Vinilmania………..


Il ritorno del Vinile

Fonte: http://www.corriere.it/foto-gallery/tecnologia/provati-per-voi/15_settembre_21/dischi-vinile-viaggio-nell-ultima-stamperia-italiana-2883ed22-604d-11e5-8f67-74c56bb69dfe.shtml

 I dati di vendita parlano chiaro: in tutto il mondo le vendite di dischi in vinile salgono con percentuali a doppia cifra: nel 2014 rispetto al 2013

+52% negli Usa – +60% in Gran Bretagna – +81% in Giappone – +76% in Italia

Master

Master in Nichel: con questo disco si possono realizzare in futuro ristampe senza ricreare un nuovo master

Ottime previsioni per il 2015: secondo un report di Nielsen le vendite dei primi mesi del 2015 sono addirittura più alte di quelle del primo trimestre dell’anno precedente, con un numero di pezzi che super abbondantemente i 10 milioni di dischi. Ecco perché le poche stamperie sopravvissute alla crisi del disco sono tornate a stampare come mai avevano fatto negli anni d’oro, con ordini triplicati e liste d’attesa lunghissime.

Vinile

Il piccolo cilindretto nero è il vinile morbido, pronto per essere schiacciato tra i due stampi

Come materiale di partenza vengono usati piccoli grani di pvc, disponibili in diversi colori: questi grani vengono scaldati da una caldaia e trasformati in un “bicchierino” di pvc, un cilindretto che viene letteralmente schiacciato dalla pressa all’interno delle due matrici.

Una di queste, l’ultima, è in Italia, in provincia di Milano: siamo andati a visitare la Phono Press di Settala, che usa ancora le stesse presse e le stesse attrezzature che aveva acquistato quando ha iniziato oltre trent’anni fa: “Alcune macchine utilizzate per la produzione dei dischi non esistono più, tutte le aziende che le realizzavano ora si dedicano ad altro” ci raccontano i responsabili.

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Un disco prima di essere rifinito dalla lama: prima del taglio viene raffreddato con un getto di acqua

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Un disco rosso: i grani di PVC sono disponibili in diversi colori

Gli ordini sono comunque triplicati, segno che il “boom del vinile” non è solo mediatico: piccoli ordini da 500/1000 dischi fatti spesso da etichette indipendenti, ma se negli ultimi anni si stampavano 1000 dischi al giorno oggi si arriva a stamparne anche 6000. Siamo andati a visitare la fabbrica per vedere come nasce un disco

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Una vecchissima pressa manuale per dischi: solo con questa macchina si possono realizzare lavorazioni speciali

Un posto sicuro ……………


“Un posto sicuro dove morire di Eternit”

Film che racconta dramma amianto e Casale Monferrato.

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27 novembre 2015 – Ogni anno in Italia muoiono 4000 persone per malattie causate dall’amianto, e ci sono ancora circa 32 milioni di tonnellate di Eternit da bonificare sul territorio nazionale. Dati diffusi quest’anno dall’Inail su una tragedia che ora viene raccontata anche dal cinema, attraverso il rapporto fra un padre e un figlio, in Un posto sicuro, l’intensa opera prima di Francesco Ghiaccio, con Marco d’Amore (anche cosceneggiatore) e Giorgio Colangeli, in uscita il 3 dicembre con Parthenos in 60 copie.

Nel film, spiega l’attore, ”c’è un racconto di finzione ma basato su fatti veri, la realtà ha convissuto con noi quotidianamente”. Ad arricchire il film ci sono le testimonianze di molti familiari delle vittime e il materiale di repertorio ”che mostra la violenza della fabbrica.

Vengo da un’altra parte d’Italia ma qui mi sono subito sentito a casa». E a una scena familiare tenera eppure da incubo fa riferimento Nicola Pondrano, principale testimone d’accusa per conto della Procura al processo di Torino, tra coloro che più hanno aiutato Ghiaccio nel suo lavoro di ricerca: «Nel 1974, quando venni assunto, ero un capellone di 24 anni già con moglie e una bimba piccola. La sera, quando tornavo a casa, lei giocava a togliermi le stelline luminose dalla testa. Erano filamenti di amianto: da allora ho il terrore di averla contaminata». La scena è stata rievocata nel film, signor Pondrano, ma lei e sua figlia, per fortuna, state bene. «E guardiamo avanti con ottimismo, lo devo alle centinaia di amici che ho visto morire. Eppure non me lo perdonerò mai. Di sicuro il film andrò a vederlo. Ma da solo, di nascosto».