi esagitati.
Otto i manifestanti che sono stati accompagnati in questura per accertamenti in seguito ai disordini. Una cinquantina invece gli esponenti delle forze dell’ordine feriti o contusi. Il bilancio della giornata di scontri al termine del corteo
Scontri Propal Stazione Centrale (foto Mannu:Mt)
Una cinquantina di feriti tra poliziotti, carabinieri e membri delle forze dell’ordine. Un bilancio ancora provvisorio, al termine di una lunga giornata a cui si aggiungono anche otto fermi. Meno di una decina al momento le persone che risulta siano state fermate e accompagnate in questura in seguito agli scontri durante la manifestazione indetta per Gaza che a Milano si è trasformata in una guerriglia urbana, con scontri e devastazioni.
Dal corteo alla guerriglia: devastazione in piazza – Un cancello di ferro divelto, poi una distesa di lacrimogeni, qualche macchia di sangue, oltre pali dell’illuminazione abbattuti, ombrelli a pezzi e vetri infranti. È ciò che resta in piazza Duca d’Aosta a Milano dopo la guerriglia (che è poi proseguita lungo via Vittor Pisani).
Si è concluso con scontri tra manifestanti e polizia il corteo con circa 10mila persone organizzato lunedì 22 settembre, giornata di sciopero per Gaza. Durante il serpentone sono state bruciate le bandiere di Israele, Stati Uniti e Unione europea. Diverse persone sono state fermate dalle forze dell’ordine.
La guerriglia in stazione Centrale: cos’è successo – Tutto è iniziato intorno alle 13.30, al termine del corteo. Alcuni manifestanti sono scesi nel mezzanino della metropolitana. I cancelli dello scalo ferroviario erano stati chiusi e le forze dell’ordine, in tenuta antisommossa, presidiavano la zona. Nonostante ciò, i manifestanti sono riusciti a sfondare il cordone di sicurezza e a risalire le scale fino alla “Galleria delle Carrozze”, il porticato antistante la stazione.
In quel momento gli agenti hanno bloccato le porte della stazione per impedire l’accesso all’atrio. È lì che la situazione è degenerata: le forze dell’ordine hanno utilizzato i lacrimogeni per disperdere i manifestanti, che a loro volta hanno lanciato oggetti contro le porte danneggiandole e si sono impossessati degli idranti, rivolgendoli contro gli agenti.
Scontri Propal Stazione Centrale (foto Mannu:Mt)
Intorno alle 15 i manifestanti sono stati spinti su piazza Duca d’Aosta, la piazza davanti allo scalo. Secondo quanto appreso da MilanoToday, alcune persone sono state fermate. Per oltre un’ora i treni della M2 e della M3 hanno saltato la fermata di Stazione Centrale.
Gli scontri in Vittor Pisani – Gli scontri sono poi proseguiti lungo via Vittor Pisani, il lungo vialone che collega la stazione a Repubblica. Lanci di pietre, bottiglie e bastoni da parte dei manifestanti a cui le forze di polizia hanno risposto con un fitto lancio di lacrimogeni.
Guerriglia in via Vittor Pisani (foto LaPresse)
Sospesa la circolazione dei treni – La circolazione dei treni è rimasta bloccata dalle 14.40 fino alle 15.10. Molti i disagi: i treni ad Alta velocità e gli Intercity, che erano stati garantiti malgrado lo sciopero, hanno subito ritardi fino a 120 minuti.
I treni alta velocità direttamente coinvolti e oggetto di provvedimento, con passeggeri a cura del personale di assistenza clienti di Trenitalia sono: Fr 9543 Torino Porta Nuova-Salerno, che oggi ha fermato a Milano Porta Garibaldi anziché a Milano Centrale; Fr 9321 Torino Porta Nuova-Roma Termini, che ha fermato a Milano Porta Garibaldi anziché a Milano Centrale;Fr 9641 Torino Porta Nuova-Roma Termini, che ha fermato a Milano Rogoredo anziché a Milano Centrale e Fr 9648 Napoli Centrale-Milano Centrale, che ha terminato la corsa a Roma Termini.
Evacuata l’area commerciale della Stazione Centrale – Tutta l’area commerciale della Stazione Centrale è stata evacuata dopo gli scontri tra manifestanti e polizia: tutte le persone sono state portate all’interno dei binari.
Le reazioni – Dopo gli scontri e la guerriglia in Stazione Centrale al termine della manifestazione per Gaza, non si sono fatte attendere le reazioni del mondo politico. Qui tutte le reazioni del mondo politico milanese.
Il corteo per le strade della città – Il corteo, composto da circa 10mila persone secondo i dati della questura, ha iniziato a muoversi intorno alle 10. Una delegazione si era radunata davanti alla stazione Cadorna già prima delle 9 e un gruppo, entrato all’interno dello scalo con i megafoni, ha scandito slogan come: “Siamo qui per bloccare Israele. Cerchiamo di fermare questo sistema infame”.
Il serpentone è partito ufficialmente da piazzale Cadorna alle 10, mentre gli studenti delle scuole superiori si erano già ritrovati in piazza Cairoli. Il percorso ha toccato viale Gadio, via Legnano, i Bastioni di Porta Volta, viale Crispi, i Bastioni di Porta Nuova, viale Monte Santo, piazza Repubblica e via Vittor Pisani, con arrivo in piazza Duca d’Aosta, davanti alla Stazione Centrale.
Qualche attimo di tensione si è registrato intorno alle 13 in via Turati, quando alcuni manifestanti – perlopiù studenti – hanno cercato di forzare le transenne delle forze dell’ordine poste a protezione dell’ambasciata americana. Poco prima, invece, altri manifestanti avevano bruciato le bandiere di Israele, Stati Uniti e Unione europea.I motivi dello sciopero – Lo sciopero di lunedì 22 settembre è stato indetto dall’Unione sindacale di base per chiedere il cessate il fuoco a Gaza, sostenere il progetto della Global Sumud Flotilla – il gruppo di imbarcazioni che ha cercato di portare aiuti in Palestina via mare – e chiedere al governo l’interruzione di ogni relazione con Israele. Si sono fermati i lavoratori di diverse realtà, compresi quelli del trasporto pubblico. Hanno aderito anche docenti e personale di scuole e atenei.
Gli orari di metro, bus e tram Atm – All’agitazione aderiscono anche i lavoratori diAtma Milano. L‘azienda di Foro Buonaparte fa sapere che il servizio di trasporto pubblico non è garantito tra le 8.45 e le 15 e dalle 18 fino a fine giornata (dalle 8.30 alle 16.30 e dalle 19.30 per la funicolare di Brunate).
Lo sciopero, si legge nella nota di Atm, è stato indetto per l’aggravarsi “della situazione umanitaria nella Striscia di Gaza oggetto di un vero e proprio genocidio da parte dello Stato di Israele e la continua rapina di territorio palestinese; totale blocco da parte dell’esercito israeliano degli arrivi umanitari alla popolazione stremata; gravi minacce di attacco da parte del Governo israeliano nei confronti delle navi della missione umanitaria mondiale Global Sumud Flotilla; rischio concreto di attacco da parte delle forze armate Israeliane alle navi della Flotilla; inerzia del Governo italiano e dell’Unione Europea nel respingere le gravi affermazioni dei ministri Israeliani che equiparano gli equipaggi della Gdf a terroristi; indisponibilità dell’Unione Europea e del Governo italiano di imporre sanzioni adeguate alla gravità della situazione e a interrompere ogni relazione istituzionale e collaborazione economica, scientifica e politica con lo stato di Israele”.
Gli orari dei treni Trenord – Lo sciopero, inoltre, potrà avere conseguenze sul servizio regionale, suburbano, aeroportuale e di lunga percorrenza di Trenord. Saranno comunque garantiti i treni previsti nelle fasce orarie di garanzia, dalle 6 alle 9 e dalle 18 alle 21, come da lista dei treni garantiti disponibile (qui).
I treni con partenza prevista entro le 23.59 di domenica 21 settembre e con arrivo entro le 00.59 di lunedì 22 settembre raggiungeranno regolarmente la destinazione finale. In caso di cancellazione dei collegamenti aeroportuali, saranno attivati autobus sostitutivi senza fermate intermedie tra Milano Cadorna e Malpensa Aeroporto, con partenza da via Paleocapa 1, e tra Stabio e Malpensa Aeroporto per la linea S50. Trenord, in una nota, invita a prestare attenzione all’app ufficiale e agli annunci sonori e alle informazioni sui monitor presenti nelle stazioni.
‘Accampata’ in Cadorna
Il gruppo in Cadorna già da domenica sera (foto Potere al popolo Milano)
Già da domenica sera diversi manifestanti si sono accampati in stazione a Cadorna, “un segnale – scrive Potere al popolo Milano sui social – per dare forza alla giornata di sciopero generale”. Davanti allo snodo ferroviario si sono riunite decine di persone con bandiere palestinesi, alcuni anche con la tenda. Affisso uno striscione con il claim della protesta. “Blocchiamo tutto”.
“Come equipaggio di terra siamo pronti a difendere con determinazione la Global Sumud Flottilla: fermiamo il genocidio e la complicità del governo Meloni con il sionismo, blocchiamo tutto!”, si legge sulle pagine social.
Una frangia di manifestanti del corteo ha tentato di sfondare gli ingressi: la polizia ha reagito. Danni e treni bloccati, poi la guerriglia è proseguita fuori
Guerriglia in Stazione centrale a Milano durante il corteo per Gaza. Un gruppo di giovani vestiti di nero ha cercato di entrare nella fermata della metropolitana della Stazione Centrale ed è venuto a contatto con la Polizia. L’ingresso della stazione è devastato. I treni per oltre un’ora hanno saltato la fermata Centrale.
Segnalati diversi feriti. Il personale sanitario del 118 ha soccorso una decina di persone, presumibilmente rimaste coinvolte negli scontri nel corso della manifestazione. Secondo le indicazioni del sito dell’Areu, le persone a cui è stato prestato soccorso al momento sono dodici e hanno un’età compresa fra i 23 e i 54 anni. Al momento non arrivano indicazioni dalla questura in merito a feriti tra le forze dell’ordine.
E’ stato usato anche un estintore. I manifestanti hanno posizionato i cestini come barricata e continuano a lanciare oggetti, fra cui bottiglie e taniche. I giovani, centinaia in questo momento, avevano in precedenza tentato l’accesso dalla fermata della metropolitana, bloccati sulle scale mobili a manganellate dai poliziotti. Sono stati sparati numerosi fumogeni e ci sono state cariche di alleggerimento. I manifestanti con delle impalcature hanno distrutto la vetrata dell’entrata principale della stazione.
La polizia è poi riuscita a far spostare i manifestanti fuori dalla stazione, i manifestanti a quel punto hanno iniziato a lanciare di tutto, ombrelli, bastoni, transenne contro la polizia lungo via Vittor Pisani.
Sala: “Vandalismi non aiutano la causa palestinese” – “Il vandalismo di oggi, causato da frange violente, non trova giustificazione e certamente non aiuta la causa di Gaza”. Così il sindaco di Milano Giuseppe Sala commenta quanto sta avvenendo in città, con gli sconti tra manifestanti e forze dell’ordine. “In queste ultime settimane si sono succedute a Milano manifestazioni molto partecipate a difesa della causa Palestinese, sempre in maniera pacifica“, conclude.
Un epilogo fosco per la manifestazione. Sotto una pioggia battente, questa mattina, migliaia di manifestanti si erano radunati a Milano per partecipate allo sciopero nazionalea sostegno di Gaza.Studenti e gruppi pro Pal si sono dati appuntamento in largo Cairoli alle 9,30 per poi unirsi al corteo generale partito da piazzale Cadorna alle 10 per dirigersi alla stazione Centrale. Un corteo composto da migliaia di persone e aperto dai rappresentanti Cub. Tra gli striscioni uno riporta la frase ‘bloccheremo tutto, stop al genocidio“. Oltre ai lavoratori del trasposto pubblico aderiscono anche docenti e personale di scuole e atenei.
Quando il corteo è giunto in piazza della Repubblica, a poche centinaia di metri dal consolato Usa, gli organizzatori hanno gridato: “Ci avviciniamo al consolato americano, il consolato complice. Lo Stato che ha le stesse responsabilità di quelle israeliane e sioniste“, prima di far partire il coro “assassini, assassini” all’angolo tra piazza della Repubblica e via Turati, dove ha sede il consolato. Qui i manifestanti hanno bruciato le bandiere di Usa, Israele, Nato e Unione Europea. All’arrivo a Cadorna alcuni manifestanti hanno fatto un blitz occupando la sede dell’Enel, sono saliti sui ponteggi dei lavori di ristrutturazione e hanno tagliato un telone.
Dalle 8,45 sono iniziate le fasce di sciopero per i mezzi pubblici: fino alle 13 ha chiuso la linea 4 della metropolitana. Seconda fascia di sciopero dalle 18.
Sciopero a Milano, treni cancellati e ritardi di oltre due ore – Treni cancellati e ritardi fino a 120 minuti, in stazione Centrale a Milano, per lo sciopero indetto dall’Unione sindacale di base per chiedere il cessate il fuoco a Gaza, per sostenere la Global Sumud Flotilla e per chiedere al governo lo stop delle relazioni con Israele. Disagi anche a Milano Porta Garibaldi, dove i ritardi raggiungono i 150 minuti, e a Milano Rogoredo, dove si viaggia fino a 140 minuti di ritardo.Lo sciopero proseguirà fino alle 23 di oggi, con possibilità di ulteriori cancellazioni e ritardi.
Ambra Angiolini: “Questa non è più una guerra” – In marcia, poco dietro lo striscione che apre il corteo, anche l’attrice e conduttrice televisiva Ambra Angiolini insieme a sua figlia Jolanda Renga: “Quello che sta accadendo è inaccettabile, sotto tutti i punti di vista, quello che sta succedendo a Gaza non è più guerra. Non è più neanche politica. Io sono umana, mia figlia è umana e le mie amiche anche. Questa disumanizzazione della terra è qualcosa di orrendo. La frase “definisci bambino” degli ultimi giorni significa creare solo altro odio dove non serve. I bambini non hanno colpe e fanno quello che diciamo noi adulti”.
Sesto San Giovanni continua a fare i conti con gli effetti dei blackout che da giorni colpiscono diverse zone della città. Questa mattina, a Sesto Rondò, la situazione è apparsa particolarmente complessa: residenti e commercianti si sono riversati in strada, alle prese con i disagi causati dall’assenza di energia elettrica.
Interventi straordinari in piazza IV Novembre a Sesto San Giovanni -Davanti al civico 29 di piazza IV Novembre si è vista una scena insolita. Tecnici, agenti della polizia locale, volontari della protezione civile e operatori della Croce Rossa erano impegnati in vari interventi per fronteggiare l’emergenza e cercare di riportare la situazione alla normalità.
Tra le operazioni più particolari, quella di un’ambulanza dellaCroce Rossa che ha trasportato diverse casse d’acqua nell’atrio di un palazzo. Un aiuto indispensabile per far fronte alle alte temperature di questi giorni e per sostenere in particolare le persone più fragili, come anziani e persone con difficoltà motorie.
Senza acqua a causa degli autoclavi bloccati – La distribuzione dell’acqua non è legata solo al caldo estivo. In molti edifici, infatti, si stanno registrando interruzioni nella fornitura idrica perché le autoclavi, fondamentali per portare l’acqua ai piani superiori, sono ferme a causa della mancanza di corrente elettrica. Una situazione che sta creando disagi significativi ai residenti.
L’emergenza a Sesto Rondò si inserisce in un quadro più ampio di blackout a macchia di leopardo che, come ha spiegato nei giorni scorsi l’assessore alle Infrastrutture Antonio Lamiranda, stanno interessando diverse zone di Sesto San Giovanni.
Task force in azione per ripristinare la corrente a Sesto San Giovanni – Per far fronte ai disservizi è stata costituita una task force dedicata, impegnata nella riparazione dei cavi interrati e nelle operazioni di localizzazione dei guasti. Sono state inoltre attivate power station e gruppi elettrogeni per accelerare il ripristino dell’energia elettrica e alleviare i disagi della popolazione.
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Il colpo è avvenuto alla Lce Cosmetics. Non è ancora chiaro a quanto ammonti il valore del bottino
La tecnica è sempre la stessa. Si piazzano dei mezzi per bloccare la strada e, se va bene, si entra nella ditta per portare via quanto a disposizione in meno tempo possibile. È quello che è successo anche la scorsa notte a Cerro Maggiore. Presa d’assalto la ditta Lce Cosmetics di via Edison, nell’area industriale del comune dell’hinterland di Milano.
Il colpo – Il colpo è avvenuto nella notte tra martedì 1 e mercoledì 2 luglio. La banda di ladri, non ancora identificati, ha piazzato quattro auto rubate sulla strada, impedendo il passaggio di altre vetture. Poi hanno preso un quinto mezzo con il quale hanno sfondato la vetrata di ingresso degli uffici. A quel punto si sono introdotti dentro e hanno svaligiato la ditta. I ladri sono riusciti a fuggire con il bottino. Sul posto sono intervenuto i carabinieri della compagnia di Legnano. Attualmente non è ancora stata quantificata la perdita per l’azienda e il valore (così come le quantità) del bottino.
L’assalto simile – Solo un mese fa la stessa tecnica era stata usata per un assalto in una ditta di logistica a Lacchiarella, divenuto poi una rapina. In quel caso la banda aveva sbarrato la strada con camion e chiodi sull’asfalto, aveva appiccato un incendio, ma non era riuscita nel furto ed era fuggita senza nulla.
A Milano, dopo il cedimento di un’insegna alla torre Hadid, lo shopping district di Citylife è stato transennato e interdetto al pubblico. La struttura, del perso di oltre 170 tonnellate, sarà smontata e portata via a pezzi con gli elicotteri, per poi essere sostituita
Negozi e uffici chiusi, lo shopping district transennato e interdetto al pubblico, mentre a 177 metri di altezza gli operai lavorano per mettere in sicurezza l’intera piazza. Si presenta così piazza Tre Torri il giorno dopoil crollo dell’insegna in cima al grattacielo che ospita la sede di Generali. La struttura ha ceduto ieri, lunedì 30 giugno, per cause ancora da chiarire, ma l’ipotesi più verosimile è che si sia verificato un improvviso cedimento strutturale a uno dei piloni che sorregge la gigantesca scritta.
“Hanno detto che potrebbe essere stato il calore – spiega un lavoratore dello shopping district, che ha chiesto di non comparire in video -. Io però penso sia improbabile. Con il caldo di questi giorni il metallo può superare anche i 100 gradi, ma non è abbastanza per fondere l’acciaio. Ora la piazza resterà probabilmente chiusa per una settimana. I lavoratori sono tutti in smart working. Dovranno smontare la scritta e rimuoverla a pezzi portandola via con gli elicotteri. Pesa più di 170 tonnellate, sarebbe impossibile fare altrimenti“.
A smentire l’ipotesi di un cedimento dovuto all’ondata di calore degli ultimi giorni è stato anche il comandante ingegnere dei vigili del fuoco Calogero Turturici, durante la conferenza che si è svolta nel comando di Milano martedì 1 luglio, spiegando che il distacco sarebbe stato provocato dal cedimento di una struttura reticolare che sostiene una delle due insegne.“Non sembra ci siano state ripercussioni sul resto della torre. La struttura metallica, dal peso di centinaia di tonnellate, si è sdraiata sulla copertura perché qualche vincolo che la sosteneva è venuto meno, ne abbiamo messi di nuovi. Le cause possono essere molteplici, vanno approfondite: non abbiamo mai parlato di temperature elevate”. Al termine dei lavori di messa in sicurezza, ha aggiunto Turturici, “sarà rilasciata la certificazione di sicurezza da un professionista“, necessaria per far riaprire al pubblico lo shopping district di Citylife. Secondo il comando dei Vigili del Fuoco, l’intero complesso potrebbe riaprire già nella giornata di domani, mercoledì 2 luglio. Nel tardo pomeriggio dimartedì 1 luglio è stata invece riaperta la fermata Tre Torri della linea M5, chiusa per motivi di sicurezza.
Crollo insegna Generali. Che cosa potrebbe riaprire e quando
I vigili del fuoco hanno spiegato il loro intervento su Torre Generali. In attesa della certificazione, poi si potrà capire quando e che cosa riaprire
Insegna Generali (LaPresse)
Entro la serata di martedì 1 luglio saranno completati gli interventi di messa in sicurezzadell’insegnadi Generali, in cima al grattacielo Hadid a CityLife. Lo ha affermato Calogero Turturici, comandante del comando dei vigili del fuoco di Milano, durante una conferenza stampa martedì pomeriggio per aggiornare la stampa sull’intervento. Smentendo anche l
Secondo quanto ha affermato Turturici, l’insegna è crollata in seguito “a un cedimento di una struttura reticolare che sostiene una delle due insegne, ma non sembrano esserci pesanti ripercussioni“. La messa in sicurezza è consistita, tra l’altro, nella realizzazione di “vincoli sostitutivi“. L’insegna, ha detto Turturici, “è stata sdraiata sulla copertura perché qualche vincolo è venuto meno e la soluzione è stata di ripristinarli”. Nell’occasione sono stati effettuati interventi anche per le strutture di sostegno della seconda insegna, sull’altra facciata del grattacielo: “Non sappiamo se c’è un rischio concreto, ma è un ulteriore sostegno per puntellare”, ha aggiunto il comandante
Quando potrebbero riaprire la torre e il centro commerciale – Infine, le prospettive. “Dopo che saranno rilasciate le certificazioni dal direttore dei lavori di messa in sicurezza urgente, da lì si potrà capire cosa aprire”, ha detto Turturici riferendosi alla torre stessa, alla piazza e al centro commerciale, mentre la stazione Tre Torri della M5 è stata già riaperta. La certificazione dovrebbe arrivare nella serata di martedì. In questo caso, almeno la piazza potrebbe riaprire nella giornata di mercoledì. Finché non si avrà la certificazione, comunque, nulla si può dire in proposito.
Indagine per crollo colposo – I vigili del fuoco e l’azienda Generali hanno confermato che non ci sono stati danni a persone o a edifici circostanti. A cedere è stata la struttura interna tubolare dell’insegna, alta circa 15 metri e ancorata sull’ultimo piano dell’edificio. Le cause sono da chiarire, c’è chi ha parlato delle alte temperature che avrebbero messo a dura prova l’impianto. Proprio nella serata di ieri è stata effettuata una ricognizione aerea con droni per avere un quadro più chiaro. Le foto e i video verranno inseriti tra gli atti dell’inchiesta: la procura di Milano è pronta ad aprire un fascicolo d’indagine per crollo colposo in mano alla pm Francesca Celle. Si sta valutando se procedere con il sequestro della Torre o di parte di essa.
È successo lunedì mattina. Chiusa la fermata della metropolitana. Vigili del fuoco sul posto
Ha ceduto una delle insegne di Generali, sul tetto del grattacielo Hadid, in uso alla compagnia assicurativa, che si trova nel quartiere di City Life a Milano.
Crolla l’insegna di Generali a City Life – È successo nelle prime ore della mattinata di lunedì 30 giugno. I vigili del fuoco di Milano sono sul posto per valutare la situazione. Intanto è stata chiusa la fermata della metropolitana Tre Torri della M5 per sicurezza, e la piazza omonima è stata recintata. Chiuso anche il centro commerciale ai piedi della torre. Sul posto il servizio manutenzione della torre. Non ci sarebbero feriti.
L’insegna crollata si trova sulla facciata est dell’edificio. Per il momento non è chiaro che cosa abbia innescato il cedimento della struttura. Nelle scorse ore a Milano non si sono registrati eventi di maltempo, o forti raffiche di vento. Solo e soltanto caldo afoso.
Collassa l’insegna della Torre Hadid a Citylife a 192 metri d’altezza: rischio crollo in strada
Dalle prime ore della mattina, vigili del fuoco e tecnici al lavoro per mettere in sicurezza l’area intorno al grattacielo
Problemi all’insegna delle Generali sulla Torre Hadid. Tutta l’area è stata isolata, con la chiusura della piazza e il centro commerciale. Dalle foto scattate dai palazzi del quartiere, l’insegna sembra collassata, probabilmente su due lati. Vigili del fuoco e tecnici sono al lavoro per capire le cause del cedimento, ma anche per mettere in sicurezza l’area nel caso di un distacco e di una caduta al suolo. Il grattacielo, uno dei più alti di Milano, ha 44 piani per un’altezza di 192 metri. All’interno ci lavorano oltre duemila persone. Chi si recava al lavoro stamattina non è stato fatto entrare in ufficio.
Milano, si stacca l’insegna della Torre Generali: ipotesi alte temperature
Vigili del fuoco e tecnici sono al lavoro per mettere in sicurezza l’area. Procura apre un fascicolo
Insegna Generali collassata
L’insegna delle Generali sulla Torre Hadid a Milano si è staccata. A quanto apprende Adnkronos, non è escluso che possa crollare interamente,ma anche se dovesse succedere “rimarrebbe ancorata al perimetro del terrazzo e si scongiurerebbe la caduta verticale“. Si sottolinea in ogni caso che si tratta di prime valutazioni.
Per ora l’area è stata interdetta, la fermata della metro Tre Torri chiusa e Vigili del fuoco e tecnici sono al lavoro non solo per mettere in sicurezza l’area, ma per risalire alla causa del collasso dell’insegna, per ora ignota. A quanto si apprende, tra le ipotesi del cedimento dell’insegna ci potrebbe essere “il cedimento strutturale di uno dei nodi, si tratta di tiranti in acciaio, che tengono l’insegna sulla Torre Hadid”. Al momento del crollo dell’insegna di Generali “non si registravano particolari condizioni di vento forte, tuttavia da evidenziare le alte temperature sulla città di Milano di questi giorni“.
La procura di Milano aprirà un fascicolo con l’ipotesi del reato di crollo colposo.
Com’è composta l’insegna – L’insegna del grattacielo Generali è composta da un tamburo centrale, che è la struttura principale, vincolata al prolungamento in cemento armato dei torrini sulla sommità del nucleo della torre. Trasferisce i carichi verticali ai punti di appoggio sulla struttura in cemento armato. Una struttura spaziale tubolare di tipo reticolare simmetrica si dirama dal tamburo centrale. Una struttura di sostegno dei pannelli e delle lettere, composta da montanti e traversi orizzontali fungono da sostegno anche per la struttura delle passerelle di manutenzione.
La nota di Generali – L’episodio “è stato prontamente gestito con l’immediata messa in sicurezza dell’insegna stessa, senza che si registrassero danni a persone né a strutture circostanti“, sottolinea Generali in una nota. “A scopo precauzionale e a tutela della pubblica incolumità, Generali ha provveduto a delimitare e mettere in completa sicurezza l’area sottostante, ivi compreso l’edificio che ospita il CityLife Shopping District“, sottolinea. “Tutto il personale della sede Generali continuerà a operare da remoto“, evidenzia. “Le cause dell’incidente sono ancora in fase di valutazione. Generali fornirà tempestivamente tutti gli aggiornamenti del caso”.
Milano Collassa l’insegna sul grattacielo Generali – Corriere del ticinoRed. Online
Il colpo all’alba di martedì 3 giugno. Indagano i carabinieri
Le immagini dell’incendio appiccato dai rapinatori (foto Italpol)
I colpi di pistola, le fiamme e la fuga. Rapina all’alba di martedì 3 giugno. Un gruppo di almeno sei malviventi ha assaltato un deposito di camion, appiccato un incendio e sbarrato la strada con mezzi e chiodi sull’asfalto.
La rapina nel centro logistico – Tutto è accaduto intorno alle 3.20 in via Cascina Nuova, nel comune milanese di Lacchiarella. Stando a quanto riferito dalle guardie di Italpol, i rapinatori si sono introdotti all’interno del centro logistico Messina Trasporti. I primi a intervenire sono stati proprio gli addetti alla vigilanza, a uno dei quali è stata rubata un’arma d’ordinanza. I rapinatori hanno sparato e una delle guardie ha risposto al fuoco.
La strada sbarrata – Sul posto sono intervenuti immediatamente i carabinieri che si sono scontrati con i rapinatori. Per impedire l’intervento dei mezzi di soccorso, il gruppo ha sbarrato le strade d’accesso con dei camion incendiati e cospargendo l’asfalto con chiodi e strisce chiodate. Secondo i militari sarebbero stati rubati due autocarri contenenti merce. I malviventi sarebbero poi scappati a bordo di alcune auto.
È stato necessario l’intervento dei soccorritori del 118. Quattro le persone ferite, attualmente sembrerebbe in maniera non grave, per cui sono giunte in posto due ambulanze e un’auto medica. Sul caso indagano i militari dell’Arma che nelle prossime ore potrebbero richiedere le immagini delle telecamere di videosorveglianza utili a dare un volto ai rapinatori.
Il boato all’alba di martedì a Bagnatica, comune della Bergamasca. I soccorsi
Esplosione all’alba di martedì 27 maggio a Bagnatica, comune della Bergamasca a poco meno di un’ora da Monza. Una palazzina è stata sventrata in seguito a una esplosione che ha coinvolto un complesso residenziale in via Isolabella. Erano circa le 6.30 del mattina quando si è sentito un forte boato. La deflagrazione, secondo quanto al momento ricostruito, sarebbe avvenuta al piano terreno di una palazzina residenziale. Forse all’origine ci sarebbe una fuga di gas ma le cause dell’esplosione sono attualmente in corso di accertamento.
Esplosione a Bagnatica: distrutta palazzina – Sul posto sono intervenute diverse squadre di soccorso, comprese le unità specializzate Usar (Urban Search & Rescue) provenienti da vari comandi della Lombardia. Nell’esplosione è rimasta ferita una donna che è stata estratta dalle macerie e accompagnata in ospedale con diverse ustioni.
I pompieri fin dalle prime ore della mattinata sono stati impegnati nelle operazioni di messa in sicurezza dello stabile per procedere con le verifiche strutturali. Sul posto anche i carabinieri e la protezione civile.
Decine di persone in arresto cardiaco dopo essere state travolte dalla calca. Il bilancio delle vittime è destinato a salire, avvertono le autorità. È successo in una via di Itaewon, uno dei quartieri di Seul più frequentati dai giovani, durante i festeggiamenti di Halloween
Erano in centomila, forse di più. Giovani liberi di incontrarsi lungo le strade e nei locali di Seul senza mascherine per la prima volta dopo due anni. Si sono riversati, molti di loro in costume, nel quartiere di Itaewon, popolare centro della vita notturna della capitale sudcoreana, dove molte strade sono strette. Ma nel pieno della festa di Halloween quelle viuzze si sono trasformate in una trappola mortale.
Quanto fosse grave il disastro avvenuto attorno alle 22.20 locali, le 15.20 italiane, lo si è capito prima ancora delle conferme ufficiali. Quando ancora i Vigili del fuoco parlavano di diverse persone in arresto cardiaco, sui social già circolavano video che mostravano decine di ragazzi stesi a terra, circondati da medici e poliziotti impegnati nel tentativo di rianimarli con il massaggio cardiaco. Poco più in là, sotto gli sguardi sgomenti di chi si è salvato, corpi immobili uno sopra all’altro. continua a leggere
Sarebbe fallito grazie all’intervento dei vigilantes il colpo all’azienda “T.D. Synnex”, in viale Tolstoj 65. Mediante l’utilizzo di una ruspa, con cui hanno divelto il recinto, i ladri hanno provato a introdursi nel cortile della logistica, salvo poi desistere e darsi alla fuga a seguito dell’intervento di una guardia particolare giurata che, ha dapprima esploso dei colpi d’arma da fuoco in aria e, successivamente, dopo aver sentito l’esplosione di alcuni petardi accesi dai malviventi, ulteriori colpi in direzione della ruspa. Non risultano feriti (le verifiche presso i nosocomi sono in corso).
Nel 2018 un deragliamento provocò tre morti e oltre 200 feriti. I pm hanno chiesto cinque condanne, tra cui 8 anni e 4 mesi per l’ex ad di Rfi Gentile
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A oltre sette anni dall’incidente ferroviario di Pioltello, oggi i giudici di Milano dovrebbero entrare in camera di consiglio per formulare la sentenza di primo grado.
Il 25 gennaio del 2018, in seguito al deragliamento del treno regionale Cremona-Milano Porta Garibaldi, morirono tre donne e oltre 200 persone rimasero ferite o subirono traumi psicologici.
Le accuse per ex dirigenti, dipendenti e tecnici di Rete ferroviaria italiana sono di disastro ferroviario colposo, omicidio e lesioni colpose e “omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro“. Cinque le condanne chieste dai pm, tra cui 8 anni e 4 mesi di reclusione per Maurizio Gentile, ex ad di Rfi, e per l’ex direttore di Produzione Umberto Lebruto.
Per Vincenzo Macello, ex direttore territoriale della Lombardia, sono stati chiesti 7 anni e 10 mesi, mentre per Andrea Guerini, ex responsabile delle Linee Sud della Dtp di Milano, e per Marco Albanesi, ex responsabile dell’Unità di Brescia, 6 anni e 10 mesi.
Chiesta invece l’assoluzione per altri tre dirigenti: Moreno Bucciantini, Ivo Rebai e Marco Gallini. Per Rfi è stata proposta una sanzione pecuniaria di 900mila euro.
I giudici si sono riuniti per ore in camera di consiglio prima di esprimere la sentenza di primo grado
Le immagini dell’incidente
A sette anni da quella tragica mattina, il Tribunale di Milano si è espresso suldisastro ferroviario di Pioltello. La sentenza di primo grado è stata pronunciata al termine di un lungo confronto in camera di consiglio, riunitosi intorno alle 10.30 di martedì. Otto assoluzioni e una condanna. Questo il verdetto del collegio della quinta sezione penale.
La sentenza – Quasi tutti gli imputati sono stati assolti dai giudici milanesi. Le accuse, a vario titolo, sono di disastro ferroviario colposo, omicidio colposo e lesioni colpose. La corte ha assolto l’ex amministratore delegato di Rfi, Maurizio Gentile, per cui la procura aveva chiesto 8 anni e 4 mesi, stessa richiesta fatta anche per Umberto Lebruto, allora direttore produzione di Rfi, e anch’esso assolto. Stesso verdetto per Vincenzo Macello, ex direttore della Direzione territoriale produzione di Milano e Andrea Guerini. L’unico condannato è Marco Albanesi, l’allora responsabile dell’unità manutentiva di Brescia di Rfi. Anche la stessa Rfi – per cui i pm avevano proposto una sanzione pari a 900mila euro – è stata assolto ‘per insussistenza del reato presupposto‘. Le motivazioni della sentenza saranno rese note tra 90 giorni.
La tesi della procura – Secondo le indagini, a causare il deragliamento fu un giunto in “pessime condizioni” che portò alla rottura di un pezzo di rotaia per 23 centimetri. Secondo i pmLeonardo Lesti e Maura Ripamonti il tutto sarebbe legato a una serie di omissioni nella manutenzione. Ripamonti e Lesti avevano chiesto cinque condanne tra cui quella per Maurizio Gentile, ex amministratore delegato di Rfi, e Umberto Lebruto, ex direttore di produzione. Per entrambi 8 anni e 4 mesi. Per l’ex direttore territoriale della Lombardia, Vincenzo Macello, erano stati chiesti 7 anni e 10 mesi. Per Andrea Guerini e Marco Albanesi 6 anni e 10 mesi.
La difesa – L’avvocato Ennio Amodio, che rappresenta Rfi, ha spiegato che se gli operai avvertono un danno hanno il potere di intervenire e chiedere la sospensione della circolazione” e “conoscevano bene ciò che andava fatto, ma per varie ragioni si sono spostati dalle procedure di sicurezza“.
Il disastro ferroviario – Il 25 gennaio 2018 il treno regionale 10452 di Trenord Cremona-Milano Porta Garibaldi, con a bordo 350 viaggiatori, è deragliato all’altezza di Pioltello. Erano le 6.57. Di quelle 350 persone oltre 200 rimasero ferite e tre di loro morirono. Pierangela Tadini, 51 anni, originaria di Caravaggio ma da anni residente a Vanzago. Giuseppina Pirri, 39enne di Cernusco sul Naviglio e che da un po’ si era trasferita a vivere Capralba insieme alla sorella e ai genitori. Infine, Maddalena Milanesi, 61 anni, dottoressa dell’ospedale Carlo Besta di Milano.
È successo nella mattinata di venerdì 21 febbraio in un capannone di via Don Luigi Sturzo ad Abbiategrasso. Sul posto i vigili del fuoco e il 118
Il crollo nel capannone
Il boato improvviso, poi la pioggia di calcestruzzo e macerie. Parte del tetto di un capannone di una fabbrica di via Don Luigi Sturzo ad Abbiategrasso (hinterland Ovest di Milano) è collassato sui macchinari della ditta nella mattinata di venerdì 21 febbraio. Miracolosamente non ci sono stati feriti.
Tutto è accaduto intorno alle 9.30 all’interno di un’azienda che si occupa dell’assemblaggio di motori elettrici, come riportato dall’agenzia regionale di emergenza urgenza (Areu). Secondo una primissima ricostruzione a cedere è stata una trave che si trovava a metà del capannone. Per cause in via di accertamento il calcestruzzo ha ceduto innescando il crollo. Cemento e i pannelli di copertura del tetto sono rovinati al suolo, all’interno del sito produttivo, a pochi metri dal carroponte.
Immediatamente è scattato l’allarme, sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco dei comandi provinciali di Milano e Pavia con quattro mezzi. Non solo, sono intervenuti anche i soccorritori del 118 con un’ambulanza e due automediche in codice rosso. Fortunatamente non si sono registrati feriti, ma due uomini sono stati valutati dai soccorritori e hanno rifiutato le cure.
I pompieri hanno valutato la stabilità dell’edificio che al termine degli accertamenti è stato dichiarato inagibile. Per il momento non è chiaro come si sia potuto innescare il crollo. Sul caso sono in corso accertamenti anche da parte dei carabinieri della compagnia di Abbiategrasso.
Non è ancora chiaro cosa sia successo, come non sono note le generalità della vittima
La chiamata ai soccorsi è arrivata intorno alle 7.50. La segnalazione parlava di un uomo fermo sull’asfalto, sdraiato in prossimità dei binari del tram. Mistero in via dei Missaglia, in zona Gratosoglio, a Milano dove nella mattina di domenica 26 gennaio è stato trovato un morto di cui non si conoscono ancora le generalità. E non è chiaro nemmeno cosa sia accaduto.
L’ipotesi, secondo gli operatori dell’Agenzia regionale emergenza urgenza, è che la vittima sia stata investita da un tram. Tuttavia non sono giunte segnalazioni da Atm. L’uomo è stato trovato riverso sull’asfalto, con gli arti mutilati. I soccorritori del 118 sono giunti sul posto con un’ambulanza e un’auto medica, ma non hanno potuto far altro che constatare il decesso.
Sul caso indagano gli agenti della polizia locale e quelli della polizia di Stato. Ora verranno passate a setaccio le immagini delle telecamere di videosorveglianza per cercare di capire cosa sia successo.
È successo in piazza Serafino Belfanti a Milano (zona viale Tibaldi), danneggiata la linea elettrica che alimenta i filobus
L’incidente – (foto Vvf)
Un autobus della linea 47 si è schiantato contro un palo che sorregge la linea di alimentazione dei filobus in Piazza Serafino Belfanti a Milano (zona viale Tibaldi) nel pomeriggio di martedì 21 gennaio. L’incidente, nel quale sono rimaste ferite nove persone (nessuna è grave), sarebbe stato causato dal malore del conducente.
La dinamica dell’incidente – Tutto è accaduto intorno alle 18, come riportato dall’agenzia regionale di emergenza urgenza (Areu). L’esatta dinamica del sinistro è al vaglio della polizia locale, sul posto per i rilievi. Secondo una prima ricostruzione, tutto è successo mentre il bus stava svoltando in via Segantini; durante la manovra pare che il conducente, un uomo di 55 anni, abbia perso il controllo a causa di un lieve malore.
L’incidente
Il mezzo pubblico si è schiantato contro un palo che sorregge la linea aerea per poi terminare la sua corsa contro un albero all’angolo con viale Liguria (poi abbattuto perché pericolante). La centrale operativa del 118 ha inviato sul posto due ambulanze in codice giallo. Otto passeggeri sono rimasti feriti, nessuno in modo grave; secondo quanto appreso hanno riportato qualche contusione e sono stati accompagnati in codice giallo e verde nei pronto soccorso di San Carlo, San Paolo e Policlinico. Il 55enne è stato trasportato in codice giallo al San Carlo, ha riportato un trauma cranico e diverse ecchimosi.
Traffico in tilt – Lungo viale Tibaldi si sono registrate code per diverse centinaia di metri e in tutto il quartiere la viabilità è andata in tilt. La corsia preferenziale è stata chiusa e i mezzi pubblici (tra cui le linee 90 e 91) sono stati deviati sui controviali.
Sul posto sono intervenuti anche i vigili del fuoco con mezzi del distaccamento di via Darwin che hanno abbattuto l’albero pericolante mettendo in sicurezza l’area. Successivamente è intervenuta anche una gru di via Messina che ha spostato e rimesso sulla carreggiata l’autobus, ma ha anche spostato il palo.
Rallentamenti fino a 25 minuti per 10 treni regionali e 13 treni alta velocità
Folla stazione centrale, treni in tilt. Adesso. Ale. Rov.
La circolazione ferroviaria è rimasta rallentata nel Nodo di Milano in prossimità di Milano Rogoredo per la presenza di persone non autorizzate in prossimità della sede ferroviaria. A comunicarlo, alle 17 di lunedì, è Rete ferroviaria italiana (Rfi).
Questa situazione ha comportando ritardi a diversi treni, che arrivano fino a 25 minuti. L’intervento della polizia ferroviaria ha risolto la situazione nel giro di circa 40 minuti. L’inconveniente ha provocato rallentamenti per 10 treni regionali e 13 treni alta velocità.
Rallentamenti sulla Bologna Milano dell’alta velocità – Durante la giornata c’erano stati disagi sulla linea alta velocità Bologna-Milano per un guasto a un convoglio. La circolazione è tornata regolare dopo un inconveniente tecnico a un treno tra Melegnano e Rogoredo. Tre treniAlta Velocità hanno riportato ritardi fino a 40 minuti.
Guasto a un passaggio a livello – Nel pomeriggio di lunedì si è verificato anche un guasto a un passaggio a livello, come riportato sul sito di Trenord, “nella stazione di Ponte in Valtellina, che ha richiesto un intervento di ripristino da parte dei gestori della rete. Si sono registrati ritardi fino a 30 minuti“. La circolazione ferroviaria si è normalizzata attorno alle 18 ma i treni da Milano Centrale per la Valtellina hanno faticato a smaltire il ritardo.
Il periodo nero per la circolazione ferroviaria – Sono giorni difficili per la circolazione ferroviaria in Italia, tra cantieri aperti e guasti. Una situazione che secondo il ministero dei Trasporti e delle infrastrutture e il Gruppo Fs sarebbe aggravata anche da un tentativo di sabotaggio: per questo motivo è stato presentato un esposto “presso le autorità competenti“.
Fs ha fatto sapere di aver pianificato ”una serie di misure a garanzia della funzionalità della rete”. E assicura che ”sta fornendo tutti gli elementi utili alle autorità competenti in merito ai guasti e alle anomalie registrate nei giorni scorsi. Al fine di limitare il ripetersi di tali anomalie l’azienda ha già pianificato una serie di azioni a protezione dell’infrastruttura e a garanzia della funzionalità“.
In particolare il gruppo sta mettendo in campo ”centinaia di operativi” al fine di intensificare “la sicurezza e la vigilanza nelle stazioni“e “nei punti nevralgici dell’infrastruttura“. È stato previsto un “incremento delle telecamere di sicurezza” e “del presidio di tecnici di Rfi e Trenitalia per rendere più tempestivo l’intervento in caso di nuove anomalie“.
La circolazione è stata sospesa sulle linee Milano-Genova, Milano-Venezia e Milano-Bologna: lo stop è stato innescato “verifiche tecniche alla linea elettrica nel nodo di Milano”. Ancora non è chiaro quando la situazione tornerà alla normalità
Caos alla stazione Centrale di Milano. Nella mattina di oggi, sabato 11 gennaio, è stata sospesa la circolazione ferroviaria sulle linee Milano-Genova, Milano-Venezia e Milano-Bologna per verifiche tecniche alla linea elettrica nel nodo di Milano.
Milano, sospesa la circolazione dei treni – Uno “stop” confermato attraverso una nota da Fs: “I treni registrano ritardi e cancellazioni. La circolazione è regolare sulla linea Milano – Torino. È in corso l’intervento dei tecnici di RFI. Ulteriori informazioni sulla circolazione sono disponibili sui siti web di Rfi e delle imprese ferroviarie“. La circolazione dei treni, nel dettaglio, è stata sospesa intorno alle 7.30 sulle linee Milano-Genova, Milano-Venezia e Milano-Bologna, funzionano solo i collegamenti con Torino e con Chiasso. Lo stop è stato innescato da “verifiche tecniche alla linea elettrica nel nodo di Milano“, ma non è ancora chiaro a cosa sia dovuto. Rfi, interpellata da MilanoToday, ha riferito di un generico “problema tecnico in corso di accertamento“.
I tecnici di Rfi sono al lavoro, per il momento non è chiaro quando la situazione tornerà alla normalità. Al momento sono stati cancellati quattro treni ad alta velocità, sia Frecciarossa che Italo, mentre altri 13 hanno ritardi fino a 120 minuti. Diversi i disagi per i viaggiatori, bloccati in stazione in attesa di capire se e quando i treni torneranno a circolare regolarmente.
Renzi ironizza: “Salvini è tornato al ministero” – Tra le “vittime” della sospensione anche Matteo Renzi, oggi atteso a Firenze, che su X ha colto l’occasione per lanciare una frecciatina al leader della Lega: “” treni da Milano sono bloccati per un guasto e hanno più di un’ora di ritardo. Si vede che Salvini è rientrato a tempo pieno al Ministero. Il nostro incontro di oggi, allora, inizia alle 12 e non alle 11“.
A Milano sono state registrate concentrazioni di smog pari a quasi tre volte il limite consentito. Scatta il nuovo giro di vite delle misure antismog
Continua a inspessirsi la cappa di smog che sta sovrastando Milano. Nella giornata di Capodanno le centraline dell’Arpa hanno registrato alte concentrazioni di polveri sottili: la media di Pm10 calcolata all’ombra della Madonnina è stata di 149.28 µg/m³, quasi tre volte oltre la soglia. Proprio per questo a partire da venerdì 3 gennaio scatteranno le misure antismog di secondo livello.
La presenza di polveri sottili, comunque, non è uniforme e varia in base alle zone della città: 195 in viale Marche, 169 µg/m³ in via Senato, 143 al Verziere. Questa, invece, la situazione fotografata all’esterno della città: a Limito di Pioltello sono stati registrati 233 µg/m³, 145 a Cassano d’Adda, mentre a Turbigo le centraline hanno rilevato 59 microgrammi per metro cubo, 101 a Magenta. Valori decisamente sopra la norma, il doppio rispetto alla giornata di San Silvestro quando tra Milano e hinterland la media delle concentrazioni di Pm10 era stata di 72.6 µg/m³. Un deciso balzo in alto frutto(anche) dei festeggiamenti per il capodanno. A Milano, infatti, non c’era nessun divieto per petardi e fuochi d’artificio: il regolamento sulla qualità dell’aria (che prevedeva il divieto) è stato modificato dopo una sentenza del Tar della Lombardia.
A Milano le concentrazioni di Pm10 sono oltre la soglia da Santo Stefano: Natale, infatti, è stato l’ultimo giorno con le polveri sottili sotto quota 50 nanogrammi per metro cubo.
Blocco del traffico: chi non può circolare – Rispetto ai soliti divieti previsti da Area B a Milano, le sostanziali differenze sono che le limitazioni restano in vigore anche nel weekend e che escludono le macchine con Move-In dalle deroghe. Non solo, scatta anche l’obbligo di spegnere il motore quando l’auto è in sosta.
La stretta riguarda anche il riscaldamento domestico (limitazione all’uso di generatori a biomassa legnosa di classe inferiore alle 2 stelle compresa, riduzione di 1 grado delle temperature nelle abitazioni). Stretta anche per l’agricoltura (divieto di spandimento liquami zootecnici) e divieto assoluto di combustioni all’aperto (accensione di fuochi, falò, barbecue). Inoltre non si potranno utilizzare “generatori a legna per il riscaldamento domestico (in presenza di impianto alternativo) di classe emissiva fino a quattro stelle compresa”. Tradotto: stop a caminetti e stufe a legna di vecchia concezione.
Le regole antismog sono attive in tutti i comuni sopra ai 30mila abitanti e in quelli che volontariamente hanno firmato il protocollo. È il sito della regione a fornire l’elenco completo delle città: Milano, Paderno Dugnano, Rozzano, Cernusco sul Naviglio, Pioltello, Cologno Monzese, Bollate, Cinisello Balsamo, Corsico, Legnano, San Donato Milanese, Rho, Segrate, Sesto S. Giovanni, San Giuliano Milanese, Abbiategrasso.
“Solita” notte di super lavoro per le forze dell’ordine. Alcuni ragazzi aggrediti col coltello. Risse diffuse: decine di giovanissimi al pronto soccorso. Le zone rosse non sembrano aver funzionato granché. Ma, per fortuna, non si segnalano casi critici
Nonostante l’istituzione delle “zone rosse“, è stata una notte di super lavoro per le forze dell’ordine a Milano e nell’hinterland. Anche se, per fortuna, senza casi critici.
Quattro feriti per i petardi – In piazza Duomo, dove tradizionalmente si radunano per i festeggiamenti migliaia di persone (oltre 20mila secondo le prime stime) ma dove non c’era nessun concertone, tutto si è svolto “ufficialmente” senza problemi e già verso l’1 stavano entrando in azione i mezzi dell’Amsa per ripulire. Quattro persone hanno fatto ricorso alle cure del posto medico avanzato per ferite superficiali da petardi. Come ogni anno, però, nonostante i divieti stringenti, la città si è trasformata in una “santabarbara“, con botti ovunque. “Bottiglie di vetro, petardi, gente che urlava, risse, in piazza Duomo ho visto di tutto, non mi sembra le zone rosse abbiano funzionato particolarmente“, scrive un lettore a MilanoToday.
Intossicazioni da alcol – Nella notte ci sono state una trentina di intossicazioni etiliche, che hanno coinvolto sia giovanissimi (ragazze e ragazze 20enni) sia persone più anziane. I casi più gravi sono stati soccorsi in codice giallo e portati al Sacco, al Fatebenefratelli e al San Raffaele.
I vigili del fuoco hanno operato una trentina di interventi per incendi su balconi (ad esempio in via Bassini), cassonetti e tetti, ma senza feriti. Il 118 non registra trasporti gravi. In via Zamagna, nel cuore della cosiddetta ‘casbah‘ di San Siro, le forze dell’ordine sono state fatte oggetto di lanci di bottiglie e petardi, mentre alcuni esagitati hanno accatastato masserizie incendiandole. I fatti sono in corso di accertamento da parte della Digos, che sta visionando le telecamere della zona.
Un incendio in via Bassini
Risse e aggressioni – Un paio di aggressioni con coltello tra giovanissimi hanno provocato due feriti per fortuna non gravi. Alle 3.40 un 29enne è stato portato al San Paolo dopo essere stato aggredito in via Mantegani (zona Stadera): le sue condizioni, inizialmente critiche, ora non destano preoccupazione. In via Garibaldi un 18enne e un 19enne sono venuti alle mani e sono stati trasportati al Sacco. Un’altra rissa ha coinvolto un 27enne e un 28enne in viale Gorizia, entrambi sono finiti in ospedale con ferite lievi. In via Apelle (Gorla) discussione che finisce alle mani tra una minorenne di 17 anni, una 24enne e un 27enne: il 118 ha medicato le contusioni in codice verde al San Raffaele. Una 27enne, poi, è stata aggredita in viale Crispi (zona Garibaldi) per cause da accertare e medicata al Fatebenefratelli.
Ambulanza pompieri incidente notte mezzi polizia vigili del fuoco
I disagi interessano prevalentemente l’area nord ovest dello Stivale, soprattutto gli scali di Milano, Torino, Bergamo e Genova, ma rischia di ripercuotersi su tutto il traffico nazionale. All’origine del problema ci sarebbe un’avaria del software che gestisce il traffico aereo
Disagi, ritardi e voli dirottati in gran parte del Nord Italia per problemi ai radar di terra che gestiscono il traffico aereo. A Linate la Sea (la Società Esercizi aeroportuali) ha avvertito i viaggiatori, così come sta accadendo in altri scali, della mancata operatività. La stessa società conferma che, al momento, nello scalo milanese non si parte, né si atterra.
Alla base dei disagi vi sarebbero problemi ai sistemi dell’Enav, l’azienda che fornisce servizi alla navigazione aerea civile nello spazio aereo di competenza italiana.
Come riporta il Corriere della Sera, sarebbero diversi i voli fermati prima della partenza e quelli dirottati altrove, come quelli provenienti dal Sud Italia fatti atterrare allo scalo di Roma Fiumicino, o quelli provenienti dal Nord Europa fatti ritornare agli aeroporti di partenza.
La situazione starebbe lentamente ritornando alla normalità e i problemi di operatività radar sarebbero stati risolti con il progressivo riallineamento dei voli. L’Eurocontrol, l’agenzia che sovrintende lo spazio aereo europeo, ha dichiarato che i disagi persisteranno però almeno fino alle 20 di oggi, domenica 20 ottobre. E si aspettano comunque “significativi ritardi” che potranno ripercuotersi anche sui voli di domani, lunedì 21 ottobre.
All’origine della protesta, ci sarebbero stipendi non ancora versati
Agitazione a Basiglio: alcuni operai sono saliti sulle gru per protestare contro la mancata ricezione degli stipendi.
Otto operai salgono sulle gru del cantiere Milano 3.0 – All’origine della protesta, ci sarebbero stipendi non ancora versati a favore degli operai impegnati a lavorare nel cantiere di Milano 3.0, le nuove costruzioni residenziali nel comune di Basiglio. Otto operai sono saliti su 4 gru questa mattina, in segno di protesta, e sono ancora arrampicati sulle strutture.
Le motivazioni – La ditta costruttrice sostiene di aver effettuato regolarmente i pagamenti alle imprese in subaffitto che, secondo gli operai, non avrebbero ancora versato gli stipendi dovuti ai lavoratori. Per le imprese si tratta solo di tempi tecnici e non di volontà di sottrarsi al giusto corrispettivo economico per il lavoro degli operai.
Nessun segno di cedimento – Ma i lavoratori non demordono ancora e pretendono garanzie e certezze. Sul posto, sono intervenuti i carabinieri, i vigili del fuoco e un’ambulanza inviata dalla centrale operativa del 118 per precauzione e assistenza
La sindaca Reale sul posto – Lidia Reale sul posto nella mattinata per garantire il supporto dell’istituzione locale. Esprime preoccupazione per gli operai che stanno manifestando, augurandosi che si arrivi presto a un accordo.
“Stiamo monitorando da vicino la situazione – commenta la sindaca Lidia Reale – anche se si tratta di un intervento edilizio esclusivamente privato. Mi sono recata sul posto anche per garantire il supporto della nostra amministrazione comunale. La situazione è gestita direttamente dalle forze dell’ordine. C’è, da parte nostra, un po’ di preoccupazione per gli operai prosegue Lidia Reale – che stanno manifestando. L’augurio è che le parti coinvolte raggiungano rapidamente un accordo. Non conosciamo i dettagli della contesa. Sono situazioni purtroppo sempre più frequenti, anche per l’avvio di molti grandi cantieri per effetto dei fondi del PNRR, del bonus 110% o, come in questo caso, per attuare significativi piani di edilizia residenziale. Nello specifico, l’intervento era previsto nel PGT del lontano 2012, seppure parzialmente modificato in fase di convenzionamento per ridurne l’impatto“.
Vigili del fuoco e tecnici di Città metropolitana stanno cercando di bonificare l’area
La macchia
Idrocarburi e altro materiale chimico sversato da sconosciuti nelleacquedi uno dei laghetti del Parco delle Cave. Dal pomeriggio alla notte di giovedì 26 settembre, i tecnici della Città metropolitana di Milano sono intervenuti sulle sponde dello specchio d’acqua per contenere e avviare un intervento di bonifica.
Le operazioni sono state effettuate per tutto il pomeriggio fino a sera in sinergia con i vigili del fuoco, i sommozzatori della protezione civile “S. Rossi” e il nucleo ambientale della polizia locale del Comune di Milano, ma non sono state sufficienti a permettere l’asportazione completa del materiale.
Sversamento al parco delle Cave, la bonifica – Foto da: Bonifica Parco delle Cave
È di quattro persone investite il bilancio di un incidente stradale avvenuto poco dopo le 16:30 aMilano, in via Giovanni Boccaccio. La dinamica riferita racconta di un furgone che ha colpito due pedoni direttamente, mentre altri due sono stati coinvolti in misura minore nell’impatto. Verosimilmente a seguito di un malore del conducente del mezzo prima dell’incidente un uomo di 30 anni ha rimediato traumi multipli ed è rinvenuto in arresto cardio circolatorio, ospedalizzato con manovre di rianimazione in corso all’ospedale Niguarda di Milano.
Nulla da fare, è morto poco dopo l’arrivo all’ospedale di Niguarda il 30enne trasportato in codice rosso in ospedale in condizioni gravissime.
La tragedia – Oltre a lui un ragazzo di 21 anni ha riportato un trauma cranico, al volto e a un arto inferiore e superiore, trasportato in codice giallo al San Raffaele. Gli altri due pedonicoinvolti in maniera piu’ lieve hanno riportato un trauma ad una gamba, una donna di 21 anni, mentre infine un uomo di 50 non ha richiesto cure.
Il conducente del furgone ha riportato un trauma minore alla schiena. Sul posto sono intervenute due automediche, un’auto infermieristica, quattro ambulanze e le Forze dell’Ordine
Interrogativi sulla dinamica – È stata chiusa al traffico piazza Giovine Italia, nel centro di Milano. Sul luogo dell’incidente sono ancora in corso i rilievi della polizia locale, per chiarire la dinamica del gravissimo incidente. Il pm – a quanto si apprende – ha disposto il sequestro del mezzo, che proveniva da piazza Virgilio e stava percorrendo via Boccaccio in direzione piazza Giovine Italia, quando – per motivi che sono ancora in corso di accertamento – ha sterzato verso sinistra, è salito sul marciapiede sul lato opposto della strada, ha abbattuto un semaforo e investito i pedoni.
Il sito ufficiale dell’Ingv non ha segnalato alcun sisma.
È un terremoto, anzi no. Sono sembrate delle vere e proprie scosse a Milano, con tanto di post sui social di chi era più preoccupato. Addirittura, su X qualcuno ha scritto di averne avvertite almeno tre. Ma il sito ufficiale dell’Ingv (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia) non ha segnalato alcun sisma. Ed è quindi probabile che le scosse sentite da diversi milanesi siano state il frutto delle vibrazioni del concerto diTravis Scottin corso all’Ippodromo La Maura.
Pensavo fosse colpa di Travis. Invece mio marito dice che è stata una vera scossa di terremoto. Qualcuno di voi l’ha sentita? pic.twitter.com/Suw0gMF9ZL
I precedenti – Un episodio non nuovo. Già nel giugno scorso si era verificata la stessa situazione, ancora a Milano, e nell’agosto del 2023 lo stesso fenomeno si era registrato, sempre per una esibizione del rapper, al Circo Massimo di Roma.
Ho sentito solo io tre belle scosse di #Terremoto a Milano?
Salgono a 400 le famiglie senz’acqua a Milano a causa di un allagamento provocato durante lavori di scavo da parte di un’azienda in via Fontana e che sta provocando disagi anche agli abitanti di via Visconti, Regina Margherita e Corso di Porta Vittoria. I vigili del fuoco sono impegnati con due Aps dei distaccamenti di Cuoco e Marcello. L’allagamento sta tra l’altro impedendo il regolare svolgimento di attività commerciali nonché di ambulatori e presidi sanitari Per l’entità del problema è stata coinvolta la protezione civile. Il danno dalle prime ricostruzioni sarebbe stato provocato da un’impresa che lavora per conto di Unareti. Durante lavori di scavo è stato perforato un tubo da 45 cm. Adesso i tecnici di MM sono al lavoro per intercettare una valvola di chiusura al momento bloccata. In tilt, causa l’allargamento, anche due cabine elettriche.
Disagi in gran parte della città per il sovraccarico dovuto ai molti condizionatori accesi. Criticità maggiori in zona Naviglio Pavese, via Quadronno e via Mercalli
Blackout in diverse zone di Milano. Per tutta la serata e nella notte di giovedì si sono verificati cali di tensione in gran parte della città, con molti quartieri che si sono ritrovati improvvisamente al buio, con disagi per strada e nelle abitazioni.
Le criticità maggiori si sono verificate nella zona di Sud Ovest, interessando gran parte delNaviglio Pavese, ma i disagi sono stati trasversali. I tecnici ipotizzano si sia trattato di unguasto a una centralina dovuto al sovraccarico di utilizzo dei nodi di bassa tensione. La causa sarebbe da ricercarsi nel gran numero di condizionatoriaccesi per via del clima torrido: i disagi hanno interessato anche la zona del Quadrilatero e particolari criticità si sono riscontrate in via Mercalli, Quadronno, Verro e Biondelli, mentre nel pomeriggio altri blackout si erano verificati nel quartiere Adriano. In via Bramante viene segnalata assenza di corrente dalle 23 di giovedìche perdura anche venerdì mattina, con anziani bloccati in casa per il fermo degli ascensori.
I Vigili del fuoco giovedì sera sono dovuti intervenire in più di 30 occasioniper liberare cittadini intrappolati negli ascensori, mentre alcuni ristoranti hanno dovuto rinunciare ad aprire per il servizio serale: «Siamo costretti a buttare migliaia di euro», lo sfogo dello chef Eugenio Boer del Bur di via Mercalli.
Destano molta preoccupazione i casi di legionella registrati negli ultimi giorni in provincia di Milano, tra le località di Corsico e Buccinasco. In totale sono state 28 le persone che si sono ammalate, anche una vittima, una donna di 71 anni è deceduta dopo una serie di complicazioni.
Legionella: 28 casi e un morto – I 28 pazienti si trovano attualmente nel reparto di malattie infettive dell’ospedaleSan Paolo di Milano. I cittadini colpiti da questo batterio che si trova nell’acqua che, nelle forme più resistenti, può causare delle gravissimi polmoniti fino alla morte.
Secondo gli ultimi bollettini medici tutti risultano essere in “discrete condizioni”, ma non in pericolo di vita. Purtroppo, invece, per la 71enne non c’è stato nulla da fare: si trattava di un paziente fragile sia per l’età quanto perché affetta da varie patologie.
L’allarme tra Corsico e Buccinasco – L’ATSMilano ha fatto scattare tutte le indagini per avere maggiori risposte sull’infezione da legionella. Sono stati prelevati dei campioni di acqua dagli impianti di coloro che hanno registrato il contagio sia a Buccinasco che a Corsico: i risultati sono attesi nei prossimi giorni.
Nel frattempo le due amministrazioni hanno provveduto già nella prima metà di maggio a chiuderelefontane pubbliche, nonostante il risultato negativo ai vari test effettuati.
Mentre, tracce di legionella sono state rinvenute indue torre di raffreddamento, ma uno dei due impianti è stato attivato solo dopo lo scoppio dei casi, ed inoltre, si è subito provveduto alla bonifica del secondo. Dunque non è ancora chiaro da cosa e da dove derivi il contagio.
Cos’è la legionella e come si trasmette – La legionella è un batterio che nasce e prolifera negli ambienti acquatici e, in particolare, nelle tubature, nei serbatoi, negli impianti idrici a una temperatura compresa tra i 25 e i 45 gradi.
E’ importante ribadire che il contagio avviene solo con l’inalazione di piccole gocce di acqua contaminata e non si trasmette da persona a persona.
E’ importante ribadire che il contagio avviene solo con l’inalazione di piccole gocce di acqua contaminata e non si trasmette da persona a persona.
L’ATS della città di Milano ha fornito alcune indicazioni per prevenire il contagio:
– Mantenere sempre puliti e privi di incrostazioni i soffioni delle docce, i rompigetto dei rubinetti e i serbatoi di accumulo dell’acqua calda;
– Fare scorrere l’acqua per almeno 5 minuti dai rubinetti e dalle docce se non vengono utilizzati spesso;
– Mantenere l’acqua fredda a temperatura inferiore ai 20°C e acqua calda a temperature superiori ai 50°C;
– Lavare con acqua sterile e asciugare gli apparecchi per aerosolterapia dopo ogni utilizzo;
– Evitare di lasciare esposte al sole e piene di acqua le canne utilizzate per il giardinaggio;
– In caso di nuove costruzioni, o ristrutturazioni, evitare la realizzazione di reti idriche con tubature ove l’acqua possa ristagnare facilmente.
Giallo della legionella nel Milanese, 28 contagiati e un morto
Le analisi per comprendere da dove derivi il batterio proseguono
L’allarme era già scattato ad aprile. Ora i casi confermati di legionella tra Buccinasco e Corsico sono ben 28. E la scia lasciata dal batterio che provoca la legionellosi conta anche un morto, una donna di 71 anni. Tre pazienti sono ancora ricoverati al San Paolo di Milano nel reparto di malattie infettive. Tutti gli infetti vivono nei due comuni, in prossimità del Naviglio Grande anche se la responsabilità del corso d’acqua è stata esclusa.
Già nella prima metà di maggio il sindaco di Buccinasco aveva predisposto l’interruzione del funzionamento dellefontane – anche se negative ai test – mentre i tecnici dell’Ats di Milano si erano messi da subito al lavoro per individuare la fonte. Erano stati effettuati prelievi di acqua negli impianti idraulici della abitazioni dei contagiati, tanto a Buccinasco quanto a Corsico.
Febbre, dolori muscolari, brividi e, nel peggiore dei casi, polmoniti. I più colpiti sono gli anziani e chi soffre di malattie croniche. Il batterio, che si sviluppa in acqua e che viene trasmesso tramite goccioline, è stato trovato in due torri di raffreddamento anche se secondo gli esperti che stanno lavorando alle indagini è difficile che siano gli unici casi.
Bresso, 2018 – L’ultima epidemia che aveva colpito la Lombardia riguardava il comune diBresso che nel 2018 aveva registrato 50 contagi e ben tre vittime. In quel caso si ipotizzò che il batterio avesse proliferato nelle acque della fontana situata nella piazza centrale. Secondo i tecnici Ats la legionella si era sviluppata grazie anche alle bombe d’acqua che avevano colpito Milano in quel periodo. Non è da escludere, pertanto, che si sia delineata una situazione simile, con i forti temporali e le incessanti piogge tra maggio e giugno.