Tragedia in Ecuador: assassinato il calciatore Mario Pineida: freddato da sicari in un agguato a Guayaquil
Una tragedia scuote il calcio sudamericano e getta un’ombra inquietante sulla spirale di violenza che sta travolgendo l’Ecuador.Mario Pineida, trentatreenne difensore del Barcelona Sporting Club ed ex nazionale,è stato brutalmente assassinato nel pomeriggio in un attacco armato che ha tutte le caratteristiche di un’esecuzione mirata. La notizia ha fatto rapidamente il giro del Paese, lasciando attoniti tifosi e addetti ai lavori.
La dinamica dell’agguato: colpi mortali fuori da un negozio – Il dramma si è consumato intorno alle 16:30 locali nel quartiere Samanes 4, nella zona nord di Guayaquil. Secondo le prime ricostruzioni fornite dalla Polizia Nazionale, che ha immediatamente isolato la scena del crimine avviando le indagini, Pineida si trovava all’esterno di una macelleria quando è scattata la trappola.Un commando di sicari armati ha aperto il fuoco contro di lui e un’altra persona: per il calciatore non c’è stato nulla da fare, è morto sul colpo crivellato dai proiettili, mentre la seconda vittima dell’agguato è rimasta ferita. La conferma ufficiale dell’identità è arrivata poco dopo direttamente dal Ministero dell’Interno.
Il dolore del Barcelona SC e l’emergenza sicurezza – Pineida era un volto noto e rispettato del calcio locale, un laterale sinistro di grande esperienza con diverse presenze anche con la maglia della “Tricolor“.Il suo club, il Barcelona SC, ha reagito con sgomento diffondendo una nota in cui esprime profondo cordoglio e invita i tifosi a unirsi in preghiera per la famiglia. Questo omicidio non è purtroppo un caso isolato, ma l’ennesimo capitolo di una sanguinosa escalation criminale che negli ultimi mesi sta mettendo in ginocchio il Paese, colpendo sempre più frequentemente figure pubbliche e sportivi, ormai bersagli in un clima di totale insicurezza.
Traduzione: È arrivato nel 2016. Ha fatto la storia per sempre. 💛2 titoli. 2 semifinali di Libertadores. Con artiglio, consegna e amore per il giallo. Mario, si è guadagnato di essere parte eterna della storia dell’Idolo. Per tutto e di più, ti ricorderemo sempre Marito
Disordini iniziati intorno alle 16,30, intervento delle forze dell’ordine con lancio di lacrimogeni per disperdere le tifoserie
Una fase degli incidenti
Scontri, cariche e lanci di lacrimogeni lungo il torrente Bisagno, prima della partita fra Genoa e Inter. I tafferugli fuori dallo stadio Ferraris, nel quartiere Marassi, sono cominciati poco dopo le 16:30. Secondo le prime ricostruzioni delle forze dell’ordine, tutto sarebbe cominciato con un lancio di oggetti fra i tifosi del Genoa, che si trovavano in via Monnet, e quelli dell’Inter, radunati in uno spiazzo appena fuori dall’ingresso del settore ospiti.
Cariche delle forze dell’ordine, feriti tre agenti – La situazione è presto degenerata, con gruppi di tifosi che si rincorrevano fuori dallo stadio, mentre Polizia e Carabinieri lanciavano fumogeni per disperdere le tifoserie. Almeno un’auto è andata bruciata. Sul posto è stato necessario l’intervento di almeno due ambulanze, feriti lievemente tre agenti e alcuni tifosi.
Vigili del fuoco in azione – A prendere fuoco sono state una piccola automobile utilitaria, uno scooter e parte di un camion, parcheggiati a poca distanza dall’ingresso dello stadio. I vigili del fuoco hanno impiegato circa mezz’ora per spegnere completamente le fiamme.
Caos in Eccellenza A: tifosi Gladiator picchiati a Sant’Anastasia, luogo di violenza seriale. L’accusa alle autorità dopo i fatti sul Real Forio.
SANT’ ANASTASIA (NA)–Il calcio campano è nuovamente scosso da gravi episodi di violenza, questa volta nel cuore del campionato di Eccellenza, Girone A. La società Gladiator 1924 ha emesso un durissimo comunicato per denunciare una vile aggressione subita dai propri tifosi in occasione della trasferta a Sant’Anastasia.
Secondo il racconto del club, un gruppo di sostenitori del Gladiator è stato circondato e assalito da circa trenta individui, definiti dalla società come “delinquenti”, armati di spranghe e bastoni. L’attacco ha causato ferite ad alcuni tifosi, costretti a ricorrere alle cure mediche.
Sant’Anastasia, un luogo di violenza seriale – Il comunicato del Gladiator sottolinea un elemento di allarmante continuità: è il secondo anno consecutivo che lo stadio di Sant’Anastasia si rivela teatro di violenza contro la società di Santa Maria Capua Vetere.
L’anno scorso, l’episodio riguardò una “violenta e ingiustificata aggressione in danno di un nostro calciatore ad opera di persone riconducibili alla società ospitante.” La condanna della società è ancora più forte in quanto, tre settimane fa, stessa sorte è capitata ai tifosi del Real Forio, confermando un modus operandi e una pericolosità strutturale nell’impianto.
L’accusa formale di inerzia alle istituzioni – Il punto più critico del comunicato del Gladiator è rivolto alle autorità competenti. La società dichiara di aver inoltrato ripetuti inviti e allarmi proprio per prevenire il ripetersi di tali fatti, ma invano.
”Siamo altresì sconcertati perché nonostante le ripetute segnalazioni, le autorità non prendono i dovuti accorgimenti evitando così che tali fatti possano reiterarsi,” si legge nella nota.
Questa accusa di inerzia solleva gravi interrogativi sulla gestione dell’ordine pubblico in un campionato, l’Eccellenza, che dovrebbe rappresentare il massimo livello dilettantistico regionale. Nonostante i chiari precedenti noti, sembra che le misure preventive siano state insufficienti a tutelare l’incolumità dei tifosi in trasferta.
Condanna e richiesta di provvedimenti – La società Gladiator esprime “profondo rammarico e amarezza” e condanna fermamente “tali episodi che non appartengono al mondo dello sport”.
Dopo due anni di aggressioni subite in quello che la società definisce un “luogo dove la violenza è di casa”, l’unica speranza è che la gravità e la serialità dei fatti portino finalmente la Federazione, gli organismi di giustizia sportiva e le Forze dell’Ordine a prendere provvedimenti immediati e risolutivi. Tali misure dovrebbero mirare non solo all’identificazione e alla punizione dei “delinquenti”, ma anche a garantire la sicurezza degli stadi e la regolarità delle competizioni nel Girone A di Eccellenza.
La violenza nel calcio dilettantistico campano è una ferita aperta che, senza interventi decisi, rischia di allontanare sempre più i veri appassionati dagli spalti.
Il commento di Farina – Vittoria pesantissima del Gladiator a Sant’Anastasia contro una squadra che era quarta in classifica perdendo una sola volta. Prova di forza de nerazzurri che tornano così a casa con tre punti fondamentali nella ricorsa alla vetta. Mister Farina commenta così lo 0-3: “Una partita giocata bene dai ragazzi e devo ringraziarli perché hanno dato il massimo. Abbiamo avuto tantissime occasioni da gol correndo pochissimi pericoli. Non dimentichiamoci che andavamo ad affrontare un avversario che aveva perso una sola volta in 16 gare. I ragazzi hanno fatto una grande impresa”. Con l’arrivo del tecnico i nerazzurri hanno cambiato completamente passo: “In quasi 50 giorni abbiamo lavorato tanto. Il merito è dei ragazzi, della società perché mi hanno messo a disposizione i rinforzi e un grande bomber come Malafronte che ha subito segnato. Completeremo ancora la rosa perché vogliamo giocarci le nostre chance fino alla fine. A tal proposito da lunedì testa alla Puteolana perché sarà un altro duro ostacolo. Servirà grande attenzione e concentrazione, ma se li affronteremo con questa mentalità sono certo che riusciremo a portare a casa un buon risultato. Infine vorrei dedicare la vittoria di oggi alla società, ai tifosi che sono stati vittima di un’assurda aggressione e permettetemi anche al mio amico Antonello Schwich che da ieri non è più con noi”.
Milano, domenica di follia nell’impianto di via Bonfadini dopo un partita del campionato under 17. Il giorno prima al Leone XIII sono intervenuti i carabinieri per fermare le tensioni tra giocatori, allenatori e genitori
Un altro weekend di ordinaria follia nei tornei giovanili, con l’intervento delle forze dell’ordine, dove inciviltà e comportamenti deprecabili hanno visto protagoniste tutte le componenti, in campo e sugli spalti.
Sabato pomeriggio a Milano, dopo aver perso una partita del campionato regionale under 17, i calciatori della squadra ospite hanno messo a soqquadro lo spogliatoio: porte e docce divelte, water spaccati,soffitto distrutto. Danni per migliaia di euro. Domenica invece, nel campionato under 15, sempre nel capoluogo lombardo, dopo la rete del figlio di un notissimo ex calciatore, ma pure allenatore e dirigente di Milan e Inter, pare sia successo di tutto, nonostante le versioni contrastanti: insulti, minacce, pare addirittura un pugno. Al punto che, e questa è una certezza, a fine gara sono arrivate sul posto due pattuglie delle forze dell’ordine per riportare la calma. E tutto questo, ancora una volta, nel silenzio assordante delle istituzioni calcistiche lombarde, tanto presenti quando si tratta di fare passerelle alle premiazioni, quanto molto distanti in situazioni simili visto quanto accaduto in questo primo scorcio di stagione nella nostra regione, fra partite sospese, arbitri picchiati ed episodi di violenza e razzismo.
All’Ausonia – In riferimento agli atti vandalici di alcuni atleti in via Bonfadini, amarissimo lo sfogo del patron dell’Ausonia 1931, Mario Di Benedetto, che in un video ha documentato quel che è accaduto nel suo centro sportivo: “La squadra del Rozzano che ha perso 3-2 in Ausonia contro l’Academy ha pensato bene di lasciare lo spogliatoio che le era stato riservato in condizioni allucinanti… hanno devastato la stanza, spaccato docce, rotto le maniglie delle porte e parte del soffitto. È sempre più difficile riuscire a fare calcio, è vergognoso quello che vedo ogni giorno. Oltreche ai giovani maleducati che dovrebbero essere il futuro della nostra società io mi rivolgo anche agli adulti e dico ai dirigenti e agli allenatori: ma davvero possono lasciare una cosa del genere e permettere che i ragazzi lo facciano?”.
Leone XIII – Non è andata meglio sul campo della SSD Leone XIII che ospitava il Buccinasco nel match vinto per 2-0. Forti tensioni tra le due panchine, soprattutto nel finale del match: la causa sarebbe stata la mancanza di palloni, che rallentava la ripresa del gioco e avrebbe così fatto arrabbiare il tecnico ospite, Poi, secondo quanto riferito da alcuni tesserati della società di casa, dagli insulti si sarebbe passati alle minacce. Tutto questo mentre sul campo uno dei calciatori del Buccinasco sarebbe addirittura venuto a contatto con un dirigente del Leone XIII scatenando la reazione dell’allenatore avversario.Caos totale, parole grosse e l’immancabile genitore che anzichè rimproverare il figlio se la prende col tecnico avversario. Sentitosi in pericolo, proprio il mister ha chiesto l’intervento delle forze dell’ordine e all’arrivo dei carabinieri avrebbe manifestato l’intenzione di presentare una denuncia.
La replica del Buccinasco – Nega tutto il Buccinasco, che in un comunicato pubblicato sui canali “social” ha voluto dare la propria versione dei fatti: “Nel corso dell’incontro non si è verificato alcun episodio di violenza. L’unico momento di tensione è stato un acceso confronto verbale tra un nostro dirigente e l’allenatore avversario, rapidamente ricondotto alla normalità”. E ancora: “I carabinieri sono intervenuti su segnalazione dell’allenatore di casa. Una volta giunti sul posto hanno accertato l’assoluta tranquillità dell’ambiente sportivo, non rilevando la presenza di soggetti coinvolti in comportamenti violenti”.
C’è però un altro dettaglio: tutto ciò, compreso l’accesso confronto verbale fra le panchine, è avvenuto sotto gli occhi dei calciatori 14enni. Fra questi l’attaccante del Leone XIII Tiago Billò De Araujo,classe 2011, “figlio d’arte” del brasiliano Leonardo e della giornalista e conduttrice Anna Billò. Il ragazzino ha realizzato la rete del 2-0, prima che scoppiasse il finimondo. “Davvero una follia quello che è accaduto”, ha commentato incredulo il papà, che da tempo gira negli oratori e nelle scuole calcio proprio per parlare di fair play a genitori, allenatori e giocatori. Una testimonianza e poche parole che dicono tutto.
Dopo il caso analogo in Calabria, un altro giovane direttore di gara finisce nel mirino durante una partita: l’Associazione Italiana Arbitri chiede interventi immediati e sanzioni da parte di istituzioni sportive, società e famiglie
Ancora un’aggressione a un arbitro minorenne. E’ la stessa Aia a denunciare l’ennesimo episodio di violenza questa volta ai danni di Nicola, direttore di gara di 15 anni in Puglia (in una gara del Campionato Under 16 Ginosa-Hellas Laterza), a pochi giorni da quello analogo avvenuto in Calabria. «È inaccettabile che la violenza continui a colpire giovani impegnati a far rispettare le regole e che l’AIA sia, di fatto, sola nel contrastare questa deriva – scrive l’Associazione italiana arbitri in una nota -. Pur confidando che la giustizia ordinaria agirà secondo i propri tempi, l’Aia richiama istituzioni sportive, società e famiglie a un’assunzione immediata di responsabilità, con risposte dure e tempestive, prima che si verifichino conseguenze ancora più gravi».
Il presidente Antonio Zappi, insieme al Comitato Nazionale, ai Presidenti CRA/CPA e ai Presidenti di Sezione, esprime «indignazione profonda e ribadisce che l’Aia non resterà mai inerme davanti a uno scempio che continua nonostante le innovate sanzioni previste dal codice penale. Chi non prova vergogna per tutto questo manca di rispetto anche verso sé stesso, e il silenzio diventa complicità. Dalla nostra base associativa giunge ormai costantemente il grido di dolore per dire definitivamente basta a questa vergogna, che rappresenta una vera umiliazione per il calcio italiano ed a cui l’AIA tutta ritiene sia ora di rispondere con azioni che saranno valutate nei prossimi giorni».
«La società del Ginosa chiarisce che purtroppo l’aggressione è scaturita da un tesserato della società Hellas Laterza che sicuramente condannerà l’episodio gravissimo del suo calciatore». Il riferimento – precisa la società in una nota – è all’aggressione al giovane arbitro di 15 anni durante la gara del campionato Under 16 disputato sabato scorso allo stadio Teresa Miani di Ginosa (Taranto) tra le formazioni dell’as Ginosa e Hellas Laterza, terminata con la vittoria del Ginosa 3-0». «Durante la gara – ricostruisce la società – c’è stata una espulsione da parte dell’arbitro» di «un tesserato della formazione del Laterza sul risultato di 2-0 per il Ginosa. Proteste vibranti del calciatore laertino contro l’arbitro» si sono registrate «per la decisione presa». «A fine gara, mentre il Ginosa festeggiava la vittoria sul terreno di gioco – sottolinea la società – nel tunnel che porta agli spogliatoi un tesserato del Laterza colpiva con calci e pugni il povero” arbitro. «La società del Ginosa – si legge ancora nella nota – si prestava subito soccorrendo l’arbitro. Nel frattempo arrivava il papà dell’arbitro che stava assistendo alla partita, preso dal panico e soprattutto impaurito dall’accaduto, e ringraziava la società del Ginosa per i soccorsi ricevuti e portava con urgenza il figlio in ospedale per le cure del caso»
Prima del match episodio grave all’esterno dello stadio di Fuorigrotta. Ma Chiellini ridimensiona: “Abituati a ben di peggio”
Succede spesso, ma questa non può essere una giustificazione. Il pullman della Juventus è diventato bersaglio non solo di insulti, ma anche del lancio di alcuni sassi da parte di tifosi del Napoli all’arrivo allo stadio Maradona.
Sassi contro il pullman della Juventus – Sassi contro il pullman, tra una pioggia di insulti: scene viste troppe volte. ma all’arrivo allo stadio Maradona è capitano anche questa domenica sera: il bus che trasportava i giocatori della Juventus è diventato bersaglio del lancio di pietre. Episodio indiscutibilmente grave e da biasimare: qualcuno ha parlato anche di vetri scheggiati,ma dalle immagini non si nota nulla del genere. La notizia diffusa da Dazn, non è stata smentita da Giorgio Chiellini, director of football strategy della Juventus, che però ha ridimensionato l’accaduto: “Eravamo abituati a ben di peggio, non ci lamentiamo, potevamo evitare il passaggio in mezzo ai tifosi, ma tutto tranquillo”.
Diverse compagne dei calciatori viola hanno sporto denuncia. Amanda, fidanzata di Dodò: “Aspettatevi la Polizia a casa vostra”
Si fa sempre più complicata la situazione in casa Fiorentina. La brutta sconfitta sul campo del Sassuolo, oltre a complicare ulteriormente la situazione in classifica della squadra di Vanoli, ha scatenato gli istinti più beceri di una parte della tifoseria. E, si sa, purtroppo nell‘epoca dei social la cassa di risonanza è ancora più ampia. Diverse fidanzate dei calciatori viola hanno ricevuto ripetute minacce di morte o simili messaggi. Molte hanno già sporto denuncia, alcune si sono anche esposte in prima persona come la moglie di Dodo, Amanda Ferreira, rendendo pubblici alcuni commenti sotto un suo post, in cui si augura la morte ai figli del brasiliano
Il difensore della Nazionale è stato protagonista di un episodio sul quale stanno indagando i poliziotti londinesi. Già rintracciato il soggetto incriminato (libero su cauzione): si tratterebbe di un ex giocatore poi diventato agente. Il Tottenham: “Al fianco del giocatore”
È Destiny Udogie il giocatore di Premier League minacciato con una pistola in una strada della periferia nord di Londra da un procuratore lo scorso 6 settembre. La notizia dell’incidente si è diffusa nella serata di domenica, ma il nome del difensore del Tottenham e della Nazionale è trapelato nelle ultime ore, mentre l’azzurro era impegnato nel match di Champions League degli Spurs vinto contro il Copenaghen in cui è partito titolare. L’incidente, traumatico anche se conclusosi senza spargimenti di sangue, avrebbe lasciato un segno nel 22enne difensore azzurro.
L’incidente – Secondo un comunicato della polizia di Londra, “gli agenti sono stati chiamati alle 23.14 di sabato, 6 settembre, per denunciare che un uomo di circa 20 anni era stato minacciato con un’arma di fuoco in una strada. La Polizia ha parlato con la vittima e nel corso delle indagini è emerso che lo stesso individuo aveva ricattato e minacciato un altro uomo, sempre di circa 20 anni. Lunedì 8 settembre la polizia ha eseguito l’arresto di un uomo di 31 anni accusato di possesso illegale di arma da fuoco, ricatto e guida senza patente. L’uomo è libero su cauzione mentre l’indagine continua”. La stampa britannica per legge non può fare il nome dell’agente, ma si tratterebbe di un ex giocatore che dopo una carriera stroncata da problemi di cuore aveva deciso di diventare agente, lavorando con diversi atleti emergenti di Premier Leaguefacendo base proprio a Londra, non lontano dallo stadio del Tottenham. Secondo quanto riferito dal Sun, che ha ricostruito la vicenda, le minacce a Udogie sarebbero seguite alla decisione dell’azzurro di troncare i rapporti con l’agente. “Stiamo aiutando Destiny e la sua famiglia dal momento dell’incidente e continueremo a farlo – ha fatto sapere il Tottenham in un comunicato -. Visto che l’indagine è ancora in corso, non possiamo commentare oltre”.
Dopo la sesta sconfitta consecutiva 400 esagitati hanno atteso la squadra al centro di allenamento: i due giocatori hanno sporto denuncia, il club li ha messi a riposo
Li hanno aspettati al centro di allenamento, al rientro da Lorient, dove il Nizza, domenica sera, ha perso un’altra volta. Prima li hanno insultati e poi anche malmenati. A pagare la furia dei tifosi sono stati in particolare Jeremi Boga e Terem Moffi che hanno sporto denuncia e sono stati messi a riposo forzato dal club che condanna l’accaduto.
CRISI – Tutto è cominciato via social. Dopo il 3-1 incassato dal Nizza in Bretagna, i gruppi di ultrà si sono dati appuntamento al centro di allenamento, dove i giocatori dovevano recuperare le rispettive auto. Quando il pullman del club è arrivato sul posto, c’erano più di 400 tifosi ad attenderli. Secondo le prime ricostruzioni, sono volati insulti contro il d.s. Florian Maurice. È andata peggio per i due attaccanti, aggrediti fisicamente. Boga e Moffi hanno quindi deciso di sporgere denuncia e non saranno a disposizione rispettivamente fino a venerdì e domenica, su decisione della società. Il Nizza, già battuto giovedì in Europa League dal Porto di Farioli, è in piena crisi di risultati, con sei sconfitte consecutive registrate all’1 novembre in poi. Troppo per gli ultrà che volevano così scuotere la squadra, ma che hanno intonato cori di sostegno per l’erede di Fraioli, Franck Haise che giovedì si era detto disponibile a lasciare la panchina. Domenica, il Nizza, decimo con 17 punti, ospita l’Angers.
A far degenerare la situazione sarebbe stato il lancio di una bomba carta
Momenti di forte tensione nelle aree esterne dello stadio, dove una rissa tra tifosi ha creato panico tra le famiglie e le persone presenti nella zona del villaggio gastronomico. Secondo una prima ricostruzione, gli scontri sarebbero scoppiati tra gruppi appartenenti alla curva Nord e alla curva Sud.
A far degenerare la situazione sarebbe stato il lancio di una bomba carta che ha provocato un boato seguito da urla e fuggi fuggi generale. Subito dopo, i due gruppi avrebbero iniziato un fitto lancio di bottiglie, trasformando l’area in un teatro di caos e paura. Il parapiglia si sarebbe poi spostato verso viale Croce Rossa, dove la situazione è rimasta tesa per diversi minuti. Sul posto sono intervenute rapidamente le forze dell’ordine.
Al momento non si conosce il numero di eventuali feriti, mentre sono in corso gli accertamenti per ricostruire con precisione le responsabilità e l’origine degli scontri.
Un sabato che lo sport dilettantistico avrebbe voluto evitare. Nella gara del campionato Under 19provinciale tra Montorio Romano e Brictense, giocata ieri pomeriggio, si è verificato un episodio grave quanto inaccettabile: un calciatore del Montorio Romano ha colpito con uno schiaffo l’arbitro, un giovane direttore di gara di Rieti di appena 20 anni.
L’aggressione sarebbe avvenuta poco dopo l’inizio del secondo tempo, in un momento concitato del match. Il gesto ha reso impossibile proseguire: l’arbitro ha immediatamente sospeso la partita, come da regolamento.
Il giovane direttore di gara, scosso e con dolore al volto, è stato accompagnato al Sant’Andrea di Roma, dove i medici gli hanno diagnosticato 5 giorni di prognosi. Una ferita fisica contenuta, certo, ma un segnale preoccupante sul clima che troppo spesso avvelena le categorie giovanili, dove invece si dovrebbe insegnare rispetto e disciplina prima ancora del risultato.
Sarà ora il Giudice Sportivo a valutare la situazione, con possibili sanzioni pesanti per il calciatore e per la società. Intanto resta l’amaro: un ragazzo che arbitrava con passione, due squadre giovanili in campo, e una partita rovinata da un gesto che non ha nulla a che fare con il calcio.
Arbitro aggredito in campo: maxi squalifica per un calciatore della Rinascita Afragola
Il direttore di gara ha squalificato l’aggressore fino al 27 novembre 2029
Mano pesante del giudice sportivo per l’ennesimo episodio di violenza registrato sui campi dilettantistici della Campania. Durante la partita di Seconda Categoria tra Rinascita Afragola 2023 e DBFS San Pietro, giocata pochi giorni fa ad Afragola, un calciatore della squadra di casa ha aggredito l’arbitro dopo un’ammonizione: prima ha tentato di colpirlo con uno schiaffo, poi lo ha raggiunto vicino alla panchina e gli ha sferrato un pugno alla tempia e un calcio mentre era a terra.
Il direttore di gara è stato trasportato in ospedale con traumi multiplie prognosi di tre giorni.
Il Giudice sportivo ha assegnato lo 0–3 a tavolino alla compagine ospite e ha squalificato l’aggressore fino al 27 novembre 2029. Analogo episodio si era verificato pochi giorni prima sul campo sportivo di Qualiano. In quel caso si rese necessario l’intervento delle forze dell’ordine.
Daspo del questore di Lodi nei confronti del padre di un baby calciatore dei Pulcini del Melegnano, che durante la gara col Montanaso Lombardo aveva anche tentato di prendere a pugni un altro genitore
Montanaso Lombardo (Lodi), 26 novembre 2025 – Urla, tensione alle stelle e poi un gesto che ha trasformato una partita di bambini in una scena di violenza: unapiastrellascagliata sul terreno di gioco, minacce e una spranga brandita contro altri genitori attoniti. È quanto accaduto durante un incontro della categoria “Pulcini”, dove la rabbia di un padre ha imposto lo stop alla gara e provocato panico tra i piccoli calciatori.
Una sfilza di precedenti alle spalle – Per questi fatti, il questore della Provincia di Lodi,Pio Russo, ha emesso un provvedimento di Dasponei confronti di un marocchino, regolare sul territorio nazionale, residente nel Milanese e con una sfilza di precedenti penali e di polizia per reati contro il patrimonio, contro la persona, contro la pubblica amministrazione, nonché per guida in stato di ebbrezza. L’uomo risulta attualmente sottoposto alla misura alternativa alla detenzione dell’Affidamento ai Servizi Sociali.
La partita interrotta – Il provvedimento nasce dall’attività della Divisione anticrimine della Questura di Lodi, successiva alla segnalazione dei carabinieri di Lodi, relativa ai gravi fatti avvenuti il 15 novembre scorso in occasione di un incontro di calcio dilettantistico – categoria “Pulcini” – tra Montanaso e Usom Melegnano disputato a Montanaso Lombardo.
La rabbia “scatenata” dall’arbitro – Alla centrale operativa della Compagnia dei carabinieri di Lodi era giunta la segnalazione di una lite tra alcuni genitori dei bambini, classe 2016, impegnati nella gara. Le testimonianze raccolte hanno consentito di ricostruire l’accaduto: un genitore di un calciatore dell’Usom Melegnano, visibilmente agitato per una decisione arbitrale non condivisa, ha iniziato a scuotere la recinzione del campo tentando di entrare all’interno dell’impianto. Non riuscendo nell’intento, ha gettato sul terreno di gioco una piastrella in cemento, provocando l’immediata interruzione della partita e la fuga dei piccoli atleti.
Armato di spranga – Lo stesso uomoha poi cercato di colpire con un pugno al volto un altro genitore intervenuto per calmarlo e, successivamente, ha brandito una spranga in metallo per intimidire i presenti. Davanti ai militari, l’autore ha ammesso la condotta tenuta. Secondo quanto ricostruito, il comportamento dell’uomo ha gravemente compromesso la serenità di bambini di nove anni, offrendo loro un esempio fortemente diseducativo e mettendo a rischio la sicurezza e la tranquillità pubblica.
La durata del Daspo – È stato inoltreritenuto che la sua presenza nei luoghi destinati a manifestazioni sportive, nelle aree limitrofe e in quelle interessate dagli eventi, rappresenti un concreto pericolo per l’ordine pubblicoe per l’integrità morale dei minorenni, anche in considerazione del fatto che egli frequenta abitualmente le partite della squadra Pulcini dell’Usom Melegnano, in cui milita il figlio. Alla luce di tali elementi, il questore ha disposto il Daspo con il divieto, per la durata di due anni, di accedere a tutte le strutture sportive del territorio nazionale dove si disputano incontri di calcio di qualsiasi genere e categoria, comprese le gare amichevoli se ampiamente pubblicizzate.
Il divieto “esteso” – Divieto che si estende anche alle vie di accesso, alle aree di parcheggio adiacenti agli impianti e a tutti i luoghi interessati dalla presenza di pubblico e tifosi. Inoltre, con il provvedimento emanato e a seguito di convalida da parte dell’autorità giudiziaria, è stato fatto obbligo all’uomo, per la durata di un anno, di presentarsi dai carabinieri di Melegnano 20 minuti dopo l’inizio di ogni incontro calcistico della categoria “Pulcini” che la squadra dell’Usom Melegnano svolgerà sull’intero territorio nazionale.
L’episodio lungo la A14, la squadra tornava in Abruzzo dopo la sconfitta con il Recanati
Venti uomini in mezzo alla strada che cercano di bloccare il pullman, sassi in mano. Strada buia e secondaria, poco prima del casello. Il pullman del Chieti calcio, serie D, stava tornando in Abruzzo, era appena stato sconfitto 2-0 a Recanati. E c’è stato il violento agguato sulla strada, poco prima di Loreto, sulla A14.
Il gruppo è sbucato improvvisamente sulla carreggiata: ha lanciato pietre contro il pullman.L’autista è stato rapido, racconta un giocatore a bordo del mezzo, anche freddo: ha accelerato, allargato la traiettoria, riuscito a evitare le persone in mezzo alla strada ed è andato via. È riuscito a evitare impatti, ma nella manovra i sassi lanciati hanno colpito il vetro oscurato laterale destro dell’uscita di sicurezza. Sulla carrozzeria si nota anche una piccola ammaccatura.
Le indagini della Digos sono concentrate su una frangia ultrà del Chieti, che avrebbe contestato la squadra dopo una serie di sconfitte e tensioni societarie recenti. Già in settimana c’era stata altissima tensione a Chieti, dove la tifoseria ha accusato la società di non aver mantenute le promesse. Il pullman è stato poi scortato fino allo stadio Angelini dalla Polizia di Stato e dai Carabinieri.
Solo alcune settimane fa a Rieti, dopo una partita di basket di A2 (Rieti-Pistoia), un gruppo di ultras reatini ha assalito il pullman che trasportava i tifosi di Pistoia, lanciando pietre e mattoni. Uno di quegli oggetti ha colpito e ucciso il secondo autista.
E’ avvenuto nel Lodigiano durante la partita tra i bambini di 9 anni di Gs Montanaso e Usom Melegnano. La condanna unanime delle due società: no alla violenza
Montanaso (Lodi), 17 novembre 2025 – Contesta unadecisione dell’arbitro e, preso da un improvviso raptus, scaglia con violenza un sasso in campo: folle gesto sabato durante una partita di calcio del Campionato Pulcini tra il Gs Montanaso e l’Usom Calcio 1966 di Melegnano.
Il padre straniero quarantenne di un bambino di nove anni che giocava nell’Usomha dato in escandescenze mentre guardava la partita a pochi metri dal campo: probabilmente una decisione della giacchetta nera, il cui compito durante le competizioni dei più piccoli viene svolto dai dirigenti di una delle due squadre, evidentemente non digerita, ha scatenato la reazione rabbiosa del genitore che hapreso un sasso da terra e lo ha scagliato in campo, diretto nelle sue intenzioni a colpire chi aveva la colpa di aver fischiato male.
Il vergognoso gesto ha subito scatenato la reazione degli altri genitori, che si sono scagliati contro l’uomo per impedire altre violenze. Ne è nata un’accesa discussione verbale, in pochi secondi tramutatasi in una vera e propria zuffa tra diverse persone, sedata successivamente dall’arrivo di carabinieri e Polizia locale, che hanno riportato la calma e cercato di ricostruire nei dettagli l’episodio. Durante il parapiglia sembra che il lanciatore di sassi abbia anche brandito un lungo pezzo di ferro, forse per tenere lontani gli altri genitori, poi trovato a terra poco distante senza aver colpito nessuno. La partita è stata inevitabilmente sospesa, tra gente che scappava in preda al panico e piangeva, i bambini di 9-10 anni portati subito negli spogliatoi nel tentativo di preservarli dallo spettacolo indecente che si era materializzato davanti ai loro occhi. Sembra che il quarantenne non sia nuovo a episodi di intemperanza durante le partite.
Le due squadre hanno pubblicato un comunicato congiunto sui loro rispettivi profili social, anticipato da uno slogan chiaro: “No alla violenza”. Dopo aver ribadito la loro estraneità all’episodio, hanno condannato con fermezza “l’increscioso, irresponsabile e diseducativo gesto scaturito da un momento di poca lucidità di un singolo individuo”. I dirigenti hanno preso le distanze dall’episodio “lontano anni luce dalla filosofia sportiva che contraddistingue da anni le nostre società”. Le due squadre sono consapevoli che i bambini sono rimasti turbati dal bruttissimo episodio e dunque “stanno cercando di elaborare un’iniziativa comune per riportare i piccoli atleti a un clima di serenità e amicizia”.
Alcuni supporter feriti, in modo non grave, prima della partita
Tafferugli si sono verificati tra le tifoserie poco prima dell’inizio della partita di calcio tra Triestina e Brescia causando il ferimento, non grave, di alcuni supporter.
Lo riportano i siti di alcune testate locali precisando che gli scontri sono avvenuti nella zona di Giarizzole, all’ esterno dello Stadio Nereo Rocco. Alcuni tifosi lombardi con bastoni e mazze da baseball sarebbero riusciti ad avvicinarsi all’area dei tifosi triestini, la Curva Furlan, e, venendo a contatto, le due tifoserie si sarebbero scontrate. Sulla vicenda sta indagando la Polizia.
È successo a Reggio Emilia, poco prima dell’apertura dei cancelli dello stadio Mapei dove è in corso la partita di Serie B ‘Reggiana – Modena
In cinquanta, con mazze e fumogeni in pugno, hanno raggiunto la tangenziale allo scopo di bloccare la viabilità e intercettare i tifosi del Modena per arrivare allo scontro, apprende l’Adnkronos. È successo a Reggio Emilia, poco prima dell’apertura dei cancelli dello stadio Mapei dove è in corso la partita di Serie B ‘Reggiana – Modena’. All’arrivo delle forze dell’ordine si erano già dileguati. Al momento non si hanno notizie di feriti. Sono in corso indagini.
Tensione intorno a Piazza Primo Maggio dove un gruppo di manifestanti ha cercato di sfondare il primo cordone di sicurezza. C’è stato un fitto lancio di oggetti ai quali la polizia ha risposto azionando gli idranti
Due ore di corteo pacifico, con 8.000 persone coinvolte, poi gli incidenti intorno a Piazza Primo Maggio. Un gruppo di manifestanti Pro Pal ha provato a forzare il blocco delle forze dell’ordine per dirigersi verso lo stadio, dove si gioca la partita tra Italia e Israele, provocando dei disordini. C’è stato un fitto lancio di oggetti – bottiglie, sassi, persino qualche cartello stradale divelto – ai quali la polizia in assetto antisommossa ha risposto azionando gli idranti. I facinorosi hanno sfondato il primo cordone di sicurezza, predisposto dall’organizzazione della manifestazione, ma non sono riusciti a superare la barriera dei celerini. Sono scoppiate alcune bombe carta. Gli scontri però continuano. Sono arrivati anche i blindati per rinforzare il blocco degli agenti, che hanno sparato anche i lacrimogeni per disperdere la folla.Un operatore televisivo sarebbe rimasto ferito al volto da un sasso. E altri partecipanti al corteo sarebbero rimasti contusi. Operati anche alcuni fermi da parte della polizia. Le persone coinvolte negli scontri sarebbero circa 200. Nei disordini è rimasto ferito un giornalista. Colpito alla testa da un sasso è stato trasportato d’urgenza in ospedale ma non sarebbe in pericolo di vita.
fischi all’inno israeliano – Allo stadio Friuli, peraltro semivuoto, l’atmosfera è invece tranquilla: ai fischi di parte di un gruppo di tifosi all’inno israeliano il resto del pubblico ha risposto con applausi.
Scontri e tensione sull’A2 del Mediterraneo tra tifosi tra tifosi del Catania e della Casertana: corsie invase e lanci di oggetti da una carreggiata all’altra. Traffico bloccato.
Scontri e tensione lungo l’A2 Autostrada del Mediterraneo, dove circa 150 ultras di Catania e Casertana si sono affrontati nell’area di servizio di Salerno, all’altezza del chilometro 13,500. Gli scontri, scoppiati al termine delle rispettive trasferte — gli etnei a Giugliano e i campani a Picerno — hanno provocato gravi disagi alla circolazione.
Secondo le prime ricostruzioni, i tifosi avrebbero invaso le corsie autostradali, lanciandosi pietre e fumogeni da una carreggiata all’altra. La situazione è rapidamente degenerata, costringendo alla chiusura temporanea del tratto e creando lunghe code in entrambe le direzioni.
Sul posto sono intervenute le forze dell’ordine e le squadre dell’Anas per ristabilire la sicurezza e ripristinare la normale viabilità nel più breve tempo possibile.
11.10.2025🇮🇹Fight Casertana vs Catania on autostrada at San Mango Piemonte near Salerno, click for more here: https://t.co/S55zfeLFNI
Scontri tra tifosi di Casertana e Catania in autostrada – Serata ad alta tensione lungo l’A2 del Mediterraneo, dove – secondo le prime ricostruzioni – si è verificato un violento scontro tra tifosi del Catania, di rientro dalla trasferta di Giugliano, e sostenitori della Casertana, reduci dalla partita di Picerno.
I due gruppi si sarebbero affrontati lanciandosi pietre e fumogeni, scatenando il caos nei pressi di San Mango Piemonte. Sul posto sono immediatamente intervenute le pattuglie della Polstrada e altre forze dell’ordine, che hanno disposto la chiusura temporanea del tratto autostradale per ragioni di sicurezza. Il traffico è andato completamente in tilt.
Catania e Casertana vincono in trasferta – Il Catania ha vinto 3-0 in casa del Giugliano grazie alle reti di Lunetta, Forte e Castillo: questa vittoria ha permesso agli etnei di portarsi al secondo posto in classifica in attesa delle altre partite del turno. La Casertana ha battuto 2-0 il Picerno a domicilio con la doppietta di Bentivegna: la squadra di Coppitelli con questa vittoria si è portata al settimo posto con 14 punti.
Alla vigilia della partita di Europa League tra Roma e Nizza le forze dell’ordine francesi hanno arrestato oltre 100 ultras giallorossi prevenendo possibili scontri in città: “Tutte le armi rinvenute sono state sequestrate”.
Un centinaio di tifosi della Roma sono stati arrestati martedì sera a Nizza, alla vigilia della partita di Europa League tra i giallorossi e il club francese. Gli scontri sono avvenuti nel centro della città e hanno coinvolto supporter giallorossi, con 102 persone fermate in possesso di oggetti potenzialmente pericolosi, come comunicato mercoledì mattina dalla prefettura delle Alpi Marittime.
Secondo testimoni citati dal giornale Nice-Matin, la tensione sarebbe esplosa in Place Masséna, nel cuore della città: alcuni tifosi, seduti sulle terrazze di un ristorante, avrebbero lanciato bicchieri contro la polizia, scatenando inseguimenti tra le vie della Vecchia Nizza. Diversi dei protagonisti indossavano cappucci, rendendo la scena ancora più caotica, secondo il quotidiano locale.
24.09.2025, Nice🇫🇷 – As Roma🇮🇹, More than 25 AS Roma arrested in city, click for more here: https://t.co/huOi9Ys8ZP
Tifosi della Roma arrestati a Nizza prima della sfida di Europa League – Secondo quanto riportato dalle autorità locali i supporter giallorossi erano preparati a provocazioni e possibili scontri con i tifosi locali: tutti gli arrestati erano in possesso di armi e strumenti contundenti, ma non si sono registrati episodi di rissa o danni materiali.Le telecamere della città hanno immortalato il loro raduno vicino al parcheggio Sulzer, non lontano dalla Vecchia Nizza e da Place Masséna, dove sono stati sequestrati oggetti come spranghe di ferro e tirapugni.
La Prefettura delle Alpi Marittime ha spiegato che l’intervento rapido e massiccio delle forze dell’ordine ha permesso di evitare scontri e danni fisici e/o materiali: in totale sono state arrestate 102 persone. Una forza di oltre 200 agenti, comprensiva di due unità mobili, è stata schierata nel centro cittadino per prevenire disordini. Nel comunicato stampa del Prefetto si legge: “Questi individui sono stati arrestati e messi a disposizione dell’autorità giudiziaria sotto l’autorità della Procura della Repubblica di Nizza. Tutte le armi rinvenute sono state sequestrate“.
24.09.2025, Nice🇫🇷 – As Roma🇮🇹, AS Roma arrested in city, click for more here: https://t.co/huOi9YrBah
Il procuratore Damien Martinelli ha confermato che, durante i controlli al parcheggio Sulzer e nei pressi della Fontaine du Soleil, le forze dell’ordine hanno trovato armi e dispositivi di protezione come giubbotti antiproiettile. Tutti i fermati sono stati accusati di far parte di un gruppo con l’intento di preparare atti violenti o danni a proprietà, punibili con un anno di reclusione e una multa di 15.000 euro, senza che alcuna violenza fosse stata commessa prima o dopo l’arresto.
Lo stesso procuratore ha confermato la sequenza degli eventi in una dichiarazione e ha raccontato l’accaduto: “Per effettuare controlli di identità sulle persone nell’ambito delle requisizioni giudiziarie emesse, la polizia si è avvicinata a loro ed è stato notato che molti individui che tentavano di lasciare il parcheggio Sulzer avevano il volto coperto. Mentre si avvicinavano ai due gruppi, composti da una sessantina di persone nei pressi del parcheggio e da una trentina di persone nei pressi della Fontaine du Soleil, è stata notata la presenza di armi (in particolare bastoni, coltelli, martelli) e di dispositivi di protezione, tra cui giubbotti antiproiettile, a terra“.
24.09.2025, Nice🇫🇷 – As Roma🇮🇹, city center Nice before match, mob 120-130 Nice looking for 70-80 Roma, Nice forced a police roadblock but no real contact with the Italians, click for more here: https://t.co/huOi9YrBah
In vista della partita le autorità hanno predisposto ulteriori misure di sicurezza: divieto di consumo di alcolici in pubblicofino alle ore 5 del mattino e chiusura anticipata delle discoteche alle ore 2. I tifosi della Roma saranno scortati in bus navetta lungo il percorso verso lo stadio e riportati a termine gara sotto controllo della polizia, con accesso consentito solo ai possessori di biglietto verificato.
Ascoltati Immobile, Romagnoli, Provedel e Pellegrini. Il faro degli investigatori puntato anche su possibili attività illecite tra le tifoserie biancoceleste e nerazzurra
L’ex capitano Ciro Immobile, il difensore Alessio Romagnoli, il portiere Ivan Provedel e il terzino Luca Pellegrini. Sono i quattro i giocatori della Lazio, ex o attuali, ascoltati negli ultimi tempi dai militari del nucleo investigativo di Roma. La Procura della Capitale infatti indaga sui rapporti e le pressioni che la tifoseria biancoceleste avrebbe cercato di fare sulla società guidata dal senatore Claudio Lotito. A rivelarlo è Il Domani, che ricorda come un tempo le frange più aggressive e rappresentative del tifo laziale fossero capitanate da Fabrizio Piscitelli, detto “Diabolik”, ucciso il 7 agosto del 2019 al Parco degli Acquedotti di Roma, nell’ambito di una faida per il controllo del traffico di droga nella Capitale.
L’indagine romana ricorda quella milanese sui tifosi dell’Inter. E forse non è un caso. Da mesi, sull’asse Roma-Milano, viaggiano documenti riferiti alle diverse tifoserie, ma che poco hanno a che fare con il calcio. Il sistema che ruotava intorno agli ultrà dell’Inter è ormai cosa nota. Il sospetto adesso è che il gemellaggio calcistico tra nerazzurri e biancocelesti riguardasse anche dinamiche che vanno oltre il mondo del pallone.
Forse non è un caso se nell’inchiesta milanese sulle modalità mafiose con cui si muovevano i tifosi dell’Inter e del Milan emerge un sostanzioso versante romano. Ad esempio è scritto che con l’aiuto delle cosche di San Luca, gli ultrà puntavano in alto, o meglio in basso, verso Sud, sulla Capitale. E lo facevano cercando di controllare i parcheggi sotto l’Olimpico, gemellandosi con i laziali della Curva Nord, aggredendo i tifosi della Roma e intervenendo nelle faide tra il cantante Fedez e il personal trainer Cristiano Iovino. Ma in fondo lo sapevano anche loro: “Roma non è casa di nessuno… sono selvaggi… Roma non è come Milano… è più cattiva… Roma ha cani sciolti…”. Non solo pressioni dunque: miravano agli affari con i parcheggi. “Se riusciamo abbiamo fatto bingo con Roma, abbiamo fatto centodieci e lode”, dicono infatti gli indagati, non sapendo di essere intercettati.
Il 7 gennaio 2021, al ristorante La Bis Bistecca di Milano, “nasceva il progetto di acquisizione dei parcheggi presso lo stadio di Roma, disegno fortemente incoraggiato e sostenuto da Gherardo Zaccagni”, si legge negli atti, che fanno riferimento all’imprenditore che gestisce alcuni parcheggi a San Siro con la benedizione di Antonio Bellocco, dell’omonima ’ndrina.
A quella cena i commensali parlano di acquisire una fetta dei parcheggi romani dell’Olimpico. Terminato il pranzo, i quattro vanno nello studio di Zaccagni. “Abbiamo la possibilità, per quanto riguarda Roma… stadio! …omissis… non è difficile… per quello ti dico: ho bisogno di parlare con te! Ho bisogno di parlare con te! Se te lo dico è perché loro sono molto vicini a tutto lì a Roma…”, dicono. Caminiti si autolodava dicendo di essere già stato in grado di far avere i parcheggi sotto San Siro “al suo datore”. Per questo era fiducioso nell’operazione romana: “I parcheggi son tanta roba, eh! … gliel’ho fatto prendere io l’appalto… il sottoscritto è stato… come il sottoscritto è stato se piglia Roma e tutti gli altri…”, diceva.
Nei vari incontri Caminiti sottolineava sempre “il suo necessario apporto alla buona riuscita degli affari, parcheggi dell’Olimpico inclusi”. Il tutto grazie “all’intervento di Luigi Mendolicchio, conterraneo di Mauro Russo, e con cui aveva trascorso un periodo di reclusione comune, periodo durante il quale era detenuto anche Giuseppe Calabrò”, è riassunto nell’ordinanza.
Calabrò è un nome che conta: compare già in alcune indagini per essersi incontrato anche conAngelo Senese, fratello del boss Michele detto “’o pazzo”. Un altro collegamento con Roma avviene nel maggio del 2023. I rapporti tra le due tifoserie non sono buoni. E nelle intercettazioni emergono “problematiche nella gestione dei biglietti che avevano tenuto da parte per i tifosi laziali (finale Coppa Italia svoltasi a Roma) in quanto, a seguito di quanto accaduto la sera prima, questi non si sono presentati allo stadio”. L’alleanza era finita.
Ma a luglio alcuni ex Irriducibili partono per Milano. “Adesso siete voi a comandare – dice l’ultrà Beretta al laziale ‘Franchino’ – tu, Momme, Claudio e il Cinese”. Si tratta di Franco Costantino, Claudio Corbolotti, Alessandro Morongelli e Simone De Castro. Sono loro ad entrare in un bar di Pioltello, vicino Milano. Quando escono, è stato siglato un accordo: “…adesso siamo attaccati bene e vedrai che facciamo le cose fatte bene… non costa niente e siamo fratelli… chi rema contro si deve levare dai coglioni…”.
Negli archivi ci sono anche gli interventi di Orial Kolaj, pugile professionista, tifoso della Lazio, amico di Fabrizio “Diabolik” Piscitelli ed elemento di spicco della criminalità albanese di Roma. L’albanese si sarebbe interessato alla querelle tra Lucia Federico Leonardo (in arte Fedez), Tony Effe e il personal trainer Cristiano Iovino. E lo avrebbe fatto tramite alcuni ultrà dell’Inter intervenuti a sostegno di Fedez.
Ancora: “Il gemellaggio tra gli ultrà interisti e laziali costituisce la prima necessaria premessa per comprendere quanto accaduto”, scrivono gli investigatori riferendosi all’aggressione subita dal personal trainer Cristiano Iovino.
Frutto del gemellaggio tra laziali e interisti sono anche due aggressioni avvenute ai danni dei romanisti. La prima, il 31 ottobre del 2015, quando in occasione di Inter-Roma, “nei pressi del bar Chiringuito, un gruppo di tifosi interisti aggredì alcuni tifosi romanisti di passaggio”. Furono fermati “due ultrà del Nizza presenti all’incontro in virtù dello storico gemellaggio con quelli interisti”.
La seconda, il 26 febbraio 2017, Inter-Roma: “prima dell’inizio dell’incontro circa 80 ultrà interisti dal noto Baretto 1957 si spostarono verso il pub Tenconi di via Tesio col chiaro intento di aggredire i supporter giallorossi. Il contatto fu evitato grazie all’intervento della polizia di Stato”.
Il giovane era stato aggredito da un genitore della squadra avversaria
Due screenshot dell’accaduto
Una follia su un campo da calcio.E su cui ora pesano le decisioni della giustizia sportiva. Scatta la squalifica di un anno per il portiere di 13 anni del Volpiano Pianese, picchiato dal papà di un avversario al termine della sfida contro il Carmagnola nel corso di un torneo tra squadra Under 14.
“Condotta violenza assunta dai ragazzi”: cosa ha deciso il giudice – La decisione è stata presa “vista la gravità della condotta violenta assunta da ragazzi in età giovanissima, che inficia i sani principi dello sport improntati alla correttezza ed al rispetto dell’avversario, considerato altresì, che la violenza sia da condannare a priori ovunque venga posta in essere e soprattutto tra minori“, ha spiegato il giudice sportivo nel motivare la decisione presa giovedì 4 settembre. L’organismo ha ritenuto di dover “comminare una sanzione di considerevole ed esemplare entità, pertanto si squalifica il succitato giocatore perché, a fine gara, assumeva una condotta violenta ed antisportiva innescando una rissa e colpendo con manate e pugni il fianco e la schiena di un giocatore avversario, steso sul terreno di gioco“.
Una condotta che “dava adito a un ulteriore atto di violenza posto in essere da soggetto non presente in distinta, che entrava arbitrariamente ed indebitamente sul terreno di gioco“. Stessa identica squalifica, fino al prossimo 4 settembre 2026, per un calciatore del Carmagnola Queencar, “parte attiva della rissa innescata dall’avversario”, avendo a sua volta colpito con un pugno un giocatore della squadra avversaria. Squalificato invece fino a marzo 2026il dirigente e rappresentante della Volpiano Pianese, padre del portiere picchiato, anche lui coinvolto nella rissa, “malmenatosi” con il padre dell’avversario.
Punite anche le società – Sono state comminate pure delle ammende nei confronti delle società. La Polisportiva Paradiso Collegno dovrà pagare 200 euro perché “ometteva di vigilare adeguatamente non impedendo l’accesso al terreno di gioco di persona presente tra il pubblico“. Mentre sia la Csf Carmagnola Queencar che la Volpiano Pianese dovranno versare 150 euro “per responsabilità oggettiva per la condotta violenta assunta dai propri tesserati“.
E’ successo nel Torinese, giocatore in ospedale con traumi e malleolo fratturato. Aggressore e figlio allontanati dalla squadra. Il presidente: “Ci dissociamo, ora Daspo a vita”
Il ragazzino picchiato e il campo teatro dell’aggressione
Follia al termine di una partita di calcio fra ragazzini nel Torinese. Il padre di un giocatore ha picchiato il portiere avversario e l’ha mandato in ospedale: la vittima, 13 anni, è finito al Martini di Torino si è ritrovato con il malleolo rotto e vari traumi.
È successo ieri sera, domenica, durante il SuperOscar, celebre torneo per squadre giovanili arrivato alla 45esima edizione. Le squadre Under 14 di Csf Carmagnola e Volpiano Pianese si sfidavano sul campo del Paradiso Collegno, con la prima che è riuscita a imporsi per 1-0.
Ed è proprio dopo il triplice fischio che è successo l’incredibile: a quanto risulta, un calciatore carmagnolese ha iniziato a esultare e scatenando la rabbia del portiere avversario. Così è iniziato un parapiglia, con i due 13enni ad azzuffarsi e dirigenti e allenatori a cercare di dividerli. A qual punto è intervenuto il padre del ragazzo del Carmagnola, che ha scavalcato le recinzioni e ha aggredito il portiere del Volpiano. Che poi, liberato dalla furia del genitore che gli si era scagliato contro a calci e pugni, è stato caricato in ambulanza e trasportato all’ospedale Martini, dove gli sono stati diagnosticati traumi e la frattura del malleolo.
A denunciare la vicenda è stato Andrea Mirasola,allenatore del Volpiano dove gioca il ragazzo picchiato, che ora chiede l’intervento della giustizia. Sia sportiva sia penale, visto che il genitore è stato poi identificato dai carabinieri.
“Noi allontaneremo padre e figlio e ci costituiremo parte civile nel processo che partirà sicuramente per accertare quanto successo – commenta Alessio Russo, presidente del Carmagnola – Ci scusiamo per quanto successo anche se una vicenda di questo tipo non era prevedibile: non conoscevamo quel signore, suo figlio è appena arrivato dal Chisola ed era alla seconda partita con noi. Ci dissociamo perché quella persona non ci rappresenta né come tesserato né come valori: purtroppo ci siamo ritrovati un deficiente in casa, si merita un Daspo a vita“.
Nell’area di servizio del lodigiano i supporter delle due squadre lombarde di rientro dalle trasferte si sono affrontati seminando il panico tra gli automobilisti tra cori, spintoni e lancio petardi
Fumo e paura alla stazione di servizio durante gli scontri
Somaglia (Lodi), 31 agosto 2025 – Scontro tra tifosi in A1, rissa e petardi all’autogrill di Somaglia. Momenti di tensione sabato notte, dopo l’una del 31 agosto 2025, lungo l’autostrada A1, all’altezza dell’autogrill di Somaglia. Dalle prime ricostruzioni dell’accaduto, sotto gli occhi di diversi presenti, si è verificato un violento scontro tra tifoserie. I protagonisti, secondo le prime ricostruzioni, sono un gruppo di tifosi di Como e Atalanta, di rientro dalle trasferte di Bologna e Parma.
Tutto è successo in pochi istanti: quattro pullman di supporter si trovavano in sosta nell’area di servizio quando improvvisamente è scoppiata la rissa. Dai racconti, i tifosi di una delle due squadre stavano facendo pausa, senza particolari problemi, quando un pullman della tifoseria avversaria è arrivato nell’area. A quel punto,la situazione è degenerata: botte in mezzo alla strada, lanci di petardi contro i pullman e momenti di panico per gli automobilisti che si sono trovati a passare proprio in quegli istanti. Alcuni video amatoriali ripresi dai presenti mostrerebbero scene di grande caos, con cori, spintoni e aggressioni fisiche. Sul posto è intervenuta la Digos, che sta lavorando per identificare i responsabili. Non risultano feriti, ma l’episodio ha creato grande preoccupazione per l’ordine pubblico. Le indagini puntano a ricostruire le responsabilità e valutare eventuali provvedimenti nei confronti delle due tifoserie coinvolte.
Il Como si è imposto in amichevole contr il Real Betis, ma la serata sarà ricordata per la rissa scoppiata tra le due squadre, con scene deplorevoli a suon di pugni.
La partita si avviava verso l’intervallo e i giocatori del Betis lamentavano interventi molto duri da parte della squadra italiana. Uno di questi contrasti ha fatto scattare la scintilla: Fornals ha dato uno schiaffo a Perrone che ha reagito colpendo l’avversario. Questo ha dato il via a una vera e propria rissa collettiva, con calciatori che si spintonavano e colpivano sotto lo sguardo attonito dell’arbitro.
L’episodio ha coinvolto anche le panchine e gli staff tecnici di entrambe le squadre, entrati in campo: alcuni per sedare gli animi, altri per alimentare la tensione. L’arbitro ha ristabilito l’ordine con diverse ammonizioni, tra cui due espulsioni: una per Héctor Bellerín, tra gli andalusi, e una per Máximo Perrone per i lariani
Le telecamere che trasmettevano l’incontro hanno anche ripreso Manuel Pellegrini mentre si avvicinava alla panchina del Como, guidata da Cesc Fàbregas. Il tecnico cileno ha cercato un confronto con l’allenatore catalano, accusandolo di aver caricato eccessivamente la partita con interventi troppo duri da parte dei suoi giocatori.
Come detto l’amichevole è stata vinta dal Como, inizialmente passato in vantaggio con i gol di Diao e Da Cunha, e poi ripreso da Isco e Firpo. Decisivo per il 3-2 finale il gol di Azon in pieno recupero.
Succede tutto pochi secondi dopo la fine della partita che ha assegnato ai Blues il Mondiale. Maresca e Donnarumma tra chi ha provato a calmare gli animi
Una esultanza provocatoria, una sconfitta frustrante e la rissa è servita. Nei minuti immediatamente successivi alla finale del Mondiale per Club, vinta dal Chelsea per 3-0 sul Psg, in mezzo al campo è scoppiato un parapiglia fermato a fatica dai più “saggi“. Succede tutto subito dopo il fischio finale, quando in mezzo al campo Joao Pedro, del Chelsea, sta esultando per la vittoria. Luis Enrique, evidentemente (comprensibilmente?) frustrato per il pesante ko, vede una provocazione nella danza e nei sorrisetti del brasiliano: si avvicina, allunga le mani per spintonarlo, le mani si spostano dal petto al volto, poi il tecnico del Psg afferra per un attimo l’attaccante al collo. Joao Pedro si divincola e cade, e a quel punto succede un po’ di tutto.
Mezza rissa – C’è Donnarummache ha anche lui qualcosa da dire a Joao Pedro, ma nella confusione si rende conto che il suo tecnico è andato un po’ troppo oltre con il nervosismo. Nel frattempo accorrono altri giocatori di entrambe le squadre ed è tutto uno spintonarsi e un afferrarsi. Si avvicina, in fretta e furia, Enzo Maresca, che punta dritto verso il connazionale Donnarumma. I due parlano fitto, la lingua comune aiuta e non poco, il tecnico del Chelsea prova a spiegare al portiere della Nazionale e del Psg che ci sta essere nervosi per la sconfitta e che però “voi avete vinto tutto quest’anno Gigio“, si legge per un attimo dal labiale. I due si chiariscono e si abbracciano, nel frattempo si è acceso un secondo focolaio di simil-rissa, ma adesso sono aumentati anche quelli che provano a riportare la calma in campo. Maresca va a prendere i suoi uno per uno, li spinge via, gli dice di andare lontano, di festeggiare e basta. Li spintona letteralmente, anche per ribadire che nel Chelsea comanda lui e sarebbe stupido rovinare un successo simile. Luis Enrique si è calmato, le squadre si separano, torna la calma. La finale è, davvero, finita.
È successo di tutto nel finale di Inter-River Plate, terza e ultima gara del girone E del Mondiale per Club. I nerazzurri l’hanno portata a casa con un secco 2-0, strappando il pass per gli ottavi di finaledove troveranno il Fluminense. Niente da fare invece per gli argentini che vengono superati dal Monterreye sono quindi eliminati. Una beffa per la squadra di Gallardoe per gli oltre 40mila tifosi del Mas Grandeche erano arrivati a Seattle a sostenere la propria squadra.
Una delusione che è montata piano piano e che è esplosa negli ultimi minuti quando i giocatori argentini avevano ormai capito di aver fallito l’obiettivo qualificazione e hanno quindi messo gli ultimi scampoli del match sulla rissa e l’intimidazione.I Millionarios hanno chiuso il match in 9 per le espulsioni di Martinez Quarta e Montiel ma tanti altri interpreti della squadra argentina hanno flirtato con il rosso.
C’è da dire che tutti gli oltre novanta minuti si sono contraddistinti per un forte agonismoe per falli anche duri già a partire dai primi minuti.L’arbitro Tantashev dal canto suo è stato molto permissivoe ha lasciato fare. Tackle, scivolate, interventi duri, non è mancato nulla di tutto questo. Alla fine il bilancio recita due rossi e sette gialli ma in tanti sono stati anche graziati. La prima espulsione è stata ai danni dell’ex Fiorentina, Martinez Quarta, per dogso,mentre la seconda è stata comminata nel finale a Montiel che, già ammonito, ha protestato veementemente ed è stato espulso.
Il più indiavolato però, per tutta la gara, è stato di certo Acuna. L’argentino ha rischiato più volte la sanzione per alcuni interventi duri e si è allacciato spesso col rivale diretto, Dumfries. I due avevano delle ruggini già dall’ultima sfida ai Mondiali tra Argentina e Olanda e hanno avuto modo di fare di nuovo “amicizia”. Beccatisi per tutti i 90’, la sfida tra i due si è accesa nel finale. Prima una sbracciatadell’esterno interista che ha colpito sul volto Acuna e gli è valso il giallo, poi un nuovo scontro. Stavolta, a centrocampo, i due si sono avvinghiati a terra e nessuno dei due aveva intenzione di lasciare andare il rivale. È dovuto intervenire l’arbitro e in un secondo momento sono entrati nella contesa anche alcuni compagni di squadra per evitare che la cosa degenerasse e portasse ad altri cartellini.
Il duello rusticano però non aveva ancora vissuto l’epilogo. Negli istanti precedenti e appena successivi al triplice fischio infatti, forse dopo qualche parolina di troppo dell’olandese,Acuna ha deciso di farsi giustizia da solo. Ha iniziato a rincorrere l’avversario che si è dato alla fuga. Inutili i tentativi di calmare l’argentino, Acuna è sfuggito a diversi placcaggi di giocatori del River e dell’Inter. Con gli occhi spiritati voleva raggiungere Dumfries. Tutti gli effettivi si sono riversati in campo, anche Chivu con il compito di fare in modo che i due non venissero alle mani.Così è stato nonostante attimi di grande tensione.Dumfries ne ha approfittato per scappare negli spogliatoi, scortato dai suoi compagni, e raggiunto anche da diversi oggetti lanciati dalle curve. Un finale poco edificante per una partita molto tesa.
Arrivata la decisione del giudice sportivo sulla gara di ritorno dei playout, interrotta per lancio di fumogeni, petardi e seggiolini
Il giudice sportivo di Serie B, in merito al playout Salernitana-Sampdoria di ieri sera, domenica 22 giugno, ha deliberato la sconfitta a tavolino dei campani per 3-0 (che sommata alla vittoria della Samp per 2-0 all’andata li condanna alla retrocessione). Per i granata, anche l’obbligo di giocare le prossime due gare interne all’Arechi a porte chiuse. Ieri sera per due volte i tifosi campani hanno cercato di entrare in campo mentre al 21′ del secondo tempo la gara è stata sospesa dopo che dagli spalti sono piovuti fumogeni, petardi e seggiolini divelti.
Dopo un’interruzione di circa mezz’ora, l’arbitro Doveri aveva provato a far ripartire il gioco ma, dopo pochi attimi, le intemperanze dei sostenitori di casa sono ripartite costringendo il responsabile dell’Ordine pubblico a disporre la sospensione definitiva della gara.
Inevitabilmente sarà 0-3 a tavolino. I gol di Coda e Sibilli, poi dalla curva granata cade di tutto. Gara sospesa tre volte, poi Doveri costretto a mandare tutti negli spogliatoi. Dal caos Brescia all’intossicazione alimentare dopo l’andata a Marassi: troppi veleni attorno alla sfida
La Salernitana retrocede in Serie C, facendo un doppio salto all’indietro e perdendo il playout nel modo più triste: sotto 0-2 con la Sampdoria, dalla curva granata è piovuto di tutto. Dopo il 2-0 per i blucerchiati a Genova era ormai scritto il verdetto e gli ultras hanno di fatto abbassato il sipario alla sfida. Gara sospesa, poi ancora, per 20 minuti, infine interrotta: sarà 0-3 a tavolino. Fine dei giochi e Sampdoria salva.
TROPPA TENSIONE – Troppa tensione attorno a questo playout di Serie B. E i timori della vigilia hanno trovato conferma durante il secondo tempo della gara di ritorno dei playout per evitare la Serie C. Sul 2-0 per la Samp (che con lo stesso punteggio si era imposta all’andata), al 66′ i tifosi più caldi della Salernitana hanno iniziato a lanciare in campo prima petardi e fumogeni poi addirittura tanti seggiolini, costringendo l’arbitro Doveri a sospendere il match per diversi minuti,prima di invitare i giocatori a rientrare negli spogliatoi quando correva il 75‘.
POLEMICHE – A Salerno, che in origine avrebbe comunque disputato i playout ma contro il Frosinone e da peggior classificata, non avevano digerito bene il caos Brescia che aveva salvato direttamente i laziali e concesso una nuova chance ai liguri, che erano retrocessi sul campo. Dopo il match d’andata, perso 2-0 a Marassi domenica scorsa, inoltre diversi elementi tra squadra e staff erano stati vittima di un’intossicazione alimentare mentre rientravano in aereo da Genova. Richiesta di rinvio (il ritorno si sarebbe dovuto giocare venerdì), altre polemiche e il triste epilogo di stasera.
LA PARTITA (FINCHE’ SI E’ GIOCATA) – Alla Salernitana già serviva quasi un miracolo in partenza per salvarsi, la Samp invece aveva bisogno soltanto di una gara ordinata per mantenere il vantaggio di due gol e soprattutto la Serie B. La prima grande occasione della partita capita sul sinistro di Soriano al 20’: il centrocampista calcia dal limite, Ghidotti si distende e devia in corner con un grande intervento. Passano 10’ e succede di tutto. Prima la Salernitana segna con Ferrari – lesto su calcio d’angolo a insaccare – ma Doveri annulla tutto per un tocco di mano, poi dopo 240 secondi passa la Samp. Su cross dalla destra la palla finisce sul destro di Coda, che da centravanti vero spacca la porta e insacca. Intervallo amaro per la Salernitana che rientra in campo e sa che o segna tre gol in 45’ o finisce in C. E invece due minuti dopo l’inizio della ripresa punge la Samp. Di nuovo. Stavolta con Sibilli, bravo a ribattere in rete dopo una gran parata di Christensen su Coda. Da qui in poi a Salerno succede di tutto. I disordini vincono sul gioco: la gara si ferma, non riprenderà più. Probabilmente avrebbe comunque vinto la squadra di Evani (in quel momento avanti di 4 gol sugli avversari) ma alla fine il risultato lo deciderà il giudice sportivo: un inevitabile 0-3 a tavolino, visto l’epilogo. La Samp è salva, la Salernitana retrocede in Serie C nel modo più triste possibile.
Approvato il decreto che assicura ai fischietti il nuovo status
Arbitri come pubblici ufficiali per contrastare le violenze contro i fischietti. Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legge che mira a estendere agli arbitri lo stesso livello di protezione che il diritto penale assicura agli agenti di polizia, inserendo, quindi, all’interno del Codice penale l’impianto sanzionatorio già previsto dalla legge 401 del 1989. La svolta consente di rispondere alle esigenze dei vergognosi episodi che vedono troppo spesso i direttori di gara subire ignobili aggressioni durante lo svolgimento delle manifestazioni sportive.
“Sto provando una grande gioia ed emozione per l’approvazione di questa legge storica. La tutela degli arbitri entra finalmente nel codice penale ed è il frutto di mesi di lavoro e di incontri con i quali abbiamo portato all’attenzione politica e mediatica questa emergenza sociale“, dice il presidente dell’Aia Antonio Zappi commentando il via libera oggi in consiglio dei ministri del decreto legge sport.
“Ringrazio ovviamente il ministro Abodi, il Governo ma anche tutti coloro che, da tutti gli schieramenti, hanno sostenuto questa grande battaglia di civiltà. Insieme alle misure repressive la violenza dovrà tuttavia essere ancora combattuta anche con misure culturali e progetti formativi che, unitamente a tutte le componenti federali che hanno a cuore la tutela dei nostri ragazzi e anche con il nuovo Osservatorio antiviolenza della Figc, l’Aia sicuramente metterà in campo“, conclude Zappi.
Maxi rissa nella finale provinciale di calcio maschile, under 16, che ha visto la vittoria dell’Ischia contro la Cantera Napoli per 4 a 0. Al fischio finale alcune persone sugli spalti e in campo hanno iniziato a discutere animatamente, arrivando poi alle mani. Le botte da orbi sono state registrate in un video trasmesso in diretta da una persona presente sugli spalti e ripreso poi da Francesco Emilio Borrelli.
“Siamo bloccati nel campo San Gennaro alla Sanità, non possiamo uscire dal campo. Mandate forze dell’ordine polizia e carabinieri presto”. Sul posto sono giunti i Carabinieri per verificare l’accaduto che hanno dovuto scortare la squadra ospite, i loro familiari e i tifosi all’esterno dello stadio.
“Ho visto con i miei occhi il video della rissa scoppiata a fine partita, immagini indegne soprattutto se pensiamo al contesto, ovvero una partita di calcio tra ragazzi che non hanno nemmeno 16 anni. Quanto accaduto è gravissimo, chiedo che si accertino tutte le responsabilità e che gli autori delle violenze vengano identificati e puniti come meritano. Come si può pensare di tenere letteralmente in ostaggio decine di persone per una partita di calcio? Lo sport non è questo, deve insegnare anche a saper accettare le sconfitte, ma se i genitori di questi ragazzi sono i primi ad alzare le mani allora bisogna intervenire con decisione perché non sono questi gli esempi che i nostri giovani meritano”, conclude il deputato di Alleanza Verdi – Sinistra.
La replica di un genitore della Cantera – “Le botte ci sono state sugli spalti. Per una provocazione, tra i giovani in campo niente. Alla fine della partita stavamo applaudendo. All’improvviso un giocatore della squadra vincitrice ha mimato un gesto sessuale nei confronti delle signore e delle ragazzine presenti davanti a tutti. Questo ha scatenato l’ira dei genitori presenti, che hanno chiesto al padre del portiere di rimproverare il figlio inutilmente. Ma nessun sequestro di persona, hanno fatto la premiazione tranquillamente i ragazzi si sono abbracciati, e loro potevano andarsene quando volevano. Solo che hanno preferito chiamare i carabinieri. Ripeto potevano andarsene quando volevano. Tutto sembrava che fosse finita là invece ora sembra che siamo invicili e mostri, quando ho passato due ore a calmare gli animi“, rivela a NapoliToday un genitore della squadra di casa.
Ischia campione – L’Ischia Calcio Under 16 si è laureato campione Provinciale. I ragazzi di mister Giacinto De Siano hanno raggiunto un traguardo storico per il team. Al fischio finale il Delegato Provinciale Antonio Montesano ha consegnato il trofeo al capitano Colella.