E’ ben gradito un’applauso!!! Grazie
Giovedì, 10 ottobre 2024
| Operai presi a sprangate a Seano, la sindacalista: “Aggressione mafiosa che non stupisce” |

| Indetta una manifestazione per domenica pomeriggio |
“Ieri notte intorno alle 2, davanti alla fabbrica, un presidio sindacale di lavoratori che stanno protestando per ottenere contratti regolari di otto ore è stata aggredito da cinque persone arrivate con spranghe di ferro. Un fatto grave, ma che non ci stupisce perché abbiamo purtroppo già assistito a dinamiche del genere nel distretto. Abbiamo indetto una manifestazione per domenica e facciamo appello al territorio, ai comitati, alla società civile e al mondo dell’associazionismo per manifestare e reagire uniti a quest’aggressione squadrista e mafiosa”. È Francesca Ciuffi, rappresentante sindacale Sudd Cobas Prato Firenze, a fare il punto della situazione in merito allo sciopero che diversi operai pakistani stanno portando avanti da giorni dinanzi ad una fabbrica a conduzione cinese di Seano. La richiesta resta quella di ridurre l’orario di lavoro attuale (che per molti degli scioperanti sarebbe di dodici ore sette giorni su sette, stando a quanto fatto presente dai sindacalisti) ad otto ore giornaliere per cinque giorni a settimana.
Nelle ore successive all’aggressione che ha visto cinque manifestanti finire in ospedale per ricevere le cure del caso e il conseguente corteo improvvisato in centro a Prato, il gruppo è tornato a presidiare lo spazio dinanzi all’azienda di via Galilei (nella frazione del Comune di Carmignano) ma le trattative con la
proprietà non sarebbero ancora decollate, ad oggi. Il sindacato ha intanto indetto per le 17:30 di domenica una “manifestazione antimafia” sempre nella zona industriale di via Galilei. Ma la situazione è in continua evoluzione.
Il Pd di Prato attacca il governo Meloni: “Tavolo sindacale aspetta risposte” – “Siamo di fronte a comportamenti barbari: non riuscendo a piegare i lavoratori alle logiche del profitto, si passa alla violenza per intimorire chi fa sciopero. Non solo dobbiamo pretendere dalle autorità competenti che intervengano e verifichino quanto denunciano i manifestanti, ma servono fatti. Il tavolo con i sindacati confederali aspetta ancora risposte dal governo per una prospettiva di sviluppo diversa – ha detto Aksel Fazio, responsabile lavoro del PD Prato – senza interventi lo sfruttamento dilagherà ancora. Dobbiamo rilanciare la centralità della responsabilità dei committenti, sanzioni penali per gli sfruttatori, il protocollo lavoro sicuro. E dobbiamo vedere il fenomeno per quello che è: un tema strutturale, che come tale va aggredito. I recenti episodi di violenza a Prato non sono fatti isolati, ma l’espressione di un sistema che genera profitti sullo sfruttamento dei lavoratori. Serve un cambio di rotta radicale, con un patto sociale contro lo sfruttamento che metta al centro la dignità del lavoro, e lanci il distretto in nuove prospettive di sviluppo. Prato può diventare sperimentazione per nuove modalità di contrasto sistemiche, fondate sulla responsabilità solidale e l’impatto sociale. Non solo solidarietà, ma fatti a tutela degli invisibili“.
La solidarietà del sindaco di Carmignano – Ieri nel pomeriggio i manifestanti hanno ricevuto la visita del sindaco di Carmignano, Edoardo Prestanti, che ha manifestato loro solidarietà anticipando l’intenzione di chiedere al prefetto di Prato la convocazione del tavolo sulla sicurezza. “Non si può stare in silenzio di fronte a questo modo di sfruttare il lavoro. Così come non si può assistere ad aggressioni squadristiche nei confronti di lavoratori che vogliono solo testimoniare le condizioni in cui sono costretti a lavorare. Lo Stato tutto deve fare la sua parte – ha detto – c’è ormai una tendenza a comprimere i diritti dei lavoratori e rendere sempre più precario il mondo del lavoro. Chiederò al Prefetto di convocare a Carmignano il tavolo sulla sicurezza, è necessario che si provveda con azioni di verifica sullo sfruttamento nel mondo del lavoro. C’è bisogno di controlli, controlli, controlli e ancora controlli”.
Il consigliere di Giani scrive al prefetto – Valerio Fabiani, consigliere del presidente Eugenio Giani per lavoro e crisi aziendali, ha scritto al prefetto di Prato, Michela Savina La Iacona. “Occorre presidiare la situazione sul territorio a favore di un controllo di osservanza di norme e obblighi. In particolare, ritengo fermamente che debba essere tutelata la mobilitazione sindacale e che i lavoratori debbano essere messi in condizione di esercitare il proprio diritto costituzionale di sciopero in piena sicurezza”.
L’ex-candidato alla presidenza della Regione Toscana Tommaso Fattori: “Nel cuore del distretto della moda le “spranghe del made in Italy” hanno fracassato alcuni operai in sciopero e il sindacalista Luca Toscano. L’unica colpa degli operai delle pelletterie è chiedere di lavorare otto ore al giorno invece di dodici per cinque giorni la settimana invece di sette. “La prossima volta vi spariamo”, hanno aggiunto i cinque sgherri – tutti italiani – in pieno stile mafioso. Mentre le istituzioni balbettano, s’ingigantisce un’economia fatta di rapina e sfruttamento schiavistico a pochi chilometri dalle nostre case. I lavoratori in sciopero, ed è significativo che scioperino ancora una volta di domenica hanno indetto una manifestazione importantissima: “Rompiamo il silenzio, mettiamo la solidarietà contro l’omertà, accendiamo i riflettori sulle zone d’ombra, difendiamo insieme il diritto di lottare per lavorare 40 ore alla settimana e non più 84”.
Mercoledì, 09 ottobre 2024
| Seano: operai e sindacalisti presi a sprangate |
| Sudd Cobas: “Basta aggressioni mafiose verso chi sciopera” |
Un’aggressione ai danni degli operai pakistani e dei sindacalisti che stavano protestando in via Galilei, a Seano, per chiedere migliori condizioni di lavoro. È quel che i rappresentanti di Sudd Cobas Prato Firenze hanno denunciato nelle scorse ore, facendo presente come ignoti armati di spranghe abbiano aggredito nella notte il picchetto di guardia dinanzi ad una delle imprese cinesi davanti alle quali era in atto la protesta “8×5 Strike Day”. Il bilancio parla a quanto pare di quattro feriti.
“Gli aggressori mentre si dileguavano hanno urlato “la prossima volta vi spariamo”. Questa volta gli aggressori erano italiani. Persone assoldate da un sistema che controlla il distretto e cerca di mettere a tacere i lavoratori e il sindacato che li organizza – hanno commentato i sindacalisti Cobas – lavoratori che lottano per il diritto di lavorare con dignità 40 ore a settimana invece che dodici ore al giorno sette giorni su sette. Appena avuto la notizia dell’assalto al picchetto e dei compagni in ospedale, i lavoratori delle Acca di Seano e di altre ditte sono entrate in sciopero per tutto il turno notturno”. A seguito dell’accaduto, la rimostranza si è spostata temporaneamente a Prato in centro storico, con un corteo improvvisato per le vie del centro. “Prato si deve svegliare: a essere aggrediti sono gli operai, sono gli invisibili che lavorano dodici ore al giorno nei capannoni – hanno concluso i sindacalisti – svegliamo la questura, la prefettura, il Comune. Basta aggressioni mafiose contro chi sciopera”.
I motivi della protesta – Le proteste riguardavano in origine almeno quattro imprese orientali: in quasi tutte queste ditte, fanno sapere i Cobas, nell’ultimo anno c’è stato almeno un controllo dell’ispettorato del lavoro che si è tuttavia risolto con sanzioni irrisorie o la stabilizzazione di alcuni lavoratori con contratti part-time (ai quali poi sarebbe stato imposto di lavorare tuttavia dodici ore al giorno, tutti i giorni). Ma con due di queste si è arrivati proprio nella tarda giornata di ieri ad un principio di intesa: la “Stireria Tang” di Prato (“Un pronto moda dove lavorano tre lavoratori che dopo anni di lavoro nero hanno avuto un contratto part time a seguito di un controllo dell’ispettorato del lavoro, ma che sono stati costretti a continuare a lavorare dodici ore al giorno per sette giorni, non hanno mai ricevuto una busta paga”, fanno sapere i sindacalisti) avrebbe accolto le proteste dei manifestanti. Obiettivo (quasi) raggiunto, sempre a Prato, anche per quanto riguarda la “Desy3” (“Una piccola logistica del tessile con lavoratori che lavorano da anni senza contratto, sempre lavorando dodici ore sette giorni”, secondo i Cobas): dopo trentasei ore di blocco totale, l’azienda avrebbe aperti alla trattativa per la regolarizzazione dei contratti. Ieri è arrivata un’intesa anche con la fabbrica “Zipper”, con la proprietà che ha accolto la richiesta “8×5”. L’ultimo “fronte” aperto resta quello di via Galilei Seano, dinanzi alla “Confezione Lin Weidong”.
Le reazioni della politica – Sull’argomento sono intanto intervenuti gli esponenti di Sinistra Progetto Comune Dimitrj Palagi ed Antonella Bundu, manifestando la propria solidarietà agli aggrediti. “C’è un intero ambito di criminalità ignorato o sottovalutato dal sistema politico e istituzionale – hanno detto – si tratta di chi agisce con violenza per garantire sfruttamento e lesione della dignità umana. Il tema non riguarda solo il comparto moda, ma è evidente la necessità di una scomoda riflessione sulla sostenibilità del nostro tessuto produttivo e sulle condizioni su cui si fonda, almeno in parte”.

