In Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna scatteranno le prime limitazioni nei giorni feriali dalle 8.30 alle 18.30
A partire dal 1° ottobre 2025, in Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna scatteranno le prime limitazioni alla circolazione dei veicoli diesel Euro 5, per contrastare l’inquinamento atmosferico. Non ovunque e non sempre: solo nei comuni con popolazione superiore ai 30mila abitanti, nei giorni feriali dalle 8.30 alle 18.30 da ottobre ad aprile.
Il blocco interesserà «7 milioni di veicoli e più di 100mila veicoli Euro 5 solo a livello commerciale» spiega il ministro dei trasporti Matteo Salvini che si schiera per «scongiurare il blocco» che «sarebbe, soprattutto nella pianura Padana, causa di enormi problemi famigliari, lavorativi e commerciali». Il vicepremier è già personalmente al lavoro per «un emendamento da inserire nel decreto Infrastrutture per evitare il blocco».
Quali sono le auto allo stop – Le restrizioni, valide ogni annotra il 1° ottobre e il 31 marzo, riguarderanno auto e veicoli commerciali diesel delle categorie N1 (furgoni piccoli, van aziendali, pick-up), N2 (camion medi, furgoni cassonati grandi, autocarri) e N3 (camion pesanti, TIR, mezzi per logistica e cantieri). Le auto Euro 5 sono quelle immatricolate tra il 2011 e il 2015. Per controllare a quale classe ambientale appartiene il proprio veicolo bisogna consultare il libretto di circolazione alla voce V.9. I blocchi si applicheranno nei comuni con oltre 30 mila abitanti.
Le fasce orarie – Qualora lo stop andasse in porto, riguarderebbe i giorni feriali (quindi da lunedì a sabato) dalle ore 8 alle ore 18.30 ogni anno, dal 15 settembre al 15 aprile (la prima volta, come detto, si partirebbe il 1° ottobre 2025). Il numero di auto coinvolte sarebbe considerevole: in Piemonte sarebbero circa 250mila i veicoli fermi che rappresentano circa l’8% delle auto in circolazione mentre in Veneto lo stop sarebbe ancora peggiore con più di 350 mila vetture ferme.
Nuovi piani per la qualità dell’aria – Entro dodici mesi dall’entrata in vigore del decreto legge 12 settembre 2023, n. 121, le quattro Regioni dovranno aggiornare i propri piani di qualità dell’aria, integrando i nuovi limiti e valutando i risultati delle misure già in atto. Dal 1° ottobre 2025, il blocco dei diesel Euro 5 diventerà parte integrante di questi piani regionali.
Salvini: «Impegnati per evitare blocco» – «Sto lavorando personalmente a unemendamento da inserire nel decreto infrastruttureche è in arrivo al Parlamento per evitare questo blocco che sarebbe, soprattutto nella pianura Padana, causa di enormi problemi famigliari, lavorativi e commerciali». Il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Matteo Salvini ha espresso il suo impegno per evitare il blocco nel suo intervento al direttivo Alis. Il blocco interesserà «7 milioni di veicoli e più di 100mila veicoli Euro 5 solo a livello commerciale. La transizione va accompagnata non va imposta con blocchi o divieti», ha aggiunto Salvini.
L’assessore all’Ambiente e Clima della Lombardia Giorgio Maione ha spiegato: «Non possiamo essere i soli in Europa con un blocco che coinvolgerebbe più di mezzo milione di veicoli. Bisognariaprire la discussione con Bruxelles e Roma per trovare più risorse e soluzioni condivise».
Stop dall’Ue alle auto diesel euro 5: da ottobre fermi oltre un milione di veicoli
I veicoli a gasolio immatricolati tra il 2011 e il 2015 non potranno più circolare nei comuni con più di 30 mila abitanti. Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna e Veneto le regioni interessate
Arriva il blocco delle auto diesel euro 5. Dal primo ottobre, in linea con quanto previsto dal decreto legge 12 settembre 2023, n.121, oltre un milione di veicoli, in Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna e Veneto, saranno costretti a fermarsi. Il provvedimento riguarda solo i comuni con più di 30 mila abitanti, è valido nei giorni feriali dalle 8.30 alle 18.30, e il termine è fissato per il 15 aprile 2026. Continuerà a riprendere il suo corso dopo la stagione estiva, a partire da settembre dello stesso anno, con limitazioni ancora da definire.
Quali auto saranno costrette a fermarsi – Lo stop riguarda le auto diesel euro 5 immatricolate negli anni tra il 2011 e il 2015. Con il termine euro riferito alle auto si identifica quale normativa è stata usata per omologare la vettura e il rispettivo limite massimo di emissioni di Co2. Veneto e Lombardia saranno le regioni più colpite:in Veneto i motori di più di 340 mila veicoli resteranno spenti, in Lombardia raggiungono i 484 mila.
Le cause vanno imputate all’eccessivo inquinamento atmosferico presente nella Pianura Padana; l’obiettivo perseguito è la riduzione dei livelli di anidride carbonica e delle polveri sottili.
Agli automobilisti che non possono cambiare auto, le regioni consentono di installare il dispositivo Move-In, in grado di tracciare gli spostamenti consentendo ai proprietari di percorrere solo un certo numero di chilometri all’anno, senza limiti di giorni o orari.
Salvini: «Follia della Commissione von der Leyen» – Non si è fatto attendere il commento del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, che definisce il provvedimento «una delle follie della Commissione von der Leyen». L’esecutivo starebbe cercando soluzioni alternative con un minor impatto sulla quotidianità di milioni di lavoratori. Il Governo si sarebbe già attivato per preparare un emendamento al fine di fermare il blocco.
«Siamo al lavoro per annullare il blocco delle auto con motore Euro 5 diesel. È una delle follie della Commissione von der Leyen, che ha approvato quella fesseria economico-industriale che si chiama Green Deal», dichiara Matteo Salvini. «I cittadini il prossimo anno non potranno più usare milioni di veicoli, questi sono i problemi veri. Il consumatore non vuole l’elettrico. Al momento a decidere deve essere il mercato».
Attesa in Consiglio dei Ministri la legge delega sullo sport: superamento della Legge Melandri, nuove regole per la vendita dei diritti e incentivi per stadi moderni e sostenibili.
Dai diritti tv agli stadi, il Governo è pronto a intervenire nel settore calcistico, con quella che potrebbe essere una rivoluzione in particolare sul fronte televisivo. Come appreso da Calcio e Finanza, è infatti attesa domani in Consiglio dei Ministri la bozza del disegno di legge delega destinata a ridisegnare radicalmente il sistema di gestione dei diritti audiovisivi sportivi e il quadro normativo relativo agli impianti sportivi professionistici. Un intervento ampio, che mira a modernizzare il calcio italiano sotto il profilo economico, infrastrutturale e competitivo, in linea con gli standard internazionali.
Nel testo della legge delega, che Calcio e Finanza ha consultato, in particolare si passa dal superamento (con abrogazione) della cosiddetta Legge Melandri, che dal 2009 regola la vendita e la distribuzione dei ricavi in termini di diritti tv. Tema sul quale la riforma prevede il riconoscimento agli organizzatori (come la Lega Serie A) del diritto esclusivo di commercializzazione centralizzata di tutti i contenuti relativi agli eventi sportivi, sia per il mercato nazionale che internazionale.
L’obiettivo dichiarato è quello di “perseguire il miglior risultato economico” possibile dalla vendita dei diritti televisivi, allo stesso tempo garantendo anche il regolare svolgimento delle competizioni. La commercializzazione potrà avvenire direttamente o tramite licenza a terzi, in modalità flessibile, ma sempre nel rispetto dei principi di concorrenza, parità di trattamento e trasparenza nel mercato audiovisivo e digitale nazionale.
Le novità sui diritti tv, dall’esclusiva alla ripartizione – Tra le novità principali, la legge delega prevede la possibilità di assegnare i diritti in esclusiva a un solo operatore per periodi non superiori a tre anni, superando quindi il concetto di “no single buyer” che ha caratterizzato la vendita dei diritti televisivi dall’introduzione della Legge Melandri. In caso di durate superiori ai tre anni (in particolare per la Serie A), sarà necessaria una valutazione preventiva da parte dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM), con attenzione all’impatto sui mercati europei e sulla libera concorrenza.
L’altra novità, con l’abrogazione della Legge Melandri, riguarda i criteri di ripartizione dei proventi derivanti dalla vendita dei diritti televisivi, con l’obiettivo di una “equa ripartizione”. In tal senso, la proposta è:
“una parte prevalente e comunque superiore al cinquanta per cento” venga distribuita in parti uguali tra i club partecipanti;
una parte venga distribuita per meriti sportivi nelle stagioni sportive successive al 1999/2000;
una parte sulla base della formazione e dell’utilizzo dei giovani italiani.
Ricordiamo che attualmente, in base alla Legge Melandri, i diritti tv vengono così distribuiti tra i club:
50% in parti uguali tra tutti i club;
28% in base ai risultati sportivi (11,2% legato alla classifica dell’ultimo campionato, 2,8% legato ai punti nell’ultimo campionato, 9,33% legato agli ultimi 5 campionati precedenti all’ultimo e 4,67% legato ai risultati storici);
22% in base al radicamento sociale (di cui l’1,1% legato al minutaggio dei giovani, il 12,54% legato agli spettatori allo stadio e l’8,36% legato all’audience tv).
Resta confermata la cosiddetta “mutualità di sistema”, una quota da destinare a sostegno delle categorie inferiori, oltre ad essere destinate a un fondo specifico contro il gioco d’azzardo patologico. Sul tema delle scommesse, inoltre, viene concessa la possibilità di “sponsorizzazione indiretta” da parte di operatori regolarmente iscritti al registro dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, mentre in generale il testo prevede il contrasto al gioco illegale e la promozione del gioco sostenibile.
Riforma calcio, il tema degli stadi – Capitolo importante anche quello dedicato agli impianti sportivi, che dovranno essere infrastrutture strategiche per il rilancio della competitività dello sport italiano. Il provvedimento punta a favorire sia la realizzazione di nuovi stadi che l’ammodernamento di quelli esistenti, con riferimento non solo agli stadi ma anche a palazzetti e impianti sportivi scolastici e universitari, tenendo conto dei criteri di “efficienza, sostenibilità, accessibilità, redditività e sicurezza”.
In particolare, il testo prevede:
l’adozione di misure di razionalizzazione, concentrazione, accelerazione e semplificazione delle procedure amministrative applicabili e della normativa vigente in materia di ammodernamento e costruzione di nuovi impianti sportivi, unitamente al loro opportuno coordinamento e integrazione con i procedimenti in materia ambientale;
l’adozione di misure di defiscalizzazione;
estensione delle forme di partenariato pubblico-privato contrattuale e istituzionale, anche al fine di agevolare il reperimento di risorse e capitali privati.
Inoltre, al centro anche i temi di efficienza energetica, riduzione delle emissioni di CO2, accessibilità universale (anche per persone con disabilità), digitalizzazione con reti ultra-larghe e 5G, predisposizione per tecnologie di realtà aumentata e virtuale, nonché gestione remota di produzioni audiovisive. Il tutto in coerenza con gli obiettivi di sostenibilità ambientale e sociale previsti anche dal nuovo Codice dei Contratti Pubblici.
Il fondo USA Oaktree ha come obiettivo quello di ridurre il debito del club nerazzurro
Katherine Ralph e Alejandro Cano (Photo by Guido De Bortoli/Getty Images)
Il fondo Oaktree, proprietario dell’Inter, è al lavoro per rifinanziare il debito del club nerazzurro. Al suo fianco c’è la banca di investimentob Bank of America, incaricata di valutare le diverse opzioni disponibili.
Come riporta l’edizione odierna de Il Sole 24 Ore, l’operazione riguarda circa 400 milioni di euro di obbligazioni high yield, in scadenza a febbraio 2027 e garantite dai diritti di sponsorizzazione e media del club nerazzurro. Tra le ipotesi allo studio ci sono un collocamento privato, l’intervento di fondi di private debt o l’emissione di una nuova obbligazione. La scelta definitiva non è ancora stata fatta, ma uno degli obiettivi principali sarà ridurre il costo del nuovo finanziamento rispetto a quello attuale.
Bank of America vanta già un’esperienza consolidata nel settore calcistico: ha curato il rifinanziamento del Milan, è stata advisor di Elliott nella cessione del club a RedBird Capital Partnerse ha partecipato al finanziamento dei lavori di ristrutturazione del Santiago Bernabeu per il Real Madrid.
Il rifinanziamento riguarda i bond in scadenza a febbraio 2027 emessi da Inter Media and Communication, la società che controlla i diritti televisivi e commerciali dell’Inter. Si tratta di un passaggio finanziario chiave dopo l’ingresso di Oaktree nel capitale del club nel maggio 2024, in seguito al mancato rimborso di un prestito da 395 milioni da parte dell’ex proprietario cinese Suning.
Questo passaggio è strategico non solo per la stabilità finanziaria dell’Inter, ma anche per attrarre potenziali nuovi azionisti, insieme alla definizione del progetto per il nuovo stadio a Milano. Oaktree, tramite il veicolo Global Opportunities, ha dichiarato di essere pronto a sostenere il club nel lungo periodo, ma è anche aperto a valutare offerte d’acquisto.
Alcuni fondi di private equity e investitori starebbero iniziando a esaminare il dossier, ma per ora non sono emerse trattative concrete. Il principale nodo resta la valutazione del club da parte di Oaktree. Considerando un fatturato previsto intorno ai 500 milioni di euro e i multipli medi delle transazioni calcistiche europee (circa tre volte i ricavi), il valore d’impresa dell’Inter potrebbe arrivare fino a 1,5 miliardi di euro, da cui va però detratto l’indebitamento.
Nonostante la stagione dei nerazzurri si sia conclusa con zero trofei, l’Inter chiuderà l’anno fiscale 2024/25 il 30 giugno con il miglior bilancio della sua storia, grazie a ricavi complessivi che sfiorano il mezzo miliardo di euro, spinti soprattutto dai circa 160 milioni incassati dai premi per il percorso in Champions League. Il bilancio dovrebbe quindi essere in attivo, dopo anni di perdite, rendendo così il club più interessante per eventuali nuovi investitori.
Manifestanti in piazza da New York a Dallas. Mobilitati 1.700 soldati e 700 Marines. Granate stordenti e proiettili di gomma a Los Angeles
Si sta allargando, negli Stati Uniti, la protesta contro la politica sull’immigrazione del presidente americano Donald Trump e i raid contro i migranti. Dopo Los Angeles, dove si sono registrati scontri con le forze dell’ordine, i manifestanti sono scesi in piazza in diverse altre città americane, tra cui San Francisco, New York, Atlanta,Seattle, Dallas e Louisville. Secondo quanto riporta la Cnn, la polizia ha arrestato “diverse” persone a New York ealmeno 150 persone a San Francisco.
A Los Angeles ”granate stordenti e proiettili di gomma’‘ sono stati lanciati dalla polizia americana contro circa mille manifestanti, riportano la Cnn e la Nbc, spiegando che tra coloro che manifestavano c’era chi sventolava bandiere messicane e due americane capovolte, in segno di soccorso. I manifestanti hanno urlato ”protesta pacifica” mentre venivano attaccati dagli agenti, riferisce la Nbc News.
Per sedare la protesta, l’esercito americano spiega che sono stati mobilitati nell’area metropolitana di Los Angeles circa 1.700 soldati della Guardia nazionale e 700 Marines. La task force militare sta “proteggendo il personale e le proprietà federali nell’area metropolitana di Los Angeles“, ha affermato il Comando settentrionale degli Stati Uniti, noto come Northcom. In totale, ci sono 2.100 soldati della Guardia Nazionale nella task force, chiamata Task Force 51, insieme ai 700 Marines, ha affermato l’esercito.
Una troupe della Cnn è stata scortata dalla polizia fuori dalla zone delle proteste a Los Angeles e due membri della sicurezza dell’emittente sono stati fermati e poi rilasciati, senza conoscere le accuse a loro carico, riporta la Cnn. Secondo il Los Angeles Press Club e Reporter sans frontieres,i giornalisti sono stati attaccati 27 volte durante le proteste di Los Angeles.
Trump invia altre migliaia di truppe a Los Angeles mentre il sindaco afferma che la città viene usata come “esperimento”
I leader della California condannano il presidente “autoritario” mentre continuano le manifestazioni contro i raid sull’immigrazione a Los Angeles e altrove
Lunedì l’amministrazione Trump ha schierato circa 4.000 membri della guardia nazionale a Los Angeles in risposta alle proteste contro i raid sull’immigrazione, in una straordinaria mobilitazione di truppe contro i residenti degli Stati Uniti che i leader della California hanno definito “autoritaria”.
Le tensioni tra il governo federale e la seconda città più grande del paese sono aumentate drasticamente nel fine settimana, con i residenti scesi in piazza per protestare contro una serie di brutali repressioni contro le comunità di immigrati. Le incursioni nella regione hanno colpito lavoratori del distretto tessile , braccianti e ristoranti , e il presidente di un importante sindacato californiano è stato arrestato dagli agenti federali mentre prestava servizio come osservatore comunitario durante gli arresti dell’Immigration and Customs Enforcement (Ice).
Nonostante i gas lacrimogeni e altre munizioni utilizzati durante il fine settimana, i manifestanti hanno continuato a manifestare lunedì e le famiglie degli immigrati detenuti hanno implorato il rilascio dei loro cari.
Inizialmente l’amministrazione Trump aveva dichiarato che 2.000 membri della guardia nazionale sarebbero stati inviati a Los Angeles, ma il governatore della California Gavin Newsomha dichiaratolunedì sera di essere stato informato che i funzionari federali avrebbero inviato altri 2.000 soldati, sebbene abbia affermato che finora ne erano stati schierati solo 300, mentre i restanti “si trovano, inutilizzati, negli edifici federali senza ordini“. Le autorità federali hanno anche affermato che l’esercito avrebbe inviato circa 700 marine , segnando un dispiegamento eccezionalmente raro rivolto a persone in patria.
Proteste per lo più pacifiche contro Ice si sono diffuse in tutto il paese lunedì, anche a New York , Chicago , Dallas e San Francisco , dove centinaia di persone si sono radunate in serata per una marcia attraverso il quartiere Mission, storicamente latinoamericano della città. Ad Austin, i dimostranti hanno marciato fuori da un centro di lavorazione di Ice, scandendo slogan come “Basta Ice” e mostrando cartelli con la scritta “Nessun essere umano è illegale“. Nel centro di Los Angeles, l’American Civil Liberties Union (ACLU) ha tenuto una manifestazione per chiedere la fine delle incursioni di Ice. Le proteste intermittenti sono continuate fino a sera, mentre la polizia ha usato proiettili di gomma per disperdere una folla di diverse centinaia di persone radunate vicino all’edificio federale.
Gli attivisti si sono anche mobilitati a sostegno di David Huerta, presidente del SEIU California e del SEIU-USWW, arrestato venerdì e inizialmente ricoverato in ospedale. Huerta è stato accusato di cospirazione per ostacolare un agente, accusa che potrebbe comportare una pena detentiva di sei anni, ed è stato rilasciato lunedì, dichiarando ai giornalisti : “Questa lotta è nostra, è della nostra comunità, ma appartiene a tutti. Dobbiamo tutti lottare per loro“.
Le tensioni sono aumentate quando la California ha intentato una causa contro l’amministrazione Trump, contestando il dispiegamento federale della guardia nazionale statale nonostante le obiezioni di Newsom. Nel frattempo, lo zar di frontiera di Trump, Tom Homan, aveva minacciato di arrestare Newsom e il sindaco di Los Angeles, Karen Bass, una mossa che il governatore ha definito “un passo inequivocabile verso l’autoritarismo“.
Newsom ha sfidato l’amministrazione a dare seguito alle minacce, spingendo Trump a rispondere : “Lo farei anch’io se fossi Tom. Penso che sia fantastico“.
Proteste di lunedì contro la detenzione di David Huerta. Foto: Daniel Cole/Reuters
Trump, che si è congratulato con le truppe della guardia nazionale per l'”ottimo lavoro” svolto prima del loro arrivo in città, ha affermato che senza di loro Los Angeles sarebbe stata “completamente distrutta“.
Homan ha dichiarato a Fox News che Ice “ha tolto un sacco di gente cattiva dalla strada“. Ha affermato, senza fornire dettagli, di aver arrestato membri di gang e persone con gravi condanne penali, ma ha anche ammesso che Icestava trattenendo immigrati senza precedenti penali.
La causa della California , presentata nella tarda serata di lunedì contro Trump e Pete Hegseth, il suo segretario alla difesa, afferma che il presidente ha “sfruttato una protesta che le autorità locali avevano sotto controllo per compiere un altro tentativo di presa di potere senza precedenti… a scapito della sovranità dello Stato della California e ignorando l’autorità e il ruolo del governatore come comandante in capo della guardia nazionale dello Stato“.
La causa, che mira a impedire al Dipartimento della Difesa di schierare la Guardia Nazionale dello Stato, afferma che non vi è stata alcuna “ribellione” o “insurrezione” a Los Angeles. La California ha anche affermato che durante i raid, gli agenti dell‘Ice “hanno intrapreso azioni che hanno infiammato le tensioni e provocato proteste” e “scatenato il panico“. La California ha osservato che l’Ice ha isolato intere strade intorno agli edifici presi di mira, ha utilizzato veicoli blindati non contrassegnati con equipaggiamento paramilitare e non si è coordinata con le forze dell’ordine di Los Angeles.
Guardian graphic
Rob Bonta, il procuratore generale della California che ha intentato la causa, ha affermato che il presidente stava “cercando di creare caos e crisi sul campo per i propri fini politici“.
Sempre lunedì, le famiglie prese di mira dai recenti raid hanno preso la parola . Trabajadores Unidos Workers United, un’organizzazione per i diritti degli immigrati, ha tenuto una conferenza stampa all’esterno di Ambiance Apparel, un magazzino del distretto tessile razziato venerdì.
Una donna ha affermato di aver assistito al raid in cui suo padre è stato “rapito da Ice“, aggiungendo: “Quello che è successo non è stato giusto. Non è stato legale. In questo Paese, abbiamo tutti diritto a un giusto processo… Ho visto con i miei occhi il dolore delle famiglie, che piangevano, urlavano, non sapevano cosa fare“.
Yurien Contreras ha dichiarato che la sua famiglia non ha più avuto contatticon il padre, Mario Romero, da quando è stato rapito: “Ho visto come hanno ammanettato mio padre, lo hanno incatenato alla vita e alle caviglie”. Gli avvocati dell’Immigrant Defenders Law Center (ImmDef) hanno scoperto che gli immigrati fermati a Los Angeles sono stati inizialmente trattenuti nel seminterrato di un edificio federale, sostenendo che sono stati negati loro cibo, acqua o un letto per più di 12 ore
Il sindaco Bass ha affermato che Los Angeles è una “città orgogliosa di immigrati” e ha condannato fermamente i raid, dichiarando ai giornalisti lunedì sera che alla maggior parte delle persone arrestate è stato negato l’accesso agli avvocati e che molte sono “scomparse” in località sconosciute. “Non posso sottolineare abbastanza il livello di paura e terrore che regna ad Los Angeles“, ha dichiarato, aggiungendo che non tollererebbe che la Casa Bianca usasse Los Angeles come “caso di prova” per questo tipo di repressione federale.
Bass ha anche condannato gli atti di vandalismo e ha affermato che i manifestanti sarebbero statiarrestati per atti “violenti“. Lunedì, il Dipartimento di Polizia di Los Angeles ha dichiarato che sabato sono state arrestate 29 persone per “mancata dispersione” e che domenica sono stati effettuati altri 21 arresti per una serie di accuse , tra cui saccheggio, tentato omicidio con molotov e aggressione a un agente.
Gli attivisti per i diritti civili hanno criticato la risposta militarizzata delle forze dell’ordine locali, tra cui il LAPD, che ha una storia di ferimento di manifestanti, a volte con conseguenti costosi risarcimenti . Diversi giornalisti sono rimasti feriti durante le proteste, con un reporter australiano domenica colpito da un proiettile di gomma a distanza ravvicinata mentre filmava un servizio.
“Quando i residenti si uniscono per esercitare i loro diritti sanciti dal Primo Emendamento, spesso il Dipartimento di Polizia di Los Angeles risponde con una dimostrazione di forza“, ha affermato Sergio Perez, direttore esecutivo del Center for Human Rights and Constitutional Law, un gruppo di supporto legale, presente alle proteste. “Quando ci si presenta in tenuta antisommossa e con equipaggiamento paramilitare, si introduce in una situazione già dinamica un elemento di instabilità che ne aggrava ulteriormente la situazione“.
Il Dipartimento di Polizia di Los Angeles ha dichiarato che gli agenti hanno sparato più di 600 proiettili di gomma durante il fine settimana. Migliaia di persone hanno protestato domenica, radunandosi attorno al municipio e a un centro di detenzione federale e, a un certo punto, occupando un’autostrada.
Jim McDonnell, il capo del LAPD, ha affermato che quando gli agenti sparano ai manifestanti, usano “munizioni mirate“, ma ha aggiunto: “Questo non significa che colpiscano sempre il bersaglio“. Ha detto di essere “molto preoccupato” per il filmato di un giornalista colpito da una munizione.
Riguardo all’invio dei marines in città, ha affermato che il suo dipartimento non era stato formalmente informato e che il loro arrivo avrebbe rappresentato una “significativa sfida logistica e operativa“. Bass ha affermato che le truppe della Guardia Nazionale stavano semplicemente sorvegliando due edifici: “Hanno bisogno dei marines sopra? Non capisco“.
Hegseth, nel frattempo, ha affermato che i marines erano necessari per “ripristinare l’ordine” e “difendere gli ufficiali federali delle forze dell’ordine“.
La federalizzazione delle truppe della Guardia Nazionale da parte di Trumpè la prima volta che un presidente americano esercita un tale potere dai disordini di Los Angeles del 1992, quando scoppiò una violenta reazione all’assoluzione di quattro agenti di polizia bianchi per aver brutalmente picchiato l’automobilista nero Rodney King. È stato anche il primo dispiegamento senza l’esplicita richiesta del governatore dal 1965.
La contea di Los Angeles ospita3,5 milioni di immigrati, che rappresentano un terzo della popolazione. Le manifestazioni si verificano mentre la Casa Bianca intensifica aggressivamente i controlli sull’immigrazione con detenzioni di massa in strutture sovraffollate , un nuovo divieto di viaggio , una forte repressione degli studenti internazionali ed espulsioni affrettate senza un giusto processo .
Perez, del gruppo di supporto legale, ha sottolineato come gli immigrati siano profondamente radicati nel tessuto sociale di Los Angeles, rendendo inevitabili le rivolte contro i raid: “Quando una città come questa è bersaglio di un raid sull’immigrazione da parte di un’amministrazione come questa, ci si trova ad affrontare una massiccia e popolare manifestazione di resistenza“.
Il fatto si è verificata nell’istituto Borg nella Dreischuetzengasse. Diversi i feriti
Sarebbe salito a 9 il bilancio delle vittime nella sparatoria avvenuta questa mattina poco prima delle ore 10 in una scuola di Graz. Lo riferisce il sito oe24.at. Diversi sono anche i feriti. Secondo le prime informazioni, adaprire il fuoco sarebbe stato uno studente che poi si sarebbe ucciso in un bagno dell’istituto.
La sparatoria si è verificatanell’istituto Borg nella Dreischuetzengasse. La polizia ha lanciato una vasta operazione.
Si considerava vittima di bullismolo studente che oggi ha fatto una strage nella sua scuola di Graz.
Alla scuola superiore Borg, che si trova nel quartiere Lend della seconda città austriaca, sono intervenute diverse squadre di agenti di polizia e l’unità speciale Cobra. Secondo a fonti della polizia, l’allarme è scattato interno alle ore 10 di questa mattinadopo che sono stati uditi degli spari provenienti alla scuola. L’edificio è stato sottoposto a perquisizioni.
A seguito della sparatoria avvenuta questa mattina alla scuola superiore Borg a Graz, il cancelliere Christian Stocker, il vice Andreas Babler e il ministro degli Esteri Beate Meinl-Reisinger hanno annullato tutti gli appuntamenti, in particolare la conferenza stampa di questa mattina per fare il punto sui ‘100 giorni di governo‘. Il ministro dell’Interno, Gerhard Karner è in viaggio verso Graz.