<<<<<<<<<<<<I N F O R M A T I C A>>>>>>>>>>>>>
E’ ben gradito un’applauso!!! Grazie
<<<<<<<<<<<<WhatsApp lancia Meta AI in Italia>>>>>>>>>>>>>
| WhatsApp lancia Meta AI in Italia: scopri come funziona e come usarlo |
| articolo: https://www.quotidianodipuglia.it/attualita/whatsapp_meta_ai_italia_uso_sicurezza-8747786.html |
| Una nuova funzione consente di chattare con Meta AI su WhatsApp. L‘opzione è disponibile per molti utenti in Europa e offre un’esperienza conversazionale migliorata. |

© – licenza temporanea –
Come annunciato la scorsa settimana, Meta ha iniziato la distribuzione dell’Intelligenza Artificiale su WhatsApp in Italia. Da oggi, molti utenti vedranno comparire sull’app e sulla versione desktop una nuova funzione dedicata alle conversazioni con l’IA, identificata dalla dicitura ‘Meta AI’ e un cerchio colorato, prevalentemente blu.
Come accedere alla funzione Meta AI su WhatsApp – Per attivare la funzione, gli utenti troveranno un pulsante dedicato nell’angolo inferiore destro dell’app. Una volta aperta la chat con Meta AI, comparirà un messaggio con alcune informazioni sull’utilizzo e sulla privacy, che spiega come funziona questa nuova funzionalità.
Cos’è Meta AI e come funziona – Meta AI è un Large Language Model basato su Llama 3.2, ed è in fase di distribuzione graduale non solo in Italia, ma anche in altri paesi dell’Unione Europea.
Il servizio è opzionale e progettato per fornire risposte automatiche, senza leggere le altre conversazioni private grazie alla crittografia end-to-end.
Privacy e sicurezza: cosa devi sapere – L’informativa di Meta AI avverte gli utenti di non condividere informazioni sensibili che non si desidera che l‘IA conservi o utilizzi. Inoltre, è previsto che le informazioni vengano condivise con partner selezionati per migliorare la pertinenza delle risposte fornite dall’IA.
Posso disabilitare Meta AI? – Nel caso in cui si provi a chiedere a Meta AI se è possibile disabilitarla, la risposta è chiara: essendo una funzionalità integrata nel prodotto, non è possibile disinstallarla. Tuttavia, gli utenti hanno la possibilità di scegliere di non utilizzarla in qualsiasi momento.
<<<<<<<<<<<<Microsoft Windows 365 Link>>>>>>>>>>>>>
Giovedì 27 febbraio 2025
| Microsoft Windows 365 Link: prime immagini del rivoluzionario mini PC |
Sono comparse in rete le prime immagini reali del Windows 365 Link, il mini PC di Microsoft progettato per eseguire Windows 11 tramite streaming cloud. Questo dispositivo compatto, annunciato lo scorso anno, rappresenterà l’inizio di una nuova categoria di PC Windows che non eseguono applicazioni localmente, ma trasmettono l’esperienza Windows tramite internet e protocollo di desktop remoto.
Il Windows 365 Link è essenzialmente un thin client che esegue una versione estremamente leggera di Windows, concepita unicamente per connettere l’utente a un PC Windows 365 configurato da un datore di lavoro nel cloud. Le immagini trapelate mostrano quanto sia davvero piccolo il dispositivo, abbastanza da essere tenuto comodamente in una mano.
Questo approccio offrirà numerosi vantaggi, primo fra tutti la sicurezza. I PC Windows 365 saranno intrinsecamente più protetti poiché i dati con cui lavorano non verranno mai memorizzati localmente. In caso di furto del dispositivo, tutti i dati elaborati dal computer rimarranno al sicuro, archiviati in un PC cloud protetto sul servizio Windows 365. Un altro beneficio significativo riguarda la riduzione dei rifiuti elettronici, poiché thin client come il Windows 365 Link non dipendono dalle specifiche interne per essere utili. Tra 10 anni, il dispositivo dovrebbe essere ancora perfettamente utilizzabile e sicuro, dato che il PC cloud può essere aggiornato con un processore migliore, più RAM e spazio di archiviazione quando necessario. Ecco il post di Adam Gross, arricchito dalle immagini inedite del dispositivo.
Dal punto di vista tecnico, il Windows 365 Link è alimentato da un processore Intel N250 di fascia bassa, 8GB di RAM e 64GB di memoria. Su un PC normale, queste specifiche sarebbero considerate insufficienti, ma poiché il dispositivo stesso non esegue applicazioni, questo aspetto non influisce sull’esperienza utente. La connettività è garantita da porte USB-A, un jack audio da 3,5 mm sul frontale, altre due porte USB-A sul retro, una porta USB-C, ethernet, DisplayPort e HDMI. Il dispositivo è realizzato in plastica, in modo simile al Windows Dev Kit 2023.
Queste specifiche di fascia bassa consentono a Microsoft di proporre il dispositivo a un prezzo competitivo. Si prevede che il Windows 365 Link sarà in vendita ad aprile per circa 320 euro, molto più economico di un Mac mini M4, pur essendo potenzialmente più capace con una CPU e GPU di classe desktop di fascia alta, se un PC cloud è configurato come tale. Naturalmente, ciò significa che il Windows 365 Link è inutile senza un abbonamento attivo a un PC Windows 365. Attualmente, Windows 365 è un servizio esclusivamente aziendale, il che significa che è probabile che si entrerà in contatto con il 365 Link solo se assegnato dal proprio posto di lavoro.
Non è difficile credere che Microsoft vorrebbe in futuro aprire Windows 365 anche come servizio consumer. Quando sarà pronto? Questo è difficile da prevedere, ma è probabile che avverrà in tempi brevi rispetta la versione aziendale.
<<<<<<<<<<<<Addio a Skype – 28/02/2025>>>>>>>>>>>>>
Venerdì 28 febbraio 2025 – Fonte dell’articolo: www.windowscentral.com
| Addio a Skype: Microsoft lo chiuderà dopo 14 anni |

| articolo di Marco Pedrani: https://www.tomshw.it/hardware/addio-a-skype-microsoft-lo-chiudera-dopo-14-anni-2025-02-28 |
| Sembra sia giunta la fine per Skype: alcuni indizi presenti nel codice suggeriscono che lo storico software verrà abbandonato a maggio. |
Dopo più di vent’anni di servizio e un’acquisizione miliardaria che ne aveva fatto uno dei gioielli di Microsoft, Skype si prepara a chiudere definitivamente i battenti. Un messaggio nascosto nel codice dell’ultima versione preview per Windows annuncia senza troppi giri di parole: “A partire da maggio, Skype non sarà più disponibile. Continua le tue chiamate e chat in Teams“. Una fine silenziosa per quello che fu uno dei servizi di comunicazione più rivoluzionari dei primi anni Duemila.
Nato nel lontano 2003, Skype ha rappresentato per molti utenti la prima esperienza con le chiamate vocali via internet. La piattaforma svedese divenne rapidamente un punto di riferimento per la comunicazione digitale, tanto che nel 2011 Microsoft decise di investire la cifra record di 8,5 miliardi di dollari per acquisirla. Un’operazione che all’epoca sembrò visionaria ma che, col senno di poi, si è rivelata meno fortunata del previsto.
Nonostante i numerosi tentativi di rilancio, l’integrazione in Windows e persino in Xbox, Skype non è mai riuscito a tenere il passo con l’evoluzione del mercato. Il colpo di grazia è arrivato durante la pandemia, quando la piattaforma ha perso l’occasione d’oro di affermarsi come strumento essenziale per la comunicazione a distanza, lasciando campo libero a concorrenti più agili e moderni.
L’eredità passa a Teams – La decisione di Microsoft appare come il naturale epilogo di un progressivo abbandono. Negli ultimi anni, l’azienda di Redmond ha dirottato risorse e attenzioni su Teams, inizialmente concepito per l’ambiente aziendale ma ora proposto anche in versione consumer. Non è un caso che proprio Teams venga indicato come destinazione per gli utenti orfani di Skype.
Il declino tecnico della piattaforma è stato evidente: l’app attuale è pesantemente basata su tecnologie web, con problemi di sincronizzazione tra dispositivi e notifiche spesso inaffidabili. Paradossalmente, non supporta nemmeno Windows on ARM, architettura che Microsoft stessa sta promuovendo da anni.
Tentativi di resurrezione falliti – Gli sforzi per rivitalizzare il servizio non sono mancati. Nel tentativo di recuperare terreno, Microsoft ha lanciato funzionalità come Skype Clips per la condivisione di brevi messaggi video, ha integrato Copilot e rinnovato l’interfaccia mobile. Nel 2024 è stata perfino introdotta la possibilità di inviare messaggi automatici, cercando di imitare caratteristiche popolari su altre piattaforme.
Tuttavia, questi tentativi sono apparsi più come un “accanimento terapeutico” che come una vera strategia di rilancio. L’ultimo aggiornamento significativo risale a maggio 2024, e la recente chiusura del servizio Skype Number, che permetteva di acquistare numeri telefonici reali, sembrava già preannunciare la fine imminente.
Una lezione per i colossi della tecnologia – La parabola di Skype rappresenta uno dei tanti casi di prodotti apparentemente inattaccabili, ma che possono perdere rilevanza quando non riescono ad evolversi al ritmo giusto. WhatsApp, Telegram, Discord e perfino iMessage hanno saputo interpretare meglio le esigenze degli utenti, conquistando progressivamente le quote di mercato un tempo dominate da Skype.
Microsoft non ha ancora confermato ufficialmente la chiusura, ma il messaggio scoperto da XDA Developers lascia poco spazio all’interpretazione. L’addio a Skype segna la fine di un’era pionieristica della comunicazione digitale, in cui la possibilità di parlare gratuitamente a distanza rappresentava ancora una novità rivoluzionaria e non un dato di fatto come oggi. La sua eredità, tuttavia, sopravvive nelle innumerevoli piattaforme che ne hanno raccolto il testimone, compresa quella Teams che si prepara ad accogliere gli ultimi affezionati utenti.
<<<<<<<<<<<<Bluesky: arriva a 20 milioni di utenti >>>>>>>>>>>>>
| Bluesky, il nuovo social arriva a 20 milioni di utenti e sfida Threads |
| articolo: https://www.ilsoftware.it/bluesky-il-nuovo-social-arriva-a-20-milioni-di-utenti-e-sfida-threads/ |
/https://www.ilsoftware.it/app/uploads/2024/11/2-18.jpg)
Bluesky, il nuovo social network pensato come alternativa a X (precedentemente noto come Twitter), ha recentemente superato il traguardo dei 20 milioni di utenti. Questa impresa notevole arriva in un momento in cui la piattaforma sperimenta una crescita esponenziale. Questa è senza dubbio una vera attrazione soprattutto per chi lascia X a causa delle sue recenti polemiche e dell’orientamento politico percepito come troppo inclinato verso destra.
Tra i fattori che hanno alimentato questa migrazione vi è anche l’abbandono di X da parte di influenti editori come il The Guardian, che ha scelto di non aggiornare più i suoi contenuti su quel social. Tale movimento ha creato un’opportunità per Bluesky, che si sta rapidamente facendo strada nel mondo dei social media, colmando progressivamente il divario con Threads, la piattaforma lanciata da Meta.
Attualmente, Threads detiene un vantaggio numerico con oltre 275 milioni di utenti attivi mensili, ma Bluesky sta recuperando terreno, con incrementi significativi di traffico negli Stati Uniti e nel Regno Unito. La strategia di crescita del nuovo social sembra particolarmente efficace. A dimostrarlo è l’aumento delle installazioni dell’app, che ha registrato una crescita del 519% negli USA post-elezioni e del 352% nel Regno Unito.
Bluesky e i suoi punti di forza che spaventano la concorrenza – Una delle caratteristiche distintive di Bluesky è la sua interfaccia utente pulita e altamente personalizzabile, dotata di funzionalità innovative come un gestore di password integrato. Questi elementi non solo differenziano la piattaforma da X e Threads ma ne aumentano anche l’attrattiva presso gli utenti che cercano nuove esperienze social.
Bluesky ha raggiunto la posizione numero uno nell’App Store degli Stati Uniti, sorpassando sia Threads che X in termini di download. Questo risultato è indicativo del rapido e impressionante tasso di adozione che la piattaforma sta sperimentando.
Tuttavia, vale la pena mantenere una certa cautela. Il mondo dei social media è noto per i suoi rapidi cambiamenti e per il destino altalenante delle piattaforme. La vera prova per Bluesky sarà mantenere l’interesse degli utenti nel tempo, evitando la trappola di una moda passeggera che può rapidamente perdere appeal una volta esaurite le novità.
<<<<<<<<<<<<Bluesky: cos’è e come funziona il social alternativo a X>>>>>>>>>>>>>
Sabato, 16 novembre 2024
| Bluesky: cos’è e come funziona il social alternativo a X |

| Nelle ultime 24 ore più di un milione di persone si sono iscritte a Bluesky, social network concorrente a X di Elon Musk, dal quale molti continuano a uscire dopo le prese di posizione politiche del magnate sudafricano. Ecco che cos’è e come funziona |
Una crescita vertiginosa. Bluesky, la piattaforma social da molti individuata come alternativa a X di Elon Musk, fa registrare un aumento sostanzioso degli utenti proprio mentre in molti decidono di lasciare l’ex Twitter dopo le controverse posizioni dell’imprenditore sudafricano. Bluesky ha guadagnato infatti un milione di utenti in 24 ore e circa 2,5 milioni di utenti nell’ultima settimana. La piattaforma supera ormai i 16 milioni di iscritti e anche se i numeri sono ancora lontani da quelli di social più gettonati come X, Instagram, Facebook o TikTok, l’ascesa è indubbia. Ma cos’è BlueSky? E perché in molti stanno migrando su questa piattaforma?
Cosa è e come funziona BlueSky – Inizialmente creato e finanziato proprio da Twitter, quando il network era guidato dal suo co-fondatore Jack Dorsey, Bluesky è arrivato al grande pubblico nel febbraio 2023 sul sistema operativo iOS di Apple e a fine marzo su Android. La piattaforma, la cui nuova Ceo è Jay Graber, conta ora 16 milioni di utenti e ha registrato una forte crescita da settembre, quanto ne aveva 10 milioni. E presenta molte analogie con X come si può anche vedere sotto, dalla schermata principale, una timeline che ricorda molto Twitter.

A parte un italiano non sempre perfetto (l’indicazione “Impara all’algoritmo” è visibile sulla destra della timeline), il social invita ad addestrare l’algoritmo mettendo like ai contenuti che ci interessano. Come avviene per molti altri social, i “feed” che ci verranno proposti sono basati proprio su queste nostre scelte e ovviamente sui contenuti postati da chi scegliamo di seguire sul social. In sostanza ci troviamo di fronte a una piattaforma di “microblogging”: abbiamo a disposizione 300 caratteri per esprimere i nostri pensieri anche in forma multimediale che qui, si chiamano “skeet“. Questi ultimi vengono pubblicati sullo skyline, che rappresenta la pagina principale del social network.

Come si nota l’interfaccia ricorda molto da vicino quella di Twitter. C’è anche la possibilità di cercare utenti specifici, inviare messaggi privati ad altri partecipanti e di cliccare sugli hashtag per aggiungere sulla propria timeline i contenuti di tendenza, o quelli che si preferiscono maggiormente.

Da un punto di vista invece squisitamente tecnico, il social si basa su un’architettura”decentralizzata“, utilizza infatti un framework open source, il protocollo AT e dati e contenuti non sono gestiti da un unico server centrale o da un’unica azienda. In sostanza il social è un “protocollo aperto” in cui gli utenti possono avere maggior controllo sui propri dati personali. Una differenza che, per il social, è un valore aggiunto. E che potrebbe attirare molti nuovi utenti.
<<<<<<<<<<<<Outlook per Windows 11: nuove funzionalità in arrivo>>>>>>>>>>>>>
Outlook per Windows 11: nuove funzionalità in arrivo
articolo: https://www.punto-informatico.it/outlook-windows-11-nuove-funzionalita-arrivo/

Dal mese di settembre 2023 è disponibile la nuova app Outlook per Windows 11 che prenderà il posto delle app Posta e Calendario entro fine 2024. Nel corso dei prossimi mesi verranno aggiunte numerose funzionalità, come ha scoperto Windows Latest.
Funzionalità in arrivo per Outlook – Nella pagina relativa alla roadmap sono elencate oltre 30 funzionalità in sviluppo. Una delle più attese è il supporto per i file PST, ovvero il formato usato da Outlook per salvare i vari “oggetti”. Inizialmente sarà possibile leggere e cercare le email. Successivamente verrà aggiunto il supporto per calendari, contatti e attività.
Outlook permetterà inoltre di impostare l’intervallo di sincronizzazione per l’accesso offline. Attualmente sono disponibili solo gli intervalli predefiniti (7, 30, 90 e 180 giorni). Gli utenti potranno anche fissare le cartelle preferite nella parte superiore del pannello di navigazione.
Nei prossimi mesi arriverà una card con i dettagli dei meeting e nuove opzioni per filtri e ordinamento. Microsoft migliorerà anche Copilot. Sarà possibile riscrivere solo una parte del testo, invece dell’intera email. L’assistente potrà creare inviti alle riunioni analizzando il thread e precompilando tutte le sezioni. Una specifica funzionalità consentirà di generare un breve riassunto delle conversazioni su un argomento.
Altre novità in arrivo (molte entro fine 2024) sono le caselle di posta condivise, il supporto per gli add-in, la crittografia S/MIME, la condivisione locale dei file Office (ad esempio Word e PowerPoint), la registrazione dei video, la creazione di newsletter e la programmazione dei meeting con Copilot.
Addio a Posta e Calendario su Windows: tutti sul nuovo Outlook
articolo: https://www.punto-informatico.it/addio-posta-calendario-windows/
Il mese scorso, Microsoft ha celebrato quello che ritiene un successo per il nuovo Outlook (basato su outlook.com), affermando che milioni di persone lo hanno già installato, scegliendolo per sostituire Posta e Calendario (Mail and Calendar nella versione inglese). Ora, arriva la conferma dell’intenzione di rendere quest’ultima applicazione obsoleta. Sarà abbandonata, forzando di fatto il passaggio all’alternativa che la software house ha intenzione di promuovere.
Windows 11: Microsoft forza l’addio Posta e Calendario – Come riportato dalla redazione del sito Windows Latest (da cui abbiamo prelevato lo screenshot qui sotto), l’ultimo aggiornamento distribuito porta con sé un messaggio che comunica l’avvicendamento: Outlook sta rimpiazzando Posta e Calendario su Windows
.

L’opzione utile per disabilitare il nuovo Outlook e continuare a utilizzare Posta e Calendario, è stata spostata all’interno delle impostazioni. Attivandola, però, l’effetto sarà solo temporaneo: la prossima volta che proverai ad aprire
Posta e Calendario, si aprirà il nuovo Outlook
.
L’addio definitivo è pianificato più avanti nel corso dell’anno: Nel 2024, Outlook sostituirà Posta e Calendario su Windows, puoi tornare indietro per ora, ma sarai reindirizzato al nuovo Outlook in futuro
. Insomma, il destino è segnato.
In un documento del supporto ufficiale aggiornato il 28 maggio, Microsoft chiarisce che, se l’utente non accetta di passare al nuovo Outlook, può liberamente prendere in considerazione lo switch a un altro client di posta elettronica, accettando così il rischio di favorire la migrazione verso un’alternativa di terze parti.
Se non si è interessati a provare il nuovo Outlook per Windows, è possibile interrompere l’uso di Windows Posta e Calendario e gestire invece la posta elettronica e il calendario tramite l’applicazione di posta sul Web del servizio o un altro client di posta elettronica … se non si vuole usare il nuovo Outlook per Windows dopo averlo provato, è necessario passare a un’altra applicazione entro la fine del 2024.
<<<<<<<<<<<<Windows 11 23H2 e 24H2: nuove build preliminari>>>>>>>>>>>>>

Windows 11 23H2 e 24H2: nuove build preliminari
articolo: https://www.punto-informatico.it/windows-11-23h2-24h2-nuove-build-preliminari/
Microsoft ha annunciato la disponibilità della build 22635.4010 (KB5041869) di Windows 11 23H2 nel canale Beta del programma Insider che include due novità per sistem tray e barra delle applicazioni, oltre ad una nuova versione di Paint (la corrispondente versione 3D verrà rimossa dallo store a novembre). La build 26120.1350 (KB5041871) di Windows 11 24H2 per il canale Dev include invece novità per gli installer MSIX e Windows Share. La funzionalità BitLocker verrà automaticamente attivata durante l’installazione del sistema operativo.
Novità per Windows 11 23H2 – Nell’area all’estremità destra della barra delle applicazioni (nota come system tray) viene attualmente mostrata la data completa (giorno, mese e anno). Per fare spazio può essere nascosta, ma Microsoft offrirà una soluzione intermedia. Nella build 22635.4010 di Windows 11 23H2 è presente l’opzione per mostrare solo giorno e mese, oltre all’orario. La novità era stata annunciata con la build 22635.3930, ma temporaneamente eliminata nella build 22635.3936.
Con la build 22635.4000 è stata introdotta la possibilità di vedere la jump list delle app posizionando il puntatore del mouse sull’icona dell’app (chiusa) nella barra delle applicazioni. Gli utenti possono ora disattivare la funzionalità in Impostazioni > Personalizzazione > Barra delle applicazioni > Comportamenti della barra delle applicazioni.
La nuova versione 11.2406.36.0 di Paint permette di usare i pulsanti delle stilo per le operazioni di cancellazione e selezione degli oggetti. Microsoft ha avvisato gli utenti che Paint 3D non sarà più disponibile sullo store e non riceverà più aggiornamenti dal 4 novembre 2024.
Novità per Windows 11 24H2 – Anche la build 26120.1350 di Windows 11 24H2 include due novità. Quando gli utenti usano un’installer MSIX localmente o dal web, SmartScreen verificherà la fonte e mostrerà un avviso di sicurezza.
Windows Share consente invece di condividere contenuti con uno smartphone Android nelle vicinanze (devono essere installate le app Collegamento al telefono su PC e Collegamento a Windows su smartphone).
Per quanto riguarda BitLocker, Microsoft ha comunicato due modifiche. Sono stati eliminati i requisiti per Hardware Security Test Interface (HSTI) e Modern Standby, quindi la funzionalità è supportata da un numero maggiore di dispositivi.
A partire da Windows 11 24H2 verrà inoltre attivata automaticamente durante l’installazione del sistema operativo, quindi verranno cifrate tutte le unità di storage, se sono rispettati i requisiti minimi, tra cui TPM, UEFI Secure Boot e login con account Microsoft. Non viene attivata con l’aggiornamento a Windows 11 24H2 tramite Windows Update. Per evitare l’attivazione è possibile creare una ISO avviabile con Rufus.
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Libero Mail down, il servizio di posta elettronica fuori servizio per ore. Inaccessibile anche Virgilio Mail
Lunedì 22 Luglio 2024

Provando ad effettuare l’accesso si riceveva la pagina d’errore 504 (The request could not be satisfied)
Libero Mail fuori servizio, così come Virgilio Mail. Dalle 15.30 di oggi (22 luglio) si è verificato un nuovo pesante disservizio, a poco più di un anno dal lungo down che rese inaccessibile il celebre servizio di posta elettronica. A testimoniarlo ci sono le segnalazioni sul sito specializzato DownDetector: la situazione sembrerebbe essersi normalizzata intorno alle 18.30.
Nelle ore in cui Libero Mail era inaccessibile, provando ad effettuare l’accesso si riceveva la pagina d’errore 504 (The request could not be satisfied). Attualmente, la situazione sembrerebbe essere risolta. Italiaonline, l’azienda che gestisce le due piattaforme, non ha rilasciato al momento alcun comunicato sull’accaduto.
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19 luglio 2024
Voli sospesi e banche chiuse, computer down in tutto il mondo: cosa sta succedendo
articolo: https://www.today.it/attualita/computer-down-voli-sospesi-19-luglio-cosa-succede-cyberattacco.html

Dalle prime informazioni non si tratterebbe di un attacco cyber, ma di un problema ai servizi cloud negli Stati Uniti con ripercussioni a livello globale. Colpite soprattutto le piattaforme di Microsoft
Compagnie aeree, banche, emittenti televisive e perfino supermercati nelle ultime ore stanno subendo gravi interruzioni nelle loro infrastrutture tecnologiche. Dalle prime informazione sembra che non si tratti di un cyberattacco quanto piuttosto di un problema alle piattaforme di Microsoft. Le interruzioni sono iniziate intorno all’1 della notte tra il 18 e il 19 luglio, ora italiana. L’interruzione sembra interessare i computer Windows a livello globale.

Nel Regno Unito Sky News non è stato in grado di trasmettere la diretta televisiva del mattino e anche la borsa di Londra sta registrando criticità con il proprio servizio di notizie normative (Rns) a causa di problema tecnico globale di terze parti “che impedisce la pubblicazione di notizie su http://www.londonstockexchange.com“. “I team tecnici stanno lavorando per ripristinare il servizio. Altri servizi in tutto il gruppo, tra cui il London Stock Exchange, continuano a funzionare normalmente“, spiega la borsa in una nota.
Gli aeroporti più colpiti – I disagi maggiori si registrano in Australia con voli aerei sospesi, supermercati nel caos e reti di trasmissione a singhiozzo. A terra le principali compagnie aeree statunitensi tra cui American Airlines, Delta Airlines e United Airlines. Voli interrotti completamente all’aeroporto di Berlino a causa di “un guasto tecnico“; forti ritardi nelle partenze anche in Spagna, e all’aeroporto Schipol di Amsterdam, ad Eindhoven e Bruxelles. In tilt treni e aeroporti anche in Regno Unito. Lunghe file allo scalo londinese di Stansted, dove “i voli continuano ad essere operati normalmente” ma i check-in vengono effettuati manualmente. Una procedura d’emergenza segnalata sui social in varie altre parti del mondo – come in India – evidenziando la dimensione globale del fenomeno.

L’aggiornamento “buggato” di Crodwstrike – Microsoft ha dichiarato di star affrontando “l’impatto persistente” delle sue applicazioni e servizi 365 che si trovano in uno “stato degradato“. I tecnici “stanno indagando su un problema che influisce sulla capacità degli utenti di accedere a varie app e servizi Microsoft 365″, ha fatto sapere la società, secondo cui i disagi sarebbero legati a problemi con i servizi cloud negli Stati Uniti con ripercussioni su molte delle sue app e servizi. In particolare, la causa sarebbe un aggiornamento “buggato” rilasciato dal fornitore di cybersecurity “CrowdStrike“, una società americana di sicurezza informatica. Il bug nell’aggiornamento avrebbe quindi
L’agenzia per la cybersicurezza è intervenuta affermando di star “supportando sul piano tecnico, fornendo consigli ed assistenza, alle aziende ed alle amministrazioni italiane che stanno risentendo dei guasti informatici causati dal malfunzionamento del software Crowdstrike“.
Il gruppo Ferrovie dello Stato fa intanto sapere che i ritardi sulla linea Trenitalia Roma-Firenze non sono dovuti al down di Microsoft.
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19 luglio 2024
Computer down in tutto il mondo, non è un cyberattacco
L’aeroporto di Berlino si aggiunge all’elenco degli scali che segnalano ritardi dovuti a “guasto tecnico” nei loro sistemi IT
Banche, media e compagnie aeree stanno subendo gravi interruzioni nelle loro infrastrutture tecnologiche. Voli bloccati all’aeroporto di Sydney, sospesi quelli della United Airlines, mentre alla Borsa di Londra si verificano interruzioni della sua piattaforma di scambi. Non sembra si tratti di un cyberattacco quanto piuttosto di un problema alle piattaforme di Microsoft che infatti ha intrapreso “azioni di mitigazione“, riferisce l’agenzia di stampa Afp.
Le interruzioni sono iniziate intorno all’una della scorsa notte ora italiana. La società afferma che sta indagando sui problemi con i servizi cloud negli Stati Uniti e su un problema che incide su molte delle sue app e servizi.
Da Microsoft Azure, la piattaforma di cloud computing per la gestione di applicazioni e servizi, hanno confermato sui social network che si registravano problemi e che si stava indagando e lavorando per risolverli. Questa interruzione del software legato ai sistemi Microsoft ha causato, nel caso della Spagna, della Germania e dell’Australia alterazioni nei sistemi degli aeroporti, che hanno avvertito della possibilità di ritardi.
A causa di problemi nei servizi cloud nella regione centrale degli Stati Uniti, ieri sera la compagnia aerea low cost americana Frontier Airlines ha comunicato la cancellazione di diversi voli e la sospensione temporanea delle operazioni a causa di problemi di prenotazione, di ‘check-in‘, di accesso alla carta d’imbarco. Tuttavia, un paio d’ore fa la compagnia aerea ha annunciato sul social network X che i suoi sistemi si stavano gradualmente normalizzando e che erano in procinto di riprendere le operazioni di volo.
L’aeroporto di Berlino si aggiunge all’elenco degli scali che segnalano ritardi dovuti a “guasto tecnico” nei loro sistemi IT. Lo scalo della capitale tedesca ha pubblicato su X che sta riscontrando ritardi nei check-in. Dalla Spagna, riferisce la Bbc, vengono segnalazioni di problemi in tutti gli aeroporti del Paese. “Stiamo lavorando per risolverli il prima possibile. Nel frattempo, le operazioni continuano con sistemi manuali“, afferma il gestore aeroportuale spagnolo.
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Windows 11 24H2 ritirato dal canale Release Preview
articolo: https://www.punto-informatico.it/windows-11-24h2-ritirato-canale-release-preview/

Con una decisione imprevista e dall’effetto temporaneo, Microsoft ha scelto di non rendere più disponibile la versione di anteprima dell’aggiornamento 24H2 per Windows 11 all’interno del canale Release Preview del programma Insider. La software house non ha confermato il motivo, ma con tutta probabilità è da ricercare nella presenza di bug e problemi piuttosto gravi segnalati dagli utenti.
Il canale Release Preview perde Windows 11 24H2 – La fase di test riprenderà nelle prossime settimane, solo dopo aver apportato le correzioni necessarie. Il pacchetto, lo ricordiamo, sarà pubblicato per tutti nella seconda metà dell’anno (indicativamente nei mesi di settembre od ottobre), rappresentando l’update più importante del 2024 per il sistema operativo. Porterà con sé funzionalità inedite come Recall, abbandonando al tempo stesso definitivamente caratteristiche obsolete come l’assistente virtuale Cortana, il codec audio AC-3 e WordPad.
Il programma Insider di Windows 11, quello che permette agli utenti di ricevere in anteprima le nuove build della piattaforma, è strutturato in tre canali: Dev, Beta e Release Preview. Quest’ultimo (che ha accolto 24H2 il 22 maggio), il più stabile, rappresenta lo step precedente al rollout di un aggiornamento nella sua versione definitiva. Solitamente,
La conferma del ritiro è giunta da una nota aggiunto sul blog ufficiale a un post delle scorse settimane. Eccola in forma tradotta.
- Stiamo temporaneamente mettendo in pausa la distribuzione della versione 24H2 di Windows 11 nel canale Release Preview. Riprenderemo il rollout nelle prossime settimane.
Come già scritto, si tratta con tutta probabilità di una decisione presa da Microsoft dopo aver analizzato le tante segnalazioni relative ai bug incontrati dagli utenti. In seguito all’installazione, molti hanno visto comparire una finestra di errore RunDLL (la software house ne è a conoscenza), altri si sono trovati a dover fare i conti con il blocco di applicazioni come Word e con il crash dei giochi Steam durante l’esecuzione.
Windows 11 24H2 dirà addio al codec audio AC-3

L’arrivo di Windows 11 24H2, previsto per la seconda parte dell’anno, escluderà il codec audio AC-3 dalla piattaforma: non sarà più preinstallato. Noto anche come Dolby Digital, è stato introdotto nell’ormai lontano 1986 da Dolby Laboratories per ridurre la dimensione dei file mediante compressione, senza comprometterne in modo eccessivo la qualità. Solitamente è associato ai file in formato .ac3.
Il codec audio AC-3 fuori da Windows 11 24H2 – In un documento del supporto ufficiale pubblicato da Microsoft si legge che Nelle versioni di Windows precedenti a Windows 11 24H2, il codec AC-3 è incluso
. La conseguenza è diretta: con l’arrivo del prossimo grande aggiornamento destinato al sistema operativo, la componente sarà rimossa.
- A partire da Windows 11 24H2, il codec AC-3 non è più incluso in Windows. Ciò nonostante, molti produttori di dispositivi preinstalleranno un codec AC-3. In questi casi, sarete ancora in grado di riprodurre i file creati con il codec audio AC-3.
Per molti, la rimozione del codec da Windows 11 24H2 non comporterà alcuna conseguenza negativa, essendo ormai poco utilizzato. Altri si troveranno invece impossibilitati a riprodurre i file audio con le applicazioni preinstallate. Sarà comunque possibile affidarsi a lettori multimediali di terze parti come VLC o MPV che lo integrano.
Quella di AC-3 non sarà l’unica esclusione eccellente dall’aggiornamento in arrivo in autunno. Microsoft ha deciso di far saltare le teste anche di Cortana e WordPad, da lungo tempo presenti nel sistema operativo.
Ecco l’elenco completo dei codec audio e video che troveranno posto in Windows 11 24H2. O, per meglio dire, 2024 Update. Altri potranno essere scaricati sotto forma di estensioni dallo store ufficiale, come nel caso di AV1.
Audio
- MPEG-1, MPEG-2 (MP3, MP2);
- Advanced Audio Coding (AAC, M4A);
- Free Lossless Audio Codec (FLAC);
- Apple Lossless Audio Codec (ALAC);
- Waveform (WAV);
- Windows Media Audio (WMA);
- 3GP, 3G2;
- Adaptive Multi-Rate (AMR).
Video
- MPEG-4, H.264;
- H.263;
- VC-1;
- Windows Media Video (WMV);
- DV;
- VP8;
- Motion JPEG.
Fonte: Microsoft
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Chrome, modalità Incognito: Google distruggerà i dati raccolti
articolo: Chrome, modalità Incognito: Google distruggerà i dati raccolti (punto-informatico.it)
Con l’obiettivo di porre fine a una causa legale avviata da una class action nel 2020, Google ha accettato di distruggere i dati degli utenti raccolti senza la loro esplicita autorizzazione, durante la navigazione con la modalità Incognito di Chrome. Secondo l’accusa, il gruppo di Mountain View avrebbe effettuato un’operazione di tracciamento pur non avendone ottenuto il consenso, facendo credere che il browser non acquisisse alcuna informazione una volta attivata la funzionalità.
Browser e modalità Incognito: il caso Chrome – Più nello specifico, il dito è stato puntato nei confronti del gruppo di Mountain View per non esser stato abbastanza trasparente nello spiegare la natura di quanto collezionato, inclusi gli indirizzi dei siti Web visitati.
L’accordo siglato è stato depositato nella giornata di ieri presso una corte federale di San Francisco. Stabilisce alcuni accorgimenti che bigG si impegna a introdurre (o che ha già introdotto) nel nome di una maggiore chiarezza. Tra questi, uno prevede di mettere ben in evidenza la tipologia dei dati raccolti durante la navigazione in Incognito di Chrome. Ci sarà poi, per tutti, un’opzione dedicata alla disabilitazione dei cookie di terze parti. Si tratta di uno slide, da attivare o disattivare in un click, già presente nella versione finale, come visibile nello screenshot qui sotto.

Non sono al momento stati stabiliti indennizzi per chi ha aderito alla class action. Chiunque sarà però autorizzato a presentare un reclamo (almeno negli Stati Uniti). Per ora, sono circa 50 coloro che hanno scelto di farlo in California.
José Castañeda, portavoce di Google, ha dichiarato che la società è felice di poter
eliminare vecchi dati tecnici
. Ha inoltre sottolineato che le informazioni salvate non sono mai state associate a utenti specifici. In altre parole, secondo l’azienda le cause intentate individualmente sarebbero prive di merito.
La pratica di tracciamento oggetto della causa legale, stando agli avvocati che l’hanno promossa, avrebbe preso il via nel giugno 2016.
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Chrome sotto attacco hacker, Google consiglia di aggiornare subito
articolo: Cosa succede a Chrome e perché Google consiglia di aggiornare subito l’app (adnkronos.com)

La vulnerabilità è stata scoperta il 24 novembre da due ricercatori di sicurezza che lavorano all’interno del Gruppo di Analisi delle Minacce (TAG) di Google
Novità da Google. Un importante aggiornamento di sicurezza è ora disponibile per alcuni utenti di Chrome su Mac, Linux e Windows, al fine di correggere una vulnerabilità che potrebbe rendere i sistemi vulnerabili a furti di dati e altri attacchi informatici. Martedì, Google ha confermato in un aggiornamento sul blog di Chrome di essere “consapevole dell’esistenza di un exploit per CVE-2023-6345 nel mondo reale“. La vulnerabilità è stata scoperta il 24 novembre da due ricercatori di sicurezza che lavorano all’interno del Gruppo di Analisi delle Minacce (TAG) di Google. Google non ha ancora rilasciato molti dettagli sull’exploit CVE-2023-6345, ma ciò è normale. Non è chiaro da quanto tempo la vulnerabilità fosse attivamente sfruttata prima della sua scoperta la settimana scorsa.
La vulnerabilità CVE-2023-6345 potrebbe consentire agli hacker di accedere a distanza ai dati personali e di implementare codice malevolo. Quello che sappiamo è che CVE-2023-6345 colpisce Skia, la libreria grafica 2D open-source all’interno del motore grafico di Chrome. Secondo le note sull’aggiornamento di Chrome, l’exploit ha consentito ad almeno un hacker di “effettuare potenzialmente un’uscita dalla sandbox tramite un file malevolo”. Le uscite dalla sandbox possono essere utilizzate per infettare sistemi vulnerabili con codice malevolo e rubare dati sensibili degli utenti.
Se il vostro browser Chrome è già impostato per aggiornarsi automaticamente, potrebbe non essere necessario intraprendere alcuna azione. Per tutti gli altri, vale la pena aggiornare manualmente all’ultima versione (119.0.6045.199 per Mac e Linux e 119.0.6045.199/.200 per Windows) nelle impostazioni di Google Chrome per evitare che il sistea rimanga esposto. Google afferma che la correzione verrà distribuita “nei prossimi giorni/settimane“, quindi potrebbe non essere immediatamente disponibile per tutti al momento.
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Problemi anche su Windows 10: l’ultimo Patch Tuesday fa impazzire alcuni utenti

Alcuni utenti di Windows 10 hanno segnalato malfunzionamenti e problemi dopo aver installato il pacchetto di aggiornamento KB5026361 rilasciato in occasione del Patch Tuesday di maggio
Windows 10 è considerato come il sistema operativo Microsoft meno problematico, dal momento che non vengono più apportate modifiche in termini di funzionalità. Eppure l’ultimo Patch Tuesday ha generato non pochi grattracapi per alcuni utenti, che hanno segnalato online diversi problemi insorti nel tentativo di aggiornare il proprio OS con gli ultimi fix.
Il pacchetto KB5026361 è stato rilasciato il 9 maggio e ha sistemato alcuni problemi di sicurezza su Windows 10 introducendo al contempo nuovi bug. Stando a quanto riportano gli utenti del sistema operativo su Reddit e sul Feedback Hub di Microsoft, l’aggiornamento infatti non avviene in maniera del tutto fluida, provocando schermate blu e altri grattacapi.
Windows 10, Patch Tuesday di maggio da dimenticare fra BSOD e altri problemi – Il maggior numero di segnalazioni riguarda le famigerate schermate blu della morte che segnalano agli utenti degli OS Microsoft un errore irreversibile. In questo caso le BSoD (Blue Screen of Death) si presentano con l’errore “PROCESS1 INITIALIZATION FAILED”. In un vecchio documento di supporto Microsoft (relativo a Windows 7, però) si legge che il problema può derivare da una corruzione o da altre anomalie nel file Bootcac.cache.
La soluzione fornita da Microsoft nel documento richiede il riavvio del sistema con una delle modalità di ripristino del computer e la cancellazione del file. Altri utenti online hanno riportato di aver risolto riavviando il sistema con un drive USB contenente l’immagine di installazione di Windows 10, ed eseguendo manualmente i driver AMD RAID attraverso il Prompt dei comandi.
Quello delle BSoD non è l’unico problema innescato dal Patch Tuesday di maggio su Windows 10: alcuni utenti hanno infatti ricevuto il codice di errore 0x800f0922 durante il tentativo di aggiornamento, mentre altri hanno segnalato riavvii random dopo l’installazione e crash generici. Microsoft non ha ancora risposto a riguardo delle ultime segnalazioni ma, considerando che i sistemi operativi Windows vengono installati su un parco macchine estremamente eterogeneo con hardware potenzialmente molto diverso, non è raro che l’installazione degli aggiornamenti comporti un rischio (spesso trascurabile, ma non sempre).
Una soluzione temporanea è nella stragrande maggioranza dei casi eliminare l’ultimo pacchetto di aggiornamento installato, o attivare la funzione Ripristino di sistema in modo di avere sempre la possibilità di ripristinare il sistema con le ultime impostazioni perfettamente stabili in caso si manifestassero dei gravi malfunzionamenti.
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Cosa succede a Gmail dall’1 dicembre e cosa rischia il tuo account (spoiler: probabilmente nulla)

A partire dall’ultimo mese del 2023, Google potrebbe iniziare una sorta di operazione di pulizia: come capire se il proprio account è inattivo, come si fa riattivarlo e quali sono le eccezioni alla regola
I titolo allarmistici, come spesso accade in queste occasioni, hanno iniziato a rincorrersi più o meno ovunque online, con maggiore intensità all’avvicinarsi della scadenza: c’è chi ha scritto che “La cancellazione di contenuti da Gmail e Foto inizierà dall’1 dicembre” e chi ha lasciato intendere ai lettori che “Google potrebbe eliminare il tuo account Gmail dall’1 dicembre”. Entrambe le informazioni sono scorrette, o comunque ampiamente imprecise (probabilmente di proposito).
Quel che è vero è (per esempio) quello che hanno scritto i colleghi di Mashable, spiegando che “Dall’1 dicembre Google inizierà a eliminare gli account inattivi di Gmail”.
Google e la definizione di account inattivo – Il punto è la parola “inattivi”, perché sono questi i profili che sono nel mirino dell’azienda di Mountain View: secondo quanto spiegato, un account inattivo è “un account che non è stato utilizzato per un periodo di 2 anni”, quello che potrebbe succedere è che “se un account rimane inattivo per almeno 2 anni, Google si riserva il diritto di eliminare l’account, le relative attività e i suoi dati” e appunto “l’1 dicembre 2023 è la prima data possibile in cui un account Google verrà eliminato per questo”.
Riassumendo: se un account Google (o un account Gmail, che è poi la stessa cosa) resta inattivo per almeno 2 anni, l’azienda si riserva il diritto di eliminarlo, cancellando tutti i dati a esso collegati, dunque comprese le mail, le immagini archiviate su Foto e i file salvati su Drive. Questa cosa viene fatta sia per ragioni di spazio di archiviazione (nel mondo ci sono 1,8 miliardi di account Gmail, che salgono a 2 miliardi sovrapponendo quelli Foto) sia soprattutto per questioni di sicurezza, perché gli account inattivi, trascurati o le cui credenziali sono state dimenticate possono essere facilmente preda dei criminali informatici.
Le azioni che servono per tenere attivo un account – Come forse si capisce, evitare l’operazione di pulizia di Google non è difficile: basta accedere all’account e fare qualche attività almeno una volta ogni 24 mesi (o averla fatta almeno una volta negli ultimi 24 mesi).
Per chi usa con regolarità Gmail o altre app di Google, questo non è evidentemente un problema: il semplice utilizzo quotidiano è sufficiente per fare capire all’azienda che l’account è attivo. Invece, chi avesse più account o avesse un unico account cui accede raramente, dovrebbe ricordarsi di collegarsi e agire almeno una volta entro l’1 dicembre. Google ha fra l’altro un elenco ben preciso di quello che contribuisce a rendere un account attivo: leggere o inviare una mail, usare Google Drive, guardare un video su YouTube, condividere una foto (su Foto), scaricare un’app dal Play Store, fare una ricerca su Google, usare la funzionalità Accedi con Google per collegarsi a un’app o un servizio di terze parti. Tutto questo, ovviamente, va fatto dopo avere fatto login al profilo che si intende salvare dall’oblio.
Le eccezioni: account attivi anche se sono inattivi – C’è un ulteriore motivo per cui i titoli allarmistici hanno poca ragione di essere: Google stessa prevede alcune eccezioni alla regola, nel senso che “un account viene considerato attivo anche se non è stato utilizzato per un periodo di 2 anni” se si verificano alcune condizioni:
- l’account è stato usato per acquistare un prodotto, un’app, un servizio o abbonamento Google attivo o in corso;
- l’account contiene una carta regalo con un saldo in denaro;
- l’account possiede un’applicazione o un gioco pubblicati cui sono associati abbonamenti attivi in corso o transazioni finanziarie attive (per esempio, un account che risulta proprietario di un’app sul Play Store);
- l’account gestisce un account ancora attivo di un minorenne attraverso Family Link (cos’è?);
- l’account è stato usato per acquistare un articolo digitale, come per esempio un libro o un film.
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“Anch’io sto disattivando”: la bufala su Facebook che sta ingannando migliaia di utenti
articolo: “Anch’io sto disattivando”: la bufala su Facebook che sta ingannando migliaia di utenti (today.it)

No, il social network non addebiterà 4,99 dollari al mese agli iscritti come si legge in un post sgrammaticato che ha ripreso a circolare in questi giorni
L’ennesima bufala corre su Facebook. Non è la prima e non sarà l’ultima. Il messaggio è scritto in un italiano stentato e invita gli utenti a non concedere autorizzazioni a Meta – la società proprietaria del social nerwork – “ad utilizzare foto e dati personali” di chi è iscritto alla piattaforma. Questo l’incipit del testo: “Anch’io sto disattivando! Così ora lo stanno facendo, appena annunciato su Channel 4 News. Facebook addebiterà a tutti gli utenti a partire da lunedì. Puoi fare un’opt-out facendo questo. Tieni il dito su questo messaggio e copialo. Non si può condividere. Non do il permesso a Facebook di addebitare 4,99 dollari al mese sul mio account, anche; tutte le mie foto sono di mia proprietà e NON di Facebook!“.

Come detto si tratta di una fake news perché Facebook non intendere addebitare alcun costo agli utenti. Ci sarà – è vero – una versione a pagamento del popolare social network, ma sarà rivolta solo a chi è disposto a pagare per non vedere pubblicità. Per tutti gli altri utenti l’accesso alla piattaforma dunque resterà gratis. Quanto alla dibattuta questione della privacy non è certo condividendo un messaggio sgrammaticato sulla propria bacheca che si tuteleranno i propri dati personali. La bufala d’altra parte non è nuova, anzi sembra risalire al 2009, ma ultimamente ha ripreso vigore. Forse dopo la decisione di Meta di lanciare anche un piano di abbonamenti. Resta il fatto che la “catena di Sant’Antonio” sta facendo molte vittime tra gli utenti del social e non sono pochi – purtroppo – coloro che ci sono cascati.
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Cybersecurity e phishing: come gestire il proprio account di posta elettronica
articolo: https://www.today.it/tech/cybersecurity-phishing.html
Collocata al 5° posto della classifica per furto di account email, l’Italia si dimostra ancora vulnerabile sotto il profilo della sicurezza della corrispondenza elettronica
Oggi avere un account postale e, di conseguenza, un indirizzo mail, non significa più solo poter comunicare con gli altri, ma anche usufruire di numerosi servizi come lo shopping online, abbonamenti a servizi pubblici e privati, fino all’home banking e ai pagamenti digitali.
Alla luce dei dati che vedono l’Italia al 5° posto della classifica per furto di account email, HWG Sababa ribadisce l’importanza di tutelare le credenziali di accesso, l’indirizzo e la password e fornisce dei consigli preziosi per non cadere nella trappola del phishing. Si tratta di una tecnica subdola che prevede l’invio di e-mail apparentemente legittime alle vittime scelte, ingannandole in modo che rivelino informazioni personali, attivino link dannosi o scarichino allegati infetti.
Per riconoscere una potenziale mail di phishing non sono necessarie particolari conoscenze tecniche, ma solamente un po’ di accortezza. Di seguito una lista di suggerimenti da seguire per evitare brutte sorprese e proteggersi da minacce sempre più numerose.
1 – Fare attenzione a mail che chiedono di eseguire un’azione in modo urgente, come ad esempio fare un bonifico ad un IBAN sconosciuto o fornire dati personali per sbloccare la ricezione di un pacco.
2 – Controllare se una mail contiene errori grammaticali o errori di sintassi all’interno dell’oggetto o nel testo.
3 – Verificare il dominio dell’indirizzo mail: se risulta strano, molto lungo o scritto in modo non corretto, è consigliabile verificarlo confrontandolo, se possibile, con altri recapiti conosciuti.
Ad esempio, se lavoriamo in un’azienda chiamata Circle e arriva una mail da nome.cognome@circle.mnbvcxz.com, potrebbe essere in atto un tentativo di truffa da parte del mittente. Lo stesso vale anche per mail ricevute su indirizzi privati.
4 – Diffidare da richieste di credenziali o informazioni riservate come i dati di una carta di credito oppure i codici di accesso all’home banking.
5 – Prestare attenzione a link o allegati sospetti. Uno dei metodi più comuni per infettare un computer è quello di utilizzare file pdf o Excel, che, una volta aperti eseguono un codice malevolo che distribuisce il malware. Nel caso di dubbio, non aprire questi file è la scelta migliore per garantire la sicurezza dei propri dispositivi.
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Windows 10: aggiornamento a sorpresa per Esplora file
articolo: https://www.punto-informatico.it/rilasciato-ufficialmente-kernel-linux-6-5-ecco-le-novita/
Sebbene Microsoft avesse dato comunicazione del fatto che Windows 10 non avrebbe più ricevuto aggiornamenti di rilievo per l’aggiunta di nuove funzionalità, nel corso degli ultimi giorni il penultimo sistema operativo dell’azienda di Redmond è stato comunque interessato da un update che ha implementato una nuova feature per Esplora file.
Windows 10: nuovo pulsante per il backup in Esplora file – Andando più in dettaglio, l’aggiornamento opzionale di agosto per Windows 10, quello siglato come KB5029331, ha permesso di ottenere la nuova app Backup, ma anche, per l’appunto, un nuovo pulsante “Avvia backup” in Esplora file per il backup di documenti, immagini ecc su OneDrive.
Il pulsante, visibile nella parte in alto a destra della schermata di Esplora file, qualora cliccato permette di avviare la funzione di OneDrive per l’esecuzione del backup delle cartelle importanti sul computer, assicurando pertanto che i file degli utenti siano sempre sincronizzati con il servizio di cloud storage.
Da tenere presente che Microsoft non ha ancora annunciato ufficialmente l’implementazione del nuovo pulsante, ma è comunque possibile attivarlo mettendo in pratica la seguente procedura, da attuare dopo aver installato l’aggiornamento dell’OS e la versione più recente dell’app OneDrive.
- Scaricare ViVeTool ed estrarlo in una cartella a piacere.
- Avviare il Prompt dei comandi come amministratore e passare alla directory contenente i file ViVeTool utilizzando il comando
CD(es.CD C:\vive). - Digitare
vivetool /enable /id:40950986e premere Invio. - Riavviare il computer.
Dopo aver compiuto i passaggi appena indicati, avviando Esplora file e accedendo alle cartelle Documenti, Immagini, Video o Musica sarà possibile individuare il nuovo pulsante nella scheda Home della barra multifunzione.
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È sicuro utilizzare le reti aperte Wi-Fi in vacanza?
Sì, se si usano opportune accortezze. Ad esempio non accedere tramite reti Wi-Fi aperte a siti che chiedono dati sensibili
Cosa verifichiamo – È tempo di vacanze ed aumenta la probabilità che una volta fuori casa si possano utilizzare le reti Wi-Fi aperte di un ristorante, di una spiaggia o di un aeroporto. Ma è sicuro utilizzarle?
Analisi – E’ importante comprendere quali sono i potenziali rischi per la sicurezza e la privacy quando utilizziamo le reti Wi-Fi pubbliche. Il primo è che un attaccante possa catturare i dati (‘sniffing’) che sono solitamente trasmessi in chiaro tra il dispositivo e l’access point Wi-Fi, esponendo potenzialmente informazioni sensibili presenti nel traffico dati: lo spiega Pierluigi Paganini Ceo di Cyberhorus e professore di Cybersecurity presso l’Università Luiss Guido Carli. Un attaccante, infatti, potrebbe condurre un attacco di Man-In-the-Middle, ovvero frapporsi tra l’utente e l’access point ed in questo scenario intercettare il traffico dai dispositivi, leggerne il contenuto, ivi compresi dati sensibili, per poi inoltrarlo alla legittima destinazione.
Un’altra forma di attacco – aggiunge Paganini – potrebbe prendere di mira tutti i dispositivi connessi alla rete aperta sfruttando una vulnerabilità nel sistema operativo dei dispositivi o nelle applicazioni installate se i sistemi non sono aggiornati. Altro possibile pericolo è rappresentato da hot-spot malevoli creati da un attaccante in un luogo pubblico. Si tratta di reti Wi-Fi aperte con un nome simile a quello presente nel luogo in cui ci si trova e che per questo motivo possono ingannare l’utente che vi si connette ignaro del pericolo. Se ci troviamo in ristorante di nome Il Tagliere, ad esempio, e la rete Wi-Fi aperta ha nome “Il_Tagliere_Guest,” un attaccante potrebbe creare una rete dal nome “Il_Tagliere_WIFI_Free”. Da quel momento l’attaccante potrà spiare l’attività dell’utente connesso all’hot-spot. Altro pericolo è relativo all’infezione da malware che potrebbero essere inoculati dall’attaccante ai dispositivi connessi alla rete.
Noti i rischi che si incorrono nell’uso di reti Wi-Fi aperte è quindi importante condividere alcune buone norme di comportamento che mettono gli utenti al riparo. Il primo suggerimento è non accedere attraverso reti Wi-Fi aperte a siti web che ci chiedano di fornire dati sensibili. Utilizzare una connessione VPN (Virtual Private Network) per cifrare il traffico e proteggerlo da occhi indiscreti. Navigare se possibile solo su siti che espongono un certificato SSL, i siti che supportano il protocollo HTTPS garantiscono che il contenuto del traffico degli utenti che vi accedano non sia visibile ad altri utenti che condividono la medesima rete. Mantenere sempre il dispositivo aggiornato installando le patch di sicurezza ed installare software antivirus. Disattivare la condivisione nelle preferenze del sistema quando ci si connette alla rete Wi-Fi in un luogo pubblico per evitare che accidentalmente si condividano dati con altri utenti connessi alla rete, ivi incluso un attaccante. Si suggerisce, infine, di configurare le impostazioni wireless dei dispositivi affinché non si connettano automaticamente agli hotspot pubblici disponibili. Disabilitare allo scopo la funzione ‘Connetti automaticamente’ dei dispositivi. Infine, è buona norma verificare sempre il nome della rete a cui ci si connette per esser certi che sia quella messa a disposizione del gestore del luogo e non una creata ad hoc da un attaccante con le modalità descritte in precedenza.
Conclusioni – Usare le reti Wi-Fi pubbliche in un’era interconnessa può essere un vantaggio anche dal punto di vista professionale. Ma è necessario essere consapevoli dei rischi e installare e mantenere sempre in funzione un’efficace soluzione di sicurezza che possono eseguire scansioni continue anti-malware e sui file. Con grande attenzione si può evitare che i propri preziosi dati personali e di lavoro diventino un bersaglio degli hacker.
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Postel, attacco hacker ransomware alla società del gruppo Poste Italiane: chiesti 500 mila dollari per i dati
La gang ransomware Medusa ha colpito a Ferragosto prendendo possesso di un’ingente quantità di dati personali dei dipendenti della società satellite del gruppo Poste italiane. La replica: «Verificata la completa disponibilità degli archivi di backup dei sistemi per una completa azione di recupero»
Ferragosto difficile per Postel S.p.a., società satellite del gruppo Poste italiane specializzata in direct marketing, gestione dei documenti, conservazione digitali, fatturazione elettronica e servizi di archivio, vittima di un attacco hacker per mano del gruppo di cybercriminali Medusa. Come la stessa gang ransomware ha rivendicato, nelle loro mani ci sarebbero una quantità ingente di dati appartenenti ai dipendenti della società (lo ha specificato l’esperto di protezione dei dati Christian Bernieri in un tweet dopo aver visionato le anticipazioni dei dati), abilitazioni Spid, oltre a informazioni sulle assunzioni regolate dalla legge 104 per persone affette da disabilità, cedolini e altre informazioni sul contagio da Covid.
Il prezzo da pagare per rientrare nel possesso di questi dati è piuttosto alto: Medusa ha chiesto a Postel un riscatto di 500 mila dollari, a cui si devono sommare 10 mila dollari al giorno per posticipare di 24 ore la scadenza. Il termine entro cui adempiere è di otto giorni e decorre dal 15 agosto, pena: la divulgazione di tutti i dati rubati.
La nota di Postel – Poste italiane ha reagito all’accaduto divulgando una nota, inviata anche al Corriere, che recita:
«La società Postel S.p.A. ha individuato delle attività anomale sui propri sistemi, attribuibili ad un attore esterno non autorizzato. La Società ha pertanto precauzionalmente interrotto le attività produttive e l’operatività di alcuni server, nonché di alcune postazioni di lavoro distribuite sul territorio nazionale.
A fronte delle attività anomale sono state tempestivamente avviate le necessarie attività di verifica, al fine di individuare i potenziali impatti sui sistemi e intraprendere le opportune e conseguenti azioni di mitigazione e di ripristino dell’operatività.
In data 15 agosto 2023, il gruppo criminale Medusa ha rivendicato tali attività, pubblicando, sul proprio blog, la notizia di un attacco ransomware effettuato sui sistemi di Postel S.p.A.
Attualmente risultano essere stati interessati solo dati interni all’azienda.
La società ha già è parzialmente ripristinato i servizi e sta lavorando per completare velocemente il completo rispristino dei sistemi. Inoltre, è già stata verificata la completa disponibilità degli archivi di backup dei sistemi, verifica che permetterà una completa azione di recupero.
Si precisa che allo stato attuale si è proceduto al ripristino parziale di alcuni sistemi, in particolare dei sistemi business critical.
L’estromissione dai sistemi di Postel dell’attore malevolo è avvenuta prontamente in prossimità del rilevamento delle attività anomale stesse.
Nel caso ci fossero ulteriori aggiornamenti, sarà nostra cura tenere informati tutti gli stakeholder in ordine alle informazioni necessarie a tutelare i loro interessi».
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Zoom, possibile furto di password durante le videochiamate
articolo: Zoom, possibile furto di password durante le videochiamate – Future Tech – Ansa.i
Ricercatori usano l’IA per intercettare i suoni della tastiera
Un team di ricercatori ha sviluppato una nuova tecnica di attacco informatico che può rubare password e altri dati semplicemente ascoltando i tasti premuti da un utente sul computer.
Al centro di tale scenario c’è Zoom, uno dei software più famosi per videochiamate di lavoro, e non solo, da remoto.
Come riportato dal sito di esperi di sicurezza, Bleeping Computer, i ricercatori di diverse università britanniche hanno addestrato un modello di deep learning in grado di rubare dati dalle sequenze dei tasti della tastiera registrate con un microfono. Questo nuovo attacco può raggiungere una precisione del 95% quando si utilizza un microfono posizionato accanto a una tastiera e del 93% quando i tasti vengono registrati tramite Zoom o altri software di videoconferenza.
Oltre alle chiavi di sicurezza, la tecnica potrebbe essere usata anche per rubare messaggi o qualsiasi altra informazione sensibile digitata sui pulsanti di una tastiera, sia di un portatile che di un computer fisso. Affinché la prova vada a buon fine, un utente malintenzionato deve prima registrare i tasti premuti dalla tastiera di un bersaglio utilizzando un microfono nelle vicinanze o tramite uno smartphone che è stato infettato da malware. Allo stesso tempo, le sequenze di tasti possono anche essere registrate su chiamate Zoom o altre app di chat video. Per addestrare il modello di deep learning a riconoscere le sequenze di tasti in base al suono, i ricercatori alla base di questo progetto hanno raccolto dati premendo 36 tasti su un MacBook Pro 25 volte ciascuno e registrando i suoni prodotti da ogni pressione attraverso un iPhone 13 mini posizionato a pochi centimetri di distanza dal computer.
Successivamente, i ricercatori hanno usato un software di intelligenza artificiale per distinguere le onde di spettrogrammi delle registrazioni e le differenze nei suoni dei tasti premuti. In tal modo, è stato possibile classificare l’audio associandolo ognuno ad un tasto diverso, per risalire alle digitazioni sulla tastiera. Il software IA chiamato CoAtNet ha riportato una precisione del 95% utilizzando uno smartphone per registrare i suoni, una percentuale del 93% via Zoom e una del 91,7% su Skype.
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Iniziamo questa nuova pagina con una breve introduzione su ChatGpt, descrivendo cosa sia e i problemi relativi alla privacy.
OpenAI – GhatGPT
Articolo del 01 maggio 2023
OpenAI ha presentato il suo sistema più avanzato, chiamato GPT-4, sul proprio sito web.: https://openai.com/
Per accedere e registrarti su CATGPT, premi su “TRY CATGPT“, mentre per leggere informazioni su ChatGpt Plus, premi su “Read About ChatGPTPLus”.
Introduzione https://openai.com/blog/chatgpt:
Cos’è la ChatGPT – ChatGPT è un modello di intelligenza artificiale basato sull’architettura GPT (Generative Pre-trained Transformer) sviluppato da OpenAI. Si tratta di un sistema di elaborazione del linguaggio naturale in grado di comprendere il significato di testi scritti in diverse lingue e di generare risposte coerenti e pertinenti a domande e messaggi degli utenti.
Il modello ChatGPT è stato allenato su un vasto corpus di testi e dispone di una vasta conoscenza su svariati argomenti, che gli consente di fornire informazioni e rispondere alle domande degli utenti in modo accurato e completo.
ChatGPT può essere utilizzato in diverse applicazioni, tra cui assistenti virtuali, chatbot, motori di ricerca conversazionali e sistemi di risposta automatica. Grazie alla sua capacità di apprendere continuamente dai dati e dalle interazioni con gli utenti, il modello può migliorare costantemente le proprie prestazioni e adattarsi alle esigenze degli utenti.
ChatGpt è tornato a funzionare in Italia – OpenAI ha ripristinato l’accesso a ChatGpt dall’Italia dopo aver raggiunto un accordo con il Garante per la Privacy riguardo ai problemi più critici. L’Autorità ha pubblicato un comunicato che elenca le richieste accolte e quelle ancora da rispettare. Prima del blocco precauzionale deciso da OpenAI il 31 marzo, l’azienda ha chiarito o affrontato le questioni sollevate dall’autorità garante per la protezione dei dati personali relative a ChatGpt, come affermato in una nota dell’azienda stessa.
Se si tenta di accedere a ChatGpt da un indirizzo IP italiano, si può leggere “Benvenuti di nuovo, Italia!” seguito da un messaggio che invita gli utenti a confermare di avere almeno 18 anni o di avere il consenso dei genitori o di un tutore se hanno 13 anni o più. Successivamente, viene fornito un link alle politiche sulla privacy, che descrive come vengono raccolti e utilizzati i dati degli utenti. Ci sono alcune novità importanti riguardanti la privacy che richiedono attenzione, le quali sono riassunte in questo articolo del corriere.it/tecnologia :
Il Garante per la Privacy ha emesso un comunicato in cui vengono affrontate le modifiche alla privacy di ChatGpt:
Il comunicato del Garante (corriere.it)
Il Garante per la Privacy ha diramato un comunicato in cui si legge: “OpenAI, la società statunitense che gestisce ChatGpt, ha fatto pervenire al Garante per la protezione dei dati personali una nota nella quale illustra le misure introdotte in ottemperanza alle richieste dell’Autorità contenute nel provvedimento dello scorso 11 aprile, spiegando di aver messo a disposizione degli utenti e non utenti europei e, in alcuni casi, anche extra-europei, una serie di informazioni aggiuntive, di aver modificato e chiarito alcuni punti e riconosciuto a utenti e non utenti soluzioni accessibili per l’esercizio dei loro diritti“.

