Questa è la storia di uno di noi, anche lui nato per caso in via Gluck»….. non solo era una delle ballate più belle di Adriano Celentano, ma anche un grido (di dolore) contro la cementificazione e l’abbandono. Una canzone, “Il ragazzo della via Gluck” che ebbe subito un enorme successo radiofonico, nonostante venisse scartata già nella prima serata del festival di Sanremo del 1966.
Adriano Celentano – Il ragazzo della Via Gluck (dal LIVE di Verona) – Rock Economy all’Arena di Verona, 8-9 OTTOBRE 2012
La canzone raccontava in chiave ecologica-ambientalista la storia (vera) di un ragazzo (lo stesso Celentano) nato nel quartiere milanese di Greco, vicino alla Stazione Centrale, al tempo in cui si correva tra i campi verdi e si respirava aria pulita e continua con la denuncia della scomparsa, sotto una valanga di catrame e cemento, di quel mondo. Ora mentre l’«autobiografia» canora di Celentano ha appena compiuto 50 anni precisi (febbraio 1966 – febbraio 2016), di nuovo il Comitato Amici della Martesana sta raccogliendo firme per chiedere la riqualificazione di questa via Gluck, che non è più come una volta, è molto più abbandonata, serrande dei negozi abbassate, scritte sui muri, case fatiscenti e ormai abitate per la maggioranza da immigrati.
“Oggi è forse una delle vie più brutte di Milano” pare che abbia detto lo stesso Celentano, un giorno che passava apposta per vedere la sua vecchia casa. Ma nonostante questo, via Gluck è sempre meta ancora oggi di turisti e curiosi. Si vorrebbe salvarla, come per esempio si è fatto per altri grandi artisti in Gran Bretagna o negli Stati Uniti. Di più: si vorrebbe mettere una targa che ricordi che lì visse il “molleggiato”. Ma la burocrazia incombe. I tempi sono lunghissimi e nemmeno la raccolta delle firme potrebbe smuovere le acque. Nel contempo curiosi e fans non mollano: anzi, a 50 anni esatti da quella canzone del “molleggiato”, un centinaio hanno addirittura festeggiato l’anniversario davanti al numero civico 14 di via Gluck, dove Adriano visse (al piano terreno, ingresso dal cortile interno…) e dove iniziò la sua carriera, strimpellando la chitarra seduto sui gradini, davanti ad un negozio.
Rifiuti interrati sotto area giochi bimbi in Puglia
Sequestrata da cc Noe che hanno usato drone
ANSA – San Nicandro Garganico (Foggia)
Un’area il cui sottosuolo è pieno di rifiuti di ogni tipologia, perennemente frequentata da bambini per la presenza di un asilo nido, un campo di calcio e un parcheggio per giostrai è stata sequestrata dai carabinieri del Noe. Nella zona in passato sorgeva una discarica comunale. E’ stato pertanto disposto il divieto di accesso affinché possa essere verificato lo stato dei luoghi sotterranei con adeguato monitoraggio, scavo e carotaggio.
Utile alle indagini è stato l’uso di un drone che, oltre a filmati e riprese fotografiche in altissima risoluzione si è avvalso di “apparecchiatura termografica e iperspettrale atta al rilevamento del ‘non visibile’, in questo caso proprio di interramento di rifiuti di varia tipologia anche pericolosa a diverse profondità”. L’attività di scavo ha permesso di accertare “la presenza di diverse tipologie di rifiuti quali rifiuti solidi urbani in avanzato stato di decomposizione, laterizi in genere nonché, ad alcuni metri di profondità, la presenza di materiale scuro e maleodorante”. L’ipotesi è che possa trattarsi di fanghi industriali
Chi sono i NOE = Nucleo operativo ecologico
una struttura centrale, con sede in Roma, articolata su un Ufficio Comando, un Reparto Operativo ed un Centro Elaborazione Dati;
una struttura periferica composta da 29 Nuclei Operativi Ecologici (N.O.E.), riuniti sotto 3 “Gruppi CC TA”, a competenza areale (Nord – Centro – Sud) e con sede rispettivamente a Treviso, Roma e Napoli, la cui caratteristica peculiare è quella di operare in piena osmosi con i Reparti delle Organizzazioni Territoriale e Speciale dell’Arma.
In virtù delle competenze specifiche, il Reparto costituisce interlocutore specialistico per le Forze di Polizia a livello EUROPOL, sulla base delle direttive emanate dal Consiglio Generale per la Lotta alla Criminalità Organizzata (gennaio 1992), ed a livello INTERPOL, in una logica di collaborazione e di coordinamento che vede la sicurezza ambientale dimensionata sempre più chiaramente in un contesto sovranazionale.
Magnate neozelandese rinuncia all’isola di Budelli
13 febbraio 2016 – ANSA
Il magnate Michael Harte rinuncia all’isola di Budelli, perla dell’arcipelago della Maddalena famosa per la sua spiaggia rosa che aveva acquistato all’asta nel 2013 per poco meno di 3 milioni di euro.
Come riporta il quotidiano La Nuova Sardegna, il magnate neozelandese ha annunciato la sua decisione in una lettera indirizzata al sindaco di La Maddalena Luca Montella.
Sardegna “Spiaggia Rosa” nell’Area Protetta del Parco dell’arcipelago della Maddalena.
Dopo una battaglia legale seguita all’acquisto all’asta del ‘paradiso rosa’ – oggetto di vincoli strettissimi che di fatto impediscono ogni progetto di costruzione – a dicembre Harte si era preso un periodo di riflessione prima di perfezionare l’acquisto, legato appunto alla possibilità di realizzare o meno i progetti che aveva pensato per salvaguardare la tutela dell’isolotto disabitato.
“Purtroppo mister Harte – spiega il suo legale – ritiene che non vi siano le condizioni necessarie o sufficienti per realizzare il piano di conservazione e ricerca ambientale da lui auspicato, la cui utilità è stata riconosciuta anche dal Consiglio di Stato”.
Sardegna, Budelli la spiaggia rosa.
“La rinuncia di Mr. Harte all’acquisto di Budelli é una vittoria per gli oltre 120.000 cittadini che hanno sostenuto ben due petizioni sul web e per i tanti altri ambientalisti, giuristi, parlamentari e istituzioni sarde che hanno tenuto ferma l’esigenza della tutela integrale di questo gioiello naturale”. Lo dice Alfonso Pecoraro Scanio, ex ministro dell’Ambiente e promotore delle petizioni #salvabudelli su change.org.
CONTINUA A CRESCERE, ANCHE NEL 2015, LA RACCOLTA DEI RIFIUTI ELETTRICI ED ELETTRONICI. LA QUALITA’ OPERATIVA DI ECODOM HA PERMESSO DI EVITATARE L’IMMISSIONE IN ATMOSFERA DI OLTRE 870 MILA TONNELLATE
Gennaio 2016 – Sono circa 78.400 le tonnellate di RAEE (Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche, come frigoriferi, lavatrici, lavastoviglie, forni e cappe) trattate, nel corso del 2015, da Ecodom – il più importante Consorzio operante in Italia nella gestione dei Rifiuti Elettrici ed Elettronici.
Nel corso del 2015 il consorzio Ecodom ha gestito 78.400 tonnellate di rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche, i cosiddetti Raee, …
Grazie agli standard di qualità adottati da Ecodom, quest’attività ha consetito il riciclo di oltre 47.000 tonnellate di ferro, circa 1.700 tonnellate di alluminio, più di 1.600 tonnellate di rame e 8.000 tonnellate di plastica, evitando l’immissione in atmosfera di oltre 870.000 tonnellate di CO2, pari alla quantità di anidride carbonica assorbita in un anno da un bosco esteso quanto la provincia di Rimini.
maggio 2014 – Evitare di buttare i rifiuti elettrici ed elettronici nelle discariche. E’ il consiglio che arriva da Giorgio Arienti, direttore generale di Ecodom, il Consorzio italiano recupero e riciclaggio elettrodomestici. “In moltissimi dei nostri comuni esistono le isole ecologiche o esistono addirittura servizi di raccolta domiciliare
mag 2015 – Uno strepitoso Giobbe Covatta ha aperto l’incontro di Ecodom, Consorzio Italiano Recupero e Riciclaggio
Idati 2015 evidenziano, rispetto all’anno precedente, un incremento del +3,3%dei RAEE trattati dal Consorzio, con un risultato di particolare rilievo per i rifiuti del Raggruppamento R2.
R1 (frigoriferi e condizionatori) – sono pressoché analoghi a quelli dell’anno precedente: nel 2015, sono state trattate circa 34.800 tonnellate (- 0,9% rispetto al 2014); è stato comunque colmato il gap negativo registrato nel primo semestre dell’anno: un ruolo di particolare rilievo è stato giocato, in questa inversione di tendenza, anche dalle eccezionali condizioni climatiche che hanno caratterizzato il periodo estivo e incentivato, in molti casi, l’acquisto di nuove apparecchiature in sostituzione di quelle più vecchie e meno performanti.
R2 (come lavatrici, lavastoviglie, cappe, forni e scalda-acqua) – il consistente aumento dei quantitativi gestiti dei RAEE del Raggruppamento R2 che ha connotato l’intero anno, facendo registrare un incremento del +6,8% rispetto al 2014, con un risultato che in termini assoluti (circa 43.000 tonnellate) sfiora il massimo storico registrato dal Consorzio nel 2010.
R3(Televisori e monitor) – Segno positivo nell’anno appena trascorso anche per i RAEE dei Raggruppamenti R3 (televisori e monitor) e R4 (piccoli elettrodomestici, elettronica di consumo, informatica e apparecchi di illuminazione) – nei quali Ecodom ha una quota di mercato contenuta, poiché ne effettua la gestione solo a titolo di servizio per i propri Consorziati – che sono cresciuti rispettivamente del 22,9% (con 90 tonnellate gestite) e del 10,2% (con 560 tonnellate gestite) rispetto al 2014
Straordinario risulta, infine, nel 2015 il beneficio per l’ambiente derivante dal lavoro di Ecodom: oltre alla riduzione della quantità di CO2 immessa in atmosfera, le materie prime seconde (ferro, alluminio, rame e plastica) ottenute dal riciclo delle 78.400 tonnellate di elettrodomestici trattati, hanno consentito un risparmio di quasi 89 milioni di kWhdi energia elettrica, equivalenti al consumo annuo di elettricità di una città di oltre 70.000 abitanti.
Da gennaio ad agosto 2015, Ecodom ha trattato in Lombardia circa 10.678 tonnellate di RAEE (Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche … Per quanto riguarda il livello di servizio, infine, Ecodom ha mantenuto nel 2015 elevatissimi standard di puntualità: su un totale di 33.786 ritiri effettuati dalle isole ecologiche, soltanto 47 trasporti non hanno rispettato i tempi di intervento concordati tra il Centro di Coordinamento RAEE e ANCI, con un livello di servizio vicino al 99,9%.
A livello territoriale, la Lombardia si conferma ancora una volta la regione più virtuosa in base ai quantitativi di RAEE gestiti da Ecodom: sono state 16.660 le tonnellate di apparecchiature trattate, con 18.032.000 kWh di energia risparmiata e 164.460 tonnellate di CO2 non immesse in atmosfera.
Al secondo posto della speciale graduatoria della regioni virtuose stilata da Ecodom si classifica il Veneto (con 7.786 tonnellate di RAEE gestiti, corrispondenti a 8.840.000 kWh di energia risparmiata e 85.930 tonnellate di CO2 non immesse in atmosfera), seguito dall’ Emilia Romagna (7.653 tonnellate di RAEE) e dalla Toscana (7.250tonnellate di RAEE).
“L’aumento della quantità di RAEE gestiti dal Consorzio nel 2015 è certamente un fatto positivo – dichiara Giorgio Arienti, Direttore Generale di Ecodom – perché le modalità di trattamento utilizzate dai fornitori selezionati dal Consorzio rispettano gli standard ambientali più elevati a livello europeo. Non dobbiamo però mai dimenticare che nel nostro Paese mancano all’appello oltre due terzi dei RAEE generati dai cittadini: questi rifiuti sono, con ogni probabilità, intercettati da soggetti interessati solo a massimizzare i propri profitti, senza curarsi delle conseguenze che un riciclo non corretto ha sull’ambiente. E’ un problema rilevante, di cui spero lo Stato Italiano vorrà farsi carico con tempestività ed efficacia; se necessario, anche attraverso modifiche della legislazione vigente: difficile, in caso contrario, che l’Italia possa raggiungere i nuovi ambiziosi obiettivi di raccolta stabiliti dall’ultima Direttiva Europea sui RAEE”.
RAEE = Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche.
Legambiente ed Ecolamp per la raccolta differenziata delle lampade a basso consumo esauste
I RAEE sono stati suddivisi in base a caratteristiche di omogeneità nei seguenti 5 raggruppamenti:
R1 – grandi apparecchi di refrigerazione, frigoriferi, congelatori, altri grandi elettrodomestici per la refrigerazione e il condizionamento;
R2 – altri grandi bianchi: lavatrici, asciugatrici, lavastoviglie, apparecchi per la cottura, stufe elettriche, forni a microonde, apparecchi elettrici per il riscaldamento e altri grandi apparecchi elettrici;
R3 – tv e monitor con o senza tubo catodico;
R4 – apparecchiature informatiche, apparecchiature di consumo, piccoli elettrodomestici, apparecchi di illuminazione, tutto quanto non esplicitamente presente negli altri raggruppamenti;
R5 – sorgenti luminose (tubi fluorescenti, lampade fluorescenti compatte, lampade a scarica ad alta intensità, comprese lampade a vapori di sodio ad alta pressione e lampade ad alogenuri metallici, lampade a vapori di sodio a bassa pressione, lampade a Led).delle lampade a incandescenza e ad alogeni, che alla fine della loro vita utile non sono considerati RAEE dalla normativa vigente.
Le lampade a incandescenza e ad alogeni, che alla fine della loro vita utile non sono considerati RAEE dalla normativa vigente.
Le lampade fluorescentiesauste, rientranti nel raggruppamento R5, sono rifiuti caratterizzati da alcune peculiarità che li distinguono dal resto dei RAEE:
Sono costituiti in prevalenza da vetro, quindi risultano estremamente fragili. Contengono mercurio, sostanza dagli effetti pericolosi I per l’uomo e per l’ambiente Sono leggeri e il loro peso complessivo si attesta attorno all’1% delle quantità totali di RAEE.
Il modello Ecolamp è stato concepito per tenere nel dovuto conto tutte queste specificità.
A partire dal 18 giugno 2010, i cittadini possono anche restituire, in rapporto di 1 a 1, le vecchie lampade al momento dell’acquisto di quelle nuove presso i punti vendita della distribuzione (Ritiro Uno contro Uno).
Il Decreto Legislativo 49, entrato in vigore il 12 aprile 2014, introduce inoltre, all’articolo 11 comma 3 il cosiddetto ritiro 1 contro 0 (vedi la Normativa RAEE), ovvero la possibilità di restituire ai negozianti l’apparecchiatura non più funzionante senza alcun obbligo di acquisto. Questa attività riguarda i RAEE di piccolissime dimensioni (inferiori ai 25cm) ed è obbligatoria solo per i distributori con superficie di vendita dedicata alle AEE (Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) superiore ai 400 mq. Le modalità semplificate per questo tipo di raccolta attendono attualmente un apposito decreto del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, di concerto col Ministero dello sviluppo economico.
È importante sapere che soltanto le lampade a basso consumo di energia si raccolgono separatamente dagli altri rifiuti, mentre le lampade a incandescenza e ad alogeni (contenenti il filamento metallico) non sono soggette a raccolta differenziata.
Cosa sono i lumen? A quanti watt corrispondono? In quanti secondi si accende la lampadina? La luce è calda o fredda? Scopri il significato dei vari simboli che trovi sulle etichette delle lampadine
Erin BrockovichEllis (Lawrence, 22 giugno 1960) è un’attivista statunitense.
Torna in campo per l’acqua di Flint
Oggi Erin Brokovich scende di nuovo in campo per Flint, in Michigan, dove dal 2014 viene distribuita acqua contaminata. L’ultima crociata dell’attivista ambientalista ha raggiunto la sua fase più calda la scorsa settimana, quando il presidente americano Barack Obama ha dichiarato lo stato di emergenza chiedendo al governatore del Michigan di attivare la Guardia Nazionale.
È presidente della Brockovich Research & Consulting, ed è attualmente coinvolta in numerosi progetti ambientali in tutto il mondo.
Intervista alla “vera” Erin Bronckovich, protagonista di una delle più grandi class action americane, raccontata in un famoso film con Julia Roberts
È nota per la causa intentata contro la Pacific Gas & Electric nel 1993 per la contaminazione con cromo esavalente delle acque della città di Hinkley in California per oltre 30 anni. Nel 1996, a seguito della più grande azione legale condotta nel suo genere, capeggiata dalla Brockovich e da Ed Masry, il colosso dell’energia è stato costretto a pagare il più grande risarcimento nella storia degliStati Uniti: 333 milioni di dollari ai più di 600 residenti di Hinkley.
La sua storia è stata portata sul grande schermo col film del 2000 Erin Brockovich – Forte come la verità, con Julia Roberts, in cui la Brockovich recita in una piccola parte come cameriera.
Trailers del film : Erin Brockovich – Forte come la verità –
Nel 2001 ha scritto e pubblicato, con Marc Eliot il libro Take It From Me. Life’s A Struggle, But You Can Win, McGraw-Hill Inc.,US, ISBN 978-0-07-140804-2., che negli USA è diventato un bestseller..
Il carbone dolce che la Befana porta tradizionalmente ai bambini il 6 gennaio è l’unico carbone che piace all’ambiente, mentre il vero carbone è uncombustibile fossile che minaccia la nostra salute e il clima ricorda il WWF. Come riporta il dossier curato dalla campagna del WWF ‘No al carbone, si al futuro’, a parità di energia prodotta questo combustibile fossile rilascia in atmosfera, nei terreni e nelle acque, le maggiori quantità di inquinanti ed è inoltre la principale minaccia per il clima del pianeta, visto che le emissioni di CO2 provenienti dalla combustione del carbone arrivano a essere del 30% superiori a quelle del petrolio e del 70% superiori a quelle del gas naturale. Per il 2016 il WWF chiede al Presidente del Consiglio Renzi un piano di rapida uscita dal carbone che preveda tappe precise e disincentivi che impediscano agli operatori di privilegiare l’uso delle centrali a carbone che emettono più CO2.
Sul sito dedicato alla campagna del WWF è pubblicata la recente edizione del rapporto ‘Carbone: un ritorno al passato inutile e pericoloso’ dove si legge che ‘attualmente in Italia sono in funzione12 centrali a carbone alcune delle quali sono vecchie, usano tecnologie obsolete e sono attive nel bel mezzo di aree urbane densamente abitate. Questi impianti nel 2014 hanno contribuito a soddisfare solo il 13,5% del consumo interno lordo di energia elettrica con circa 43.455 GWh, ma hanno emesso oltre 39 milioni di tonnellate di CO2 corrispondenti a quasi il 40% di tutte le emissioni del sistema elettrico nazionale.
E’ il carbone tra tutti i combustibili fossili quello che minaccia di più la nostra salute, rilasciando in atmosfera, nei terreni e nelle acque le maggiori quantità di inquinanti a parità di energia prodotta, oltre ad essere la principale minaccia per il clima del pianeta.
Se si chiudessero tutte le centrali elettriche alimentate a carbone in Europa si eviterebbero oltre 18.200 morti ogni anno, si risparmierebbero 2.100.000 giorni di cure farmacologiche e fino a 42,8 miliardi di euro l’anno in costi sanitari, secondo l’associazione europea Heal – Healt and Enviroment Alliance. L’Italia, con una potenza elettrica installata di circa 122 GW, a fronte di una punta massima della domanda di quasi 59,4 GW (raggiunta il 21 luglio 2015 a causa delle condizioni di caldo eccezionale), ha una sovrabbondanza di centrali termoelettriche (overcapacity) che fa sì che già oggi gli impianti funzionino a scartamento ridotto, con un assurdo aggravio di costi per i cittadini. Il nostro Paese, quindi, può e deve abbandonare gli impianti a carbone, puntando su efficienza energetica, fonti rinnovabili, sistemi di accumulo e reti elettriche intelligenti.
Stagione termica 2015-2016, secondo i dati dell’amministrazione comunale, il servizio di teleriscaldamento è cresciuto del 10 per cento rispetto a un anno fa. Sono allacciati alla rete di A2A oltre 100mila «appartamenti equivalenti» (pari a circa 80 metri quadri), venti edifici comunali (da Palazzo di Giustizia alla Biblioteca Sormani) a cui a breve si aggiungeranno la sede centrale della polizia locale, Palazzo Reale, gli uffici di via Dogana, il Duomo e la Veneranda Fabbrica. Numeri che si traducono in circa 51mila tonnellate di anidride carbonica evitate, ovvero il 43 per cento dell’obiettivo finale del Piano.
Dal 2014 si vede come l’implementazionedel teleriscaldamento abbia consentito un abbattimento generale degli inquinanti, evitandol’immissione nell’ariadi4,3 tonnellate di polveri sottili, di84 mila tonnellate di CO2,di108,8 tonnellate di ossidi di azoto, di 39,5 tonnellate di anidride solforosa, oltre a un minor consumo di 29 mila tep, ovvero tonnellate equivalenti di petrolio.
Nel 2014 il Comune ha effettuato in media l’8 per cento di controlli. Pari al 3 per cento in più di quanto previsto dalla legge regionale. Un risultato che vede Milano come «unica città o provincia lombarda a superare il 5 per cento», sottolineano da Palazzo Marino. L’esito dei controlli sono 2.338 ordinanze per non conformità di impianti e centrali termiche tra ottobre 2014 e ottobre 2015. In pratica: un impianto su quattro risulta fuori norma. La maggior parte delle irregolarità è legata a questioni di sicurezza.
Il nuovo regolamento Ecodesign in vigore dal prossimo 26 settembre 2015 introduce di fatto due novità fondamentali, correlate tra loro:l’obbligo da parte dei costruttori di caldaie di immettere sul mercato soltanto caldaie a condensazione (sempre a partire dal 26 settembre 2015) e l’introduzione dell’etichettatura energetica dell’impianto e dei suoi componenti, sul tipo di quella in vigore per gli elettrodomestici prima e per le certificazioni energetiche degli immobili dopo.
Per fare un po’ di chiarezza ritengo opportuno precisare quanto segue: dal 26 settembre 2015 non sarà possibile più immettere sul mercato caldaie non a condensazione.
Tale obbligo riguarda esclusivamente i produttori e non comporta però il ritiro dal mercato delle caldaie di tipo tradizionale (in pratica quelle a camera stagna) per intenderci. Dunque non c’è un obbligo esplicito di montare esclusivamente caldaie a condensazione ma di non immetterle più sul mercato.
Di fatto potranno essere ancora montate caldaie non a condensazione purché la data di fabbricazione risulti antecedente al 26 settembre 2015.
In pratica tale obbligo è concepito in modo che si possano esaurire le scorte già prodotte di caldaie di tipo convenzionale.
Lunedì 28, martedì 29 e mercoledì 30 dicembre , dalle ore 10 alle ore 16
blocco totale del traffico in tutto il territorio del Comune di Milano per alti livelli di sostanze inquinanti
Dato il livello dello smog il Comune di Milano ha deciso lo stop della circolazione dei veicoli privati per lunedì 28, martedì 29 e mercoledì 30 dicembre dalle 10 alle 16. Lo annuncia Palazzo Marino che spera che ora facciano altrettanto i Comuni della Città metropolitana e di tutta la regione. “In considerazione del permanere di valori alti di Pm10 e Pm2,5, la Giunta comunale – spiega il Comune – ha deciso il blocco della circolazione dei veicoli privati nel territorio del Comune di Milano per le giornate di lunedì 28, martedì 29 e mercoledì 30 dicembre dalle ore 10 alle ore 16”.
Milano contro smog
Smog, leggera pioggia sulla città. Arriva una«boccata d’ossigeno»
Dopo 40 giorni di «siccità» nella notte tra domenica e lunedì si è registrata une debole perturbazione. Intanto si studiano gli interventi: Area C alla Vigilia di Natale e stop alle deroghe per i diesel.
Per la prima volta nel mese di dicembre, Milano si è svegliata lunedì sotto una debole pioggia. Certo, una pioggia sottile, ma che di fatto ha così interrotto un periodo di siccità che durava da oltre 40 giorni nel capoluogo lombardo. La pioggia ha iniziato a cadere nella notte e, anche se di scarsa intensità, potrebbe contribuire a migliorare la qualità dell’aria e interrompere la striscia di 25 giorni di superamento dei limiti dei valori del Pm10 a Milano. Intanto Comune e Regione stanno studiando i piani di intervento per far fronte all’emergenza inquinamento. Palazzo Marino ha deciso di tenere accese le telecamere dell’Area C anche giovedì 24 dicembre, giorno della Vigilia di Natale. Mentre Palazzo Lombardia ha già in programma di inasprire i divieti contro le cause dell’inquinamento: «Anche adottando provvedimenti impopolari», aveva detto il governatore Roberto Maroni.
Pubblicato il 14 dic 2015
Dal 17 al 24 dicembre il biglietto singolo per tram, bus e metropolitana vale tutto il giorno
Da giovedì 17 dicembre a giovedì 24 dicembre, con un solo biglietto ordinario da 1,50 euro (o tariffa extraurbana), sarà possibile viaggiare su tram, bus e metrò: tutti i biglietti singoli, cioè normalmente validi per un solo viaggio, avranno validità per un numero illimitato di viaggi fino al termine del servizio del giorno di convalida. Il provvedimento vale sulla rete metropolitana e di superficie gestita da ATM e comprende i titoli urbani, interurbani e cumulativi nonché la singola timbratura del carnet da 10 viaggi. La decisione è stata presa oggi dal Comune di Milano in pieno accordo con l’Azienda trasporti milanesi.
Si ricorda che dal 18 dicembre saranno ancora in vigore in tutta l’Area metropolitana le misure anti-smog disposte nel 2012 dall’allora Provincia, cui il Comune di Milano aveva aderito con l’ordinanza 6/2012, previste in caso di superamento per dieci giorni consecutivi della soglia media giornaliera di 50 microgrammi per metro cubo di PM10. Le misure applicate sono le seguenti: divieto di circolazione in tutto il territorio cittadino per i veicoli diesel Euro 3 senza filtro anti-particolato dalle ore 8:30 alle 18 se privati, dalle 7:30 alle 10 se commerciali. Sono previsti anche interventi sui riscaldamenti con la diminuzione di 1 grado centigrado, da 20 a 19 gradi (la legge prevede 2 gradi di tolleranza) delle temperature dell’aria degli edifici e della durata di accensione degli impianti, con una riduzione di due ore (da 14 a 12).
Sempre sul fronte temperature sarà chiesto agli esercizi commerciali di non fare uso di dispositivi che, al fine di favorire l’ingresso del pubblico, consentano di tenere aperte le porte di accesso ai locali. Infine saranno potenziati i controlli sui veicoli in circolazione, anche attraverso l’utilizzo di opacimetri che verificheranno i gas di scarico
Situazione attuale della qualità dell’aria (dati delle 24 ore precedenti) per le concentrazioni in atmosfera di PM10, PM2.5, NO2, Ozono, CO, SO2 e benzene con evidenziazione della conformità/non conformità alla normativa italiana ed europea dei parametri di riferimento (concentrazioni medie, massime medie orarie/su 8h).
L’appennino Tosco-Emiliano è ufficialmente Parco Unesco
Si svolgerà domenica 13 dicembre a Bologna, in Cappella Farnese a Palazzo d’Accursio (piazza Maggiore 6) alle 17, quando il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti e il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini consegneranno al presidente del Parco nazionale Appennino Tosco Emiliano, Fausto Giovanelli, la pergamena che sugella il prestigioso riconoscimento ottenuto il 9 giugno scorso. Un riconoscimento duplice per l’Emilia-Romagna, perché è stato conferito anche al Delta del Po.
Riserva Mab Unesco dell’Appennino Tosco Emiliano – L’area ha una superficie di oltre 223 mila ettari (10 volte più grande del territorio del Parco nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano) e interessa 38 Comuni nelle provincie di Reggio Emilia, Parma (Corniglio,Tizzano, Monchio, Palanzano, Neviano, Langhirano, Lesignano), Modena, Massa Carrara e Lucca, 16 dei quali fanno parte del Parco nazionale Appennino Tosco Emiliano
Isola di BUDELLI – perla dell’arcipelago della Maddalena nel mare della Sardegna.
Da sempre proprietà privata, 160 ettari che comprende la celebre “Spiaggia Rosa”. Aggiudicata nel 2013 all’asta al magnate neozelandese Michael Richard Harte. E’ un’isola appartenente all’arcipelago di La Maddalena, situata all’estremo nord della Sardegna, presso le bocche di Bonifacio. Fa parte, assieme alle altre isole, del Parco nazionale dell’arcipelago di La Maddalena. Il 30 Ottobre 2015, il parco presenta un piano con il quale si attesta che l’isola di Budelli resterà “riserva integrale”, ovvero zona A e vi potranno accedere solo piccoli gruppi contingentati. Vengono messe a tacere, dunque, tutte le voci che parlavano di un restauro dell’isola a discapito del suo patrimonio naturale. L’unica modifica che l’isola di Budelli in questo momento potrebbe subire sarebbe solo ed esclusivamente per un risanamento ambientale.
“Per proteggere un bene prezioso come l’isola di Budelli non occorre comprarla. Lo abbiamo sempre sostenuto. Esistono vincoli e norme che possono tutelarla nel modo più idoneo, preservando il suo valore ambientale e paesaggistico senza necessariamente dover spendere soldi dello Stato per acquisirla”
Così Sebastiano Venneri, responsabile Mare di Legambiente ha commentato la notizia dell’annullamento da parte del Consiglio di Stato della prelazione dell’Ente Parco della Maddalena sull’acquisto dell’isola di Budelli.
“Acquistare quell’isola sarebbe stata una spesa inutile – ha dichiarato Venneri -, perché Budelli è privata sin dal 1800 e si è conservata integra in virtù dei vincoli e dei divieti severissimi che hanno impedito qualsiasi modificazione dello stato dei luoghi. Già oggi, ad esempio, non è possibile ad alcuno mettere piede sulla Spiaggia Rosa, la zona forse più delicata dell’isola, sia anche il custode o lo stesso attuale proprietario. A ciò si aggiunga che una porzione significativa è del demanio e tale rimarrà. In sostanza l’ambiente di Budelli è super tutelato grazie alle misure che lo Stato, il pubblico, ha saputo apporre su un bene privato di pregio come ce ne sono tantissimi nel nostro Paese. Il territorio italiano è pieno infatti di beni privati, isole, colline, boschi, montagne, delle cui sorti per fortuna non dispone il proprietario del bene e per l’acquisto dei quali non basterebbe una legge Finanziaria. Se si vuole realmente tutelare l’ambiente nell’arcipelago, meglio utilizzare quei fondi per completare la bonifica dei fondali dell’isola della Maddalena, o usarli per dare ossigeno alle aree marine protette della Sardegna piuttosto che sprecarli in acquisti inutili”.
Su 4637 prodotti controllati tra negozi fisici (2704) e negozi online (1933), il 57% è risultato etichettato correttamente: l’81% nei negozi fisici e solo il 23% nei negozi online (un divario già rilevato in occasione della visita precedente nel 2014). Quasi un prodotto su due (43%) risulta, quindi, venduto senza etichetta o con l’etichetta scorretta.
Terzo round di “Etichetta furbetta”, l’indagine realizzata da Legambiente in collaborazione con Movimento Difesa del Cittadino per verificare la corretta applicazione delle etichette energetiche in Italia su frigoriferi, congelatori, cantinette per vino, televisori, lavatrici, lavastoviglie, lampadine, condizionatori, forni elettrici e a gas, asciugatrici, lavasciuga, aspirapolveri, e anche cappe aspiranti che da quest’anno hanno la loro etichetta.
“Le direttive Ecodesign ed Etichetta Energetica – dichiara Davide Sabbadin, responsabile efficienza energeticadi Legambiente – sono di notevole importanza per il clima e particolarmente simboliche alla vigilia della COP di Parigi. Se venissero correttamente applicate, il taglio annuale alle emissioni di CO2 sarebbe di circa 500 milioni di tonnellate, cioè l’1,5% delle emissioni mondiali, pari a quelle del parco auto circolante in Europa. Inoltre, la loro applicazione potrebbe far risparmiare quasi 400 euro a famiglia.
Purtroppo, però – prosegue Sabbadin – queste direttive non sempre vengono applicate e i consumatori spesso non sono in condizione di scegliere correttamente i prodotti in vendita: alcuni prodotti sono meno efficienti di quanto dichiarato sull’etichetta, altri sono privi delle indicazioni energetiche che dovrebbero essere fornite al consumatore. I mancati risparmi derivanti da queste infrazioni aumentano inevitabilmente i costi familiari, mettono sotto stress le reti elettriche dei paesi membri e contribuiscono negativamente al cambiamento climatico”.
Tra le categorie di prodotto meno virtuose online ritroviamo le cappe aspiranti (89% non conformi), i televisori (75%) e i forni (64%).
I negozi online, invece, registrano una non conformità del 77%.
I negozi di arredo si confermano quelli con il più altro grado di non conformità (53%), mentre uno dei due supermercati visitati presenta la più alta percentuale di mancata etichettatura (77%).
In questi negozi, gli elettrodomestici dove più facilmente è stata riscontrata la mancanza di etichetta sono gli aspirapolvere (32% venduti SENZA etichetta) e gli i televisori (18%), assieme a -comprensibilmente- le ultime arrivate nella famiglia delle etichette ovvero le cappe aspiranti delle quali 1 su due è venduta senza etichetta.
La categoria migliore? Le lavastoviglie: meno del 2% è senza etichetta.