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Giovedì 01 maggio 2025
| Nuovo regolamento FIGC, ecco perché gli agenti protestano |
| Ecco perché gli Agenti Sportivi stanno minacciando di dare battaglia dopo le modifiche al Regolamento che disciplina la loro attività. |
Articolo a cura di Alberto Porzio, Managing and Founding Partner dello studio LegisLAB, e di Paolo Marsilio, Senior Associate dello studio LegisLAB.
Il 23 aprile, con un comunicato ufficiale, la FIGC ha reso note rilevanti modifiche al Regolamento Agenti Sportivi, che hanno destato diverse reazioni e polemiche da parte dei suoi destinatari.
Queste modifiche si inseriscono in un contesto normativo, regolamentare e giurisprudenziale già piuttosto delicato per gli agenti sportivi. A livello nazionale, si sono già verificati importanti interventi legislativi e si è ancora in attesa dei relativi decreti attuativi finora mai emanati. A livello internazionale, invece, con l’emanazione del FFAR – FIFA Football Agents Regulations, sono scaturite battaglie legali giunte fino alle aule della giustizia europea, con la FIFA chiamata a difendere la tenuta giuridica del proprio regolamento. Nel frattempo, proprio il FFAR ha subìto la sospensione di rilevanti disposizioni, quali ad esempio quelle relative al tetto alle commissioni per gli agenti.
Da quanto emerso nelle ore successive all’entrata in vigore del nuovo Regolamento Agenti Sportivi FIGC, quello che era un delicato equilibrio fra gli stakeholder parrebbe essere stato messo in profonda discussione. Le ragioni delle proteste da parte degli agenti sportivi – che si sono fatti sentire attraverso le proprie principali associazioni di categoria, dando vita a un vero e proprio “strappo” con la FIGC – risiederebbero nell’emanazione di previsioni in contrasto con gli atti legislativi sovraordinati di riferimento a livello nazionale e comunitario.
Nel mirino, in particolare, l’istituto della domiciliazione, di cui al nuovo articolo 23, che prevede da un lato una nuova definizione regolamentare in linea con il summenzionato FFAR e, dall’altro, l’eliminazione dei precedenti requisiti della residenza e dell’abilitazione. La versione precedente del regolamento aveva stabilito che poteva domiciliarsi l’agente sportivo residente da almeno 12 mesi in uno Stato diverso dall’Italia e abilitato ad operare da almeno un anno nella relativa federazione sportiva nazionale, con l’ulteriore requisito dei due mandati eseguiti nell’ultimo anno. Nel nuovo contesto regolamentare – fanno notare gli agenti sportivi che hanno promesso battaglie legali – si consentirebbe la piena operatività nel settore anche ai cittadini italiani o residenti in Italia non in possesso dei requisiti fino a ieri prescritti per l’esercizio della professione di agente sportivo. Più precisamente, la nuova definizione di agente domiciliato consentirebbe ai FIFA licensed agents iscritti nella FIFA Agents Directory (l’albo professionale FIFA) e residenti in Italia di operare sul territorio nazionale, a condizione che siano domiciliati presso un agente FIGC, secondo il nuovo regolamento.
Un’ulteriore modifica che fa discutere riguarda l’art. 21, comma 17, e attiene al divieto di prevedere all’interno dei mandati delle clausole che da un lato limitino la capacità di calciatori e calciatrici di negoziare o concludere autonomamente contratti di prestazione sportiva, e le clausole che dall’altro lato prevedono delle penalizzazioni per gli atleti se questi decidano di gestire autonomamente i contratti. Questa previsione, seppur in linea di massima uniformata con il FFAR, potrebbe nella sostanza attribuire maggior potere negoziale agli atleti ma anche indirettamente ai club.
Quanto ai compensi, questi sono stati riordinati nel nuovo articolo 22, dove da un lato si chiarisce che nessun compenso sarà dovuto all’agente che abbia fornito assistenza in contratti di apprendistato, dall’altro si registra un generale adeguamento al FFAR.
Altra modifica più scontata, visto che tale possibilità era già prevista nei moduli federali resi disponibili dalla stessa FIGC, riguarda l’introduzione della possibilità per gli agenti di rappresentare le calciatrici professioniste. Integrate, infine, le disposizioni relative ai requisiti soggettivi per l’iscrizione al Registro Federale, così come i reati che il soggetto richiedente l’iscrizione non deve aver commesso per poter svolgere la professione.
Le modifiche entrate in vigore parrebbero dunque effettivamente aver inciso su alcuni aspetti rilevanti per la categoria e le osservazioni emerse dalle principali associazioni di categoria sembrano confermare questo scenario. In attesa dei doverosi sviluppi, ciò che è certo è che quanto comunicato dalla FIGC appare un passaggio in parte obbligato, ma tutt’altro che definitivo in attesa dei decreti attuativi a livello nazionale e delle evoluzioni a livello internazionale, nel riordino di una figura professionale fra le più rilevanti nel sistema calcistico.

