E’ ben gradito un’applauso!!! Grazie
Giovedì 04 settembre 2025
| Treviso, scoperto portale che vende video e dirette rubate da oltre 2mila telecamere hackerate |
| I filmati sono stati presi da webcam installate in abitazioni private, centri estetici e studi medici |

TREVISO – Un sito web accessibile liberamente dai normali motori di ricerca, con migliaia di filmati rubati da telecamere di sorveglianza installate in abitazioni private, centri estetici e studi medici. Dopo lo scandalo di Phica, un altro caso che mina la sicurezza digitale, stavolta scoperto da Yarix, la società trevigiana specializzata in cybersecurity del gruppo Var, che ha immediatamente segnalato il portale alla polizia Postale.
Videocamere hackerate – Secondo quanto analizzato dalla società di Treviso, la piattaforma è attiva almeno da dicembre 2024 e raccoglie oltre 2mila videocamere hackerate in diversi Paesi del mondo. Gli utenti possono visualizzare gratuitamente brevi estratti, ma il sito offre anche la possibilità di acquistare l’accesso diretto alle telecamere, con costi che variano da 20 a 575 dollari. Il pagamento avviene tramite un bot dedicato su Telegram, che consente di scegliere uno o più dispositivi in base a popolarità e numero di visualizzazioni: alcuni video hanno già superato le 20mila visualizzazioni.
Un archivio come un motore di ricerca – Le registrazioni vengono catalogate attraverso tag che identificano luogo, stanza, persone e attività riprese, permettendo all’utente di cercare contenuti come su una comune piattaforma video. L’analisi degli ID univoci delle telecamere ha rivelato che i materiali provengono da numerosi Paesi, tra cui Francia, Germania, Russia, Ucraina, Messico e Argentina. Per l’Italia sono già stati individuati circa 150 filmati, ma il numero è in costante aumento.
Il dominio registrato alle Isole Tonga – Il sito è ospitato su un dominio registrato alle Isole Tonga, nell’Oceano Pacifico, scelta che garantirebbe ai gestori maggiore anonimato e minori vincoli legali. Molti Paesi extra UE, infatti, non richiedono procedure di verifica stringenti per la registrazione dei domini e non hanno accordi di cooperazione internazionale in materia di privacy e cybercrime, rendendo complesso per le autorità estere ottenere informazioni o bloccarne l’attività.
Una giustificazione controversa – Nella sezione “About” del portale, i responsabili dichiarano di voler “sensibilizzare l’opinione pubblica sul rischio di fuga di dati personali causato da falle hardware e software”. Ma dietro questa motivazione, il modello di business appare chiaro: sfruttare l’interesse morboso per video intimi o compromettenti, con l’obiettivo di monetizzare attraverso abbonamenti e vendite.
Le indagini – La scoperta è stata trasmessa da Yarix al Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica di Venezia, con cui collabora dal 2016 nell’ambito di un protocollo d’intesa. La polizia Postale sta ora conducendo approfondimenti per capire se tutti i video provengano da telecamere violate a insaputa delle vittime o se, per aumentare traffico e guadagni, siano stati inseriti anche contenuti prodotti con attori. Nel frattempo, il team di Cyber Threat Intelligence di Yarix continua a monitorare l’evoluzione del portale, mentre cresce la preoccupazione per l’enorme quantità di dati sensibili esposti e per le possibili conseguenze in termini di privacy e sicurezza delle persone.

