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Giovedì 24 aprile 2025
| Come individuare una fonte di informazione affidabile |
La quantità di contenuti disponibili online continua a crescere in modo esponenziale e distinguere una fonte affidabile da una non attendibile è diventato essenziale. La facilità con cui chiunque può pubblicare notizie sul web rende necessario sviluppare strumenti critici e conoscenze di base per orientarsi tra migliaia di siti, blog e social media.
Una fonte affidabile non è solo quella che presenta contenuti ben scritti o graficamente curati: ciò che conta davvero è la verificabilità delle informazioni, la trasparenza di chi pubblica, la storia del sito e il riconoscimento da parte del pubblico o delle istituzioni.
In questo articolo analizzeremo alcuni criteri oggettivi per capire se un sito può essere considerato una fonte sicura, soffermandoci in particolare, su quattro categorie: le testate registrate, le testate di settore, i siti governativi e le enciclopedie online, per poi offrire alcune considerazioni sui social network.
Le testate registrate – Uno dei criteri fondamentali per stabilire se una fonte è attendibile consiste nel verificare se si tratta di una testata giornalistica registrata. Questo tipo di riconoscimento implica che il sito sia soggetto a normative editoriali, con obblighi precisi in termini di trasparenza e responsabilità. Non si tratta di un dettaglio tecnico: è un segnale concreto di professionalità e autorevolezza.
Per capire se una testata è registrata, basta scorrere fino al footer del sito web e cercare l’indicazione relativa alla registrazione. Qui sono solitamente elencati anche il Direttore Responsabile e il Direttore Editoriale, figure centrali nel garantire la qualità e la correttezza delle informazioni pubblicate.
Il nostro sito Italpress.com, è un esempio di testata registrata che si distingue per la serietà dell’informazione e l’accuratezza nella verifica delle fonti, nonché una delle più importanti Agenzie di Stampa Italiane attive da oltre 30 anni. Nel footer del sito è riportato il nome del Direttore Responsabile, Gaspare Borsellino, e quello del Direttore Editoriale, Italo Cucci. Questi elementi confermano che si tratta di un progetto editoriale strutturato, non improvvisato.
La presenza di una registrazione ufficiale non solo tutela il lettore, ma obbliga il sito a rispettare criteri deontologici e legali, cosa che difficilmente avviene su blog personali, forum o pagine social non regolamentate.
Le testate di settore – Un altro aspetto decisivo per valutare l’affidabilità di una fonte è la competenza specifica nel settore trattato. Esistono siti e testate che, nel corso del tempo, si sono guadagnati credibilità e autorevolezza grazie a un lavoro costante e a contenuti di alta qualità. Queste fonti sono riconoscibili perché sono specializzate e apprezzate da un pubblico ben definito.
Ad esempio, nel mondo dei motori, Quattroruote rappresenta una garanzia di qualità sia nella versione cartacea che online. Per le tematiche tecnologiche, Salvatore Aranzulla è un nome noto e seguito da milioni di utenti, grazie alla sua capacità di spiegare concetti complessi in modo semplice e affidabile. Per quanto riguarda la cucina, Giallo Zafferano e la guida Michelin sono considerati punti di riferimento consolidati. Sul fronte dell’ambiente e della sostenibilità, IdeeGreen.it, fondato da Matteo Di Felice 12 anni fa, si distingue per i contenuti aggiornati e verificati.
Un ulteriore indicatore importante è l’anzianità del dominio. Verificare da quanto tempo un sito è online può aiutare a capire se si tratta di un progetto duraturo e credibile o di un’iniziativa temporanea. Un sito attivo da anni dimostra continuità editoriale e un rapporto di fiducia con il pubblico, che raramente si costruisce in tempi brevi.
Affidarsi a testate di settore significa scegliere fonti che parlano con voce esperta e che hanno maturato una reputazione consolidata, sia tra gli addetti ai lavori che tra i lettori comuni.
I siti governativi – Tra le fonti più affidabili a cui fare riferimento ci sono senza dubbio i siti governativi. Questi portali rappresentano la voce ufficiale delle istituzioni, offrono informazioni redatte da enti pubblici e sono soggetti a controlli rigorosi prima della pubblicazione. Sono strumenti indispensabili per chi cerca dati precisi, aggiornamenti legislativi, comunicazioni sanitarie o statistiche ufficiali.
Talvolta i siti delle istituzioni pubbliche utilizzano l’estensione .gov, come nel caso di Usa.gov, sito web ufficiale del Governo degli Stati Uniti ma non è una regola universale. In Italia ad esempio il sito del Governo Italiano Presidenza dei Ministri ha l’indirizzo: https://www.governo.it/it.
Quando si consultano questi siti, si può essere certi che i contenuti siano il frutto di fonti primarie, spesso basate su documenti normativi, comunicati stampa ufficiali, dati raccolti da enti certificati come ministeri, agenzie nazionali, comuni o organismi sovranazionali.
Questi portali non solo informano, ma offrono anche strumenti pratici per il cittadino: dalla possibilità di scaricare certificati, all’accesso a servizi pubblici, fino alla consultazione di banche dati. Utilizzarli come punto di partenza per la verifica delle informazioni consente di orientarsi con maggiore sicurezza, evitando il rischio di incappare in contenuti distorti o manipolati.
Per questa tipologia di siti, soprattutto negli ultimi anni, è comunque necessario prestare attenzione a possibili affermazioni giustificate da interessi politici.
Le enciclopedie online – Le enciclopedie online rappresentano una risorsa preziosa per chi cerca informazioni di base o vuole approfondire un argomento in modo chiaro e sintetico. Questi strumenti, facilmente accessibili e gratuiti, offrono una prima panoramica utile per orientarsi su qualsiasi tema.
Tra le più utilizzate troviamo Wikipedia, una piattaforma partecipativa dove i contenuti vengono creati e aggiornati da una community globale di utenti. Nonostante l’apertura alla modifica da parte di chiunque, il sistema di controllo tra pari e la presenza di fonti citate rendono Wikipedia una risorsa spesso affidabile, soprattutto per una prima consultazione. Tuttavia, è sempre consigliabile confrontare le informazioni con altre fonti, in particolare per argomenti delicati o controversi.
Diverso è il caso di enciclopedie come la Treccani o l’Encyclopedia Britannica. In questi casi si tratta di contenuti redatti da esperti riconosciuti, con testi sottoposti a verifica editoriale prima della pubblicazione. La struttura redazionale di queste piattaforme garantisce un controllo qualitativo più rigoroso rispetto alle enciclopedie aperte.
Utilizzare più fonti enciclopediche e confrontare tra loro le informazioni può aiutare a distinguere tra semplici opinioni e contenuti realmente fondati. Affidarsi a queste piattaforme permette di acquisire una visione generale, utile per poi approfondire ulteriormente con fonti specialistiche.
I social media – Le informazioni diffuse sui social media vanno valutate con estrema cautela. Queste piattaforme, nate per favorire la condivisione rapida di contenuti, permettono a chiunque di pubblicare notizie, opinioni o presunti fatti senza alcuna verifica preliminare. È quindi fondamentale non considerare automaticamente attendibile ciò che si legge su Facebook, X (ex Twitter), Instagram o TikTok.
Il primo passo da compiere è risalire alla fonte originale del contenuto. Capire chi ha pubblicato l’informazione, se si tratta di un profilo ufficiale, di un esperto nel settore o di un utente qualunque, può fare una grande differenza. In secondo luogo, è importante verificare la veridicità della notizia confrontandola con fonti più strutturate, come testate giornalistiche, portali istituzionali o enciclopedie online.
Un altro aspetto cruciale è la responsabilità personale nella condivisione. Pubblicare o rilanciare un contenuto falso o impreciso sui propri profili può generare disinformazione e, in certi casi, danneggiare la propria reputazione digitale. L’attenzione deve crescere ulteriormente proprio nel momento in cui si decide di condividere un post, perché il rischio di fare una “figuraccia” pubblica è molto più elevato di quanto si pensi.
I social media sono strumenti potenti, ma devono essere usati con consapevolezza critica. Riconoscere una notizia infondata o manipolata è un’abilità sempre più necessaria per proteggere sé stessi e gli altri dalla diffusione di contenuti fuorvianti.
25 ottobre 2024
| Censura online: cos’è, come funziona e le strategie proattive per aggirarla |
| La libertà di espressione online, sebbene universalmente riconosciuta come diritto fondamentale, è costantemente minacciata da una serie di ostacoli e, nonostante la disponibilità di strumenti e strategie per eludere la censura, la strada per la libertà digitale si rivela un percorso irto di difficoltà. Ecco come superarli |
La censura online può essere definita come l’atto deliberato di controllare, limitare o sopprimere l’accesso all’informazione e la libera espressione su Internet.
La pratica, sempre più diffusa, rappresenta una seria minaccia per la libertà di parola e per il libero flusso di idee nel cyber spazio.
Indice degli argomenti
- Cos’è la censura online
- Strategie proattive contro la censura online
- La strada accidentata verso la libertà digitale
Cos’è la censura online – Esistono diverse tipologie di censura online, ognuna con le proprie peculiarità ed implicazioni:
- Oscuramento di siti web e piattaforme: tale tattica consiste nell’impedire l’accesso a risorse, spesso sulla base di criteri politici, sociali o morali. I bersagli comuni includono siti di notizie indipendenti, social media, piattaforme di blogging o qualsiasi risorsa online che ospiti contenuti ritenuti sensibili o non allineati a chi effettua il blocco.
- Rimozione di contenuti: questa forma di censura prevede l’eliminazione selettiva di contenuti online, come ad esempio post su social media, articoli, video o immagini.
- Sorveglianza e monitoraggio delle comunicazioni: pratica invasiva che comporta l’intercettazione e l’analisi delle comunicazioni online, e-mail, instant messaging e attività su social media, con l’obiettivo di identificare e reprimere qualsiasi forma di dissenso o opposizione politica.
- Manipolazione dei risultati di ricerca: altra forma di censura, più sottile, consiste nell’alterazione dei risultati dei motori di ricerca per promuovere determinati contenuti o agende, limitando l’accesso a informazioni alternative o critiche. Può influenzare in modo significativo la percezione della realtà da parte degli utenti.
- Restrizioni sull’accesso a Internet: misura drastica prevede la limitazione della velocità di connessione, l’aumento dei costi o addirittura il blocco completo dell’accesso a Internet, impedendo di fatto alle persone di comunicare, accedere alle informazioni o partecipare al dibattito pubblico online. È una tattica spesso utilizzata in periodi di instabilità politica o proteste. Si consiglia per approfondimenti di consultare netblocks.org.
- Pressione sulle aziende tecnologiche: forma di censura indiretta che si manifesta quando tali aziende vengono costrette a rimuovere contenuti, bloccare o fornire dati personali degli utenti, spesso sotto la minaccia di sanzioni o restrizioni operative.
È fondamentale sottolineare che la censura online non sempre si presenta in modo evidente o facilmente riconoscibile e può assumere forme più subdole come, ad esempio, la promozione di contenuti favorevoli a una parte politica dominante o la creazione di un clima di paura.
La soppressione di contenuti web rappresenta una minaccia diretta alla libertà di espressione, fondamento imprescindibile di ogni società democratica. Impedendo agli individui di esprimere liberamente le proprie opinioni, condividere informazioni e partecipare attivamente al dibattito pubblico, la censura crea un clima di terrore e autocensura che compromette il pluralismo e la diversità di voci.
La restrizione della libertà di parola online rappresenta anche una grave minaccia all’accesso all’informazione, un diritto umano fondamentale. Limitando l’accesso a fonti indipendenti e critiche, si instaura un monopolio dell’informazione dove solo le narrative approvate possono circolare liberamente.
Questa situazione non solo priva i cittadini della possibilità di formarsi un’opinione informata e completa, ma li rende anche più suscettibili alla manipolazione e alla propaganda.
Inoltre, la censura soffoca l’innovazione. In un ambiente in cui le idee non possono fluire liberamente e il dissenso viene represso, la creatività e la sperimentazione sono inevitabilmente limitate.
La manipolazione delle informazioni può scoraggiare imprenditori e innovatori dal perseguire nuove idee, frenando il potenziale di crescita e sviluppo, in quanto il confronto aperto è essenziale per favorire un clima di innovazione e progresso.
Strategie proattive contro la censura online – Aggirare la censura online rappresenta una sfida complessa, ma non per questo insormontabile. Individui e organizzazioni possono adottare una serie di strategie proattive per contrastare questa minaccia e salvaguardare la libertà di espressione nel mondo digitale.
Tali vie, che spaziano dall’utilizzo di tecnologie avanzate alla promozione di un cambiamento culturale, costituiscono un vero e proprio arsenale per la libertà digitale.
- Tecnologie di elusione della censura:
- Le tecnologie di elusione della censura, come le Virtual Private Network (VPN), il browser Tor e i proxy server, rappresentano la prima linea di difesa contro i tentativi di limitare l’accesso all’informazione. Questi strumenti possono potenzialmente consentire agli utenti di aggirare le restrizioni, garantendo l’accesso a siti web e contenuti altrimenti non consultabili.
- Tor: il browser Tor, basato su una rete di server distribuiti in tutto il mondo, offre un elevato livello di anonimato online. Il traffico Internet dell’utente viene instradato attraverso una serie di nodi, rendendo molto difficile tracciarne l’origine e la destinazione, fatto salvo l’utilizzo di nodi con scarsa reputazione.
- VPN: le VPN creano un tunnel crittografato tra il dispositivo dell’utente e un server remoto sicuro (da verificare prima dell’utilizzo), mascherando l’indirizzo IP reale e crittografando il traffico Internet. Ciò rende estremamente difficile identificare e bloccare l’attività online dell’utente.
- Proxy server: i proxy server agiscono come intermediari tra l’utente e Internet. Quando un utente invia una richiesta attraverso un proxy server, quest’ultimo la inoltra mascherando l’indirizzo IP e consentendo potenzialmente di bypassare i filtri e le restrizioni.
- Le tecnologie di elusione della censura, come le Virtual Private Network (VPN), il browser Tor e i proxy server, rappresentano la prima linea di difesa contro i tentativi di limitare l’accesso all’informazione. Questi strumenti possono potenzialmente consentire agli utenti di aggirare le restrizioni, garantendo l’accesso a siti web e contenuti altrimenti non consultabili.
- Crittografia delle comunicazioni
- La crittografia, in particolare la crittografia end-to-end, rappresenta uno strumento essenziale per proteggere la privacy e la riservatezza delle comunicazioni online. Crittografando i propri messaggi, e-mail, chiamate vocali e videochiamate, gli utenti possono garantire che solo il mittente e il destinatario accedano al contenuto delle comunicazioni, rendendole indisponibili a terze parti. Ad oggi, per una buona riservatezza delle comunicazioni tramite instant messaging, si suggeriscono Signal e Threema.
- Piattaforme decentralizzate
- Le piattaforme decentralizzate, come i sistemi di pubblicazione di contenuti distribuiti, offrono una maggiore resistenza alla censura rispetto alle piattaforme centralizzate tradizionali. La loro architettura le rende molto più difficili da controllare o censurare da parte di un singolo ente. Per approfondimenti si consigliano Veilid, Mastodon e Minds.
- Advocacy e sensibilizzazione
- L’advocacy e la sensibilizzazione svolgono un ruolo fondamentale nella lotta contro la censura online. Organizzazioni per i diritti umani, gruppi della società civile, giornalisti, attivisti e singoli cittadini possono unirsi per denunciare la censura, fare pressione affinché vengano adottate politiche che proteggano la libertà di espressione online, e promuovere un dibattito pubblico informato sull’importanza di un Internet libero e aperto. Per approfondimenti si suggerisce di consultare il sito dell’Electronic Frontier Foundation.
- Educazione digitale
- L’educazione digitale rappresenta un investimento cruciale per il futuro. Fornendo alle persone le competenze e le conoscenze necessarie per navigare in modo sicuro e consapevole nel mondo digitale, essa contribuisce a creare una cittadinanza informata e responsabile, in grado di riconoscere e contrastare la censura online, proteggere la propria privacy e esercitare i propri diritti.
La strada accidentata verso la libertà digitale – La libertà di espressione online, sebbene universalmente riconosciuta come diritto fondamentale, è costantemente minacciata da una serie di ostacoli e, nonostante la disponibilità di strumenti e strategie per eludere la censura, la strada per la libertà digitale si rivela un percorso irto di difficoltà.
In molti contesti, vengono promulgate leggi repressive che limitano l’utilizzo di tecnologie per la privacy e la crittografia, arrivando a criminalizzare la diffusione di informazioni considerate sovversive, spesso con la giustificazione di tutelare la sicurezza nazionale.
La lotta contro la censura online è ulteriormente complicata dalla disparità di risorse tra gli attori coinvolti. Organizzazioni per i diritti digitali e gruppi di attivisti, spesso con budget limitati, si trovano a fronteggiare entità dotate di risorse pressoché illimitate. Tale asimmetria ostacola lo sviluppo di tecnologie efficaci per contrastare la censura e limita la capacità di fornire supporto alle comunità che vivono in paesi repressivi.
L’evoluzione costante delle tattiche di censura e la proliferazione della disinformazione rappresentano ulteriori sfide. Ingenti risorse vengono investite nello sviluppo di sofisticati sistemi di controllo dell’informazione, mentre attori malevoli sfruttano la propaganda per manipolare l’opinione pubblica e minare la fiducia nelle fonti di informazione indipendenti.
Nonostante questo scenario complesso, la lotta per la libertà digitale rimane di vitale importanza. Essa richiede un impegno costante da parte di individui, organizzazioni e istituzioni che credono in un futuro digitale aperto e democratico.
L’adozione di soluzioni innovative, la promozione della collaborazione internazionale e la sensibilizzazione dell’opinione pubblica sono fondamentali per contrastare la censura e garantire che Internet rimanga uno spazio di libertà e opportunità per tutti.
La strada verso la libertà digitale è indubbiamente accidentata, ma la posta in gioco è troppo alta per arrendersi.
| Social Media: sempre più censurati in tutto il mondo. |
Vi ricordate il clamore suscitato dalla chiusura totale di alcune piattaforme social durante la Primavera Araba? Era la fine del 2010 e da allora la censura del web ha colpito duro in tutto il mondo, a partire dai social media.
“Freedom on the net”, l’ultima ricerca condotta da Statista sulla base dei dati di Freedom House, ci restituisce una mappa della censura che offre spunti di riflessione interessanti e un dato ineluttabile: la libertà su internet è in costante diminuzione, da sei anni a questa parte.
Il 67 % degli utilizzatori di Internet vive in paesi in cui la critica del governo, dell’esercito o della famiglia regnante è soggetta a censura e il 27% in paesi in cui persone sono state arrestate per aver pubblicato, condiviso o semplicemente cliccato “like” su contenuti Facebook.
Nel 2016 gli utenti delle piattaforme social sono stati oggetto di sanzioni senza precedenti: in 38 paesi le autorità hanno arrestato dei cittadini sulla base di messaggi condivisi.

I social network sono quindi le prime vittime sacrificali proprio per la loro natura di piazza virtuale e di luogo di dibattito senza confini, dove diffondere informazione e conoscenza. Anche le app di messaggistica istantanea sono nel mirino dei governi: il loro utilizzo viene limitato (e i contenuti intercettati) per arginare eventuali comunicazioni e proteste conto il sistema.
Ma entriamo nel dettaglio delle piattaforme più penalizzate nel 2016. Il prezzo più alto è pagato da Whatsapp, bloccato in 12 paesi. Seguono Facebook con 8 casi di blocco in altrettanti stati e Twitter. Facebook ha invece il triste primato di persone, spesso semplici cittadini, arrestate a causa di post dal contenuto politico, sociale e religioso.

Queste limitazioni penalizzano ulteriormente le minoranze etniche e le comunità emarginate. Ne è un esempio la situazione degli Emirati Arabi: qui la popolazione è costituita per l’88% da lavoratori migranti e da non cittadini, principalmente sfruttati nei lavori di cantieristica e nei servizi, ma il blocco ai social media rende molto difficile per loro cercare sostegno nei loro paesi di origine o tra loro.
In Cina è ormai risaputo che la libertà di espressione sia fortemente a rischio, ma il 2016 è stato un vero e proprio annus horribilis: il presidente Xi Jinping ha inasprito la censura, e le pene per la diffusione di rumors nei social media arrivano anche a sette anni di reclusione.
Anche paesi all’apparenza insospettabili come il Brasile sono scesi notevolmente nel ranking della libertà in rete, libertà che oggi nello stato verde-oro è parziale. Almeno due blogger sono sati uccisi per aver segnalato casi di corruzione e i tribunali hanno imposto blocchi temporanei di Whatsapp, considerato responsabile del fallimento di alcune indagini anti corruzione.
In Turchia la censura continua a crescere dopo il fallito colpo di stato del 2016.
Anche in Russia la situazione è sempre più difficile: dietro ai casi più eclatanti di cyber spionaggio denunciati anche dalla CIA, i blogger, gli attivisti e i semplici cittadini convivono con una perenne spada di damocle, in particolare sul fronte ucraino. Se si pensa che un semplice ingegnere meccanico è stato condannato a due anni di reclusione per aver condiviso su VKontakte (e con soli 12 contatti) una mappa dove la Crimea era parte dell’Ucraina e non della Russia non c’è da stare tranquilli.
In questo scenario a tinte fosche, ci sono però molti bagliori di luce, che dimostrano come Internet e i social network rimangano uno strumento chiave nella lotta per i diritti umani, per una migliore governance e la trasparenza. In più di due terzi dei paesi oggetto della ricerca, l’attivismo basato su Internet ha portato a risultati tangibili: dall’abolizione di proposte legislative alle petizioni, fino alla creazione di movimenti di cittadini contro gli abusi di governo.
Qualche esempio? Un gruppo WhatsApp in Siria ha contribuito a salvare vite innocenti avvisando i civili sugli imminenti raid aerei. In Kyrgyzstan una massiccia protesta dei cittadini iniziata su Twitter ha portato il governo a rinunciare ad alcune spese superflue. In Argentina, il tasso allarmante di femminicidi ha generato una campagna sui social che ha portato migliaia di manifestanti nelle strade delle principali città.
Questa casistica, fortunatamente, potrebbe continuare a lungo, con molti altri esempi provenienti da tutto il mondo. Il lato buono dei social e della rete quindi esiste, ma spesso fa meno notizia del loro uso distorto e inappropriato.
Fonti: Freedomhouse.org e socialmedialife.it

