E’ ben gradito un’applauso!!! Grazie
05 dicembre 2025
| Natale amaro per le tute blu della Brianza. Il quadro a tinte fosche dell’industria: mille posti a rischio, calo degli ordini, cassa e delocalizzazioni |
| articolo di BARBARA CALDEROLA: https://www.ilgiorno.it/monza-brianza/economia/natale-amaro-per-le-tute-fc499bc9 |
| Haier ha chiuso la produzione di lavatrici Candy, l’area di Brugherio ospiterà un polo logistico. In crisi marchi storici come Peg Perego ad Arcore, e ci sono incognite sul colosso dei microchip di Agrate |

Monza, 5 dicembre 2025 – Natale nero per i metalmeccanici in Brianza, mille posti in stand-by su 40mila occupati fra cassa integrazione e calo degli ordini. La mappa della crisi che investe le tute blu va dal Vimercatese a Monza, al Desiano. “Una fragilità senza precedenti“, per Pietro Occhiuto, segretario della Fiom, che non risparmia nessun settore: microelettronica, elettrodomestico, prodotti per l’infanzia, automotive, manifattura e siderurgia.
Il caso Vimercatese – “La fine dell’anno è segnata da un numero crescente di crisi con ricadute pesanti su occupazione, investimenti e prospettive di sviluppo“, denuncia. “La delocalizzazione verso il Sud-Est asiatico porta con sé 9 esuberi su 25 a livello nazionale alla Vimercatese dei semiconduttori Micron – spiega Occhiuto –. Una scelta a dispetto di risultati finanziari molto positivi che conferma una strategia che indebolisce il sito in provincia e mette a rischio competenze di alto profilo“.

Il caso Peg Perego – Mentre il calo degli ordini guasta le feste agli operai della Cbi, della Rosler, del Gruppo Confalonieri, di Cpm, Gdf e Imv Presse: “Aziende di comparti diversi, dall’auto all’arredamento, accomunate dal ricorso alla cassa integrazione con importante riduzione di reddito e ripercussioni sulla stabilità dell’occupazione“. E poi ci sono due gioielli, Peg Perego ad Arcore “alle prese con la fine degli ammortizzatori e la gestione degli esuberi“, ed Edim, la fonderia della Bosch a Villasanta, che cerca un acquirente ma non lo trova. “Il futuro dello stabilimento è molto incerto, chiediamo garanzie su investimenti e posti di lavoro“.
Il caso Staubli – “Un caso a parte è la caratese Staubli, che ha aperto una procedura di licenziamento collettivo per delocalizzazione, colpendo un polo avanzato dal punto di vista tecnologico e con personale altamente specializzato“. Aria pesante anche alla Hydro di Ornago: “La chiusura della fonderia e la cassa aggravano le difficoltà di un settore già segnato da costi energetici elevati, volatilità delle materie prime e concorrenza internazionale – sottolinea il segretario della Fiom –. La perdita di capacità produttiva rischia di indebolire l’intera filiera locale dell’alluminio“.

Nodi romani – Problemi anche alla Verniciatura Arcore, “a causa del drastico calo di commesse l’azienda, fornitore della filiera moto, ha fatto ricorso alla cassa. Il comparto motociclistico, altamente sensibile alle oscillazioni del mercato, trasmette in tempo reale i propri rallentamenti all’indotto“. Per Occhiuto “il quadro a tinte fosche si intreccia con due elementi centrali del contesto nazionale: il rinnovo del contratto con un aumento di 205,32 euro e lo sciopero generale del 12 dicembre contro una legge di bilancio ingiusta e sbagliata“.
Pessimismo – “In un territorio ricco di competenze e innovazione aumentano delocalizzazioni, esuberi e ricorso agli ammortizzatori sociali – tira le somme Occhiuto –. La firma del contratto dimostra che con la mobilitazione si possono ottenere risultati importanti. Ora, serve lo stesso impegno per garantire futuro all’occupazione e all’industria della nostra provincia. Il 12 dicembre saremo in piazza, a Monza, per chiedere politiche capaci di proteggere chi lavora e a sostegno dello sviluppo“

