Non ci sono militari feriti, né italiani coinvolti nell’attacco dell’esercito dello Stato ebraico
Foto di repertorio LaPresse
Ancora una volta, l’esercito israeliano apre il fuoco sul contingente delle Nazioni Unite(Unifil). La forza Onu di interposizione nel sud del Libano è finita nel mirino dei tank israeliani, nella mattinata del 16 novembre.
Non ci sono militari feriti, né italiani coinvolti nell’attacco israeliano – È stata la stessa Unifil a comunicarlo con un post su X, in cui precisa che a sparare è stato un carro armato Merkava, da una postazione allestita da Israele in territorio libanese. Non ci sarebbero militari feriti né italiani coinvolti nell’attacco israeliano. L’Unifil ha precisato che “i colpi” sono “arrivati a circa cinque metri dai peacekeeper, che erano a piedi” e sono stati costretti a mettersi al riparo. Gli spari sarebbero avvenuti nel settore spagnolo, vicino a Khiam. “I caschi blu hanno chiesto alle Idf di cessare il fuoco tramite i canali di collegamento di Unifil – aggiunge una nota – Sono riusciti ad allontanarsi in sicurezza circa trenta minuti dopo, quando il carro armato Merkava si è ritirato all’interno della postazione delle Idf“.
Unifil: “Grave violazione della Risoluzione 1701” – L’Unifil ha sottolineato che “questo incidente costituisce una grave violazione della Risoluzione 1701”, che ha posto fine al conflitto del 2006 tra Israele e Hezbollah e ha anche costituito la base della tregua dello scorso novembre. Tale cessate il fuoco mirava a porre fine a oltre un anno di ostilità tra le parti, scoppiate dopo l’inizio della guerra di Gaza. In base all’accordo, Israele avrebbe dovuto ritirare le sue forze dal Libano meridionale, ma le ha mantenute in cinque aree che ritiene strategiche. Ha inoltre continuato a effettuare attacchi regolari in Libano, affermando principalmente di prendere di mira siti e operatori di Hezbollah.
Israele: “Caschi blu scambiati per sospetti a causa del maltempo” – L’incidente di domenica non è stato il primo in cui l’Unifil ha accusato Israele di mettere in pericolo le sue forze di pace. Ma Tel Aviv ha fornito la sua versione per spiegare il motivo per cui ha aperto il fuoco contro il personale Unifil. L’esercito israeliano ha ammesso in una nota di aver aperto il fuoco su due membri dell’Unifil nel Libano meridionale, ma di averlo fatto erroneamente, dopo averli identificati come una minaccia a causa delle cattive condizioni meteorologiche.
Nella nota, l’Idf ha spiegato di aver sparato ”colpi di avvertimento” contro i soldati dell’Onu a nord di Metula dopo averli classificati come sospetti, prima di confermarne l’identità. “Dopo un’analisi, è stato stabilito che i sospettati erano soldati delle Nazioni Unite che stavano effettuando un pattugliamento nella zona e che erano stati classificati come sospetti a causa delle cattive condizioni meteorologiche“, afferma l’esercito israeliano, aggiungendo che l’incidente è in fase di ulteriore esame. “Le Idf sottolineano che non hanno sparato deliberatamente contro i soldati Unifil e che la questione viene gestita attraverso i canali ufficiali militari“, aggiunge l’esercito israeliano.
Dopo che Netanyahu aveva accusato Hamas di aver violato il cessate il fuoco
Macerie di edifici distrutti da un bombardamento a Gaza, nella Striscia di Gaza, il 28 ottobre 2025 (EPA/MOHAMMED SABER/ANSA)
L’esercito israeliano ha condotto nuovi attacchi aerei sulla Striscia di Gaza. Le autorità locali, controllate da Hamas, hanno detto che sono stati almeno tre e che hanno ucciso almeno nove persone e ne hanno ferite almeno 15. Nel tardo pomeriggio il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, aveva ordinato nuovi attacchi accusando il gruppo palestinese d’aver violato il cessate il fuoco: né il governo né l’esercito hanno ancora commentato lo svolgimento degli attacchi.
I nuovi attacchi israeliani complicano la tenuta, già precaria, del cessate il fuoco in vigore dal 10 ottobre. È la seconda volta che succede: Israele aveva bombardato la Striscia anchelo scorso 19 ottobre, anche in quell’occasione dopo aver accusato Hamas di aver violato gli accordi. Il cessate il fuoco però aveva retto.
Martedì il governo israeliano ha accusato Hamas di aver violato il cessate il fuoco per via di uno scontro tra l’esercito israeliano e miliziani del gruppo avvenuto a Rafah, nel sud della Striscia. L’esercito israeliano ha detto che miliziani di Hamas hanno sparato, con cecchini e missili anticarro, su un gruppo di soldati a Rafah, senza ferirli. Hamas ha negato di essere stato coinvolto nell’attacco.
Il comunicatocon cui Netanyahu ha ordinato gli attacchi non specifica il loro motivo preciso, ma dice detto che sarebbero stati «potenti». Hamas lo ha accusato di cercare un pretesto per ricominciare la guerra e di aver violato gli accordi.
Oltre al caso di Rafah c’è la questione dei corpi dei 13 ostaggi israeliani morti durante la prigionia e ancora presenti nella Striscia, che Hamas si è impegnato a restituire. Secondo i test condotti in Israele gli ultimi resti, riconsegnati lunedì, apparterrebbero al corpo di un ostaggio che era già stato reso da Hamas in passato. Il governo israeliano sostiene che anche questa sia stata una violazione del cessate il fuoco. Hamas aveva detto che martedì sera avrebbe riconsegnato un altro corpo, ma poi ha rimandato per la minaccia dei nuovi attacchi: proprio martedì il gruppo ha infine fatto sapere di aver trovato i corpi di altri due ostaggi morti.
A Sharm firmata la pace. ‘Al via la fase 2 per Gaza’. Trump ai leader: ‘Oggi abbiamo cambiato la storia’
articolo:
Spunta un ruolo per Hamas. Il presidente Usa: ‘Un giorno incredibile per il Medio Oriente, ci sono voluti tre mila anni per arrivare fin qui. I primi passi i più difficili, ora pace durevole’. A novembre un vertice al Cairo sulla ricostruzione
Donald Trump lo ufficializza al summit di Sharm el-Sheikh dove sotto la regia di Usa ed Egitto una trentina di leader, soprattutto di Paesi arabi ed europei, prendono l’impegno di costruire un nuovo futuro di pace per il Medio Oriente. Intenzioni che verranno messe alla prova dei fatti sin da subito, sui primi scogli come il mantenimento della sicurezza nella Striscia, dove il presidente statunitense ha aperto a un ruolo per Hamas come forza di polizia palestinese: “Vogliono porre fine ai problemi e lo hanno detto apertamente, e abbiamo dato loro l’approvazione per un periodo di tempo“.
Il Board per l’amministrazione transitoria è un altro dei temi che ha dominato i colloqui sul Mar Rosso, e a guadagnarsi la prima nomination di Trump è l’egiziano Abdel Fattah al-Sisi, padrone di casa che ha dato a tutti appuntamento a novembre al Cairo per una conferenza sulla ricostruzione.
L’Italia vuole essere in prima fila su questo dossier, inevitabilmente legato a doppio filo con la stabilizzazione di Gaza, con il governo pronto a “implementare la presenza” dei carabinieri se verrà approvata una risoluzione Onu che lo richiederà, come chiarisce Meloni al termine della giornata. La premier affronta questi temi nelle riunioni con gli altri leader nell’attesa dell’arrivo a Sharm di Trump, atterrato oltre tre ore più tardi del previsto per la sua visita in Israele. È lui l’inevitabile protagonista: saluta uno ad uno i leader su un palco con una grande scritta “Peace 2025“, e tiene il discorso introduttivo alla cerimonia di firma dell’accordo, che serve a sugellare in mondovisione un’intesa per il cessate il fuoco a Gaza che nelle ore precedenti ha iniziato a essere implementato.
Una superflua dimostrazione plastica di come il destino di questa partita geopolitica dipenda in prima battuta dalle mosse di Washington, anche se il presidente Usa ringrazia in modo particolare chi ha agito da mediatore nella lunga trattativa ospitata nelle scorse settimane sempre a Sharm: al-Sisi (che ha insignito The Donald con il Collare del Nilo, massima onorificenza egiziana), ma anche l’emiro del Qatar Tamim bin Hamad Al Thani.
Trump avrebbe voluto portare con sé a Sharm anche Benjamin Netanyahu. Da Israele chiama al-Sisi per suggerire, e la presidenza egiziana annuncia la partecipazione sia del primo ministro israeliano sia del presidente dell’Anp Abu Mazen. Ma nel giro di un’ora il viaggio è cancellato, “a causa dell’inizio della festività di Simchat Torah“, la stessa in cui si consumò la strage del 7 ottobre. Dietro le quinte, in ore concitate, Erdogan e il premier iracheno Muhammad Sudani minacciano di lasciare il summit se sarà presente Netanyahu.
Piccoli grandi segnali che non mancano gli ostacoli geopolitici. Per superarli, il piano di Trump è allargare gli Accordi di Abramo ad altri Paesi arabi, come l’Iran, che ha risposto ‘no grazie‘ all’invito al vertice. “La mano dell’amicizia e della cooperazione è sempre aperta“, il messaggio a Teheran di Trump. Fra le sue prossime mosse, la composizione del Board chiamato a guidare la transizione a Gaza.
“Tutti vogliono farne parte, meglio così“, sorride il presidente americano, che non nasconde i dubbi su Tony Blair: “L’ho sempre apprezzato ma voglio scoprire se è una scelta accettabile per tutti“. Anche l’Italia vuole giocarsi le sue carte, anche se, avverte Meloni, “questo è il tempo del lavoro, non della prima fila“. Emmanuel Macron assicura che la Francia avrà un “ruolo tutto particolare” al fianco dell’Autorità palestinese nel governo di Gaza, e annuncia di aver già avviato la pianificazione di una “conferenza umanitaria per Gaza” che Parigi “co-organizzerà“.
Una piazza degli Ostaggi gremita a Tel Aviv segue in diretta il rilascio. Trump in Israele, parla alla Knesset
Il rilascio degli ostaggi – (Afp)
Hamas ha rilasciato anche gli altri 13 ostaggi poco prima delle 10: ora sono tutti liberi i 20 rapiti ancora in vita. L’annuncio è stato accolto da un boato nella piazza degli Ostaggi a Tel Aviv dove una folla segue in diretta il rilascio.
Hamas aveva pubblicato la lista dei 20 ostaggi ancora in vita. I primi sette sono stati liberati oggi lunedì 13 ottobre poco dopo le 7. Si tratta di: Gali e Ziv Berman, Matan Angrest, Alon Ohel, Omri Miran, Eitan Mor e Guy Gilboa-Dallal.
12 minuti fa – Idf: “Non ci sono più ostaggi israeliani in vita prigionieri di Hamas“ – “E‘ ufficiale: non ci sono più ostaggi israeliani in vita prigionieri di Hamas“. Lo scrivono in un post su X le Idf.
12 minuti fa – Idf: “I 13 ostaggi presi in consegna, in viaggio verso Israele“ Gli ultimi 13 ostaggi sono stati trasferiti alle Forze della difesa israeliana (Idf) dalla Croce Rossa e stanno attualmente in viaggio verso Israele. Lo ha riferito l’Idf con un post su ‘X‘ spiegando che il secondo e ultimo gruppo di ex ostaggi ancora in vita sarà ora condotto alla base militare di Re’im. Qui potranno riunirsi con i loro cari, per la prima volta in oltre due anni, prima di sottoporsi a controlli medici.
L‘Idf ha quindi chiesto alla popolazione di agire responsabilmente e con sensibilità, di rispettare la privacy degli ostaggi di ritorno e di affidarsi esclusivamente alle informazioni ufficiali.
13 minuti fa – Colloquio Netanyahu-Trump, presenti anche Witkoff e Kushner Il premier israeliano Benjamin Netanyahu sta incontrando nel suo ufficio alla Knesset il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, prima dell’atteso intervento in aula di quest’ultimo. Lo riferiscono i media israeliani. Presenti all’incontro anche l’inviato di Trump, Steve Witkoff, e il genero del tycoon, Jared Kushner.
13 minuti fa – Media: “I 13 ostaggi del secondo gruppo in buone condizioni” I 13 del secondo gruppo di ostaggi liberati dopo la lunga prigionia nella Striscia di Gaza sono “in buone condizioni“. Lo ha detto una fonte della Croce rossa al Times of Israel dopo che le forze israeliane hanno confermato di aver avuto notizia dalla Croce Rossa della consegna del gruppo di 13 ostaggi a Khan Yunis, nel sud della Striscia.
13 minuti fa – Media: “Trump potrebbe incontrare ostaggi rilasciati in ospedale Sheba“ Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump potrebbe incontrare gli ostaggi liberati oggi dalla Striscia di Gaza, gli ultimi ancora in vita, presso lo Sheba Medical Center di Tel Hashomer in Israele. Lo riportano i media israeliani spiegando che l’ospedale si sta preparando all’eventualità che Trump si rechi in visita.
Se ciò avvenisse, nota Ynet, gli impegni di Trump previsti per oggi slitterebbero, compreso il summit di pace in programma a Sharm el-Sheikh, in Egitto.
34 minuti fa – Militari israeliani confermano: “Con Croce rossa secondo gruppo ostaggi liberati“ I militari israeliani confermano è con la Croce Rossa il secondo gruppo di ostaggi israeliani vivi, liberati dopo la lunga prigionia nella Striscia di Gaza. Su X, precisano che i 13 vengono ora consegnati alle forze israeliane nella Striscia di Gaza.
35 minuti fa – Meloni: “Giornata storica, ostaggi sono stati liberati, risultato straordinario“ “Oggi è una giornata storica. Gli ostaggi sono stati liberati: un risultato straordinario, frutto della determinazione della diplomazia internazionale e dell’attuazione della prima parte del Piano di pace del Presidente americano Donald Trump“. Così la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, su X.
“Ora si apre una nuova fase: consolidare il cessate il fuoco e dare piena attuazione all’accordo per costruire un futuro di pace e stabilità duratura. L’Italia continuerà a sostenere con convinzione questo percorso, nella consapevolezza che la pace si costruisce con i fatti, non con le parole“, conclude.
35 minuti fa – Hamas: “Consegnati tutti gli ostaggi vivi“ Sono stati liberati tutti gli ostaggi israeliani vivi. Lo conferma Hamas, come riporta la Bbc, dopo il rilascio al termine della lunga prigionia nella Striscia di Gaza. Hamas, riferisce la rete britannica, precisa che i corpi degli ostaggi deceduti verranno consegnati successivamente.
In precedenza i militari israeliani avevano confermato l’arrivo in Israele di un primo gruppo di sette ostaggi israeliani liberati e poi i media israeliani hanno riferito del rilascio di un secondo gruppo di 13 ostaggi.
36 minuti fa – Trump: “La guerra è finita, Hamas rispetterà l’accordo“ “Questo è un giorno meraviglioso, mai visto un giorno così. La guerra è finita, Hamas rispetterà l’accordo“. Lo ha detto Donald Trump prima del suo intervento alla Knesset, secondo quanto riferiscono i media israeliani.
36 minuti fa – Witkoff: “Giornata impossibile senza Trump“ “Sono profondamente grato allo spirito indomito del presidente Trump. Questa giornata non sarebbe stata possibile senza di lui“. Così in un post su X l’inviato di Donald Trump, Steve Witkoff, dopo il rilascio di venti ostaggi al termine della lunga prigionia nella Striscia di Gaza.
“Mi chiedevo se sarei mai riuscito ad assistere a questa giornata – ha scritto Witkoff – E’ estremamente gratificante sapere che così tante famiglie potranno finalmente avere a casa i loro cari. Oggi venti famiglie vengono risparmiate dal dolore insopportabile del non sapere se si potranno mai riabbracciare i propri cari“.
E ha aggiunto nel post in cui ricorda anche il figlio Andrew: “Anche in questo momento di sollievo e felicità, il mio cuore soffre per coloro i cui cari non torneranno vivi a casa. E’ un dovere riportare a casa i loro corpi e un atto di dignità“.
37 minuti fa – Corpi ostaggi deceduti consegnati alla Croce rossa nel pomeriggio I corpi degli ostaggi deceduti durante la prigionia di Hamas nella Striscia di Gaza saranno consegnati alla Croce Rossa questo pomeriggio. Lo riporta il canale saudita Al-Hadath senza chiarire quanti corpi saranno trasferiti. Israele ha confermato la morte di almeno 26 ostaggi e Hamas ha affermato che potrebbe avere difficoltà a localizzare alcuni dei loro corpi.
59 minuti fa – Trump a Netanyahu e Herzog: “E’ il vostro giorno migliore“ “E’ una giornata fantastica. Forse il vostro giorno migliore“. Lo ha dichiarato il presidente degli Stati Uniti Donald Trump al presidente israeliano Isaac Herzog e al primo ministro Benjamin Netanyahu mentre camminavano sulla pista dell’aeroporto Ben Gurion a Tel Aviv. “Questa è storia“, ha risposto Netanyahu, come si vede in un video diffuso dal suo ufficio.
L‘ambasciatore israeliano a Washington, Yehiel Leiter, ha poi scritto su ‘X‘ che Trump all’aeroporto gli ha detto: “Sai che tuo figlio ti sta guardando con un sorriso, lo sai, vero?“. E a quel punto ‘‘il mio cuore è scoppiato”, ha scritto l’ambasciatore. Il figlio di Leiter, il maggiore riservista Moshe Yedidia Leiter, è stato ucciso nei combattimenti nella Striscia di Gaza nel 2023.
Oggi10:14 – Trump arrivato alla Knesset Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, è arrivato alla Knesset, dove è atteso un suo intervento dopo un incontro con i parenti degli ostaggi liberati dopo la prigionia nella Striscia di Gaza. L’ultimo presidente degli Stati Uniti a intervenire alla Knesset fu George W. Bush nel 2008.
Oggi10:13 – Herzog a Trump: “Grazie per ritorno ostaggi, per futuro di pace“ Il presidente israeliano, Isaac Herzog, dà il benvenuto in Israele anche via X al presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, dopo aver accolto il tycoon all’arrivo all’aeroporto di Ben Gurion insieme al premier israeliano, Benjamin Netanyahu. “Donald Trump, benvenuto in Israele – si legge in un post in cui pubblica una foto della stretta di mano con Trump all’arrivo nel Paese – Gli israeliani vi accolgono con molto affetto e tanta gratitudine. Grazie per tutto quello che avete fatto per riportare a casa i nostri ostaggi! Grazie per il vostro impegno per un futuro migliore di pace nella nostra regione! Dio benedica Israele! Dio benedica l’America“.
Oggi10:07 – Cina dopo rilascio ostaggi: “Ora cessate fuoco duraturo il prima possibile” La Cina plaude alla liberazione degli ostaggi israeliani dopo la lunga prigionia nella Striscia di Gaza. La Repubblica Popolare “accoglie con favore e sostiene tutti gli sforzi per il ritorno della pace e una riduzione della crisi umanitaria“, ha detto il portavoce del ministero degli Esteri, Lin Jian. La “priorità” è “un cessate il fuoco totale e duraturo il prima possibile“, ha rimarcato, insistendo sulla soluzione dei due stati.
Intanto il presidente americano Donald Trump è atterrato in Israele. “La guerra è finita – ha detto ieri – Cessate il fuoco reggerà“. L’accordo di pace per Gaza “potrebbe essere la cosa più importante a cui abbia mai preso parte, il mio più grande successo“, ha dichiarato inoltre nel corso di un’intervista telefonica rilasciata ad Axios mentre si trovava a bordo dell’Air Force One. In vista del discorso che farà alla Knesset, il Parlamento israeliano, Trump ha detto che invierà un messaggio di “amore e pace per l’eternità“.
Lo scambio è la prima tappa del piano presentato dal presidente americano per mettere fine alle ostilità: il ritorno dei 48 ostaggi israeliani, vivi o morti, e di 1.700 palestinesi arrestati a Gaza dall’ottobre 2023
Folla a Tel Aviv in attesa del ritorno degli ostaggi – SAUL LOEB / AFP
AGI – Centinaia di bandiere di Israele con il nastro giallo divenuto, simbolo della mobilitazione per il rilascio degli ostaggi, e cartelli con i volti dei prigionieri nelle mani di Hamas. Così “Piazza degli Ostaggi” a Tel Aviv vive il momento atteso da 737 giorni: il rilascio dei propri cari
Lo scambio di ostaggi rappresenta la prima tappa del piano presentato dal presidente americano Donald Trump per mettere fine alle ostilità: il ritorno in Israele dei 48 ostaggi, vivi o morti, dovrà essere accompagnato dal rilascio da parte di Israele di 250 detenuti per “motivi di sicurezza“, tra cui molti condannati per attentati mortali contro Israele, e di 1.700 palestinesi arrestati a Gaza dall’ottobre 2023.
Sono arrivati a Khan Younis i veicoli della Croce rossa internazionale che prenderanno in consegna il secondo gruppo di ostaggi israeliani dalle mani di Hamas. Lo riferisce al Jazeera.
I sette ostaggi riabbracciano i familiari – I sette ostaggi rilasciati questa mattina da Hamas hanno potuto vedere finalmente i loro famigliari, per la prima volta dopo 783 giorni di prigionia. Lo riferiscono le televisioni israeliane. Matan Angrest, i fratelli Gali e Ziv Berman, Alon Ohel, Eitan Mor, Omri Miran e Guy Gilboa-Dala sono arrivati alla base Reim dove saranno sottoposti a un primo controllo fisico. La stampa ha pubblicano le prime foto di alcuni degli ex ostaggi che emozionati, storditi, ma soprattutto felici parlanno con i soldati
Gli ostaggi arrivati a Reim – Sono arrivati alla base di Reim i primi sette ostaggi rilasciati quetsa mattina da Hamas. Lo riferisce il Times of Israel. Matan Angrest, i fratelli Gali e Ziv Berman, Alon Ohel, Eitan Mor, Omri Miran e Guy Gilboa-Dala saranno sottoposti a un primo controllo fisico nel sito dell’esercito e incontreranno i loro famigliari per la prima volta dopo 783 giorni.
Aereo di Trump atterrato in Israele – L’Air Force One con a bordo Donald Trump è atterrato all’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv in Israele
Air Force One sorvola a bassa quota Piazza degli Ostaggi – L’aereo del presidente americano Donald Trump ha sorvolato a bassa quota la piazza degli Ostaggi a Tel Aviv poco prima di atterrare all’aeroporto Ben Gurion. A quanto riporta la stampa israeliana, e nei video circolati sui social media, l’Air Force One e’ sceso abbastanza per consentire al Presidente di vedere l’enorme scritta ‘Grazie Trump’ sulla spiaggia della citta‘, a ridosso della piazza. Ad attendere Trump sulla pista c’erano il premier Benjamin Netanyahu e sua moglie Sara, l’inviato speciale americano Steve Witkoff, cosi’ come la figlia di Trump Ivanka e suo marito Jared Kushner.
Gli ostaggi ancora con Hamas telefonano ai famigliari – Diversi ostaggi ancora nelle mani di Hamas hanno potuto chiamare i famigliari. “All’inizio ho rifiutato la telefonata perche’ non riconoscevo il numero. Sembrano a posto: la barba di David e’ un po’ piu’ bianca, ma va bene cosi‘. Ho detto loro che lo adoro“, ha raccontato Sylvia Cunio, madre di David e Ariel Cunio. Anche Einav Zangauker ha parlato con suo figlio Matan: “La guerra e’ finita, stai tornando a casa“, gli ha detto. E cosi’ Nimrod Cohen, che ha parlato con i suoi genitori per la prima volta in 2 anni.
Sul bus i 1.966 palestinesi da liberare – Tutti i 1.966 detenuti palestinesi usciti dalle prigioni israeliane sono saliti sugli autobus prima del loro rilascio, per lo scambio con gli ostaggi israeliani previsto dall’accordo di Sharm el Sheikh. Lo riferisce il Times of Israel citando anche l’agenzia Reuters.
Tra i detenuti ci sono 250 condannati per terrorismo che dovrebbero essere liberati dalla prigione di Ofer in Cisgiordania, anche se solo dopo che Hamas avra’ consegnato tutti gli ostaggi. Secondo i media arabi, le squadre della Mezzaluna Rossa palestinese sono entrate nella prigione per trasferire un prigioniero malato.
Einav Zangauker speaks to her son, Matan, for the first time in two years as he returns from Hamas captivity.
🟡 Operation “Returning Home” Seven returning hostages are currently being accompanied by IDF and ISA forces on their return to Israel, where they will undergo an initial medical assessment.
The commanders and soldiers of the IDF salute and embrace the returning hostages as they…
Trump assiste al rilascio dall’Air Force One – Il presidente americano Donald Trump ha assistito alla liberazione dei primi sette ostaggi israeliani dall’Air Force One che lo porta a Tel Aviv. “La storia mentre accade“, ha scritto la sua portavoce Karoline Leavitt sui social media, insieme a una foto della televisione che sull’aereo presidenziale trasmetteva immagini da Gaza e da Israele.
Hamas: “Rispetteremo l’accordo se anche Israele lo farà” – Hamas ha assicurato che rispetterà l’intera di Sharm el Sheikh, a patto che lo faccia anche Israele. “Assicuriamo il nostro impegno sull’accordo e sui relativi calendari, a condizione che Israele li rispetti“, si legge in una nota diffusa dai media.
“L’accordo che è stato raggiunto è il frutto della fermezza e della resistenza del nostro popolo“, si legge ancora nel comunicato delle Brigate al-Qassam, braccio armato di Hamas. “L’occupazione avrebbe potuto riportare la maggior parte dei suoi prigionieri vivi molti mesi fa, ma ha continuato a temporeggiare“, si sottolinea.
Il biglietto di Netanyahu: “Ti aspettavamo” – “Ti aspettavamo“. Così il primo ministro Benjamin Netanyahu e sua moglie Sara hanno scritto a ciascuno degli ostaggi liberi da oggi, in un biglietto lasciato sul lettino che accogliera’ i rapiti negli ospedali dove saranno visitati. Lo ha riferito l’ufficio del premier. “A nome di tutto il popolo d’Israele, bentornato! Ti abbiamo aspettato. Ti abbracciamo. Sara e Benjamin Netanyahu“, si legge. Il biglietto e’ parte del kit di benvenuto preparati dall’Autorita’ per gli ostaggi dell’ufficio del primo ministro e include vestiti, prodotti per l’igiene, un computer portatile, un cellulare e un tablet.
Ostaggi consegnati all’Idf – I sette ostaggi israeliani consegnati questa mattina da Hamas alla Croce Rosa sono sulla via per la consegna all’Idf. Lo riferiscono i media israeliani.
Rilasciati i primi 7 ostaggi israeliani – Sono stati rilasciati a Gaza i primi sette ostaggi israeliani che erano dal 7 ottobre 2023 nelle mani di Hamas. Lo ha annunciato la Croce Rossa, a quanto riportano media israeliani. I sette ostaggi sono stati consegnati da Hamas alla Croce Rossa.
Croce Rossa sul posto – La Croce Rossa si sta recando in un punto di incontro nel nord della Striscia di Gaza dove diversi ostaggi saranno trasferiti sotto la sua custodia, ha riferito l’esercito israeliano in un comunicato. “Le Forze di Difesa Israeliane (IDF) sono pronte a ricevere altri ostaggi, che dovrebbero essere trasferiti alla Croce Rossa in un secondo momento”, aggiunge la nota.
Hamas pubblica i nomi – L’ala armata di Hamas ha pubblicato un elenco di 20 ostaggi sopravvissuti detenuti a Gaza che dovrebbero essere liberati nell’ambito di un accordo raggiunto con Israele. Gli ostaggi citati dalle Brigate Ezzedine al-Qassam sul proprio canale Telegram fanno parte dei 48 prigionieri, sia vivi che deceduti, detenuti dai militanti palestinesi a Gaza. Nell’ambito dell’accordo” di cessate il fuoco e “per lo scambio di prigionieri, le Brigate al-Qassam hanno deciso di liberare i seguenti prigionieri sionisti vivi”, si legge in un comunicato del gruppo armato che pubblica l’elenco dei nomi dei venti ostaggi. Bar Kuperstein, Eviatar David, Yosef Haim Ohana, Segev Kalfon, Avitan Or, Elkana Buchbot, Maxim Harkin, Nimrod Cohen, Matan Tsengauker, David Cuneo, Eitan Horn, Matan Engerst, Eitan Mor, Gali Berman, Ziv Berman, Omri Miran, Alon Ohel, Guy Gilboa-Dalal, Rom Breslavsky e Ariel Cune. Questi i nomi che compaiono sulla lista.
La visita di Donald Trump in Israele e le sue dichiarazioni – Donald Trump è atteso in Israele alle 6,20 circa. Dopo uno scambio con Netanyahu, parlerà davanti al Parlamento e incontrerà i famigliari degli ostaggi. “La guerra è finita. D’accordo? Lo capite?“, ha dichiarato il presidente americano ai giornalisti al momento di lasciare gli Stati Uniti. Da parte sua, Netanyahu ha affermato che Israele ha ottenuto “vittorie immense, vittorie che hanno stupito il mondo intero. Devo dirvi che la lotta non è finita“, ha tuttavia aggiunto il premier israeliano in un discorso televisivo.
Vertice di pace a Sharm el-Sheikh e futuro di Gaza – Dopo il suo breve soggiorno in Israele, Trump si recherà a Sharm el-Sheikh, in Egitto, per copresiedere insieme al suo omologo egiziano Abdel Fattah al-Sisi un “vertice per la pace a Gaza“, alla presenza dei leader di oltre 20 paesi e del segretario generale dell’ONU Antonio Guterres. La governance della Striscia di Gaza, devastata da due anni di guerra, sarà uno dei temi in discussione. I paesi mediatori dell’accordo di cessate il fuoco a Gaza dovranno firmare un documento che ne garantisca l’applicazione, ha indicato una fonte diplomatica secondo cui questi paesi saranno gli Stati Uniti, l’Egitto, il Qatar e probabilmente la Turchia. Nessun responsabile israeliano parteciperà al viaggio, né tantomeno Hamas. L’Iran, da tempo sostenitore di quest’ultimo, è stato invitato ma non parteciperà.
Il piano americano per la Striscia di Gaza – Parallelamente al ritiro graduale già avviato dell’esercito israeliano, che mantiene il controllo del 53% della Striscia di Gaza, il piano americano prevede in una fase successiva che Hamas sia escluso dal governo della Striscia di Gaza, dove ha preso il potere nel 2007, e che il suo arsenale sia distrutto. Secondo il piano americano, il governo sarebbe affidato a “un comitato palestinese tecnocratico e apolitico” posto “sotto la supervisione e il controllo di un nuovo organo internazionale di transizione” guidato da Trump.
Sono tutti uomini: perlopiù civili ma anche soldati. La loro vita è ferma dal 7 ottobre 2023
AGI – L’ala armata di Hamas ha pubblicato un elenco di 20 ostaggi sopravvissuti detenuti a Gaza che dovrebbero essere liberati nell’ambito di un accordo raggiunto con Israele. Gli ostaggi citati dalle Brigate Ezzedine al-Qassam sul proprio canale Telegram fanno parte dei 48 prigionieri, sia vivi che deceduti, detenuti dai militanti palestinesi a Gaza.
“Nell’ambito dell’accordo” di cessate il fuoco e “per lo scambio di prigionieri, le Brigate al-Qassam hanno deciso di liberare i seguenti prigionieri sionisti vivi”, si legge in un comunicato del gruppo armato che pubblica l’elenco dei nomi dei venti ostaggi.
I nomi
Bar Kuperstein,
Eviatar David,
Yosef Haim Ohana,
Segev Kalfon,
Avitan Or,
Elkana Buchbot,
Maxim Harkin,
Nimrod Cohen,
Matan Tsengauker,
David Cuneo,
Eitan Horn,
Matan Engerst,
Eitan Mor,
Gali Berman,
Ziv Berman,
Omri Miran,
Alon Ohel,
Guy Gilboa-Dalal,
Rom Breslavsky
Ariel Cune.
Trump è in Israele. “L’accordo è la cosa più grande in cui sia mai stato coinvolto”
Missione di appena quattro ore per il presidente americano che poi lascerà Tel Aviv alla volta di Sharm el Sheikh
Donald Trump e Benjamin Netanyahu – AFP
AGI – Il presidente americano Donald Trump è arrivato in Israele. La visita durerà sole quattro ore.
Rompendo il protocollo, Donald Trump ha voluto che Benjamin Netanyahu e la moglie salissero a bordo del veicolo presidenziale (noto come ‘La Bestia‘) per raggiungere insieme Gerusalemme dove i due leader avranno un incontro riservato prima di raggiungere la Knesset. Di fronte ai parlamentari interverranno gli stessi Trump e Netanyahu oltre al leader dell’opposizione Lapid.
Il presidente degli Stati Uniti e il primo ministro israeliano sono stati immortalati in una conversazione animata a bordo dell’auto di Trump dopo la cerimonia di benvenuto all’aeroporto israeliano Ben Gurion, dove il tycoon e’ stato accolto dal presidente Yitzhak Herzog e dalla moglie Michal, dal primo ministro e dalla moglie Sara, oltre che dall’inviato statunitense Steve Witkoff, dal genero di Trump, Jared Kushner e dalla figlia Ivanka. “Benedetti gli operatori di pace” ha detto a Trump il presidente Herzog.
“La cosa più grande in cui sia mai stato coinvolto” – L’accordo di Sharm el Sheikh per Gaza potrebbe essere per Donald Trump il suo più importante successo diplomatico. Il presidente americano lo ha sottolineato in un’intervista all’emittente israeliana Canale 12. “Questa potrebbe essere la cosa più grande in cui sia mai stato coinvolto“, ha detto nell’intervista fatta mentre era ancora sull’Air Force 1. Alla domanda su quale sara’ il suo messaggio al popolo israeliano nel discorso che fara‘ in mattinata alla Knesset, Trump ha risposto: “Amore e pace per sempre“.
Il programma – Trump sarà accolto alle 9:20 ora locale all’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv dal primo ministro Benjamin Netanyahu e dal presidente Isaac Herzog. Alle 10:15, il Presidente avrà un colloquio con Netanyahu nell’ufficio del primo ministro alla Knesset. Alle 10:45 incontreranno insieme le famiglie degli ostaggi.
Incontro alla Knesset – Alle 11:00, Trump, Netanyahu, il presidente della Knesset Amir Ohana, e il leader dell’opposizione Yair Lapid parleranno davanti a tutti ideputati.
Firma dell’accordo Israele-Hamas – Alle 13:00 Trump lascerà Israele, salutato di nuovo da Herzog e Netanyahu, alla volta di Sharm el Sheikh dove co-presiederà con l’omologo egiziano Abdel Fattah al Sissi la cerimonia di firma dell’accordo tra Israele e Hamas.
Quarto presidente Usa a ricevere la medaglia di Israele – Il presidente israeliano Isaac Herzog consegnerà a Donald Trump la Medaglia d’Onore Presidenziale Israeliana, la più alta onorificenza civile del Paese. Il premio riconosce gli sforzi di Trump per ottenere il rilascio degli ostaggi. Herzog informerà Trump della decisione durante il loro incontro alla Knesser e la medaglia verrà consegnata nei prossimi mesi.
Tra gli statunitensi che hanno ricevito l’onorificienza ci sono l’ex segretario di Stato Henry Kisinger, gli ex presidenti Bill Clinton, Barack Obama e Joe Biden e il regista Steven Spielberg. A ricevere la medaglia anche l’ex presidente italiano, Giorgio Napolitano e l‘ex cancelliera tedesca Angela Merkel.
La Medaglia Presidenziale è stata conferita per la prima volta il 1 marzo 2012 dall’allora presidente, Shimon Peres, ed è stata consegnata in due anni a 26 persone“che hanno dato un contributo eccezionale allo Stato di Israele o all’umanità, attraverso il loro talento, i loro servizi o in qualsiasi altra forma“. La medaglia, ispirata alla Legion d’Onore francese, è stata disegnata da Yossi Matityahu e include un versetto del Libro di Samuele, che si puo’ tradurre liberamente come “testa e spalle sopra il resto“. Isaac Herzog ha ripristinato l‘istituzione della medaglia nel 2022. Sotto Herzog, la decorazione è stata ribattezzata Medaglia Presidenziale d’Onore Israeliana.
Israele e Hamas hanno concordato la fase iniziale di un piano di cessate il fuoco a Gaza, ponendo fine alle ostilità nel territorio devastato e aprendo la migliore speranza di una fine definitiva a un sanguinoso conflitto durato due anni, che ha ucciso decine di migliaia di persone, destabilizzato gran parte del Medio Oriente e scatenato proteste in tutto il mondo.
Donald Trump ha annunciato l’accordo sul suo social network Truth Social, affermando che tutti gli ostaggi tenuti a Gaza saranno presto rilasciati e che Israele ritirerà le truppe su una linea concordata come primo passo verso una “Pace forte, duratura e duratura“.
Giovedì Hamas ha dichiarato di aver accettato la proposta del presidente degli Stati Uniti e ha confermato che l’accordo prevedeva il ritiro di Israele dal territorio e uno scambio di ostaggi e prigionieri.
Secondo una dichiarazione dell’ufficio presidenziale israeliano, Trump dovrebbe visitare Gerusalemme domenica, sebbene gli Stati Uniti non abbiano ancora annunciato ufficialmente la visita.
Palestinesi in festa a Khan Younis giovedì. Fotografia: Anadolu/Getty Images
Giovedì mattina Israele ha dichiarato che “tutte le parti” hanno firmato in Egitto la bozza finale della “fase uno” dell’accordo.
L’ufficio del primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu , ha dichiarato che il cessate il fuoco entrerà in vigore una volta ratificato l’accordo da parte del suo governo, che dovrebbe riunirsi giovedì alle 18:00 (16:00 BST) dopo una riunione del gabinetto di sicurezza.
Un portavoce del governo israeliano ha affermato che il cessate il fuoco entrerà in vigore entro 24 ore dalla riunione del governo. I 20 ostaggi ritenuti ancora vivi a Gaza saranno liberati entro 72 ore, ha aggiunto.
Le forze israeliane si ritireranno lungo una linea concordata nella Striscia di Gaza, che lascerà loro il controllo del 53% del territorio, ha affermato un portavoce del governo israeliano.
Guardian graphic. Source: The White House (@WhiteHouse on X)
In cambio, Israele libererà centinaia di prigionieri palestinesi, ma il portavoce ha affermato che Marwan Barghouti, una figura di spicco del movimento Fatah di Mahmoud Abbas, molto popolare in Cisgiordania e a Gaza e spesso menzionato come un futuro leader, non sarà tra loro.
Hamas ha chiesto a Trump e agli Stati garanti di garantire che Israele applichi pienamente il cessate il fuoco.
Il portavoce di Hamas, Hazem Qassem, ha dichiarato ad Al Jazeera Arabic che il gruppo stava cercando garanzie da mediatori internazionali sull’attuazione da parte di Israele delle disposizioni dell’accordo, dopo averlo accusato di “manipolarne” alcune parti.
“Si è parlato con gli amici di un cessate il fuoco a mezzogiorno di oggi, ma l’occupazione, per considerazioni interne, sta rimandando l’annuncio ad altre date“, ha detto Qassem.
In un’intervista rilasciata mercoledì, Trump ha affermato di credere che gli ostaggi sarebbero “tornati” lunedì.
La folla applaude in piazza degli ostaggi, Tel Aviv, giovedì. Fotografia: Maya Levin/AFP/Getty Images
A Tel Aviv, le famiglie degli ostaggi e i loro sostenitori hanno iniziato a cantare “Premio Nobel a Trump” mentre si riunivano nelle prime ore del mattino. Alcuni hanno stappato champagne e hanno applaudito. Piangendo lacrime di gioia, le famiglie hanno abbracciato gli ostaggi precedentemente rilasciati nella “piazza degli ostaggi“, l’area occupata negli ultimi due anni dai manifestanti che chiedevano il rilascio dei prigionieri, dove l’atmosfera era festosa .
“Mi sento benissimo, è come se fossi in un sogno. Due anni così, chi avrebbe mai pensato che finalmente sarebbe successo?“, ha detto Margo Orton, un’insegnante d’asilo in pensione, che teneva in mano una bandiera statunitense e una israeliana.
I palestinesi di Gaza hanno reagito alla notizia con un misto di gioia e incredulità. “Grazie a Dio per il cessate il fuoco, la fine dello spargimento di sangue e delle uccisioni“, ha detto Abdul Majeed abd Rabbo, nella città meridionale di Khan Younis. “Non sono l’unico ad essere felice, tutta la Striscia di Gaza è felice, tutto il popolo arabo, tutto il mondo è felice per il cessate il fuoco e la fine dello spargimento di sangue“.
I palestinesi festeggiano a Khan Younis dopo la notizia del cessate il fuoco. Fotografia: Video ottenuto da Reuters/Reuters
Trump ha salutato quello che ha definito un “grande giorno” per il mondo arabo e musulmano, Israele e tutte le nazioni circostanti, così come per gli Stati Uniti. “Ringraziamo i mediatori di Qatar, Egitto e Turchia, che hanno collaborato con noi per rendere possibile questo evento storico e senza precedenti. BENEDETTI I COSTRUTTORI DI PACE!” ha scritto.
Il capo delle Nazioni Unite, António Guterres, ha accolto con favore l’accordo e ha invitato tutte le parti a “rispettarne pienamente” i termini.
Dall’India, il primo ministro britannico Keir Starmer lo ha definito un momento di “profondo sollievo“. “Questo accordo deve ora essere attuato integralmente, senza indugio, e accompagnato dall’immediata revoca di tutte le restrizioni agli aiuti umanitari salvavita a Gaza“, ha affermato.
Keir Starmer accoglie con “profondo sollievo” la prima fase dell’accordo di Gaza – video
Il completamento dell’accordo rappresenterebbe il più grande risultato in politica estera finora ottenuto da Trump, che ha assunto l’incarico a gennaio promettendo di porre rapidamente fine alle guerre a Gaza e in Ucraina, solo per poi ritrovarsi di fronte a ostacoli e complessità che a quanto pare non aveva previsto.
Questa settimana, inviati di alto livello di Stati Uniti,Qatar e Turchia si sono uniti ai colloqui nella località turistica egiziana di Sharm el-Sheikh sul Mar Rosso, apparentemente dando impulso alle discussioni avviate lunedì. Trump ha inviato suo genero Jared Kushner e l’inviato speciale Steve Witkoff.
Marco Rubio consegna la nota scritta a mano da Trump sul piano di pace per Gaza – video
Molti dettagli dell’accordo raggiunto dopo tre giorni di colloqui indiretti restano poco chiari e le sfide legate all’attuazione dei suoi termini sono immense.
Se i negoziatori hanno colmato le lacune tra Hamas e Israele sui dettagli della prima fase del piano in 20 punti annunciato da Trump alla Casa Bianca la scorsa settimana, non è stato subito chiaro se le parti abbiano fatto progressi su questioni più spinose, come ad esempio come Hamas verrà disarmato, come richiesto da Netanyahu, e l’eventuale governo di Gaza.
Ma se attuato, l’accordo avvicinerebbe le due parti più di qualsiasi precedente tentativo di fermare una guerra che si è trasformata in un conflitto regionale, coinvolgendo paesi come Iran, Yemen e Libano e rimodellando il Medio Oriente. Un precedente cessate il fuoco è durato solo 10 giorni, l’altro sei settimane.
Dopo l’annuncio dell’accordo, Trump ha dichiarato a Fox News che gli Stati Uniti avrebbero svolto un ruolo nella ricostruzione di Gaza, devastata dalla guerra. “Saremo coinvolti nell’aiutarli a raggiungere il successo e a mantenere la pace“, ha affermato il presidente.
Oltre 67.000 palestinesi, per lo più civili, sono stati uccisi nell’incessante offensiva israeliana e più di 170.000 sono rimasti feriti. Circa 20.000 bambini sono tra le vittime . Gran parte di Gaza è stata ridotta in macerie, la sua popolazione ora è senza casa e indigente tra le macerie delle proprie case, tra campi aridi e strade dissestate. Testimoni descrivono interi quartieri, persino città, ridotti a ghiaia fine. Si ritiene che altre migliaia di vittime siano state sepolte e non siano ancora state identificate.
Circa 1.200 persone, per lo più civili, sono state uccise dai militanti di Hamas nel raid su Israele del 7 ottobre 2023, la peggiore perdita di questo tipo nella storia del Paese. Altre 251 persone sono state prese in ostaggio. Centinaia di militari israeliani, uomini e donne, sono morti nella guerra a Gaza.Hamas ha già affermato che avrà difficoltà a localizzare i resti di tutti gli ostaggi uccisi.
Palestinesi sfollati iniziano la giornata in un campo di fortuna vicino a Deir al-Balah, nella Striscia di Gaza centrale. Fotografia: Bashar Taleb/AFP/Getty
Negli ultimi giorni, Israele ha ridotto l’intensità della sua campagna militare su richiesta di Trump, ma non ha interrotto del tutto gli attacchi. Le autorità sanitarie di Gaza hanno riferito che otto persone sono state uccise negli attacchi israeliani nelle ultime 24 ore. Anche se gli aiuti dovessero aumentare, attraverso le Nazioni Unite e la Mezzaluna Rossa, come specificato nel piano di Trump, centinaia di migliaia di personenon avranno comunque cibo o riparo a sufficienza.
La guerra a Gaza si è estesa a tutta la regione, innescando ulteriori conflitti in Libano, Yemen e Iran. Il sollievo tra i governanti della regione, molti dei quali hanno dovuto affrontare ondate di rabbia popolare, sarà grande, seppur mitigato da una certa ansia per ciò che potrebbe accadere a Gaza. Ora dovranno rispondere alla domanda su chi fornirà truppe per la forza di stabilizzazione promessa nel territorio e ne pagherà la ricostruzione, che richiederà decenni.
L’Agence France-Presse, l’Associated Press e la Reuters hanno contribuito alla segnalazione
Trump: “Giornata storica”. L’Idf lascerà la Striscia, ad eccezione di Rafah, già nelle prossime ore: ma nella notte sono proseguiti i raid. I 20 rapiti torneranno liberi (entro lunedì) in cambio di 1950 palestinesi: ma il rilascio di Barghouti resta fuori dal piano. Palestinesi in festa
Il presidente Usa Donald Trump, poco prima dell’una italiana, annuncia il raggiungimento dell’accordo in Medio Oriente. Secondo l’intesa, l’Idfsi ritirerà da gran parte della Striscia (resterà solo a Rafah). Poi entro 72 ore gli ostaggi ancora vivi saranno liberati. Ma per Abc Newsmanca ancora l’intesa sul disarmo di Hamas: i negoziati dovranno andare avanti.
Cosa succede ora:
I prigionieri potrebbero essere liberati già da sabato e al più tardi entro lunedì
Il cessate il fuoco entrerà in vigore a Gaza dopo la ratifica dell’accordo da parte dal governo israeliano
Nelle prime 24 ore l’esercito israeliano completerà la prima fase del ritiro parziale
Netanyahu convocherà il gabinetto di sicurezza alle 14 (ora italiana) e il governo alle 15 per approvare l’accordo
11:21 – Ufficio di Netanyahu: l’accordo deve essere ratificato prima di entrare in vigore – Sebbene l’agenzia di stampa egiziana Al Qahera News abbia riferito che il cessate il fuoco è entrato in vigore, l’ufficio di Netanyahu ha ora dichiarato che ciò non avverrà fino a quando l’accordo non sarà ratificato giovedì sera dal governo israeliano. Netanyahuconvocherà il suo gabinetto di sicurezza, un gruppo selezionato di ministri che decidono su questioni chiave di difesa, sicurezza e politica estera, alle 17:00 (ora locale).
11:15 – Media, “in vigore il cessate il fuoco a Gaza” – E’ entrato in vigore l’accordo di cessate il fuoco a Gaza. Lo riferisce il media egiziano Al Qahera News citato da Reuters online.
11:10 –Lapid: “Donald Trump merita il Nobel per la pace” – Congratulandosi con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump per l’accordo sugli ostaggi, il leader dell’opposizione Yair Lapid afferma che “non c’è persona che meriti più di lui il premio Nobel per la pace e, cosa ancora più importante, l’eterna gratitudine del popolo di Israele“.
11:03 – Per Egitto accordo rappresenta “momento cruciale” – Il ministro degli Esteri dell’Egitto ha elogiato il “momento cruciale” dopo l’annuncio dell’accordo di cessate il fuoco tra Israele e Hamas. Questo è “un momento cruciale nella guerra a Gaza“, ha affermato Badr Abdelatty in una dichiarazione, specificando che il ministro degli Esteri egiziano si recherà a Parigi oggi per prendere parte a una riunione ministeriale per “discutere le disposizioni relative alla situazione” nel territorio palestinese devastato da oltre due anni di guerra.
11:01 – Meloni: “Intesa su Gaza notizia straordinaria, grazie Trump” – “L’accordo raggiunto in Egitto per l’applicazione della prima fase del Piano di pace del Presidente Trump è una straordinaria notizia che apre la strada al cessate il fuoco a Gaza, al rilascio di tutti gli ostaggi e al ritiro delle forze israeliane su linee concordate“. Così in una nota la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. “Desidero ringraziare il Presidente Trump per aver incessantemente ricercato la fine del conflitto a Gaza e i mediatori – Egitto, Qatar e Turchia – per i loro sforzi che si sono rivelati cruciali per l’esito positivo raggiunto“. Ora “esorto tutte le parti a rispettare pienamente le misure concordate e lavorare per realizzare rapidamente i passi successivi previsti dal Piano di Pace”.
L’accordo raggiunto in Egitto per l’applicazione della prima fase del Piano di pace del Presidente @realDonaldTrump è una straordinaria notizia che apre la strada al cessate il fuoco a Gaza, al rilascio di tutti gli ostaggi e al ritiro delle forze israeliane su linee concordate.…
11:00 – Per Riad passo importante, che porti a “pace duratura” – L’Arabia Saudita ha accolto con favore l’annuncio dell’accordo tra Israele e Hamas per un cessate il fuoco a Gaza, esprimendo la speranza che porti a una “pace giusta e duratura“. “Il Regno sottolinea l’importanza di questo passo, che segna l’inizio di un’azione seria e urgente per alleviare le sofferenze del popolo palestinese, garantire il completo ritiro delle forze israeliane da Gaza e ripristinare la pace e la stabilità al fine di rilanciare un processo di pace“, ha dichiarato il ministero degli Esteri in una nota. Anche la Giordania ha accolto con favore l’accordo, che dovrebbe “portare alla fine della guerra, all’attuazione dell’accordo di scambio (di ostaggi e prigionieri) e al ritiro israeliano da Gaza, nonchè alla consegna di aiuti umanitari“, secondo una dichiarazione ufficiale di Amman.
10:56 – Cremlino, accogliamo con favore sforzi per pace a Gaza – Il Cremlino accoglie “con favore” gli sforzi per “porre fine all’incendio di Gaza“. Lo ha affermato il portavoce presidenziale russo, Dmitry Peskov. Lo riporta Ria Novosti.
10:51 – Tajani, “Grazie a Usa e ai mediatori per il lavoro su Gaza” – “Dobbiamo dire grazie ad americani, al Qatar, all’Egitto e alla Turchia per il lavoro svolto in questa trattativa”. Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani ad Agorà RaiTre, condotto da Roberto Inciocchi. “Siamo pronti a fare la nostra parte sotto tutti i punti di vista. Quindi anche inviare militari se servono per una forza di pace. L’Italia è pronta a fare la sua parte”, ha aggiunto il vicepremier.
10:50 – Kallas a Parigi per riunione su piano pace Gaza – L’Alta Rappresentante Ue per la Politica estera, Kaja Kallas, si recherà a Parigi per partecipare alla riunione convocata dal ministro degli Esteri francese Jean Noël Barrot sull’attuazione del piano di pace degli Stati Uniti per porre fine alla guerra a Gaza. Lo riferisce su X il Servizio europeo per l’Azione esterna precisando che sono invitati anche i ministri degli Esteri di Germania, Spagna, Italia, Regno Unito, Turchia, Egitto, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Qatar e Giordania.
10:47 –Oms, pronti a intensificare risposta sanitaria a Gaza dopo tregua – Il capo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) dell’Onu ha salutato l’accordo di cessate il fuoco tra Israele e Hamas come “un grande passo verso una pace duratura“, affermando che la sua agenzia è pronta a “intensificare” l’assistenza sanitaria a Gaza. “L’Oms è pronta a intensificare il suo lavoro per soddisfare le urgenti esigenze sanitarie dei pazienti di Gaza e per sostenere la riabilitazione del sistema sanitario distrutto“, ha dichiarato su X il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus.
10:40 – Nobel pace: Comitato ha fatto la sua scelta lunedì scorso – Il Comitato norvegese per il Nobel, che assegna l’omonimo Premio per la Pace, ha tenuto la sua riunione finale lunedì scorso, molto prima dell’annuncio dell’accordo tra Hamas e Israele per il cessate il fuoco a Gaza su cui Donald Trup riponeva le proprie speranze. Lo ha annunciato l’Istituto Nobel, il giorno prima dell’annuncio del vincitore del 2025.
10:09 – Media, “riunione governo Israele dopo le 16 per votare accordo” – l gabinetto di sicurezza di Israele si riunirà alle 17 ora locale, le 16 italiane, dopo di che è prevista la riunione del governo Netanyahu per approvare l’accordo raggiunto su Gaza. Lo scrive il Times of Israel.
09:56 – Cina auspica cessate il fuoco permanente e globale a Gaza – Dopo l’accordo raggiunto tra Israele e Hamas, la Cina auspica un cessate il fuoco “permanente e globale” a Gaza. “La Cina spera di raggiungere un cessate il fuoco permanente e globale a Gaza il prima possibile, alleviare efficacemente la crisi umanitaria e allentare le tensioni regionali“, ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri Guo Jiakun. “La Cina sostiene l’adesione al principio secondo cui ‘i palestinesi dovrebbero governare la Palestina‘”, ha affermato Guo.
09:43 – Hamas voleva esercito turco a Gaza, no di Israele – Hamas aveva chiesto lo schieramento dell’esercito turco nella Striscia di Gaza a garanzia del rispetto del cessate il fuoco da parte di Israele. La notizia è stata riportata questa mattina dai quotidiani Sabah e Yeni Safak, entrambi vicini al governo di Ankara. I media turchi citano funzionari americani che hanno preso parte alle trattative del Cairo. Questi ultimi, rimasti anonimi, hanno dichiarato che la richiesta di Hamas ha trovato la ferma opposizione dei negoziatori israeliani.
09:41 – Smotrich non voterà a favore dell’accordo – Il ministro delle Finanze israeliano Bezalel Smotrich, partner chiave della maggioranza del primo ministro Benjamin Netanyahu, ha dichiarato che voterà contro un accordo di cessate il fuoco con Hamas che prevede il rilascio degli ostaggi detenuti a Gaza e quello dei prigionieri palestinesi. “C’è un enorme timore delle conseguenze[derivanti dal fatto di] svuotare le prigioni e liberare la prossima generazione di leader terroristici” , ha scritto il ministro di estrema destra su X. “Se non altro per questo motivo, non possiamo partecipare a celebrazioni a breve termine né votare a favore di questo accordo”.
09:39 – Sanchez: “Spero accordo segni inizio pace giusta” – “Il governo spagnolo celebra le notizie che arrivano dal Medio Oriente e spera che questo sia l’inizio di una pace giusta e duratura“. E’ quanto afferma il premier spagnolo Pedro Sanchez sottolineando che ora “è necessario dialogare, portare aiuto alla popolazioni civili e guardare al futuro. Con la speranza, ma anche la giustizia e la memoria. Perché – conclude – le atrocità vissute non si ripetano mai più“.
09:32 – Media, oggi annuncio ‘ora zero’ per attuazione accordo – I mediatori annunceranno oggi l’“ora zero” per l’inizio dell’attuazione dell’accordo, e il cessate il fuoco entrerà in vigore. Lo riporta Al Arabiya, secondo cui Hamas ha iniziato a radunare alcuni degli ostaggi in luoghi sicuri per consegnarli alla Croce Rossa. Finora, il gruppo terrorista non ha ricevuto una risposta ufficiale in merito alle liste dei detenuti di cui ha chiesto il rilascio. I negoziati per la seconda fase inizieranno al completamento dello scambio di prigionieri.
09:25 – Macron: “Accordo segni la fine della guerra e apertura per soluzione due Stati” – “Un’immensa speranza per gli ostaggi e le loro famiglie, per i palestinesi di Gaza, per la regione“. Così in un post su X il presidente francese Emmanuel Macron commenta l’accordo raggiunto nella notte per il rilascio degli ostaggi e il cessate il fuoco a Gaza, accogliendo “con favore gli sforzi del presidente Trump e dei mediatori del Qatar, dell’Egitto e della Turchia per raggiungere questo obiettivo“. Esortando le parti “a rispettarne rigorosamente i termini“, il presidente francese sottolinea che “questo accordo deve segnare la fine della guerra e l’apertura di una soluzione politica basata sulla soluzione dei due Stati“. “La Francia è pronta a contribuire a questo obiettivo. Ne discuteremo questo pomeriggio a Parigi con i nostri partner internazionali“, conclude Macron, in un riferimento alla riunione dei ministri degli Esteri di Italia, Francia, Germania e Regno Uniti con i colleghi di Egitto, Giordania, Qatar, Arabia Saudita ed Emirati.
(reuters)
09:20 – Smotrich: “Gioia per ostaggi ma no a ritorno alla via di Oslo” – Il leader di estrema destra e ministro delle Finanze israeliano, Bezalel Smotrich, ha detto di vivere emozioni “contrastanti” dopo l’accordo con Hamas sulla base del piano di pace in 20 punti proposto da Donald Trump. “Immensa gioia per il ritorno di tutti i nostri fratelli rapiti! Grande paura delle conseguenze dello svuotamento delle prigioni e del rilascio della prossima generazione di leader del terrore, che farà di tutto per continuare a versare fiumi di sangue ebraico, Dio non voglia“, scrive su X. Smotrich aggiunge che non bisognsa tornare alla “via di Oslo” e alle idee “sbagliate del 6 ottobre“. “Non si diventi nuovamente dipendenti da una calma artificiale, da abbracci diplomatici e cerimonie sorridenti, ipotecando il futuro e pagando prezzi orribili“, conclude. continua a leggere
Video / Il momento in cui Trump riceve il biglietto da Rubio sull’intesa
La spedizione, composta da circa 140 membri, sta trasportando aiuti e macchinari medici nella Striscia
Albert Llop / NurPhoto / NurPhoto via AFP – Flotillla
AGI – La Freedom Flotilla Coalition ha denunciato che, a circa 120 miglia nautiche da Gaza, le forze israeliane hanno preso di mira il convoglio marittimo intercettando alcune barche della nuova flotta.
“Tre navi – Gaza Sunbirds, Alaa Al-Najjar e Anas Al-Sharif – sono state attaccate e illegalmente fermate dall’esercito israeliano alle 04:34 del mattino, a 220 chilometri (circa 140 miglia) al largo della costa di Gaza”, si legge su X, dove si spiega che un’altra nave, la Conscience, con a bordo oltre 90 persone, è “sotto attacco“.
“L’esercito israeliano non ha giurisdizione legale in acque internazionali. La Flotilla non rappresenta alcuna minaccia. Trasportiamo aiuti vitali per un valore di oltre 110.000 dollari in medicinali, apparecchiature respiratorie e integratori nutrizionali destinati agli ospedali di Gaza“, si legge sui social dedicati all’iniziativa umanitaria.
Quattro ore prima di denunciare gli attacchi, la Flotilla aveva dichiarato di aver superato la soglia delle 140 miglia nautiche, distanza alla quale Israele ha iniziato a intercettare missioni simili in passato. La spedizione,composta da circa 140 membri, prevedeva già la possibilità di essere fermata nel Mar Mediterraneo, in acque internazionali, come accaduto lo scorso mercoledì alla Global Sumud Flotilla. Questa nuova missione rappresenta un ulteriore tentativo di forzare il blocco navale israeliano al largo di Gaza per creare un corridoio umanitario permanente verso la Striscia.
TraduzioneLingua originale: inglese. Traduzione di Google Nelle prime ore di Gaza, la Freedom Flotilla Coalition e le navi Thousand Madleens sono state intercettate illegalmente dalle forze di occupazione israeliane. I partecipanti – operatori umanitari, medici e giornalisti provenienti da tutto il mondo – sono stati arrestati contro la loro volontà…
Early morning Gaza time, the Freedom Flotilla Coalition and Thousand Madleens to Gaza ships were illegally intercepted by Israeli occupation forces. Participants—humanitarians, doctors, and journalists from across the world—have been taken against their … https://t.co/Th9sLLNnNj
Il ministero degli Esteri israeliano ha confermato di aver intercettato le nuove imbarcazioni della Flotilla che tentavano di raggiungere Gaza. “Un altro inutile tentativodi violare il legittimo blocco navale e di entrare in una zona di combattimento si e’ concluso nel nulla. Le imbarcazioni e i passeggeri sono stati trasferiti in un porto israeliano“, ha scritto il ministero sui social. “Tutti i passeggeri sono al sicuro e in buona salute. Si prevede che saranno espulsi a breve“, ha aggiunto.
Tajani, al lavoro l’unità di crisi della Farnesina – “L’Ambasciata e il Consolato d’Italia a Tel Aviv stanno seguendo fin dall’alba il blocco della nuova #Flotilla da parte della marina israeliana. Sono una decina gli italiani fermati. A loro verrà prestata tutta l’assistenza consolare necessaria con la richiesta al governo israeliano di garantire il rispetto dei diritti individuali fino al momento dell’espulsione. Al lavoro anche l’Unità di crisi della Farnesina“. Lo ha scritto il ministro degli Esteri Tajani su X.
L’Ambasciata ed il Consolato d’Italia a Tel Aviv stanno seguendo fin dall’alba il blocco della nuova #Flotilla da parte della marina israeliana.Sono una decina gli italiani fermati.A loro verrà prestata tutta l’assistenza consolare necessaria con la richiesta al governo…
L’abbordaggio è avvenuto a 120 miglia nautiche (circa 220 chilometri) dall’enclave palestinese. Il portavoce Borgia: “Da Israele azione piratesca, blitz a luci spente”
Uma imbarcazione della Flotilla durante la notte
Israele ha confermato di aver intercettato oggi mercoledì 8 ottobre la nuova Flotilla, composta da nove navi e in navigazione da più di una settimana, che ha tentato di rompere il blocco marittimo su Gaza. “Un altro vano tentativo di violare il blocco navale legale e di entrare in una zona di combattimento si è concluso in un nulla di fatto“, afferma il ministero degli Esteri israeliano su X. “Le imbarcazioni e i passeggeri sono stati trasferiti in un porto israeliano. Tutti i passeggeri sono sani e salvi. Si prevede che i passeggeri saranno espulsi al più presto“.
Secondo i media dello Stato ebraico circa 150 attivisti della nuova flottiglia diretta a Gaza sono stati arrestati dalla Marina israeliana. Gli attivisti si stanno attualmente dirigendo verso il porto di Ashdod.
Tajani: “Seguiamo blocco nuova Flotilla, una decina gli italiani fermati” – “L’Ambasciata e il Consolato d’Italia a Tel Aviv stanno seguendo fin dall’alba il blocco della nuova Flotilla da parte della marina israeliana. Sono una decina gli italiani fermati“. A scriverlo, su X, è il ministro degli Esteri, Antonio Tajani. “A loro – assicura poi – verrà prestata tutta l’assistenza consolare necessaria con la richiesta al governo israeliano di garantire il rispetto dei diritti individuali fino al momento dell’espulsione. Al lavoro anche l’Unità di crisi della Farnesina“.
Borgia: “Da Israele azione piratesca, blitz a luci spente” – “Li hanno attaccati in acque internazionali, ancora una volta un’azione piratesca. Ci aspettavamo che per la nave Conscience ci fosse, per una volta, più comprensione visto che a bordo ci sono professionisti sanitari e 18 tonnellate anche di materiale sanitario, ma non c’è stata”. Così all’Adnkronos è Michele Borgia, portavoce della delegazione italiana della Freedom Flotilla, commentando l’abbordaggio di questa notte a otto barche a vela e una nave della Freedom Flottilla e della Thousand Madleens.
Secondo quanto riferito, l’abbordaggio della nave Conscience è avvenuto alle 4.30 (ora italiana), mentre quello delle barche della Thousand Madleens, un po’ più avanti nel tragitto, intorno alle 2.30: “Anche questa volta li hanno fermati con un’azione ancora più istantanea del passato – ha aggiunto Borgia – Non hanno avuto il tempo di accorgersene. Sono arrivati nella notte, con le luci spente per abbordarli: si sono avvicinati molto rapidamente e hanno hackerato anche uno dei nostri circuiti. Le persone a bordo si sono rese conto di cosa stesse accadendo solo quando sono arrivati gli elicotteri perché, essendo una nave, i militari sono scesi anche dall’alto con i cavi”.
Il portavoce ha ribadito che le imbarcazioni “non si erano avvicinate alla zona rossa prima di oggi, 8 ottobre, proprio perché il 7 risultava una provocazione. L’intento è assolutamente pacifico. Vogliamo rompere il blocco, ma politicamente, non con azioni di forza”.
Nello specifico a bordo della nave Conscience ci sono 4 italiani (due medici, un infermiere e un giornalista), gli altri sono sulle barche a vela
Finisce con un nuove cariche il raduno non autorizzato nel centro di Bologna organizzato dai Giovani palestinesi per l’anniversario del 7 ottobre. Fermato un ragazzo incappucciato. A Torino un gruppo di studenti giovanissimi evita lo scontro con la polizia, dopo l’arrivo di alcuni incappucciati che minacciavano gli agenti con bottiglie e pietre
Nonostante i divieti imposti dalle Questure, i cortei pro Palestina sono partiti lo stesso, da Torino a Bologna, sfidando le prescrizioni che imponevano manifestazioni statiche. Nel capoluogo piemontese, il corteo convocato dal coordinamento Torino per Gaza è partito da piazza Castello, dove gli attivisti si sono dati appuntamento sui social per il 7 ottobre, data altamente simbolica a due anni dall’attacco di Hamas contro Israele. Il questore aveva chiesto di rinviare l’evento e di limitarlo a un presidio, vista anche la mancata comunicazione formale, ma gli organizzatori hanno scelto comunque di muoversi in strada, rilanciando il sostegno alla Global Sumud Flotilla e al popolo palestinese.
Nonostante i divieti imposti dalle Questure, i cortei pro Palestina sono partiti lo stesso, da Torino a Bologna, sfidando le prescrizioni che imponevano manifestazioni statiche. Nel capoluogo piemontese, il corteo convocato dal coordinamento Torino per Gaza è partito da piazza Castello, dove gli attivisti si sono dati appuntamento sui social per il 7 ottobre, data altamente simbolica a due anni dall’attacco di Hamas contro Israele. Il questore aveva chiesto di rinviare l’evento e di limitarlo a un presidio, vista anche la mancata comunicazione formale, ma gli organizzatori hanno scelto comunque di muoversi in strada, rilanciando il sostegno alla Global Sumud Flotilla e al popolo palestinese.
07 Ottobre 2025 – 23:31 – Scontro sfiorato a Torino tra polizia e incappucciati: studenti stoppano – Un momento di tensione durante la manifestazione Pro Pal di questa sera a Torino è stato sfiorato quando il corteo è tornato verso il centro della città. Poco lontano da piazza Vittorio Veneto, nei pressi della sede Rai di via Verdi, alcuni manifestanti incappucciati e con i volti travisati hanno fronteggiato a distanza uno schieramento di agenti di polizia in tenuta anti-sommossa, minacciandoli con bottiglie di vetro mentre urlavano slogan. Lo scontro e ogni tensione sono stati evitati dall’intervento di altri manifestanti sopraggiunti nel frattempo. Tra questi anche studenti molto giovani, che hanno invitato gli incappucciati a rientrare pacificamente nel corteo. Il serpentone così ricomposto ha poi raggiunto la piazza Vittorio Veneto, meta finale della protesta.
07 Ottobre 2025 – 23:28 – Nuove cariche a Bologna alla fine del raduno non autorizzato – Nuove cariche e lanci di sassi e bottiglie a Bologna dopo la manifestazione promossa dai Giovani Palestinesi per celebrare il 7 ottobre in Piazza del Nettuno. Al termine del raduno – segnato anche dall’intervento degli idranti delle forze dell’ordine per disperdere i partecipanti a un corteo non autorizzato e un manifestante fermato per accertamenti – qualche centinaio di giovani che erano giunti in Piazza Verdi, cuore della cittadella universitaria, si sono riuniti in fondo a via Zamboni per poi sfilare su via Irnerio gridando «free Palestine».
Lungo la vicina Via Righi, all’incrocio con la centralissima Via Indipendenza, si sono registrati il lancio di bottiglie e sassi presi da alcuni cantieri della zona e cariche da parte della Polizia che ha disperso i manifestanti poi sparpagliati tra Via Venturin, Via Oberdan e Via Righi con un gruppetto scappato in via Piella inseguito dagli agenti Un ragazzo incappucciato è stato portato via dalla Digos e uno dal reparto mobile in via Righi.
Anniversario 7 Ottobre, scontri a Bologna. La polizia carica i manifestanti in piazza nonostante il divieto della questura per i toni celebrativi, da parte degli organizzatori, del massacro compiuto da Hamas in cui furono uccise 1200 persone in Israele, molte delle quali civili pic.twitter.com/1raOaK50Wo
07 Ottobre 2025 – 22:14 – A Torino 6mila sfilano in corteo «non autorizzato» – Dopo avere attraversato una parte del quartiere Barriera di Milano alla periferia Nord di Torino, il serpentone dei Pro Pal a questo punto formato da almeno seimila persone ha fatto dietrofront e sta ritornando verso il centro della città, da dove era partito poco meno di due ore fa. Fanno parte del corteo,organizzato dal coordinamento Torino per Gaza, centri sociali, anarchici, movimento antagonista e sindacalismo di base. Finora non si sono registrate tensioni. Lungo il percorso molte persone si sono affacciate ai balconi delle case, hanno applaudito e alcuni hanno sventolato bandiere palestinesi.
07 Ottobre 2025 – 21:30 – Prosegue corteo a Bologna – Dopo i momenti di tensione in Via Rizzoli e l’uso degli idranti in Via Ugo Bassi, il gruppo di manifestanti ha ripreso a muoversi in corteo, dirigendosi verso le Due Torri lungo Strada Maggiore. Dietro di loro, le forze dell’ordine seguono con i blindati e il mezzo degli idranti, mantenendo il controllo della situazione.
07 Ottobre 2025 – 21:11 – Sconti in piazza a Bologna – Momenti di tensione nel centro di Bologna, poco fuori Piazza Maggiore, dove si sono verificati scontri tra i manifestanti e le forze dell’ordine intervenute per contenere la folla radunata in Piazza del Nettuno. La polizia ha effettuato alcune cariche e ha utilizzato gli idranti, che hanno spruzzato acqua lungo Via Ugo Bassi, mentre gruppi di manifestanti si spostavano freneticamente tra diversi punti della zona, cercando di sfuggire ai cordoni di sicurezza.
07 Ottobre 2025 – 09:10 – Il raduno (blindato) a Bologna – A Bologna, alcuni giovani radunati in piazza del Nettuno per celebrare il 7 ottobre con l’iniziativa dei Giovani palestinesi si sono seduti davanti ai reparti antisommossa, sventolando bandiere della Palestina da terra. La piazza, circondata da camionette della polizia, ha visto i manifestanti tentare di raggrupparsi dietro uno striscione con la scritta Free Palestine, scandendo «corteo, corteo» nonostante il divieto di marcia.
Le forze dell’ordine hanno più ammonito i presenti: «Il corteo non è autorizzato, lasciate la piazza alla spicciolata. Questo è l’ultimo avviso». Alcuni manifestanti hanno quindi cercato di defluire attraverso via Pignattari e dal voltone del Podestà, mentre l’avvocata Marina Prosperi, intervenuta con il megafono, invitava i giovani a indietreggiare e a lasciar libera la piazza.
07 Ottobre 2025 – 21:00 – Partito il corte a Torino – A Torino il corteo pro Palestina è partito comunque, nonostante il divieto della Questura, con almeno duemila partecipanti. In testa, uno striscione recita: «Il genocidio non è finito, siamo resistenza, continuiamo a bloccare tutto». Gli attivisti del Coordinamento Torino per Gaza hanno scelto di sfilare da piazza Castello verso nord, lungo via XX Settembre e corso Regina Margherita, ignorando l’ordine di mantenere la manifestazione in forma statica. A differenza delle precedenti mobilitazioni, questa volta non c’è il consueto furgone con l’impianto audio: la voce della protesta si muove su un carretto trainato da una bicicletta, simbolo di una manifestazione improvvisata. «Non ci facciamo intimidire dai questori e dai ministri – scandiscono dal microfono – cedere ai divieti sarebbe stato impensabile. Siamo in piazza per rivendicare senza se e senza ma la resistenza palestinese».
Si tratta di una missione congiunta della Freedom Flotilla e della Thousand Madleens to Gaza: a bordo ci sono centinaia di persone tra giornalisti, infermieri e medici. L’obiettivo è lo stesso della precedente spedizione della Global Sumud Flotilla: “Sfidare il blocco illegale imposto da Israele a Gaza ed esporre i sistemi che rendono possibili i suoi crimini di guerra”
Nove imbarcazioni, tra cui l’imponente nave Conscience, veleggiano verso la Striscia. La nuova Flotilla, partita da Otranto e Catania, si avvicina a Gaza e fa sapere di essere entrata “nella zona ad alto rischio”. Si tratta di una missione congiunta della Freedom Flotilla e della Thousand Madleens to Gaza: a bordo ci sono centinaia di persone tra giornalisti, infermieri e medici. L’obiettivo è lo stesso della precedente spedizione della Global Sumud Flotilla: “Sfidare il blocco illegale imposto da Israele a Gaza ed esporre i sistemi che rendono possibili i suoi crimini di guerra“.
“Un mare di vita e speranza” – “Non ci fermiamo più” scrivono gli attivisti di Global Movement to Gaza, la delegazione italiana della Flotilla. “Il sentiero è tracciato e la rotta verso Gaza è ormai un mare di vita e speranza: una marea inarrestabile con cui Israele dovrà fare i conti, mentre l’equipaggio di terra riempie le piazze e continua a far sentire la propria voce“. “Restiamo vigili, uniti e connessi” dicono ancora gli attivisti nel post, “non dobbiamo perderli di vista“.
Come reso noto dalla Farnesina sono già stati liberati il senatore Marco Croatti, l’eurodeputata Annalisa Corrado, il deputato Arturo Scotto e l’eurodeputata Benedetta Scuderi. Per gli altri connazionali, oltre 40, è già partito l’iter per il rimpatrio
Una delle immagini postate su X dal ministero degli Esteri israeliano
Gli attivisti che si trovavano a bordo delle navi della Flotilla sono stati bloccati dall’esercito israeliano, ma per molti di loro la prigionia potrebbe concludersi in tempi molto brevi. Per quanto riguarda i 46 italiani fermati, l’iter dopo lo stop in mare è partito e le procedure potrebbero concludersi con relativa rapidità per chi accetterà l’espulsione dal paese ebraico. Nel frattempo il Servizio penitenziario israeliano (Ips) ha reso noto di aver accolto oltre 200 attivisti della Global Sumud Flotilla diretta a Gaza: “I detenuti – si legge in una nota – sono stati trasferiti al carcere di Ktzi’ot, nel Negev, dove saranno sottoposti a un procedimento legale da parte dell’Autorità per la Popolazione e l’Immigrazione“.
Liberati i quattro parlamentari italiani – I primi a essere liberati dalle autorità israeliane, come confermato dalla Farnesina, sono stati i quattro parlamentari italiani che si facevano parte della Flotilla. Il senatore Marco Croatti, l’eurodeputata Annalisa Corrado, il deputato Arturo Scotto e l’eurodeputata Benedetta Scuderi erano stati fermati mentre si avvicinavano alla costa di Gaza. Il ministro Tajani aveva avuto più contatti con il ministro israeliano Saar chiedendo la liberazione immediata. I parlamentari italiani sono già stati trasferiti all’aeroporto di Tel Aviv e prenderanno un volo di linea assistiti dal personale dell’ambasciata. Partiranno per Roma con il volo IZ 335 delle 10 locali. L’ambasciata inoltre comunica di schierare personale del consolato al porto di Ashdod per effettuare visite consolari e richiedere la liberazione immediata di tutti gli altri italiani detenuti.
Tra gli italiani fermati ci sono anche alcuni giornalisti: Lorenzo D’Agostino del ‘Manifesto‘, Saverio Tommasi di ‘Fanpage’, Barbara Schiavulli di ‘Radio Bullets‘ e Alessandro Mantovani de ‘Il fatto Quotidiano‘.
Hamas-Sumud passengers on their yachts are making their way safely and peacefully to Israel, where their deportation procedures to Europe will begin. The passengers are safe and in good health. pic.twitter.com/pzzitP5jN8
Dal carcere all’espulsione: i vari step – E gli altri? Le attività di trasbordo e sbarco dei membri della Flotilla, dopo gli abbordaggi da parte della Marina israeliana, sono terminate nel giro di alcune ore: secondo la Farnesina tra i 450 membri della spedizione ci sarebbero altri 42 italiani (in tutto erano 46). Espletate le procedure di riconoscimento, lo step successivo è il trasferimento in autobus al centro detentivo di Ketziot, nel sud di Israele, vicino alla città di Ber Sheva.
Per i detenuti niente interrogatorio né particolari procedure giudiziarie, ma sarà unicamente chiesto loro se sono disponibili ad accettare l’espulsione volontaria entro 24-48 ore, oppure se intendono rifiutarla. Per coloro che la rifiuteranno, si aprirà un breve procedimento giudiziario al termine del quale un giudice dovrebbe decretarne l’espulsione coatta. Questa di norma avviene entro le 72 ore dal decreto d’espulsione.
Il rientro con i voli charter – Le autorità diplomatiche e consolari italiane a Tel Aviv visiteranno i connazionali detenuti nella giornata di oggi e domenica (in mezzo c’è lo shabbat) per sincerarsi delle loro condizioni, del trattamento ricevuto e per favorirne i contatti con i familiari. Non è invece ancora chiaro quando inizieranno i rimpatri. Le autorità israeliane stanno anche studiando la possibilità di organizzare dei voli charter per riportare i membri della Flotilla in due capitali europee.
Già da oggi “potrebbero avvenire le prime partenze, soprattutto per chi accetterà di lasciare volontariamente Israele“, ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani. “Per chi rifiuterà l’espulsione immediata, sarà necessario attendere il provvedimento di respingimento dell’autorità giudiziaria israeliana, che potrebbe richiedere 48-72 ore“. Tajani ha contattato il collega israeliano Gideon Sa’ar per chiedergli informazioni e garanzie per tutti gli italiani fermati. Tajani ha confermato al ministro Saar dettagli sullo status e sulla condizione legale di immunità dei quattro parlamentari che fanno parte del gruppo e ha chiesto di accelerare ogni procedura per la liberazione immediata.
Una flotta di undici imbarcazioni con a bordo più di 250 persone tra medici, infermieri e giornalisti si dirige verso Gaza con l’obiettivo di rompere il blocco navale israeliano
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Una seconda flotta di navi è partita nelle ultime settimane dall’Italia per tentare di rompere il blocco navale israeliano sulla Striscia di Gaza, in una missione congiunta della “Freedom Flotilla” e della “Thousand Madleens to Gaza“.
Si tratta di undici imbarcazioni che trasportano circa 250 persone tra medici, infermieri e giornalisti internazionali.
È il secondo tentativo di approdare a Gaza dopo che i commando israeliani hanno abbordato e sequestrato le oltre 40 imbarcazioni della Global Sumud Flotilla, arrestando i gli oltre quattrocento volontari dell’iniziativa.
La nave Conscience trasporta medici e giornalisti verso Gaza
La Freedom Flotilla ha inviato tre imbarcazioni. – La principale è la Conscience, che trasporta medici, infermieri e giornalisti. Si tratta di una nave di 68 metri, partita da Otranto il 30 settembre e che da venerdì naviga al largo di Creta. A bordo ci sono circa cento persone
“Il nostro obiettivo è rompere l’assedio illegale di Israele,fornire ai corrispondenti internazionali la possibilità di fare un reportage diretto da Gaza e fornire assistenza medica urgentemente necessaria ai palestinesi“, ha affermato la Freedom Flotilla in un post su Instagram.
“Spero di arrivare alla costa per aiutare i medici e il personale sanitario della Palestina“, ha affermato Hafiz Sulaiman, medico della Malesia a bordo della Conscience, in un post su Instagram pubblicato venerdì dall’attivista italiano Vincenzo Fullone.
“Conscience procede verso Gaza con una équipe medica pronta a dare il cambio a chi, nei resti degli ospedali, opera da oltre due anni senza tregua e quasi senza strumenti. Fermarla non è sicurezza: è complicità con l’agonia. Lasciatela passare“, ha affermato Fullone.
Insieme alla Conscience ci sono anche altre due imbarcazioni della Freedom Flotilla, le barche a vela Al-Awda e Ghassan Kanafani, che battono rispettivamente bandiera italiana e francese, e attualmente si trovavano anche loro al largo di Creta.
Le navi della Thousand Madleens to Gaza – Altre otto navi sono partite il 25 settembre dal porto di Catania, parte della missione Thousand Madleens to Gaza. A bordo ci sono circa 150 passeggeri, tra giornalisti e professionisti sanitari.
Tra questi anche Francesco Prinetti,medico internista di Torino: “Rimaniamo determinati perché gli intenti sono gli stessi (della Global Sumud Flotilla): rompere un assedio che Israele porta avanti da oltre 17 anni“, ha affermato in un’intervista all’Adnkronos.
Israele ha sequestrato la nave Handala della Freedom Flotilla a luglio – Lo scorso luglio la marina israeliana aveva abbordato e sequestrato la nave Handala della Freedom Flotilla, dopo che questa aveva raggiunto le acque al largo di Gaza. L’equipaggio era stato arrestato e rimpatriato.
Tra loro c’era anche l’attivista svedese Greta Thunberg, che ha poi partecipato anche alla missione della Global Sumud Flotilla.
Anche in quest’ultimo caso, i passeggeri sono stati arrestati e portati dalle autorità israeliane al carcere di Ketziot, nel deserto del Negev.
Gli attivisti: “Arrestate 200 persone di 37 paesi, tra cui 22 italiani”. Tel Aviv: “I passeggeri stanno raggiungendo in modo sicuro e pacifico Israele, dove inizieranno le procedure di espulsione verso l’Europa. Sono al sicuro e in buona salute”
Solo cinque navi della Global Sumud Flotilla sono ancora in navigazione, dirette verso Gaza. Lo evince dall’ultimo rilevamento in tempo reale, aggiornando la situazione delle 44 imbarcazioni che erano coinvolte nella missione umanitaria. Finora ben 21 navi sono state intercettate mentre altre 18 sono state presumibilmente bloccate dalle autorità israeliane. In base al Flotilla Tracker, a proseguire la propria rotta verso l’enclave palestinese sono la Fair Lady, Marinette e Mikeno. Altre due in navigazione, la Shireen e la Summertime Jong, avrebbero chiesto supporto legale.
Le telecamere delle imbarcazioni sono offline e le barche sono state abbordate da personale militare. Stiamo lavorando attivamente per confermare la sicurezza e la situazione di tutti i partecipanti a bordo”, hanno comunicato gli attivisti del Global Movement to Gaza Italia. continua a leggere
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Alle 8 di questa mattina risultano 21 le imbarcazioni bloccate e 23 quelle che continuano la navigazione verso Gaza
LE navi della Global Flotilla – Marc Asensio / NurPhoto / NurPhoto via AFP
Alle 8 di questa mattina erano 21 le imbarcazioni della Flotilla fermate e 23 quelle che continuano la navigazione verso Gaza. In base alle informazioni disponibili sul sito dell’organizzazione, ecco chi sono alcuni degli italiani fermati dalle forze israeliane e su quali barche si trovavano. – continua a leggere
Nome Barche
Nomi equipaggi Italiani
ALL INN
Pietro Queirolo Palmas, Antonio La Piccirella, Simone Zambrin.
AURORA
Federico Frasca, Gonzalo Di Pretoro, Irene Soldati, Marco Orefice, Sara Masi
HIO
Lorenzo D’Agostino
JANNOT III
Andrea Sebastiano Tribulato
KARMA
Annalisa Corrado (eurodeputata Pd), Arturo Scotto (deputato del Pd), Margherita Cioppi, Michele Saponara, Paolo Romano, Saverio Tommasi, Romano Notarianni
MORGANA
Barbara Schiavulli, Benedetta Scuderi (europarlamentare Europa Verde), Carlo Alberto Biasoli, Jose Nivoi.
OTARIA
Adriano Veneziani, Alessandro Mantovani, Cesare Tofani, Dario Crippa, Giorgio Patti, Manuel Pietrangeli.
SEULLE
Fabrizio De Luca, Paolo De Montis, Ruggero Zeni, Silvia Severini
Gli attivisti della missione umanitaria continuano la navigazione verso Gaza. Meloni: “Insistere in questa fase è irresponsabile”
Le imbarcazioni della Global Sumud Flotilla sono arrivate a meno di 90 miglia dalle coste di Gaza, entrando nella ‘zona ad alto rischio’ in cui Israele in passato ha bloccato le missioni umanitarie.
“Saremo intercettati in acque internazionali e verremo probabilmente messi agli arresti”, hanno riferito gli attivisti, “si tratterebbe di un atto illegale perché si consuma in acque internazionali. Seguiremo le regole d’ingaggio della Sumud Flotilla che prevedono la resistenza passiva“.
Decine di barche non identificate, si legge sui canali social degli attivisti, sono state avvistate dai militanti a bordo della missione Flotilla, giunta ormai a meno di 75 miglia dalle coste di Gaza. “Stiamo affrontando quello che sembra un blocco militare con decine di barche presumibilmente israeliane a 4 miglia esattamente davanti a noi. Non si sono ancora identificate“, riferiscono dalle barche, secondo quanto riportato sui canali social del Global Movement to Gaza.
“Stanno per iniziare le operazioni di abbordaggio da parte delle imbarcazioni militari che si sono palesate e si trovano in questo momento vicine alla testa della Flotilla. Non siamo nelle condizioni di poter dire tra quando inizieranno le operazioni, ma è certo che sarà una nottata lunga e difficile“, ha dichiarato il deputato Arturo Scotto (PD) imbarcato sulla Flotilla, intervenuto in diretta a “ZTL“.
Nell’attesa del probabile intervento della Marina di Israele, si agitano le acque della politica. La premier, Giorgia Meloni, ha invitato gli attivisti a “non insistere in un’iniziativa che ha dei margini di pericolosità e di irresponsabilità“. “Attendere mentre c’è un negoziato di pace, è forse la cosa più utile che si può fare per alleviare le sofferenze dei palestinesi”, ha osservato “Ma forse“, ha aggiunto dal vertice Ue in Danimarca, “le sofferenze del popolo palestinese non erano la priorità”.
Anche il premier svedese, Ulf Kristersson, ha invitato l’attivista sua connazionale, Greta Thunberg, a “tornare a casa“.
“Siamo noi a dover chiedere alle istituzioni di essere responsabili“, ha replicato Maria Elena Delia, la portavoce della delegazione italiana della Global Sumud Flotilla. “Non ho mai sentito chiedere, invece, perché questi attivisti si dovrebbero fare male in acque internazionali? La risposta è che quando c’è Israele di mezzo le regole non valgono più. Le persone a bordo meritano grande rispetto perché, dopo due anni di genocidio nessun governo ha osato fare qualcosa“.
Intanto sindacati e movimenti si mobilitano in vista di un eventuale blocco della Flotilla. “Siamo pronti a proclamare, in modo tempestivo, uno sciopero generale di tutti i settori pubblici e privati”, ha avvertito il leader della Cgil, Maurizio Landini. “Un atto di quella natura in acque internazionali sarebbe un atto di guerra contro chi vuole svolgere una missione per riaffermare la pace“, ha aggiunto.
Usb, Cobas e Cub hanno avvertito che lo sciopero verrebbe proclamato senza alcun preavviso. “Non permetteremo che Cgil ed estremisti di sinistra portino in Italia il caos“, ha replicato il vicepremier, Matteo Salvini, “non tollereremo nessuno ‘sciopero generale improvviso‘”.
La segretaria dem, Elly Schlein esprimendo “molta apprensione per la Flotilla” ha ribadito la richiesta al governo di “fare tutto il possibile per tutelare l’incolumità di tutti gli attivisti a bordo” ricordando a Israele che “qualunque attacco con l’uso della forza sarebbe illegale, tanto più in acque internazionali“.
Il ministro degli Esteri israeliano, Gideon Sa’ar, da parte sua ha invitato la Flotilla “a consegnare qualsiasi aiuto in suo possesso in modo pacifico attraverso il porto di Cipro, la marina di Ashkelon o qualsiasi altro porto della zona verso Gaza“. Il titolare dellaFarnesina, Antonio Tajani, ha sentito il collega turco, Hakan Fidan, con cui ha condiviso che “la priorità resta evitare l’escalation”
Crosetto: “Navi circondate, importante è non usare violenza” – “Mi auguro che tutto avvenga con calma e razionalità. Le barche sono circondate e dovrebbero essere portate nel porto di Ashdod, dove poi ci attiveremo per verificare come far rientrare i nostri connazionali. L’importante è che tutto avvenga senza violenza, senza alcun rischio. Sono preparati sia le persone a bordo che le autorità israeliane“, ha detto al Tg1 il ministro della Difesa Guido Crosetto.
Portavoce Italia, iniziate le procedure di intercetto – Le navi militari dell’IOF (l’esercito israeliano, ndr) hanno cominciato le procedure per intercettare le barche della Global.Sumud Flotilla. In acque internazionali. Restate vigili. Non lasciamoli soli. Ora tocca all’equipaggio di terra“. Lo scrive sui social la portavoce italiana del movimento Maria Elena Delia.
Tajani: “Ho chiesto a Sa’ar no azioni violente” – Sulla Flotilla “ho chiesto al ministro degli Esteri israeliano Sa’ar che non ci siano azioni violente“. Lo afferma al Tg1 il ministro degli Esteri, Antonio Tajani
La replica degli attivisti: “Siamo noi a chiedere responsabilità alle istituzioni”. La denuncia: sfiorata la collisione con una nave da guerra israeliana
Le barche della Flotilla sono ormai a meno di cento miglia nautiche da Gaza, e hanno superato il punto in cui la precedente spedizione della Madleen, a giugno, era stata intercettata dalla marina israeliana, che è quindi pronta ad intervenire.Gli attivisti della Global Movement ribadiscono: “Rimaniamo ancora più vicini alla Global Sumud Flotilla a supporto della popolazione palestinese. Teniamo alta l’attenzione. Se toccano la Flotilla blocchiamo tutto“
“Insistere in questa fase è irresponsabile“. Cosi la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni si rivolge agli attivisti della missione umanitaria rinnovando l’invito a fermarsi e ricordando l’appello del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. “La Spagna sta facendo come l’Italia“, sostiene la presidente del Consiglio. “La cosa importante è il sostegno europeo” al piano di Trump per la pace nella Striscia, rimarca da Copenaghen a margine del vertice Ue informale.
Netta la replica della Global Sumud Flotilla. “Siamo noi che chiediamo a istituzioni di essere responsabili perché la legge, non solo non vale per tutti, ma non esiste più“, le parole della portavoce Maria Elena Delia. Per Meloni “in questa fase di un equilibrio che è estremamente delicato di fronte a una possibilità che sarebbe storica, insistere in una iniziativa che ha dei margini, secondo me, di pericolosità e di irresponsabilità, io continuo a non capirlo“, dice la premier.
Fethi Belaid / Afp – Global Flotilla
“Penso che dopo gli appelli che sono stati fatti dal presidente Mattarella in poi, dagli altri, ho visto anche quello che stanno dicendo altri leader europei, ho visto quello che sta facendo la Spagna, che è esattamente quello che sta facendo anche l’Italia, penso che il rischio di una iniziativa che diceva di nascere per una questione umanitaria, poi si è scoperto che non era per una questione umanitaria, era per forzare un blocco navale e già diventa un’altra cosa. Del resto se fosse stato per una ragione umanitaria si sarebbero accolte le numerose proposte che sono state fatte per poter consegnare quegli aiuti in sicurezza“.
La Flotilla denuncia manovre di una nave di guerra, “Sfiorata la collisione” – La Global Sumud Flotilla diretta a Gaza nella notte è stata “aggressivamente circondata” da una nave da guerra israeliana e il capitano di una delle imbarcazioni in testa è stato costretto a “una brusca manovra per evitare una collisione frontale“: lo riferisce la stessa Gsf in una nota. “Navi da guerra israeliane hanno intrapreso manovre pericolose e intimidatorie contro le navi Alma e Sirius della flottiglia“, ha fatto sapere la Flotilla, “le navi da guerra hanno disattivato le comunicazioni, hanno aggirato aggressivamente imbarcazioni civili e hanno costretto i capitani a brusche manovre evasive per evitare la collisione. Queste azioni ostili”, denuncia la Flotilla, hanno messo in grave pericolo civili disarmati provenienti da oltre 40 Paesi“.
Saar: “Fermate la provocazione e consegnate gli aiuti”
“Si sentono appelli da tutte le parti per fermare questa provocazione Hamas-Sumud: non è troppo tardi, vi prego di trasferire pacificamente a Gaza qualsiasi aiuto in vostro possesso attraverso il porto di Cipro, il porto turistico di Ashkelon o qualsiasi altro porto della regione“. Lo dice il Ministro degli Esteri israeliano Gideon Saar, dopo un appello congiunto di Italia e Grecia affinché i membri della Flotillia raggiungano un compromesso e consegnino gli aiuti. Roma e Atene hanno lanciato un “appello alle donne e agli uomini della Flottiglia affinché accettino la disponibilità offerta dal Patriarcato Latino di Gerusalemme a consegnare in sicurezza gli aiuti destinati in solidarietà ai bambini, alle donne e agli uomini di Gaza“.
Prese di mira le imbarcazioni in coda alla spedizione che fa rotta verso Gaza, tra cui quella su cui viaggiano i parlamentari italiani: “Il governo intervenga”
Torna sotto attacco la Global Sumud Flotilla.Diversi droni hanno sganciato una serie di ordigni nei pressi delle 43 barche della flotta che si sta dirigendo verso Gaza e adesso naviga al largo di Creta. A essere prese di mira sono state le imbarcazioni in coda alla spedizione, fra cui la Karma su cui viaggiano i parlamentari del Pd.
Secondo le prime informazioni, vicino ad alcune sarebbero state sganciate delle granate stordenti, la Zefiro invece sarebbe stata colpita direttamente e avrebbe riportato danni all’albero. I primi video che arrivano dalla flotta confermano che l’allarme lanciato dagli equipaggi. Il ronzio dei droni in volo, che da giorni ormai accompagna le barche che fanno rotta verso la Striscia, diventa sempre più forte, poi la notte è rotta da un’esplosione.
“Cinque barche sono state colpite da un ordigno, potete sentire distintamente il suono delle esplosioni anche adesso mentre parlo – dice in un video pubblicato su Instagram Yasemin Acar, del comitato direttivo – al momento non sappiamo con certezza quali imbarcazioni siano state colpite. Date l’allarme, siamo in acque internazionali, non trasportiamo armi ma aiuti, è Israele che sta uccidendo migliaia di persone, che le sta affamando, sono i nostri Paesi che stanno permettendo tutto questo, politicamente e fornendo armi”.
Su tutte le barche è scattato l’allarme. A bordo, tutti hanno indossato i giubbotti di salvataggio, pronti a qualsiasi emergenza. “Siamo sovrastati da decine di droni che continuano a sorvolarci in maniera aggressiva, alcuni hanno lanciato degli ordigni sulle barche, altri hanno sganciato granate stordenti”, spiega Maria Elena Delia, la portavoce italiana della Flotilla.
“Esplosioni, droni non identificati e interferenze nelle comunicazioni. Stiamo assistendo in prima persona a queste operazioni psicologiche, proprio ora, ma non ci lasceremo intimidire”, dicono da bordo. “Ogni tentativo di intimidirci non fa che rafforzare il nostro impegno. Non ci lasceremo mettere a tacere. Continueremo a navigare”.
L’allarme è stato subito rilanciato dai centri di controllo che da terra seguono la Flotilla. E a tutti arriva l’invito a mandare email di protesta ai ministeri degli Esteri di tutti 44 Paesi di provenienza dei membri dell’equipaggio. “Chiediamo con urgenza un’immediata presa di posizione pubblica di condanna questi attacchi, la protezione dei partecipanti da parte delle istituzioni internazionali, pressione diplomatica e politica sui responsabili per fermare queste azioni illegali”, si legge nel testo. “Se qualcuno dovesse essere ferito o ucciso, si tratterebbe di un ulteriore crimine di guerra da aggiungere alla lunga lista di violazioni già commesse. È fondamentale che governi, istituzioni e organizzazioni internazionali intervengano ora, prima che sia troppo tardi”.
I risultati della Defense Intelligence Agency suggeriscono che la dichiarazione di Trump secondo cui i siti sono stati “distrutti” potrebbe essere esagerata
Una prima valutazione classificata degli Stati Uniti sugli attacchi diDonald Trump contro gli impianti nucleari iraniani nel fine settimana afferma che non hanno distrutto due dei siti e probabilmente hanno solo ritardato il programma nucleare di qualche mese, secondo due persone a conoscenza del rapporto.
Il rapporto stilato dalla Defense Intelligence Agency, il braccio operativo del Pentagono per l’intelligence, ha concluso che i componenti chiave del programma nucleare, tra cui le centrifughe, potevano essere riavviati nel giro di pochi mesi.
Il rapporto ha anche scoperto che gran parte delle scorte iraniane di uranio altamente arricchito, che potrebbero essere utilizzate per una possibile arma nucleare, sono state spostate prima degli attacchi e potrebbero essere state spostate in altri siti nucleari segreti gestitidall’Iran .
I risultati della DIA, basati su una valutazione preliminare dei danni causati dalla battaglia condotta dal Comando Centrale degli Stati Uniti, che sovrintende alle operazioni militari statunitensi in Medio Oriente, suggeriscono che la dichiarazione di Trump sui siti “distrutti” potrebbe essere stata esagerata.
Nel suo discorso televisivo di sabato sera, subito dopo l’operazione, Trump ha affermato che gli Stati Uniti avevano completamente distrutto i siti di arricchimento dell’Iran a Natanz e Fordow, la struttura sepolta in profondità nel sottosuolo, e a Isfahan, dove veniva immagazzinato l’arricchimento.
“Gli attacchi sono stati uno spettacolare successo militare. I principali impianti di arricchimento nucleare dell’Iran sono stati completamente e totalmente distrutti. L’Iran, il bullo del Medio Oriente, deve ora fare la pace“, ha detto Trump nel suo discorso dalla Casa Bianca.
Sebbene il rapporto della DIA fosse solo una valutazione iniziale, una delle persone ha affermato che se i servizi segreti sul campo avevano già scoperto nel giro di pochi giorni che Fordow in particolare non era stata distrutta, valutazioni successive avrebbero potuto suggerire che i danni inflitti sarebbero stati ancora minori.
Considerati da tempo i siti nucleari iraniani più protetti, gli impianti di arricchimento dell’uranio di Fordowsono sepolti sotto i monti Zagros. Alcuni rapporti suggeriscono che il sito sia stato costruito sotto 45-90 metri di substrato roccioso, in gran parte calcareo e dolomitico.
La Casa Bianca ha contestato la valutazione dell’intelligence, la cui prima pubblicazione era stata affidata alla CNN. “La fuga di notizie di questa presunta valutazione è un chiaro tentativo di sminuire il presidente Trump e screditare i coraggiosi piloti da caccia che hanno condotto una missione perfettamente eseguita per annientare il programma nucleare iraniano“, ha dichiarato in una nota la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt.
Il vicepresidente degli Stati Uniti, J.D. Vance, ha ammesso domenica che Washington non sapeva dove si trovassero le scorte di uranio altamente arricchito dell’Iran, affermando: “Lavoreremo nelle prossime settimane per assicurarci di fare qualcosa con quel combustibile“.
Mercoledì scorso, il Guardian ha rivelato che i massimi esponenti politici del Pentagono erano stati informati, all’inizio del secondo mandato di Trump, che le bombe “bunker buster” GBU-57 da 30.000 libbre destinate a Fordownon avrebbero distrutto completamente la struttura.
In quel briefing, tenutosi a gennaio, la Defense Threat Reduction Agency del Pentagono, che aveva sviluppato la GBU-57, comunicò ai funzionari che le bombe non sarebbero penetrate abbastanza in profondità nel sottosuolo e che solo un’arma nucleare tattica avrebbe potuto annientare Fordow.
Gli attacchi statunitensi contro gli impianti nucleari iraniani hanno coinvolto bombardieri B2 che hanno sganciato 12 GBU-57 su Fordow e due GBU-57 su Natanz. Un sottomarino della Marina statunitense ha poi lanciato circa 30 missili Tomahawk su Isfahan, hanno dichiarato funzionari della difesa statunitensi in una conferenza stampa domenica.
Il segretario alla Difesa Pete Hegsethha ripetuto l’affermazione di Trump durante la conferenza stampa secondo cui i siti erano stati “distrutti“, ma il capo di stato maggiore congiunto, il generale Dan Caine, che ha contribuito a supervisionare l’operazione, è stato più pacato nelle sue dichiarazioni.
Caine ha affermato che tutti e tre i siti nucleari hanno “subito gravi danni e distruzioni“, ma ha avvertito che la valutazione definitiva dei danni causati dall’operazione militare deve ancora essere effettuata.
Il presidente degli Stati Uniti ordina a Israele di invertire la rotta, avvertendo che i bombardamenti sarebbero una “grave violazione”
Donald Trump ha reagito furiosamente dopo che il cessate il fuoco tra Israele e Iran,da lui mediato e di cui si era preso il merito,è stato violato nel giro di poche ore, ordinando a Israele di virare i suoi aerei da guerra a mezz’aria e di interrompere i bombardamenti pianificati, cosa che, ha avvertito, sarebbe stata una “grave violazione“.
Israele ha affermato che l’Iran è stato il primo a rompere la tregua, affermando di aver abbattuto due missili balistici diretti verso il norddi Israele intorno alle 10.30, circa due ore e mezza dopo l’annuncio del cessate il fuoco.
Ciononostante, al risveglio a Washington con la notizia che la sua tregua era stata rotta così presto, Trump ha riservato il suo più grande rancore a Israele, per la portata della rappresaglia pianificata, ma anche per la quantità di bombe sganciate dagli aerei israeliani tra l’accordo sul cessate il fuoco di lunedì sera e la sua entrata in vigore alle 5 del mattino GMT di martedì.
“Israele, non appena abbiamo concluso l’accordo, è uscito e ha sganciato un carico di bombe, come non ne avevo mai viste prima, il carico più grande che abbiamo mai visto“, ha detto, nel rimprovero pubblico più forte mai rivolto a Israele da qualsiasi presidente degli Stati Uniti nella storia. “In pratica abbiamo due Paesi che combattono da così tanto tempo e così duramente che non sanno cosa cazzo stanno facendo“, ha detto Trump.
Sulla sua piattaforma online privata, Truth Social, ha lanciato un’istruzione diretta: “ISRAELE. NON SBALLARE QUELLE BOMBE. SE LO FATE, È UNA VIOLAZIONE GRAVE. RIPORTATE A CASA I VOSTRI PILOTI, SUBITO!”
Dopo un colloquio con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, è tornato sul palco per annunciare: “ISRAELE non attaccherà l’Iran . Tutti gli aerei torneranno a casa, mentre si fa un amichevole ‘saluto aereo’ all’Iran. Nessuno sarà ferito, il cessate il fuoco è in vigore!”
Pochi minuti dopo, tuttavia, i media iraniani hanno riferito di altre esplosioni nei dintorni di Teheran e nel nord del Paese.
Il sito web statunitense Axios ha riferito che Netanyahu aveva detto a Trump che non poteva annullare completamente l’attacco e che alla fine “si è deciso di ridurre significativamente l’attacco, annullare l’attacco su un gran numero di obiettivi e colpirne solo uno”. Haaretz ha riferito che l’unico obiettivo era un’installazione radar iraniana.
L’Iran ha negato di aver violato la tregua o lanciato missili che Israele avrebbe intercettato a metà mattina di martedì, ma il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, ha affermato di aver ordinato un’immediata rappresaglia contro Teheran.
Trump aveva utilizzato i social media per annunciare il cessate il fuoco poco dopo le 5:00 GMT di martedì, chiedendo alle parti in conflitto di non violarlo. Entrambe le parti hanno avuto un intenso scambio di colpi prima di dichiarare la loro accettazione, ma a ore dalla dichiarazione non era ancora chiaro se la tregua sarebbe rimasta in vigore.
Successivamente è stato dato il via libera nel nord di Israele, ma il ministro delle finanze intransigente del paese, Bezalel Smotrich , ha pubblicato un messaggio sulla piattaforma di social media X promettendo una risposta, avvertendo: “Teheran tremerà“.
I media statali iraniani hanno suggerito che il cessate il fuoco fosse stato “imposto al nemico” dopo “quattro ondate di attacchi sui territori occupati da Israele“. Le autorità israeliane hanno confermato che l‘Iran ha lanciato 20 missili e che cinque israeliani sono stati uccisi e più di 22 feriti nella città meridionale di Beersheba.
Secondo quanto riferito dai residenti, nelle ore precedenti la dichiarazione del cessate il fuoco, Israele ha effettuato alcuni dei suoi attacchi aerei più intensi su Teheran.
L’agenzia di stampa Tasnim ha dichiarato che nove iraniani sono stati uccisi nel nord del Paese, mentre Israele ha affermato di aver colpito lanciamissili nell’Iran occidentale e decine di obiettivi a Teheran nelle prime ore di martedì mattina. L’ufficio del primo ministro ha affermato di aver ucciso centinaia di militanti del Basij, una forza di volontari utilizzata per reprimere il dissenso interno, e di aver preso di mira uno scienziato nucleare iraniano, portando il bilancio degli omicidi di scienziati iraniani ad almeno 15.
I media statali iraniani hanno identificato lo scienziato ucciso durante la notte come Mohammad Reza Seddighi Saber, affermando che era stato preso di mira nella residenza dei genitori ad Astaneh-ye Ashrafiyeh, nel nord dell’Iran. Secondo quanto riportato dalla televisione di stato, suo figlio diciassettenne sarebbe stato ucciso in un attacco contro la casa di famiglia a Teheran diversi giorni fa.
Un utente iraniano di un social media a Teheran ha scritto che gli attacchi israeliani sulla capitale sono stati “intensi” in vista dell’annunciato cessate il fuoco. “Il bombardamento di stasera a Teheran è stato estremamente intenso. Per un’ora intera le esplosioni non si sono fermate. Siamo un popolo completamente indifeso“, ha scritto l’utente.
Dopo che il governo israeliano ha ufficialmente accettato il cessate il fuoco, il leader dell’opposizione Yair Lapid ha affermato che era giunto il momento di porre fine anche alla guerra israeliana a Gaza . “È ora di finirla anche lì. Riportate indietro gli ostaggi, ponete fine alla guerra. Israele deve iniziare la ricostruzione”, ha dichiarato Lapid su X. Si stima che 56.000 palestinesi siano stati uccisi a Gaza in 20 mesi di bombardamenti israeliani.
Il cessate il fuoco è stato annunciato dopo il lancio di un missile iraniano contro una base statunitense in Qatar , in rappresaglia per la partecipazione americana agli attacchi contro gli impianti nucleari iraniani di domenica. L‘Iran ha affermato di aver avvisato in anticipo il Qatar della presenza dei missili e di non aver riportato feriti, suggerendo che la sua risposta è stata attentamente coordinata per consentire a Teheran e Washington di avere una via d’uscita.
I consiglieri di Trump hanno dichiarato in privato di credere che l’Iran avrebbe accettato il ramoscello d’ulivo del presidente degli Stati Uniti per evitare ulteriori attacchi da parte di Israele e perché avevano inflitto una ritorsione simbolica.
In un post sui social media, Trump ha affermato che i siti iraniani sono stati “totalmente distrutti“. Ma il responsabile nucleare dell’ONU, Rafael Grossi, ha dichiarato: “Al momento, nessuno, inclusa l'[Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica], è in grado di valutare i danni sotterranei di Fordow“.
I consiglieri di Trump hanno cercato di far credere che non importasse se Fordow fosse stata distrutta, perché l’Iran era stato costretto a sedersi al tavolo delle trattative, anche se ciò avrebbe segnato un allontanamento da ciò che Trump aveva dichiarato di voler raggiungere nel fine settimana.
Tuttavia, l’effettivo danno agli impianti nucleari resta una questione importante in vista di possibili colloqui tra Stati Uniti e Iran, che si prevede saranno guidati dall’inviato speciale di Trump, Steve Witkoff, poiché ciò inciderebbe sulla capacità negoziale di Witkoff.
Altri alti funzionari dell’amministrazione hanno rivendicato la vittoria, tra cui il vicepresidente J.D. Vance, il quale ha affermato che l’Iran era “incapace di costruire un’arma nucleare con le attrezzature in suo possesso perché le abbiamo distrutte”.
L’attacco statunitense ha fatto seguito a un’ondata di attacchi missilistici tra Israele e Iran, con Israele che ha bombardato la famigerata prigione di Evin, ed è avvenuto dopo che Trump aveva sollevato la possibilità di un cambio di regime a Teheran. Ma lunedì sera, alti funzionari statunitensi avevano suggerito che l’attacco iraniano al Qatar fosse mirato a evitare un’ulteriore escalation che avrebbe potuto portare a una guerra totale che avrebbe messo in pericolo il regime iraniano.
La Repubblica Islamica nega la violazione. Prima del cessate il fuoco ondata di missili dall’Iran, morti e feriti a Be’er Sheva. Teheran denuncia raid su edificio residenziale, almeno 9 vittime
Israele, macerie a Be’er Sheva dopo l’ultimo attacco iraniano prima della tregua – Afp
Nonostante l’incertezza su dettagli e tempistiche, Donald Trump ha annunciato oggi l’inizio della tregua tra Israele e Iran. “Il cessate il fuoco è ora in vigore. Per favore, non violatelo“, ha ribadito sul social Truth il presidente americano intorno alle 6 del mattino (ora italiana). Un appello che sembra già essere caduto nel vuoto, con leaccuse di violazione arrivate da Tel Aviv solo poche ore più tardi, quando Teheran – ha sostenuto l’Idf – avrebbe lanciato almeno un missile contro lo Stato ebraico dopo lo stop concordato con il leader Usa. La Repubblica Islamica, però, nega.
Intanto, dalla notte all’alba e prima dell’entrata in vigore del cessate il fuoco, una nuova ondata di attacchi incrociati ha provocato morti e feriti nei due Paesi.
Israele accetta tregua: “Raggiunti obiettivi”. Poi denuncia lancio missili. Teheran nega – In mattinata era arrivata la conferma ufficiale di Tel Aviv sulla tregua. “Alla luce del raggiungimento degli obiettivi dell’operazione e in pieno coordinamento con il presidente Trump, Israele ha accettato la proposta del presidente per un cessate il fuoco bilaterale” con l’Iran, quanto si leggeva in una nota del governo israeliano dopo l’annuncio del presidente degli Stati Uniti.
Con l’operazione ‘Rising Lion‘, lo Stato ebraico è stato in grado di eliminare “la doppia minaccia esistenziale immediata” proveniente da Teheran, quella “in campo nucleare e dei missili balistici“. Israele tuttavia “risponderà con forza a qualsiasi violazione del cessate il fuoco“, recitava ancora la dichiarazione diffusa dall’ufficio del premier Benjamin Netanyahu dopo l’annuncio di Trump.
Israele ha ringraziato quindi il presidente Usa “e gli Stati Uniti per il loro sostegno nella difesa e la loro partecipazione nell’eliminare la minaccia nucleare iraniana – proseguiva la dichiarazione -. Con l’operazione lo Stato di Israele ha raggiunto traguardi storici e si è posto alla pari con le potenze mondiali. E’ un grande successo per il popolo di Israele e per i suoi combattenti che hanno rimosso le due minacce esistenziali per il nostro Stato e garantito l’eternità di Israele“.
In Israele le autorità aeroportuali hanno poi annunciato la riapertura dello spazio aereo che era stato brevemente chiuso nel mezzo dell’escalation degli ultimi giorni, riferiscono i media locali.
A poche ore dall’inizio della tregua, le forze israeliane hanno tuttavia “rilevato missili lanciati dall’Iran in direzione del territorio dello Stato di Israele“. Lo rendono noto le stesse Idf, come riporta il giornale israeliano Haaretz, precisando che “i sistemi di difesa sono stati attivati per intercettare la minaccia. Intanto suonano le sirene dell’allarme antiaereo nel nord di Israele, anche a Haifa.
Almeno un missile balistico è stato lanciato dall’Iran in direzione dello Stato ebraico nell’attacco denunciato da Tel Aviv, riferisce quindi il Times of Israel, precisando che non ci sono notizie di impatti o feriti. Il missile è poi stato intercettato, precisa Haaretz.
Il ministro israeliano della Difesa, Israel Katz, ha quindi reso noto di aver “dato istruzioni alle forze israeliane di rispondere con forza alla violazione da parte dell’Iran del cessate il fuoco con potenti attacchi contro obiettivi del regime nel cuore di Teheran“, riporta ancora Haaretz.
“Alla luce della violazione totale da parte dell’Iran del cessate il fuoco dichiarato dal presidente americano e del lancio di missili in direzione di Israele – afferma la dichiarazione rilanciata dal quotidiano – nel rispetto della politica del governo israeliano, determinato a rispondere con forza a qualsiasi violazione, ho dato istruzione alle Idf, in coordinamento con il premier, di continuare l’attività intensa di attacco“.
Anche il capo di Stato Maggiore delle Idf, il generale israeliano Eyal Zamir, ha promesso che l’esercito israeliano ‘‘colpirà con forza” l’Iran ”alla luce della grave violazione del cessate il fuoco da parte del regime iraniano”. Il Times of Israel cita anche un funzionario israeliano che, a condizione di anonimato, ha detto che “l’Iran ha violato il cessate il fuoco e ne pagherà i costi“.
“Teheran tremerà“, ha scritto quindi su X il ministro israeliano delle Finanze, Bezalel Smotrich, alleato del premier Netanyahu.
L’Iran nega però di aver lanciato “nelle ultime ore” missili in direzione di Israele, a dispetto di quanto affermato da Tel Aviv, riferisce lo Stato Maggiore dell’Esercito, citato dalla tv di Stato.
“Nessun missile è stato lanciato in direzione del nemico” dalle 7.30 ora iraniana, le 6 in Italia, ha confermato alla Cnn un ufficiale iraniano di alto grado. “Se Israele dovesse fare un errore, verrebbero attaccati tutti i territori occupati, come accadeva un’ora prima che si fermasse la guerra“, ha poi sottolineato l’ufficiale.
Il Supremo consiglio per la Sicurezza nazionale dell’Iran in una nota ha parlato intanto di “cessazione della guerra imposta” a Israele e ai suoi “sostenitori malvagi“, di “nemico costretto ad accettare la sconfitta e a fermare in modo unilaterale la sua aggressione“. E minaccia ancora, riporta l’agenzia iraniana Tasnim, “una risposta decisa” a “qualsiasi ulteriore aggressione“.
Nella dichiarazione del Supremo consiglio anche un elogio per le forze iraniane e per gli iraniani. La dichiarazione parla di “dono divino” e aggiunge che le forze della Repubblica Islamica, “senza la minima fiducia nelle parole dei nemici“, restano “con le mani sul grilletto, pronte a dare una risposta decisa“ a “qualsiasi atto di aggressione“.
Ondata di raid prima della tregua, morti e feriti – Se una serie di potenti esplosioni ha scosso la capitale iraniana Teheran nella notte, dopo che l’esercito israeliano aveva intimato l’evacuazione dei residenti di un’area nel centro della città, almeno nove persone sarebbero rimaste uccise e 33 ferite in un attacco che alle prime ore di oggi ha colpito edifici residenziali nella provincia di Gilan, nell’Iran nordoccidentale. A riferirlo l’agenzia iraniana Tasnim, riportando la denuncia del vice governatore della provincia secondo il quale tra le vittime e i feriti vi sono 16 donne e bambini.
Ucciso in un raid israeliano nella notte anche un altro scienziato nucleare, ha poi reso noto la tv di Stato di Teheran, che ha identificato la vittima in Mohammad Reza Seddighi Saber, morto mentre si trovava a casa dei suoi genitori ad Astaneh-ye Ashrafiyeh, nel nord dell’Iran. Qualche giorno fa, ricorda la tv, in un raid sulla sua abitazione di Teheran era rimasto ucciso il figlio 17enne. Saber era nella lista dei sanzionati dagli Stati Uniti.
Sarebbe invece di4 morti e una ventina di feriti il bilancio del lancio di missili iraniani contro Israele: a Be’er Sheva, nel sud del Paese, un missile balistico ha colpito un edificio residenziale e sono in corso le ricerche di eventuali sopravvissuti sotto le macerie. Nell’ultimo attacco contro Israele sono stati lanciati 10-15 missili in sei ondate, hanno fatto sapere le Idf in una prima valutazione.
I post di Trump – Intanto, dopo l’annuncio della tregua e mentre le sirene risuonavano nello Stato ebraico poco dopo le 4 ora italiana, Donald Trump pubblicavaun nuovo post: “Israele e Iran sono venuti da me, quasi contemporaneamente, e mi hanno detto: ‘Pace!‘. Sapevo che il momento era ora. Il mondo e il Medio Oriente sono i veri vincitori! Entrambe le nazioni vedranno un enorme amore, pace e prosperità nel loro futuro. Hanno così tanto da guadagnare e così tanto da perdere se si allontanano dalla strada della giustizia e della verità. Il futuro di Israele e dell’Iran è illimitato e pieno di grandi promesse. Dio vi benedica entrambi“, le parole del tycoon.
E poi ancora, poco prima delle 6, in un riferimento all’attacco di sabato contro i siti nucleari iraniani, il presidente americano ha ricordato: “Non avremmo potuto concludere l’accordo di oggi senza il talento e il coraggio dei nostri grandi piloti di B-2 e di tutti coloro che erano associati a quell’operazione. In un certo modo, molto ironico, quel ‘colpo’ perfetto, a tarda sera, ha messo tutto insieme e l’accordo è stato fatto“.
Tregua, annuncio a sorpresa dopo colloqui con Netanyahu e Iran – L’annuncio di Donald Trump di un cessate il fuoco tra Israele e Iran, che ha colto di sorpresa persino qualcuno fra i principali funzionari della sua Amministrazione, è arrivato dopo colloqui del presidente americano con il premier israeliano Benjamin Netanyahu e con funzionari iraniani, con il contributo del Qatar come mediatore. A scriverlo è il New York Times, che cita un funzionario della Casa Bianca coperto da anonimato secondo il quale c’è stato un ruolo dell’emiro del Qatar, Sheikh Tamim bin Hamad Al Thani.
Stando alla fonte, ad aiutare Trump nel pressing per una tregua sono intervenuti il vice presidente JD Vance, il segretario di Stato Marco Rubio e l’inviato del tycoon, Steve Witkoff. I tre hanno lavorato tramite canali “diretti e indiretti” per ‘arrivare’ agli iraniani, ha riferito la fonte, secondo la quale gli israeliani hanno accettato il cessate il fuoco, creando le condizioni per parlare di una tregua a patto che si fermino gli attacchi iraniani e i raid Usa contro tre siti del controverso programma nucleare della Repubblica Islamica. Ma la fonte non ha chiarito quali condizioni avrebbe accettato l’Iran.
Rappresaglia annunciata in anticipo agli Usa per limitare danni e vittime. Trump: “Risposta debole, ora promuovano pace”. Cnn: “Israele potrebbe concludere presto operazioni militari contro Teheran”
La principale base Usa in Qatar nel mirino dell’Iran, in risposta all’attacco congiunto con Israele di sabato notte quando Washington e Tel Aviv hanno colpito i siti nucleari di Teheran.Una rappresaglia annunciata, arrivata oggi con un lancio di missili “pari a quello delle bombe americane lanciate sull’Iran” dagli Stati Uniti, ha poi rivendicato il Consiglio di Sicurezza Nazionale iraniano confermando l’attacco.
Al momento non risultano morti e feriti nel raid, mentre Doha spiega che i missili sul suo territorio sono stati tutti intercettati.
Ad essere presa di mira, la base di Al Udeid in Qatar, la più grande base militare degli Stati Uniti in Medio Oriente. Secondo Axios,Teheran avrebbe lanciato almeno 10 missili contro l’impianto situato nel deserto fuori da Doha e dove sono di stanza circa 10mila soldati americani.
L’esercito di Teheran, nell’annunciare di aver attaccato “la più grande risorsa strategica americana nella regione“, ha quindi confermato di aver “preso di mira la base statunitense di Al Udeid in Qatar con un devastante e potente attacco missilistico nell’ambito dell’operazione Besharat Fatah“.
Dopo la reazione irata di Doha, che si riserva “il diritto di rispondere” alla violazione della sua “sovranità“, le forze iraniane hanno precisato che l’attacco è avvenuto lontano “dalle strutture urbane e dalle zone residenziali in Qatar” e che “l’azione non ha rappresentato alcuna minaccia nei confronti del paese amico e fraterno Qatar e del suo nobile popolo“. Doha tuttavia considera “sorprendente“la mossa iraniana, date le “posizioni del Qatar, il suo impegno per il buon vicinato e il suo approccio alla mediazione nella risoluzione delle crisi“, la replica del portavoce del ministero degli Esteri del Qatar, Majed bin Mohammed Al-Ansari.
Al momento non risulta invece che l’Iran abbia attaccato la principale base che ospita truppe statunitensi in Iraq, spiegano sono fonti della sicurezza irachena citate dall’Afp. “Finora non ci sono stati attacchi ad Ain al-Assad“, ha dichiarato un funzionario della sicurezza nella provincia parlando dell’importante base aerea irachena nella provincia di Anbar che ospita truppe americane e altro personale della coalizione guidata dagli Stati Uniti contro i jihadisti. “Stiamo monitorando la situazione nel caso in cui accada qualcosa“, ha aggiunto il funzionario.
Anche una fonte militare a Baghdad ha confermato che “per il momento, Ain al-Assad non è stata presa di mira”,così come la base all’aeroporto internazionale di Baghdad, dove sono schierate anche le truppe statunitensi. Le basi – ha aggiunto – sono “in stato di allerta”. Allo stesso modo, non sono stati immediatamente segnalati attacchi alla base militare della coalizione anti-ISIS presso l’aeroporto di Arbil, capitale della regione autonoma del Kurdistan settentrionale.
Baghdad intanto esprime “grave preoccupazione” dopo gli attacchi di Teheran, ribadendo il pericolo di un “allargamento del conflitto“. “Questa escalation preannuncia tensioni ancora maggiori e segna una svolta pericolosa e senza precedenti nel conflitto“, ha dichiarato il Ministero degli Esteri in una nota, ribadendo i suoi “ripetuti avvertimenti riguardo al pericolo di coinvolgere nuove parti, il che potrebbe portare a un ampliamento del confronto” in Medio Oriente.
Diversimedia internazionali hanno parlato intanto di una rappresaglia annunciata in anticipo sia al Qatar che agli Usa in modo da limitare danni e vittime, notizia poi confermata in parte da Trump.
E’ il caso del New York Times, che ha citato tre funzionari iraniani a conoscenza dei piani, spiegando che l’Iran avrebbe coordinato gli attacchi alla base americana in Qatar con i funzionari dell’emirato del Golfo e informato in anticipo Doha. Secondo le stesse fonti, l’Iran doveva simbolicamente contrattaccare gli Stati Uniti, ma allo stesso tempo farlo senza scatenare un’ulteriore escalation. Una strategia, fa notare il quotidiano americano, simile a quella adottata nel 2020, quando l’Iran avvisò l’Iraq prima di lanciare missili balistici contro una base americana nel Paese arabo.
Anche secondo laBbcl’attacco è stato una risposta calcolata, che non voleva innescare una reazione catastrofica da parte americana mantenendo la promessa di vendicare i raid Usa, ha spiegato un analista dell’emittente britannica.
In ogni caso, la rappresaglia non giunge inaspettata. Dopo le minacce dei giorni scorsi, ancora nella mattinata di oggi il comandante supremo delle forze armate di Teheran aveva infatti dichiarato che il Paese “non farà mai marcia indietro” e lanciato quindi un duro avvertimento agli Stati Uniti, “entrati ormai in guerra“.
Khamenei: “Non ci arrenderemo a violazioni” – “Non abbiamo violato i diritti di nessuno né accetteremo mai che qualcuno violi i nostri, e non ci arrenderemo alla violazione di nessuno. Questa è la logica della nazione iraniana“, le parole su X della Guida Suprema iraniana, l’ayatollah Ali Khamenei, dopo l’attacco.
Trump: “Reazione debole, ora Iran proceda verso pace” – “L’Iran ha ufficialmente risposto alla nostra distruzione dei loro impianti nucleari con una reazione molto debole, come ci aspettavamo, e che abbiamo contrastato in modo molto efficace“. Così Donald Trump commenta su Truth la risposta iraniana agli attacchi Usa-Israele di sabato scorso. “Sono stati lanciati 14 missili: 13 sono stati abbattuti e 1 è stato ‘lasciato libero’, perché diretto in una direzione non minacciosa. Sono lieto di annunciare che nessun americano è rimasto ferito e che i danni sono stati pressoché inesistenti“, ha scritto il presidente Usa.
“Voglio ringraziare l’Iran per averci avvisato tempestivamente, il che ha permesso di non perdere vite umane né di lasciare che nessuno venisse ferito. Forse l’Iran può ora procedere verso la pace e l’armonia nella regione, e incoraggerò con entusiasmo Israele a fare lo stesso. Grazie per l’attenzione a questa questione“, la conclusione del post.
Il presidente americano ha poi ringraziato in un nuovo post l’Emiro del Qatar“per tutto ciò che ha fatto per la pace nella regione”. “Riguardo all’attacco di oggi alla base americana in Qatar, sono lieto di annunciare che, oltre a non aver ucciso o ferito alcun americano, e cosa molto importante, non ci sono stati nemmeno qatarioti uccisi o feriti“, ha aggiunto.
In precedenza il presidente americano aveva scelto di attaccare sul social le “fake news” – e coloro che secondo lui le diffonderebbero – sull’attacco americano ai siti nucleari iraniani.
“I siti che abbiamo colpito in Iran sono stati completamente distrutti, e tutti lo sanno“, ha scritto: mentre Trump e i funzionari statunitensi hanno definito l’operazione un successo clamoroso, alcuni osservatori – e media statunitensi – hanno fatto presente che è troppo presto per una valutazione adeguata dei danni e per calcolare quanto gli attacchi abbiano danneggiato il programma nucleare. L’impianto di Fardo, ad esempio, si trova in profondità nel sottosuolo, il che rende difficile utilizzare le immagini satellitari per valutare con precisione l’entità dei danni causati dalle bombe statunitensi. Questo ha scatenato la rabbia di Trump.
Cnn: “Israele potrebbe concludere presto operazioni militari contro Teheran” – Israele ritiene di poter raggiungere i suoi obiettivi militari rimanenti in Iran nei prossimi giorni, il che potrebbe portare a un cessate il fuoco. A dirlo alla Cnn è un funzionario israeliano. Gli attacchi contro gli obiettivi individuati dai servizi segreti sarebbero infatti prossimi al completamento, ha aggiunto il funzionario.
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato domenica che Israele è “molto, molto vicino al completamento” dei suoi obiettivi militari in Iran e ha chiarito di non voler essere trascinato in una guerra di logoramento con l’Iran.