Per l’ex Toro contratto fino al 2025 con opzione di rinnovo in caso di qualificazione in Champions. Così ha superato le candidature estere
Ivan Juric prende il posto di Daniele De Rossi e sarà il nuovo allenatore della Roma. Il tecnico croato, ex Toro e Verona, ha raggiunto la capitale proprio in questi minuti mentre il suo agente Riso si trovava a Trigoria per stabilire i termini del contratto. I Friedkin, dopo l’esonero di De Rossi e il no di Pioli ormai in accordo con l’Al-Nassr, hanno virato con forza su Juric che si è messo subito a disposizione condurrà l’allenamento pomeridiano.
l’accordo – L’offerta giallorossa è quella di un contratto fino al 2025 con opzione di rinnovo in caso di qualificazione in Champions. In queste ore l’entourage del tecnico ha trovato l’accordo con la Roma. Juric nel pomeriggio condurrà l’allenamento in vista dell’Udinese. Tutto in poche ore, proprio come a gennaio quando De Rossi prese il posto di Josè Mourinho. Il croato ha superato le candidature di Terzic e Tuchel. Decisiva l’esperienza in Italia e il fatto di aver schierato praticamente sempre il 3-4-2-1 o 3-4-3 a seconda di come gli esterni si muovono nel corso della partita. L’ex allenatore del Toro è quindi il quarto allenatore dell’era Friedkin dopo Fonseca, Mourinho e De Rossi. L’obiettivo ora è risollevare subito squadra e classifica.
Il maltempo continuerà a colpire l’Italia nelle prossime ore, con un peggioramento soprattutto in Emilia Romagna, dove è stata diramata l’allerta rossa per rischio idraulico e idrogeologico. Occhi puntati anche sulle coste per possibili “inondazioni del litorale”
Passa da arancione a rosso il livello di allerta meteo per rischio idraulico e idrogeologico in vari settoridell’Emilia Romagna, già sferzata duramente dal maltempo nelle scorse ore insieme ad altre Regioni: forti disagi anche sulle città costiere dell’Abruzzo e in particolare a Pescara, colpita da un pesante nubifragio. A Foggia le piogge torrenziali hanno provocato la morte di un vigile del fuoco, spazzato via dall’acqua che ha sommerso le strade.
Rischio frane e inondazioni: scatta l’allerta rossa – Vanno verso un peggioramento le condizioni meteo in Emilia Romagna, dove dal pomeriggio di mercoledì 18 settembre sono previste “precipitazioni diffuse, più consistenti sul settore centro-orientale della regione, che permarranno anche nella giornata di domani” 19 settembre.Le piogge già in corso e quelle previste “potranno generare ingenti ed estesi fenomeni franosi“, avverte la Protezione civile, “ruscellamento e innalzamenti dei livelli idrometrici nei corsi d’acqua del settore centro-orientale della regione, superiori alle soglie 2 nei tratti montani e prossimi alle soglie 3 nei tratti vallivi degli affluenti di destra del Reno e dei bacini romagnoli“.
Allerta rossa in Emilia Romagna
Previsti inoltre venti di burrasca moderata – tra 62 e 74 chilometri orari – da nord-est sul mare, localmente sui litorali. Il mare al largo è da molto mosso ad agitato, con livelli delle onde “prossimi ai livelli di attenzione“, il che “potrà generare localizzate erosioni e inondazioni del litorale“, oltre a “possibili esondazioni di fiumi e canali alla foce per le difficoltà di deflusso delle piene in mare“, fa sapere la Protezione civile.
Scuole chiuse e evacuazioni in Emilia Romagna– A causa dei disagi previsti, giovedì 19 settembre le scuole rimarranno chiuse nelle quattro province emiliano-romagnoleinteressate dall’allerta rossa per il maltempo: Bologna, Forlì-Cesena, Rimini e Ravenna. A comunicarlo è la vicepresidente di Regione Irene Priolo: si tratta di una raccomandazione cui ciascun Comune interessato dovrà dar seguito con una specifica ordinanza.La chiusura interesserà tutte le scuole di ogni ordine e grado, compresi asili e università, ma anche impianti sportivi, le biblioteche i centri diurni, i centri ricreativi e i cimiteri in tutti e 18 i Comuni della provincia di Ravenna, dove ai cittadini viene raccomandato di evitare tutti gli spostamenti non strettamente necessari.
Strade allagate a Rimini
Sono inoltre iniziate le operazioni di evacuazione preventiva nei comuni di Castel Bolognese e Faenza “per i cittadini residenti nelle aree più a rischio inondazione“, fa sapere la prefettura di Ravenna dove si è riunito il Centro Coordinamento Soccorsi, con i sindaci della provincia, la Protezione civile regionale e comunale, i vigili del fuoco e i consorzi di bonifica. Occhi puntati su ponti e sottopassi nei pressi dei fiumi Senio, Montone, Lamone, Ronco e Savio.
Situazione critica anche nelle Marche – In via preventiva le scuole resteranno chiuse anche nelle Marche, dove l’allerta è passata da gialla ad arancione. A disporre la chiusura degli istituti di ogni ordine e grado sono stati i due Comuni di Trecastelli e Senigallia, dove è scattata la fase di preallarme. Resteranno chiusi anche i centri diurni per disabili, i servizi di assistenza domiciliare e trasporto socio sanitario, gli impianti sportivi comunali, i luoghi della cultura, la biblioteca, le sedi museali e i mercati. Resta sotto attento monitoraggio il fiume Misa, il cui livello è salito in modo preoccupante nelle ultime 24 ore. A Senigallia residenti e negozianti hanno iniziato a predisporre le paratie per scongiurare allagamenti di case e attività commerciali.
L’Italia flagellata dal maltempo: cosa aspettarsi per i prossimi giorni – L’attuale maltempo che si sta abbattendo su gran parte dell’Italia e dell’Europa è il risultato della cosiddetta “circolazione invertita“, che avviene quando gli anticicloni si spostano verso Nord. L’attuale anticiclone sulla Scandinavia fa in modo che il normale flusso Atlantico venga diviso, generando uno scambio tra alte e basse pressioni. Questo movimento trasporta verso il Mediterraneo aria più fredda, che si scontra con l’aria umida generando perturbazioni e precipitazioni al di sopra della media del periodo cui abbiamo assistito in queste ore di allerta meteo.
Cosa accadrà dopo? L’anticiclone sulla Scandinavia verrà smantellato per la ripresa delle correnti occidentali ondulate che saranno in grado di portare instabilità fino a fine mese. Tuttavia, con l’arrivo di masse d’aria di natura diverse, le temperature tenderanno ad aumentare assestandosi in linea con le medie del periodo. Dalla settimana del 23 settembre inizia a delinearsi una ripresa del campo di alta pressione al Centro-nord, che con l’inizio di ottobre potrà aprire ad una fase più mite e meno perturbata. In basso l’evoluzione del ciclone Boris nelle ultime ore sul Mediterraneo.
Nello stabile risiedono un centinaio di persone che stanno rientrando negli appartamenti
Attimi di terrore all’alba di mercoledì 18 settembre a Milano. Un rogo è scoppiato intorno alle 5.30 in un condominio di 19 piani in via Trasimeno al civico 18. L’incendio è partito da un bilocale situato all’ottavo piano.
All’interno dell’appartamento si trovava una donna italiana di 43 anni. Secondo quanto appreso non avrebbe riportato gravi ferite, ma è stata portata in codice giallo in ospedale a causa di un’ustione e per aver respirato i fumi prodotti dalla combustione. Una seconda persona e una neonata di 7 mesi sono rimaste lievemente intossicate. La piccola si trova al San Raffaele.
I soccorsi – foto vigili del fuoco
Sul posto sono giunte sette squadre dei vigili del fuoco, circa 40 uomini impiegati, che hanno da subito predisposto l’evacuazione dello stabile. I pompieri hanno dichiarato inagibili, oltre all’appartamento dove è scoppiato l’incendio, anche le abitazioni corrispondenti ai piani superiore e inferiore, cinque in tutto. I residenti, circa un centinaio, sono gradualmente rientrati nelle proprie case. Stando alle prime analisi dei tecnici, il rogo sarebbe partito da una ciabatta della corrente.
L’incendio a Corsico – Nella notte un uomo è morto carbonizzato nella sua casa a Corsico, nel Milanese. L’incendio è divampato poco prima dell’1.50 in un’abitazione al quinto piano del palazzo al civico 4 di via Di Vittorio. Nonostante l’intervento repentino dei pompieri, per il 58enne non c’è stato nulla da fare. Dopo aver domato le fiamme, i vigili del fuoco hanno scoperto il corpo.
Totò Schillaci in una foto recente e l’iconica immagine con la maglia della nazionale italiana di calcio
Cresciuto ed esploso nel Messina, consacratosi con la Juventus e capocannoniere della rassegna iridata italiana che vide la Nazionale uscire in semifinale: la storia del bomber siciliano, iconica figura del calcio tricolore di fine XX secolo
Totò Schillaci èmortostamattina all’ospedale Civico di Palermo. L’ex calciatore della nazionale italiana aveva 59 anni e nel 2023 avevaraccontatodi avere un tumore: “Sono stato operato due volte, mi è caduto il mondo addosso“. Nonostante i bollettini degli ultimi giorni che parlavano di “condizioni di salute in miglioramento“, le sue condizioni sono precipitate fino al decesso. La camera ardente sarà allestita allo stadio Renzo Barbera.
È morto Totò Schillaci – Negli occhi di almeno un paio di generazioni di appassionati è sempre restato il suo sguardo, mostrato sui campi italiani nel Mondiale del ‘90, abbinato ad i suoi gol che hanno reso quelle notti effettivamente magiche – e messe in musica da Edoardo Bennato e Gianna Nannini – ma non abbastanza da renderle auree, come invece accaduto sedici anni più tardi nella rassegna iridata tedesca. Perché nel gioco delle associazioni di idee e di pensieri, il binomio tra Salvatore Schillaci ed Italia ‘90 resta qualcosa di indissolubile: e non è solo la questione meramente numerica a suggerirlo, avendo chiuso la manifestazione con il titolo di capocannoniere e il premio come MvP della manifestazione. La sua immagine di bomber di provincia consacratosi a livello internazionale, decisivo al suo esordio con la maglia della nazionale nella più importanza competizione calcistica, acciuffata a dodici mesi di distanza dal debutto in Serie A, ha sempre assunto i contorni di una favola, dell’happy end costituito dalla classe operaia che se ne va in paradiso.
Chi era Totò Schillaci – La storia che Totò Schillaci (o “Turi” Schillaci, come lo chiamava Gianni Brera per non scomodare l’indimenticabile attore comico napoletano mancandogli di rispetto) ha avuto la determinazione di scrivere affonda la sue radici in un quartiere povero di Palermo, come era il Cep di San Giovanni Apostolo. Lavoro e poi allenamenti, per coronare il sogno di diventare un calciatore ma contestualmente anche per stare alla larga da quelle che in un’intervista aveva definito come “cattive amicizie”, persone che hanno poi intrapreso una strada ben diversa dalla sua. Che lo porta a lasciare la città natale – per una manciata di milioni non va in porto il trasferimento dall’Amat alla squadra professionistica rosanero – per accasarsi al Messina. Dove comincerà ad edificare la sua fortuna, a placare la sua fame di sfondare.
Parte dalla C2 nel 1982, arriva in serie B dove nella sua ultima stagione siciliana segna 25 gol in 39 partite. Nei dodici mesi successivi, la deflagrazione: lo compra la Juventus per 6 miliardi, lui tra Serie A e Coppa realizza 21 reti risultando determinante per la conquista di Coppa Italia e Coppa Uefa. Il ct azzurro Azeglio Vicini lo convoca per i Mondiali, ed a metà del secondo tempo dell’incontro inaugurale con l’Austria lo inserisce al posto di Carnevale. Schillaci di testa va subito a bersaglio, e si ripeterà contro Cecoslovacchia, Uruguay ed Irlanda, così come nella semifinale contro l’Argentina (persa ai rigori) nella quale i suoi occhi spalancati fecero il giro del Mondo, stavolta non durante i festeggiamenti per una rete ma rivolti all’arbitro Vautrot dopo un contatto in area con Ruggeri non sanzionato con il rigore. Quella stessa massima punizione che realizzerà nella finale per il bronzo contro l’Inghilterra, con Baggio a concedergli l’onere e l’onore della trasformazione per mettere al sicuro il titolo di bomber del torneo.
Occhi spalancati, gol e quelle notti magiche di Italia ’90 – Quell’aura di magia, quello stato di grazia certificato da gol a grappoli (“Ci sono periodi nella vita di un calciatore in cui ti riesce tutto, basta che respiri è la metti dentro: ai Mondiali è andata più o meno così”) che lo ha issato fino al secondo gradino del podio della classifica del Pallone d’Oro, è andata via via dissolvendosi. Il pubblico lo punzecchia cantandogli “Schillaci ruba le gomme” (facendo riferimento ai problemi giudiziari che coinvolgono il fratello, legati ad un presunto furto di pneumatici), lui dopo l’arrivo in bianconero di Vialli lascia la Juve nel ‘92 e si accasa all’Inter, ma la scarsa continuità di impiego legata anche alle problematiche fisiche sopraggiunte gli impediscono di tornare ad essere decisivo come prima. Saluterà l’Italia e si accaserà in Giappone divenendo il primo italiano a militare nella massima serie nipponica che lo vedrà andare a segno 56 volte in 78 presenze. Quindi il ritiro, nel 1999, a 35 anni.
Dalla politica all’ultima apparizione televisiva – Appesi gli scarpini al chiodo arriva così l’esperienza con Forza Italia in consiglio comunale a Palermo, nel 1997: eletto con un migliaio di voti, si dimette dopo due anni. “Non lo farei più“, dirà successivamente. Poi torna alla sua scuola calcio dove è cresciuto e vede sbocciare sotto i suoi occhi giovani talenti.
Gli italiani lo riscoprono in tv come concorrenti di due reality show: nel 2004 arriva terzo all’Isola dei Famosi poi con “Pechino Express” gira India, Malesia e Cambogia, si diverte e fa divertire il pubblico. Il tumore sembra essere alle spalle, ma non è così. L’ultima apparizione in pubblico qualche settimana fa a Lipari, davanti alla tomba di Franco Scoglio per rendere omaggio all’allenatore, da lui definito “un padre“. Oggi l’annuncio purtroppo atteso della morte.
Negli occhi di tutti, resteranno sempre i suoi: spalancati, a volte increduli ed a volte festanti. Un’immagine iconica e fedele istantanea di un calcio che, oggi, sembra distante anni luce.
Ha fatto sognare una nazione intera durante le Notti Magiche di Italia ‘90 🇮🇹💙
FC Internazionale Milano si stringe intorno alla famiglia Schillaci per la scomparsa di Totò.#FCIMpic.twitter.com/PtxE7zWHod
Finisce dopo quattro giornate il percorso di De Rossi
“L’AS Roma comunica di aver sollevato Daniele De Rossi dall’incarico di allenatore responsabile della Prima Squadra“. Lo rende noto il club con una nota sul proprio sito.
“La decisione del Club è adottata nell’interesse della squadra, per poter riprendere prontamente il percorso auspicato, in un momento in cui la stagione è ancora al suo inizio“, aggiunge il comunicato giallorosso che ringrazia il tecnico per il lavoro svolto e “per la sua passione e dedizione di questi mesi“.
L’AS Roma comunica di aver sollevato Daniele De Rossi dall’incarico di allenatore responsabile della Prima Squadra.
La decisione del Club è adottata nell’interesse della squadra, per poter riprendere prontamente il percorso auspicato, in un momento in cui la stagione è ancora al suo inizio.
A Daniele, che sarà sempre di casa nel Club giallorosso, un vivo ringraziamento per il lavoro svolto in questi mesi con passione e dedizione.
Seguiranno comunicazioni sulla guida tecnica della squadra.