Paul Pogba – (Foto: Gabriele Maltinti/Getty Images)
Il centrocampista della Juventus, nel suo ricorso in appello, parla delle pillole fornite dalla società americana 10X Health Systems.
La società americana 10X Health Systems, con sede negli Stati Uniti, è al centro della positività al doping che ha colpito il calciatore della Juventus Paul Pogba lo scorso anno. Secondo quanto rivelato dal Daily Mail, il “guru della salute” Gary Brecka e un medico di 10X, Carrie Carda, si trovano anche loro coinvolti nella tempesta che sta mettendo a rischio la carriera del francese.
Pogba è risultato positivo al DHEA, una sostanza vietata che aumenta il testosterone, a seguito di un controllo successivo alla sfida di campionato contro l’Udinese il 20 agosto. Pogba è stato successivamente squalificato per quattro anni, una condanna che – considerando l’età del giocatore – pone dubbi sul suo futuro nel calcio professionistico.
Il centrocampista si sta attualmente preparando per il suo appello al Tribunale Arbitrale dello Sport. E proprio a tal proposito il Daily Mail ha rivelato che la clinica americana 10X Health Systems è sospettata di aver fornito a Pogba le pillole che il calciatore ritiene responsabili della sua positività a settembre, con la società citata nella difesa del centrocampista.
E’ noto che ci sia evidenza fotografica del nome di 10X Health Systems presente sull’etichetta di almeno una delle bottiglie di pillole ricevute da Pogba. Pogba afferma che, dopo una consultazione con Brecka, indicato come co-fondatore e biologo a capo di 10X Health Systems, gli è stato raccomandato un ciclo di compresse dopo che i test hanno evidenziato alcune carenze nel suo corpo.
A prescrivere le pillole contenenti la molecola DHEA che si trasforma nel sangue in testosterone, sarebbe stata Carrie Carda, dottoressa elencata sul sito web della società che firma una delle etichette dei flaconi ricevuti da Pogba.
La pena per l’attaccante brasiliano terminerà l’8 aprile 2025 ma potrà fare ricors
L’attaccante brasiliano Gabigol è stato sospeso per due anni per frode nel test antidoping. Il processo, iniziato la settimana scorsa, è stato concluso questo lunedì. L’attaccante del Flamengo, ex giocatore dell’Inter, è stato giudicato nel pomeriggio dall’Antidoping Sportivo, in una sessione durata poco più di due ore, come riporta il sito brasiliano UOL. La pena ha avuto inizio dall’8 aprile 2023: pertanto gli sarà vietato di giocare fino ad aprile 2025. È possibile fare appello.
Gabigol è stato accusato di violazione dell’articolo 122 del Codice Antidoping Brasiliano, che riguarda “frode o tentativo di frode in qualsiasi parte del processo di controllo”. Il codice prevede una sospensione fino a quattro anni in caso di condanna.
La difesa ha incluso la testimonianza diL.C.Cameron, biochimico, chiamato a discutere metodi e tecniche di rilevamento del test antidoping. Nella sua testimonianza, Cameron ha informato che, soprattutto dal punto di vista del risultato del campionamento, non ci sarebbe stata alcuna trasgressione. Gabigol è stato accusato in particolare di aver ostacolato l’esecuzione del test. Anche se l’ha fatto e ha dato un esito negativo, l’atteggiamento segnalato dagli ufficiali di raccolta si configura come “frode o tentativo di frode in qualsiasi parte del processo di controllo” e quindi l’attaccante è stato incriminato per violazione dell’articolo 122 del Codice Antidoping Brasiliano.
Uno dei rapporti dell’accusa riguarda il ritardo dell’attaccante nell’eseguire il test e la mancata osservanza delle istruzioni. Ad eccezione di Gabigol, i giocatori del Flamengo hanno fatto il test prima dell’allenamento delle 10. Secondo i responsabili del test, il giocatore non si è avvicinato a loro prima dell’allenamento, li ha ignorati dopo l’attività per andare a pranzo, ha trattato il team con disprezzo, non ha seguito le procedure indicate, ha preso il vaso di raccolta senza avvisare nessuno, si è irritato nel vedere che l’ufficiale lo ha accompagnato al bagno per il prelievo e, alla fine, ha consegnato il vaso aperto, contrariamente alle istruzioni ricevute.
Paul Pogba (Foto: MARCO BERTORELLO/AFP via Getty Images)
Il centrocampista della Juventus è stato squalificato per quattro anni dopo essere risultato positivo ad un controllo antidoping.
Paul Pogba è stato squalificato per quattro anni dopo essere risultato positivo ad un controllo antidoping. La positività del centrocampista della Juventus era emersa dopo un controllo di routine effettuato lo scorso 20 agosto a Udine al termine della prima giornata di Serie A. Il giocatore era stato sospeso dal Tribunale Nazionale Antidoping lo scorso 11 settembre.
Il francese compirà compirà 31 anni il prossimo 15 marzo: la sua carriera può dirsi sostanzialmente conclusa dopo l’ufficialità della squalifica.
Giovedì 29 febbraio 2024
Pogba squalificato per doping: cosa può fare la Juve e cosa dice il regolamento
Il Tribunale Nazionale Antidoping ha ufficializzato la decisione di squalificare il francese: ecco le possibili conseguenze per la Juventus e cosa può fare il club.
Adesso è arrivata anche la conferma ufficiale: il centrocampista della Juventus Paul Pogbaè stato squalificato per quattro anni dopo essere risultato positivo al testosterone a seguito di un controllo effettuato dopo la sfida dei bianconeri contro l’Udinese a inizio stagione. Cosa può fareora la Juventus nei confronti del giocatore?Come si può tutelare il club bianconero?
Secondo quanto emerge dall’accordo collettivo siglato dalla FIGC, dalla Lega Serie A e dall’Associazione Italiana Calciatori (in vigore dal 31 gennaio 2023 e fino al 30 giugno 2024), la positività al doping rientra tra i casi in cui è possibile sospendere la retribuzione di un calciatore, situazione disciplinata dall’articolo 5.5 del regolamento.
Cosa dice il regolamento sul versamento dello stipendio – «L’obbligo di versamento della Retribuzione, nella parte sia fissa sia variabile, da parte delle Società è sospeso, previa Comunicazione a partire dalla data di decorrenza di una delle due seguenti circostanze e per tutta la sua durata:
se il Calciatore abbia subito provvedimenti disciplinari interdittivi dell’attività sportiva per effetto di sanzioni in materia di illeciti sportivi, di divieto di scommesse e di pratiche di doping, nonché nei casi di indisponibilità del Calciatore per effetto di provvedimenti, anche temporanei, disposti dall’Autorità Giudiziaria;
se il Calciatore sia irreperibile per tre convocazioni ad allenamenti o gare a distanza di almeno quarantotto (48) ore una dall’altra nell’arco di almeno sette (7) giorni», si legge nel regolamento.
«Nel caso sub a) che precede, ove già non previsto da specifica normativa o se ritenuto necessario, la Società, previa contestazione scritta al Calciatore degli addebiti, può disporre in via provvisoria e diretta l’esclusione dalla detta preparazione e/o dai detti allenamenti, purché contestualmente inoltri al Calciatore, con il procedimento con rito accelerato, la relativa proposta di irrogazione della sanzione. Nel medesimo procedimento, il Calciatore può richiedere la reintegrazione e/o risoluzione del Contratto», si legge nel testo del regolamento.
Le regole sui minimi federali per chi gioca in Serie A – La Juventus ha dunque potuto sospendere lo stipendio del calciatore. Ricordiamo che Pogba ha firmato un accordo da 8 milioni di euro netti a stagione. Inoltre, si legge nel regolamento, «in caso di squalifica per doping, la riduzione della Retribuzione, in alternativa all’azione di risoluzione del Contratto, può essere pari all’intera Retribuzione, fissa e variabile, dovuta per il periodo di durata della squalifica, con decorrenza dalla sospensione cautelare deliberata dagli organi di giustizia sportiva».
«Tale previsione opera anche nei casi di illecito sportivo o violazione dei divieti di qualsiasi fonte in materia di scommesse, con decorrenza dall’efficacia del provvedimento disciplinare deliberato dagli Organi di Giustizia Sportiva, anche se non definitivo», si legge nel documento. Tuttavia, «la riduzione della Retribuzione non può in ogni caso comportare una diminuzione della Retribuzione al di sotto di quella minima prevista nella Tabella».
Per questo Pogba ha continuato comunque a percepire almeno il corrispettivo previsto dalla tabella dei minimi federali. Nel caso dei calciatori che abbiano compiuto il 24° anno di età, questo minimo tocca quota 42.477 euro lordi.
L’eventuale risoluzione del contratto – Tuttavia, essendo la squalifica superiore ai 6 mesi, la Juventus ora è nelle nelle condizioni di rescindere il contratto: valutazione che sarà comunque fatta insieme all’entourage del calciatore, che si è mostrato collaborativo sin dall’inizio della vicenda. Nel caso di maxi squalifica, oltre al risparmio sulle somme dovute per i prossimi anni, il club sarebbe anche nelle condizioni di chiedere un risarcimento danni.
Un altro aspetto su cui dovrà riflettere eventualmente la società bianconera è relativa al Decreto Crescita:se il contratto venisse risolto prima del prossimo mese di giugno, bisognerebbe pagare una penale per i benefici ottenuti dal momento del suo arrivo a Torino. Il calciatore arrivò a luglio del 2022, motivo per cui gli anni di residenza fiscale da considerare per godere degli sgravi fiscali del Decreto Crescita sono il 2023 e il 2024 (con almeno il 50% + 1 dei giorni trascorsi in Italia).
Alejandro Gómez – (Foto: Marco Luzzani/Getty Images)
I fatti risalirebbero al novembre del 2022, quando il giocatore è stato sottoposto a un controllo prima dei Mondiali di calcio in Qatar.
Appena tre settimane dopo aver firmato con il Monza, Alejandro Gómez ha ricevuto una notizia clamorosa: le autorità antidoping lo hanno informato che gli verrà comminata una squalifica di due anni. L’ex giocatore del Siviglia – secondo quanto svelato da Relevo – è risultato positivo a una sostanza proibita in un test effettuato nel novembre 2022, alcuni giorni prima della Coppa del Mondo.
Tutto è accaduto durante un allenamento del Siviglia quando i medici sono arrivati a sorpresa per effettuare un controllo antidoping. Secondo la versione del calciatore, giorni prima aveva avuto una brutta notte che lo aveva portato a prendere uno sciroppo da uno dei suoi figli senza prima consultarsi con i medici della società. Questo comportamento non è consentito dalle autorità, poiché bisognerebbe almeno informarsi prima di assumerlo.
Il calciatore e il Siviglia erano a conoscenza della questione da mesi, quando ha ricevuto la notifica dalla UEFA, anche se proprio questa settimana hanno ricevuto la sanzione di due anni. Proprio questo aspetto è stato un impedimento per trovare una squadra per il Papu durante l’estate, visto che nessun club ha voluto correre rischi di fronte a questa possibile punizione ancora da decidere. Questa situazione ha portato le parti ad accordarsi per rescindere il contratto del calciatore, che sarebbe scaduto nel 2024.
In linea di principio, infatti, Gomez avrebbe voluto aspettare fino a gennaio per una nuova avventura, una volta saputo se ci fosse o meno una sanzione. Alla fine, però, ha deciso di impegnarsi al Monza, con il quale ha giocato solo due partite in ottobre. Resta da vedere se farà appello e riuscirà a ottenere una riduzione della sanzione.
20 ottobre 2023
Papu Gomez, la nota del Monza
L’AC Monza ha comunicato di aver ricevuto in data odierna dalla FIFA, per il tramite della FIGC, notifica della sentenza di primo grado della Commissione Spagnola Antidoping, emessa nei confronti del calciatore Alejandro Dario Gomez, noto come ‘Papu’.
“La sentenza prevede la squalifica per due anni dalle attività sportive – si legge nella nota del club brianzolo -. Nei campioni biologici del calciatore è stata riscontrata la presenza di Terbutalina. Si tratta di un farmaco assunto per placare una crisi di broncospasmo, nell’ottobre del 2022, quando il calciatore era tesserato per il Siviglia FC. La positività è frutto di un’assunzione involontaria“.
L’AC Monza ha concluso la nota spiegando che si riserva di valutare i prossimi passaggi procedurali.
Non testosterone ma Dhea: crescono le possibilità di dimostrare l’assunzione accidentale?
La positività alle controanalisi a cui si è sottopostoPaul Pogba, emersa nella giornata di ieri, non ha fatto notizia o non è comunque apparsa come un fulmine a ciel sereno: l’esito era nell’aria, in sostanza, così come appare verosimile l’idea di una dura sanzione nei confronti del francese della Juventus.
Ciò che sorprende però, oggi, è quanto sottolinea il Corriere della Sera: la positività dopo le prime analisi parlavano di testosterone e dei suoi metaboliti, adesso però si parla di un’altra sostanza e nello specifico ci cita il Dhea(deidroepiandrosterone o “ormone della giovinezza“). Si tratta di un androgeno più potente e moderno rispetto al testosterone, secondo l’Agenzia Mondiale Antidoping, una sostanza vietata da circa 10 anni.
Le controanalisi, spiega il quotidiano, hanno dato modo di distinguere in modo preciso le due sostanze dopanti, il “fraintendimento” nel referto si legava al fatto che i prodotti di risulta nell’organismo siano gli stessi (tra Dhea e testosterone).
Cosa cambia per Pogba? – Cosa può cambiare adesso per Pogba? Se il testosterone in senso stretto è ritenuto come prodotto ormai del tutto assente (o quasi) negli integratori ecco che, invece,il Dhea è un contaminatore classico di tanti prodotti contro l’invecchiamento, non necessariamente con indicazione nell’etichetta. Distinguo importante questo, considerando dunque la possibilità crescente di dimostrare la tesi dell’integratore contaminato e dunque dell’assunzione accidentale, arrivando allo sconto.
Le controanalisi svolte a Roma presso il laboratorio olimpico dell’Acqua Acetosa – secondo quanto apprende l’ANSA da ambienti calcistici – hanno confermato la positività al testosterone di Paul Pogba, emersa già lo scorso 11 settembre a seguito di un controllo effettuato in occasione del match tra Udinese e Juventus alla prima giornata del campionato di Serie A in corso. Il calciatore a seguito della positività era stato anche sospeso in via cautelare dal tribunale nazionale antidoping.
Allegri: “Umanamente sono dispiaciuto” – «Non lo sapevo, aspettiamo quello che sarà il continuo: umanamente, mi dispiace». Così il tecnico della Juventus, Massimiliano Allegri, commentando la notizia della conferma della positività al controllo anti doping di Paul Pogba.
Il difensore deferito il 26/7/2022 e assolto il 7/11 dal Tna
Si è conclusa dopo 13 mesi l’odissea di José Palomino, assolto definitivamente dall’accusa di assunzione di sostanze dopanti dal Tribunale Arbitrale dello Sport (Tas) di Losanna. Trovato positivo al Clostebol Metabolita, uno steroide anabolizzante derivato dal testosterone, durante un controllo nel precampionato nel luglio 2022, il difensore dell’Atalanta, che ha sempre puntato sulla tesi difensiva dell’assunzione involontaria (tramite pomata), era stato in un primo tempo deferito da Nado Italia e rinviato a giudizio dal procuratore Pierfilippo Laviani il 26 dello stesso mese.
Assolto dal Tribunale Nazionale Antidoping il 7 novembre 2022, tre giorni dopo l’udienza, Palomino è stato costretto al passo successivo dal ricorso presentato dalla stessa Procura Nazionale Antidoping. Il Tas renderà noto a breve il dispositivo.
Paul Pogba sarebbe risultato positivo al testosterone in un controllo dopo la prima giornata di campionato quando la Juventus ha giocato in trasferta contro l’Udinese.
Paul Pogba sarebbe risultato positivo al testosterone in un controllo dopo la prima giornata di campionato quando la Juventus ha giocato in trasferta alla Dacia Arena contro l’Udinese. Lo apprende l’ANSA da ambienti sportivi. Il testosterone è una sostanza che non può essere assunta con un’esenzione terapeutica. Pogba rischia dunque la pena massima di quattro anni di squalifica anche se per queste ipotesi è ancora presto.
Intanto ci dovranno essere le controanalisi per confermare la positività e capire quale potrà essere la linea difensiva del giocatore francese della Juve, Campione del Mondo con la Francia nel 2018. L’ultimo caso di una controversia doping in Serie A è quello dell’argentino dell’Atalanta, Jose Luis Palomino, positivo nel 2022 al nandrolone, ma poi assolto dal Tribunale Nazionale Antidoping.
Pogba positivo al test anti-doping: rischia 4 anni di squalifica
Ecco cosa rischia il centrocampista, trovato positivo al testosterone dopo un controllo anti-doping alla prima giornata di campionato.
Paul Pogba è risultato positivo al testosterone a seguito di un controllo anti-doping, una notizia che colpisce a freddo il calciatore – che puntava a recuperare dopo la stagione ricca di infortuni – e che sconvolge la Juventus intera. La positività è emersa dopo un controllo di routine effettuato lo scorso 20 agosto a Udine al termine della prima giornata di Serie A.
Si tratta dell’ennesimo fisico da gestire in questo difficile rientro in campo, ma la squalifica per doping è come un macigno che schiaccia ogni speranza di ritorno e ogni progetto di riscatto. Ora il centrocampista, secondo quanto riportato dal sito de La Stampa, rischia fino a 4 anni di squalifica per doping, un’eventualità che metterebbe a forte rischio il resto della sua carriera, visto che ha già compiuto 30 anni.
Il ritorno alla Juventus nell’estate 2022, dopo essersi svincolato da quel Manchester United in cui era cresciuto e dove era tornato nel 2016 dopo quattro anni in bianconero, si è presto trasformato in un incubo per il giocatore e per lo stesso club. Finora aveva giocato poco più di 250 minuti, ma adesso tutto si ferma e per Pogba si apre un problema ancora più grande.
Per il giocatore del Sassuolo squalifica fino al 10 dicembre indolore visto che il campionato è fermo: era stato deferito dopo le parole rivolte all’incaricato del controllo al termine della partita di Serie A con l’Atalanta del 15 ottobre
Andrea Pinamonti – GettyImages
Andrea Pinamonti è stato squalificato per venti giorni, dopo aver patteggiato con la procura della Nado Italia, per aver tenuto un “comportamento irriguardoso” nei confronti di un responsabile dell’antidoping. Il periodo di interdizione sarà conteggiato da oggi e varrà fino al 10 dicembre, quindi l’attaccante del Sassuolo non salterà alcun impegno di campionato, la cui ripresa per i neroverdi è prevista il 4 gennaio contro la Sampdoria alle 12.30. Pinamonti era stato deferito dopo le parole rivolte all’incaricato del controllo al termine della partita di Serie A con l’Atalanta dello scorso 15 ottobre. In questo periodo di squalifica il giocatore potrà allenarsi regolarmente. continua a leggere
L’atalantino era risultato positivo ad un anabolizzante in un controllo a sorpresa dell’estate scorsa
Il Tribunale nazionale antidoping di Nado Italia – apprende l’ANSA in ambienti calcistici – ha assolto il calciatore dell’Atalanta, José Luis Palomino, risultato positivo a un anabolizzante in un controllo a sorpresa dell’estate scorsa.
Le controanalisi hanno confermato la positività per Josè Luis Palomino. Le operazioni del campione B prelevato il 5 luglio scorso a Ciserano al difensore dell’Atalanta, ed effettuate ieri, nel laboratorio antidoping di Roma hanno ribadito il risultato ottenuto nelle prime analisi.
Il difensore argentino dell’Atalanta era risultato positivo al ‘Clostebol Metabolita’ in un controllo a sorpresa di Nado Italia.
Il difensore della squadra di Gasperini avrebbe fallito un controllo a sorpresa: è stato trovato positivo al Clostebol Metabolita e sospeso su istanza della Procura di Nado Italia
José Luis Palomino – corriere.it
Ancora lui, ancora il famigerato Clostebol. Principio attivo di una banalissima pomata da banco contro foruncoli e ferite della pelle (il Trofodermin), questo farmaco inserito nella lista dei prodotti dopanti ha inguaiato José Luis Palomino, centrale argentino dell’Atalanta, trovato positivo in un controllo antidoping a sorpresa da Nado Italia e sospeso dal Tribunale Nazionale Antidoping. Palomino, 32 anni, arrivato a Bergamo nel 2017 dal campionato bulgaro e convocato per la prima volta nella nazionale argentina nel 2021, potrà ovviamente chiedere le controanalisi e, in caso di positività anche del campione B, sarà giudicato dal Tribunale Antidoping. Steroide anabolizzante molto utilizzato negli anni Settanta nell’est europeo, il Clostebol ormai è presente solo in unguenti e pomate a base steroidea per curare le ferite della pelle.
La positività scatta facilmente: basta spalmarne un velo e il principio attivo passa in circolo. Decine i casi noti, dalla paralimpica Martina Caironi, al giocatore di basket Riccardo Moraschini alla giocatrice azzurra di beach volley Viktoria Orsi Toth. Molto variabili le sanzioni: dai tre mesi per i minori (evidentemente inconsapevoli) ai 18 mesi per l’olimpionica norvegese del fondo Therese Johaug. Nel giudicare, i tribunali antidoping tengono conto dello status dell’atleta (un professionista paga più caro, perché tenuto a rispettare le regole più scrupolosamente) e spesso sanzionano i medici che eventualmente hanno prescritto il farmaco, come nel caso della Caironi. Palomino potrebbe cavarsela con un anno.