Wada: doping Russia ……………


Ansa:  Wada: doping Russia diretto da Stato, escluderla dalle Olimpiadi

Doping di stato. Questa la grave accusa che emerge dal rapporto dell’Agenzia Mondiale Antidoping, pubblicato oggi, secondo il quale il doping dello sport russo era coperto e favorito dallo stato. Servizio di Giampiero Spirito.

articolo completo : http://www.ansa.it/sito/notizie/sport/2016/07/17/-rio-usa-vuole-russia-esclusa-guerra-fredda-per-doping_d17d07d2-b3fd-45eb-a77d-330dfd4ad9e6.html

Il doping dello sport russo era coperto e favorito dallo Stato, e non solo per l’atletica leggera: e’ la conclusione del rapporto dell’agenzia Mondiale antidoping.

Per la Wada, si trattava di un ‘sistema di falsificazione’ dei test ordinato dalle autorita’ politiche.   

A capo del sistema di falsificazione dei test antidoping per gli atleti russi, tra 2010 e 2015, c’era il ministero dello sport di Mosca, con la collaborazione dei servizi di sicurezza (l’Fsb, ex Kgb) e del centro nazionale di preparazione del Team Russia.

La Wada ha poi chiesto ufficialmente di escludere tutte le nazionali della Russia dalle gare dell’Olimpiade di Rio.

Tutti i dirigenti pubblici accusati nel rapporto Wada di essere coinvolti nello scandalo doping saranno temporaneamente sospesi dai loro incarichi fino alla fine delle indagini: lo ha dichiarato il presidente russo Vladimir Putin, citato dall’agenzia Interfax.

Vediamo che cos’è la  WADA

Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Agenzia_mondiale_antidoping

Wada : World Anti-Doping Agency – L’Agenzia Mondiale Antidoping (AMA), in francese Agence mondiale antidopage (AMA) e in inglese World Anti-Doping Agency (WADA), è una fondazione a partecipazione mista pubblico-privata, creata per volontà del Comitato Olimpico Internazionale (CIO), il 10 novembre 1999 a Losanna, per coordinare la lotta contro il doping nello sport. Nel 2002 il quartier generale dell’AMA è stato spostato a Montreal in Canada, anche se giuridicamente resta una fondazione, di diritto privato, regolata dal diritto civile svizzero

Organizzazione – La massima autorità decisionale all’interno della WADA è composta dai 38 membri del consiglio di fondazione, costituita equamente dai rappresentanti del CIO e dai rappresentanti dei vari governi nazionali. Sono gli stessi membri del consiglio ad eleggere il presidente della fondazione. La maggior parte delle decisioni quotidiane sono delegate ad un gruppo di 12 membri con potere esecutivo, i quali sono suddivisi anch’essi equamente tra portavoce del CIO e dei governi. Fanno parte dell’organizzativo anche alcune sezioni che si occupano della finanza e dell’amministrazione, inclusa una commissione composta da atleti.

La WADA è una organizzazione internazionale che delega il lavoro alle singole nazioni ed alla Organizzazione Nazionale Anti Doping (NADO), controllandone l’operato affinché sia conforme al Codice Mondiale Anti-Doping. La WADA, inoltre, accredita circa 30 laboratori per eseguire le analisi scientifiche necessarie al controllo anti-doping.

Gli statuti della WADA e del Codice Mondiale Anti-doping stabiliscono che, nell’ultima fase di giurisdizione in casi di doping, le decisioni siano prese dalla Court of Arbitration for Sport.

 

24 anni fa la strage di via D’Amelio


Paolo Borsellino, 24 anni fa la strage di via D’Amelio

Era il 19 luglio del 1992, persero la vita il magistrato italiano Paolo Borsellino e i cinque agenti di scorta

Fonte e articolo completo:  http://www.ansa.it/legalita/albero/criminalita/2016/07/16/paolo-borsellino-24-anni-fa-la-strage-di-via-dalemio_539a77c6-58b8-46a7-8083-4d670781ef3b.html

Ventiquattro anni fa la strage di via D’Amelio a Palermo: era il 19 luglio del 1992, persero la vita il magistrato italiano Paolo Borsellino e i cinque agenti di scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. L’unico sopravvissuto fu l’agente Antonino Vullo.

L’intervista a Paolo Borsellino dopo la morte di Falcone 

Strage Via D’Amelio

Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Strage_di_via_D%27Amelio

Il 19 luglio 1992, alle ore 16.58, una Fiat 126 rubata contenente circa 90 chilogrammi di esplosivo del tipo Semtex-H  (miscela di PETN, tritolo e T4) telecomandati a distanza, esplose in via Mariano D’Amelio 21, sotto il palazzo dove viveva la madre di Borsellino, presso la quale il giudice quella domenica si era recato in visita; l’agente sopravvissuto Antonino Vullo descrisse così l’esplosione: «Il giudice e i miei colleghi erano già scesi dalle auto, io ero rimasto alla guida, stavo facendo manovra, stavo parcheggiando l’auto che era alla testa del corteo. Non ho sentito alcun rumore, niente di sospetto, assolutamente nulla. Improvvisamente è stato l’inferno. Ho visto una grossa fiammata, ho sentito sobbalzare la blindata. L’onda d’urto mi ha sbalzato dal sedile. Non so come ho fatto a scendere dalla macchina. Attorno a me c’erano brandelli di carne umana sparsi dappertutto»

Lo scenario descritto da personale della locale Squadra Mobile giunto sul posto parlò di «decine di auto distrutte dalle fiamme, altre che continuano a bruciare, proiettili che a causa del calore esplodono da soli, gente che urla chiedendo aiuto, nonché alcuni corpi orrendamente dilaniati». L’esplosione causò inoltre, collateralmente, danni gravissimi agli edifici ed esercizi commerciali della via, danni che ricaddero sugli abitanti. Sul luogo della strage, pochi minuti dopo il fatto, giunse immediatamente il deputato ed ex-giudice Giuseppe Ayala che abitava nelle vicinanze.

Gli agenti di scorta ebbero a dichiarare che la via D’Amelio era considerata una strada pericolosa in quanto molto stretta, tanto che, come rivelato in una intervista rilasciata alla RAI da Antonino Caponnetto, era stato chiesto alle autorità di Palermo di vietare il parcheggio di veicoli davanti alla casa, richiesta rimasta però senza seguito.