Oltre a Novari, risultano iscritti un altro ex dirigente della Fondazione e il rappresentante legale della società Quibyt, la ex Vetrya spa di Orvieto, vincitrice di alcune gare per i servizi digital
Il nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza sta effettuando perquisizioni, ordini di esibizione e ispezioni di sistemi informatici nelle sedi di Fondazione Milano-Cortina 2026 e di una società di Orvieto a cui sono stati assegnati i servizi digitali per l’evento. L’operazione – coordinata dai pm di Milano Francesco Cajani e Alessandro Gobbis e dall’aggiunto Tiziana Siciliano – è estesa anche agli uffici di Deloitte, subentrata all’azienda umbra. Le accuse sono corruzione e turbata libertà d’incanto a carico di tre persone, nessuna delle quali è un dirigente o dipendente attuale della Fondazione.
C’è l’ex amministratore delegato della Fondazione Milano-Cortina, Vincenzo Novari, fra i tre indagati della Procura di Milano nell’inchiesta per corruzione e turbativa d’asta sugli appalti digital delle Olimpiadi invernali 2026. Oltre a Novari, risultano iscritti un altro ex dirigente della Fondazione e il rappresentante legale della società Quibyt, la ex Vetrya spa di Orvieto, vincitrice di alcune gare per i servizi digital. Il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano si trova presso la sede della fondazione.
Mit: inchiesta non ha conseguenze sui lavori in corso – «Le attività investigative delle ultime ore non influenzeranno l’andamento dei lavori per le Olimpiadi Milano-Cortina, anche perché riguardano la Fondazione che non ha ruoli operativi sulla realizzazione delle opere, che è invece compito della società Simico». Così fonti del Mit.
La Fondazione: nessun dirigente o dipendente attuale risulta indagato – Nel pomeriggio di martedì, è arrivata una nota ufficiale della Fondazione: «Nella mattinata odierna, la Guardia di Finanza ha eseguito una perquisizione nella vecchia sede di Fondazione Milano Cortina 2026, sita in piazza Tre Torri 3 a Milano, e successivamente nei nuovi uffici in via della Boscaiola 26. Il management del Comitato Organizzatore dei Giochi Olimpici e Paralimpici ha prestato massimo supporto e piena collaborazione alle Forze dell’Ordine. Nessun dirigente o dipendente attuale della Fondazione risulta indagato».
Claudio Ranieri coglie tutti di sorpresa e decide di lasciare il calcio. L’allenatore di Roma, che ha compiuto l’ennesimo miracolo della sua carriera portando il Cagliari alla salvezza, ha scelto di ritirarsi a 72 anni. A svelarlo è stato Gianluca Di Marzio. La volontà dell’ex calciatore è un fulmine a ciel sereno. “Voglio godermi questa salvezza insieme ai nostri tifosi. Nel meeting alla squadra oggi ho detto che ci sarebbe stata tutta un’isola dietro a sostenerli: questo è quello che mi disse Gigi Riva in chiamata nell’intervallo di Bari-Cagliari dello scorso anno. Ho deciso di ripetere alla squadra le stesse identiche parole. L’ultima emozione è sempre la più bella, anche perché ormai sono invecchiato. Cagliari è casa mia e ringrazio il Presidente per tutto quello che ha fatto. Futuro? Lasciatemi tranquillo per il momento, anche perché ho ancora un altro anno di contratto“, le dichiarazioni ai microfoni di Sky Sport, dopo la vittoria per 2-0 contro il Sassuolo che aveva regalato ai sardi la permanenza in A. Dopo qualche giorno di riflessione è stata comunicata alla società rossoblù la volontà di dire basta agli impegni in panchina.
Mister Ranieri si congeda dal Cagliari: nelle sue due esperienze con il Club è riuscito sempre a portare la squadra al raggiungimento dell’obiettivo finale. Già autore in passato di due promozioni (dalla C alla A) e di una salvezza nella massima serie, nell’ultimo anno e mezzo ha compiuto l’ennesimo capolavoro con la vittoria dei playoff e la conquista in questa stagione della permanenza nel massimo campionato.
“Risorgeremo, lo ha detto Claudio Ranieri”. Era l’estate 1988 quando un appena trentasettenne allenatore romano arrivava in Sardegna per raccogliere un’eredità pesante: guidare il Cagliari, la squadra di un’Isola, società nobile ma decaduta, scivolata in Serie C e ritrovatasi alle soglie del fallimento. Era stata un’intuizione dell’allora presidente Tonino Orrù e del direttore sportivo del tempo, Carmine Longo, che videro in lui l’uomo giusto per pianificare la risalita. Così giovane, ma allo stesso tempo maturo, parlava con la sicurezza di un veterano: da capitano delle sue squadre era stato già allenatore in campo, sotto la guida di tecnici come Gianni Di Marzio e Carlo Mazzone. La sua determinazione, il carisma, i suoi modi garbati, la disponibilità. Sempre la battuta pronta, una buona parola per tutti: le sue qualità professionali e umane fecero subito breccia nell’ambiente. I Sardi si innamorano subito di lui, lui si innamorò dell’Isola.
“Risorgeremo”, disse il Mister alla squadra, un tam-tam che ben presto si diffuse tra i tifosi. Fu l’inizio di un ciclo di successi: subito due promozioni consecutive, dalla C alla B e poi dalla B alla A. Qualcosa riuscito poche volte nella storia del calcio italiano. La stagione 1990-91, con il Cagliari di nuovo nella massima serie, partì male: la squadra stentava e chiuse l’andata al penultimo posto. Da lì, un’altra impresa: il gruppo nel girone di ritorno macinò gioco e punti, salvandosi addirittura con una giornata di anticipo.
Le strade del Mister e del Cagliari si dividono lì, ma con la promessa di ritrovarsi, un giorno. Claudio Ranieri intraprende un percorso da allenatore che lo porta a sedersi sulle panchine dei più importanti club in Europa, ad inanellare successi. Senza, però, mai perdere di vista il “suo” Cagliari. Così quando vince la Premier League 2015-16 con l’outsider Leicester, compiendo un autentico “miracolo” sportivo, il suo pensiero si fa subito a tinte rossoblù: “Il Leicester mi ha dato gran parte della fama mondiale che ho adesso, ma il mio sogno da allenatore resta Cagliari, è lì che è iniziato tutto questo”.
Ecco quella promessa, quelle strade che per anni hanno camminato in parallelo sono destinate a rincontrarsi. È la stagione 2022/23: il Cagliari è di nuovo in difficoltà, invischiato nelle sabbie mobili della B. Come anni prima fu per Tonino Orrù, oggi l’intuizione è del presidente Tommaso Giulini, con il direttore sportivo Nereo Bonato: è Claudio Ranieri il condottiero per guidare la risalita. Non è, però, così semplice: “Avevo paura di sporcare quel bel ricordo”, confiderà poi il Mister. In suo soccorso Gigi Riva: “Claudio è uno di noi, mi farebbe molto piacere se tornasse”, le parole del Mito a rompere definitivamente gli indugi.
Un nuovo inizio, una nuova avventura in rossoblù. “Datemi tempo”, esordisce subito il Mister, ma soprattutto ai tifosi dice: “Soffiateci dietro sempre, da soli non ce la faremo”. È un crescendo: dal gennaio 2023 comincia una cavalcata che porta il Cagliari a conquistare posizioni su posizioni in classifica sino ai 60 punti che valgono il quinto posto e i play-off. I rossoblù battono in casa il Venezia, si aggiudicano il doppio confronto contro il Parma e nella finale di ritorno di Bari conquistano la A.
Un tassello è stato posto, il Cagliari è di nuovo dove merita di stare. Ma ora la massima serie va difesa. Come 31 anni fa, nella prima stagione di mister Ranieri in Serie A con il Cagliari, la squadra all’inizio stenta, non trova continuità di risultati: ma al timone c’è una guida sicura che sa bene come portare la barca in porto, superando le “libecciate”. Perché intanto i tifosi non smettono mai di “soffiare” e tutti – Società, squadra, staff, ambiente – remano sempre nella stessa direzione. Quando il 22 gennaio 2024 il mondo si ferma e tutta la grande famiglia del Cagliari, attonita, piange la scomparsa del suo Eroe, la promessa è fare di tutto per conquistare la salvezza.
La squadra a metà febbraio cambia passo, artefice di una serie di risultati e vittorie di prestigio – come quella contro l’Atalanta e i pareggi contro Inter e Juventus – che la allontanano dalle zone più calde della classifica. La salvezza è lì, a portato di mano, ma bisogna prendersela. Il Cagliari vola a Reggio Emilia per giocare contro il Sassuolo, è la gara che vale una stagione, quella decisiva, da non sbagliare. “Poco prima di iniziare la partita ho ripetuto alla squadra quello che già dissi negli spogliatoi di Bari, quando mi chiamò al telefono il nostro Gigi Riva: “Ricorda ai ragazzi che dietro di loro c’è tutta un’Isola”. A Reggio Emilia sono in quattro mila, riempiono una Curva che trasborda di passione rossoblù. Con il cuore al Mapei Stadium ci sono tutti i Sardi. Segna Prati, a tempo scaduto raddoppia Lapadula e può partire la festa. Mister Ranieri viene portato in trionfo dalla squadra sotto la Curva e festeggia con i tifosi insieme al presidente Giulini. Il Cagliari è ancora in Serie A, anche quella promessa è stata mantenuta: la salvezza è per Gigi.
È così la chiusura di un cerchio. La permanenza in A, esattamente come 31 anni prima, è arrivata il 19 maggio, sempre in Emilia, con una giornata di anticipo. La sensazione è quella di vivere un film, uno di quelli da Oscar, che ti conquistano per la loro sceneggiatura perfetta: uno di quelli che ti fa ridere, ma che sa farti anche emozionare e commuovere. Sono lacrime di gioia e riconoscenza nei confronti di chi ha saputo scrivere tra le più belle pagine della storia del Cagliari: perché quanto fatto resterà indelebile nel cuore di ogni tifoso.
Cagliari è e sarà sempre la tua casa. Per sempre grati, Mister.
Nel Vicentino caduti sino a 78 millimetri di acqua
Precipitazioni diffuse, più continue e consistenti sulla parte centro-occidentale del Veneto dove a tratti sono risultate moderate/forti con rovesci e un isolato temporale nel Rodigino, più discontinue e in genere scarse sulla parte orientale.
Questo il bilancio fatto stamane dall’assessore regionale alla Protezione Civile Gianpaolo Bottacin sul maltempo della notte scorsa, che non ha comunque determinato segnalazioni particolari.
I quantitativi complessivi di pioggia risultano in genere compresi tra 20 e 40 millimetri sulla pianura occidentale, tra 30-50 sui Lessini, tra 40-65 millimetri sulle Prealpi vicentine fino a un massimo di 78 millimetri a Molini (Laghi), tra i 20-40 tra Feltrino e Basso Agordino; inferiori ai 15 millimetri altrove.Le precipitazioni piovose cadute nelle ultime ore hanno portato a un innalzamento contenuto dei livelli idrometrici nei bacini idrografici del Bacchiglione, sistema Agno-Guà e nei bacini del Chiampo ed Alpone. In base all’evoluzione meteo prevista, si attendono per le prossime ore ulteriori incrementi idrometrici che potranno interessare più significativamente le aste dei corsi d’acqua dei settori di pianura e pedemontana del Veneto centro-occidentale.
Campi Flegrei: notte in strada, in tanti rientrano a casa
Decine di scosse dalle 19.51 alle 23.00. Molta ansia e segnalazioni per crepe e caduta di cornicioni, ma nessun danno alle persone.
E’stata una notte in strada per tantissimi cittadini di Pozzuoli, che però fortunatamente non hanno percepito nessuna scossa di terremoto.
In tanti hanno trovato riparo a bordo di auto posteggiate lontane dagli edifici, oppure nelle due piccole tendopoli allestite dalla Protezione civile rapidamente nella zona del porto e in quella di lungomare Pertini.
Poco sonno comunque per tutti: c’è stato chi ha trascorso il tempo giocando a carte o chi è stato per l’intera notte con la radio accesa in attesa di avere notizie.
All’alba, e a causa di un repentino abbassamento della temperatura, in tanti sfidando la paura hanno deciso di far rientro a casa. Non sono mancati momenti di tensione anche durante la notte: c’è chi ha lamentato l’assenza di bagni chimici, arrivati a Pozzuoli stamattina.
E il giorno dopo la notte di paura tra i cittadini di Pozzuoli c’è rassegnazione ma c’è soprattutto rabbia. Al risveglio sono in tanti a camminare lungo le strade con un cuscino sotto braccio. Molti, la maggior parte, hanno preferito allontanarsi o dormire in macchina. In pochi hanno dormito nelle tende allestite nelle aree di accoglienza. C’è una cosa, raccontano i cittadini, che ha creato più paura di tutto, finanche della scossa: il panico della gente.
“Tutti si sono messi in auto, si sono create file incredibili, la gente ha iniziato a litigare per passare – racconta un cittadino – e tutto questo è un fattore ad altissimo rischio“. La rabbia, stamattina, è determinata soprattutto dal fatto che la gente, “da troppo tempo,” si sente poco informata. “Ma lei le ha viste alcune vie di fuga? – raccontano –sono dei cantieri. Come è possibile che in una zona come questa i lavori non avvengono in tempi ristrettissimi? Come è possibile che le vie di fuga siano bloccate da lavoro in corso. Se fosse successo di mattina, se fosse successo con le scuole aperte, il caos avrebbe raggiunto livelli inenarrabili e allora sì che si sarebbe rischiato il morto, per il panico, per la reazione della gente, prima ancora che per il terremoto“.
Pian piano i negozi, stamattina, stanno aprendo, per assicurare anche oggi una giornata di normalità. Si contano i danni, marmi che si sono staccati dalle mura, fessure nelle case. “Casa mia ha resistito al terremoto dell’80 e anche a quelli successivi ma stanotte si sono create delle crepe incredibili -racconta il titolare di un negozio di fiori- sì abbiamo dormito in macchina ma poi ci siamo cambiati e abbiamo aperto il nostro negozio. Qui dobbiamo continuare a lavorare. Qui abbiamo bisogno di vivere“.
In mattinata intanto la circolazione ferroviaria è tornata regolare, dopo le verifiche tecniche effettuate sulle linee interessate dall’evento sismico.
Nell’ambito delle attività espletate dal Centro di coordinamento soccorsi insediato nella serata di ieri presso la Prefettura di Napoli dal prefetto Michele di Bari, è stato disposto, su richiesta della Protezione civile della Regione Campania,l’invio di 400 brandine nella disponibilità del CAPI del Ministero dell’Interno – Dipartimento dei Vigili del Fuoco, con sede a Capua, presso i comuni di Bacoli e Pozzuoli. Si sottolinea che “la misura ha carattere essenzialmente cautelare, per fare in modo che le brandine siano subito a disposizione della popolazione locale in caso di necessità“. Inoltre a Pozzuoli è stata sgomberata nella notte un’altra famiglia. Sono quindi attualmente 36 i nuclei familiari sgomberati.
Circa 150 scosse – Dalle 19:51 di ieri lo sciame sismico in corso nell’area dei Campi Flegrei ha fatto registrare, fino alle ore 00:31 di oggi, circa 150 terremoti, il più forte dei quali di magnitudo 4.4, all’interno della Solfatara.
Lo evidenzia l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) aggiungendo che non si registrano allo stato attuale un aumento della velocità di sollevamento, che attualmente è di 2 cm/mese, né variazioni di andamento nelle deformazioni orizzontali o deformazioni locali del suolo diverse rispetto all’andamento precedente.
L’Ingv quindi ricorda che durante la crisi bradisismica del 1982-84 il sollevamento del suolo raggiunse i 9 cm al mese, e si superarono anche 1300 eventi sismici al mese. Attualmente, invece, nell’ultimo mese sono stati registrati circa 450 eventi. Inoltre, i parametri geochimici “non mostrano variazioni significative rispetto agli andamenti degli ultimi mesi, se non il ben noto incremento di temperatura e pressione che caratterizza il sistema idrotermale“.
“La sismicità – aggiunge l’Ingv – non è un fenomeno prevedibile, pertanto non può essere escluso che si possano verificare altri eventi sismici, anche di energia analoga con quanto già registrato durante lo sciame in corso“.
Il monitoraggio – L’Osservatorio Vesuviano dell’Ingv continua le attività di monitoraggio ordinarie e straordinarie al fine di “individuare anche le più piccole variazioni nei parametri di monitoraggio utili per definire al meglio l’attuale fenomeno in corso“.
Inoltre, le strutture dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia dedicate al monitoraggio dell’area della caldera dei Campi Flegrei “sono sempre operative h24 e oggi saranno effettuate misure e campionamenti in alcuni siti della caldera“.
L’Ingv, con la sua sezione di Napoli Osservatorio Vesuviano, “è costantemente in collegamento con la Protezione Civile nazionale, regionale e con i Comuni interessati, oltre che con tutte le Autorità competenti alla tutela del territorio“.
È successo nella notte tra domenica e lunedì mentre tornavano a casa dalla trasferta di Le Havre: vittime dell’aggressione Moumbagna, Onana e Meité
Tre giocatori del Marsiglia sono stati aggrediti nella notte tra domenica 19 e lunedì 20 maggio mentre tornavano a casa con le rispettive automobili. I protagonisti della disavventura – per fortuna usciti illesi – sono Faris Moumbagna, Jean Onana e Bamo Meité. I calciatori stavano rientrando da Le Havre, dove avevano appena vinto nell’ultima partita stagionale.
LA RICOSTRUZIONE – Secondo le ricostruzioni delle autorità locali, i tre avrebbero sbagliato strada, finendo in un vicolo cieco dove i malviventi li avrebbero aggrediti per cercare di portargli via le vetture. Un proiettile ha raggiunto l’auto di Onana, mentre gli altri sono finiti su quella di Moumbagna; Meite, che era dietro di loro di qualche metro, non è stato preso di mira. Sembra che i calciatori siano riusciti a sfuggire al tentativo di aggressione e che siano in buona salute ma estremamente scioccati, così come il Marsiglia, che è in costante contatto con tutti i suoi giocatori e con le autorità competenti. Non sono però ancora stati rilasciati comunicati ufficiali.
Previsioni meteo per il 21/05/2024, Milano. Giornata caratterizzata da pioggia alternata a schiarite, temperatura minima 16°C, massima 24°C
Situazione in tempo reale: Secondo la rilevazione della stazione meteo Milano Linate alle ore 23:50, la situazione attuale è caratterizzata da pioggia alternata a schiarite, con una temperatura di 0°C. Venti assenti provenienti da Nord con intensità di circa 0km/h. La rilevazione radar più vicina delle ore 0:00 segnala precipitazioni intense con intensità 5 su 12. Secondo le ultime previsioni meteo, le prossime ore saranno caratterizzate da fenomeni temporaleschi, con una temperatura di 18°C. Venti moderati provenienti da Est-Nord-Est con intensità tra 10km/h e 16km/h. Si verificano precipitazioni a carattere di temporale.
Martedì 21 Maggio: giornata caratterizzata da piovaschi intermittenti, minima 16°C, massima 24°C. In particolare avremo veloci piovaschi al mattino, poche nubi al pomeriggio, cielo in prevalenza coperto alla sera. Durante la giornata di oggi la temperatura massima verrà registrata alle ore 18 e sarà di 24°C, la minima di 16°C alle ore 9, lo quota più bassa dello zero termico si attesterà a 2740m alle ore 23 e la quota neve minima sarà 2210m alle ore 8. I venti saranno al mattino moderati provenienti da Ovest-Sud-Ovest con intensità compresa tra 13 e 21km/h, deboli da Ovest-Nord-Ovest al pomeriggio con intensità tra 9km/h e 17km/h, moderati da Ovest alla sera con intensità tra 13km/h e 22km/h. La visibilità più ridotta si avrà alle ore 7 e sarà di 1760m. L’intensità solare più alta sarà alle ore 17 con un valore UV di 3, corrispondente a 574W/mq.
Mercoledì 22 Maggio: giornata caratterizzata da annuvolamenti con temporali e schiarite, temperatura minima 15°C, massima 22°C. Nel dettaglio: cielo in prevalenza coperto al mattino, pioggia e schiarite al pomeriggio, pioggia continua alla sera. Durante la giornata di domani si registrerà una temperatura massima di 22°C alle ore 16, mentre la minima alle ore 6 sarà di 15°C, lo quota più bassa dello zero termico si attesterà a 2640m alle ore 9 e la quota neve minima sarà 2430m alle ore 3. I venti saranno al mattino moderati provenienti da Ovest-Sud-Ovest con intensità di circa 13km/h, al pomeriggio deboli provenienti da Ovest-Sud-Ovest con intensità di circa 10km/h, alla sera deboli provenienti da Est-Sud-Est con intensità di circa 11km/h. L’intensità solare più alta sarà alle ore 13 con un valore UV di 5.5, corrispondente a 776W/mq.
Giovedì 23 Maggio: giornata caratterizzata da pioggia e schiarite, temperatura minima di 14°C e massima di 17°C. Entrando nel dettaglio, avremo pioggia moderata o forte al mattino, piovaschi intermittenti al pomeriggio, nubi sparse di passaggio alla sera. Durante la giornata la temperatura massima verrà registrata alle ore 18 e sarà di 17°C, la minima di 14°C alle ore 23, lo quota più bassa dello zero termico si attesterà a 2450m alle ore 13 e la quota neve minima sarà 2060m alle ore 14. I venti saranno sia al mattino che al pomeriggio deboli provenienti da Est-Sud-Est con intensità di circa 6km/h, alla sera deboli provenienti da Est con intensità di circa 11km/h. L’intensità solare più alta sarà alle ore 17 con un valore UV di 3, corrispondente a 571W/mq.
Gli allagamenti di mercoledì scorso a Ponte Lambro (fotogramma)
Si temono allagamenti e esondazioni di Seveso e Lambro. Il Comune di Milano: “Non sostate nelle aree a rischio”. In Brianza piogge torrenziali già ieri, disagi e interventi di soccorso anche nell’Oltrepò Pavese
E’ in corso ancora una volta, in una primavera già molto piovosa, un nubifragio su Milano e dintorni. La situazione più critica, al momento, è quella di Cesano Maderno dove, si legge nella pagina social del Comune, sono caduti novanta millimetri di pioggia in un’ora. Alcune vie, il parco Borromeo e un sottopasso sono stati chiusi e si segnalano auto in panne, cantine e box allagati.
A Monza squadre di volontari della Protezione Civile sono già in stato di allerta e dalle 21 di questa sera cominceranno a dislocare transenne e barriere da attivare nel caso il Lambro superasse il livello di guardia durante le ore notturne. Secondo le previsioni e le allerte istituzionali, il ‘peggio‘ deve ancora arrivare con l’incombere dell’allerta rossa diramata per le prossime ore.
È di nuovo allerta maltempo a Milano e in Lombardia. Già dalla mattina di lunedì forti piogge sono cadute in Brianza, in particolare tra Desio, VimercateeCesano Maderno. Un’improvvisa “bomba d’acqua” – un nubifragio ben più intenso – ha causato cadute di alberi, allagamenti di sottopassi, cantine e box e una cinquantina di interventi dei vigili del fuoco brianzoli da eseguire in poco tempo per risolvere le emergenze.
Ma il rischio è che sia solo un’anteprima di quello che può (ri)succedere nel resto della regione, in particolare a Milano e dintorni, da stasera. Il Centro funzionale monitoraggio rischi naturali della Regione ha emesso per il periodo da mezzanotte di lunedì un avviso di criticità rossa, cioè il grado più elevato di allerta, per il rischio idrogeologico. Cioè per gli effetti che i forti temporali potrebbero avere sul territorio, in particolare sui due fiumi sorvegliati speciali, Seveso e Lambro, già gonfi dal maltempo di mercoledì scorso.
La giunta Sala, con l’assessore alla Sicurezza Marco Granelli, spiega le procedure già attivate sulle vasche di laminazione e i due fiumi a rischio in vista dell’ondata attesa in serata: «Per il Seveso la vasca è stata svuotata e pronta a difendere Milano. Per il Lambro stiamo interloquendo con Aipo e disponendo presidi di protezione civile e Mm a Pontelambro e nelle zone più a rischio. I sottopassi sono sotto controllo e da stamattina sono stati attuati interventi preventivi di pulizia».
Maltempo a Milano ma non solo. Forti disagi lunedì anche nell’Oltrepò Pavese. I vigili del fuoco sono dovuti intervenire per mettere in salvo una donna di 74 anni, rimasta bloccata sulla sua auto in una strada, nel comune di Zavattarello (Pavia), invaso dall’acqua e dal fango. Problemi si sono registrati anche in altre aree collinari dell’Oltrepò, in particolare nelle zone pavesi di Golferenzo e Volpara.
È prevista, difatti, un’allerta arancione e gialla anche in altre zone della Lombardia. Tanto che la Regione lancia un appello: «Invito la popolazione – ha detto l’assessore regionale alla Protezione civile, Romano La Russa – a prestare la massima attenzione, seguendo le indicazioni delle autorità locali e consultando gli aggiornamenti meteo. Consigliamo di evitare spostamenti non necessari nelle zone interessate dalle allerte e adottare tutte le precauzioni necessarie per garantire la massima sicurezza».
Intanto a Milano ilCentro operativo comunale della Protezione civile è attivo per monitorare i livelli idrometrici dei fiumi e per coordinare gli interventi, se sarà necessario. Per questo è stata convocata l’Unità di Crisi locale per pianificare le attività operative e la dislocazione delle squadre sul territorio. Durante il periodo dell’allerta meteo l’amministrazione milanese invita i cittadini a non sostare nelle aree a rischio esondazione dei due fiumi, in prossimità dei sottopassi, sotto gli alberi e le impalcature di cantieri e i dehors. È importante anche, spiega ancora il Comune, mettere in sicurezza vasi e altri oggetti che sui balconi potrebbero essere spostati dal vento.
L’ultimo fenomeno si è verificato intorno alle 20.10. La scossa delle 19.51 era di magnitudo 3.5, si è verificata a una profondità di 3 chilometri. Quella delle 20.10 aveva invece una magnitudo di 4,4: è la più forte degli ultimi 40 anni
Ancora forti scosse di terremoto avvertite ai Campi Flegrei.Paura anche a Napoli, dal centro a Chiaia e al Vomero. L’ultima scossa è stata chiaramente sentita non solo nella zona collinare e centrale della città, ma anche nei comuni dell’hinterland, come Casavatore e Giugliano in Campania.
Al momento non si hanno segnalazioni di danni. I Campi Flegrei erano già stati interessati da uno sciame sismico, la cui scossa principale era stata di magnitudo 2.3, alle 8.50. La terra è tornata a tremare a partire dalle 19.51 e nei minuti successivi. L’ultimo fenomeno si è verificato intorno alle 20.10. La scossa delle 19.51 era di magnitudo 3.5, si è verificata a una profondità di 3 chilometri. Quella delle 20.10 aveva invece una magnitudo di 4,4: è la più forte degli ultimi 40 anni. Molta gente è uscita in strada per lo spavento. Panico in città con molta gente uscita in strada per lo spavento.
I Campi Flegrei erano già stati interessati stamani da uno sciame sismico, la cui scossa principale era stata di magnitudo 2.3, alle 8.50.
Il calcio piange il terzino tedesco, che in rossonero aveva vinto uno scudetto, una Coppa dei Campioni, una Coppa Intercontinentale e due Coppe delle Coppe. Malato da tempo, si è spento al San Raffaele
Se n’è andato come quel giorno all’Azteca, di sguincio, con passo lento ma definitivo, nella notte della partita durata una vita, senza far rumore: così Karl-Heinz Schnellinger, il Panzer che con il suo gol alzò il sipario sulla partita più iconica del secolo scorso, quell’Italia-Germania 4-3 al Mondiale messicano che – a guardarlo nello specchietto retrovisore del tempo – univa il suo destino di uomo e di calciatore, verrebbe da dire le sue due patrie. In Germania ci è nato, a Duren, nella Renania-settentrionale in Italia ci ha vissuto, fino alla fine dei suoi giorni. Quel gol Schnellinger lo segnò allo scadere perché pensava che ormai la partita fosse finita, guardò l’orologio che stava sopra la tribuna e decise di avvicinarsi agli spogliatoi e uscire di scena il prima possibile. Non sapeva che quella sua spaccata così inusuale – quello rimane l’unico gol delle sue 47 partite in Nazionale – avrebbe offerto la password per i supplementari più straordinari dell’epoca moderna. Alla fine con grande onestà ammise che gli azzurri avevano meritato di vincere e in fondo, sembrava pure un po’ contento.
L’ARRIVO IN ITALIA – Perché era impossibile non volere bene a Carletto, come lo chiamavano al Milan. Quando arrivò in Italia era il 1963, aveva 24 anni, fino a quel momento aveva giocato nel Colonia con cui l’anno prima aveva vinto il campionato. Lo comprò la Roma, che lo parcheggiò un anno a Mantova e poi se lo riprese. A quel punto Karl passò al Milan, dove ha scritto pagine leggendarie. Nove stagioni (1965-1974), 344 partite, 3 soli gol e tutti in Coppa Italia (non era il suo mestiere), uno scudetto (1968), una Coppa dei Campioni (1969), una Coppa Intercontinentale (1969), due Coppe delle Coppe (1967 e 1973), tre Coppe Italia (1967, 1972, 1973). A volerlo al Milan era stato Gipo Viani, diventerà uno dei fedelissimi del “Paròn” Rocco. Questi gli ordinava di rimanere a presidiare la sua zona di competenza, senza spingersi in avanti, non era il caso. Terzino sinistro, grande e grosso, un carroarmato, un Panzer (altro soprannome), ma anche “Volkswagen” per l’affidabilità e la robustezza, oppure per qualche giornalista “Carlo Martello”, per come sapeva adoperare il tackle.
IN NAZIONALE – Con la Nazionale tedesca giocò quattro Mondiali. Nel 1966 la Germania arrivò in finale, ma venne sconfitta dai padroni di casa dell’Inghilterra, con un gol non valido di Hurst. Quattro anni dopo, come detto, a Messico 70, i tedeschi vennero eliminati in semifinale. Custodiva in quel suo fisico così massiccio una bontà d’animo rara, che l’aveva fatto diventare in poco tempo uno dei punti di riferimento nello spogliatoio rossonero. Aveva un viso rubizzo, due cosce ipertrofiche, da lanciatore di peso. Si muoveva come uno di quei vecchi cingolati, eppure sfoderava una scaltrezza di gambe sorprendente. Nelle fotografie che venivano fatte in estate ci teneva a risultare sempre in ordine. Per questo, nonostante le battute dei compagni, si pettinava a lungo, cosicché non ci fosse un capello fuori posto. Uomo dal carattere mite, sapeva fare spogliatoio, conosceva l’arte di misurare lo spessore dei compagni con un solo sguardo. Carlo il Biondo una volta disse che in Italia, dove era rimasto a vivere, non aveva trovato solo “il sole, ma anche la gioia di vivere”. Nel 1974, chiusa la sua avventura al Milan (saltando però l’ultima partita, quella decisiva per lo scudetto, la Fatal Verona), tornò in Germania, dove giocò la sua ultima stagione con il TeBe Berlino. Ma subito fece seguito il ritorno in Italia, troppa era la nostalgia del nostro paese. In un’epoca in cui i calciatori erano specialisti del ruolo, Karl-Heinz Schnellinger in realtà sapeva fare tutto. Terzino certamente, ma anche libero, nonché mediano a sostegno. In Germania aveva giocato anche come stopper e ad inizio carriera, raccontava, gli allenatori delle giovanili sfruttavano la sua struttura fisica in attacco.
A BRUTTO MUSO – E’ stato il tedesco più italiano del nostro calcio: per come ha saputo ambientarsi, per il piacere di stare in mezzo alla gente che l’ha sempre contraddistinto. Ma allo stesso tempo un simbolo della Germania, figlio di una generazione di campioni, da Beckenbauer a Gabrowski, da Overath a Gerd Müller. Quella volta di Italia-Germania 4-3, dopo il gol all’ultimo minuto dei tempi regolamentari che aveva momentaneamente inchiodato l’Italia pareggio, Schnellinger fu avvicinato dai suoi compagni del Milan, Gianni Rivera e Roberto Rosato. Minacciosi, entrambi lo guardarono a brutto muso, gli puntarono il dito contro e lo fulminarono con lo sguardo: “Carletto, ma che hai fatto?”. Non c’erano risposte da dare. Lui abbozzò quello che voleva essere un sorriso, voltò le spalle ai compagni e senza dire niente tornò a centrocampo, ancora ignaro dello sviluppo vorticoso che avrebbe preso quella sfida epocale. Aveva fatto il suo dovere, Carletto, come sempre nei suoi 85 anni di vita.
Le sanzioni ai club e l’opzione tetto salariale dimostrano la volontà di tenere i conti in equilibrio: ma la strada da fare è ancora lunga.
La Premier League si sta dimostrando una volta ancora il campionato più bello e avvincente d’Europa. Non a caso quest’anno è l’unico torneo nazionale, tra quelli delle Big 5, ancora in bilico a tre giornate dal termine.
In Francia infatti è continuato il dominio del PSG (sei titoli su sette nelle ultime sette stagioni), in Spagna il Real Madrid ha praticamente vinto il titolo nazionale dopo una corsa quasi in solitaria (nessuno ha mai considerato seriamente l’ipotesi Girona) e in Germania, dove l’anno scorso si era vissuto un duello all’ultimo sangue tra Borussia Dortmund e Bayern Monaco, il sorprendente il Bayer Leverkusen di Xabi Alonso ha triturato qualsiasi avversario, non ultimi gli stessi bavaresi (sei Meisterschale conquistati negli ultimi sette campionati) che però è ancora in lizza per la Champions League.
In Italia infine si è vissuta la terza stagione nelle ultime quattro in cui una squadra ha preso il largo abbastanza presto e il titolo è stato assegnato con anticipo sensibile (quest’anno l’Inter di Inzaghi, la stagione passata il Napoli di Spalletti e nel 2020/21 ancora l’Inter ma quella volta guidata da Conte).
Oltremanica, invece, il duello tra Arsenal e Manchester City continua a infiammare la PremierLeague e la sfida sarebbe stata addirittura essere a tre se il Liverpool non fosse incappato in una serie di risultati negativi inaspettati che hanno precluso alla squadra di Klopp sia il successo in Europa League che probabilmente il titolo nazionale.
Vinta dal Manchester City 91 pt all’ultima gionata sull’Arsenal 89 pt
Questo a conferma di un torneo che in virtù dei ricchissimi introiti da diritti televisivi mostra una competitività tra le grandi squadre difficile da trovare in altre nazioni.
RICAVI RECORD MA CONTI ANCORA IN ROSSO – A osservare le cose più da vicino però non è solo oro quello che luccica.
In termini sportivi va segnalato che quest’anno nessuna squadra della Premier League è presente nelle semifinali delle coppeeuropee. Un evento che non si presentava dal 2014/15 ma che, a dire il vero, sembra appartenere più al caso che non a una effettiva perdita di competitività delle squadre di Sua Maestà. Il Manchester City, pur meritando probabilmente il passaggio del turno contro il Real Madrid, è stato eliminato ai rigori dalla Champions League e soltanto l’anno scorso i club di PremierLeague hanno vinto due coppe europee su tre: i Citizens di Guardiola in ChampionsLeague e il WestHam in ConferenceLeague.
Osservandoli si nota che se il combinato dei bilanci dei club di Premier League nel 2022/23 (ultimo dato disponibile) ha registrato ricavi record per 8,1 miliardi di euro, è altrettanto vero che il totale dei risultati netti è stato negativo per oltre 827 milioni di euro. Una perdita monstre che è quasi il doppio di quanto ha evidenziato l’aggregato dei club di Serie A (-441 milioni).
Entrando nel particolare delle entrate, la voce più corposa è quella dei diritti televisivi, pari a 3,7 miliardi di euro (46% del totale dei ricavi), seguiti dai ricavi commerciali, pari a 2,2 miliardi di euro (28% del totale), e dai ricavi da gara, pari a 1,0 miliardi di euro (12% del totale). L’aumento è stato pari al 14% rispetto al 2021/22, con l’aumento maggiore rappresentato dai ricavi da gara passati da 874 milioni a1 miliardi di euro(+15%).
Questi i ricavi voce per voce:
Ricavi da gare: 1.004,5 milioni di euro (+15% rispetto al 2021/22);
Ricavi commerciali: 2.261,8 milioni di euro (+13% rispetto al 2021/22);
Ricavi da diritti audiovisivi: 3.770,1 milioni di euro (+10% rispetto al 2021/22);
Altri ricavi: 290,1 milioni di euro (+331% rispetto al 2021/22);
Ricavi da gestione calciatori: 811,2 milioni di euro (+7% rispetto al 2021/22);
TOTALE: 8.137,6 milioni di euro (+14% rispetto al 2021/22).
Questo invece il contributo club per club
Sul lato spese, i costi aggregati della Premier League 2022/23 sono stati pari a 8,7 miliardi di euro, al netto degli oneri finanziari, con una cescita del 15% rispetto ai 7,6 miliardi di euro del 2021/22. La voce che comporta le maggiori spese per le società è quella degli stipendi e in generale il costo del personale, pari a4,7 miliardi di euro, che rappresenta circa il 54% dei costi complessivi e che ha un impatto sui ricavi pari al 58%. Gli ammortamenti e le svalutazioni sono pari invece a 2,7 miliardi di euro, di cui circa 2 miliardi di euro legati ai soli ammortamenti per i diritti delle prestazioni dei calciatori.
Questi i costi voce per voce nella stagione 2022/23:
Costi per il personale: 4.719,4 milioni di euro (+12% rispetto al 2021/22);
Ammortamenti e svalutazioni: 2.272,8 milioni di euro (+21% rispetto al 2021/22) di cui 2.006,7 milioni per gli ammortamenti legati ai calciatori (+14% rispetto al 2021/22);
Altri costi operativi: 1.748,4 milioni di euro (+14% rispetto al 2021/22);
TOTALE: 8.740,6 milioni di euro (+15% rispetto al 2021/22.
L’EBITDA è quindi risultato positivo per 1.669,8 milioni di euro, mentre l’EBIT è invece negativo per 603,0 milioni di euro. Il risultato ante imposte è negativo per 828 milioni di euro, con un risultato netto aggregato negativo pari a 827,2 milioni di euro, con il contributo positivo di soli quattro club: Brighton, Manchester City, Bournemouth e Brentford (come emerge dalla tabella sottostante)
IL FPF INTERNO E LE SANZIONI GIÀ ARRIVATE – Non c’è pero soltanto il risultato netto a preoccupare. A complicare ulteriormente le cose c’è la particolarità che mai come quest’anno si sono sollevati dubbi sulle posizioni finanziarie di alcuni club nei confronti del Fair Play Finanziario interno inglese, le cui norme in particolare consentono alle società un deficit massimo di 105 milioni di sterline in un ciclo triennale. Il Manchester Cityper esempio dovrà fare fronte ad accuse di aver violato il Fair Play Finanziario interno per ben 115 voltecon le accuse legate non solo ai conti ma soprattutto al fatto dii non aver fornito informazioni finanziarie accurate, «in particolare per quanto riguarda le sue entrate (compresi i ricavi da sponsorizzazioni), le sue parti correlate e i suoi costi operativi». Invece club come EvertoneNottingham Forestsono già stati penalizzati in questa stagione in particolare per le violazioni delle norme sulla perdita massima consentita. E sullo sfondo resta anche il caso del Chelsea, che ha cercato una strada per aggirare le norme con la vendita di due hotel riducendo così il rosso a bilancio: la Premier League però non ha dato ancora il via libera e i Blues sono a rischio di eventuali sanzioni.
C’è da dire però che il grido di allarme è scattato a Londra e dintorni e la situazione in Inghilterra viene costantemente monitorata con qualche contromisura che è già scattata. Come a dire: sappiamo benissimo di avere delle patologie e ci stiamo lavorando
Le penalizzazioni in cui sono incorsi Everton e Nottingham Forest, per esempio, da un certo punto di vista possono essere anche considerate come segno che il sistema ha iniziato ad operare per evitare che la situazioni vada fuori controllo.
Non solo, ma probabilmente cosa più importante, la Premier League è pronta ad introdurre un sistema di tetto salariale, dopo il primo via libera da parte dei club.
In particolare, le società del massimo campionato inglese hanno concordato di voler stabilire un limite su quanto possono spendere, con il tetto basato su quanto guadagna il club che incassa di meno dalla vendita dei diritti televisivi. La votazione non ha ottenuto l’unanimità però sono stati 16 i voti a favore sui 20 club presenti. Con ManchesterCity, ManchesterUnited e Aston Villa che hanno votato contro mentre il Chelsea si è astenuto.
La decisione ora sarà portata all’Assemblea Generale Annuale che andrà in scena a giugno, quando potrebbe essere definitivamente approvato con l’ipotesi addirittura possa entrare in vigore già dal 2025/26.
IL TETTO SALARIALE NUOVA VIA PER CONTROLLARE I CONTI – Come dovrebbe funzionare il tetto salariale? L’ipotesi è di fissare il tetto a un valore multiplo rispetto al club che incassa meno dalla vendita dei diritti televisivi. Ad esempio, il Southampton nel 2022/23 ha incassato 103,6 milioni di sterline dai diritti tv distribuiti dalla Premier League: se il limite fosse fissato a 5 volte quella cifra (ma la discussione è ancora in corso tra 4,5 e 5 volte), i club non potrebbero spendere per stipendi, ammortamenti e pagamenti per agenti più di 518 milioni di sterline (circa 605 milioni di euro al cambio attuale). Tra i club, il Chelsea sarebbe già al di sopra del tetto con costi stimati per 540 milioni di sterline, mentre il Manchester City rientrerebbe nei paletti con costi stimati per circa 500 milioni di sterline.
Sul tavolo restano vari temi di dibattito, come ad esempio quale cifra utilizzare come base: dovrebbe essere il totale degli introiti televisivi o solo l’accordo a livello nazionale? Tutto questo deve ancora essere discusso approfonditamente, così come le eventuali sanzioni.
Attualmente il sistema del FPF inglese prevede decurtazioni di punti (come nel caso già citato di Everton e Nottingham Forest nella stagione attuale), ma le ipotesi emerse nelle scorse settimane fanno riferimento anche ad una “luxury tax” in stile NBA: in sostanza, i club che spenderanno troppo verrebbero sottoposti a sanzioni economiche che aumenterebbero in base a quanto sia stato superato il tetto salariale. I soldi raccolti verrebbero poi ridistribuiti ai club della Premier League che rispettano le regole, ma potrebbero persino andare in un “fondo di emergenza” per aiutare i club in difficoltà finanziarie presenti nelle categorie inferiori.