Familiari “moderatamente soddisfatti per entità pena inflitta”
Il camionista 64enne tedescoWolfgang Rieke,accusato di aver investito e ucciso con il suo mezzo pesante l’ex campione di ciclismo Davide Rebellin il 30 novembre 2022 a Montebello Vicentino prima di darsi alla fuga, è stato condannato a quattro anni di reclusione, più la revoca della patente di guida e il pagamento di tutte le spese processuali. Questo in sintesi il dispositivo letto, dopo una breve camera di consiglio, dal giudice, Filippo Lagrasta, che presiedeva il collegio giudicante a Vicenza.
Siamo “moderatamente soddisfatti, ma Davide non tornerà” hanno commentato, attraverso un consulente, la madre di Rebellin, Brigida Gattere, e il fratello Carlo Rebellin, presenti in Tribunale a Vicenza all’ultima udienza del processo per omicidio stradale aggravato. Il giorno dell’investimento l’ex campione aveva 51 anni e si stava allenando in bicicletta. Presenti anche la nipote della vittima, Andrea Stella, figlia di un altro dei tre fratelli, Simone (il terzo è Stefano), accompagnati in aula dal loro legale, l’avvocato Davide Picco del foro di Vicenza, e da Alessio Rossato, consulente dello Studio3A-Valore che ha assistito la famiglia, nell’iter risarcitorio, chiuso da tempo.“Siamo moderatamente soddisfatti per l’entità della pena inflitta, considerate le leggi sull’omicidio stradale” ha spiegato Carlo Rebellin attraverso il consulente. La Procura di Vicenza, in aula c’era anche il Pubblico Ministero titolare del procedimento penale, Roderich Blattner, “ha svolto un importante lavoro, e l’imputato ha fatto anche otto mesi di carcere, evento molto raro in queste circostanze” ha aggiunto. Rieke attualmente si trova in Germania e dopo essere stato colpito da un ictus gli è stato consentito di tornare a casa in ragione delle gravi condizioni di salute.
“D’altra parte – ha concluso il fratello -, anche se lo avessero condannato a dieci anni il dato di fatto è che Davide non ce l’avrebbe comunque restituito nessuno, non sarebbe tornato indietro”. Ed è proprio questa l’unica, amara considerazione della mamma Brigida, che non è voluta entrare nel merito della sentenza, limitandosi a prendere dolorosamente atto che “mio figlio purtroppo l’ho perso per sempre, non c’è più”.
‘Entrati illegalmente in regione Kursk’. I due giornalisti non sono in Russia
“Il tribunale distrettuale Leninsky di Kursk ha accolto la mozione dell’ufficio regionale del servizio di frontiera russo di emettere un mandato di arresto per i giornalisti italiani Simone Traini e Stefania Battistini entrati illegalmente in Russia dall’Ucraina per girare un servizio televisivo sulla situazione ucraina“.
Lo ha riferito il servizio stampa della magistratura della regione di Kursk, come riporta Interfax. I due giornalisti sono fuori dalla Russia.
“Il cameraman televisivo Simone Traini e la giornalista Stefania Battistini, insieme ad alcune persone non identificate, sono entrati nella Federazione Russa dal territorio ucraino con l’intento di filmare un servizio televisivo sull’invasione del distretto di Sudzha nella regione di Kursk da parte di unità armate ucraine con l’ausilio di carri armati, artiglieria e mezzi leggeri, veicoli blindati il ;6 agosto 2024;”, ha precisato il servizio stampa della magistratura, scrive l’agenzia di stampa Interfax.
“Traini e Battistini, dopo aver oltrepassato illegalmente il confine russo, si sono recati a Sudzha, nella regione di Kursk, con un veicolo da trasporto di unità armate ucraine. I due giornalisti italiani inseriti nelle liste dei ricercati” della Russia, “sono accusati di aver oltrepassato il confine di stato russo. Il giudice ha ordinato la custodia cautelare per loro, ha continuato la nota. “Saranno posti in custodia il giorno in cui verranno arrestati in territorio russo o estradati in Russia, prima di un eventuale processo. La decisione del tribunale non è ancora entrata in vigore e può essere impugnata”, conclude.
Usigrai: ‘Inaccettabile richiesta russa arresto giornalisti Tg1’ – “La richiesta russa di estradizione e l’ordine di arresto per Stefania Battistini e Simone Traini sono una provocazione inaccettabile. L’Usigrai chiede una presa di posizione unanime del governo contro questa ennesima intimidazione nei confronti dei giornalisti italiani. Esprimiamo tutta la nostra preoccupazione per i contorni che sta assumendo questa vicenda, rinnoviamo piena solidarietà ai colleghi del Tg1 e ci auguriamo che l’ambasciatore della Federazione Russa in Italia venga convocato con urgenza per chiarire la posizione del nostro Paese a tutela del lavoro giornalistico e della libertà di informazione“. Lo afferma l’esecutivo dell’Usigrai.
E’ accaduto a Saviano, nel napoletano. Il crollo molto probabilmente per l’esplosione di una bombola di gas
La palazzina crollata
Una palazzina è crollata in via Tappia 5, a Saviano, nel napoletano, molto probabilmente per l’esplosione di una bombola di gas. Si tratta di un edificio di due piani. Dalle prime informazioni, sotto le macerie ci sarebbe una famiglia di cinque persone, marito, moglie e tre bambini. L’esplosione sarebbe avvenuta al secondo piano, nell’abitazione di una persona anziana mentre la famiglia è residente al primo piano. Sul posto per i soccorsi carabinieri e vigili del fuoco.
Aggiornamento: Due bambini sono morti nel crollo di una palazzina in via Tappia 5, a Saviano, nel napoletano, molto probabilmente per l’esplosione di una bombola di gas. A perdere la vita una bambina di 4 anni e il fratellino di 6. Il papà e un altro figlioletto di 2 anni sono stati estratti vivi e ora sono in ospedale. Mancano all’appello la madre dei bambini e l’anziana nonna residente al secondo piano, dove sarebbe avvenuto lo scoppio della bombola. Sul posto sono accorsi vigili del fuoco, carabinieri, polizia, protezione civile e volontari, che continuano a scavare a mano
La prima udienza si è tenuta 2 anni fa, il 7 luglio 2022, ma c’è ancora molta strada da fare. In occasione del sesto anniversario i parenti delle vittime lanciano un podcast
Sei anni sono trascorsi dalla mattina del 14 agosto del 2018, quando, alle 11.36, il ponte Morandi collassò tra la pila 8 e la pila 10 portando con sé le vite di 43 persone.
Da allora i familiari attendono giustizia, e la fine di un processo iniziato nel luglio del 2022 nella tensostruttura allestita nell’atrio del palazzo di Giustizia. Oggi sono imputate 58 persone tra dirigenti, funzionari e tecnici di Autostrade per l’Italia, ministero delle Infrastrutture e Spea, la società responsabile delle manutenzioni e delle ispezioni. Società che, insieme con Autostrade, è uscita dal processo con un patteggiamento di quasi 30 milioni, mentre il processo continua per i singoli manager e funzionari.
Le accuse sono omicidio colposo plurimo, omicidio stradale, crollo doloso, omissione d’atti d’ufficio, attentato alla sicurezza dei trasporti e omissione dolosa di dispositivi di sicurezza sui luoghi di lavoro. I reati di falso ideologico, relativi anche a documenti informatici,commessi a tutto il 2011 si sono prescritti a giugno 2024, e si sono anche prescritti i reati di rifiuto in atti di ufficio commessi nel 2016.
Tra gli imputati nel processo ci sono l’ex amministratore delegato di Autostrade, Giovanni Castellucci, il capo delle operazioni Paolo Berti e l’ex direttore delle manutenzioni Michele Donferri Mitelli, l’ex amministratore delegato di Spea Antonino Galatà, il responsabile tecnico Massimiliano Giacobbi, l’ex direttore di Autostrade per Genova Stefano Marigliani, il successore Riccardo Rigacci e il braccio destro Paolo Strazzullo, i dirigenti del ministero delle Infrastrutture Bruno Santoro e Carmine Testa. A oggi 13 imputati hanno preannunciato la volontà di rendere dichiarazioni spontanee.
Un processo lungo e molto complesso, quello per il crollo del ponte Morandi, pieno di dettagli tecnici, perizie e testimoni (i primo hanno iniziato a parlare nel dicembre del 2022). A oggi sono statecelebrate 170 udienze dalla prima del 7 luglio 2022 all’ultima, quella del 16 luglio. Sono state ascoltate complessivamente 324 persone (molte delle quali per più di un’udienza) e le udienze sono state trascritte su oltre 16.000 pagine.
Il processo riprenderà dopo la pausa estiva, l’11 settembre, occasione in cui si procederà con esame, controesame e riesame di altri 11 consulenti tecnici delle difese.
Mercoledì 14 agosto la commemorazione nella Radura della Memoria – Nel frattempo i familiari delle 43 vittime, e la città, si preparano a rendere omaggio alle vite spezzate dal crollo. Martedì 14 agosto, come accade ormai da cinque anni, si terrà una commemorazione organizzata in collaborazione con il Comitato Parenti Vittime del Ponte Morandi: si inizia alle 9nella chiesa parrocchiale di San Bartolomeo della Certosa, dove sarà celebrata la santa Messa officiata dall’arcivescovo di Genova, monsignor Marco Tasca.
Alle 9.30 circa è previsto l’arrivo, allaRadura della Memoria, dei partecipanti alla camminata in ricordo delle vittime organizzata dall’Associazione “Noi per Voi Valle Stura Masone” con i sindaci di Masone, Rossiglione e Campoligure. Saranno presenti 43 bambini che porteranno un pensiero ai parenti delle vittime.
Alle 10.45, sempre nella Radura della Memoria, inizierà lacerimonia in ricordo delle vittime del crollo alla presenza del sindaco di GenovaMarco Bucci, dell’imam Salah Hussein, del prefetto di Genova Cinzia Torraco, del presidente ad interim della Regione Liguria Alessandro Piana e del viceministro alle Infrastrutture e Trasporti Edoardo Rixi, con delega della presidenza del Consiglio dei Ministri.
Alle 11.36 il momento più toccante: verrà osservatoun minuto di silenzio e in contemporanea verranno suonate le sirene delle navi in porto e le campane di tutta la diocesi.
Ponte Morandi – Vite sospese: il podcast realizzato con il comitato in ritorco delle vittime – Il 14 agosto inoltre uscirà su tutte le principali piattaforme il podcast “Ponte Morandi – Vite Sospese”, realizzato da Diego Rovelli e Alex Venutoin collaborazione con il Comitato ricordo parenti delle vittime Ponte Morandi”.
Obiettivo del podcast, raccontare le storie di chi che ha perso la vita quel giorno, mettendo in luce il dolore, la rabbia e il desiderio di giustizia e verità delle famiglie e degli amici delle vittime.
Le vite sospese, spiegano gli autori, sono quelle che, da quel giorno, vivono tutte le persone coinvolte in questa storia.Dall’attesa delle prime ore dopo il crollo, fino alle promesse delle istituzioni per arrivare, infine, alle aspettative sul processo e la fiducia nella giustizia.
Il podcast è diviso in 5 episodi e racconta la storia del ponte, di chi l’ha costruito e di chi negli anni ne è stato proprietario, degli studi e delle manutenzioni sull’infrastruttura, ma anche dei soccorsi e dei soccorritori che in quei giorni hanno dato il massimo per aiutare le persone travolte dalle macerie.
Esplosione in alloggio con lavori, crolla parte ponteggio
Ustionato un ragazzo. A Taranto elettricista muore folgorato
Si è rischiato grosso, nel primo pomeriggio di oggi, in una palazzina di Settimo Torinese (Torino) in fase di ristrutturazione, dove un’esplosione ha fatto parzialmente crollare un ponteggio.
Il bilancio è di cinque feriti, tutti residenti nello stabile. Sui ponteggi danneggiati dalla deflagrazione, in quel momento per caso non c’erano persone.
A Settimo, in via De Francisco 21, l’allarme è scattato intorno alle 13.45, quando un’esplosione in un alloggio del primo piano ha danneggiato i ponteggi agganciati all’edificio dove sono in corso alcuni lavori di ristrutturazione. Tra i cinque feriti un ragazzo di 14 anni che si trovava all’interno dell’abitazione dove si è verificata la deflagrazione. È stato trasportato in ospedale in codice giallo per le ustioni di primo grado riportate e non è in pericolo di vita. Altre quattro persone, che vivono negli alloggi vicini, hanno avuto bisogno del trasporto in ospedale per avere inalato del fumo.
Dopo lo scoppio infatti è divampato un incendio, che è stato rapidamente domato dai vigili del fuoco. Toccherà adesso agli ispettori dello Spresal dell’Asl To4, il servizio che si occupa della sicurezza sul lavoro, e ai carabinieri di Settimo chiarire la dinamica dell’incidente e le cause dell’esplosione. Secondo i primi riscontri potrebbe essersi trattato di una fuga di gas da uno degli alloggi o di una bombola. I vigili del fuoco hanno messo in sicurezza l’area mentre il personale specializzato ha verificato la stabilità del caseggiato, escludendo la presenza di altre persone coinvolte.
Todde: «Subito interventi urgenti e fondi per la gestione della crisi idrica». La procedura straordinaria resterà in vigore sino al prossimo 31 dicembre
La Sardegna dichiara lo stato di emergenza per la siccità che sta colpendo l’Isola. Lo ha deliberato questo pomeriggio la Giunta regionale nel corso di una seduta convocata dalla presidente Alessandra Todde. Il provvedimento resterà in vigore sino al prossimo 31 dicembre.
Attraverso successive ordinanze di protezione civile, adottate dalla stessa governatrice, anche in deroga alla normativa regionale, verranno presi i primi provvedimenti per i quali sono disponibili diverse risorse. Ad integrazione degli stanziamenti per il 2024 già disponibili e pari a due milioni di euro, ci saranno ulteriori fondi «per la gestione dell’emergenza in atto, rinviando a successive ordinanze di protezione civile la ripartizione delle risorse medesime tra i soggetti competenti sulla base delle analitiche quantificazioni dei fabbisogni».
Nel frattempo le direzioni generali dell’Agenzia regionale del distretto idrografico della Sardegna, Lavori pubblici, Protezione civile e Agricoltura e Riforma agro-pastorale predisporranno una relazione tecnica «affinché possa essere attivata, qualora ne ricorressero i presupposti, la richiesta al presidente del Consiglio dei Ministri per la dichiarazione dello stato di emergenza nazionale».
Todde, illustrando la delibera che che dà avvio all’iter declaratorio, ha spiegato che «sulla base delle informazioni e dei dati, anche climatologici, disponibili e delle analisi prodotte dai competenti uffici, che identificano uno scenario in atto che può evolvere in una condizione emergenziale, e allo scopo di assicurare maggiore efficacia operativa e di intervento in relazione al rischio derivante da deficit idrico, vi è l’urgenza di ricorrere a prime e immediate misure di mitigazione del rischio volte a contenere gli effetti della crisi idrica in atto, che richiedono l’attivazione di procedure straordinarie come quella della dichiarazione dello stato di emergenza». Così, «saremo in grado di mettere in atto i primi interventi urgenti, che adotteremo attraverso ordinanze di protezione civile, anche in deroga alla normativa in vigore».
Sul tema interviene anche il senatore Pd Marco Meloni, con i colleghi Nicita e lai: «Di fronte alla drammatica scarsità di risorse idriche che sta mettendo a rischio le attività agricole e industriali, il comparto turistico, ma soprattutto la vita quotidiana dei cittadini sardi e siciliani, è imperativo adottare misure urgenti e straordinarie per affrontare questa emergenza», dice il senatore sardo, «per questo motivo, abbiamo chiesto al presidente Calderone la convocazione urgente e straordinaria della Commissione Insularità, alla presenza dei Presidenti di Regione e dei Ministri Salvini, Musumeci e Pichetto-Fratin. È necessario un confronto diretto e immediato con i rappresentanti del Governo per discutere e pianificare interventi di ristoro e approvvigionamento idrico, che includano non solo soluzioni a breve termine, ma anche strategie a lungo termine per mitigare gli effetti del cambiamento climatico e della siccità sulle nostre isole».
La spiaggia “attrezzata” per il party – dalla pagina Facebook “Amici di Talmone e Cala di Trana”
Party in grande stile a Talmone, nonostante i divieti. Il comitato locale: «Questo turismo fa danni all’ambiente»
«Nonostante i divieti dell’ordinanza balneare emessa dalla Regione Sardegna, il turismo cafone prosegue con la sua arroganza ad impattare negativamente l’ambiente».
È quanto scrive sulla sua pagina Facebook il comitato “Amici di Talmone e Cala di Trana”, denunciando una festa in grande stile organizzata – in spregio alle regole – da un gruppo di vacanzieri che era a bordo di uno yacht proprio sulla spiaggia di Talmone, a Palau.
«Sono stati posizionati già dalla mattina presto, gazebi, fornelli e rete da pallavolo, occupando tutto l’arenile», scrivono gli Amici di Talmone, pubblicando anche un video delle operazioni di organizzazione.
E ancora: «Un viavai di gommoni a motore per portare cibo, ospiti e materiale. Sono stati accesi fuochi in spiaggia, che solo l’intervento della Guardia Costiera ha fermato. Un danno ambientale – conclude la pagina – non solo terrestre ma anche marino».
L’incidente a Prata: il giovane ha riportato un forte trauma cranico ed è stato portato in elicottero in ospedale
Un ragazzo di 21 anni è rimasto gravemente ferito in uno scontro fortuito di gioco avvenuto al campo di calcetto di Prata di Pordenone . Il giovane ha riportato un forte trauma cranico. Ad allertare i soccorsi, telefonando al numero unico per le emergenze 112 sono stati i compagni e le persone che si trovavano sugli spalti, attorno alle 23 di ieri sera, 24 luglio. La centrale operativa regionale Sores Fvg è arrivata sul posto di un’ambulanza e di un’equipe medica specializzata a bordo di un elicottero di soccorso. Il giovane è stato stabilizzato sul posto e poi trasportato, in elicottero appunto, all’ospedale Santa Maria della Misericordia di Udine . Il calciatore è stato ricoverato in gravi condizioni ma non è in pericolo di vita.
Crollo a Scampia – frame da video NapoliToday. Nel riquadro Roberto Abbruzzo Margherita Della Ragione Patrizia Della Ragione
Era la mamma di Roberto Abbruzzo e zia di Margherita Della Ragione, le prime due vittime. Le novità sulle indagini. I testimoni: “Così abbiamo salvato i bambini”
Si aggrava il bilancio della tragedia diScampia, dove nella notte tra 22 e 23 luglio è crollato un ballatoio all’interno della Vela Celeste. In ospedale è morta Patrizia Della Ragione, aveva 53 anni ed era stata ricoverata per un politrauma, aveva riportato anche la frattura della milza e del bacino. È la terza vittima del crollo. Quella tragica notte sono morti il figlio di Patrizia – il 29enne Roberto Abbruzzo e la nipote Margherita Della Ragione, 35 anni. Le vittime accertare salgono quindi a tre.
Il timore è che il bilancio possa ulteriormente aggravarsi. In ospedale ci sono ancora sette bambine (tra loro anche le quattro nipotine di Patrizia Della Ragione) tra due e 10 anni e due di loro sono in condizioni gravissime. continua a leggere
L’eccezionale ondata di caldo ha provocato oggi diversi blackout ad Ancona e provincia.
Il più preoccupante all’ospedale pediatrico Salesi della città dove non sono partiti i generatori di corrente quando è mancata l’energia elettrica lasciando i degenti e le sale operatorie senza corrente elettrica. Immediato l’intervento dei vigili del fuoco, ancora in corso, per dare supporto al personale medico e infermieristico per assistere le persone presenti nella struttura e per lo spostamento dei piccoli degenti, alcuni in incubatrice. Sul posto sono al lavoro tre squadre dei vigili del fuoco della sede centrale e di Osimo.
La situazione all’ospedale pediatrico ora si sta normalizzando. I gruppi elettrogeni, che non partivano o andavano a singhiozzo, ora funzionano. Le squadre dei vigili del fuoco però rimangono sul posto per eventuali altre interruzioni a supporto del personale sanitario. Ma l’interruzione di energia elettrica ha provocato altri disagi. Numerose infatti le chiamate ai vigili del fuoco durante tutta la giornata per persone rimaste bloccate negli ascensori.
Oltre ai blackout ad impegnare i vigili del fuoco di Ancona un guasto ad un treno all’altezza di Falconara dove è stato necessario il trasbordo, dal treno guasto ad altri due convogli, di 480-500 passeggeri. Tra questi anche tre disabili e alcuni bambini. Notevoli i ritardi su tutta la linea ferroviaria.
Ad Ancona il blackout è stato provocato, durante il pomeriggio da un doppio guasto nella zona del quartiere Adriatico/Passetto nel comune di Ancona che ha interessato due tratte in cavo interrato, provocato dall’eccezionale innalzamento delle temperature e dalla loro relativa persistenza. Sono da oggi al lavoro i tecnici di E-Distribuzione per ripristinare le linee.
E-Distribuzione, la società del Gruppo Enel che gestisce la rete elettrica di distribuzione di media e bassa tensione, informa che l’eccezionale ondata di calore che sta interessando l’intera Penisola ha determinato una serie di disservizi sulla rete elettrica nella provincia di Ancona per la risoluzione dei quali la Società si è prontamente attivata.
Durante il pomeriggio – precisa il comune su telegram – si è verificato un doppio guasto nella zona del quartiere Adriatico/Passetto nel comune di Ancora che ha interessato due tratte in cavo interrato, provocato dall’eccezionale innalzamento delle temperature e dalla loro relativa persistenza. L’Azienda, ha effettuato manovre in automazione e telecontrollo e sta provvedendo alla individuazione di un sito in cui sia possibile posare un cavo provvisorio per rialimentare la tratta attualmente isolata e all’installazione di una Power Station (un generatore di elevata potenza) nell’area del guasto. Tutti gli interventi sono realizzati in costante coordinamento con le Istituzioni locali, le Prefetture e la Protezione Civile Regionale.Il lavoro dei tecnici di E-Distribuzioneproseguirà fino al completo ripristino del servizio elettrico.
Black out ad Ancona: la situazione al Presidio Salesi è sotto controllo – In merito al black out tra Ancona e Falconara, dovuto ad un problema tecnico dell’ENEL, la Direzione Generale dell’AOUM informa e rassicura che i pazienti e i famigliari stanno bene .
Sono intervenuti i Vigili del Fuoco ed è stata allertata la Protezione Civile. Sono in funzione i gruppi elettrogeni e quindi la situazione è monitorata costantemente ed è tutto sotto controllo.
I dirigenti medici, il personale infermieristico e gli operatori socio sanitari collaborano con le squadre dei Vigili del Fuoco per assistere al meglio tutti i pazienti.
La Direzione Generale è sul posto per seguire da vicino gli sviluppi della situazione.
L’incidente la scorsa notte nell’isola di Malamocco
Alcuni fuochi d’artificio sparati la scorsa notte durante una sagra nell’isola veneziana di Malamocco sono caduti tra la gente, provocando panico e ustioni ad alcuni degli spettatori. Sarebbero almeno una decina – riportano i siti di informazione locali – le persone che hanno riportato ferite da bruciatura, tra cui anche bambini.
Il fuggi fuggi conseguente all’incidente ha causato anche ferite da calpestamento in alcune persone che sono state travolte.
Indagini sono in corso da parte dei carabinieri.
Fuochi d’artificio cadono tra la gente, paura e feriti a Venezia
Poco prima di mezzanotte, durante la sagra di Malamocco, al culmine dello spettacolo pirotecnico, almeno tre razzi sono caduti tra la folla
Alcuni fuochi d’artificio sparati nella serata di domenica, durante una sagra sull’isola veneziana di Malamocco, sono caduti tra la gente,provocando il panico. Alcuni spettatori sarebbero anche rimasti ustionati. Secondo la stampa locale, le persone che hanno riportato ferite da bruciatura sarebbero una decina, tra cui diversi bambini. Il fuggi-fuggi seguito all’incidente avrebbe causato anche feriti da calpestamento. Indagini sono in corso da parte dei carabinieri.
Prima l’esplosione, poi le grida di terrore, il pianto dei bambini e la fuga della gente. Tutto ripreso dai video dei presenti. L’incidente poco prima di mezzanotte, durante lo spettacolo pirotecnico nella serata conclusiva della festa della Madonna di Marina a Malamocco, nell’isola del Lido di Venezia.
Alcuni fuochi d’artificio, dunque, (almeno tre razzi si sarebbero contati), sarebbero finiti direttamente sulla folla che stava assistendo all’evento dalla riva e dal molo. Uno è scoppiato sul pontile in legno. L’esplosione tra la gente ha provocato 11 feriti. Il fatto ha creato forte concitazione e preoccupazione tra i presenti, che si sono allontanati di corsa.
Sui social network, nei commenti al fatto, si lamenta la lunga attesa per l’ambulanza. I presenti, di varie età, avrebbe riportato lievi ferite da bruciatura e da calpestamento: buona parte di loro è stata medicata direttamente dal personale sanitario arrivato sul posto; alcuni sono stati accompagnati al punto di primo soccorso del Lido per accertamenti più approfonditi.
Un furgone portavalori è stato assaltato sulla statale 613, nel Brindisino, all’altezza di Torchiarolo.
I malviventi avrebbero esploso colpi di arma da fuoco ed incendiato autovetture su entrambi i sensi di marcia per ostacolare l’intervento delle forze dell’ordine.
A quanto si apprende da fonti investigative,non ci sarebbero feriti tra le guardie giurate che si trovavano a bordo del portavalori. Sarebbero state incendiate dai malviventi almeno tre auto ed un furgone.
L’Anas comunica che è stata “temporaneamente chiusa al traffico, in entrambe le direzioni“, la strada statale 613, con uscite obbligatorie “in direzione sud al km 12,500 e in direzione nord al km 17,000“. Sul posto, per i rilievi e la viabilità, ci sono carabinieri,polizia e guardia di finanza.
La ragazza abitava in una palazzina delle case popolari. A dare l’allarme sono stati i genitori.
Carabinieri con ascensore sotto sequestro, immagine repertorio (Fotogramma). In alto la vittima, foto dalla sua pagina Facebook
Tragedia a Fasano nel brindisino. Una ragazza di 25 anni, Clelia Ditano, è morta questa mattina, dopo essere caduta dal quarto piano sul tetto dell’ascensore che era fermo al primo. Sul posto sono intervenuti i carabinieri, i vigili del fuoco e i soccorritori del 118. Da chiarire le circostanze della caduta. A dare l’allarme sono stati i genitori. La famiglia abita in una palazzina delle case popolari dell’Arca in via Saragat.
Manutenzione ascensori spetta a tecnici abilitati Prefettura – “Per poter tenere in esercizio gli ascensori, questi devono essere affidati in manutenzione a una ditta specializzata che abbia al suo interno personale tecnico abilitato, munito del cosiddetto patentino di ascensorista. Si tratta di un’abilitazione rilasciata dalla Prefettura a seguito del superamento di un esame teorico e pratico” dice all’Adnkronos/Labitalia Luca Incoronato, direttore Anacam, Associazione nazionale delle imprese di costruzione e manutenzione ascensori. “In Italia – spiega – è dunque prevista una manutenzione abilitata da parte di una ditta specializzata che faccia almeno una volta, ogni sei mesi, una verifica di tutti i dispositivi di sicurezza dell’ascensore, per poi annotarli sul libretto dell’impianto. L’altro obbligo è quello di fare delle visite di manutenzione preventiva dell’impianto in funzione delle sue esigenze. Non c’è un numero minimo di visite di manutenzione per legge, la legge demanda alle esigenze dell’impianto e quindi alla valutazione del manutentore; perché ovviamente una cosa è un ascensore che magari serve una palazzina di due o tre piani con quattro famiglie, una cosa è un ascensore che serve 12 piani e 60 famiglie, con una frequenza di utilizzo quindi molto maggiore che richiede esigenze manutentive diverse“.
Anacam precisa che per una manutenzione dell’ascensore a norma del dpr 162/99, il manutentore deve eseguire due distinte tipologie di attività sull’impianto.
1) Visite di manutenzione preventiva, finalizzate alla verifica del regolare funzionamento dei principali componenti dell’impianto, in particolare delle porte dei piani e delle serrature, dello stato di conservazione delle funi, nonché per eseguire le operazioni normali di pulizia e di lubrificazione delle parti.
2) Visite finalizzate alla verifica dell’integrità e dell’efficienza di tutti i dispositivi e dei componenti da cui dipende la sicurezza dell’ascensore (paracadute, funi, sistema di allarme etc.). Mentre per la seconda tipologia di attività il legislatore ha fissato una frequenza minima (almeno una volta ogni sei mesi, da cui la definizione di visita semestrale), da rispettare quindi in modo tassativo, per le visite di manutenzione preventiva non viene indicata una frequenza precisa poiché questa dipende dalle esigenze dell’impianto.
In concreto, il giusto numero di visite dipende dalle caratteristiche tecniche dell’impianto, dal suo stato di conservazione, dalle condizioni e dall’intensità di utilizzo. In generale, considerando le caratteristiche medie del parco impianti funzionanti in Italia, si effettuano in media dalle 6 alle 12 visite annuali (includendo anche le due visite semestrali).
E’ importante che il manutentore, una volta presa in carico la manutenzione di un impianto, svolga un’accurata ispezione iniziale dello stesso per valutarne lo stato di conservazione e le caratteristiche tecniche e, una volta verificate le condizioni di utilizzo, metta a punto un programma di manutenzione nel quale indicherà, tra l’altro, il numero annuo di visite di manutenzione preventiva necessarie per una corretta conservazione dell’ascensore, anche tenendo presenti le eventuali indicazioni riportate nel manuale di uso e manutenzione dell’impianto.
L’Italia e il mancato adeguamento alla Raccomandazione della Commissione Europea – “L’Italia non ha dato seguito alla Raccomandazione della Commissione europea, la 216/95/CE, che invitava gli Stati membri ad adeguare progressivamente il livello di sicurezza del parco impianti nazionale degli ascensori ante direttiva ascensori 95/16/CE per portarlo al livello di quello richiesto dalla direttiva stessa” dice sempre all’Adnkronos/Labitalia Luca Incoronato, direttore Anacam. “La normativa di riferimento per tutto quanto riguarda la costruzione, installazione, messa in esercizio, manutenzione e controllo degli ascensori è costituita dal decreto del Presidente della Repubblica 30 aprile 1999, numero 162 che, dopo le modifiche introdotte dal dpr 23/2017, è oggi rubricato ‘Regolamento recante norme per l’attuazione della direttiva 2014/33/UE, relativa agli ascensori e ai componenti di sicurezza degli ascensori, nonché per l’esercizio degli ascensori’. Il dpr 162/99 era stato emanato per recepire in Italia la prima ‘direttiva ascensori’, 95/16/CE, oggi abrogata e sostituita dalla nuova ‘direttiva ascensori’ 2014/33/UE“. “La Direttiva – precisa – prevede la Marcatura CE di tutti gli ascensori immessi sul mercato comunitario europeo. E, secondo la Direttiva, gli installatori sono ‘responsabili della progettazione, fabbricazione e installazione’ degli ascensori. Spetta all’installatore dichiarare la conformità dell’impianto, seguendo una delle procedure previste dalla direttiva, e apporre la Marcatura CE. In Italia la legge che riguarda la manutenzione degli ascensori è il dpr 162 del ’99, una data che dunque fa da spartiacque tra le regole nazionali e quelle europee. La Commissione europea emanò anche una raccomandazione agli Stati membri, invitandoli ad adeguare progressivamente la sicurezza del parco impianti preesistente al 1999“.
“Diversi Stati membri – sottolinea il direttore Anacam – come Francia, Spagna, Germania, Belgio hanno provveduto, con leggi nazionali, a adeguare i diversi impianti, imponendone delle modernizzazioni. In Italia però questa cosa non è mai successa, nonostante ovviamente le nostre insistenze e le nostre proposte. Ci provò diversi anni fa, con un decreto, l’allora ministro Scagliola, ma poi il decreto venne bocciato dal Tar del Lazio“.
“Tecnicamente – precisa – in Italia quello che succede è che se un impianto è stato installato, ad esempio, nel 1935, quell’impianto è in regola se risponde alle normative di sicurezza del 1935. Ovviamente poi quando ci sono degli interventi da fare perché i componenti si usurano, si rompono, le regole normative impongono un minimo di adeguamento nel momento in cui si va a cambiare quel pezzo“.
“Al nostro ministero di riferimento, quello delle Imprese e del made in Italy, ritorneremo a proporre un adeguamento dell’Italia alla direttiva, perché oggettivamente il nostro Paese presenta un’anomalia rispetto al panorama europeo“.
Sei mesi fa i banditi avevano preso d’assalto portavalori a pochi chilometri da Sassari, il bottino era stato di 4 milioni di euro
Sassari, assalto armato alla sede del portavalori Mondialpol
Scene da film aSassaridove un commando di banditi armati con armi da guerra ha assaltato intorno alle 20,30 il caveau dellaMondialpol, alla periferia della città. Al momento non ci sono notizie di feriti e non si conosce l’entità della somma portata via. Sei mesi fa i banditi avevano preso d’assalto portavalori a pochi chilometri da Sassari, il bottino era stato di 4 milioni di euro.
La rapina da film – I malviventi sono entrati nella stabilimento della società di sicurezza sfondando un muro con la benna di un mezzo meccanico. Hanno sparato all’interno per spaventare le guardie giurate e sono riusciti impossessarsi del denaro custodito nel caveau e sono scappati. Per coprirsi la fuga hanno incendiato diverse auto bloccando le vie attorno e hanno sparato contro un’auto dei carabinieri che li ha incrociati.
I rifiuti di plastica in mare si vedono dallo spazio: lo studio europeo svela dove si accumula più spazzatura
Ogni secondo l’equivalente di un camion carico di plastica finisce nei mari di tutto il mondo. In un anno fanno oltre 12 milioni di tonnellate di bottiglie, buste e oggetti di ogni tipo che raggiungono gli oceani e di cui, una volta a largo, perdiamo inevitabilmente le tracce. Monitorarne il destino sarebbe invece utilissimo per organizzare interventi di mitigazione e pulizia dei mari, e un nuovo studio dell’Esa sembra aver trovat- o la soluzione: una strategia che sfrutta supercomputer e algoritmi di ricerca all’avanguardia per identificare la plastica che fluttua sulla superficie marina utilizzando le immagini riprese dai satelliti.
Italiane le acque più sporche del Mediterraneo Per essere visibili dallo spazio con i satelliti attualmente disponibili, la plastica deve aggregarsi in formazioni galleggianti, note come windrows, chiazze, strisce o andane, che assumono spesso la forma di lunghi filamenti creati dalla convergenza delle correnti marine, e possono raggiungere anche decine di chilometri di lunghezza. La presenza di una striscia di rifiuti indica un elevato livello di inquinamento in un luogo e in un momento specifici. Grazie alla ricerca, pubblicata su Nature Communications e a cui ha partecipato anche l’Istituto di scienze marine del Consiglio nazionale delle ricerche di Lerici, è stato dimostrato che l’abbondanza di queste chiazze è sufficiente per tracciare mappe dell’inquinamento e monitorare come evolve la situazione nel tempo.
La mappa dei rifiuti di plastica presenti nel Mediterraneo realizzata con le immagini satellitari
Lo studio ha utilizzato una serie di 300.000 immagini satellitari con una risoluzione spaziale di 10 metri, scattate ogni tre giorni per sei anni dai satelliti Sentinel-2 del programma Copernicus. E nonostante i sensori di questi satelliti non siano progettati per il riconoscimento dei rifiuti, l’analisi delle immagini satellitari, effettuata con supercomputer e algoritmi avanzati, è riuscita a produrre la mappa più accurata mai realizzata dell’inquinamento da plastica nel Mar Mediterraneo. Validando in questo modo la tecnica, e permettendo di effettuare diverse scoperte sulle dinamiche che dominano l’arrivo dei rifiuti nelle acque del mare. Dimostrando ad esempio che gli accumuli nelle andane costiere sono principalmente dovuti alle emissioni di rifiuti terrestri nei giorni immediatamente precedenti.
“Cercare aggregati di rifiuti di diversi metri sulla superficie del mare è come cercare aghi in un pagliaio“, spiega Stefano Aliani, direttore di ricerca ed oceanografo di Cnr-Ismar. “Nonostante i satelliti non specializzati, siamo riusciti a identificare le aree più inquinate e i loro principali cambiamenti nel corso di settimane o anni. Ad esempio, abbiamo osservato che molti rifiuti entrano in mare quando ci sono i temporali“.
Tra le possibilità che offre questa nuova tecnica di monitoraggio c’è anche quella di verificare l’efficacia delle strategie messe in campo per limitare l’inquinamento marino. Per testarne l’efficacia è stata scelta la città di Roma, dove dal 2019 sono state installate delle speciali barriere acchiappa rifiuti che servono a ridurre la quantità di plastica trasportata in mare dal Tevere. Utilizzando i satelliti, lo studio ne ha confermato l’efficacia, calcolando che dall’entrata in funzione delle barriere i rifiuti riscontrabili nelle acque a ridosso della città sono calati del 38%.
“Questo strumento è pronto per essere utilizzato in diversi contesti: siamo convinti che ci insegnerà molto sul fenomeno dei rifiuti, compresa l’identificazione delle fonti e dei percorsi verso l’oceano” afferma Giuseppe Suaria, ricercatore del Cnr-Ismar di Lerici. “Inoltre, la nostra capacità di rilevamento migliorerebbe enormemente se mettessimo in orbita una tecnologia di osservazione dedicata alla plastica. L’implementazione di un sensore ad alta risoluzione specificamente dedicato al rilevamento e all’identificazione di oggetti galleggianti di un metro di dimensione potrebbe essere utile anche in altre questioni rilevanti come il monitoraggio degli sversamenti di petrolio, perdite di carico dalle navi o attività di ricerca e salvataggio in mare“.
Per il soccorso è stato chiamato anche un mezzo di soccorso aereo. Dopo diverse ore di lavoro, i vigili del fuoco sono riusciti a far tornare a terra i due operai
Paura per due operai bloccati su una piattaforma aerea a oltre 50 metri d’altezza per un guasto in un cantiere a Castellammare di Stabia, in provincia di Napoli. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco, che per portare a terra i due operai si sono ritrovati costretti a utilizzare una seconda piattaforma.
Cosa è successo – L’allarme è scattato intorno alle 11 di mattina del 22 giugno, riporta Napoli Today. I due operai stavano lavorando su una piattaforma quando, per un guasto tecnico, la gru si è inclinata verso il basso, facendo rimanere i due uomini bloccati e sospesi a più di 50 metri di altezza. Per il soccorso è stato chiamato anche un mezzo di soccorso aereo. Dopo diverse ore di lavoro, i vigili del fuoco sono riusciti a far tornare a terra i due operai.
Ancora non si conoscono le generalità delle persone coinvolte
Sparatoria all’interno di uno stabilimento balneare sulla costa di Brindisi. Una lite tra vicini di ombrellone è degenerata finché un uomo non ha tirato fuori una pistola esplodendo dei colpi. In spiaggia è stato il caos: erano presenti tantissime persone, tra cui molti bambini. Due le persone rimaste ferite e condotte in ospedale.
Sul posto sono giunti di agenti delle volanti e della squadra mobile della questura di Brindisi. Ancora non si conoscono le generalità delle persone coinvolte, sono in corso indagini. Gli agenti stanno ascoltando i numerosi testimoni
Ad aprire il corteo il sindaco di Roma Roberto Gualtieri
Il sindaco Roberto Gualtieri alla testa del corteo del Roma Pride – foto Veronica Altimari
Si sono messi in movimento intorno alle 16:30 ma la piazza era stracolma già da ore. Quasi 40 carri, ognuno con altoparlanti a tutto volume e “scortati” da circa un milione di persone, hanno colorato la città. Il corteo del Roma Pride, giunto alla sua 30° edizione, marcia verso il Circo Massimo. Alla testa il sindaco di Roma, Roberto Gaultieri. Sono tante, però, le personalità del mondo della politica che hanno voluto prendere parte all’evento. Tra la folla non si contano striscioni e cartelloni utilizzati per rivendicare l’orgoglio gay.
Kinkygirls – foto Veronica Altimari
Roma Pride 2024 – La parata, nata per chiedere maggiori diritti per la comunità Lgbtqia, è partita da piazza della Repubblica. Ad aprire il corteo le attiviste del collettivo trasfemminista Kinkygirls, in sella alle loro moto. Sul carro ufficiale del Roma Pride è salita la madrina dell’evento, la cantante Annalisa.
C’erano, come riporta l’agenzia Dire, anche i carri del circolo Mario Mieli, delle Famiglie arcobaleno, del Help gay line-Gay center, di Agedo, dell’associazione Libellula, del Muccassassina e quello di Nl, associazione lgbtqia olanese. “E’ il più grande Pride degli ultimi anni nella storia della manifestazione a Roma – ha commentato Colamarino – arriva in un momento decisivo per la comunità Lgbt; dobbiamo essere tutti uniti e numerosissimi per questa grande festa e gridare il nostro inno d’amore”. Secondo gli organizzatori circa un milione di persone ha preso parte all’evento.
“È fondamentale essere qui –ha detto all’agenzia Dire il sindaco di Roma,Roberto Gualtieri – noi ci siamo sempre anche se questo è un anno speciale: si festeggia il trentennale ma anche perché dobbiamo ancora lottare perché non abbiamo tutti i diritti e non abbiamo ancora fatto quei passi in avanti per eliminare tutte le discriminazioni legislative, culturali o sociali. Il Pride è quindi come sempre una festa ma anche un momento di lotta“.
l percorso del Roma Pride 2024 – I partecipanti sfileranno transitando da via Luigi Einaudi, piazza dei Cinquecento, via Cavour, piazza dell’Esquilino, via Liberiana, piazza Santa Maria Maggiore, via Merulana, via Labicana, piazza del Colosseo, via Celio Vibenna, via di San Gregorio, piazza di Porta Capena.
I colori del Liguria Pride 2024: migliaia di persone in piazza – Primocanale
Un frame dell’attrice che ha interpretato Giulia nel videoclip di “Dedicato a Te”
Francesco Sarcina, frontman della band milanese ed ex fidanzato della ragazza a cui è dedicata la canzone: “Difficile dare un senso a una perdita così prematura”
L’iconico arpeggio, il videoclip girato lungo le sponde del Naviglio Pavese. Un connubio che ha segnato la musica di inizio anni duemila. Siamo nel 2003, e “Le Vibrazioni” fanno uscire il loro primo album. Uno dei singoli, nonché uno dei più grandi tormentoni scritti dalla band milanese, è “Dedicato a te”. Unvero e proprio manifesto della travolgente storia d’amore tra il frontman del gruppo, Francesco Sarcina, ancora 20enne, e Giulia, la ragazza che viene raccontata nella canzone.
Un brano indimenticabile, che haspalancato le porte del successo al complesso milanese e che, ovviamente, Le Vibrazioni non mancano mai di riprodurre dal vivo. È così è accaduto anche qualche giorno fa, durante un’esibizione a Casarano, Comune nel Leccese. Al momento di suonare “Dedicato a te”, Scarcina, evidentemente commosso, ha annunciato la tragica scomparsa di Giulia: “Stamattina è mancata. È una parte del mio e del nostro cuore”. Poi l’appello al pubblico: “Vorrei che le facessimo sentire la sua canzone ancora una volta. Mi aiutate, vero? Ho la voce un po’ rotta, l’emozione…era troppo giovane”.
La lettera su Instagram – Una commozione che il frontman, evidentemente, si è portato nel cuore anche nei giorni successivi. Infatti, dopo l’annuncio nel bel mezzo del concerto, Sarcina ha voluto condividere sui suoi profili social una lettera “dedicata” proprio a Giulia: “In più di una occasione mi hanno chiesto cosa volessi dire e intendere con ‘lucente armonia’. Mi ricordo che il mio primo pensiero fu: ‘ma come ca**o fate a non capire cosa vuol dire?’. Poi però mi resi conto che per capire realmente il significato, forse, era necessario conoscere Giulia. Ed ora è più che mai parte della lucente armonia, lasciando armonia e immensità nei cuori di tutti coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerla. Ma lascia anche tanto dolore. Dolore perché è difficiledare un senso alla perdita così prematuradi una gioia della natura quale è sempre stata. Difficile perché una madre ed un fratello perdono una figlia e una sorella. Ma ancor più difficile è perchéun marito e due figli perdono una giovane moglie e una madre splendida e amorevole. E se io non riesco a trattenere le lacrime per il dolore che provo, non oso immaginare la sua famiglia. Famiglia che amo e amerò per sempre come ho sempre amato Giulia. Il dolore per non essere riuscito a salutarti e dirti quanto bene ti voglio. Ma certo è che un giorno ci ritroveremo e rideremo della stupidità umana. Con amore vero ed eterno”
È accaduto pochi minuti prima delle otto mercoledì 15 maggio a Correggio, in provincia di Reggio Emilia
Terrore sul bus degli studenti. Un pullman di linea extraurbano Seta ha preso fuoco: a bordo c’era un un gruppo di studenti diretti agli istituti scolastici per cominciare la giornata di lezioni. È accaduto pochi minuti prima delle otto oggi mercoledì 15 maggio a Correggio, in provincia di Reggio Emilia.
Sul posto i vigili del fuoco da Reggio e da Carpi per domare le fiamme – Una lunga colonna di fumo stamattina a Correggio era visibile a chilometri di distanza e si è sentita anche un’esplosione. Nel frattempo sono arrivati i soccorsi con le ambulanze e vigili del fuoco. I passeggeri sono stati fatti evacuare dall’autista dell’autobus che ha mantenuto grande sangue freddo e tutta la zona è stata chiusa per motivi di sicurezza. Sono in atto accertamenti per verificare eventuali effetti dannosi all’ambiente per il fumo provocato dall’incendio.
Paura ma nessun danno a Marcianise: il cedimento è avvenuto in orario di chiusura
Tanta paura ma per fortuna nessuna persona coinvolta nel crollo avvenuto nella tarda serata di ieri,quando la struttura era vuota perchè chiusa, nel Centro Commerciale Campania di Marcianise, in provincia di Caserta, dove ha ceduto una porzione della controsoffittura nei pressi della piazza centrale del centro. Per questo motivo non ci sono state conseguenze alle persone ma solo danni materiali, con la caduta al suolo di materiale edile e impianti vari.
È stato il personale della security presente ad avvertire rumori sospetti provenienti dal controsoffitto; i vigilanti hanno subito provveduto a transennare l’area, per poi chiamare i vigili del fuoco. Sul posto è arrivata una squadra del distaccamento di Marcianise, che ha lavorato tutta la notte per rimuovere le macerie pericolanti e mettere in sicurezza l’area.
Secondo quanto rende noto la direzione del Centro Campania, a provocare il cedimento della struttura nella zona di Piazza Campania è stato un tendino che si è staccato in un angolo provocando in pochi minuti la caduta di pannelli dalla controsoffittatura.
A Guastalla nel Reggiano, coinvolti studenti di alcune scuole vicine, nessuno in pericolo di vita
Nube chimica dalla piscina, 150 ragazzi intossicati
Una nube chimica, giallastra secondo le testimonianze, si è sprigionata questa mattina intorno alle 8 dalle piscine di Guastalla (Reggio Emilia), un impianto privato, adiacente a moltissime scuole della cittadina – 2mila studenti in tutto – causando tosse e lacrimazione.
Ci sono stati 104 intossicati, per lo più ragazzi tra 14 e 19 anni, più una docente e alcuni operatori di una mensa.
È il bilancio fornito all’ANSA dalla Ausl di Reggio Emilia che spiega che gli intossicati sono stati trattati per “esalazioni di cloro“.
“Dai primi accertamenti condotti dai vigili del fuoco“, spiega l’Arpae, “a causare l’incidente potrebbe essere stata una miscelazione errata durante le operazioni di travaso del fornitore di acido solforico all’interno delle cisternette di raccolta nel locale di deposito del centro“. Si ha “formazione di cloro gassoso quando l’acido solforico si mescola inavvertitamente con una soluzione di ipoclorito, disinfettante delle acque di piscina“.
I sintomi accusati, per lo più lievi, sono stati bruciore agli occhi e lacrimazione, mal di gola, tosse, difficoltà respiratoria, solo per alcuni più pronunciata. Sul posto già intorno alle 8 è stato allestito un Posto medico avanzato, un punto di primo intervento, con medici e infermieri, dal quale sono passati tutti i ragazzi e coloro che non si sentivano bene. Principalmente si è trattato degli studenti dei due istituti superiori accanto alle piscine, Russel e Carrara. Trattati sul posto, da qui sono stati inviati in 65 al pronto soccorso di Guastalla (di questi solo quattro in codice arancione), altri 13 al ps di Montecchio e 11 a quello di Reggio Emilia. Non risultano ricoverati, ma al momento diversi in osservazione nei Ps. Per 15 ragazzi i genitori hanno preferito portarli a casa. La Ausl era intervenuta anche con un’automedica da Novellara, due auto infermieristiche da Guastalla e Poviglio.
La nube – secondo le prime informazioni – si sarebbe originata da un incidente durante i lavori di manutenzione ai depuratori degli impianti. Per chiarire i contorni di quanto accaduto, agli impianti dello Sports Center Swimming Pools di Guastalla si è svolto un sopralluogo del pubblico ministero di Reggio Emilia, Dario Chiari.
La situazione, come ha spiegato all’ANSA la sindaca Camilla Verona, è rientrata nella tarda mattinata. I soccorsi sono intervenuti “immediatamente” anche perché gli impianti della piscina sono vicinissimi, nel raggio di un centinaio di metri, a vigili del fuoco, carabinieri, Asl e pronto soccorso. “Una condizione molto favorevole alla tempestività dell’intervento“. Gli impianti sono però anche adiacenti a un palazzetto dello sport, chiuso, e a moltissime scuole. A essere evacuati sono stati gli istituti superiori Russel e Carrara, anzi molti studenti non sono nemmeno entrati in classe visto che la nube si è sprigionata intorno alle 8 a ridosso della campanella di ingresso.
Sul posto si è dispiegata in pochi minuti una grossa macchina di soccorsi. Sono intervenuti sul posto polizia locale, vigili del fuoco, carabinieri di Guastalla, la stessa sindaca, Arpae e anche il titolare della Piccinini Chimica Srl di Reggio Emilia, fornitore di prodotti chimici che, a quanto appreso, stava operando il carico della sostanza.
A Guastalla è intervenuto anche il nucleo Nbcr della direzione regionale Emilia-Romagna dei vigili del fuoco, specializzato in interventi che possono presentare anche un rischio biologico e chimico. L’intervento dei pompieri, dal comando di Reggio Emilia, è iniziato alle 7.50 di questa mattina per la nube tossica sviluppatasi dai locali tecnici della Piscina di via Sacco e Vanzetti. La sostanza si è rapidamente propagata verso l’adiacente istituto scolastico Russel che è stato evacuato insieme ad alcuni locali commerciali in zona. Circa un centinaio di ragazzi hanno accusato dei malori di entità varia e sono stati condotti in ospedale per accertamenti. La prima squadra dei pompieri di Guastalla ha messo in sicurezza il locale tecnico dove si stavano svolgendo le operazioni di travaso di prodotti chimici normalmente impiegati per il trattamento delle acque dell’impianto natatorio. Poi è arrivato il nucleo specializzato Nbcr che, sulla scorta dei rilievi strumentali, ha delimitato un’area intorno al luogo procedendo alla messa in sicurezza completa dell’area.
Un’esplosione, accompagnata da un forte odore di gas si è verificata al quarto piano di un palazzo ai Gradini San Matteo a Toledo ai Quartieri Spagnoli, a Napoli. Sono caduti pezzi di intonaco sulla scalinata sottostante dove si trova l’ingresso del palazzo nel quartiere affollato dai turisti.
Una coltre di polvere ricopre le auto parcheggiate e tutta la gradinata sottostante è ricoperta di pietre.
Tanta la paura, ma nessun ferito. Sul posto vigili del fuoco e polizia che hanno transennato la zona e fatto allontanare le persone prima di iniziare le verifiche nel palazzo.
‘Esalazioni tossiche ‘, evacuato hotel in centro a Roma
Colpa miscela di cloro nella spa. Attesa informativa in Procura
Bruciore agli occhi e l’aria che all’improvviso è diventata irrespirabile.
Momenti di paura stamattina all’hotel Barberini di via Rasella, nel cuore della capitale. L’allarme è scattato intorno alle 9 quando dalla spa, al piano interrato dell’edificio, si è diffusa una ‘nube tossica’ che ha invaso anche i due piani superiori. L’albergo è statocompletamente evacuato.
Sono otto gli intossicati, tutti dipendenti che si trovavano in quel momento al piano del centro benessere. Cinque persone sono finite in ospedale. I più gravi sono un uomo 60enne e una donna di 50 anni portati dal 118 al pronto soccorso in codice rosso, ma non sarebbero in pericolo di vita. Altri tre colleghi sono stati assistiti dal personale sanitario sul posto. L’hotel oggi era al completo, con tutte le sue 35 stanze occupate per un totale di circa sessanta ospiti. Sul posto sono intervenuti vigili del fuoco, polizia, personale dell’ispettorato del Lavoro e dell’Asl e la polizia locale che ha chiuso al traffico la strada durante le operazioni di soccorso.
I pompieri hanno ipotizzato fin da subito che le esalazioni tossiche fossero riconducibili al cloro utilizzato nel locale tecnico a servizio della spa. In particolare, gli investigatori non escludono che si siano sprigionate dalla vasca per un errore di miscelazione durante le fasi di manutenzione. I vapori hanno poi invaso il piano terra e il primo piano dell’albergo rendendo difficoltoso anche l’accesso alla struttura. L’area del centro benessere è stata posta sotto sequestro e si stanno effettuando tutti gli accertamenti per ricostruire esattamente la dinamica dell’accaduto e stabilire eventuali responsabilità. Intanto i pm della Procura di Roma sono in attesa di una prima informativa. Dopo l’arrivo dell’incartamento i magistrati procederanno alla formale apertura di un fascicolo.
L’indagine, coordinata dall’aggiunto Giovanni Conzo, potrebbe essere avviata per il reato di lesioni personali e violazioni della normativa sulla sicurezza sul lavoro. E la paura tra gli ospiti dell’hotel è stata tanta. Alcuni sono usciti in strada in pigiama. “Abbiamo sentito un odore molto forte e gli occhi hanno iniziato a lacrimare” hanno raccontato dei turisti stranieri. “Non si riusciva a respirare e molti tossivano – hanno ricordato – E’ stato spaventoso“.
I carabinieri nell’ospedale e le tracce di sangue su un’auto
Milano, caos alla Clinica Città Studi di via Jommelli: un ragazzo di 22 anni ha colpito un addetto alle pulizie, un infermiere e un 70enne nella sala d’attesa
Paura questo pomeriggio agliIstituto Clinico Città Studi in via Jommelli: un ragazzo di 22 anni ha fattoirruzione nel Pronto soccorso gremito di gente armato di coltelloe ha accoltellato tre persone.
I fatti si sono svolti verso le 17 di oggi lunedì 15 aprile nella clinica in zona Città Studi: in base alla prima ricostruzione un 22enne italiano si è presentato in via Jommelli e ha cercato di aggredire l’ex compagna, una 22enne italiana, che si era recata in ospedale per una visita medica.
Per bloccarlo sono intervenuti due dipendenti della clinica: un egiziano addetto alle pulizie di 56 anni e un infermiere italiano di 57 anni. A quel punto il giovane ha estratto un coltello e ha colpito i due uomini, che sono rimasti feriti alla gamba e al fianco. Colpito anche un paziente in sala d’attesa di 74 anni, anche lui intervenuto insieme a una quarta persona per bloccare il giovane e rimasto ferito a una mano. I quattro sono comunque riusciti a immobilizzare il 22enne. Nel frattempo, il personale della clinica ha allertato il 112.
La diretta. Esplosione alla centrale elettrica Enel del bacino di Suviana: quattro morti, cinque feriti gravi e tre dispersi. Oggi era il giorno del collaudo di uno dei due gruppi di produzione
Bologna, 09 aprile 2024La tragedia all’impianto di Bargi, nel comune di Camugnano. Il sindaco: “Un incendio a 30 metri di profondità”. I locali dove è avvenuto l’incidente sono al piano meno nove e risultano allagati. Difficili le operazioni di soccorso
Tragedia in Appennino bolognese. Un’esplosione si è verificata alla centrale idroelettrica Enel di Bargi, nel bacino di Suviana, oggi pomeriggio intorno alle 15. Il bilancio, purtroppo ancora provvisorio, è tragico: tre morti, cinque feriti e quattro dispersi. Difficili le operazioni di recupero degli operai e tecnici che stavano operando nell’impianto, in tutto 12 lavoratori, tutti di ditte esterne tranne un ex dipendente di Enel. Il Comune di Camugnano, dove c’è la centrale, spiega che uno dei due gruppi di produzione di energia era in manutenzione straordinaria e oggi era previsto il collaudo. Ma all’accensione c’è stato lo scoppio. “Un inferno” le parole dei sindaci dei Comuni montani della zona.
L’esplosione di una turbina è avvenuta all’ottavo piano ribassato – la struttura scende sotto terra per 60 metri – mentre al nono piano si è registrata un’inondazione dovuta a un tubo di raffreddamento della turbina che ha allagato il locale per parecchi metri. I vigili del fuoco cercheranno sino a 40 metri di profondità. Le testimonianze dei soccorritori sono drammatiche: “Mi tremano le gambe”.
La centrale idroelettrica di Bargi, costruita sulla sponda del lago di Suviana, èla più potente dell’Emilia Romagna. Attivata la protezione civile, sul posto oltre a una settantina di vigili del fuoco, i carabinieri, i sindaci,le ambulanze e gli elisoccorso che hanno portato via i feriti. Il luogo è stato raggiunto anche dal sindaco Matteo Lepore, dal prefetto di Bologna Attilio Visconti, dal ceo di Enel Green Power Salvatore Bernabei e dal direttore Italia di Enel Nicola Lanzetta.
Esplosione in una centrale nel Bolognese, sei dispersi – alanews
19:37 – Le ricerche fino a 40 metri sottoterra – “La speranza è trovare qualcun altro in vita” l’esplosione di una turbina della centrale elettrica dell’Enel, sul lago di Suviana, è avvenuta all’ottavo piano ribassato, mentre al nono piano si è registrata un’inondazione dovuta a un tubo di raffreddamento della turbina che ha allagato il locale per parecchi metri. Le ricerche arriveranno fino a 40 metri sottoterra. Si stanno attendendo delle squadre specialistiche di recupero, per affiancare le 12 squadre dei vigili del fuoco all’opera e arrivare ai vani invasi dall’acqua. Il direttore regionale dei Vigili del fuoco, Francesco Notaro, spera di trovare ancora qualcuno in vita tra i dispersi: “Nonostante lo scoppio abbia determinato un allagamento, potrebbe essere che dopo l’esplosione abbiano trovato ricovero da qualche altra parte della piastra, la speranza è trovare qualcun altro in vita“. Ma i lavori andranno avanti almeno altre 6-7 ore, se non si complica l’allagamento. continua a leggere
Tre elisoccorso in volo, sul posto carabinieri e vigili del fuoco. L’impianto è dell’Enel. Il sindaco di Camugnano: “Un incendio a 30 metri di profondità”. I locali dove è avvenuto l’incidente sono al piano meno nove e risultano allagati
Un’esplosione si è verificata alla diga del bacino di Suviana, sull’Appennino bolognese, oggi pomeriggio intorno alle 15. Ci sono almeno dieci feriti di cui quattro ustionati gravi e sei dispersi. In volo si sono alzati tre elisoccorso. Il bilancio potrebbe aggravarsi perché ci sono ancora persone da portare fuori l’impianto. Sul posto carabinieri e una settantina di vigili del fuoco di Ravenna, Pavullo, cinque ambulanze, un’automedica.
L’esplosione, dalle prime informazioni, sarebbe avvenuta in un generatore collegato a una turbina. La centrale idroelettrica di Bargi, nel Comune di Camugnano, è dell’Enel. Costruita sulla sponda del lago di Suviana, è la più potente dell’Emilia Romagna. Sul posto si stanno recando il prefetto di Bologna Attilio Viscontie il sindaco Matteo Lepore. “Stanno verificando cosa è successo, anche sul numero dei feriti e dei dispersi al momento non ci sono certezze. Dobbiamo ancora capire, credo stessero facendo dei lavori di manutenzione nella centrale” dice il prefetto.
Lo scoppio al piano meno nove – I locali dov’è avvenuta l’esplosione si trovano al livello meno 9 e “sono sommersi, secondo le indicazioni di chi è sceso lungo il condotto” spiega il comandante dei vigili del fuoco di Bologna, Calogero Turturici. “C’è molto fumo per accedere ai locali, stiamo provando a smaltirlo anche per abbassare le temperature, poi quando arriveremo al piano dell’incidente potremo fare i conti con maggiore precisione, anche dopo aver contattato il responsabile Enel“. Al momento, conclude, “non si sa ancora da cosa sia dipeso l’evento: a quei piani ci sono i trasformatori, ma in assenza di qualche testimonianza non si può dire quale sia la causa“.
Il sindaco di Camugnano: “Incendio a 30 metri di profondità” – “Quattro persone ferite in maniera seria sono state portate via, altre sono ancora dentro l’impianto. Si tratta di tecnici Enel o di ditte appaltatrici” riferisce il sindaco di Camugnano Marco Masinara. “Pare sia scoppiato un incendio al piano meno nove, la centrale è tutta sotto il livello del lago a circa 30 metri profondità”.
La paura nei dintorni del lago – In rete, sulle pagine Facebook dei dintorni del lago, si diffondono le prime immagini della tragedia accompagnate dai racconti di chi ha visto o sentito transitare a tutta velocità i mezzi di soccorso in direzione del lago artificiale dell’Appennino. “Ecco il motivo di tutte quelle sirene”, “ho visto le ambulanze e i vigili“, “deve essere una cosa grave… continuano a passare mezzi con la sirena spianata già da Marzabotto“, scrivono in diversi dai paesi che sorgono sulla Sp64 Porrettana.
Le reazioni – “Purtroppo c’è stata una brutta notizia in Emilia Romagna , stiamo seguendo con apprensione gli sviluppi della situazione, siamo solidali con tutte le famiglie preoccupate per il destino dei loro cari”. Lo ha detto Antonio Tajani, vicepremier e ministro degli Esteri.
L’auto dei carabinieri coinvolta nell’incidente avvenuto a Campagna (Salernno) e, nel riquadro, i due carabinieri, Francesco Pastore e Domenico Ferraro
La tragedia avvenuta in provincia di Salerno: le vittime sono il maresciallo Francesco Pastore, di 25 anni, e l’appuntato scelto Domenico Ferraro, di 27 anni. Ferite altre quattro persone
Due militari morti e quattro feriti. Questo il drammatico bilancio del terribileincidente stradale avvenuto nella notte tra sabato 6 e domenica 7 aprile, lungo la strada che collega Campagna ed Eboli, in provincia di Salerno.
Incidente a Campagna (Salerno): morti due carabinieri – Tre le vetture coinvolte, tra cui l’auto dei carabinieri su cui viaggiavano le due vittime: il maresciallo Francesco Pastore, di 25 anni, e l’appuntato scelto Domenico Ferraro, di 27 anni, entrambi di origine pugliese, in servizio presso la stazione di Campagna. Sul posto sono intervenute sei ambulanze: quattro le persone rimaste ferite, tra cui un terzo carabiniere.
Secondo una prima ricostruzione, l’auto dei carabinieri si è scontrata con una Range Rover che viaggiava nel senso opposto, un impatto tremendo che non ha lasciato scampo al carabiniere che si trovava sul lato passeggero e quello che era seduto sul sedile posteriore. Il terzo militare, che si trovava alla giuda, è stato trasportato ospedale di Eboli in prognosi riservata. La Range Rover, dopo aver travolto la vettura dei militari, ha colpito una terza auto, condotta da un uomo di 75 anni, ricoverato all’ospedale di Battipaglia, anche lui in prognosi riservata. La 31enne che si trovava alla guida del suv, originaria di Campagna, e la passeggera di 18 anni, sono state soccorse e trasportare dai sanitari all’ospedale di Oliveto Citra. Le indagini sono in corso per chiarire l’esatta dinamica dell’incidente.
Il cordoglio sui social – La morte dei due militari ha scosso le comunità di Eboli e Campagna. Su Facebook il Nucleo comunale Protezione Civile Città di Campagna esprime il suo cordoglio “alle famiglie dei giovani carabinieri, al Comandante Solimene, ai colleghi della Stazione di Campagna e all’Arma tutta in questo momento di profondo dolore“.
Sempre sui social, anche il comune di Eboli esprime parole di vicinanza ai familiari delle vittime: “Una città ammutolita dal dolore e dal cordoglio per il tragico incidente che ha strappato alla vita due giovani militari dell’Arma dei carabinieri. Ai familiari, alla Compagnia di Eboli e alla Stazione dei carabinieri di Campagna va il nostro pensiero e la nostra preghiera“.
Carico di dolore anche il messaggio sui social del sindaco di Campagna, Biagio Luongo: “Ci sono momenti in cui le parole non bastano ad esprimere il dolore e la sofferenza. Oggi, la nostra Città è avvolta in un manto di profonda tristezza e incredulità. Una tragedia ha portato via, nel cuore della notte, due giovani Carabinieri del Comando di Campagna, il Maresciallo Francesco Pastore e il Carabiniere Francesco Ferraro. Una vita spesa al servizio dello Stato, a colmare quella sottile linea che separa la civiltà e la legalità dalla barbarie e dalla prepotenza. Scelte coraggiose di uomini e donne di valore che proteggono e difendono quotidianamente le nostre vite con immensi sacrifici e una granitica dedizione. Un evento drammatico che ci lascia sgomenti e affranti. Le Istituzioni e la comunità tutta si uniscono al cordoglio delle famiglie e dell’Arma dei Carabinieri. Piangiamo, oggi, due tra i nostri più cari figli di Campagna, eroi silenziosi ai quali tributiamo il nostro rispettoso e doveroso commiato“.
Le salme dei due giovani carabinieri pugliesi verranno liberate già nel pomeriggio. “Siamo vicini alle famiglie di due bravi e giovani carabinieri” ha detto, commosso, il comandante provinciale Filippo Melchiorre. I familiari delle due vittime hanno raggiunto in nottata l’ospedale di Eboli, dove si trovano i corpi dei due carabinieri, morti mentre erano in servizio. Dopo il via libera della procura, le salme potranno fare ritorno in Puglia, dove verranno celebrati i funerali.
Intossicati durante la messa, 40 persone in ospedale: 10 fedeli in … – informazione.it
Fuga di gas nella chiesa di San Costanzo a Pont Canavese nella sera della Vigilia di Pasqua
Panico in chiesa durante la Veglia pasquale. Il sabato Santo si è trasformato in una serata di paura a Pont Canavese, in provincia di Torino,dove 40 persone hanno cominciato ad accusare malori mentre assistevano al rito nella chiesa di San Costanzo e sono state ricoverate in ospedale. I fedeli sono stati immediatamente evacuati e hanno ricevuto le cure del 118. La responsabbilità sarebbe da attribuire a una fuga di gas causata dal un guasto alla caldaia della chiesa.
I malori – La notizia dei malori ha velocemente fatto il giro del piccolo comune del Torinese, e le luci dei mezzi dei vigli del fuoco intervenuti in soccorso hanno velocemente illuminato il sagrato della chiesa parrocchiale. Il primo ad accorgersi dei mancamenti è stato il parroco don Aldo Vallero, che ha allertato i soccorsi.
In camera iperbarica – Dieci fedeli, tra cui un bimbo di otto anni, sono stati costrette al trattamento in camera iperbarica, ma per fortuna nessuna è in gravi condizioni. Le persone coinvolte hanno accusato mal di testa, nausea, svenimenti e almeno due sono cadute a terra. In circa 50 sono stati visitati dal personale del 118.
Le scuole di ogni ordine e grado di Trani resteranno chiuse oggi a causa di un allarme bomba scattato, intorno alle sei di questa mattina, nella stazione ferroviaria dove all’interno di una valigetta lasciata incustodita, è stato trovato un biglietto che annunciava la presenza di un ordigno in un istituto scolastico non precisato della città.
La presenza della piccola valigia, notata da chi aspettava i treni, ha fatto scattare l’allarme e i controlli. Il sindaco della città, Amedeo Bottaro, ha così deciso la sospensione delle lezioni. “A causa di un allarme bomba in una scuola non precisata, tutte le scuole cittadine di ogni ordine e grado resteranno chiuse nella giornata odierna“, è la comunicazione postata sui canali social ufficiali del Comune.
A lavoro ci sono i carabinieri e gli agenti della polizia ferroviaria che stanno accertando la fondatezza dell’allarme.
Attualmente sono fermi il treno Freccia rossa Lecce – Milano delle 5:55, il treno Alta velocità Bari – Milano delle 6:35, e gli Intercity Torino- Lecce delle 20:50, Milano – Lecce delle 21:15 e il Milano – Lecce delle 21:50. Trenitalia invita inoltre, a consultare il proprio sito per gli aggiornamenti. Il Comune fa sapere invece, che sono in corso le bonifiche nelle scuole per “consentire l’accesso nei plessi” degli studenti e delle studentesse al termine delle attività delle forze dell’ordine che stanno compiendo verifiche sul biglietto a quadretti scritto a mano e in stampatello con la penna blu e firmato in arabo. Analisi saranno eseguite anche sui filmati delle telecamere di sicurezza della stazione.