
L’uomo era in sella alla sua bici sulla ciclabile tratteggiata a terra con la vernice, poi la svolta all’incrocio. È stato trasportato incosciente, in codice rosso e in pericolo di vita all’ospedale di Niguarda.
L’abitacolo dell’auto è invasa dai vetri. Il parabrezza è andato in mille pezzi. Il cofano della piccola utilitaria sembra essere stato quasi schiacciato. La bicicletta, incredibilmente integra, è sul selciato a una ventina di metri di distanza. L’ambulanza si avvia d’urgenza verso l’ospedale Niguarda. Trasporta un 46enne peruviano, residente a Cologno Monzese, in condizioni critiche. È l’ennesimo ciclista coinvolto in un grave incidente stradale a Milano.
Lo scontro è avvenuto poco dopo le 17 di lunedì 26 giugno, in fondo a viale Monza, all’ingresso in città da Sesto San Giovanni. È dall’hinterland nord che arriva il ciclista. Si muove sulla ciclabile tratteggiata a vernice a terra. Poi si sposta sulla destra, all’incrocio con via Pindaro, per svoltare a sinistra. L’automobile si muove lungo il viale in direzione opposta, verso la periferia. Centra in pieno l’uomo in biciletta, che vola sul cofano e il parabrezza, mentre la bici rimbalza avanti.
«Era nascosto, è sbucato all’improvviso», avrebbe detto il giovane guidatore della vettura che dopo l’urto si è fermato a prestare soccorso. Sul posto si sono precipitate un’ambulanza e un’automedica. Al loro arrivo il ferito non era cosciente. Dopo averlo stabilizzato e intubato, lo hanno accompagnato in codice rosso al Niguarda: la prognosi per lui è riservata. Presenti sul luogo dell’incidente anche gli agenti della Polizia locale per i rilievi necessari a stabilire l’esatta dinamica del sinistro. Andrà capito in particolare il rispetto da parte dei due mezzi coinvolti del semaforo: in quell’incrocio, infatti, la svolta a sinistra è regolamentata da un semaforo dedicato. E andrà verificato anche se il sistema di segnalamento era in funzione: alcuni passanti riferiscono che un’ora prima dello scontro, il semaforo a quell’incrocio fosse spento.
L’incidente avviene a pochi giorni da quello che ha ucciso la 60enne Alfina D’Amato, travolta giovedì 22 giugno in piazza Durante da una betoniera. Al semaforo, la donna si era affiancata al mezzo pesante, finendo però nell’angolo cieco del guidatore che al momento della svolta non ha visto la ciclista. Alfina D’Amato era poi morta in ospedale: viveva in viale Monza, a neanche un chilometro dal luogo dello scontro.
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