E’ ben gradito un’applauso!!! Grazie
25 novembre 2025
| Il ddl sul consenso si ferma al Senato: la maggioranza chiede un approfondimento sulla norma. L’opposizione: “C’è un voltafaccia” |
| Dopo l’unanimità raggiunta alla Camera, segno dell’intesa raggiunta tra Meloni e Schlein, il testo non verrà licenziato entro oggi a Palazzo Madama. La legge non salterà, è la promessa del governo, ma servirà una valutazione ulteriore del testo. Dura la reazione del centrosinistra |

Nella giornata simbolo della lotta alla violenza contro le donne, il disegno di legge sulla violenza sessuale, che contiene la norma sul consenso, resta fermo al Senato. Dopo l’unanimità raggiunta alla Camera – segno dell’intesa raggiunta tra Giorgia Meloni ed Elly Schlein – il testo non verrà licenziato entro oggi a Palazzo Madama. La legge non salterà, è la promessa all’interno della maggioranza, ma servirà una valutazione ulteriore del testo. L‘approvazione del ddl, quindi, slitta fin quando per la maggioranza non verranno chiariti alcuni punti del provvedimento. Una posizione che ha scatenato l’ira delle opposizioni, che hanno abbandonato la riunione della commissione Giustizia di Palazzo Madama e accusato la maggioranza di far saltare la legge.
Le origini dello scontro – A bloccare tutto, è stata la richiesta di un maggiore approfondimento sulla norma chiesto dalla Lega a cui si sono associati Fratelli d’Italia e Forza Italia che hanno chiesto anche le audizioni.
I partiti di maggioranza vogliono sciogliere i nodi sull‘articolo uno della legge sulla violenza sessuale e il consenso informato. L’articolo 609-bis del Codice penale, in base al testo approvato da Montecitorio, viene modificato così: “Chiunque compie o fa compiere o subire atti sessuali a un’altra persona senza il consenso libero e attuale di quest’ultima è punito con la reclusione da sei a dodici anni“. Ed è proprio sul concetto di “attualità” del consenso che si sono manifestati i dubbi dei partiti di centrodestra.
Il presidente del Senato, Ignazio La Russa, si è fatto promotore della mediazione, spiegando di avere “messo in campo” tutte le sue prerogative presidenziali per far si’ che arrivasse oggi l’approvazione del ddl, assegnando il testo in sede redigente alla commissione Giustizia. Ma è proprio in Commissione che FdI e Lega hanno ribadito la necessità di un esame più approfondito nel merito del provvedimento.
Bongiorno: “La legge andrà avanti” – Giulia Bongiorno, eletta con la Lega, presidente della commissione di Giustizia, frena le accuse mosse dall’opposizione.”Credo di parlare a nome dell’intera commissione: si vuole andare avanti con questo ddl. Quindi chiunque voglia far passare il messaggio che si vuole archiviare non fa i conti sul fatto che io presiedo la commissione, non affosserò questo ddl che porteremo avanti“. Il testo “è arrivato oggi ed è fuorviante dire che ci sono ritardi” in commissione, ha proseguito, “ho dovuto chiedere se c’era l’unanimità sulla rinuncia agli emendamenti“, come prevede il regolamento.
“C’è un voltafaccia della maggioranza“, è stata l’offensiva dell’opposizione che ha lasciato i lavori della commissione. La protesta arriva a Montecitorio, dove Avs, Iv, Pd e M5S hanno chiesto una sospensiva del ddl (bocciata dall’aula), “fino a quando la ministra Roccella non chiarirà insieme ai capigruppo di maggioranza del Senato cosa sta accadendo“.
















