Lazio, Napoli, Atalanta, Fiorentina, Torino e Genoa rischiano di dover rimanere a guardare durante la finestra di riparazione
Dopo l’ormai celebre “indice di liquidità“ c’è un nuovo parametro che rischia di bloccare il mercato a diverse società di Serie A. Si chiama “costo del lavoro allargato” e rappresenta il rapporto tra il costo del lavoro allargato (che include anche gli ammortamenti dei calciatori oltre a stipendi e contributi generali della società) e i ricavi. Il Consiglio Federale ha recentemente approvato l’abbassamento di questa soglia: da giugno 2026 il limite massimo dell’80% passerà al 70, escludendo però da questo conteggio gli Under23 italiani (eccezione non valida per gli stranieri) per favorire la fioritura dei vivai più che per dare respiro alle casse dei club.
Uno scenario che, secondo quanto riporta il Messaggero, potrebbe dare problemi già da gennaio a diverse società. Oltre alla Lazio, già bloccata in estate, anche Napoli, Atalanta, Fiorentina, Torino e Genoarischiano di dover ricorrere a plusvalenze o aumenti di capitale per evitare il blocco del mercato o di dover operare a saldo zero nella finestra invernale. Entro il 30 novembre tutti i club dovranno trasmettere i bilanci riferiti alla situazione del 30 settembre alla nuova Commissione, che li valuterà prima del passaggio finale in FIGC. Solo allora sarà chiaro se altre società dovranno provare sulla loro pelle quello che ha vissuto e sta vivendo la Lazio di Lotito. I biancocelesti infatti, a meno di operazioni straordinari, non avranno le mani libere nel mercato di gennaio.
Le preoccupazioni però non si limitano alla prossima finestra. Da giugno 2026 (ma con un occhio anche alle operazioni nel prossimo mercato di riparazione) le società di Serie A dovranno rispettare i nuovi parametri Uefa sugli indicatori economici, altrimenti arriveranno multe e blocco del mercato.
Le condizioni dell’uomo non sono gravi. L’incendio, divampato intorno alle 9 di giovedì 27 novembre, è stato domato in tarda mattinata
I vigili del fuoco al lavoro sul tetto delle cartiere
La nuvola di fumo scuro e denso era visibile da chilometri di distanza, così come era avvertibile l’odore acre di bruciato.
L’allarme è scattato poco dopo le 9 di giovedì 27 novembre, dal tetto di uno dei capannoni al centro dello stabilimento della Cartiera Fedrigoni a Riva del Garda, in zona Varone. Tutto è partito dal surriscaldamento di una piccola porzione di guaina del tetto che due operai di una ditta esterna stavano rattoppando. Le fiamme, rapide, hanno avvolto il telaio in legno, espandendosi fino alla copertura di un capannone vicino.
Uno dei due operai al lavoro ha tentato di fermare il fuoco, ma è rimasto ustionato a una mano e intossicato per il fumo respirato. È stato trasferito all’ospedale di Arco, le sue condizioni non sono gravi.
Primi sul posto sono arrivati i vigili del fuoco volontari di Riva del Garda, che hanno immediatamente evacuato l’ottantina di dipendenti in turno.
Per aver ragione delle fiamme sono giunti poco dopo pompieri da altri sette distretti trentini, una settantina in tutto con una dozzina di mezzi, oltre a 118, Carabinieri e Polizia Locale.
I camion arrivati per scaricare merci nel piazzale interno sono stati fatti uscire per precauzione.
Salvi i macchinari e i materiali depositati nel magazzinosottostante al tetto bruciato, ora serviranno verifiche statiche sui laterizi di sostegno alla copertura per capire se i dipendenti di Fedrigoni potranno tornare a lavorare in tempi rapidi.
Avvertito del rogo, il sindaco di Riva del Garda Alessio Zanoni ha lasciato la seduta di giunta, accorrendo sul posto.
L’intervento immediato e le condizioni meteo hanno favorito la dispersione dei fumi, cosicchè i tecnici Appa non hanno rilevato concentrazioni di polvere a livelli di guardia.
Circa mille metri quadrati di copertura sono andati distrutti, salvati invece gli altri 13.000.
L’incidente è avvenuto nei pressi della stazione di Luoyang, nella provincia cinese di Yunnan: il gruppo di lavoratori è stato investito da un convoglio utilizzato per i test sulle apparecchiature sismiche. Ancora da accertare le cause
La stazione di Luoyang, in Cina
Undici operai morti e altri due feriti. Questo il tragico bilancio dell’incidente avvenuto nella mattina di oggi, giovedì 27 novembre,nella provincia cinese di Yunnan. Un treno ha travolto un gruppo di lavoratori che si trovava sui binari: le cause sono ancora da accertare e le autorità locali hanno già avviato un’indagine.
Cina, treno travolge un gruppo di operai: 11 morti – Come riportato dall’emittente statale Cctv, l’incidente ha coinvolto un convoglio utilizzato per i test sulle apparecchiature sismiche, che ha colpito in pieno alcuni operai edili nella stazione di Luoyang, nel capoluogo provinciale Kunming, Il gruppo si trovava sui binari quando è arrivato il treno, come confermato anche dalle delle autorità ferroviarie locali: “Il convoglio stava percorrendo normalmente una curva all’interno della stazione di Luoyang Town di Kunming quando si è verificato uno scontro con degli operai edili che erano entrati nell’area dei binari“.
I trasporti, dopo un blocco necessario per poter prestare i soccorsi, sono tornati alla normalità prima di mezzogiorno (le 5:00 in Italia). Il dipartimento dei trasporti locale ha espresso “profondo dolore per le vittime decedute e sincere condoglianze alle famiglie delle vittime e dei feriti“, mentre sono state avviate le indagini per fare chiarezza sulle cause della tragedia. I due operai feriti sono stati trasportati in ospedale e non sarebbero in pericolo di vita
Decima notte di protesta sul silo, domani arriva la ministra
Un’altra notte di protesta, la decima, per i quattro operai dell’Eurallumina di Portovesme, da lunedì 17 asserragliati su un silo a 40 metri di altezza nonostante vento e freddo, per richiamare l’attenzione sulla vertenza dello stabilimento del Sulcis Iglesiente, di proprietà della Rusal, oggetto delle sanzioni applicate dallo Stato italiano per il conflitto tra Russia e Ucraina.
La proprietà russa ha di recente annunciato di voler interrompere i finanziamenti. “Oggi verrà qui al presidio la Commissione Industria del Consiglio regionale a dialogare con noi – dichiara all’ANSA Enrico Pulisci della Rsa Eurallumina – Inoltre rivolgiamo un appello alla ministra del Lavoro Marina Elvira Calderone che domani pomeriggio verrà a trovarci. Auspichiamo che lei, come membro autorevole del governo, possa portare notizie liete che vadano a spostare tutto quanto detto da Urso e Giorgetti nell’atto di convocazione, nel colloquio avuto con la presidente della Regione Todde da parte del ministro del Mef in vista del tavolo del 10 dicembre. Questo bandolo deve essere sciolto, dobbiamo sbloccare i fondi o la revoca definitiva delle sanzioni. Dalla ministra ci aspettiamo notizie importanti per avere una speranza per noi, i lavoratori e tutto il territorio”.
Una militare della Guardia Nazionale statunitense, Sarah Beckstrom,è morta per le ferite subite nell’attacco di mercoledì a Washington DC, vicino alla Casa Bianca. Lo ha detto il presidente Donald Trump dalla sua residenza di Mar-a-Lago. Nell’attacco, per cui la polizia ha arrestato un uomo afghano di 29 anni, era stato ferito anche un altro agente della Guardia Nazionale, il più importante corpo di riservisti dell’esercito statunitense.
Secondo quanto riferito dalla polizia, in passato l’uomo sospettato dell’attacco era stato membro di una forza paramilitare afghana che collaborava con gli Stati Uniti. Non sono chiare le ragioni per cui avrebbe sparato contro i militari. Trump aveva definito l’attacco un «atto di terrorismo», e il capo dell’agenzia federale che si occupa di immigrazione e cittadinanza aveva detto che su ordine dell’amministrazione l’agenzia riesaminerà legreen card (i permessi di residenza permanente) delle persone immigrate provenienti da 19 paesi considerati «di interesse», tra cui Afghanistan, Cuba, Haiti, Iran, Somalia e Venezuela. Durante l’annuncio trasmesso da Mar-a-Lago, rispondendo a una domanda dei giornalisti sull’ipotesi che una richiesta d’asilo del sospettato fosse stata accolta ad aprile, Trump aveva detto: «Ora li faremo uscire tutti».
26 novembre 2025
Sparatoria vicino alla Casa Bianca, colpiti due soldati della Guardia Nazionale
Trump: “Animale che ha sparato pagherà”. Il presidente ha chiesto che altri 500 militari vengano dispiegati a Washington
Il luogo della sparatoria (Afp)
Sparatoria oggi a Washington, a pochi isolati dalla Casa Bianca, dove due soldati della Guardia Nazionale sono stati raggiunti da colpi d’arma da fuoco. Un sospetto è in custodia ed è ricoverato in ospedale.
Il direttore dell’Fbi Kash Patel ha riferito ai giornalisti che i due membri della Guardia Nazionale versano in condizioni critiche. Sarebbero stati colpiti alla testa, hanno riferito due funzionari statunitensi informati sulle indagini e citati dalla Nbc. La sparatoria, ha poi spiegato Patel nel corso di una conferenza stampa, sarà oggetto di indagine a livello federale e sarà trattata come un’aggressione a un agente delle forze dell’ordine. L’Fbi condurrà le indagini, ha precisato.
“E’ con grande dolore che possiamo confermare che entrambi i membri della Guardia Nazionale della West Virginia, colpiti oggi a Washington DC, sono deceduti a causa delle ferite riportate“, aveva scritto in precedenza su X il governatore della West Virginia, Patrick Morrisey, salvo poi aggiungere poco dopo che sulle loro condizioni c’erano ”notizie contrastanti”.
Morrisey ha inviato più di 300 membri della Guardia Nazionale della West Virginia a Washington DC ad agosto, per supportare l'”emergenza di sicurezza pubblica” di Donald Trump. Ciò ha comportato l’invio di centinaia di soldati della Guardia Nazionale nella capitale e l’assunzione del controllo del dipartimento di polizia di Washington per un mese.Trump: “Animale che ha sparato pagherà“
‘‘L’animale che ha sparato è gravemente ferito”, ha scritto Trump sul suo Truth Social, “pagherà un prezzo molto alto”.
Il presidente americano ha chiesto che altri 500 soldati della Guardia Nazionale vengano dispiegati a Washington DC. Lo ha dichiarato il capo del Pentagono Pete Hegseth, annunciando che presenterà la richiesta al Segretario dell’Esercito. “Questo non farà che rafforzare la nostra determinazione a garantire che Washington DC sia sicura e bella“, ha affermato Hegseth.
Intanto il Dipartimento di Giustizia ha chiesto alla corte d’appello federale di sospendere d’urgenza l’ordinanza emessa la scorsa settimana dal giudice Jia Cobb con cui si chiedeva di rimuovere la Guardia Nazionale da Washington perché considerata illegale.
La dinamica della sparatoria – L’uomo arrestato per la sparatoria si è avvicinato agli agenti prendendoli di mira e ha sparato prima a uno di loro che si trovava a pochi metri di distanza. Lo scrive la Cnn citando tre fonti delle forze dell’ordine che ricostruiscono la dinamica della sparatoria. Una delle fonti ha poi affermato che il sospettato ha successivamente sparato all’altro agente che stava cercando di nascondersi dietro la pensilina di una fermata dell’autobus. Una fonte ha riferito che il sospettato non sta collaborando con gli investigatori e che al momento dell’arresto non aveva con sé alcun documento identificativo.
Il presunto attentatore è stato colpito quattro volte, dopo aver sparato agli agenti della Guardia Nazionale, hanno riferito fonti della polizia alla Cbs confermando che il sospettato è in custodia e ricoverato in ospedale.
La polizia di Washington ha dichiarato che non ci sono altri sospettati, a parte quello attualmente in custodia. “Al momento non ci sono indicazioni che ci fossero altri sospettati. L’unico sospettato coinvolto in questo incidente è stato colpito durante lo scambio” a fuoco con gli agenti ed ‘‘è stato trasportato in ospedale per le cure del caso“, ha spiegato Jeff Carroll, vice capo esecutivo del Dipartimento di Polizia Metropolitana.
Vance: “Movente sconosciuto” – Il vicepresidente JD Vance ha parlato della sparatoria incontrando i militari a Fort Campbell, nel Kentucky, per il Ringraziamento. ”Non conosciamo ancora il movente. C’è molto che non abbiamo ancora capito”, ha detto Vance. Quello che è accaduto, ha aggiunto, “penso che sia un triste promemoria del fatto che i soldati, che siano in servizio attivo, di riserva o della Guardia Nazionale, sono la spada e lo scudo degli Stati Uniti d’America“.
‘‘E’ stato un attacco mirato’‘ contro gli agenti della Guardia Nazionale di Washington, ha dichiaratola sindaca di Washington Muriel Bowser nel corso di una conferenza stampa.
La Casa Bianca è stata riaperta per coloro che sono in possesso di ‘un pass di sicurezza’dopo essere stata messa in lockdown.
L’aeroporto nazionale Reagan ha riaperto dopo aver sospeso i voli ”per motivi di sicurezza” ma alcuni collegamenti sono ancora in ritardo. Lo ha annunciato la Federal Aviation Administration che aveva sospeso i voli allo scalo Reagan mentre un elicottero della polizia di Washington sorvolava la Casa Bianca. Circa una decina di voli in arrivo hanno sorvolato il Maryland e la Virginia per circa 30 minuti, ha precisato il Washington Post. Le norme di sicurezza introdotte dopo il mortale incidente di gennaio che ha coinvolto un jet regionale e un Black Hawk dell’esercito vicino all’aeroporto impediscono agli aerei di linea di atterrare quando ci sono elicotteri in volo nelle vicinanze.
Le fiamme si sono propagate rapidamente dalla fitta impalcatura di bambù che circondava almeno tre edifici. La polizia ha istituito una task force per indagare sulle cause dell’incendio, tre arresti per omicidio colposo
Incendio nel complesso residenziale a Hong Kong – (Afp) – (Afp)
E’ di 44 morti l’ultimo bilancio dell’incendio che oggi ha coinvolto diversi grattacieli in un complesso residenziale di Wang Fuk Court, nel distretto Tai Po di Hong Kong. Lo riferiscono le autorità locali nel corso di una conferenza stampa, aggiungendo che altre 45 persone ferite versano in condizioni critiche. Sono almeno 279 i dispersi.
Di fronte alla gravità della situazione, le autorità hanno innalzato l’allerta al livello cinque, il massimo previsto: una misura che non veniva adottata da 17 anni.
Le fiamme si sono propagate rapidamente dalla fitta impalcatura di bambù che circondava almeno tre edifici, estendendosi poi ad altre aree del complesso. Le immagini trasmesse in diretta mostrano imponenti colonne di fumo e alte lingue di fuoco che avvolgono la struttura.
Il Wang Fuk Court è composto da otto grattacieli, ciascuno dei quali alto 31 piani. Secondo il censimento governativo del 2021, ospitano 1.984 appartamenti per circa 4.600 residenti. Costruiti nel 1983, i grattacieli erano in fase di ristrutturazione.
Le autorità hanno chiuso alcuni tratti dell’autostrada vicina ed esortato i cittadini della zona a “restare in casa, chiudere porte e finestre e mantenere la calma”.
Task force per indagare sulle cause, tre arresti per omicidio colposo – Le autorità di Hong Kong hanno arrestato tre uomini con l’accusa di omicidio colposo in relazione all’incendio. La polizia di Hong Kong ha istituito una task force per indagare sulle cause del devastante rogo. Lo ha annunciato il chief executive di Hong Kong John Lee nel corso di una conferenza stampa, definendo l’incendio ”un disastro di vasta portata” e spiegando che 900 persone sono state accolte in rifugi temporanei.
Lee ha poi aggiunto che le autorità competenti in materia di edilizia abitativa verificheranno se gli strati protettivi utilizzati per schermare gli edifici durante la recente ristrutturazione fossero conformi agli standard di sicurezza antincendio.