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Lunedì 01 settembre 2025
| È morto Robert Redford, il grande attore e regista aveva 89 anni |
| sSecondo le prime informazioni Redford sarebbe morto nel sonno |

Da “La mia Africa” a “Come eravamo”, da “Proposta indecente” a “Gente comune”, con il quale vinse l’Oscar come miglior regista nel 1981. Per questi e molti altri dei suoi meravigliosi film verrà ricordato Robert Redford. La leggenda di Hollywood è morto all’età di 89 anni nella sua abitazione di Provo nello Utah.
A renderlo noto, oggi 16 settembre, è il New York Times tramite Cindi Berger, la Ceo dello studio di pubblicità Rogers & Cowan Pmk , che ha confermato il decesso del grande attore. Secondo le prime informazioni, Redford sarebbe morto nel sonno.
Filantropo e grande amante della settima arte, Redford è celebre anche per avere fondato il Sundance Institute nel 1981 – per sostenere il cinema indipendente – che da allora organizza la rassegna cinematografica del “Sundance Film Festival”. Con una profonda avversione per l’approccio “semplificato” di Hollywood alla realizzazione dei film, Redford ha sempre preteso che i suoi lavori avessero un peso culturale, riuscendo spesso a far risuonare temi importanti – come il lutto o la corruzione politica – grazie anche al suo immenso carisma.
Il secondo Oscar, quello alla carriera, arrivò nel 2022. Mentre, nel 2017 fu premiato a Venezia con un Leone D’oro alla carriera e per il suo impatto nel cinema.
Gli inizi e l’amore con Lola Van Wagenen e Sibylle Szaggars – Dopo aver girato in gioventù tra la California, l’Italia e la Francia, Redford si iscrisse al Prat Institut di New York nel 1958, dove studia arte. In quello stesso anno debuttò sul palco di Broadway, e solo due anni dopo iniziò a muover ei passi nel piccolo schermo con ruoli in serie come “Perry Mason”, “Alfred Hitchcock presenta” e “Ai confini della realtà”. L’esordio cinematografico risale al 1962 con “Caccia di guerra” di Denis Sanders.
Nel 1958 sposa Lola Van Wagenen. I due avranno quattro figli, il primogenito Scott (1959), morirà solo due mesi dopo per una sindrome letale infantile. Poi arrivano Shauna (1960) e James (1962), quest’ultimo stroncato da un tumore nel 2020. La quarta figlia, Amy, è nata nel 1970. Quindici anni dopo finisce il matrimonio con Lola Van Wagenen. Nel 2009 si risposò Sibylle Szaggars, artista tedesca circa 20 anni più giovane.
Attore ma anche regista: i successi più grandi di Redford – Come attore, i suoi film più celebri includono “Butch Cassidy” (1969), con il suo sguardo affettuoso verso i fuorilegge in un West al tramonto, e “Tutti gli uomini del presidente” (1976), sulla ricerca giornalistica contro il presidente Richard Nixon durante l’era dello scandalo Watergate.
In “I tre giorni del Condor” (1975), interpretava un introverso decifratore della Cia coinvolto in un mortale gioco del gatto col topo. “La stangata” (1973), su truffatori dell’epoca della Grande Depressione, gli valse la sua prima e unica nomination all’Oscar come attore. Redford è stato uno degli attori più richiesti di Hollywood per decenni, che si trattasse di commedie, drammi o thriller; gli studios lo proponevano spesso come simbolo di sex appeal.
Il suo successo come protagonista romantico è dovuto in gran parte anche alle straordinarie attrici con cui è stato affiancato: Jane Fonda in “A piedi nudi nel parco” (1967), Barbra Streisand in “Come eravamo” (1973), Meryl Streep in “La mia Africa” (1985).
Passato alla regia intorno ai quarant’anni, vinse l’Oscar per il suo debutto dietro la macchina da presa, “Gente comune” (1980), che racconta la disintegrazione di una famiglia borghese dopo la morte di un figlio. Il film vinse altri tre Oscar, incluso quello per il miglior film.
Il suo secondo film da regista, “Milagro” (1988), una commedia drammatica su un contadino del Nuovo Messico a cui venivano negati i diritti sull’acqua da parte di speculatori senza scrupoli, fu un fallimento commerciale. Ma Redford si rifiutò ostinatamente di scendere a compromessi scegliendo materiale più commerciale. Preferì invece dirigere e produrre “In mezzo scorre il fiume” (1992), un dramma ambientato nel passato su pescatori del Montana che riflettono su questioni esistenziali, e “Quiz Show” (1994), incentrato su uno scandalo televisivo degli anni ’50. “Quiz Show” ottenne quattro nomination agli Oscar, inclusi miglior film e miglior regia.
Forse l’impatto culturale più grande di Redford fu come promotore indipendente del cinema d’autore. Nel 1981 fondò il Sundance Institute, un’organizzazione no-profit dedicata a coltivare nuove voci nel panorama cinematografico. Nel 1984 prese in gestione un festival cinematografico in crisi nello Utah e, pochi anni dopo, lo rinominò in onore dell’istituto.

