Ieri visita della ministra Calderone, oggi assemblea in fabbrica
Portovesme, 29 novembre-Hanno deciso di interrompere la protesta a 40 metri di altezza, che andava avanti dalla mattina di lunedì 17 novembre, e scendere dalsilo i 4 operai dell’Eurallumina di Portovesme dopo che ieri hanno ricevuto la visita della ministra del Lavoro Marina Elvira Calderone. La decisione è stata presa durante l’assemblea di lavoratori e sindacati questa mattina proprio per fare il punto delle azioni di lotta all’indomani dell’incontro con la ministra che aveva dato rassicurazioni in vista del tavolo convocato per il 10 dicembre a Roma. (ANSA).
Impegnata a Cagliari in occasione di un convegno di Confindustria, ieri pomeriggio la ministra del Lavoro Marina Elvira Calderone si è spostata a Portovesme, nel Sulcis Iglesiente, raccogliendo l’invito degli operai in lotta. La ministra ha dato loro le rassicurazioni che si aspettavano e, in vista del tavolo convocato per il 10 dicembre a Roma, i quattro operai asserragliati a 40 metri d’altezza hanno deciso di interrompere la protesta estrema sul silo 3 dello stabilimento di Portovesme. “La protesta che state portando avanti non è nel vostro esclusivo interesse, ma nell’interesse dell’azienda, del complesso aziendale, di tutti i lavoratori e le lavoratrici di Eurallumina e dell’intero territorio“, ha detto ieri l’esponente del Governo. “Come ministra del Lavoro e come sarda credo di aver fatto solo il mio dovere venendo qui, per rappresentare non solo la mia personale vicinanza ma quella dell’intero Governo. Il ministero è a disposizione per tutti gli strumenti che servono – ha aggiunto Calderone – anche se prima di strumenti come la cassa integrazione io preferisco parlare di lavoro che ancora c’è“.
«La protesta che portano avanti è nell’interesse dell’intero territorio»
La ministra del Lavoro, Marina Calderone, ha incontrato a Portovesme i lavoratori di Eurallumina in presidio da giorni. Un confronto definito “doveroso” dalla stessa ministra, che ha voluto portare la vicinanza del Governo e ribadire l’impegno istituzionale nel percorso di rilancio dell’azienda.
«La protesta che stanno portando avanti non è nel loro esclusivo interesse – ha affermato Calderone – ma nell’interesse dell’azienda, del complesso aziendale, di tutti i lavoratori e le lavoratrici di Eurallumina e dell’intero territorio. Come ministra del Lavoro e come sarda credo di aver fatto solo il mio dovere venendo qui, per rappresentare non solo la mia personale vicinanza ma quella dell’intero Governo».
Eurallumina, la ministra Calderone incontra gli operai. Le sorti dell’impianto legate alle sanzioni contro la Russia
Undicesimo giorno di protesta sul silo a 40 metri. La titolare del Lavoro: “Tutti gli strumenti in campo”. Anche la commissione Industria del Consiglio regionale a Portovesme, il Cal “vicino” ai lavoratori e alle loro famiglie. Gli operai al termine dell’incontro hanno indetto un’assemblea per decidere se interrompere o meno la protesta estrema
Fari puntati sull’Eurallumina di Portovesme. Dopo undici giorni e notti sul silo a 40 metri di altezza per chiedere risposte al governo, oggi gli operai hanno incontrato la politica. La ministra Maria Elvira Calderone, titolare del Lavoro, ha fatto visita, raccogliendo il loro appello, ai lavoratori dello stabilimento che attende risposte sulla sua ripartenza. “Il ministero è a disposizione per tutti gli strumenti che servono – ha spiegato la ministra al termine dell’incontro -, anche se prima di strumenti come la cassa integrazione io preferisco parlare di lavoro che ancora c’è”. Gli operai al termine dell’incontro hanno indetto un’assemblea per domani per decidere se interrompere o meno la protesta estrema a 40 metri d’altezza.
La politica fa appello al governo Meloni – In mattinata anche la commissione industria del Consiglio regionale, presieduta da Antonio Solinas(Pd), per incontrare e portare la vicinanza ai lavoratori. E arriva anche il commento del Consiglio delle Autonomie locali: “A nome delle Autonomie locali voglio esprimere la mia vicinanza ai lavoratori dell’Eurallumina – scrive il presidente Ignazio Locci -. Siamo consapevoli che si tratta di una vertenza importante con una buona prospettiva di chiusura positiva, perciò ci auguriamo che il Governo nazionale riesca a restituire serenità ai lavoratori, costruendo un percorso duraturo per favorire la ripresa. Un ringraziamento anche alla ministra Calderone per la sensibilità dimostrata con questa visita a Portovesme”.
I sindacati: “Scongelare gli asset societari della proprietà” – Secondo i sindacati il governo nazionale dovrebbe chiedere all’Europa di togliere i sanziono ai proprietari russi che hanno il blocco delle risorse e non investono perché non hanno liquidità, che terminerà il 31 dicembre. O il governo mette risorse o lo stabilimento chiude. Il 10 dicembre a Roma è previsto un incontro con il ministro delle Imprese Adolfo Urso, “anche con il supporto di tutti noi che abbiamo competenza nella vicenda”, sottolinea la ministra, in quella sede si affronterà il nodo.
“Ci aspettiamo che da qui al 10 dicembre, data in cui è stato convocato il tavolo presso il Mimit, il Governo ci comunichi la delibera del CSF sullo scongelamento degli asset societari di Eurallumina. Senza questo passaggio non esiste alcuna soluzione strutturale possibile. Ogni giorno che passa aumenta l’incertezza per i lavoratori e per l’intero territorio del Sulcis“. Ha commentato la segretaria generale della Uiltec, Daniela Piras, oggi a Portovesme per incontrare i lavoratori di Eurallumina, in stato di agitazione e da undici giorni in cima al silo 3, a 40 metri di altezza. “La ministra Calderone, accogliendo la richiesta dei lavoratori in protesta – ha proseguito Piras – è venuta a condividere l’impegno che i Ministeri interessati stanno mettendo in campo attorno a una vertenza che merita di avere un esito positivo”.
A Portovesme con la ministra anche il direttore generale dell’Anpal nazionale Massimo Temussi,le autorità religiose del Sulcis e molti sindaci dei Comuni come quello di Iglesias Mauro Usai.
sDal 19 novembre Agcom ha introdotto un nuovo filtro per fermare le chiamate di telemarketing aggressivo. Il filtro blocca però solo gli operatori che utlizzano tecniche di spoofing per mascherare la loro povenienza.
I primi dati erano incoraggianti. Il 19 novembre Agcom ha lanciato la seconda fase della sua operazione contro le chiamate truffa. L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha lavorato a un blocco con cui vengono filtrate tutte le chiamate provenienti dall’estero che fingono di partire da numeri registrati in Italia. Un processo che tecnicamente si chiama spoofing. Il 19 agosto il filtro ha bloccato le chiamate da fisso. Il 19 novembre è stato il momento di quelle provenienti da mobile.
Dopo una settimana è arrivato un comunicato di Agcom per mettere in fila i dati dei risultati. Secondo gli operatori di reto mobile tra il 19 e il 21 novembre sono stati bloccati circa 7,46 milioni di telefonate al giorno. Negli ultimi giorni però abbiamo cominciato a ricevere diverse segnalazioni di utenti che denunciano una cosa: mentre il flusso di chiamate con numeri italiani è diminuito, quello di telefonate provenienti dall’esterno è rimasto inalterato. Anzi. Forse è pure aumentato.
Dove si fermano il filtri anti-spoofing – I filtri di Agcom hanno un limite, come avevamo già spiegato. Funzionano bene per i numeri che mascherano la loro provenienza ma non possono essere applicati alle chiamate che arrivano direttamente dall’estero. Anzi, la stessa Agcom ha spiegato che una volta bloccate le chiamate che usano tecniche di spoofing, potrebbero aumentare quelle che arrivano dall’estero senza mascherare il numero:
“Il fenomeno si sta peraltro spostando sulle chiamate dall’estero con numeri internazionali, che non possono essere bloccati, sulla base del quadro normativo vigente. È necessario, a tale proposito, informare i cittadini di prestare la massima attenzione a tali chiamate, quando vengono offerti contratti e servizi di varia natura”. Non solo. Sempre secondo Agcom il rischio è che si registri anche un aumento delle chiamate con spoofing che arrivano dall’Italia. In questo caso modificare il numero di telefono non serve per nascondere l’origine della chiamate ma a contattare più volte lo stesso utente fingendo ogni volta di essere un contatto diverso.
25 NOVEMBRE 2025
Perché continui a ricevere chiamate da telemarketing, anche con il filtro attivato
Il 19 novembre è stato attivato il nuovo filtro per le chiamate di telemarketing provenienti dall’estero. Secondo Agcom sono state bloccate 7,6 milioni di chiamate al giorno. Il flusso si è ridotto ma al momento non si è ancora arrestato.
Il 19 novembre è scattata la Fase 2. Lo ha spiegato dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (da qui Agcom). È diventato attivo il filtro anti-spoofing, un sistema che è in grado di bloccare le chiamate provenienti da mobile dall’estero che fingono però di avere un numero italiano. Un nuovo filtro al telemarketing aggressivo, alle offerte-truffa e a quelle totalmente dimenticabili dei call center. Lo spoofing in questo caso riguarda il numero di telefono ma in generale si riferisce a tutte le pratiche che servono a falsificare l’identità.
La Fase 1 era partita il 19 agosto. Lo stesso meccanismo era stato applicato ai numeri fissi. Quelli che usavano sistemi di spoofing per occultare la loro provenienza e simulare chiamate da numeri italiani erano stati bloccati. L’impressione degli utenti, e la nostra, è stata la stessa. Le chiamate non erano diminuite molto. Con il nuovo filtro invece sembra che la situazione sia diversa.
Secondo i dati pubblicati da Agcom tra il 19 e il 21 novembre sono state bloccate circa 7,46 milioni di chiamate al giorno. È un dato calcolato in base alle informazioni fornite da quattro gestori: TIM, Vodafone-Fastweb, WindTre e Iliad. Un campione che raccoglie i quattro operatori detti MNO (Mobile Network Operator): questa sigla raccoglie tutti gli operatori che non solo gestiscono ma possiedono anche la propria rete.
Il flusso continuo del telemarketing – Nonostante questo blocco, l’impressione è la stessa. Le chiamate di telemarketing sono diminuite ma continuano ad arrivare. Negli ultimi giorni abbiamo tenuto un registro su un utenze telefonica italiana. Dal 19 novembre al 24 novembre sono state registrate offerte per:
Le motivazioni dietro questo flusso di telemarketing sono almeno due, come conferma Agcom. Ci sono le chiamate che arrivano dall’estero con numeri internazionali e ci sono quelle in cui lo spoofing viene fatto direttamente in Italia. Le chiamate da call center internazionali che non oscura il loro numero al momento non possono essere bloccati. Lo spoofing in Italia invece è più esposto: se un utente italiano vuole nascondere il suo numero sarà più facile rintracciarlo.